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sabato 16 luglio 2011

Intervista di Focardi a EnergyLab

Ho ricevuto oggi una nuova intervista sull'E-Cat rilasciata dal Prof. Sergio Focardi. È stata appena pubblicata sul sito di EnergyLab (il pdf è scaricabile qui) e la pubblico volentieri anch'io, grazie alla disponibilità degli autori.

"EnergyLab è una Fondazione no-profit che si propone di promuovere ricerca, sviluppo e divulgazione nel settore dell’energia e dell’ambiente. Sono partner fondatori la Regione Lombardia, RSE, le cinque Università milanesi (Università Cattolica del Sacro Cuore, Politecnico di Milano, Università Commerciale L. Bocconi, Università degli Studi di Milano ed Università degli Studi di Milano-Bicocca), la Fondazione Aem, la Fondazione Edison e il Comune di Milano."

Che strano... ma i critici di Rossi non affermavano che avesse fatto terra bruciata attorno a sé in Lombardia a causa del Petroldragon? Forse, come ho detto tante volte, non tocca prendere per oro (per)colato quei pochi articoli e documentari che dipingono Rossi a tinte cupe.



Fusione a freddo Focardi-Rossi: di che cosa si tratta?

Intervista al Professor Sergio Focardi sulle ricerche condotte in tema di Fusione Fredda e del reattore E-Cat, inventato insieme all’Ing. Andrea Rossi.

Il fisico Sergio Focardi, professore emerito dell’Università di Bologna, racconta in esclusiva ad EnergyLab gli esperimenti e le ricerche che ha condotto sulla fusione fredda di nuclei di nichel ed idrogeno. Le ricerche ed i contenuti scoperti sono stati poi ingegnerizzati dall’Ing. Rossi e da un team di lavoro in uno strumento che fornirà energia per un appartamento di medie dimensioni (ordine dei kW). A fine 2011 è prevista la dimostrazione commerciale. Riportiamo la discussione avuta, innanzitutto per testimoniare la passione e la curiosità del professore, e poi per raccontare di qualcosa, che se ulteriormente comprovato da altre evidenze scientifiche, potrebbe aprire la strada per ottenere energia pulita e potenzialmente illimitata

Prof. Focardi, ci può spiegare quali sono le basi teoriche e le evidenze sperimentali alla base del reattore a fusione fredda E-cat inventato insieme all’Ing. Andrea Rossi?

Si tratta di un piccolo recipiente, posto in acqua circolante e contenente nichel in polvere (granelli dell’ordine di dieci μm), in cui viene aggiunto idrogeno e un particolare catalizzatore, la cui composizione è segreta. C’è anche un riscaldatore elettrico dell’acqua, con un controllo in temperatura interno al recipiente. Viene fornita corrente al riscaldatore e si ha un innalzamento della temperatura dell’acqua e quindi di tutto il sistema. Ad un valore di temperatura basso, 60-70° C circa, nel sistema si innesca una reazione nucleare con generazione di potenza e la temperatura di tutto il sistema sale; l’acqua si riscalda rapidamente fino alla temperatura di 100 °C e da qui in avanti entra in ebollizione. Attraverso il catalizzatore l’idrogeno si trasforma da molecolare ad atomico e l’atomo di idrogeno entra nel reticolo cristallino del nichel. Viene superata la barriera coulombiana che gli si oppone (si tratta di due cariche positive), per fenomeni non noti e il protone entra nel nucleo di nichel con il quale si fonde. Il nucleo acquisisce un protone e cambia numero atomico e il nichel (N=28) diventa quindi rame (N=29). Da qui inizia una serie di reazioni nucleari e decadimenti radioattivi, che alla fine producono isotopi del rame in proporzione diversa da quella naturale (vedi articolo S. Focardi, A. Rossi, A new energy source from nuclear fusion, 22 aprile 2010). Questo processo libera energia sottoforma di calore e il sistema si scalda, inizialmente senza emissione di radiazione. Il calore prodotto, la cui entità è di gran lunga superiore a quello prodotto dal riscaldatore elettrico, viene ceduto all’acqua circolante all’esterno. Da qui in avanti è anche possibile spegnere il riscaldatore e la reazione si autosostiene. Il rame che si viene a creare si trova in uno stato eccitato, decade emettendo radiazione γ (con energia minore di 500 keV), che viene schermata tramite un strato di piombo posto attorno al sistema.
In sostanza l’energia prodotta è data in gran parte dall’energia cinetica dei nuovi nuclei che si trasforma rapidamente in calore e dai raggi γ.

Alcuni fisici sostengono che la fusione fredda possa avvenire soltanto nelle stelle. Come fa ad affermare con sicurezza che nel suo caso sia proprio l’idrogeno a fondersi con il nichel e non siano altre reazioni chimiche a generare calore?

L’elevata produzione di energia e la formazione di isotopi del rame sono la dimostrazione che siamo di fronte a un fenomeno di fusione nucleare (“fredda”) tra il protone (idrogeno) e il nucleo del nichel. Il fenomeno fisico in sé non è noto. È vero, alcuni fisici sostengono che la fusione fredda possa avvenire solo nelle stelle a causa delle altre temperature e masse, ma la probabilità che questo fenomeno si verifichi anche sulla terra c’è, seppure sia estremamente piccola. Alcuni sostengono che i fenomeni che avvengono nei reticoli cristallini sono diversi da quelli che avvengono in un plasma libero, altri che il protone di idrogeno che penetra il nucleo di nichel si porti dietro l’elettrone, altri ancora lo spiegano con la formazione di stati virtuali in cui l’energia non è conservata per breve tempo. Teoricamente un fenomeno simile può essere spiegato attraverso l’effetto quantico del tunnel, ma che è di moltissimi ordini di grandezza inferiore a quanto sperimentalmente verificato.
Comunque l’evidenza che il rame si formi e sia in una concentrazione isotopica diversa da quella naturale, dimostra l’esistenza di un processo di fusione. Il nichel utilizzato è puro, non è drogato e il catalizzatore non si trova nel reticolo del nichel, viene aggiunto in seguito nel contenitore.
Inoltre siamo certi che si tratti di rame poiché abbiamo fatto delle misure spettroscopiche con la tecnica SIMS (Secondary Ions Mass Spectrometry) a Padova.

Qual è secondo lei la chiave tecnologica che ha reso possibile la riuscita di questo esperimento di fusione a freddo rispetto a tutti gli esperimenti precedenti?

Sicuramente la chiave di tutto il processo è il catalizzatore chimico, di cui non conosco la composizione, coperta da segreto industriale e di cui è a conoscenza solo l’Ing. Rossi. Il catalizzatore è fondamentale perché serve a scindere le molecole di idrogeno in singoli atomi che, più penetranti, riescono ad entrare nel nucleo di nichel. Già in passato avevo svolto con un gruppo di Siena degli esperimenti sulla fusione idrogeno e nichel, ma non abbiamo mai osservato una reazione di tale entità perché non era presente il catalizzatore. Inoltre si tratta di due elementi che si possono trovare a contatto in natura, come ad esempio quando degli acciai inossidabili che contengono nichel vengono corrosi dall’acqua si produce idrogeno che potrebbe fondersi con il nichel, ma un fenomeno del genere non si è mai osservato.

Avete osservato emissione di neutroni nel processo studiato?

Posso affermare con certezza di no: sin dall’inizio degli esperimenti abbiamo posizionato rivelatori di neutroni all’esterno del sistema e non è mai stata rivelata alcuna emissione neutronica. Inoltre sono state svolte misure dal gruppo di radioprotezione del Dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna che a loro volta non hanno portato all’osservazione di neutroni.

Per quanto tempo può automantenersi il processo?

Il consumo di nichel e idrogeno è basso, per intenderci non è a flusso continuo. Senza apportare né nuovo nichel, né nuovo idrogeno, né ulteriore quantità di catalizzatore, si è osservato che il processo dura anche mesi. Nel primo esperimento svolto dall’Ing. Rossi, si era riusciti a riscaldare gli uffici per un paio di mesi con il solo uso di questo sistema senza utilizzare il riscaldamento a gas.

Cosa avete osservato dal punto di vista del bilancio energetico dell’intero processo, dalla creazione di nichel in polvere sino alla vaporizzazione dell’acqua?

La questione del bilancio energetico non è stata ancora pienamente affrontata, il nichel che usiamo è già polverizzato e al momento si stanno svolgendo delle misure sul grado di vaporizzazione dell’acqua. Quest’ultimo è un problema molto importante poiché l’acqua, arrivata a 100° C, comincia a vaporizzare, ma bisogna essere certi che questo vapore sia secco, cioè che non contenga ancora goccioline di acqua. In altre parole bisogna fare un bilancio entalpico della reazione. Nei primi esperimenti il vapore rimaneva contenuto in un contenitore dotato di una valvola di scarico regolata per aprirsi ad un certo valore di pressione (circa 2-3 atm), il vapore fuoriusciva e automaticamente il sistema prendeva acqua dalla rete.
Il calore di vaporizzazione è circa 10 volte quello di riscaldamento da 60° a 100° C e quindi nel computo dell’energia prodotta la vaporizzazione contribuisce molto.

Quale sarà la principale applicazione di questo generatore?

Innanzitutto fino ad ora abbiamo parlato solo della produzione di calore. Riteniamo che una delle applicazioni più importanti di questo sistema possa essere il riscaldamento domestico. Si tratta comunque di una nuova fonte di energia inesauribile poiché sulla terra ci sono e ci saranno sempre idrogeno e nichel in abbondanza

Lo scorso 23 giugno l’Ing. Rossi insieme alla società greca Defkalion Green Technologies ha annunciato la costruzione di una centrale elettrica a fusione fredda da 1 MW entro novembre 2011. Ci può dire qualcosa di più in merito? Quali sono gli attuali legami con il mondo industriale?

È stato il Prof. Christos Stremmenos, ex Ambasciatore della Grecia in Italia, a fare da collegamento tra l’Ing. Rossi e la Grecia. Io e il Prof. Stremmenos ci conosciamo da molto tempo poiché nel passato ha anche lui lavorato nel campo della fusione fredda. Venuto a conoscenza della mia collaborazione con l’Ing. Rossi sulla fusione fredda idrogeno-nichel, ha proposto la collaborazione con la Grecia.
L’impianto, di potenza molto superiore a quella dell’esperimento, viene fatto utilizzando tanti moduli del sistema descritto in precedenza posti in parallelo. Non è possibile ingrandire semplicemente il sistema poiché ci sarebbe il rischio che la maggior massa del nichel si riscaldi troppo fino alla temperatura di fusione del nichel stesso, che è relativamente bassa. L’Ing. Rossi sta seguendo e completando la costruzione dei moduli in America. Credo che ad ottobre l’intero sistema verrà trasferito a Bologna per una dimostrazione e poi andrà definitivamente in Grecia.
Attualmente gli unici collegamenti industriali sono con la sopracitata società greca ed il recente accordo con l’americana Ampenergo.

Avete in programma ulteriori esperimenti sul tema?

Nel Dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna partirà una ricerca finanziata dall’Ing. Rossi per investigare il fenomeno osservato. Gli esperimenti verranno condotti direttamente da due miei ex collaboratori.

Per informazioni:

15 : commenti:

Tizzie ha detto...

Interessante che anche Focardi si preoccupi della questione del vapore e del bilancio energetico (:)) e comunque ottimo contributo, ma nel complesso non mi sembra che aggiunga molto a quanto gia` si sa, tranne alcuni particolari che potrebbero essere frutto i fraintendimenti di Focardi. Esempio:

L’Ing. Rossi sta seguendo e completando la costruzione dei moduli in America. Credo che ad ottobre l’intero sistema verrà trasferito a Bologna per una dimostrazione e poi andrà definitivamente in Grecia.

Silvio (non Caggia) ha detto...

>Comunque l’evidenza che il rame si formi e sia in una concentrazione isotopica diversa da quella naturale, dimostra l’esistenza di un processo di fusione.

No ! Non ci posso credere. Ma i fisici svedesi che hanno analizzato le polveri hanno detto il contrario ! Il rame trovato nelle polveri è a composizione isotopica naturale Non gli hanno chiesto come si spiega "stu fattu"

>Che strano... ma i critici di Rossi non affermavano che avesse fatto terra bruciata attorno a sé in Lombardia a causa del Petroldragon? Forse, come ho detto tante volte, non tocca prendere per oro (per)colato quei pochi articoli e documentari che dipingono Rossi a tinte cupe.

Tieni presente che sono passati 20 anni, c'è stato un cambio generazionale e per la cronaca nera questo periodo è un' enormità.
Vorrei vedere nel 2025, se non vai proprio a Erba, chi si ricorderà di Rosa e Olindo.
Vorrei anche vederlo se mettesse piede in un baretto di Aicurzio e si presentasse con nome e cognome e titolo come lo accoglierebbero :)

Rampa ha detto...

Circa il rame, naturale o meno, i fatti sono due:
1 - che il rame c'è, cosa decisamente inspiegabile
2 - che la composizione isotopica è controversa, almeno...

A meno che non si voglia insinuare che il rame nella polvere fornita agli svedesi, non ce l'abbia aggiunta Rossi bellamente.
Questo presume che Rossi sia non solo un imbroglione, ma anche uno stupido.
E' una critica basata sulla malafede: inaccettabile !


Circa il baretto di Aicurzio.
La verità non è certo appannaggio del popolino, che è altamente influenzabile dai giornali e dalle chiacchiere da bar appunto.
Forse non è nemmeno totalmente appannaggio della giustizia penale o civile che sia: alla verità dei fatti di certo ci si avvicina di più in un aula di tribunale che non seduti al bar !

Tizzie ha detto...

Non c'entra con l'intervista, ma segnalo questo servizio recente di RAI Radio2 sulla Fusione Fredda:

http://www.youtube.com/watch?v=FI5Ktv81TLk

Anonimo ha detto...

A Bologna viene mostrato l'Ecat in funzione.

Un tiro di schioppo ... non perderò l'occasione per andarlo a vedere.

Casomai non siano ancora stati pubblicati dati sul device mi metterò delle mutande di ghisa al fine di evitare che qualche gamma termico mi siluri i gioielli.

Riccardo ha detto...

se non sbaglio è la prima volta che si spiega che il componente interno misterioso (non protetto da brevetto) serve a separare l'idrogeno in singoli atomi. Non ho idea di quello che significhi però O_O
a parte questo dicono anche che non sarà utilizzabile per la produzione di grandi quantità di energia in forma "industriale" per i problemi di fusione del nichel, quindi potrebbe essere relegata alla produzione domestica e limitarsi a liberarci dalla schiavitù energetica senza aziende nazionali di fornitura.

Fr@ncesco CH ha detto...

Se Rossi lo fa, cioè fa la dimostrazione a Bologna, veramente bisogna dire: "che Dio gliene renda merito".

Sul serio, se fa una cosa del genere davvero c'è da fargli un monumento.

Comunque, se ciò avverrà, mi prenoto subito e dico a tutti voi: CI SI VEDE A BOLOGNA!!!

francesco G ha detto...

@Daniele a questo punto è urgente un chiarimento; non vorrei che foccardi si sia sbagliato o ha capito male (ma è possibile visto che lui non si può muovere molto) evitiamo di far circolare notizie errate...se fosse così dovremmo rigraziare Foccardi sia che almeno un pò di ricerca rimane in Italia(almeno per "via" di Rossi) e che ci sarà una presentazione lampo (nel caso ho paura che qualcuno faccia il bastardo...)

Dubito che ci siano vie di mezzo per Foccardi o è complice o è tutto vero, più che mai leggendo l'intervista, identica cosa per Stremmenos..

Silvio (non Caggia) ha detto...

Concordo.
Parafrasando Pieraccioni, questa notizia della demo del gattone a Bologna "l'è come un petardo in chiesa"
Gia che ci siete, si riesce a dipanare il mistero di sto benedetto rame eccitato ? (a me vengono in mente degli atomi di rame con la faccia di Fantozzi arrapato: mmmhhh. mmmhhhh.)
La composizione isotopica l'è naturale o no ?

Anonimo ha detto...

In effetti è da tempo che alcune incongruenze non sono state per nulla chiarite. Lasciamo perdere l'annosa discussione su prove certe di calorimetria e qualità del vapore...
Come già scritto da Miglietto non torna pure la questione delle proporzioni degli isotopi del rame:
Secondo Kullander ed Essen le ceneri fornite da Rossi mostravano un rapporto del tutto naturale, mentre Rossi sosteneva un rapporto totalmente diverso... mi ricordo che gli svedesi avevano asserito che avrebbero reso pubbliche misurazioni isotopiche dettagliate...
Non mi sembra che questa sottovicenda sia stata ben approfondita data la sua importanza.
Interessante anche il discorso sui neutroni in quanto in una videointervista precedente lenrevolution mi sembra, lo stesso Levi sosteneva che in occasione di una esplosione accidentale nei rilevatori di neutroni a gelatina si formarono delle bolle... anche se come da lui esplicitato questo potrebbe essere stato causato da ragioni meccaniche...

francesco G ha detto...

piccola correzione volevo scrivere (almeno per la "via" di Rossi)....nel senso che c'è anche la "via" Piantelli...

cataflic ha detto...

povero Focardi...dopo sei mesi di strattonamenti, si pone il dubbio che magari le misurazioni del vapore potrebbero essere controllate meglio....

io continuo a non capacitarmi!

è(era) la prima cosa da fare!
la cosa che che ti faceva sgranare gli occhi e dire: ocio che qui siam davanti a una roba nuova!
sennò di che parliamo??

Anonimo ha detto...

@cataflic,
AMEN.
mW

Daniele Passerini ha detto...

@Tizzie
Grazie del link!

@Francesco G
Mannaggia mi sono dimenticato di chiedere della presentazione a Bologna!!
Domani gli riscrivo e glielo domando... ma è in USA e non risponde subito alle email.

massimo ha detto...

ci sono vari modi di convertire l'idrogeno molecolare in idrogeno atomico. Ci sono stati vari interessi nel passato nel cercar di ottenere idrogeno "orto" molto piu' reattivo dell'idrogeno "para".
Non e' detto che spulciando nei vari patent non si riesca a trovare il famoso catalizzatore...

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