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venerdì 1 luglio 2011

Nonostante loro si può vincere

Ieri ho letto sul blog Diversamente di Carlo Chianura questa lettera d'orgoglio, denuncia, soddisfazione e rivincita insieme: da incorniciare.

“Troppo spesso si indugia sulla povertà dell’aiuto che il ministero dell’Istruzione dà ai ragazzi disabili, troppo spesso si critica l’operato delle insegnanti e si lascia trapelare che questi ragazzi con grave disabilità non hanno alcun futuro.

“Purtroppo, sappiamo che queste cose succedono spesso, ma oggi mi va di esaltare una giovane ragazza con grave disabilità psico motoria, una di quelle ragazze che purtroppo non riescono a parlare, non riescono a camminare, ed hanno un'infinità di limiti.

“Una ragazza, Arianna, che molto probabilmente non riuscirà, come altri disabili, a iscriversi all’università, una ragazza che a detta dei competenti non sarebbe riuscita a leggere, a scrivere, che non avrebbe potuto avere alcuna istruzione.

“Per lei i genitori nel lontano 2002 inventarono di sana pianta una causa per garantirle l’insegnante di sostegno per il massimo delle ore, una causa che in questi anni è stata fatta da migliaia di famiglie. I genitori si avvalsero di una psicologa che coordinasse il lavoro delle insegnanti di sostegno, delle insegnanti curriculari e dell’assistente educativa. In questi anni hanno condotto con scrupolo e con tolleranza zero tutta una serie di iniziative comprese denunce penali.

“Ieri questa ragazza ha fatto gli esami orali della terza media.

“È stato buffo vedere la preside in lacrime, il vicepreside commosso, e tutti gli insegnanti a ringraziarla per l’occasione che lei, Arianna, aveva fornito loro di crescere imparare e maturare.

“Sì, confesso che sembrava quasi che l’esame lo stesse svolgendo la comunità scolastica e non questa piccola e indifesa ragazza che in questi anni con sacrifici estremi, con dignità e con forza, aiutata non solo dalla professionalità delle insegnanti ma anche dall’affetto e dalla stima dei suoi compagni era riuscita a far promuovere tutti, compagni, professori ed anche questo ministero dell’istruzione che nonostante tutto ha ancora la possibilità di avere tra i dipendenti delle donne e degli uomini che malpagati fanno il loro lavoro con dignità e coerenza e che invece vengono insultati quotidianamente dal trio Berlusca-Brunetta-Gelmini.

“Ieri Arianna aiutata da una sua insegnante che le teneva il polso tremolante, frutto della sua disabilità, con orgoglio e con dignità ha firmato la sua pagella dimostrando che con la forza e con la passione di tutti si possono rimuovere tutti gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione dei diritti fondamentali del cittadino. Ha dimostrato  che i limiti non sono del disabile ma del mondo che lo circonda.

“E allora oggi confesso che aver in questi anni difeso centinaia di ragazzi disabili, spingendo oltre ogni limite le famiglie a credere che il mondo può cambiare, oggi questa mia idea viene rafforzata dall’esempio di Arianna e che gli ostacoli ed i limiti spesso non sono altro che piccole difficoltà che rendono più bella la vita.

“Sa perfettamente che questo è un elogio esclusivamente al coraggio dei giovani e alla forza di chi lavora con la sana consapevolezza che dal 2002 a oggi, con il mutarsi anche delle condizioni politiche, nessun governo ha mai fatto nulla per venire incontro a questi ragazzi. Ma oggi raccontando la storia di Arianna – mia figlia – posso dire che nonostante loro si può vincere”.

28 : commenti:

robi ha detto...

Nella nostra cultura i bambini che nascono così vengono considerati particolarmente benedetti.Lo Spirito ha avuto qualche motivo per mettere al mondo quel bambino e noi possiamo aiutare lo Spirito,rendendo al bambino la vita più facile possibile.
Ci è stato detto che quando aiutiamo qualcuno in quelle condizioni,anche se non abbiamo ragioni per farlo personalmente, mettiamo in moto una speciale benedizione.
La mia gente non si fa tante domande,si limita a prestare aiuto.

Bear Heart dei Creek

Sergio ha detto...

I veri portatori di handicap sono i politici che come unico scopo della loro inutile esistenza è quello di accumulare ricchezza e potere.
Secondo me sono loro che devono essere aiutati a capire che nella vita non esiste solo il conto in banca, la villa, la barca e la figa, e che per ottenere ciò sia legittimo fare quello che si vuole.
Poi, se dopo avergli fatto capire cos'altro può riempire l'esistenza di un essere umano oltre sfruttamento del prossimo, non recepiscono il messaggio, vanno messi da parte e resi innocui.

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Sergio ha detto...

Caro anonimo, se per te le "altre visioni altrettanto legittime" comprendono lo sfruttamento del prossimo, allora ci sono due possibilità:
1) o fai parte del sistema che sfrutta il prossimo per arricchirsi
2) o il sistema è riuscito a farti credere che lo sfruttamento del prossimo è una delle possibili alternative dell'esistenza umana

Cesare Vola ha detto...

E brava Arianna.

Io ho fatto l'insegnate di sostegno ad un ragazzo intelligente ma con un sacco di movimenti spastici e pochi movimenti volontari persi in tutte queste spasticità; si deve stare con lui alcuni mesi prima di capire i segnali che ti manda con occhiate o gesti o anche solo agitandosi di colpo; la madre ha fatto di tutto e sta facendo di tutto per riuscire a permettergli di comunicare e io lo seguo ancora da volontario visto che ha finito la scuola; lei riesce a farlo scrivere ma tenendogli la mano, io ci ho provato ma è un casino, e scrive solo poche frasi con molto sforzo. Purtroppo con le disabilità i fallimenti sono molto più frequenti dei successi e molte persone si rassegnano. Ma per me è sempre meglio provare anche quello diventa uno scopo di vita.

Inoltre conosco un altra ragazza che è rimasta cerebrolesa a seguito di una caduta in bicicletta, è tutta tremolante e parla con grande sforzo e un filo di voce; ora sta facendo l'università facoltà giurisprudenza e da i suoi bravi esami e un poco per volta, riesce a dare pochi esami all'anno, ce la farà a laurearsi. Penso che anche per Arianna c'è speranza.

Daniele Passerini ha detto...

@robi
Bellissima citazione! Da dove l'hai presa?

@Anonimo
Sarà un caso che chi qua dentro assume certe posizioni non si firma mai? Cancello il tuo commento, come è regola in questo blog, in quanto totalmente anonimo, ma ovviamente lo ricopio qui perché ottimo esempio dei "mostri" che la regione può creare... Roba da matti, venire qui a fare polemica sul commento di Sergio invece che esprimerti sul contenuto della lettera della mamma di Arianna. Lavoro nel sociale da 20 anni e ti garantisco che è uno scandalo quanto si parli poco del livello da terzo mondo in cui i tagli di finanziamenti pubblici hanno rigettato i nostri servizi. Se avessi un congiunto portatore di handicap la penseresti come Sergio, dammi retta.

Anonimo ha detto...

Per Sergio, il modo di condurre un'esistenza non esclude che possano esistere altre visioni altrettanto legittime, quindi dire: "non recepiscono il messaggio, vanno messi da parte e resi innocui", comporta una lettura a dir poco settaria dell'altrui modo di vedere.
In breve, non è sempre detto che tu sia nel giusto sai, ogni verità è tale o meno in ragione dell'angolo di visione che si adotta.

01 luglio 2011 10:48


@Cesare
Grazie del tuo intervento. La cosa triste è che su temi sociali così vitali interveniamo qua dentro in 4 gatti. A disquisire di vapori, vaporì, vaporelle, sbuffi, tubi e fiatelle arrivano centinaia di commenti. Viviamo in una società malata fino al midollo... urge un bel trapianto.

robi ha detto...

Daniele
"Il vento è mia madre"
Bear Heart e Molly Larkin
ed. il punto d incontro.
Adesso ,provo a fare come te che stai sul fiume....
ciao

Daniele Passerini ha detto...

@robi
Consigliamolo a tutti allora. Uno dei prossimi libri che compro: IL VENTO È MIA MADRE di Bear Heart e Molly Larkin, Il Punto d'Incontro Edizioni.
Il messaggio di Bear Heart (Cuore d’Orso) è allo stesso tempo mistico e pratico, è la testimonianza di una vita vissuta così intensamente che la sola lettura di questo libro può trasformare le persone, ispirandole a valori più genuini ed elevati. Bear Heart ci comunica che la saggezza tradizionale delle tribù può essere un prezioso strumento di guarigione spirituale, mentale ed emotiva per il mondo moderno. Attraverso racconti ispiranti, esempi pratici e aneddoti a volte curiosi o umoristici, questo Indiano Creek impartisce il suo insegnamento semplice ed essenziale, ripercorrendo le tappe della sua vita di Uomo Medicina.
Nel 1938, un giovane Creek camminò a piedi nudi in una tana di serpenti a sonagli, come primo passo della sua Iniziazione alla Via di Medicina. Dopo sessant’anni, questo vecchio Saggio chiamato Cuore d’Orso, Uomo Medicina e rispettato Anziano della sua tribù, racconta la sua storia. Una rara combinazione di applicazioni pratiche e verità universali.


P.S. Riguardo all'E-Cat, sì conviene metterci in posizione comoda sulla riva e lasciar annaspare i "vaporellisti" controcorrente in mezzo al fiume. Quando staranno per affogare gli tiriamo una corda ok? :)

Cesare Vola ha detto...

@Daniele
In effetti è così per cui come ho già scritto quasi quasi sono più preoccupato di un E-cat che funzione che di un fallimento: mi chiedo se l'umanità sia in grado di gestire positivamente tutta l'energia che potrebbero dare migliardi di gattini sparsi per il mondo.

Ironman99 ha detto...

@Daniele

Carissimo, mi sono di recente presentato in un altro post, ma anche qui voglio esprimerti stima e rispetto per come conduci il blog. In particolare mi piace che la tua "regola NO anonimi" sia così flessibile da farci leggere comunque cosa gli anonimi scrivano. Ottimo!

Non è, però, solo per farti complimenti che scrivo. Continua a leggere e capirai perché...

@Sergio

Ciao. Innanzitutto voglio dirti che comprendo il tuo sfogo del primo tuo commento. Tuttavia esso può essere inteso come rivolto contro tutti i politici. Personalmente la politica di questi tempi mi piace pochissimo, e molte delle "strategie" in auge mi sembrano parole d'ordine vuote, o culturalmente assoggettate ad una visione del mondo esclusivamente economica. Troppo poco spazio viene considerato per il "vero benessere umano" che a mio avviso non può prescindere dalla qualità delle relazioni interpersonali, dal cercare di creare un terreno fertile perché esse diventino un "centro" importante della attenzione. Il benessere è molto più che non la mera agiatezza economica, il grado di potere che ognuno riesce a strappare agli altri, l'ostentazione di ricchezza. Se è vero che gli uomini politici più al centro delle attenzioni dei media sono in gran parte dediti solo a questo "gioco al ribasso" credo anche però che esistano molti uomini validi, nascosti magari nell'ombra, che lottano quotidianamente proprio contro l'attuale modo di intendere la società. Per questo il tuo commento mi è un po' dispiaciuto. Non mi piacciono le generalizzazioni, perché spesso hanno come effetto più potente scoraggiare le persone di buona volontà e passare assolutamente inascoltate a quelle di cattiva.

Inoltre mi trovo parzialmente in accordo col commento di Anonimo. Il mio modo di vedere la vita potrebbe non essere l'unico. Io tendo a considerarlo il migliore, ovviamente, ma altri motivi, a me non evidenti, potrebbero spingere altri a fare scelte differenti, a me del tutto sconosciute o invise. Il primo passo da tentare credo sia sempre il dialogo, e le generalizzazioni spesso lo impediscono.

Ovviamente non sto difendendo gli approfittatori, gli sfruttatori, i razzisti... Sono convinto senz'altro che si debba cercare di annullare l'effetto delle loro azioni malevole, e cercare il più possibile di rendere inefficaci le loro strategie e le loro idee. Talvolta è necessario anche troncare il dialogo, quando esso diventa una aggressione, o una strategia di manipolazione.

Sto solo dicendo che io sarei stato meno generalista. Un conto è accusare chi si comporta in modo poco umano. Un altro è accusare tutta una categoria. Non sono un politico, e la cosa non mi tocca direttamente, ma sono un essere umano e mi è capitato spesso, come a tutti noi, di sentirmi accusato solo per far parte di una qualche "specie"... chessò: per il fatto di essere un maschio, o un meridionale, o un tecnico, o del segno della Vergine :-) Di solito non mi piace, e non mi aiuta....

Con affetto.

Ironman99

Daniele Passerini ha detto...

@Cesare
A dispetto di tanti, insisto a non vedere l'E-Cat come killer di tutte le energie rinnovabili, caso per caso va scelta quella più opportuna. E la più immensa fonte di energia sarà sempre il risparmio dell'energia stessa e questo resta. Se mangiassimo tutto il cibo che possiamo avere a disposizione saremmo tutti senza esclusione obesi (in occidente ovviamente). Come il cibo va garantito a tutta l'umanità in modo che la fame nel mondo scompaia, così vedo l'E-Cat, e tante altre tecnologie alternative in arrivo, come un modo per ridistribuire equamente nel mondo la disponibilità di energia, garantendola a tutte le nazioni.

@Ironman99
È chiarissimo il tuo discorso e ovviamente ne condivido i valori a monte. Però nella comunicazione la perfezione non esiste e allora tocca guardare all'intenzione dell'emittente oltre che all'effetto sul ricevente. Sono contro la generalizzazione che appiattisce le differenze, ma sono a favore della generalizzazione che permette di costruire in modo semplice e diretto una argomentazione. È ovvio che nei commenti di un blog si parla in modo veloce e franco, non si sta a scolpire massime eterne. La generalizzazione crea - è vero - una sorta di caricatura della realtà, ma tale "caricatura" evidenzia proprio i tratti su cui vogliamo focalizzare l'attenzione. Do insomma per scontato che qui dentro ci siano persone in gamba che generalizzano per spiegare meglio un concetto piuttosto che per spacciare per vero qualcosa che non lo è.
Un abbraccio

robi ha detto...

Daniele
ti racconto un fatto di tanti anni fa.
Ero a Munbai (come si chiama ora)e per strada un ragazzino su una specie di carrettino che serviva per girare (gli mancavano entrambe le gambe)va a sbattere contro un pedone.Questo si volta,alza il braccio come per dargli uno schiaffone e comincia ad insultarlo pesantemente.Io da buon cristiano Europeo sto per intervenire a difesa.
Ma mi accorgo che il ragazzo risponde a tono e...capisco che era un discorso agitato fra due persone.Non c era handicap non c era commiserazione ,anche se il ragazzino era un metro e più da basso,quell altro gli parlava come se fosse alla sua altezza.
Ecco ,la morale è che siamo noi i primi a dover cambiare e la prima frase di Bear Heart ,quando dice che :-sono particolarmente benedetti-è distante anni luce dal nostro pensiero
ciao

Cesare Vola ha detto...

@Daniele
Io penso che l'E-cat sia di gran lunga preferibile a tutte le altre energie rinnovabili e non ci vedo niente di male in questo; ciò che mi spaventa è pensare a quanto potrebbe aumentare l'assalto al pianeta da parte dell'uomo con una fonde di energia di quel tipo: vedo meganavi (ancora più grandi di quelle che abbiamo ora) che aspirano tutti i pesci dal mare e megatrattori che spianano intere foreste, un industria chimica senza limiti che produce porcherie assurde per far crescere piante per i nostri vizi, e colate di cemento ovunque: non fraintendermi, non sono così pessimista ma ne vedo il pericolo per l'ecosistema globale: per cui una volta salvati dall'effetto serra e dall'acidificazione dei mari distruggiamo il pianeta in un altro modo. Speriamo che l'umanità acquisti, o abbia, la saggezza necessaria a gestire il suo potere.

Ma ora torniamo ai disabili così chiudiamo il cerchio; io per aumentare la saggezza delle persone proporrei di usare il tempo liberato dalla tecnologia per fare un po' di disabile-terapia. Infatti io ho passato un po' di tempo con loro, ad assisterli o solo per fargli compagnia, e ti assicuro che questo mi ha cambiato molto e in meglio e non sono l'unico; loro sono qui per noi per migliorare il mondo e il loro compito è molto importante!

robi ha detto...

Cesare
c è una frase ,penso, di Rossi detta a gennaio:
-qualsiasi elettrotecnico filippino sarà in grado di riprodurre questa energia-
Forse un cambiamento ci sarà,ma no perchè cambia l uomo,ma ,riscriviamolo, se fosse vero, perchè una importante parte di potere sarebbe disponibile e praticabile da tantissimi uomini della strada.

Unknown ha detto...

@Daniele

Scrivi "La generalizzazione crea - è vero - una sorta di caricatura della realtà, ma tale "caricatura" evidenzia proprio i tratti su cui vogliamo focalizzare l'attenzione. Do insomma per scontato che qui dentro ci siano persone in gamba che generalizzano per spiegare meglio un concetto piuttosto che per spacciare per vero qualcosa che non lo è."

Grazie. Trovo davvero "saggio" e tollerante quanto scrivi. Inoltre rileggendo la sequenza dei commenti di Sergio, anomino, tuo, il discorso torna davvero con quanto sostieni.

Il fatto è che sono "preoccupato". Tu dici che la "caricatura" permette di focalizzare l'attenzione. Sono d'accordo. Parliamo di persone in buona fede, che cercano di farsi capire in poche parole, sottolineando i concetti piuttosto che dedicarsi al "politically correct" (cha ha anche un po' rotto, diciamocelo, poiché troppo spesso è pura ipocrisia :-).

Resto però preoccupato (parlando in generale e non di questo blog, sia chiaro), perché vedo che il mondo usa troppo spesso questa tecnica, che è quasi l'unica rimasta, e a forza di usarla temo che stiamo perdendo altre capacità di sintesi (quella poetica, ad esempio) e stiamo educando i "giovani" al bianco e nero, e a sottovalutare la necessità dell'uso della sensibilità e dell'empatia verso i nostri interlocutori, di quello sforzo, insomma, per mettersi nei panni degli altri, e cercare di comprendere davvero le sue ragioni.

Sono preoccupato, in altre parole, che questo tipo di sforzo comunicativo produca più competizione di quanta comprensione reciproca riesca a generare. Sono un pacifista dell'anima, e credo che l'unico modo per smettere di farsi la guerra sia quello di deporre le armi e mettersi ad ascoltare. Ovviamente (ripeto) parlo per grandi sistemi e non di questo blog. Forse è un problema solo mio, ma noto che a me l'eccesso da bombardamento di "caricatura" produce più offesa che propensione all'empatia. Un esempio per tutti? Nella "guerra" tra i sessi per me le caricature della Littizzetto creano più danni che riflessione. Troppa aggressione e troppo poca autoironia. Invitano alla derisione e non all'immedesimamento. Poiché mi dedico al volontariato in questo campo, ne misuro i danni piuttosto che i benefici. Ma forse questo è una dubbio solo mio...

Scusa la mia prolissità, e continua così :-)

Un abbraccio.

Ironman99

Daniele Passerini ha detto...

@robi
"Ero a Mumbai..."
Ti ammiro molto perché riesci sempre a trovare nella memoria gli esempi più opportuni. Il tuo racconto è breve ma densissimo di significato. La cultura di origine giudaica e quella di origine induista hanno affrontato in modo decisamente diverso i problemi della colpa e del perdono, del castigo e della punizione. Nella tua reazione, che stava per scattare e che poi hai arrestato osservando quello che accadeva, è riassunto benissimo questo iato. Al giorno d'oggi il problema è integrare queste differenti visioni: una pietà "cristiana" che non si riduca a pietismo e una accettazione della volontà di Dio "induista" che non si riduca a giustificazione dell'ineguaglianza. Tutto ciò detto in estrema sintesi naturalmente. Sono tra quelli che sperano che la contaminazione tra più culture sia sempre portatrice di qualcosa di più, e soffro molto il clima post 2001 proprio per questo motivo. Un abbraccio.

@Cesare
Qua la mano allora. Da dicembre 1990 a ottobre 1991 i miei 10 mesi di servizio civile (allora c'era l'obiezione di coscienza al servizio di leva militare) li passai in convivenza 24/24h in un gruppo famiglia per portatori di handicap. Mi occupavo di tutto, dall'assistenza personale a ragazzi tetraplegici in primis, alle pulizie della casa ecc.
Troppe persone hanno la testa piena di "idoli" e "vitelli d'oro" e non si rendono minimamente conto della fortuna che hanno a potere camminare, scrivere al computer o andare in bagno a fare i loro bisogni, senza dover dipendere in tutto e per tutto da qualcuno che si prenda amorevolmente cura di loro. Come dice Bear Heart sono anime benedette, perché il valore di una vita non è economico (quanto ho, quanto produco ecc.) ma sempre spirituale.
Tutti dovrebbero confrontarsi (obbligatoriamente) con queste realtà: sicuramente dopo il nostro modo di pensare cambia... a meno di non avere un cuore!
Quanto all'E-Cat è al rischio che alimenti una sorta di obesità energetica del mondo: forse sono un inguaribile ottimista, ma per ogni persone che "spegne" la sua consapevolezza, credo ce ne sia sempre ALMENO una che "accende" la propria. Tocca solo sperare, anzi credere, che questo sia sufficiente... e se saremo in tanti a crederlo lo sarà. C'è ancora troppa gente innamorata di questo mondo disposta a NON lasciare che vada in malora. Come dice Robi la delocalizzazione dell'energia potrebbe essere un vantaggio maggiore per la gente comune che per i grandi capitalisti e questo cambierebbe tantissime cose, in meglio.
Un abbraccio

Daniele Passerini ha detto...

@Ironman99
Non sai quanto sia felice di parlare qui dentro finalmente, dopo tanto tempo, di argomenti diversi dall'E-Cat!
Sì, condivido la tua preoccupazione... è esattamente quello che è accaduto negli ultimi decenni. In questa chiave potrebbe essere riletto il passaggio dal "politically-correct ante litteram" democristiano alla generalizzazione e all'edonismo berlusconiano.
Certo la "caricatura" come strumento maieutico per capire la realtà funziona con persone in buona fede e un po' sagge... così come i koan zen funzionano solo con chi è pronto e sufficientemente consapevole per comprenderli. E la differenza la fa anche l'intenzione di chi la usa. Il primo obiettivo delle Litizzetto non credo sia quello di aprirci gli occhi sul mondo, ma semplicemente di farci ridere... forse Giobbe Covatta (il primo che mi viene in mente) ha invertito l'ordine di questi due intenti e il risultato si vede.
Sei arrivato da poco qui. Se no sapresti quanto tempo o perso cercando di fare capire queste cose a Tia. Perché? Perché ho riconosciuto in lui come ero io a 20 anni: studentello di ingegneria convinto di essere un piccolo padreterno. Il fatto che lui continui a esserlo a 26 anni non è un bel segno. Per ritrovare un equilibrio per quel che mi riguarda dovetti lasciare ingegneria e buttarmi su tutt'altri corsi di studio... ovviamente non sono necessarie scelte così drastiche... ma tocca scegliere bene quello che vogliamo essere, perché poi saremo tali per molti molti anni.
A Tia serve una bella botta contro il muro per aprire gli occhi, e spero che l'E-Cat possa esserlo.
Mia figlia ha 13 anni. Nella sua generazione vedo di tutto, proprio di tutto... ma anche un'energia e una voglia di ESSERE su cui essere un po' ottimisti. :-)
Scusa se sono saltato di palo in frasca, ma tendo ad andare per libere associazioni. Un abbraccio

Cesare Vola ha detto...

@Daniele
Bello discorrere qui con questi toni e non nel caos dei post sui gattini, vedo che abbiamo fatto delle esperienze comuni per cui penso che anche tu hai provato il piacere di camminare, di saltare, di respirare a pieni polmoni dopo aver passato molto tempo con chi non lo poteva fare; sull'umanità spero che tu abbia ragione, io tendo un po' al pessimismo a volte.
Un abbraccio.

@Robi
A Mumbai sei stato bravo hai saputo leggere la situazione e capire che fare, io a volte non lo sono stato così: una volta mi è capitato di accompagnare un disabile era emiplegico (semi paralizzato su un lato) perdeva la saliva e faceva versi, era in macchina con me e visto che non trovavo bene la strada io gli gliela chiedevo, lui mi rispondeva pure a gesti ma io non lo prendevo sul serio e lo ritenevo un idiota. Più avanti ho scoperto che era intelligente e che la strada la sapeva (e mi è venuto in mente dei gesti!), e mi sono vergognato. Il mondo dei disabili è strano e va conosciuto e per me se si vuol fare del bene prima è meglio osservare e pensare a quel che si fa come hai fatto tu.

@Ironman99
Scusa ma devo dirtelo ti trovo molto tenero e sensibile e ti firmi Ironman, tutto ciò è molto taoista.
Un abbraccio, ma non urtarmi con la corazza.

Unknown ha detto...

@Daniele

Per lavoro ho moltissimo a che fare con giovanissimi ingegneri. Molti (non tutti, per fortuna) arrivano nel mondo del lavoro letteralmente grondanti presunzione. Alcuni, di fronte alla realtà, cambiano, altri no. Credo che questa presunzione di fondo abbia anche a che vedere coi metodi di insegnamento delle discipline scientifiche, tutti tesi a infonderle come verità assolute, in cui si può solo essere nel giusto o in errore. Troppi invocano il "metodo scientifico" come una bibbia che ci rivela la verità. Penso che costoro non abbiano capito un granché del metodo scientifico, che in realtà è una filosofia nella quale è il dubbio, l'errore, il tentativo a permettere il progresso della conoscenza, e dove le certezze lo arrestano. E, in fondo, la vita reale ci propone dubbi in continuazione; dubbi: nella nostra cultura son diventate "debolezze". Tuttavia il timore del dubbio deriva esso stesso da una paralizzante paura di sbagliare, di fallire. In fondo la ricerca di certezze assolute cresce nella paura. Credo che i giovani andrebbero "incoraggiati" a sbagliare con le proprie idee, e incoraggiati a ritentare, assumendosi di volta in volta le responsabilità dei propri errori, e i meriti delle proprie vittorie, entrambi come "premi" del fatto di essere vivi. I varii Tia, sono spesso ragazzi tanto impauriti da non rendersi neppure più conto di esserlo :-) Ciò non vuol dire che non glielo si debba far notare...
Mi piace molto saltare di palo in frasca seguendo libere associazioni. A me sembra che il discorso che n'è uscito non sia scorrelato dal tema del post, a riprova del fatto che spesso l'illuminazione arriva per percorsi "apparentemente" tortuosi :-) La paura del diverso e il mito della perfezione sono tra loro profondamente correlati, non credi? :-)
Tra le mie attività di volontariato ho spesso a che fare con gli adolescenti: dagli 11 ai 16 anni... un periodo che nella cultura della perfezione è visto come una malattia, quasi un handicap. Io li trovo fantastici nella loro voglia di essere, nel bisogno (spesso inespresso) di assomigliare, di trovare un modello e contemporaneamente scoprire chi sono. E se li ascolti ti sanno insegnare moltissimo.

@Cesare

Non hai da scusarti per il fatto di trovarmi tenero e sensibile. A parte il fatto che lo considero un complimento, espresso pure con bei modi, se è quello che senti non hai da scusarti. E poi mi ci ritrovo :-) È una parte importante di me, al pari di quell'altra, guerriera e combattiva, da cui deriva il mio nickname. E sono parti che vanno molto d'accordo tra loro. Serve una grande forza e combattività per essere davvero sensibile, e potersi abbandonare sino in fondo agli insegnamenti della vita.

Quando l'amore vi chiama, seguitelo,
anche se ha vie ripide e dure.
E quando dalle ali ne sarete avvolti,
abbandonatevi a lui...

(da "Il profeta" di Gibran K. Gibran)

Un abbraccio.

P.S. Oggi mi sono rivisto (quasi per caso) "Si può fare" (Giulio Manfredonia, con Claudio Bisio...). Gran bel film. Solo dopo mi sono accorto che forse non è un caso che lo abbia rivisto propio oggi... :-)

Cesare Vola ha detto...

@Ironman99
E si lo sapevo forte fuori e tenero dentro; ho letto ciò che hai scritto a Daniele e io come fisico e insegnante condivido molto quello che dici anche se devo dire che i più fanatici sugli errori e sull'impossibilità di sbagliare sono proprio gli ingegneri oltre ai medici, secondo me a causa delle responsabilità a cui sono sottoposti: insomma le case non devono crollare, le macchine non devono rompersi e la gente non deve morire. Per tale ragione i più insicuri hanno bisogno di attaccarsi al santino moderno, la scienza e sopratutto le prove SCIENTIFICHE, io ormai odio questo aggettivo perché una prova è una prova può essere buona o cattiva ma è una prova e basta.
Come insegnate noto spesso ragazzi terrorizzati dallo sbagliare perché sono cresciuti con adulti, genitori e insegnanti, sempre pronti a saltargli addosso appena commettono un errore, così spengono il cervello e si chiudono nei libri; spesso mi sono trovato gente bloccata che non riusciva più a pensare e fare un conto tanto era spaventata, il mio mestiere consente nel fare più che altro da assistente morale: tranquillizzarli: spesso per sdrammatizzare gli dico: "Guarda che se sbagli non crolla l'universo!"


Sul metodo scientifico ho una bella storia da raccontare: io ho fatto sostegno a un cerebroleso a casa sua,e ora faccio volontariato; ho conosciuto la madre e il padre e loro mi hanno raccontato un po' la loro vita. Questo è un ragazzo molto grave, ha più del 40% del mesencefalo leso. Ora quando era bambino stava male, aveva dolori e crisi epilettiche oltre a nessuna speranza per cui i medici reagivano coi farmici, sua madre mi ha detto che ogni volta che andava in ospedale arrivava a casa con una nuova pastiglia, e ci andava spesso; quando aveva sei anni gli volevano mettere una sonda nello stomaco per alimentarlo direttamente. Nel frattempo lei aveva scoperto un metodo di cura: il metodo Doman: si tratta di esercizi da fare a casa che vengono prescritti al paziente e che questo esegue a casa assistito dai genitori. Ora loro per seguire questo metodo dovevano pagare 36 milioni di lire per visite di una settimana e consulenze varie. Vanno all'istituto Besta di Milano per chiedere i soldi ma il medico gli risponde che non c'erano prove "scientifiche" della validità del metodo, dopo di che tira fuori una calcolatrice e calcola il costo di un ricovero permanente al Bosisio Parini: erano più di 300 milioni dieci volte tante! Loro hanno detto no grazie, hanno fatto il metodo, hanno prima tirato su i soldi tra la gente e poi hanno vinto una battaglia legale per ottenere il rimborso; risultato il ragazzo ha vent'anni: è vivo, non prende nessun farmaco, non ha crisi epilettiche; non cammina e non parla ma in qualche modo riesce a muoversi e a farsi capire,ed è forte e in forma fisica. Questa storia mi ha aperto gli occhi e mi sono detto: ma quanti soldi! Quanto avrebbe fruttato lui a una multinazionale del farmaco? e al Bosisio Parini? Ai medici che vi lavorano? e a quelli del Besta? è davvero possibile fare scienza quando ci sono di mezzo tanti soldi? Per me la risposta è no! Qui non è una questione di scienza ma di denaro la scienza serve solo a procacciarsi i clienti.
Ho generalizzato troppo, a proposito di ciò che si diceva sopra, so che non è tutto così ma credo che questo sia un problema molto grosso nella nostra società: del resto il più grande problema per la fisica attuale è scoprire perché le galassie ruotano come corpi rigidi e per questo ci si inventa le materie oscure, non saper se avviene o no una reazione nucleare di poca importanza (ovviamente scientifica).

Un abbraccio.

Daniele Passerini ha detto...

@Cesare
@Ironman99
Ragazzi, siete la cosa più bella che sia capitata al blog ultimamente, grazie! :-)
Prima di andare a letto, un po più tardi, intervengo con calma anch'io. È un piacere leggervi.

Unknown ha detto...

@Cesare
@Daniele

Si parlava di essere forti e teneri. È un immenso piacere che la vita ci offre: permettersi di essere fieramente entrambi, dentro e fuori, contemporaneamente.
È un piacere estremo, come la dignità di sentirsi pari tra pari, il piacere di provare gioia e ammirazione riconoscendo i meriti altrui, e di offrire i propri.

Vi offro questa poesia (è un blog che parla di poesia questo, no? Oltre che di vapori e pennacchi fumogeni). È mia, ma anche di chiunque "gli serve" come dice Mario Ruoppolo ne "Il postino": "le poesie non sono di chi le scrive, ma di chi ne ha bisogno"

Quercia

Conosco, Quercia, il vento
acerbo che i tuoi rami acconcia.
Conosco il sole ardente,
amante che ti accoglie.

La terra salda
che t‘erge e t‘offre al cielo
e l‘acqua tenera
che carezza via il dolore.

E amo, Quercia, il passero
che in te vi nutre amore.
E libero, tuffandosi, si offre
e in te dimora il cielo.

Daniele Passerini ha detto...

@Cesare
@Ironman99
Non so se lo avete già letto, ché un paio di volte l'ho raccontato qui dentro. Conosco molti ingegneri perché sarei potuto esserlo anche io. Ho dato tutti gli esami del biennio tranne meccanica razionale... poi ho avuto un momento di drastico reset esistenziale e ho capito che non era più quello che volevo fare, sentivo di dover fare altro. Ho mollato e mi sono iscritto al corso di laurea breve in sevizio sociale dentro la facoltà di Scienze politiche. Ovviamente venendo da ingegneria ho preso il titolo in 2 anni e mezzo. Nel frattempo ho fatto il mio anno di servizio civile full immersion nel gruppo famiglia disabili di cui vi ho parlato (mi ero trasferito a vivere con loro e mi assentavo solo per frequentare qualche lezione).
Dopo la laurea breve ho lavorato per tre anni in una cooperativa sociale, in un centro per giovani psicotici, altra esperienza formativa importantissima. Poi ho vinto un concorso in un Comune e sono entrato come assistente sociale vero e proprio. A questo punto mi sono iscritto di nuovo all'università e mentre lavoravo mi sono preso la laurea quadriennale in Scienze politiche. La cosa buffa è che poi ho smesso dopo 5 anni di fare l'assistente sociale ed è da 10 anni che lavoro sempre nel sociale ma in un ruolo di programmazione e controllo... alla fine sto quasi sempre a partecipare a riunioni con gruppi di lavoro o seduto al PC a smaneggiare con dati di spesa, indicatori, statistiche; sono un maghetto di Excel o meglio del suo analogo su OpenOffice e quello che chiunque dei miei colleghi abbia un problema al computer arrivo io a risolverlo!
Diciamo anche che vivo un po' di rendita perché qualunque mansione al computer (scrivere una relazione, comunicati stampa, elaborare e presentare dati ecc.) che un mio collega farebbe in T=k io lo faccio in T=k/n (con n=2,3,4). :)))
Ho insomma trovato un ben curioso mix tra le mie competenze umanistiche e scientifiche. :)
Chiusa la parentesi torniamo agli ingegneri. Concordo con voi. È un tipo di studio potenzialmente destabilizzante. O superi una certa "soglia" di consapevolezza e compensi (con altri interessi culturali, spirituali ecc.) l'onnipotenza che ti viene data dall'allenamento a tenere sotto controllo tutte le variabili in gioco o rischi veramente di diventare un beautifull mind! Cioè una persona con una intelligenza logica molto sviluppata ma umanamente ottusa. Il confronto di un neolaureato con la realtà del mondo del lavoro è l'ultima possibilità di riportarlo coi piedi per terra. Tutti gli ingegneri che si laureano hanno un quid in più rispetto al altre laurea, ma, ad essere ottimista direi che metà degli ingegneri pur essendo professionalmente in gamba come tutti gli altri hanno qualche problema psicologico di troppo.
Siccome ho rischiato seriamente di diventare come Tia, quando è arrivato su questo blog a fare il "maestrino" ho subito riconosciuto il "tipo", così per mesi ho cercato di provare un minimo a fargli aprire gli occhi. Alla fine ci ho rinunciato... a questo punto penso che la sua materia grigia abbia un po' a che fare con la rigidità del cemento a presa rapida.
Buonanotte

Daniele Passerini ha detto...

@Ironman99
Prima mi citi il mio libro preferito! Ora mi posti una poesia... grazie 1000.

Cerca tra le etichette del blog questa qui: "poesia per dissetare". Ci ho messo molte belle poesie in 4 anni e passa.

Buonanotte e grazie ancora

Unknown ha detto...

@Daniele

:-) In effetti ho scritto poco, sinora, ma è da un bel po' che ti leggo... Tutto merito dell'e-cat, ma nel frattempo ho curiosato qui e là, e molte cose su di te già le sapevo.
Mi hai fatto sorridere con la storia dei numeri e la foto del tuo contakm a 222333. In effetti pure io ho alcune foto dei miei con numeri "simpatici"...
Io sono diplomato in telecomunicazioni (1974) e da allora lavoro per la stessa azienda... o meglio l'azienda è cambiata 3 volte ma io non mi sono mai mosso: CSELT, CSELT s.p.a., TILab. Era quello che volevo fare, e sono felice di averlo potuto realizzare. Ho avuto una gran fortuna nella vita. Non avevo ancora il diploma e già sapevo che mi avrebbero assunto (unica condizione: il massimo dei voti). Ho voluto andare a vivere da solo e appena 24enne, non appena sparsa la voce che cercavo casa in affitto, trovata (e allora non era facile, ti assicuro, qui a Torino)... Ho pensato che allora dovevo usare questa fortuna, che mi dava delle belle tranquillità nelle cose più quotidiane della vita, per approfondirne meglio altre. Ho fatto tante belle esperienze di crescita personale nel corso di questi anni. Ho sempre sentito che "tecnologia" e "anima" potevano essere armonizzate. In me sentivo questa capacità... e devo dire che ora, che quasi tutti i miei amici sono atecnologici, mi capita come a te. Aggiusto, riparo, reinstallo, scrivo siti per le loro attività umanistiche... ma anche "ascolto", e sono sempre stupito di come questo sia apprezzato e ottenga risultati con uno "sforzo minimo" che a me, anzi, sembra un piacere. E ottiene risultati anche sul lavoro, tra i colleghi, sia per le cose tecniche che per quelle umane. Strana la vita, vero? Oltretutto senza mai rinunciare ai miei punti di vista, ai miei punti fermi, a quella che io chiamo la dignità di sentirsi pari tra pari. Tutti mi vedono come "forte e integro", un guerriero, o uno sciamano. Strano come tutto questo si possa ottenere con la delicatezza e la sensibilità, no?. :-) C'è tuttavia un piccolo pedaggio da pagare (che pago volentieri). Una certa attitudine alla solitudine, che viene forse dal riconoscersi "enormemente diverso e simile" agli altri esseri umani. O forse all'abbandono della bulimia delle relazioni per il piacere della qualità. Chi può dirlo? Certo è che qualsiasi cosa, scienza compresa, è un piacere se fatta col cuore e la passione...

Un abbraccio.

Daniele Passerini ha detto...

@Ironman99
Veramente lieto di averti incontrato! E sì, pare che abbiamo un bel po' di cose in comune. :)
E mi fa molto piacere che non sei uno di quelli che viene qui dentro solo per cercare informazioni sull'E-Cat. Con quasi 1400 post il blog è ormai come una miniera dove andare a scavare: c'è molto carbone, ma anche qualche vena d'ora qua e là.
Un abbraccio anche da parte mia

Cesare Vola ha detto...

@Daniele
@Ironman99
Ora tocca a me la confessione in questo angolo tranquillo lontano da vapori e battaglie.Io vivo tra le Alpi nella provincia di Sondrio e dopo aver fatto l'ITIS ho fatto l'università a Milano per essere più preciso fisica teorica; ci ho impiegato molto, troppo, perché non sono mai riuscito a impegnarmi sul serio, forse perché più ancora della fisica mi interessa la conoscenza in modo più globale e il cammino che si deve compiere per ottenerlo; sono onnivoro mi appassiono a tutto: dall'economia alla politica, le lettere, la poesia, la storia la spiritualità la filosofia. Non riesco a fermarmi su qualcosa e così vago di qua e là. Faccio l'insegnate ma sono precario e per l'anno prossimo sono pessimista, oltre a questo mi dedico a volontariato a disabili, ecologia nel WWF, medicine naturali: non lo faccio per sacrificio, lo faccio solo perché mi va di farlo e mi da soddisfazione.

Sulla fusione fredda sono stato molto scettico in passato, studiando a Milano vedevo passare per i corridoi Preparata e ne sentivo parlare veniva presentato come terribile, ma si capiva che era il fiore all'occhiello della facoltà e contemporaneamente un tipo controverso. Ricordo un giorno un cartello in cui lui cercava dei giovani disposti ad impegnarsi nella fusione fredda, lo vedo ancora nella mia testa. Ricordo che mi si parlava dei suoi esperimenti dicendo che non succedeva niente da parte di giovani che lo mollavano. Ora mi sono pentito di non essermi interessato ma allora mi bevevo tutto quello che mi dicevano, ti convincevano che era una bufala in modo subdolo, forse anzi ci si convinceva a vicenda, quasi senza neanche che ci si rendesse conto; così la mia generazione è fuori da questa storia, le LERN è roba da pensionati che ormai hanno già fatto la loro strada e non hanno nulla da perdere, tutta gente che ha un posto fisso.
Quando un mio collega a gennaio mi ha parlato di questa storia ho reagito dicendo che era la solita bufala; ma poi sono andato a vedere su internet che c'era e ho visto il video del 14 gennaio e la faccia di Focardi che mi ha subito portato a cambiare idea, poi ho visto il video di Kullander che esita un attimo prima di rispondere in un modo possibilista a Lewan: ci pensa un attimo perché si rende conto di ciò che c'è in ballo, buon segno. Così ho deciso di entrare nelle discussioni e di avere un atteggiamento possibilista ma lo scetticismo è molto forte dentro di me e lo sento vicino alla gola. Vivo questo conflitto ma prendere una posizione mi rendo conto che serve a mandare avanti un processo di cambiamento che è in atto dentro di me da anni, una piccola battaglia che mi permette di conoscere e migliorare me stesso.

Un abbraccio.

Matteo ha detto...
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