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venerdì 9 settembre 2011

I segreti dell'E-cat

È aquistabile on line da qualche giorno il nuovo libro di Mario Menichella!


L'autore ha promesso di presentarci personalmente il suo lavoro scrivendo prossimamente alcuni articoli originali per questo blog. Ho letto il libro e ho trovato la sua impostazione - a metà tra l'indagine e il manuale di istruzioni - particolarmente accattivante. Con impegno certosino Menichella ha messo insieme, in un inedito disegno coerente, tutte le informazioni che sono disponibili sull'E-cat (soprattutto in rete), ha fatto un'ottima estrapolazione logica delle "parti mancanti" e alla fine ha costruito un vero e proprio vademecum per chi volesse provare a cimentarsi in un tentativo di replica del reattore NI-H. Cum grano salis ovviamente, ché serve comunque una buona competenza tecnica.


N.B. Su questa operazione, non ci becco un euro! Lo faccio per Mario, che ha lavorato tanto a questo progetto, e in ricordo del prezioso contributo che dette all'organizzazione del Convegno a Viareggio di luglio. Ma prima o poi lo scrivo anche io un libro sull'E-cat: e non sarà un manuale, bensì qualcosa di più simile a un romanzo.


Altre informazioni e modalità di acquisto de I segreti dell'E-cat sul sito di Mario Menichella.*
*Attenzione il sito non si apre con tutti i browser: con Firefox ed Explorer non dovrebbero esserci problemi.

Questo è l'indice del libro.

Indice

PREFAZIONE p. 5

1. COSA È L’E-CAT
Cosa sono le reazioni nucleari a bassa energia, p. 10 – Vent’anni di ricerche sulla fusione fredda, p. 12 – La novità dirompente portata da Andrea Rossi, p. 15 – I rilievo di uno “scettico” alla presentazione dell’E-Cat, p. 18.

2. QUANTA ENERGIA PRODUCE
I primi metodi per calcolare l’energia in eccesso, p. 24 – I risultati speri-mentali ottenuti agli inizi, p. 27 – Le dimostrazioni pubbliche dell’Energy Catalyzer, p. 30 – Le incertezze relative al fattore di amplificazione, p. 34.

3. COME È FATTO L’E-CAT
L’architettura della versione commerciale, p. 40 – Quali sono i componenti interni dell’E-Cat, p. 42 – Come è fatta la parte più esterna dell’E-Cat, p. 45 – Le ricostruzioni successive del cuore del reattore, p. 47.

4. ALLA SCOPERTA DEL SETUP
La sorgente di idrogeno e la relativa pressione, p. 53 – La temperatura di innesco della reazione nucleare, p. 56 – Il nichel in polvere: la quantità e le dimensioni ideali, p. 60 – La composizione isotopica e il trattamento del metallo, p. 63 – Una semplice lista di ciò di cui avete bisogno, p. 66.

5. IL CATALIZZATORE SEGRETO
L’importanza di un “additivo” nell’E-Cat di Rossi-Focardi, p. 70 – Qual è la funzione del catalizzatore nelle reazioni?, p. 73 – La possibilità che non sia un composto aggiunto, p. 76 – Alcuni indizi preziosi e… del tutto inattesi, p. 79 – Quali sono le conclusioni che si possono trarre?, p. 83.

6. I PRODOTTI DELLE REAZIONI
Le sostanze osservate nella polvere post-reazione, p. 90 – La questione improvvisamente si complica, p. 93 – Un assist per gli scettici: «Qui E-Cat ci cova», p. 96 – Alla ricerca di una spiegazione plausibile, p. 98.

7. I CONTROLLI SULLA RADIOATTIVITÀ
I livelli di radioattività al di fuori della macchina, p. 105 – L’assenza di neutroni nelle reazioni Ni-H, p. 107 – Le emissioni temporanee nella camera di reazione, p. 108 - La schermatura dei raggi gamma a bassa energia, p. 111.

8. LA NATURA NUCLEARE DELLE REAZIONI
Una reazione esotermica autosostentabile, p. 117 – La principale “firma” nucleare del fenomeno, p. 119 – La diversa energia delle reazioni chimiche e nucleari, p. 122 – Una stima teorica per ordini di grandezza, p. 125.

9. VERSO UNA POSSIBILE TEORIA
Il superamento della barriera coulombiana, p. 130 – Uno sguardo ai principali tipi di reazione possibili, p. 133 – Una previsione teorica rivelatasi poi errata, p. 136 – Quali teorie sulle Lenr sono applicabili all’E-Cat?, p. 138.

RINGRAZIAMENTI p. 142
L’AUTORE p. 144

220 : commenti:

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Anonimo ha detto...

Più o meno si.

O meglio penso che lo stesso fenmeno religioso sia spiegabile con Darwin.
La mia personale opinione è che la religione sia, facendo un parallelo con le illusioni ottiche, una illusione cognitiva.
Il nostro cervello non è altro che un organo come gli altri, il fegato, il cuore, ecc.. si è evoluto in base alle necessità imposte dalla selezione naturale non è è stato progettato ex ante 'per pensare' come i nostri occhi non si sono evoluti per leggere ma per individuare i rapidi movimenti dei serpenti nell'erba della savana.
Come gli occhi sono soggetti a facili inganni ottici che inficiano la nostra percezione del mondo esterno così è per il cervello.
La religione è il prodotto del pensiero di un momento evolutivo del nostro organo cerebrale.

mario massa ha detto...

@Mahler
“Allora per me la discussione finisce qua visto che sono fermamente convinto che dio non esiste”
Come dice Daniele tutti (o quasi) qua dentro crediamo che il darwinismo sia corretto nella sua impostazione generale. Ma questo non ha nulla a che vedere con Dio o una possibile creazione diretta del primo essere vivente. Per un principio di semplicità (rasoio di Occam) la maggior parte degli scienziati crede che gli esseri viventi siano nati dalla materia inanimata, ma Darwin non l’ha mai detto. Non esiste nessuna prova di ciò (nessuno è mai stato capace fino ad oggi di creare un essere vivente), per cui dal punto di vista scientifico non si può escludere che il primo essere vivente sia stato creato da un essere superiore. Anzi, proprio perchè, nonostante i grandi sforzi, non si è mai riusciti a creare una cellula viva in laboratorio si dovrebbe concludere che è improbabile che la vita si sia generata spontaneamente dalla materia inanimata. Questo spiega perché ci siano e ci siano stati grandi scienziati non atei (vedi Einstein che pur non essendo un “credente” era fortemente critico verso gli atei ad oltranza come dichiari di essere). E’ chiaro che se un giorno si riuscirà a realizzare la vita in laboratorio (e lo ritengo probabile) l’ipotesi della creazione diretta (o progetto intelligente secondo la più recente terminologia) subirà un duro colpo. Da parte mia sono affascinato dalla ricerca che l’uomo da sempre e in tutto il mondo fa di un Creatore: spero che ci sia.

sukoy ha detto...

La teoria di Darwin è logica, coesa e ha predetto tutti i risultati odierni.

Un esempio i tumori, molti pensano che siano malattie (escludendo cause tipo avvelenamento da materiale cancerogeno) in realtà non è così. Essi rientrano nel meccanismo di evoluzione di una qualsiasi specie giovane che si sta adattando ancora all'ambiente (vedi l'uomo). Quando avviene la mitosi e il dna viene duplicato vi è un meccanismo che si occupa del controllo dell'errore commesso nella copia. Ebbene nell'uomo ad esempio il meccanismo ammette volontariamente un errore, nello squalo l'errore è nullo nei virus è massimo(per i virus è più lungo il discorso ma prendetela per buona). L'errore commesso è nel lunghissimo periodo l'unico modo di creare nuovi caratteri per adattarsi meglio all'ambiente(a volte però porta la cellula ad impazzire e a creare il tumore). Lo squalo è perfettamente adattato all'ambiente , abitandolo da molto prima di noi, e non necessita di alcuna evoluzione tanto è vero che non sviluppa tumori. La capacità invece dei virus di adattarsi a qualsiasi ambiente è ben nota e deriva dal motivo di cui sopra.

La natura gioca in questo modo, rimescola le carte con ogni individuo ne basta uno giusto per creare una stirpe migliore. E in questo non c'è alcuna intelligenza logica ma soltanto un gioco di probabilità. Se poi si voglia affrontare il discorso sul perchè la materia inanimata abbia creato la vita, questa è tutta un altra storia ma sopratutto non rientrava minimamente nei pensieri di Darwin.

nemo ha detto...

@tutti
I love Darwin.
Non ho capito se qualcuno ritiene che l'epignetica sia anti scientifica o contro il darwinismo...
Per me non è così...

Daniele Passerini ha detto...

@nemo
In tutta franchezza non conoscevo l'epigenetica. Per quel che ho appena letto e per quel che ci capisco non mi pare né antidarwinista (non inficia la teoria darwiniana, semmai la integra) né antiscientifica (è una teoria a tutti gli effetti scientifica).

Max Altana ha detto...

ehm....

riguardatevi questa cosa, và

http://www.youtube.com/watch?v=03GoPIyJvfo

Tal dei tali ha detto...

Da Epigenetica (Wikipedia) una cosa molto interessante: "Una varietà di composti sono considerati carcinogeni epigenetici; essi danno luogo ad un incremento dell’incidenza dei tumori, ma non mostrano attività mutagena. Tra questi componenti possiamo citare dietilstilbestrolo, arsenite, exaclorobenzene e composti contenenti NIKEL. Molti teratogeni hanno effetti specifici sul feto tramite meccanismi epigenetici[9][10]." Altro che radiazioni gamma!

Vettore ha detto...

Una nota integrativa sulle teorie evoluzionistiche.
Non tutti sanno che queste teorie (come del resto molti altri fenomeni tipici del mondo biologico) sono state "prese in prestito" dalla scienza, soprattutto dall'ingegneria, e una volta trasformati in algoritmi, si sono rivelati uno dei mezzi più potenti per progettare, ottimizzare e raffinare soluzioni. Gli Algoritmi Genetici implementano esattamente i meccanismi dell'evoluzionismo darwiniano per trovare soluzioni a problemi che non possono essere affrontati in altri modi (perchè troppo complessi), e funzionano semplicemente facendo "evolvere", secondo meccanismi darwiniani, soluzioni scadenti.
Essendo questo tangenzialmente il mio campo di ricerca, posso dirvi con certezza che:
1) le teorie evoluzionistiche di tipo darwiniano funzionano in maniera eccellente: riescono a trovare soluzioni a problemi compelssi, partendo da soluzioni del tutto "inutili" (casuali), senza bisogno di nessun "aiutino"...;
2) questi algoritmi sono assolutamente "discontinui", nel senso che i miglioramenti sono casuali e non consecutivi (procedono spesso a salti);
3) nel tempo sono state provate parecchie varianti, e oggi si conoscono molte versioni alternative "artificiali" che in effetti potrebbero trovare riflesso anche nell'evoluzione naturale.
Quindi, in definitiva, per quanto mi riguarda non ho alcun dubbio sul fatto che le teorie evoluzionistiche di tipo darwiniano funzionino e descrivano benissimo l'evoluzione naturale. Sul fatto che in natura ci possano essere varianti non ancora ben note o considerate, è possibile, ma parliamo sempre di fattori di secondo ordine rispetto al suo funzionamento di base. Anche perchè il quadro è molto più complesso di quello che potrebbe sembrare a prima vista: quella che noi chiamiamo "evoluzione naturale" in realtà è una co-evoluzione tra specie diverse (in competizione o in concorso) e ambiente, che a sua volta non evolve solo a causa dei fattori interni o a causa delle specie, ma in base a fattori esterni perfino al pianeta stesso!
Non è banale e neanche possibile fare un quadro sistematico di quello che è successo cronologicamente (non è stato un processo deterministico!), ma il meccanismo di base è sicuramente stato ben individuato.

Tal dei tali ha detto...

Vettore 10 e lode!

Vettore ha detto...

Aggiungo un particolare che non ho voluto scrivere prima perchè richiede una certa raffinatezza mentale per essere compreso a pieno, e pertanto (visto il clima di "post-caciara") rischiava di generare inutili discussioni.
Bene, a stretto rigore logico e filosofico, le teorie evoluzionistiche darwiniane non sono affatto mutuamente esclusive o incompatibili con ipotesi creazionistiche! Questo perchè le teorie evoluzionistiche non fanno nessuna assunzione, e non ne necessitano, ne riguardo alla comparsa degli organismi viventi, ne alla natura della casualità, che è il motore principale dell'evoluzione stessa.
Fare assunzioni di qualsiasi natura riguardo a queste due cose, non implica un inficiamento delle teoria, da nessun punto di vista!
E questo è molto divertente considerando quante polemiche ci sono state in America su questi argomenti e la valanga di libri inutili pubblicati a seguito... :-)

sukoy ha detto...

@Vettore

Condivido pienamente, il secondo post non l'ho ben capito, cmq ti dico la mia e dimmi tu cosa ne pensi.
L'evoluzione delle varie specie la si può immaginare con un albero in cui tutti sono figli di qualcuno. Il creazionismo impone la nascita di un ramo senza padre e quindi attaccato al nulla. Come vedi almeno dal mio punto di vista le cose cozzano parecchio. Da notare. come dal post precedente, che darwin non da alcuna spiegazione sul motivo per il quale è nata la root primordiale del albero, della quale tutti siamo figli.

Tal dei tali ha detto...

Come a dire che l'evoluzionismo darwiniano non dice da dove si origina la vita ma spiega solo come la vita trasmuti :-) da una specie all'altra nello scorrere del tempo. Tuttavia va precisato che in alcune forma di creazionismo, tipo quello fondamentalista cristiano-americano, la Terra è stata creata qualche migliaio di anni fa e le specie che vediamo sono le uniche sempre esistite, i fossili invece sono una stravaganza (vai te a capire DIO come ci mette alla prova)!

Vettore ha detto...

@Sukoy
Esistono diversi gradi di "creazionismo". L'idea più primitiva e radicale (che attualmente nessuno considera più comunque, perchè è in evidente disaccordo con tutto quello che conosciamo) è la creazione primordiale di tutte le forme di vita così come le conosciamo, che da allora non sarebbero mutate. Questa visione ovviamente esclude del tutto qualsiasi evoluzione, ma come ti dicevo non è presa in considerazione più da nessuno (lo era ai tempi di Darwin).
Nelle interpretazioni più recenti (ovviamente non parlaimo di sicenza, ma di filosofia e religione), la nascita delle prime forme di vita sarebbe un atto di creazione, e da quel momento in poi la vita si sarebbe evoluta secondo l'evoluzione naturale. Oppure, indipendentemente da come sia nata la vita, il creazionismo si espliciti in qualche "aiutino" o "aggiustamento" occasionale dati ai processi evolutivi naturali.
Queste ultime due interpretazioni non intaccano le teorie evoluzionistiche, ma si "incastrano" molto bene nei vuoti intrinseci presenti in queste teorie (l'origine della vita e la natura del caso).

Tal dei tali ha detto...

@Sukoy
Senza togliere il fatto che, a mano a mano che nuove scoperte vengono fatte, di certi "aiutini" ed "aggiustamenti" se ne sente sempre meno l'esigenza.

Mahler ha detto...

Quest'articolo offre un interessante approccio bayesiano alla questione della probabilità dell'origine della vita da molecole organiche (non si parla più di evoluzione della specie quindi, ma si va ancora più indietro, dove darwin non può entrare) e relativa necessità o meno di un creatore.

http://www.link2universe.net/2011-07-25/lesistenza-di-civilta-extraterrestri-e-poco-probabile/

In sostanza il ragionamento bayesiano dimostra che possiamo considerare l'improbabilità della nascita della vita da molecole organiche come "alta a piacere".

Mahler ha detto...

P.S. Per nascita della vita s'intende la nascita della prima molecola in grado di trasformare le molecole intorno a sé in copie quasi perfette di sé stessa. Non importa quanto essa sia semplice. L'evoluzione darwiniana farà il resto.

Vettore ha detto...

@Mahler
Beh, in realtà quel lavoro afferma matematicamente solo che non abbiamo dati a sufficienza per avere le idee chiare di quale sia la facilità con cui si sviluppi la vita.
In ogni caso il fatto che una cosa sia estremamente improbabile, non significa che non possa avvenire... Anzi, invocando il principio antropico potremmo affermare con certezza il contrario! :-)
[Ma tutto questo non c'entra niente con le ipotesi creazionistiche]


P.S. Ma com'è che si è finiti a parlare di evoluzione naturale nei commenti relativi al libro sull'E-cat?!? :-)

Mahler ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Mahler ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Mahler ha detto...

@Vettore
Esatto. Il ragionamento bayesiano applicato alla vita si avvicina molto al principio antropico. Ti faccio un esempio. Attualmente conosciamo qualche centinaio di pianeti. Ma prendiamo i pianeti del sistema solare e facciamo finta di essere nel primo Settecento. Se io ti chiedessi: "in base ai dati che abbiamo, quanti pianeti nell'Universo hanno gli anelli?", la tua risposta più ragionevole, in base ai dati in tuo possesso sarebbe "1 ogni 6", perché 6 erano i pianeti allora conosciuti. Ma se ti avessi chiesto "in base ai dati che abbiamo, quanti pianeti ospitano la vita nell'Universo" tu mi avresti dovuto rispondere, seguendo il ragionamento bayesiano, o principio antropico che dir si voglia, "0 ogni 5", ovvero 0.
Questo perché il nostro essere spettatori presuppone l'esistenza della vita almeno nel nostro pianeta e dobbiamo escludere questo dato in un calcolo statistico. Quindi l'improbabilità della vita può essere alta a piacere fin quando conosceremo solo la vita sulla Terra.

Tutto questo, sommato al fatto che la nascita della vita sulla Terra a quanto pare è avvenuta una sola volta, ci pone nella totale incapacità di stabilire la probabilità della nascita della vita da molecole organiche inanimate. Mentre invece, grazie a Darwin, sappiamo dire molto sulle probabilità che una vita già nata si evolva.
Ecco perché è così importante scoprire forme anche embrionali di vita altrove.

http://it.wikipedia.org/wiki/Thomas_Bayes

> P.S. Ma com'è che si è finiti a parlare di evoluzione naturale nei commenti relativi al libro sull'E-cat?!? :-)

È stato Rampado, involontariamente, a dare il LA :-)

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