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sabato 24 settembre 2011

Storia dei modelli dell'atomo dal 1897 in poi (parte 1)


Pubblico la prima parte del secondo contributo di Luca Chiesi a questo blog dopo Breve preistoria della fusione fredda.

Si tratta di una breve nota storica sui modelli d’atomo che Luca ha tratto e condensato dalla Analisi storico-critica dei modelli dell’atomo, di Roberto A. Monti (Inediti n°12, Società Editrice Andromeda, 186 pagine, 31€) dove sono presenti le riproduzioni di tutti i testi originali che troverete brevemente citati. Una sintesi perfetta per chiunque voglia approfondire come si siano evoluti i modelli dell’atomo direttamente sugli scritti dei fisici che li hanno ideati, visti con un occhio critico, creativo, pungente.

Buona lettura

***

La prefazione di Roberto Monti è da leggere con molta attenzione, perché arriva al cuore di uno dei nodi cruciali della fisica moderna:

Il fatto che Relatività e Meccanica Quantica urtino prepotentemente contro il comune buon senso è spesso esorcizzato citando l’affermazione, attribuita ad Albert Einstein, secondo cui: “Il senso comune è quello strato di pregiudizi depositatosi nella mente prima dei diciotto anni”. Esiste tuttavia un’altra possibile definizione: “Il comune buon senso è l’insieme di quelle informazioni stratificatesi nel corso di millenni di sperimentazione del mondo fisico che, occasionalmente, riescono a sopravvivere dopo i primi diciotto anni della nostra educazione 1”.

A partire dal 1905 questi due modi di intendere il buon senso hanno determinato, nell’ambito della Filosofia Naturale, l’esistenza di due speciali categorie di individui: i Fisici-Metafisici, per i quali l’evidenza è apparenza; e i Fisici-Fisici, per i quali l’evidenza è evidenza. Come è noto da lungo tempo ormai, Galileo ha affermato, per bocca di Aristotele, che “Ciò che l’esperienza e il senso ci dimostra deve essere anteposto a qualsiasi discorso ancorché ne paresse assai fondato2”.
Oggi io voglio solamente sottolineare l’opportunità di non rinunciare al dubbio nei confronti di qualsiasi teoria che pervenga a conclusioni del tutto diverse, e contrarie, a quanto si aspetterebbe una comune persona di buon senso.
Questo è per l’appunto, il caso di Relatività e Meccanica Quantica3”.

Molte obiezioni che vengono normalmente poste sulla questione “fusione fredda”, come in passato sulle trasmutazioni non radioattive degli elementi (effetto Kervran) e in generale sulle LENR, derivano dal fatto che provengono da persone che partono da principi differenti.
Come è noto, se i principi generali da cui si parte per fare un ragionamento deduttivo non sono gli stessi, sarà molto difficile giungere a conclusioni simili, anzi, spesso saranno addirittura opposte; come in effetti accade piuttosto spesso, come si vede persino sulle pagine di questo blog.

È per questo che credo sia fondamentale, per tutti quelli che ne hanno le capacità e la volontà, non limitarsi ad accettare lo “status quo” scientifico, ma metterlo in discussione senza alcun tipo di timore reverenziale, se evidenze sperimentali danno modo di credere che i modelli comunemente accettati non riescano a spiegarle tutte in maniera sufficientemente ragionevole.
Dare la risposta giusta per il motivo sbagliato non ha un gran valore. E questo vale anche per i modelli fisici o matematici: essi sono sempre e solo dei tentativi di rappresentare la verità, ma diamo per certo che non la raggiungeranno mai e che quindi è …piuttosto frequente che permettano previsioni giuste ma per motivi errati. Questo è il modo in cui la scienza si evolve (come descrive Kuhn in “La struttura delle rivoluzioni scientifiche”, 1967), con periodi di grande sviluppo di alcune teorie seguiti da rovinosi crolli delle stesse, per far posto a nuove teorie meno viziate da pregiudizi o errori e più vicine alle vere leggi che governano il mondo (questo perlomeno in occidente - sarebbe bello se qualcuno dei lettori con sufficienti competenze potesse approfondire il legame tra sviluppo del pensiero scientifico e alimentazione dei vari popoli: mi sembra che in quelli vegetariani o cerealicoli questo non avvenga, mentre nei popoli anche carnivori sì. Curioso, no?).
Si può dire ciò che si vuole, ma senz’altro una mappa dipende dal territorio che rappresenta, e non viceversa: se ci si fissa troppo sulla prima dimenticando di guardare il secondo si corre il rischio di prendere dei grossi abbagli. Esattamente come sta succedendo per la questione delle trasmutazioni.

Ma iniziamo ora a leggere alcuni brevi estratti del libro.
Originariamente, la “Analisi storico-critica dei modelli dell’atomo” doveva cominciare da Kervran, dopo un incontro di Roberto Monti con Renzo Boscoli, il quale, alla… confessione di Monti di ritenere l’atomo addirittura “rigido”, rispose traendo da un mucchio di libri proprio quelli di Kervran, i più importanti dei quali sono già stati citati nel mio primo contributo a questo blog.
Ma avendo voluto controllare se per caso qualcuno lo avesse preceduto su quella via in passato, Monti si era imbattuto in Thomson, e poi Lewis e Allen. Insomma, era in bella compagnia!

Ecco quindi che la sua analisi storico-critica dei modelli dell’atomo cominicia proprio dall’inizio, ovvero…

1897 - J.J.Thomson scopre che i raggi catodici sono particelle materiali cariche di elettricità negativa i.
Scrive: “The most diverse opinions are held as to these rays; according to the almost unanimous opinion of German physicists they are due to some process in the aether to which [..]no phenomenon hitherto observed is analogous: another view of these rays is that, so far from being wholly aetherial, they are in fact wholly material, and that they mark the paths of particles of matter charged with negative electricity[..]”

1904 - J.J.Thomson si pone il problema della struttura del­l'atomo: “The atoms of the elements consist of a number of negatively electrified corpuscles enclosed in a sphere of uniform positive electrification[..]; we suppose that the atom consists of a number of corpuscles moving about in a sphere of uniform positive electrification: the problems we have to solve are (1) what would be the structure of such an atom, i.e. how would the corpuscles arrange themselves in the sphere; and (2) what properties would this structure confer upon the atomii”.

1904 - Tenendo conto della scoperta dell'elettrone, H. Nagaoka modifica il “Saturnian System” di Maxwell. Sostituisce i satelliti di Maxwell con anelli di elettroni e il centro di attra­zione con una particella carica positivamente. Nagaoka parte facendo presente la fondamentale obiezione di Sir Oliver Lodge ad un “Saturnian System” di elettroni: gli elettroni in orbita dovrebbero perdere energia rapidamente e cadere sul nucleo.
Nagaoka pensa di poter dimostrare che, in opportune condi­zioni, il sistema è stabile. Sulla base del suo modello ritie­ne anche di poter spiegare le righe spettrali e la radioatti­vità. Conclude tuttavia riconoscendo di non aver fornito al­cuna dimostrazione ma piuttosto utili suggerimenti, suscet­tibili di ulteriori sviluppi iii.

1905 - Albert Einstein formula la teoria della Relatività Ristretta. In un momento cruciale per lo sviluppo della Fisica Atomi­ca comincia a scomparire la base stessa, il sistema di riferi­mento del puzzle: l'etere.
Questa graduale scomparsa pregiudicherà irrimediabilmente lo sviluppo di un modello dell'atomo consistente con l'evi­denza sperimentale chimico fisica e stereochimica, e deter­minerà la nascita della Meccanica Quantistica iv, v.
"Fra i principali risultati della teoria della relatività indichiamo qui i due che devono interessare anche gli inesperti. Il primo consiste nel fat­to che l'ipotesi dell'esistenza di un mezzo, che riempie lo spazio e serve alla propagazione della luce, deve cadere. La luce non appare più, secondo la nuova teoria, come lo stato di moto di un mezzo sconosciuto, ma come una entità fi­sica alla quale si attribuisce un'esistenza indi­pendente" vi.

1911 - Kamerlingh Onnes scopre la superconduttività vii, viii.
1220. The resistance of Pure Mercury at Helium Temperatures. Further Experiments with Liquid Helium”.
1242. Disappearance of the Electrical Resistance of Mercury at Helium Temperatures”.
Ma nessuno ci fa caso come dovrebbe ix:
... Lo scienziato preparò allora un anello di mercurio e lo appese orizzontalmente mediante un sottile filo. Se si fa passare corrente in tale anello (ad esempio facendo passare corrente in un’elettrocalamita posta nelle vicinanze) il fi­lo si torcerà di un certo angolo. Quest'angolo può essere misurato con grande precisione, fis­sandovi uno specchietto e misurando la devia­zione di un raggio di luce riflesso su di esso. Se nell'anello esiste una certa resistenza, la cor­rente nell'anello andrà gradatamente diminuen­do. Ciò comporterà una diminuzione nella tor­sione del filo con conseguente spostamento del raggio riflesso dallo specchietto. Lo scien­ziato eseguì questa esperienza. Il raggio rifles­so non si scostò affatto . Furono necessari cinquanta anni perché la superconduttività da curiosità di laboratorio si tra­sformasse in fulcro dell'attività di fisici e inge­gneri”.

1911 - E. Rutherford scopre che l'ato­mo non è una nuvoletta di carica positi­va ripiena di elettroni, ma ha un nucleo centrale nel quale è concentrata la carica positiva e attorno al quale sono dispo­sti gli elettroni x.
Considering the evidence as a whole, it seems simplest to suppose that the atom contains a central charge distributed through a very smalll volume, and that the large single deflexion are de to the central charge as a wuole, and not to its constituents.”
Rutherford si ricorda di citare Nagaoka: “It is interest to note that Nagaoka has mathematically considered the propoertiers of a “saturnia” atom which he supposed to consist of a central attracting mass surrounded by rings of rotating electrons”.
Ma preso da un eccessivo entusiasmo per i risultati del suo metodo esprime un'opinione che pregiudichcrà irrimedia­bilmente lo sviluppo della Fisica Ato­mica xi: "... La diffusione di particelle cariche di alta ve­locità da parte degli atomi è uno dei più promet­tenti metodi per indagare la loro struttura."
La Fisica Nucleare è in questo modo av­viata a divenire Fisica delle Alte Ener­gie, trascurando quella Regione delle Basse Energie nella quale xi "c'è tanto da imparare quanto nella regione che si tro­va tra la più alta energia finora ottenuta e l'infinito".
Quanto al suo modello, rimangono in sospeso due questioni:
1) Gli elettroni negativi sono attratti dal nucleo positivo, ma risultano distan­ti dal nucleo. Perché non ci cadono sopra? Rutherford non si sbilancia.
2) II "Saturnian atom", in qualsiasi ver­sione, ha il difetto di sempre: un elettro­ne può sì orbitare (essere comunque xi "in rapid motion") nel campo elettro­magnetico di una carica puntiforme cen­trale, ma dovrebbe - secondo le leggi ben sperimentate dell'elettromagneti­smo - perdere energia radiante e precipi­tare poi sul nucleo. Come la mettiamo? Rutherford, per il momento, sopras­siede.
Un uomo prudente, si direbbe. E tuttavia a indubbie prove di buon sen­so egli accompagna, come abbiamo visto, sorprendenti leggerezze.
Così sottovaluta i perniciosi effetti insi­ti nel graduale affermarsi della Relativi­tà Einsteinianaxii:
"... E. Rutherford non attribuiva alcuna impor­tanza [alla Relatività]. Wien, dopo avergli spie­gato che Newton aveva torto sulla questione delle velocità relative, aggiunse: 'Ma nessun anglosassone può capire la Relatività'. No -replicò Rutherford - hanno troppo buon sen­so'. Questo commento non ebbe tuttavia segui­to, e la teoria venne accettata pienamente" xiii.
"Ma... ci sono sempre state delle critiche: Ru­therford la definì uno scherzo; Soddy disse che era una truffa; e molti scienziati hanno, a più ri­prese sottolineato le sue contraddizioni ... non credo che Rutherford avrebbe ritenuto questa teoria uno scherzo, se avesse immaginato di quanto essa avrebbe ritardato lo sviluppo razionale della scienza" xiv.
E presiede, infine, di persona al debutto in Società di Niels Bohr.

1913 - N. Bohr affronta xv le questioni in sospeso e le risolve così:
1) L'atomo è un sistema planetario e la forza che impedisce a un elettrone di ca­dere sul nucleo è la forza centrifuga.
2) Postula, puramente e semplicemen­te, che a dispetto di tutte le leggi, pur ben note e sperimentate, dell'elettroma­gnetismo - a dispetto, cioè, di ogni evi­denza - un elettrone in orbita non irra­dia energia. Irradia solo quando salta da un'orbita all'altra: “[…]The second assumption is in obvious contrast to the ordinary ideas of electrodynamics, but appears to be necessary in order to account for experimental facts.

Tanto per cominciare Bohr afferma che bisogna "non curarsi al momento di queste difficoltà". E conclude con una sciocchezza e una tautologia:
"L'ipotesi della quale faremo uso in ciò che se­gue è che la stabilità di un anello di elettroni ro­tanti attorno a un nucleo è assicurata attraverso la condizione, sopra citata, dell'universale prin­cipio di conservazione del momento angolare, insieme all'ulteriore condizione secondo cui la configurazione delle particelle è quella per la cui formazione viene emessa la maggior quanti­tà possibile di energia".
Adottando poi disinvoltamente la tatti­ca dei Ricardiani egli dimentica, passa­to il momento, di riprendere in conside­razione le difficoltà in precedenza accan­tonate che, tuttavia, non sono affatto scomparse xvi, xvii.
Non solo. Egli ci riserva nella seconda puntata della sua "Constitution", e riba­disce nella terza, una di quelle perle de­stinate ad essere indigeste proprio e so­prattutto a coloro ai quali sono destina­te: i Fisici e i Chimici del XX secolo. In conseguenza delle piccole dimensio­ni del nucleo risulta infatti che esso "non influenza le ordinarie proprietà fi­siche e chimiche dell'atomo", che dipen­dono invece dagli elettroni esterni!
[…]On account of the small dimensions of the nucleaus, its internal structure will not beo f sensible influence on the constitution of the cluster of electrons, and consequently will have no effect on the ordinary physical and chimica propoerties of the atom. […] The latter ring, which keeps the system together, represents the chemical “bond” “.

1913 - J.J.Thomson non la manda giù e replica da par suo: tutti danno per scontato che gli elettroni e i nuclei sia­no delle sfere perfette di aristotelica me­moria, attorno alle quali il campo delle forze è perfettamente uniforme. Ma chi l'ha detto? E se fossero dei coni anziché delle sfere? xviii.
"Nel lavoro che segue ho cercato di descrivere un atomo per il quale la trasformazione di ener­gia radiante in energia cinetica avvenga in ac­cordo con la legge di Planck... Nel considerare le forze che possono esistere in un atomo, dob­biamo ricordare che non possiamo assumere a priori che le forze dovute alle cariche elettriche entro l'atomo abbiano esattamente lo stesso ca­rattere di quelle delle ordinarie leggi dell'elettro­statica: queste ultime rappresentano il risultato medio dell'effetto di un gran numero di cariche elementari, e nel processo di sovrapposizione alcune delle peculiarità possedute dalle cariche elementari possono scomparire... ciascuna cari­ca elementare può essere sorgente di una forza che, invece di riempire lo spazio intorno a sé, può essere confinata a un ristretto tubo di for­za, al di fuori del quale la carica elementare non ha alcun effetto... Il solo criterio che dobbia­mo applicare alle forze in un atomo è che le pro­prietà che l'atomo dovrebbe possedere in virtù di queste forze corrispondano alle proprietà rea­li dell'atomo. Sono necessarie: 1) Una forza ra­diale repulsiva... 2) Una forza radiale attrattiva confinata a un numero limitato di tubi di for­za... Non ci occuperemo, al momento, dell'ori­gine di queste forze; ci limiteremo a postu­larle".
J.J. comincia a ricostruire lo spettro di Idrogeno ed Elio a partire da questo Se­condo Atomo di Thomson.
[…]This frequency corresponds to light just in the ultra-violet. The most interesting thing about tis result is, however, that, within the errors of experiment, the frequency we have found coincides with that of the head of the series of hydrogen lines given by Balmer’s law, so that this spectrum represents the K radiation for hydrogen[…]”
Deve solo aggiungere, di lì a poco, che i ci­lindri funzionano meglio dei coni:”[…]If, however, the boundaries of these regions are cylindrical instead of conical, the period will be independent of the kinetic energy of the corpuscle, and the latter will be in resonance with the light until it has acquired enough energy to escape from the region; assuming cylindrical instead of conical boundaries, the result given in the paper can apply without further modificationxix.

1914 - E. Rutherford ribadisce xx la diffe­renza tra il primo Atomo di Thomson e il suo. Ma non accenna al secondo Atomo di Thomson.
Avanza l'ipotesi secondo cui il nucleo di idrogeno è l'elettrone positivo e che la sua massa sia interamente di natura elettromagnetica. Ne trae le conseguen­ze per il raggio e suppone che l'atomo di idrogeno sia l'unità della quale gli atomi sono costituiti: “According to the electromagnetic theoty, the electrical mass of a charged body, supposed spherical, is [(2/3)e^2]/a, where e is the charge and a the radius. The hydrogen nucleaus consequently must have a radius about 1/1830 of the electron if its mass is to be explained in this way”.
Tenendo conto della stabilità dei nuclei di Elio fa l'ipotesi che essi costituisca­no i mattoni della maggior parte dei nu­clei degli altri atomi: “It is known that a helium atomi is expelled in many cases in the transformations of radioactive matter, but no evidence has so far been obtained of the expulsion of a hydrogen atom[…].The examination showed that if such particles are expelled, their number Is certainly less than 1 in 10000 of the number of helium atoms. It thus follows that the helium nucleaus is a very stable configuration which survives the intense disturbances resulting in its expulsion with high velocity from radioactive atom, and is one of the units of which possibly the great majority of the atoms are composed”.
Sottolinea ancora una volta come l'evi­denza sperimentale mostri che il nucleo ha dimensioni eccezionalmente piccole, ma prende le distanze da questa afferma­zione, prematura e troppo impegnativa, osservando che la struttura dei nuclei de­ve essere una faccenda molto complica­ta: meglio saperne di più, prima di com­promettersi: “[…] the nucleus of a heavy atomi s an exceedingly complicated system, although its dimensions are very minute”..
Sicuramente, comunque, i nuclei con­tengono anche elettroni negativi: “A important question arises whether the atomic nuclei, which all carry a positive charge, contain negative electrons. This question has been discussed bty Bohr, who concluded from the radioactive evidence that the high speed beta particles have their origin in the nucleus.[…]It seems reasonable, therefore, to suppose that a beta ray transformation also originates from the expulsion of a negative electron from the nucleus”.
Viene poi in soccorso di Niels Bohr, mitigando la sua avventata affermazio­ne sulla non influenza del nucleo sulle proprietà chimico-fisiche dell'atomo, ma -sostanzialmente – ribadisce: “It is clear on the nucleus theory that the physical and chimica propoerties of the ordinary elements are for the most part dependent entirely on the charge of the nucleus[...], while the ordinary physical and chemical properties are determined by the number and distribution of the external electrons. On this view, the nucleus charge is a fundamental constant of the atom, while the atomic mass of an atom may be a complicated function of the arrangement of the units which make up the nucleus”.
Conclude infine osservando che - certa­mente - le difficoltà del modello di Bohr sono quelle di sempre e sempre ir­risolte, ma non ci sono dubbi sul fatto che il modello ha qualche pregio, quan­to meno come primo tentativo di co­struire atomi e molecole e di spiegare il loro spettro.

1914 - Thomson risponde xxi a tambur battente, ma vede tutto in termini elet­trostatici. Par quasi si sia scordato che esiste il magnetismo: “For even when the atom contains equal amounts of positive and negative electricity, the effects of the opposite charges will not wholly counterbalance each other since these charges are in different parts of the atom[…]”.
Interpreta co­munque il legame chimico sulla base del suo "Atomo Rigido":
Thus we may renard an atom allo f whose corpuscles are fixed as incapable of exerting any great attraction on other atoms around it unless these are in particolar positions, we shall suppose that an atom in his state is what the chemista call saturated. So that our criterion of saturation will be that all the corpuscles in the atom are held fast by the forces acting upon them. […] The may, however, be a ring of corpuscles near the surface of the atom which are mobile and which have to be fixed if the atom is to be saturated. […]. Now let us consider how the corpuscles in these atoms can be fixed. We may in a diagram represent the tubes of force proceeding from a corpuscle in an atom by a straight line drawn from the symbol representing the atom, and we see that the condition that all the atoms in the molecule should be saturated is that we should be able to draw a diagram so that the symbol which represents any atom which contains n free corpuscles should be the origin of n of these lines going to the symbols representing other atoms, and the termination of an equal number coming from other atoms.
[…] it is interesting to write down the simplest formula for benzene from this point of view; it is:”
e la notazione di Thomson è quella cor­rente.

1915 - J.J.Thomson si occupa di con­duttività e superconduttività. Osserva che l'esistenza della superconduttività è un'ulteriore, decisiva prova contro l'ipo­tesi secondo cui la conduzione in un metallo è dovuta all'esistenza di elettro­ni liberi che si muovono sotto l'influen­za del campo elettrico. Egli immagina che la supercorrente sia dovuta ad un particolare stato di polariz­zazione degli atomi rigidi del metallo, che facilita l'estrazione di elettroni poco legati. Rimane comunque - essenzial­mente - corrente di conduzione xxii.
È troppo presto, forse, per immaginare che la superconduttività è una prova del fatto che la corrente elettrica è essenzial­mente corrente di spostamento. Che la corrente di conduzione, in altri termini, è l'effetto, parassita, del passaggio, in qualsiasi mezzo, di una corrente di spo­stamento. Che ove questo effetto paras­sita cessi, in particolari condizioni di temperatura, e, soprattutto, strutturali, la corrente di spostamento, lungi dal di­sperdersi in calore mettendo in moto elettroni, può fluire liberamente per cen­tinaia di migliaia d'anni, trasmessa co­me un'onda elastica dal "reticolo super­conduttore" di atomi rigidi di un anello superconduttore, conservando la sua energia iniziale con tempi di rilassamen­to paragonabili a quelli di un'onda elet­tromagnetica nel vuoto xxiii.
Eppure:
"Una delle caratteristiche salienti di questo trat­tato è la dottrina secondo cui la corrente reale alla base dei fenomeni elettromagnetici non coincide con la corrente di conduzione, ma la variazione temporale dello spostamento elettri­co dev'essere tenuta in conto nel calcolo del movimento complessivo dell'elettricità" - J.C.Maxwell, “A Treatise on Electricity and Magnetism” (Oxford 1873) xxiv.

1915 - N. Bohr cerca di fronteggiare le critiche che gli sono state rivolte. Co­mincia con un riassunto della sua teo­ria. Sottolinea la sua grande utilità ai fini di spiegare molte importanti pro­prietà dell'atomo e l'evidente impossibi­lità che essa possa spiegarne altre (non dice quali). Ma questa non è una valida obiezione: come se Chimica-Fisica, Stereochimica, ecc. ecc. (vedi subito ap­presso) fossero cose da poco. Invoca a sproposito una supposta evi­denza sperimentale nel caso del magneti­smo del ferro che dimostrerebbe very strongly che gli elettroni possono ruota­re negli atomi senza emettere energia. Evidentemente non sa ancora nulla di Parson.
A farla breve, la sua obiezione è che "le obiezioni non sono obiezioni". Cambia i cerchi dell'idrogeno in ellissi anche se riconosce che, di questo passo, le cose si complicherebbero senza speranza. Ri­manda a tempi migliori e intanto prova con l'Elio, ma finisce male xxv.
È l'ultimo articolo di Niels Bohr che ci­terò in questa rassegna.

1915 - A.L. Parson pubblica xxvi, dopo una lunga gestazione, "A Magneton Theory of the Structure of the Atom".
Par­son suggerisce l'opportunità di mettere in gioco il magnetismo e dilaga nel vuoto lasciato dalle teorie elettrostati­che che l'hanno preceduto. Commette però un errore imperdonabi­le: sottovaluta i risultati di Rutherford e mantiene il Primo atomo di Thom­son.
Parson passa subito appresso a criticare il secondo atomo di Thomson prima versione e l'atomo di Bohr.
Spiega il suo modello elettromagnetico del le­game atomico: “Since we have concluded that tha atom cannot contain spherical or “point” electrons in rotating rings, let us next consider what are the possibilities of such electrons if they are supposed to be in a state of rest in the atom. It must be borne in mind that anything which is true for such electrons must also be a factor in the electrostatic part of the behavior of the magneton. The fundamental problem from a chemical point of view is to show how two electrically neutral system, such as atoms must be, can attract one another at all; […]we are forced to the conclusion that there is a factor in the union of atoms which is unconnected with electrical polarization, and is almost as independent, simple, and ready to hand, as the stroke that is used in a structural formula to represent its action. This is provided by magneton, which is eminently adapted to function as a “link”, for its two sets of forces enable it to hold to its parent atom by electrical attraction and to the magneton or magnetons of another atom by magnetic attraction at one and the same time”.
Ma si perde poi per strada, irrimediabilmente. A quanto sembra non gli viene in men­te che Kamerlingh Onnes ha da poco costruito un modello macroscopico di Magnetone: un magnete supercondutto­re nel quale la corrente di spostamento che fluisce nell'anello genera un campo magnetico. L'una e l'altro sono eccezio­nalmente stabili. E non c'è neppure bi­sogno del buco xxvii:
"... Un disco superconduttore, non avente fori, può essere considerato un anello se in un suo punto qualsiasi, purché non sul bordo, non è su­perconduttore. La zona normale in un disco su­perconduttore giuoca il ruolo di un foro e rende il disco analogo in tutti i sensi ad un anello, sebbene non presenti alcun foro meccanico”.

1916 - G.N. Lewis raccoglie il mes­saggio di Thomson e di Parson e dice la sua xxviii:
"Qualche anno fa io ho concepito quello che po­trei chiamare l'atomo cubico facendo ricorso ai seguenti postulati... Noi dobbiamo innanzitut­to, dallo studio dei fenomeni chimici, imparare a conoscere la struttura e la disposizione degli atomi... l'atomo planetario sembra inadeguato a spiegare anche le più semplici proprietà chimiche degli atomi. Mi pare molto più sempli­ce fare l'ipotesi che un elettrone possa trovarsi nell'atomo in una serie di posizioni di equili­brio stabile, ciascuna delle quali ha vincoli defi­niti”.
E ancora:
Bohr, con il suo elettrone che si muove in un’orbita fissa, ha inventato sistemi che contengono elettroni il moto dei quali non produce effetti sulle cariche esterne. Ora ciò non è solamente inconsistente con le leggi accettate dell’elettromagnetismo ma, si può aggiungere, logicamente incoerente, poiché quello stato di moto che non produce effetti fisici di alcun genere può essere definito’uno stato di quiete’ “.
Gilbert N. Lewis ha fermato l'atomo!

(continua…)

1 R. Monti - Un esperimento di Filosofia Naturale. Parte prima. Seagreen n°1, p.68.
2 G. Galilei - Dialogo sopra i massimi sistemi del mondo. Einaudi. Torino, 1970, p.70
3 R. Monti - Il grande bluff. Seagreen n°1, p.64
i J.J.Thomson. Phil. Mag. S5. Vol.44, N°269, Oct l897,P.293.
ii J.J.Thomson. Phil. Mag. S6. Vol.7, N°39, March 1904, P.237.
iii H.Nagaoka. Phil. Mag. S6. Vol.7, N°41, May 1904, P.445.
iv R.Monti. A proposito di tutto quello che so e che voi vorreste sapere. Seagreen N°2, P.50.
v R.Monti. Nota storica. Seagreen N°5-6. P.10.
vi A.Einstein. Citato in: L.Kostro. Einstein e l'etere. Atti del Convegno Intemazionale "Ga­lileo Back in Italy". Bologna 20-23 Maggio 1988, P.2. (Vedi anche: Frigidaire, Ottobre 1988, P.12).
vii Science Abstracts. 1911, P.418.
viii Science Abstracts. 1911, P.361.
ix V.P.Kartsev. Superconduttori nella Fisica e nella Tecnica. Cappelli. Bologna 1967, P.7.
x E.Rutherford. Phil.Mag. S6, Vol.21, N°125,May 1911, P.669.
xi R.Boscoli, R.Monti. Il modello "criogeni­co" di fusione nucleare. Seagreen N°4, P.22.
xii R.Monti, Paolo Brunetti. Dialogo sui mas­simi sistemi. Frigidaire, Febbraio-Marzo 1988, P.12
xiii L.Essen. The Special Theory of Relativity. A critical analysis. Clarendon Press. Oxford 1971, P.2
xiv L.Essen. Relatività: scherzo o truffa? Fri­gidaire, Aprile 1988, P.15.
xv N.Bohr. Phil. Mag. S6, Vol.26, N°151, July l913, P.l.
xvi J.M.Keynes. In: R.Monti, Paolo Brunetti: "Dalla competizione alla collaborazione socia­le". Seagreen N°2, P.29. Nota 10: 10) IM.Keynes, Teoria generale UTET 1953, p.323: «Ricardo era sordo affatto a quanto dice­va Malthus... il suo metodo, e quello della sua scuola, fu di escludere il problema della doman­da effettiva dal corpo della scienza economica non già col risolverlo, ma semplicemente con il non menzionarlo; ed esso scomparve com­pletamente dalla discussione».
xvii N.Bohr. Phil. Mag. S6, Vol.26, N°153, Sept. l913, P.476.
xviii J.J.Thomson. Phil. Mag. S6, Vol.26, N°154,Oct. l913, P.792.
xix J.J.Thomson. Phil. Mag. S6, Vol.26, N°155.Nov. 1913. P.1044.
xx E.Rutherford. Phil. Mag. S6, Vol.27. N°159, March 1914, P.488.
xxi J.J.Thomson. Phil. Mag. S6, Vol.27, N°161, May 1914, P.757.
xxii J.J.Thomson. Phil. Mag. S6, Vol.30, N°175, Julyl915, P.192.
xxiii R.Monti. Elementi di Filosofia Naturale. Parte prima. Seagreen n. 1, p.68
xxiv J.C. Maxwell. A Treatise on Electricity and Magnetism, Dover 1954.
xxv N.Bohr. Phil.Mag. S6, Vol.30, N°177, Sept. 1915, P.394.
xxvi A.L.Parson.Smithsonian Miscellaneous Collections.Vol.65. N°11. Publication N°2371.Washington.November 29, 1915,P.1-80
xxvii V.P.Kartsev. Superconduttori nella Fisica e nella Tecnica. Cappelli. Bologna 1967, P.7.
xxviii G.N.Lewis. Journ. Am.Chem. Soc. Vol.XXXV, P.762,1916.

29 : commenti:

Tizzie ha detto...

Post forse un po' pesante.

A proposito (Off-topic):

Dear Simon Knight:
By half October we will explain exactly what follows:
1- where the 1 MW plant will be tested
2- all the (not confidential) characteristics of the 1MW plant (the complementary part is more reactors, of a new type that in the meantime we have developed)
3- possibly, who is the Customer, if the Customer will allow us to communicate his name.
The measurements will be made, as I said, by world top class scientists.
I can confirm that we are well in schedule, therefore all will happen in October.
I also confirm that in November we will start our commercial strategy.
Warm Regards,
A.R.


Nuove informazioni entro meta` Ottobre. Buono.

Anonimo ha detto...

certo che dopo l esperienza del precedente post ,mi pare difficile che "il popolo di 22p" si metta a leggere e a discorrere delle teorie di Monti.
Secondo me bisognerebbe che Luca dicesse apertamente la sua e dopo si potrebbe appellare ,nei riscontri,alle varie prove documentate.
I libri di Kervran sono di una semplicità e rigorosità incredibile .Bisogna ,però, stimolare la gente e l unica maniera ,secondo me , sarebbe di esporsi.
Naturalmente chi ne ha le possibilità e le capacità di controribattere.
Spero ,tanto ,di esser smentito e di trovar apprezzamento per un confronto

Daniele Passerini ha detto...

@Tizzie
@robi
Mi sa che avete ragione... il vostro è uno stimolo per Luca, ma anche per me, a trovare modalità diverse per affrontare argomenti potenzialmente pesanti quanto importanti.

ant0p. ha detto...

-----l’esistenza di due speciali categorie di individui: i Fisici-Metafisici, per i quali l’evidenza è apparenza; e i Fisici-Fisici, per i quali l’evidenza è evidenza.-----

per me questo nella fisica moderna è un falso problema..è chiaro che si cerca sempre l'evidenza, ma è una cosa molto difficile da trovare quando si va in campi in cui solo fare degli esperimenti attendibili è molto difficile. l'evidenza la si può verificare facilmente su cose macroscopiche limitate alla fisica tradizionale (come la calorimetria e le sfiatelle vaporose o le pentole a pressione:)), ma se si va a analizzare le particelle sub-atomiche e le onde le evidenze non sono facili da sperimentare. lo si vede anche adesso con sti neutrini..in questo caso non ci sono mai prove della serva che danno risposte definitive, ci si vede costretti a misurare in modo precisissimo ma indiretto tempi nell'ordine dei nanosecondi..e qualcuno usando il 'buon senso' può pure pensare che abbiano dovuto costruire un tunnel di 700km per fare l'esperimento:))

Anonimo ha detto...

ant0p
sai qual è l ipotesi di Kervran sul petrolio. è chiara semplice , osservabile.A nessuno frega niente. eppure è una trasmutazione
è vero non è vero?
ti rispondo come direbbe il popolo di 22p.:
-metterebbe in crisi ciò che si sa-
mi è piaciuto molto il tuo commento su il primo post di Luca Chiesi.
-non so esprimermi su queste teorie-
più o meno hai scritto così.Una persona con le tue conoscenze ,avrebbe potuto anche sbilanciarsi su idee personali (lo fanno in tanti qua).Te va a merito.

anche se sei un simpatizzante schwarzer block
eheheh

MISTERO ha detto...

>sai qual è l ipotesi di Kervran sul petrolio. è chiara semplice , osservabile.A nessuno frega niente. eppure è una trasmutazione

I russi hanno confermato, le pubblicazioni purtroppo sono in russo.

Anonimo ha detto...

grazie Mistero
dopo aver letto i libri di Kervran ,per quanto non competente, ho intuito la persona del ricercatore puntiglioso e molto , molto ,professionale.

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Paul ha detto...

Stavo leggendo su JoNP il messaggio di:

"Wladimir Guglinski
September 24th, 2011 at 5:14 PM
LHC, matter, antimatter, photon, neutrino, and Quantum Ring Theory..."

Lui spiega terra-terra la struttura del neutrino ecc. ecc.

Ma afferma l'esistenza dell'etere...

Ma l'etere esiste o no?

Paul

Silvio (non Caggia) ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
LucaCh ha detto...

@Tizzie
@robi
@Daniele 22 passi

Intanto...grazie per la pubblicazione (Daniele) e i commenti(tutti)!

E' vero che può essere un po' "pesante", come post. Anche perchè è solo una parte.
Ma lo è molto di più l'argomento in questione.

Pensate un attimo a chi chiedeva se Ruggero Maria Santilli era uno scienziato "serio"; se qualcuno gli avesse risposto:"Puoi giudicarlo tu stesso di persona studiando queste 20.000 pagine di sue pubblicazioni", e lui: "Ma sono troppo pesanti e sono troppe, non ne ho voglia, me lo puoi fare tu?".... cosa avrete pensato?
Sarebbe ridicolo voler capire il nocciolo dei problemi senza dovercisi addentrare molto in profondità. Ma per fare questo non ci si può certo accontentare di un post o due, o una decina di discussioni, o un intero forum sull'argomento. Si tratta di lavorarci e di rifletterci sopra per anni, e ci vogliono anche delle competenze che, personalmente, di certo non ho; è anche da dire che sono in pochi ad averle sul serio tutte quelle che servirebbero, no?
E' per questo che riporto solo fatti che mi hanno particolarmente toccato, o libri che ho trovato fondamentali per chiarire (soggettivamente, è chiaro!) qualche aspetto della questione. Che va a stratificarsi in anni di altre letture e studi, e che permette, in modo ovviamente solo soggettivo, di avere una visione abbastanza chiara e logica e complessiva dell'argomento, anche senza avere tutte le competenze richieste per farlo con proprietà (e come invece potrebbe fare benissimo per esempio Andrea Rampado, tra i frequentatori di questo blog).

Se poi a qualcuno non va bene il modo che ho scelto, cioè identificare prima il contesto storico e scientifico in cui certe cose sono accadute, liberissimo di criticare (una critica costruttiva penso sia meglio di 100 commenti favorevoli) e ancora di più di proporne un altro più consono alla sua visione.
Ma non posso certo farlo io, snaturerei il mio modo di ragionare e quindi di collegare le cose e quindi di vedere il mondo. Allora tanto vale non scrivere o trascrivere nulla...che è comunque un opzione da non disprezzare! Basta un cenno di Daniele e mi stoppo subito!

Però mi chiedo: come si fa a voler disquisire sulla struttura della materia senza andarci come minimo con i piedi di ..osmio?

Mi sembra che il problema di fondo non sia ancora ben chiaro a tutti: non c'è modo di intendersi, con qualcuno, anzi con molti, perchè si parte da modelli diversi della realtà. Se non si riesce a capire da dove nasce il modello che si è personalmente accettato come buono, il perchè si è accettato proprio quello e quali sono i suoi vizi di base, non si va da nessuna parte nella ricerca della verità.

In questi post ho scelto di riportare solo fatti documentati e citazioni che ritengo possano dare un senso alle tante informazioni in nostro possesso, ma che sono state collegate in modo credo poco utile per avvicinarsi a quella verità che stiamo tutti cercando su come è fatto il mondo e come funziona.
Non posso certo "dire apertamente la mia", come chiede @robi , perchè non avrebbe nessun valore; diverso è invece mettere sul tavolo da gioco nuove carte, che forse qualcuno non aveva mai letto o che aveva forse aveva letto ma non le aveva collegate in certi modi un po' "esotici".
Sempre meglio, credo, che discutere del nulla e sul nulla, come a volte succede nei commenti di certi post importantissimi che invece passano sotto silenzio. Come quello di due giorni fa (http://feedproxy.google.com/~r/blogspot/GneRw/~3/ykfS2bUkfgo/per-la-nuova-scienza-europea.html)di Andrea, giusto per fare l'ultimo esempio.

Detto questo..farò comuqnue il possibile per alleggerire un po' quello che posso! Ma non assicuro niente, non sono nè uno scrittore nè un bravo blogger come Daniele nè niente di simile.
Scusate se sono stato fin troppo prolisso anche nel commento, ciao! :-)

Vettore ha detto...

Allora, andiamo con ordine:

- L'articolo di Luca Chiesi è magari un pò "denso", ma comunque interessante perchè mostra come non sia stato per niente scontato arrivare alle "certezze" che abbiamo oggi, e il fatto che queste non sono neanche le uniche possibili. Bisognerebbe sempre tenerlo presente (scienziati e non).

- Rossi sembra molto ottimista ultimamente! Bene, significa che tutto procede in maniera regolare, e oramai siamo vicini a conoscere il finale di questa storia (che in realtà potrebbe essere anche l'inizio di molto altro). Ha detto anche che per questioni di sicurezza il customer non vuole visitatori. Questo potrebbe avvalorare l'ipotesi che l'inaugurazione ed i primi test dell'impianto da 1MW vengano fatti a Bologna (altro motivo: dal punto di vista del cliente non avrebbe senso far testare la bontà di qualcosa dopo averla già consegnata ed installata).

- @Robi: qual è l'ipotesi di Kervran sul petrolio?!? Me la sono persa...

- @Paul: trovo qualche inconsistenza in quello che dice Guglinski, in particolare riguardo la massa dei neutrini, che in base al suo modello dovrebbe essere molto più grossa di quella che è...

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

Vettore
nel carbon fossile i resti vegetali formano soltanto dei sottilissimi strati (da 1 a 5mm),provenendo da diverse parti di varie piante.Ma la parte più importante è il "durame",duro, opaco che non macchia le dita (invece il "carbone di legna" dei vegetali trasformati, il "carboncino",friabilissimo, annerisce le dita).Esso forma degli strati molto estesi e spessi.é formato di scisto e di minuscole spore.I carboni grassi (o flambants)sono ricchi di durame

P.S.questa è una prima spiegazione visiva.C è una spiegazione ,naturalmente, scientifica che avevo riportato negli interventi precedenti cancellati.é stupido che io cerchi di spiegare cose che non saprei sviluppare.Chieda a Luca Ch o se no c è il libro.
io Kervran l ho letto e aspettavo con ansia un dibattito sulle sue teorie per valutare l impressione che ne avevo avuto sul personaggio.

gian ha detto...
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Vettore ha detto...

Commento OT: oggi ho trovato il tempo di leggere il preprint dell'esperimento del CENR/LNGS sui neutrini superluminari. Prima di leggerlo avevo qualche perplessità su alcuni punti critici (in particolare la sincronizzazione del tempo e la misura della distanza). In realtà l'articolo affronta bene questi due punti, e dimostra che è stato fatto un lavoro molto accurato. I valori rilevati sono abbastanza sopra i margini di errore e confidenza degli strumenti e dell'esperimento nel suo insieme, quindi dovrebbero essere ragionevolmente certi.
Però la sensibilità verso qualche parametro non considerato o non stimato bene è ancora troppo alta, secondo me... In altre parole è un buon risultato, ma la certezza può venire solo da una misura indipendente di un'altro laboratorio.
Aspettiamo con impazienza una replica giapponese.

gian ha detto...
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gian ha detto...
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Vettore ha detto...

@Gian
Hai mai sentito parlare dei lavori di Cardone e Carpinteri? Alcune delle tue domande sono applicabili anche a questi (a proposito della conservazione della massa e della presunta ivnarianza della composizione di "mari e monti"). In base a questi nuovi risultati i lavori di Kervran acquisiscono un interesse particolare, perchè ci sono parecchie similitudini...
Poi sono d'accordo che fare esperimenti su essere viventi è sempre estremamente difficile e pieno di fonti di errori difficilmente controllabili (che però dovrebbero essere neutralizzate dalla statistica).

Anonimo ha detto...

gian
come te aspetto la controparte..

gian ha detto...
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gian ha detto...
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gian ha detto...
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gian ha detto...
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Anonimo ha detto...

gian
spero che stavolta si cerchi di capire, non di aver ragione..

gian ha detto...
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Anonimo ha detto...

in generale

Anonimo ha detto...

Lungo tempo non ci vediamo nulla legati a questo, penso che dalla scuola non ha visto niente di simile. Grazie tanto per i tempi di ricodifica bene.
xlpharmacy

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