Pagine
Siamo appassionati d’Amore onestà spiritualità arte poesia politica democrazia sostenibilità tecnologia green-energy cold-fusion LENR medicina alternativa cambi di paradigma rivoluzioni scientifiche criptoarcheologia e “tante cose infinite, ancor non nominate”. Siamo uno specchio capovolto della realtà, fuori c’è il patriarcato qui una "società gilanica", fuori c’è ancora la società del petrolio qui dentro siamo pro E-Cat (funzionanti), mobilità elettrica, fotovoltaico, sistemi d'accumulo ecc.
>>>> CERCHI LIBRI SUL BENESSERE DEL CORPO, DELLA MENTE E DELLO SPIRITO?
BACHECA DEL BLOG
22passi è un blog non una rivista on line, pertanto la responsabilità di quanto scritto in post e commenti dovrebbe appartenere solo ai rispettivi autori. In ogni caso (cfr. Sentenza Corte di Cassazione n. 54946 del 27 dicembre 2016), le persone fisiche o giuridiche che si reputassero diffamate da determinati contenuti, possono chiederne la rimozione contattando via email l'amministratore del blog (vd. sezione "Contatti") e indicandone le "coordinate" (per es. link, autore, data e ora della messa on line).
sabato 30 agosto 2008
Cui prodest?
Il post precedente è stato pubblicato da
Daniele Passerini
alle
19:31
ALTRI POST CON ARGOMENTO
giocherellonerie
venerdì 29 agosto 2008
Bagdad Café (1987)
LA FANTASIA NEGLI ANNI '80 - Avevo 22 anni quando nel 1987 uscì un film che - come tanti - amai dalle prime inquadrature. Una fiaba moderna ambientata al Bagdad Café, sperduto motel per camionisti nel deserto dell'Arizona, USA. Pro: trama poetica, eleganza delle riprese, colori fotografia, attori in palla, la canzone "Calling You"... indimenticabile quanto l'intera pellicola. Contro: sconsigliato se non vi piacciono trionfi di buoni sentimenti e happy end.
LA REALTÁ CAPOVOLTA NEL XXI SECOLO - I tank americani occupano i deserti dell'Iraq e la città di Bagdad. Dal 2003 e sine die. Non per prendersi un caffè, ma ben altro oro nero: l'espresso in tazzina più lo mandi giù e più ti tira su, al contrario il petrolio - coi prezzi del barile a tre cifre - più lo tiri su e più ti manda giù (su lui dai giacimenti e giù i nostri conti). Vent'anni fa Bagdad Café era una produzione europea (tedesca per la precisione) girata negli USA; nel nuovo secolo gli USA hanno coinvolto pure l'Europa nell'occupazione militare dell'Iraq.
Baratterei volentieri la realtà d'oggi con quella fantasia di ieri!
Il post precedente è stato pubblicato da
Daniele Passerini
alle
23:32
ALTRI POST CON ARGOMENTO
guardiamoci un film,
musica che tocca l'anima
giovedì 28 agosto 2008
Ricordi di Trento
Il post precedente è stato pubblicato da
Daniele Passerini
alle
22:19
ALTRI POST CON ARGOMENTO
DONNE DI VRINDAVAN 2008 e India,
IONOI-IOVOI® 2009,
SOSPENSIONI DI GRAVITÀ 2006,
una gita a...,
VENTIDUE PASSI D'AMORE 2005
mercoledì 27 agosto 2008
"Un posto vi attende in prima classe"

***
Questa scena è realmente accaduta su un volo della compagnia British Airways tra Johannesburg e Londra.
Una donna bianca, di circa cinquanta anni, si siede accanto ad un nero. Visibilmente turbata chiama la hostess.
Hostess: Qual’è il suo problema, Signora?
Donna bianca: Ma dunque non vedete? Mi avete messo accanto a un negro. Non sopporto di stare accanto a uno di questi esseri disgustosi. Datemi un altro posto, per favore!!
Hostess: Calmatevi quasi tutti i posti di questo volo sono occupati. Vado a vedere se c’è un posto disponibile.
L‘hostess si allontana e ritorna dopo qualche minuto... Signora, come pensavo non ci sono più posti liberi in classe economica. Ho parlato al comandante che mi ha confermato che non ci sono più posti nella classe exécutive. Tuttavia abbiamo ancora un posto in prima classe.
Prima che la Signora possa fare il minimo commento, l'hostess continua: È del tutto inusuale nella nostra compagnia permettere a un passeggero di classe economica di sedersi in prima classe. Ma, viste le circostanze, il comandante pensa che sarebbe scandaloso obbligare qualcuno a sedersi accanto a una persona così ripugnante.
L'hostess si gira verso il nero e gli dice: Dunque, Signore se lo desiderate, prendete il vostro bagaglio a mano poiché un posto vi attende in prima classe.
Tutti gli altri passeggeri, che, scioccati, assistevano alla scena, si alzarono e applaudirono...
Cari fratelli bianchi,
quando sono nato ero nero
quando sono cresciuto ero nero
quando vado al sole sono nero
quando ho paura sono nero
quando sono ammalato sono nero
quando morirò sarò nero...
Mentre tu, uomo bianco,
quando sei nato eri rosa
quando sei cresciuto eri bianco
quando vai al sole sei rosso
quando hai freddo sei blu
quando hai paura sei verde
quando sei ammalato sei giallo
quando morirai sarai grigio...
e dopo tutto ciò
hai la faccia tosta
di chiamarmi uomo di colore.
Se ti batti contro il razzismo diffondi questo testo.
***
Il post precedente è stato pubblicato da
Daniele Passerini
alle
15:07
ALTRI POST CON ARGOMENTO
storie per l'anima
martedì 26 agosto 2008
Bartender, please fill my glass for me
Oggi. Tornato dal lavoro mi sono cambiato al volo, ho inforcato la bici e sono partito per un giro d'una decina di chilometri, da completare prima che tramontasse il sole. A metà esatta del percorso, i segni di un incidente appena avvenuto... una ragazza posava a terra un triangolo di segnalazione... un'auto ferma in mezzo alla strada... una moto a terra... persone che si prendevano cura di un motociclista supino sul bordo della carreggiata in attesa dell'ambulanza...
Spero tanto sia tutto finito bene.
Un nuovo giro di pensieri ha accompagnato quello delle ruote fino a casa... questo ne è il condensato.
L'essere umano a volte è davvero sciocco.
Invidia le gioie altrui senza avvedersi che per lo più sono apparenti.
Si lamenta per un nonnulla dimenticando le sofferenze attorno a lui.
Ricorda fin troppo bene i torti che ha subìto.
Ma scorda facilmente ciò che gli è stato donato, a partire dalla vita.
L'essere umano a volte dà il meglio di sé.
Gli basta dedicarsi alle cose che lo appassionano per sentirsi vivo e felice.
E una telefonata di una persona amica per tornare a ridere.
Sopporta le traversie quotidiane, perché s'accorge che c'è sempre qualcuno che sta peggio da aiutare.
Sa ricompensare chi lo ama con lo stesso zucchero.
L'essere umano è fantastico.
Guardate ad esempio che sonorità ti tirano fuori Dave Mathews e Tim Reynolds con due chitarre (e la voce di Dave)!
Lascio anche il testo e la traduzione dall'inglese, fatta ora al volo... Quando ascolto una canzone in lingua straniera non bado alle parole, è la musica a colpirmi. Una volta visto il testo, mi sono reso conto che era più consona al mio stato d'animo malinconico di ieri che a quello sorridente di stasera, pazienza... la canzone è bella lo stesso!
BARTENDER
If I go
Before I'm old
Oh, brother of mine
Please don't forget me if I go
Bartender, please
Fill my glass for me
With the wine you gave Jesus that set him free
After three days in the ground
Oh, and if I die
Before my time
Oh, sweet sister of mine
Please don't regret me if I die
Bartender, please
Fill my glass for me
With the wine you gave Jesus that set him free
After three days in the ground
Bartender, please
Fill my glass for me
With the wine you gave Jesus that set him free
After three days in the ground
I'm on bended knees, I pray
Bartender, please
When I was young, I never think about it
Now I can't get it out of my mind
I'm on bended knees
Father, please
Oh, and if all this gold
Should steal my soul away
Oh, sweet mother of mine
Please redirect me in this gold...
Bartender, you see
The wine that's drinking me
Came from the vine that strung Judas from the Devil's tree
His roots deep, deep in the ground
Bartender, you see
The wine that's drinking me
Came from the vine that strung Judas from the Devil's tree
His roots deep, deep in the ground
In the Ground...
I'm on bended knees
Oh, Bartender, please
I'm on bended knees
Father, please
When I was young, I never think about it
Now I just wanna run and die
I'm on bended knees
Oh, Bartender, please
Bartender, please...
BARISTA
Se me ne andassi prima di diventare vecchio
oh fratello mio, per favore, non dimenticarmi se me ne vado.
Barista, per favore, riempi il mio bicchiere per me
con il vino che desti a Gesù, quello che lo rese libero
tre giorni dopo la sepoltura.
Oh, e se morissi prima del mio tempo
oh mia cara sorella, per favore, non rimpiangermi se muoio.
Barista, per favore, riempi il mio bicchiere per me
con il vino che desti a Gesù, quello che lo rese libero
tre giorni dopo la sepoltura. (2 V.)
Sono in ginocchio e prego:
barista, per favore...
Quando ero giovane non ci avrei mai pensato
adesso non riesco a levarmelo dalla mente.
Sono in ginocchio:
Padre, per favore...
Oh, e se tutta questa ricchezza dovesse sedurre la mia anima
oh mia cara madre, per favore indicami di nuovo la via
in mezzo a questa ricchezza.
Barista, tu capisci che il vino "che mi sta bevendo"
viene dal tralcio di vite che appese Giuda all'albero del Diavolo...
profonde le sue radici... profonde sottoterra.
Sottoterra...
Sono in ginocchio:
barista, per favore...
Sono in ginocchio:
Padre, per favore...
Quando ero giovane non ci avrei mai pensato
adesso voglio solo correre e morire.
Sono in ginocchio:
oh barista, per favore...
barista, per favore...
Il post precedente è stato pubblicato da
Daniele Passerini
alle
23:27
ALTRI POST CON ARGOMENTO
chitarra,
musica che tocca l'anima,
traduzioni dall'inglese
domenica 24 agosto 2008
Tre generazioni in Egitto

giovedì 21 agosto 2008
Olimpiadi dei giorni d'oggi

Le vite umane dovrebbero valere molto più di qualche centesimo tolto o qualche centimetro aggiunto a un record mondiale. Ma è questo il messaggio che ci arriva da queste Olimpiadi? Sono alquanto disgustato dal rifiuto del CIO di tributare un minuto di silenzio alle vittime del disastro aereo di Madrid di ieri. Prima ancora, mi chiedo perché non sia stato dedicata qualche iniziativa alle migliaia di vittime dell'Ossezia. E se la denuncia del Dalai Lama di centinai di civili uccisi il 18 agosto dalle milizie cinesi in Tibet è vera, perché restare in silenzio? The show must go on sempre e innanzitutto? Temo che questa attenzione a non disturbare la pax romana nella quale si svolgono i Giochi, sia un segno di quanto le ex potenze economiche siano diventate dipendenti dai capitali della nuova grande Cina.
Mi chiedevo alla vigilia se queste sarebbero state semplicemente Olimpiadi di campioni, oppure di eroi pronti a qualche gesto coraggioso in favore dei diritti umani. La risposta l'abbiamo avuta tutti: sono state innegabilmente Olimpiadi di grandi e straordinari campioni, ma pare che gli eroi mal s'addicano ad un mondo dove l'omologazione, l'inquadramento, l'irreggimentazione, prevalgono sul gesto coraggioso capace di testimoniare in favore delle minoranze, dei lutti, della libertà. Forse gli unici eroi di Pechino 2008 sono state le atlete Georgiana e Russa che si sono abbracciate sul podio esorcizzando il conflitto in corso, e pure gli attivisti pro-Tibet - tra il pubblico non tra gli atleti - arrestati fuori dagli stadi dalla Polizia cinese (quando non è impegnata ad oscurare qualche sito occidentale!).
Eroi a parte. Dove sono i campioni di una volta, quelli che vincevano con umiltà? Oggi molti vincitori sembrano compiacersi di umiliare gli sconfitti... molti sconfitti si comportano come bambini capricciosi... lo avete visto l'atleta che ha buttato per terra la medaglia, perché di metallo inferiore a quello ambito? Alla faccia dello spirito decubertiano! E io - povero illuso - che sognavo che qualche medaglia fosse restituita in segno di protesta contro l'occupazione del Tibet!
Ma certi atleti sono ancora "essere umani"? Erano proverbiali le atlete della CCCP mascolinizzate a suon di ormoni e peggio, cosa dire però di un Michael Phelps che si ingurgita 12.000 calorie al giorno... non è una forma di doping edule pure questo? Che succederà al metabolismo di questo sportivo quando smetterà di nuotare a livello agonistico? Che razza di esempio ci dà Phelps quando dichiara che la sua vita consiste in mangiare, nuotare, dormire e null'altro? Può ancora chiamarsi sport tutto questo? Si può ancora credere che l'importante non è vincere ma partecipare quando ai vincitori gli sponsor promettono premi da 6 zeri? Altro che medaglie!
Non amo volgermi al passato, ma spero in futuro di rivedere piccoli grandi uomini come il nostro Pietro Mennea... che veramente correvano solo per la gloria e con il cuore prima ancora che con i muscoli!
P.S. Proprio poche ore dopo avere scritto queste righe ho letto una intervista a Margherita Granbassi, che un po' risponde a qualche mio dubbio sul comportamento troppo acquiescente degli atleti a Pechino, quasi avessero subito una qual sorta di plagio collettivo. I cinesi si sono dimostrati maestri nell'arte di ipnotizzare e "distrarre" le masse, camuffando la realtà e censurando persino in tempo reale le dirette. E tutto il mondo, dai governi nazionali al CIO, s'è dimostrato fin troppo attento - come fa chi ossequia chi ostenta le leve del potere - a non rompere il giocattolo olimpico che il popolo cinese ha introiettato - ahimè in buona fede - come elemento d'identità e orgoglio nazionale. L'autoritarismo del XXI secolo è subdolo: ha sempre più le forme esteriori delle democrazie e allo stesso tempo gli apparati di potere e di controllo psicologica delle coscienze ispirati a quelli delle dittature. La Cina è solo l'esempio più incombente e vistoso.
Il post precedente è stato pubblicato da
Daniele Passerini
alle
23:11
ALTRI POST CON ARGOMENTO
Tibet / Cina / Olimpiadi 2008
martedì 19 agosto 2008
Ma io so ancora perfettamente chi è lei!
Era una mattinata movimentata, quando un anziano gentiluomo di un'ottantina di anni arrivó per farsi rimuovere dei punti da una ferita al pollice. Disse che aveva molta fretta perché aveva un appuntamento alle 9:00. Rilevai la pressione e lo feci sedere, sapendo che sarebbe passata oltre un'ora prima che qualcuno potesse vederlo. Lo vedevo guardare continuamente il suo orologio e decisi, dal momento che non avevo impegni con altri pazienti, che mi sarei occupato io della ferita. Ad un primo esame, la ferita sembrava guarita: andai a prendere gli strumenti necessari per rimuovere la sutura e rimedicargli la ferita. Mentre mi prendevo cura di lui, gli chiesi se per caso avesse un altro appuntamento medico dato che aveva tanta fretta. L'anziano signore mi rispose che doveva andare alla casa di cura per far colazione con sua moglie. Mi informai della sua salute e lui mi raccontó che era affetta da tempo dall'Alzheimer. Gli chiesi se per caso la moglie si preoccupasse nel caso facesse un po' tardi. Lui mi rispose che lei non lo riconosceva giá da 5 anni. Ne fui sorpreso, e gli chiesi :'E va ancora ogni mattina a trovarla anche se non sa chi é lei'? L'uomo sorrise e mi batté la mano sulla spalla dicendo: ''Lei non sa chi sono, ma io so ancora perfettamente chi é lei". Dovetti trattenere le lacrime... Avevo la pelle d'oca e pensai: 'Questo é il genere di amore che voglio nella mia vita".LO VOGLIO ANCHE IO! :-)
Il post precedente è stato pubblicato da
Daniele Passerini
alle
19:58
ALTRI POST CON ARGOMENTO
storie per l'anima
domenica 17 agosto 2008
Cosa non sa fare l'essere umano?
Incredibile questo video! Assolutamente incredibile!
Signori e signori, giù il cappello e applausi a scena aperta allo statunitense Chris Bliss, giocoliere e attore teatrale, famoso nel mondo per performance gioco-musicali come questa. Qui la sua bravura è stata utilizzata da Fatboy Slim per realizzare il video di That Old Pair Of Jeans.
Già che ci siamo, vi invito a un breve tour musicale...
Norman Cook è l'ex bassista degli Housemartins, un gruppo cult degli eighties's (c'è qualcuno che non ricorda The Caravan Of Love? Allora vada subito a riascoltarsela!) attivo dal 1983 al 1988. Poi con lo pseudonimo di Fatboy Slim dalla fine degli anni '90 è diventato ancora più famoso azzeccando una hit dietro l'altra: vi lascio i link a un po' di tormentoni, stranoti, ma che si ascoltano (e vedono) sempre con piacere:
- Right Here, Right Now (uno dei più fantastici video-clip mai realizzati)
- Weapon Of Choice (con un incredibile e bravissimo Christopher Walken)
- Praise You (girato dal vivo all'ingresso in una multisala... con qualche imprevisto!)
- The Rockafeller Skank (il mitico pezzo che ci ha fatto conoscere Fatboy Slim nel 1998)
- E dulcis in fundo The BPA Toe Jam (da ascoltare per la voce dell'ospite d'onore David Byrne e... da vedere per la censura!)
Il post precedente è stato pubblicato da
Daniele Passerini
alle
17:16
ALTRI POST CON ARGOMENTO
musica che tocca l'anima
Di nuovo in sella

Mi scuso per chi non è di Perugia se farà un po' di fatica a seguire l'itinerario...
Sono partito da casa alle 9:15. Da Pieve di Campo (km 0, lettera A sulla cartina) ho fatto poche centinaia di metri fino a Via Manzoni (190m s.l.m.) e da Ponte San Giovanni ho cominciato a salire per gli ampi tornanti di Via Assisana fino alla rotonda in cima a Via della Pallotta e da lì per Via Romana fino a Porta S. Pietro (km 6, 400-450 m s.l.m). Da qui in poi - per lievi saliscendi - ho costeggiato le mura urbiche: Viale Bonfigli (sfilando accanto a Porta S. Girolamo), Via Ripa di Meana, Via XIV Settembre, Porta Pesa, Via Pinturicchio. Arrivato accanto all'Arco Etrusco ho proseguito verso Elce per Via Fabretti, Via Innamorati, Via Annibale Vecchi e sempre dritto verso San Marco. Una breve pausa per la colazione al bar di San Marco (km 12, lettera B). Dopo nemmeno 1 km è iniziata la discesa che si è conclusa alle porte di Cenerente (km 15, circa 150m s.l.m.). Ho quindi ripreso a salire (con una pendenza molto lieve) lungo Strada Forcella in direzione Migiana del Tezio. Giusto una minima deviazione per scendere al Laghetto del Circoletto (Km 18, lettera C) dove mi sono sgranchito un attimo le gambe (e soprattutto il sedere: terribili i sellini nuovi!) e ho affrontato la salita che da qui in poi cominciava a farsi meno lieve, finché sono arrivato al valico tra Monte Tezio e Monte Bagnolo (km 21, penso attorno ai 500m s.l.m.), riaffacciandomi verso l'Appennino.
Mi sono lasciato il bivio per Migiana del Tezio a sinistra e ho cominciato a scendere per Strada Montenero, qui ho trovato un tratto di strada bianca d'un paio di chilometri. A questo punto, visto che tutto procedeva bene ed erano ancora le 11:45, ho pensato che tornato a Ponte S. Giovanni, invece di puntare verso casa, potevo andare a pranzare da mio padre, che abita alla base di Torgiano... gli ho telefonato e mi ha detto di sì! Al km 25 è iniziata una fantastica discesa, ricca di curve e appena un paio di piccole contropendenze, al termine della quale sono arrivato a Ponte Pattoli (km 35, 210m s.l.m.) nuovamente nella valle del Tevere da cui ero partito. Ho preso la statale che passando per Villa Pitignano mi ha condotto fino alla prima rotonda di Ponte Felcino; sono passato sul ponte dall'altra parte del Tevere e mi sono immesso nel percorso ciclo-pedonale sterrato che costeggia il fiume fino alla pineta, qui ho preso la parallela strada bianca, più comoda e non frequentata dai podisti, fino al Parco di Ponte Valleceppi (lettera D), dove ho riempito la borraccia e scattato le due foto che ho inserito nel post. Ho ripreso il percorso sterrato che costeggia il Tevere fino all'altezza del canile dell'ENPA, da qui sono arrivato alle spalle del Centro Commerciale alla base di Collestrada e, rimesse le ruote sull'asfalto, ho costeggiato la superstrada percorrendo Via Valtiera fino a imboccare la statale per Torgiano dove sono arrivato verso le 13:00 (km 46, lettera D). Da mio padre mi sono rifocillato (veramente squisito il pranzetto preparato dalla sua compagna Marisa) e riposato un paio d'ore, guardando pure un po' di Olimpiadi in TV; poi ho ripreso il percorso, evitando di salire e ridiscendere dal paese, ma tagliando tra le vigne passando per la strada bianca dell'Olmone. Tornato definitivamente sull'asfalto, la Strada Tiberina Sud mi ha guidato fino a ridosso di Balanzano (dove abitavo prima di separarmi e dove tutt'ora vive la mia ex e il suo nuovo compagno). Ancora le ultime pedalate sulla Strada dei Loggi e sono finalmente ritornato a Pieve di Campo (km 55, lettera A)... casa dolce casa!
Più tardi ho preso la Vespa e ho rifatto lo stesso tragitto, fermandomi ogni tanto ad appuntare le distanze parziali: ero troppo curioso di vedere quanti chilometri avessi effettivamente percorso... a occhio e croce avevo valutato una cinquantina e non m'ero sbagliato. Stamane mi sono aiutato con GoogleMaps per trovare nomi di strade e vie, ho scannerizzato una cartina e ci ho aggiunto il percorso di cui sopra con photoshop et voilà.
Un giro in bici molto tranquillo, effettuato a velocità di crociera decisamente basse, specialmente sul finire, da Ponte Pattoli in poi: qui, dopo 40 km di asfalto non troppo impegnativo, i numerosi saliscendi della sterrata che costeggia il Tevere hanno stroncato le mie gambe fuori allenamento. Chissà che riprendendo a girare in bici almeno un paio di volte al mese, non riesca a riavvicinarmi alla condizione che avevo fino a qualche anno fa, quando pianura o salita che fosse riuscivo a permettermi sempre i rapporti del cambio più duri.
Questa prima giornata in bici dopo tanto tempo, avrebbe un'appendice a prima vista negativa: ho avuto alla fine qualche dolore di troppo al ginocchio destro... del resto me la sono voluta, perché 55km come primo assaggio è un po' eccessivo! Ma la nota positiva è che il ginocchio destro è il mio ginocchio "buono"! A riportarmi a casa (senza problemi) è stato il ginocchio sinistro, proprio quello riguardo cui devo recuperare fiducia ancor più che forma. In questo periodo, ricevendo un trattamento shatsu ogni settimana, sono diventato particolarmente consapevole della mia accentuata bilateralità: lato destro sovraccarico e sinistro scarico. Asimmetria che ha causato pure la crisi avuta al ginocchio sinistro due anni fa. Quell'incidente mi ha portato ad accentuare questo squilibrio (tra yin e yang): non fidandomi più della gamba sinistra tendo sempre a poggiare sulla destra. Senza addentrarmi nei risvolti psicologici e simbolici di tutto ciò, dico semplicemente che ieri ho riacquistato fiducia nel mio lato sinistro e ridimensionato quella riposta sul lato destro: questo è bene!


Il post precedente è stato pubblicato da
Daniele Passerini
alle
09:56
ALTRI POST CON ARGOMENTO
in corpore sano,
Perugia e dintorni
sabato 16 agosto 2008
Un lampo di 9 secondi e 69

Il post precedente è stato pubblicato da
Daniele Passerini
alle
21:40
ALTRI POST CON ARGOMENTO
sotto il velo di Maya,
Tibet / Cina / Olimpiadi 2008
venerdì 15 agosto 2008
Un bel ferragosto alle terme di Rapolano

Chi l'avrebbe detto: anche in un 15 agosto così piovoso, io, Roberto e Roberta, siamo riusciti ad azzeccare la quadratura del cerchio solare... almeno fino alle 16.30, poi il tempo è definitivamente peggiorato sotto i colpi di un'improvvisa grandinata. Però prima di allora abbiamo sguazzato a lungo - da stamattina alle 10 - da una vasca termale all'altra, facendoci anche un ottimo picnic con le cose portate da casa. Eravamo a uno degli impianti termali presenti a Rapolano, in provincia di Siena: un'ora scarsa d'auto da Perugia. Avevo avuto altre due proposte su dove e come passare il ferragosto in compagna, ma l'idea di Roberta di andare alle terme, considerate le pessime previsioni del tempo, mi è sembrata la più saggia, allettante e pure ad hoc rispetto ai miei attuali problemi di pelle. Per Roberto poi è stata la prima volta a Rapolano, e ne è stato piacevolmente sorpreso.
Conosco Roberto da qualche mese, e Roberta da qualche settimana, siamo 3 nuovi amici uniti dal piacere di chiacchierare, dal prendere la vita "con filosofia" e anche dal nostro status di single, con qualche distinguo come ci ha sottolineato Roberta: Roberto (separato) e io (ormai quasi divorziato) siamo sì single ma single di ritorno! Roberto è una new entry della mia cerchia, a sua volta lui mi ha presentato Roberta... così oggi ci siamo ritrovati noi tre, pochi ma buoni, con gli altri nostri amici in vacanza fuori Perugia o in qualche caso persino a lavorare, e s'è ritornati a casa felici di avere trascorso una giornata serena e decisamente rilassante.
Domani se il cielo si riapre, farò un bel giro in bici... a due anni da un brutto incidente al ginocchio (ne accennai in uno dei primi post di questo blog) mi sento finalmente in grado di risalire in sella, senza paura che il menisco mi faccia scherzi.
Buon "dopo ferragosto" a tutti allora... e non preoccupatevi se fuori piove: il sole che più conta ce lo portiamo dentro!
Il post precedente è stato pubblicato da
Daniele Passerini
alle
19:55
ALTRI POST CON ARGOMENTO
Perugia e dintorni,
una gita a...
giovedì 14 agosto 2008
Un incidente spaventoso

Il post precedente è stato pubblicato da
Daniele Passerini
alle
19:29
ALTRI POST CON ARGOMENTO
per non temere la morte,
preghiere o auguri
martedì 12 agosto 2008
La psicomagia di Jodorowsky

CAPRIOLO ZOPPO
(stregone della tribù lakota)
Con questa epigrafe si apre un libro indispensabile per chi voglia approcciare Alejandro Jodorowsky, detto semplicemente Jodo, artista eclettico, autore teatrale, regista cinematografico, interprete di tarocchi e psicomago. Ma potete considerarlo "semplicemente" un fine conoscitore dell'animo e dell'inconscio umano, sempre che siate in grado di navigare, almeno a vista, tra psicoanalisi (jungiana) e sciamanesimo. In caso contrario sarete facilmente tra i suoi detrattori e lo considererete un mero ciarlatano. Scritto a metà degli anni '90 e pubblicato in Italia da Feltrinelli nella sua Universale Economica, Psicomagia è strutturato nella forma di una lunga e avvincente intervista fattagli dall'amico Gilles Farcet, che dà modo a Jodorowsky (80 anni il prossimo 7 febbraio) di ripercorrere le cinque tappe - atto poetico, atto teatrale, atto onirico, atto magico, atto psicomagico - che l'hanno portato a codificare la psicomagia come una vera e propria forma artistica di psicoterapia. La mia sarà una breve sintesi del libro, ottenuta intervallando i miei commenti ad alcuni dei passi che ho sottolineato durante la lettura.
L'ATTO POETICO. Figlio di profughi russi, Alejandro si riconosce la fortuna di essere nato in Cile, un paese che negli anni '50 aveva una fiorente scuola poetica e la cui stessa società (cosa non infrequente in america latina) era potentemente impregnata di poesia. Se oggi ci mettessimo ad attraversare in linea retta una città, dico proprio in senso letterale come facevano Jodo e il suo amico poeta Enrique Lihn, scavalcando muri, passando sopra le automobili parcheggiate, suonando alle porte per chiedere di poter entrare e uscire dalla finestra opposta, camminando "sempre in linea retta senza preoccuparsi degli ostacoli, agendo come se non esistessero", qualcuno chiamerebbe subito la polizia! Ispirate al motto futurista "la poesia è azione" del nostro Marinetti, siffatte azioni volevano "evidenziare il lato imprevedibile del mondo reale, contrario al rigido mondo dei nostri genitori". Un atto poetico crea "un'altra realtà in seno alla realtà ordinaria" però non deve mai arrecare danno alle persone, anzi "deve provocare un'impressione sempre positiva". Esempi recenti di atto poetico in Italia sono stati colorare di rosso l'acqua della fontana di Trevi (19/10/07) o ricoprire Trinità dei Monti di migliaia di palline colorate (16/01/08) come ha fatto Graziano Cecchini. Oppure a livello di villaggio globale il ballo attorno al mondo di Matt di cui mi sono occupato un mese fa.
L'ATTO TEATRALE è un atto poetico rappresentato in maniera strutturata, per rivolgersi a un pubblico... chiaramente, visti i presupposti eversivi di un atto poetico nel senso inteso da Jodorowsky, questo nuovo atto non può che dar vita a un teatro di avanguardia, messo in scena più facilmente su un autobus che sopra un palco, e a film totalmente sui generis e surreali quali El Topo (1971) o Sangue santo (1989)!
L'ATTO ONIRICO. In un certo senso Jodorowsky mette insieme il pensiero di Jung e Castaneda e ci spiega che interpretare un sogno non significa spiegarlo ma "continuare a viverlo in uno stato di veglia per capire dove ci porta. La fase successiva, che supera ogni tipo di interpretazione, consiste nell'entrare nel sogno lucido, in cui si è coscienti del fatto che si sta sognando, e questa consapevolezza ci dà la possibilità di lavorare sul contenuto del sogno." Arrivando ad un tale controllo dello stato onirico si scopre che "...nella vita come nel sogno, per rimanere lucidi bisogna prendere le distanze, agire senza identificarsi con l'azione" e che allora "Ciò che ci intimorisce perde qualsiasi potere nel momento in cui spettiamo di combatterlo."
L'ATTO MAGICO. A questo punto Jodo si chiese chi "fosse l'artista benefico, il mago buono, capace di creare opere d'arte dotate di forze così positive da indurre l'osservatore all'estasi". "Nella psicomagia spetta all'inconscio decifrare l'informazione trasmessa dal cosciente". "E se ti rivolgi all'inconscio con il suo linguaggio, ti risponderà subito". Dopo avere osservato a lungo all'opera, sia come paziente che come aiutante, una stregona messicana di nome Pachita che curava ogni giorno decine e decine di persone, capì che "in ogni adulto, perfino in quello più sicuro di sé, dorme un bambino desideroso d'amore, e che il contatto fisico è più efficace di qualsiasi parola per stabilire una relazione di fiducia e rendere il soggetto disponibile a ricevere". Se a questo aggiungiamo che quando uno stregone "finge un'operazione, il corpo umano reagisce come se fosse sottoposto ad un intervento autentico" ci avviciniamo a comprendere le basi psicologiche su cui si fonda l'efficacia della magia. Il segreto degli sciamani è quello di sapere "come rivolgersi direttamente all'inconscio tramite il suo linguaggio, (...) attraverso le parole, gli oggetti o le azioni." "In tutte le culture si ritrova il concetto della forza della parola, la convinzione che l'espressione di un desiderio in una determinata forma possa provocarne la realizzazione".
L'ATTO PSICOMAGICO. "Che tu abbia o non abbia fede (nell'atto 'magico' da compiere per ottenere un risultato psicoterapeutico), devi avere la volontà di seguire alla lettera le istruzioni (prescritte dallo 'psicomago')". "Per risolvere un problema non basta identificarlo. Non serve a niente essere consapevoli se non si passa all'azione". "La gente desidera smettere di soffrire, è vero, ma non è disposta a pagarne il prezzo, a cambiare, a cessare di definirsi in funzione delle sue adorate sofferenze". Per vincere questa sorta di inerzia, serve assumersi la responsabilità di realizzare un'azione concreta, in grado di scardinare abitudini, automatismi e coazioni a ripetere: l'atto psicomagico diventa il mezzo per trasformare la consapevolezza conscia in un comando dato all'inconscio,perché solo la "collaborazione" dell'inconscio può guarire i nostri "blocchi" psichici. Jodorowsky ci racconta molti esempi di atto psicomagico, riporto il seguente perché è uno dei più brevi. "Un ragazzo si lamenta di 'vivere tra le nuvole', di non riuscire a 'tenere i piedi per terra' né ad 'avanzare' verso un'indipendenza economica. Prendo le sue parole alla lettera e gli propongo di trovare due monete d'oro e di incollarle alle suole delle scarpe, perché calpesti oro tutto il giorno. A partire da quel momento, scende dalle nuvole, mette i piedi per terra e comincia a camminare... In questo atto mi sono servito addirittura delle parole usate dal mio paziente." In conclusione, la psicomagia parte dall'assunto che nessuna presa di coscienza di noi stessi vale a cambiarci a meno che non si sostanzi in un'agire concreto. Più o meno quel che comprese Freud quando prese atto che, a differenze delle sue prime supposizioni, per rimuovere una nevrosi (abreazione) non bastava rendere consapevole il paziente del trauma da cui s'era originata. Si tratta di un concetto implicito nel pensiero magico dello sciamanesimo, che opera proprio tramite riti che parlano direttamente "ai nostri dei". Al pari dello sciamano uno psicomago prescrive un rito che usa il linguaggio simbolico dell'inconscio per comunicare direttamente con esso, superando e vincendo le censure e le resistenze della nostra parte conscia. Se dopo tanta "teoria" volete rifarvi la bocca, leggetevi (o rileggetevi) questa saggia storia che Jodo ama raccontare durante i suoi seminari.
Il post precedente è stato pubblicato da
Daniele Passerini
alle
18:57
ALTRI POST CON ARGOMENTO
Alejandro Jodorowsky,
libri e autori consigliati,
sotto il velo di Maya
lunedì 11 agosto 2008
Buon viaggio Isaac soul-man Hayes!
Post di tributo al grande Isaac Hayes, che ci ha lasciato ieri a 65 anni.
Questo cantante e compositore statunitense è legato ad un mio ricordo indelebile dell'infanzia. Avevo 7 anni: a Natale 1972 mio padre aveva comprato il primo mangianastri che avessi mai visto, una grande novità della Philips. Tra le prime audiocassette acquistate (tra cui l'album dei Nuovi Angeli con Donna Felicità!) c'era un the best of con le colonne sonore dei più famosi film di allora che ascoltavo in continuazione. Ricordo ad esempio i temi de Il padrino, Anonimo Veneziano, Love Story e soprattutto quello del film Shaft (1971): la sua musica - incredibilmente seventy's - non la scorderò mai! Proprio la combinazione tra fiati ed effetto wa-wa della chitarra dà il particolare sound di questo pezzo e degli anni '70 in generale. Giudicate voi stessi gustandovi il tema di Shaft nel video che segue, diretto dallo stesso Isaac Hayes.
Altra canzone composta da Isaac Hayes è l'indimenticabile Soul Man, uno dei pezzi più celebri utilizzati dalla soundtrack di Blues Brothers (1980) di John Landis, con John Belushi (incontenibile e indimenticabile) e Dan Aykroyd (spalla eccezionale)... un vero film-mito degli anni '80, e della mia adolescenza.
Il post precedente è stato pubblicato da
Daniele Passerini
alle
18:14
ALTRI POST CON ARGOMENTO
musica che tocca l'anima
domenica 10 agosto 2008
Dalla Grotta dei Cinque Laghi ai meandri del Polo Unico Ospedaliero di Perugia

Il post precedente è stato pubblicato da
Daniele Passerini
alle
15:20
ALTRI POST CON ARGOMENTO
Perugia e dintorni
Iscriviti a:
Post (Atom)