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Visualizzazione post con etichetta Athanor IIS Pirelli. Mostra tutti i post
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giovedì 31 ottobre 2013

Informazione utile a tutti gli sperimentatori LENR

21 : commenti
La settimana scorsa l'ingegner Ugo Abundo, a nome di tutto il gruppo di ricerca di cui fa parte, mi ha informato dell'avvenuta realizzazione di "uno schermo antiradiazioni composito per il reattore Hydrobetatron, al fine di intercettare non solo raggi alfa, beta, x e gamma, ma anche eventuali flussi neutronici, grazie ad uno strato contenente boro, atto a convertire questi ultimi in radiazioni secondarie bloccabili dalla lastra cilindrica di piombo. Tale armatura, costruita in doppia valva, risulta quindi facilmente apribile e maneggiabile, e costituisce un improvement alle condizioni di sicurezza d'esercizio, miglioria assolutamente necessaria in vista delle prove pulsate."


Anche a nome dei lettori del blog, auguro buon lavoro agli sviluppatori e sperimentatori dell'Hydrobetatron e anche degli altri reattori LENR in circolazione... che cominciano a essere davvero tanti, in tutto il mondo e in Italia in particolare!

22passi.blogspot.com: post n. 2204 (-18) 

mercoledì 25 settembre 2013

Prima accensione dell' f-pulsator,
schema e basi teoriche degli effetti

60 : commenti
Il prof. Alessandro Burgognoni (Fondazione J. Von Neumann) misura la temperatura in plasma pulsato
Due giorni fa l'ing. Abundo mi ha scritto per informare della prima accensione del f-pulsator di cui ci parlò nel precedente report (vedasi post del 12 settembre scorso): pare proprio che funzioni tutto come previsto. 

Inizia dunque la fase dei test sull'Hydrobetatron.

Vi invito a leggere il nuovo report, intitolato "Prima accensione dell' f-pulsator, schema e basi teoriche degli effetti", che contiene lo schema elettrico del f-pulsator e la spiegazione meccanoquantistica degli effetti che dovrebbe sollecitare. 

Il report è scaricabile da questo link: 

Sul sito in questione sono scaricabili anche i tre precedenti report.

Ricordo che lo sviluppo dell'Hydrobetatron è portato avanti dall'unione delle migliori energie dell'IIS Leopoldo Pirelli e della Fondazione J. Von Neumann e ha ora la cornice dell'Associazione Open POWER: ogni risultato conseguito sarà reso pubblico tramite internet secondo lo spirito senza lucro dell'open science, un approccio alla scienza che sarebbe bello vedere diffondersi a macchia d'olio.


22passi.blogspot.com: post n. 2191 (-31)

giovedì 12 settembre 2013

Dall'Open Science nasce
l'Associazione Open POWER

14 : commenti
Si è già promosso spesso su questo blog il modello dell'Open Source trasferito alla scienza, sia riferito alla pratica delle pubblicazioni scientifiche (si pensi ad arXiv), sia riferito alla possibilità per gli scienziati di scegliere in modo indipendente i campi di ricerca a cui applicarsi e gli esperimenti da effettuare, condividendone l'esecuzione on line con la massima trasparenza. In questa accezione si può parlare di Open Science.

Tra gli esempi più noti di Open Science c'è senz'altro l'attività promossa o effettuata in proprio dal Martin Fleischmann Memorial Project, per il quale si è perfino avanzata la proposta del Nobel per la Pace.

Anche il gruppo nato nell'Istituto di Istruzione Superiore Leopoldo Pirelli di Roma, guidato dall'ing. Ugo Abundo, sta percorrendo la stessa strada. Abundo mi ha scritto pochi giorni fa, pregandomi di riferire a tutti i lettori del blog che il gruppo di ricerca sta continuando a lavorare indefessamente sull'Hydrobetatron mirando a due fasi:
  • poter finalmente (tra non molto) annunciare una produzione energetica determinata con modalità diretta.
  • innalzare le rese grazie alle sollecitazioni pulsate.
Inoltre l'idea di costituire l'Associazione non-profit Open POWER, lanciata alla fine del 2012 in occasione del Convegno Nuove energie nella scuola, è decollata. L'Associazione ora è costituita e registrata. Lo Statuto è consultabile sul sito www.hydrobetatron.org (ci si accede dal menù principale).

Potete scaricare una sintetica nota semi-tecnica intitolata "Nuovi Impulsi alle LENR", scritta per il blog 22 passi, dove si parla, oltre che dell'avvenuta nascita della Associazione Open Power, del f-pulsator attualmente in fase di collaudo, progettato appositamente per inviare impulsi al reattore Hydrobetatron.
L'Ing. Abundo ribadisce infine che "tutti i più importanti risultati verranno brevettati e saranno resi disponibili in licenza gratuita a soggetti che dimostrino di utilizzarla esclusivamente per usi pacifici, mentre coloro che ne faranno uso illecito saranno perseguiti legalmente, col sostegno delle Organizzazioni Internazionali preposte."

22passi.blogspot.com: post n. 2183 (-39)

martedì 18 giugno 2013

2° report 2013 Hydrobetatron IIS Pirelli

22 : commenti
Dopo il 1° report di tre mesi fa, esce il 2° report Abundo-Pieravanti, che conclude la parte preparatoria all'avvio della campagna sperimentale sull'Hydrobetatron. Al documento gli autori hanno premesso una - mi sembra il miglior modo di definirla - "parabola epistemologica"...

Riacquistare la vista

C’era un tale che non poteva vedere, poiché era nato senza occhi.

Aveva però imparato a muoversi bene, nella vita, essendo dotato di forti capacità intellettive che gli avevano permesso di farsi adeguate rappresentazioni del mondo, basate sulla rielaborazione dei racconti degli altri.

Ma una parte del suo carattere desiderava di poter vedere autonomamente, per partecipare in prima persona alla meravigliosa esperienza del conoscere.

Rivolse una preghiera al dio della Luce, che gli diede un occhio.

La persona si lamentò che un occhio solo peggiorava la situazione, perché introduceva un elemento di distorsione: infatti le esperienze non erano “indipendentemente riproducibili, essendo l’occhio unico”.

Il dio della Luce gli diede un secondo occhio.

La persona, pur cortesemente ringraziando, obiettò che si sarebbe ora trattato di misure “in comparazione relativa, non dirette”, aggiungendo che “non si poteva escludere che due occhi diversi potessero non essere perfettamente equivalenti”.

Il dio della Luce gli tolse i due occhi donatigli.

La persona fu soddisfatta e lo ringraziò; ora vedeva finalmente bene, e gli si confermò un forte sospetto che in fondo aveva da sempre: gli strumenti non idonei finiscono per travisare la realtà; bisogna stare sempre all’erta contro questo pericolo!

E siccome era una brava persona, e in perfetta buona fede, non volle tenere questa ricchezza solo per sè.

Passò la vita a cavare gli occhi agli altri, per donare loro la vista.

Il report è scaricabile da questo link:
http://22passi.it/pirelli/Hydrobetatron_secondo_rapporto[1].pdf

Colgo l'occasione per segnalare anche l'apertura di un sito dedicato:
http://www.hydrobetatron.org

22passi.blogspot.com: post n. 2141 (-81)

sabato 13 aprile 2013

Peer review report Hydrobetatron

4 : commenti
Ho proposto al gruppo di ricerca dell'IIS Pirelli di Roma di bruciare un po' i tempi e pubblicare una bozza provvisoria del nuovo report - annunciato un mese fa - nel quale si fa il punto dell'avanzamento della campagna sperimentale sul reattore Hydrobetatron. Dovrei essere in grado di metterla on line domani sera nel tardo pomeriggio. 

Ricordato che non va attribuito agli sperimentatori il dovere di essere veloci quanto possono esserlo le critiche non ponderate, non c'è dubbio che i suggerimenti di chi può essere realmente d'aiuto sono e saranno sempre preziosi. Abundo e Pieravanti sono stati entusiasti dell'idea di questa piccola informale peer review. 

Preghiamo perciò i lettori più esperti di segnalare i passi meno chiari del report e segnalare eventuali refusi in modo che i ricercatori dell'IIS Pirelli possano vagliare i suggerimenti e diffondere poi la versione definitiva del documento.

DOWNLOAD :
IL REATTORE HYDROBETATRON 2.0 – “Lightning" (bozza)

22passi.blogspot.com: post n. 2087 (-135)

venerdì 8 marzo 2013

Novità in arrivo dall'ing. Abundo

91 : commenti
Quattro giorni fa l'ingegner Ugo Abundo mi ha scritto per salutarmi e confermare che il gruppo di ricerca sulla fusione fredda dell'IIS Pirelli di Roma è più che mai impegnato nel proseguimento degli esperimenti con l'Hydrobetatron e che prossimamente verrà diffuso un report di aggiornamento.


Intanto ieri notte ha pubblicato sul suo canale You tube questo video...



22passi.blogspot.com: post n. 2058 (-164)

domenica 16 dicembre 2012

NUOVE ENERGIE NELLA SCUOLA (X)
galleria fotografica del primo reattore Athanor

3 : commenti
A conclusione della serie di post dedicati al convegno che il 4 dicembre 2012 si è svolto presso l'IIS Pirelli di Roma (di cui trovate qui la directory di tutti i materiali e la web-cronaca), pubblico una galleria del primo Athanor, da non confondere con il suo successivo sviluppo denominato Hydrobetatron.

Athanor aperto
Athanor visto dall'alto
Riferimento a resistenza
Reattore chiuso con condensatore
Particolare reattore chiuso 
Reattore aperto per montaggio su bilancia 
Particolare reattore aperto
Reattore sotto cappa
Particolare reattore sotto cappa
Apparecchiatura calorimetrica
Panoramica

giovedì 13 dicembre 2012

NUOVE ENERGIE NELLA SCUOLA (IX)
10 giorni dopo...

45 : commenti
L'ing. Ugo Abundo mi ha inviato nel cuore della notte, alle 4:37 AM di oggi, un testo in cui fa il punto delle campagne di prova sul dispositivo Hydrobetatron, erede del primo Athanor che fu mostrato al pubblico per la prima volta in occasione del convegno all'IIS Pirelli del 19 aprile 2012. Il testo credo risponda anche alle osservazioni fatte da Franco Morici nei commenti (ore 15:58 del 09/12/12 e 8:57 del 10/12/12) al sesto post pubblicato relativamente al convegno del 4 dicembre scorso (trovate la directory di tutto il materiale del convegno nel primo post pubblicato).
Appena potrò inserirò, a vari riferimenti fatti dall'autore, i link opportuni.
Infine, questo testo corrisponde con molta probabilità a quanto Abundo riferirà domani alla platea di Coherence 2012.

***

A Franco Morici, (Mario Massa e gentili lettori, 
che invito TUTTI a seguire i ragionamenti, 
esposti, spero, con sufficiente schematicità). 

A riguardo delle Sue attente osservazioni di cui gentilmente mi ha indicato i link. 

Premesso che il nostro gruppo dispone di una complementerietà di competenze ben difficilmente assemblabile, riteniamo che il fenomeno in oggetto sia per lo meno MOLTO complesso. Pertanto, la pur indispensabile e necessarissima precisione non è di per sé assolutamente SUFFICIENTE ad indagarlo. 

Così, abbiamo messo in campo, e metteremo, tecniche di RAGIONAMENTO ADATTIVE, che danno man forte alla consueta prassi operativa. 

Si premette che sui risultati dei realizzandi test calorimetrici verranno eseguite due distinte analisi statistiche, una di deviazione standard mediante varianza, l’altra di significatività mediante il test “t”, così da tagliar via qualsiasi dubbio, almeno di natura statistica. 

Dal 19 aprile si sono condotte due ben diverse campagne di prove, con reattori denominati dapprima “Hydrotron”, successivamente “Hydrobetatron” perché il precedente marchio era già registrato da altri, appositamente riprogettati in funzione delle prove da effettuare. 

La prima campagna, con l’utilizzo di un reattore e di una apparecchiatura di riferimento, alimentata a resistenza elettrica. 

La seconda, con l’utilizzo di un solo reattore, autoreferente. 

PRIMA CAMPAGNA: 

Si è cercato di realizzare una apparecchiatura di riferimento il più possibile simile al reattore, pur dovendo concedere alla prima le inevitabili differenze attribuibili alla diversa geometria della zona di riscaldamento (a granuli nel reattore, a resistenza cilindrica nel riferimento) e al diverso sviluppo di aeriformi (vapore, idrogeno, ossigeno nel reattore, solo vapore nel riferimento). 

Confrontando, a parità di temperatura superficiale della soluzione (la zona più interessata dai fenomeni evaporativi che danno luogo alle perdite per calore latente) la potenza elettrica assorbita dai due apparecchi in situazione di raggiunto regime stazionario (così da elidere nel bilancio termico le derivate che avrebbero coinvolto le capacità termiche diverse tra le due apparecchiature), si sono ottenute differenze di assorbimento, a vantaggio del reattore, che ha assorbito meno Watt. 

Ciò è stato doppiamente documentato con video su youtube e videoriprese da parte di una troupe televisiva tedesca che sta conducendo una raccolta delle esperienze che ritengono significative a livello mondiale, per la realizzazione di un documentario. 

La entità del vantaggio del reattore sul riferimento è stata oggetto di puntuali osservazioni da parte di chi ci segue in rete, fino a correggere e stabilizzare tale vantaggio nella misura del 19%. 

Vale la pena ora di soffermarsi sugli obiettivi della citata campagna. 

Non si è mirato a raggiungere elevati valori di resa, peraltro difficilmente difendibili con semplici prove INDIRETTE di confronto, ma ad aprire una strada (con la razionalizzazione delle misure di input elettrico, con l’utilizzo di un apparecchio di confronto) verso la accettabilità di una rilevazione, seppur ancora indiretta, di OVERUNITY. 

Ciò fa naturalmente parte di un articolato cammino verso la realizzazione di misurazioni calorimetriche DIRETTE. 

mercoledì 12 dicembre 2012

NUOVE ENERGIE NELLA SCUOLA (VIII)
Intervista a Vincenzo Iorio

2 : commenti
Quella che segue è una breve intervista che il ricercatore Vincenzo Iorio ha rilasciato in esclusiva agli studenti dell'IIS Pirelli di Roma come personale contributo al convegno NUOVE ENERGIE NELLA SCUOLA  (vedi web-cronaca) dello scorso 4 dicembre.

***

Professore, qual è la sua idea o cosa pensa precisamente sulle reazioni LENR (Low Energy Nuclear Reaction)?

Innanzitutto saluto tutti con grande affetto e posso assicurarvi che il mio pensiero, cioè quello che adesso state leggendo, anche se proposto in un tempo differito esprime realmente il mio sentimento più sincero. L'energia contenuta in queste parole ve la invio tutta in questo momento e Vi abbraccio tutti quanti e mi scuso per non essere potuto stare tra voi oggi.
Mi viene chiesto cosa penso delle reazioni LENR. Io credo che oramai stiamo ad un punto di svolta straordinario, l'intera comunità scientifica deve verificare meglio alcuni suoi assiomi sulla struttura del nucleo degli atomi. Questi sono molto più plastici di quanto abbiamo mai potuto pensare. Sono certo che fin dall'antichità si sono osservate reazioni nucleari a bassa energia, soltanto, durante quel tempo, queste reazioni non venivano ben comprese.
Le ricerche del gruppo di Frascati, parlo del rapporto 41 del 2002 della cara Antonella De Ninno e di Antonio Frattolillo, le evidenze sperimentali di Iwamura, quelle di Takahaski, quelle di Tadahiko Mizuno, quelle di Francesco Celani, Piantelli, Focardi ed altri che in questo momento non mi vengono alla mente non lasciano più dubbi. La materia condensata mostra comportamenti ascrivibili ad un modello molto diverso da quello di cui parlano i nostri libri attuali.

Professore, vuole gentilmente parlarci delle sue ricerche attuali? Si sta sempre interessando della cella elettrolitica che presentò in Francia nel 2004?

In questi anni mi sto occupando di numerose cose. Una di queste è anche la cella di Mizuno, cioè la cella che nel 2004 ci permise di evidenziare alcune trasmutazioni che si verificarono sui nostri catodi di tungsteno. In quel periodo feci anche un certo numero di dichiarazioni sull'energia che questa cella sembrava produrre, poi qualche anno più tardi dovetti ritrattarle. Tuttavia il campo di indagine sull'energia è ancora aperto e non escludo che l'idea di un catodo di tungsteno in polvere, cioè appunto quella da voi proposta, possa essere la soluzione ideale per affrontare una ricerca fruttuosa in questo campo.
In ogni caso resta un fatto interessante, e cioè che le anomalie da noi riscontrate nel 2004 al convegno ICCF11 di Marsiglia per quanto riguarda i nuovi nuclidi che misurammo tramite tecnica S.E.M. Sul catodo di tungsteno sono ascrivibili quasi certamente al campo delle LENR o per meglio dire delle LENT (Low energy nuclear trasmutation).
Attualmente non sto più lavorando con il tungsteno ma con metalli che hanno una temperatura di fusione più bassa tra cui il nichel, il ferro ed altri ancora. Anche in questo caso sto riscontrando anomalie, per meglio dire rilevo alcuni elementi nuovi che prima erano completamente assenti e dopo l'innesco di un plasma si riscontrano in cospicue quantità.
Queste sperimentazioni le sto effettuando insieme al collega prof. Amitrano e al dott. Roberto Germano che costituiscono il mio attuale gruppo di lavoro. Comunque è assolutamente prematuro tirare delle conclusioni su questa ricerca tuttora aperta, per cui completo la mia risposta con una battuta: “su queste prove la prognosi è ancora riservata...".

Ritiene che possiamo avere speranze in futuro per quanto riguarda l'impiego di questi fenomeni e delle probabili tecnologie successive per risolvere il nostro annoso problema dell'incremento delle risorse di energia nel mondo?

Certamente sì, ma io credo che noi occidentali dobbiamo fare anche uno sforzo importante. Dobbiamo ridurre i nostri consumi che sono esagerati. Tutti noi dobbiamo comprendere che viviamo in un mondo di cui la maggior parte degli abitanti vive in grande povertà. Noi occidentali siamo i più fortunati e costituiamo solo il 25% di tutta la popolazione mondiale. Il resto sono poverissimi.
Cerchiamo, di ottimizzare i consumi e di non sperperare energia inutile. Chiediamoci sopratutto se durante le imminenti festività Natalizie, non sia il caso di festeggiare senza troppa ostentazione di ricchezze anche nel rispetto dei nostri fratelli più sfortunati.
Ora mi vorrei esprimere rivolgendomi al pubblico di studenti. Cari figlioli, studiate sempre, leggete, imparate... Conoscere è una cosa meravigliosa ed è l'unico modo per essere realmente liberi.
Vi saluto abbracciandovi tutti

NUOVE ENERGIE NELLA SCUOLA (VII)
Galleria fotografica dell'apparato calorimetrico

12 : commenti
1. Visione d'insieme
Mi manca ormai poco per completare la pubblicazione di materiali attinenti al convegno all'IIS Pirelli del 4 dicembre scorso (vedi web-cronaca). Qui trovate una galleria fotografica, composta da 11 immagini e didascalie fornite dall'ing. Abundo, che mostra l'apparato calorimetrico complessivo messo a punto presso l'istituto superiore romano.

Per chiarimenti contattare l'ing. Abundo.








2. Visione d'insieme ravvicinata
3. Vista laterale sarcofago isolamento reattore (prima valva)
4. Sifone per la reintroduzione del condensato
5. Sezione strumenti e refrigerazione
6. Sistema regolazione pompa mediante autoricircolo
7. Condensatore a serpentina, isolato
8. Condensatore
9. Sfogo uscita gas
10. Vista isolamento
11. Reattore incamiciato

domenica 9 dicembre 2012

NUOVE ENERGIE NELLA SCUOLA (VI)
Athanor replication at Örebro University in Sweden

58 : commenti
Il video qui inserito, documenta l'avvio dei lavori di replica dell'Athanor in Svezia, presso la School of Science and Technology della Örebro University, coordinati a distanza dagli studenti Pirelli tramite scambi email, consigli operativi, foto, filmati e esperienze,

Sfortunatamente il prof. Johan Kjellander lo ha reso disponibile solo qualche giorno dopo lo svolgimento del recente convegno all'IIS Pirelli (vedi web-cronaca), così la presentazione ufficiale di questo video al pubblico italiano, inizialmente prevista per la mattina del 4 dicembre, slitta a... adesso!


"Athanor replication at Örebro University in Sweden"



Riporto anche questo breve testo che ho avuto da Abundo, dove si spiegano i termini della collaborazione italo-svedese in corso.
Dopo il convegno del 19 aprile c/o l'Istituto L. Pirelli, siamo stati contattati dal Prof. Johan Kjellander, della School of Science and Technology presso la Örebro university, SWEDEN.
È stato chiesto ai nostri studenti di fornire informazioni di base, supportate dall'esperienza che questi hanno maturato durante le sperimentazioni, per l'avvio di uno studio preliminare sulle reazioni LENR presso l'Università di Örebro.
È iniziata una collaborazione mediante scambio di email, foto, film che ha prodotto una prima apparecchiatura, realizzata in Svezia, di cui il Prof. Kjellander ci ha gentilmente inviato un breve documento filmato.
Gli studenti hanno accolto con grande soddisfazione la comunicazione, e hanno confermato la disponibilità a fornire altre competenze che nel fratempo hanno maturato, chiedendo a loro volta di ricevere commenti e suggerimenti dagli sperimentatori svedesi in merito alle attività che l'Istituto L. Pirelli ha reso pubbliche su internet anche mediante registrazioni video.
È lo stesso Prof. Kjellander ad illustrare lo spirito di questa prima sperimentazione: 
Pubblicato in data 06/dic/2012:
"This is an amateur attempt to document a first test of a device built by Johan Kjellander et. al. at Örebro university in Sweden to replicate a LENR-experiment (Athanor) conducted by Ugo Abundo in Italy.
During this test no measurements were made to detect LENR activity. The purpose of the test was to verify that the electrolytic cell creates a plasma (as it should) and that the current through the cell follows the predicted behaviour when the voltage is increased.”

giovedì 6 dicembre 2012

NUOVE ENERGIE NELLA SCUOLA (V)
Domenico Cirillo: slides e intervista

8 : commenti

Ricordate questo post?


Lo scrissi il 5 ottobre scorso per informare che il 14 novembre 2012, Domenico Cirillo avrebbe riferito degli ultimi esiti delle proprie ricerche in ambito LENR a San Diego, nel corso del 2012 Winter Meeting & Nuclear Technology Expo dell'American Nuclear Society.

Il 20 novembre, dopo avere sentito Cirillo, lasciai un breve resoconto della sua postiva esperienza oltreoceano nel post "La settimana scorsa a San Diego". Da questo istante è on line la sintesi (in italiano) di quanto riferito da Cirillo ai colleghi statunitensi:


Si tratta di una ventina di slides preparate per essere presentate al convegno dell'IIS Pirelli di martedì scorso (vedi web-cronaca); ma in quella sede non c'è stato tempo di mostrarle. Così come non c'è stato tempo di dare lettura dell'intervista che segue, rilasciata in esclusiva da Domenico Cirillo agli studenti dell'istituto Romano.

***

Da quali presupposti è partito? 


I presupposti che da cui sono partito e che mi hanno fatto concentrare sullo studio del plasma elettrolitico sono curiosità e interesse ad esplorare un fenomeno nuovo e poco noto. Da quei presupposti si è sviluppata un’articolata attività sperimentale che, fra prove, errori, modellazioni e correzioni, mi ha dato la possibilità di poter misurare evidenze inattese, di un fenomeno nuovo. 

Qual è la configurazione della cella? 


La cella da cui siamo partiti era costituita da catodo in tungsteno e anodo in grafite. Poi negli anni abbiamo ottimizzato questo schema aggiungendo dettagli e migliorando le condizioni di sperimentazione, i materiali, le soluzioni, ma la configurazione resta molto vicina a quella base. Un catodo, un anodo e una soluzione elettrolitica. 

Quale percorso operativo porta all’accensione del plasma? 


mercoledì 5 dicembre 2012

NUOVE ENERGIE NELLA SCUOLA (IV)
contributi e soprese di Francesco Celani

141 : commenti
Ed ecco on line anche il materiale su cui ieri (vedi web-cronaca) il Dr Francesco Celani ha centrato il proprio intervento al convegno all'IIS Pirelli.

Innanzitutto l'articolo che illustra l'ormai famoso esperimento col filo di costantana, firmato oltre a Celani da E.F. Marano, A. Spallone, A. Nuvoli, E. Purchi, M. Nakamura, B. Ortenzi, S. Pella, E. Righi, G. Trenta, S. Bartalucci, A. Ovidi, G.L. Zangari, F. Minciulla, S. Bellucci.
Attenzione: anche se il titolo è sempre lo stesso degli articoli preliminari diffusi da Celani durante l'estate, il contenuto adesso è molto più esteso e approfondito:
E qui trovate le due slides portate ieri in anteprima al convegno (e un grafico di calibrazione con spiegazione su come è stato costruito il grafico della seconda slide):

Le due slides contengono una grande sorpresa!
E lascio che sia lo stesso Celani a spiegare l'estrema importanza di tutto ciò, tramite una sua email di ieri:
da: Francesco.Celani
a: NextMe, 22 passi, EnergeticAmbiente, Vincenzo Valenzi
data: 04 dicembre 2012 19:07
oggetto: 2 Slides finali del convegno riguardo la replica.

Cari Colleghi,
come richiesto, Vi allego copia delle 2 slides riguardo la prima replica INDIPENDENTE di anomalie termiche utilizzando la Costantana nanostrutturata, come da Nostra procedura riguardo la preparazione del materiale.
Gli esperimenti sono stati effettuati, in completa autonomia, da Ricercatori (esperti nel campo) afferenti ad una grossa Industria Internazionale.
Vi prego notare quanto segue:
  • Il reattore utilizzato è COMPLETAMENTE diverso da quello da Noi sviluppata ed utilizzato. Come conseguenza, la probabilità di un errore sistematico nelle misure è divenuta altamente improbabile;
  • Sono misure CALORIMETRICHE e non solo termometriche (come da Noi, nel caso specifico, utilizzato);
  • Hanno usato soltanto 20 cm di filo, cioè un quinto di quello da noi utilizzato;
  • Il filo utilizzato è del tipo "base", tipo 2L, cioè con soltanto DUE strati di nanomateriale. Usualmente utilizziamo fili con 200-700 strati.
  • Riguardo le anomalie termiche, iniziano a valori di temperatura superiori a quelli tipici riscontrati con fili da 200-700 strati. I valori di anomalie, normalizzati alla lunghezza standard, sono circa la metà di quelli riscontrati con i fili da 200-700 strati.
La robustezza "meccanica" dei fili sembra essere invariata.


A parte la mia brevissima anticipazione, i dati DOVREBBERO essere presentati, e compiutamente discussi, prima del 15 Dicembre, dagli Autori delle misure.

Grazie per l'attenzione,
Francesco CELANI

Post scriptum dell'8 dicembre. Ormai svelato il "segreto" riguardo gli autori della replica indipendente, lo stesso Umbaldo Mastromatteo (STMicroelectronics) mi ha inviato oggi la precisazione che segue.
Il test illustrato nelle due slide presentate da Celani il 4 dicembre, è stato fatto perché l’autore del test collabora con Celani da anni, tanto che è più volte citato tra gli autori dei lavori che Celani stesso ha presentato a varie conferenze: una salutare collaborazione scientifica. Inoltre, l’autore del test si occupa di questa materia dal 1994 (oltre a tante altre cose, come testimoniano gli oltre 100 brevetti internazionali depositati come autore o coautore, di cui più di 70 rilasciati negli USA, naturalmente tutti su argomenti di interesse dell’azienda per cui lavora), autorizzato dalla direzione aziendale. In rete si trova quasi tutto il lavoro fatto sull’argomento LENR e pubblicato, senza che ci siano state operazioni segrete di qualche genere: alcuni lavori sono stati ritenuti validi, altri sono affetti da interpretazioni sbagliate dei meccanismi ritenuti alla base delle “reazioni” osservate, o meglio, ritenuti responsabili del comportamento del sistema sperimentale: nella ricerca questo succede spessissimo, come tutti sanno.

Egli ha sempre lavorato con sistemi di piccole dimensioni per poter utilizzare la tecnologia microelettronica sia per i materiali puri in uso, che per le possibilità di indagine a livello microscopico e di misura. Sugli aspetti termodinamici connessi a sistemi di piccole dimensioni come quelle usati, ritiene di avere una buona competenza.

Senza dover descrivere il sistema usato per testare il filo di Celani, per capire il grafico riassuntivo della slide 2, bisogna innanzitutto sapere che la potenza extra eventualmente prodotta nel reattore, può essere misurata in diversi modi, i quali devono portare possibilmente allo stesso risultato, la qual cosa non è affatto scontata: ogni reattore è un caso a sé.

Il sistema può essere portato alla temperatura di lavoro con modalità differenti: fissando la tensione e tenendola costante; fissando la potenza e tenendola costante; fissando la temperatura e tenendola costante; con la corrente costante, ma è poco usato per via di possibile run out.

Nel caso in esame si è operato a temperatura costante effettuando una salita di temperatura a gradini (di 10 gradi in 10 gradi o simili) e mantenendola costante fino alla stabilità della potenza. Siccome le costanti di tempo del reattore (prodotto resistenza termica per capacità termica) per alcune parti del sistema sono dell’ordine di qualche ora, si capisce che la salita da ambiente a 400 gradi è piuttosto lunga. Infatti, quanto riportato nella slide 2 è stato ottenuto in circa 2 settimane, anche se alcuni comportamenti del filo, quali la diminuzione della resistenza si sono osservati nel giro di un giorno.

Siccome in laboratorio si è verificato che quando il reattore non ha materiale attivo al suo interno si ha una relazione lineare tra la differenza della potenza immessa e la potenza dissipata per conduzione all’interno del reattore, verso una relazione con la potenza netta irraggiata dal materiale, il grafico illustra tale andamento “lineare” (se sull’asse X compare l’andamento dell’irraggiamento netto), previsto senza produzione extra e il grafico reale con il filo attivo all’interno del reattore. La differenza tra la potenza prevista e quella reale ci dà la potenza prodotta extra riportata nella tabella. La sovrapposizione dei punti a temperature basse indicano la soglia sotto la quale presumibilmente il materiale non produce.Gli altri metodi di misura confermano il dato esposto; entrare nel merito richiederebbe la descrizione dettagliata del reattore. Materiali che non producono potenza extra non presentano tracce di alterazione della superficie dove poter rintracciare eventuali trasmutazioni. Delle trasmutazioni osservate i commenti nel blog non si sono interessati ed è un peccato, perché sono la controprova del risultato positivo del test.
Ubaldo Mastromatteo

martedì 4 dicembre 2012

NUOVE ENERGIE NELLA SCUOLA (III)
Yogendra Srivastava: slides e intervista

38 : commenti
Le slides che il prof. Yogendra Srivastava ha portato al convegno dell'IIS Pirelli (vedi web-cronaca), utilizzate anche in occasione del seminario tenuto a Napoli il 23 novembre scorso, sono scaricabili a questo link:
Quella che segue è invece l'intervista al Prof. Srivastava preparata per essere letta all'IIS Pirelli il 4 dicembre, ma resa poi  superflua dalla presenza in carne ed ossa del fisico dell'Università di Perugia, nella foto accanto durante il suo intervento presso la scuola superiore romana.


***

Come è nato il suo interesse per la teorizzazione delle LENR? 


All physicists were excited by Fleischman Pons experimental claims for cold fusion and then most physicists were discouraged because we did not know how to overcome the Coulomb barrier. On the other hand, at the center of the Sun, if one had only electrons and protons, the Fermi weak interaction is absolutely essential to produce neutrons, after which further nuclear transmutations can be initiated. This motivated me to work for over 6 years, to consider ways to use weak, electromagnetic and strong interactions towards low energy nuclear transmutations (LENT). 

Tutti i fisici furono entusiasti quando l'esperimento di Fleischman Pons affermò la fattibilità della fusione fredda, e poi la maggior parte di questi fu scoraggiata perché non era possibile chiarire in che modo si potesse superare la barriera Coulombiana. D'altra parte tuttavia, al centro del Sole, se si hanno soltanto elettroni e protoni, è evidente che l'interazione debole di Fermi è assolutamente fondamentale per la produzione di neutroni, in seguito alla quale è possibile iniziare ulteriori trasmutazioni nucleari. Queste ragioni sono quelle che mi hanno motivato a lavorare su tale argomento per 6 anni, per considerare in che modo usare l'interazione debole, elettromagnetica e forte al fine di giustificare le trasmutazioni nucleari a bassa energia (LENT) 

Quali sono gli ostacoli all’inizio di una serena sperimentazione LENR nelle università? 


To do a proper experiment, one needs enthusiasm, hard patient work, collegial support and of course funds for equipment and other expertise. Sadly, collegial support and funding have been scarce. 

Per fare un corretto esperimento, sono necessari entusiasmo, lavoro duro e costante, supporto collegiale, e ovviamente fondi per le apparecchiature e per le competenze professionali. Tristemente devo dire che al momento il supporto collegiale e i fondi disponibili sono risultati scarsi. 

Quali aspetti devono essere maggiormente indagati sperimentalmente? 


I have 4 acid tests for LENT: One must find 1. Evidence for some neutrons. 2. Evidence for some high energy electromagnetic radiation. 3. Evidence for new materials not present before, i.e., evidence of nuclear transmutations. 4. Evidence for gain in energy.

Si hanno 4 prove evidenti nel caso della presenza di LENT. É necessario trovare: 1) Evidenza delle presenza di neutroni. 2) Evidenza della presenza di radiazioni elettromagnetica di alta energia. 3) Evidenza della presenza di nuovi materiali non presenti prima dell'esperimento, ossia di trasmutazioni nucleari. 4) Evidenza di un guadagno in energia. 

E quali teoricamente? 


The theory should not be ad hoc, designed solely to explain a given phenomenon. For me, it means the known four forces. If one invents a new mechanism, it must have some predictive power, that is it must make further theoretical predictions which should be testable experimentally.

La teoria non dovrebbe essere costruita ad hoc, destinata per spiegare un dato fenomeno. Per me, questo significa le 4 forze conosciute. Se si inventa un nuovo meccanismo, esso deve avere un certo potere di predizione, ossia deve fare predizioni teoretiche ulteriori, che devono poter essere testabili tramite esperimenti. 

Verso quale direzione muoversi per la produzione diretta di energia elettrica senza passare per il vapore? 


I am not sure what this question means precisely. If excess energy is released in a nuclear reaction, it may be harnessed in a variety of ways. The best method would have to be designed appropriately.
Non sono sicuro di cosa significhi di preciso questa domanda. Se un eccesso di energia è rilasciato in una reazione nucleare, esso può essere utilizzato in diversi modi. Il metodo più indicato dovrebbe essere progettato in modo opportuno. 

La trattazione teorica delle LENR sconvolge i principi della fisica attuale? 


The mechanisms for LENT which Widom and myself have been considering are all based on the validity of the standard model which practically all physicists agree to. Hence, there is no conflict.

I meccanismi per le LENT che io e Widom abbiamo considerato sono tutto basati sulla validità dei modelli standard sui quali praticamente tutti i fisici sono d'accordo. Quindi, non c'è conflitto.

NUOVE ENERGIE NELLA SCUOLA (II)
intervista a Emilio del Giudice

3 : commenti
Quella che segue è l'intervista che il fisico Emilio Del Giudice ha rilasciato in esclusiva agli studenti dell'IIS Pirelli di Roma come contributo al convegno NUOVE ENERGIE NELLA SCUOLA  (vedi web-cronaca).


Quali sono le principali obiezioni che vengono mosse alla realtà delle LENR? 


Non sono quasi mai obiezioni di merito. Le critiche si basano soprattutto sul fatto che la fisica "ortodossa" non contempla la possibilità di reazioni nucleari sotto una ben determinata soglia energetica. In particolare viene ricordato il vincolo del superamento della barriera coulombiana necessario per far sì che due cariche, in questo caso due nuclei di carica positiva, si avvicinino superando la naturale repulsione elettrostatica.



Quali le sue risposte?

 È possibile che sopra una certa soglia di densità si sviluppi una attrazione in grado di tenere insieme molte particelle che normalmente dovrebbero respingersi. Questo fenomeno è noto come "like likes like" in italiano "simile ama simile". Si osserva cioè che particelle aventi la stessa carica elettrica che dovrebbero quindi respingersi stanno invece insieme mostrando una notevole correlazione su distanze lunghe rispetto ai campi di azione delle forze elettriche. In natura abbiamo molti esempi di questo tipo, ad esempio in biologia osserviamo l'esistenza di tessuti formati da cellule aventi tutte carica superficiale negativa. In opportune condizioni possiamo quindi giustificare che cariche dello stesso segno, i protoni dei nuclei di idrogeno, si avvicinino spontaneamente vincendo la repulsione coulombiana senza necessità di un apporto di notevole energia dall'esterno come avviene, ad esempio, nella fusione "calda".

Cosa c’è di comune ai diversi approcci sperimentali che si stanno seguendo? 

È difficile dare una risposta univoca. Dal 1989 molti ricercatori hanno proposto la loro personale strada alle LENR. In comune c'è il superamento di una soglia di innesco ottenuta lavorando sulle procedure di caricamento dell'idrogeno (e del suo isotopo deuterio) nei materiali o sulla realizzazione di materiali speciali in grado di realizzare elevati caricamenti in condizioni sperimentali "ordinarie". La vostra esperienza sembra appartenere alla prima categoria mentre i fili realizzati da Francesco Celani rientrano nella seconda.

Cosa indica che si tratti di energia nucleare?

La firma di una reazione nucleare è il ritrovamento delle cosiddette "ceneri", ovvero l'esistenza di frammenti come neutroni o particelle alfa oppure elementi che non erano presenti in origine. Infatti solamente una reazione nucleare può mutare un elemento in un altro modificandone il nucleo. Nell'esperimento condotto all'ENEA di Frascati nel 2002, cui ho partecipato, sono state trovate tracce di elio. Il nucleo di elio si forma dall'unione di due nuclei di deuterio a seguito di una reazione di fusione, quindi, esiste una relazione biunivoca tra la presenza di elio in un ambiente in cui era presente soltanto deuterio e la reazione di fusione d+d. Altre "prove" sono le tracce di elementi pesanti non presenti prima dell'esperimento, le cosiddette trasmutazioni segnalate da ricercatori giapponesi ed americani. Un argomento utilizzato nei primi anni e secondo cui l'origine nucleare sarebbe giustificata dall'elevata energia specifica (per atomo) misurata negli esperimenti è in realtà molto debole perché sono stati osservati fenomeni di origine non nucleare (la cui spiegazione è ancora non chiara) in cui l'energia specifica associata ad ogni atomo raggiunge le centinaia di elettronVolt contro le unità di eV che usualmente accompagnano le reazioni chimiche.

Verso quale direzione muoversi per aumentare l’energia estratta? 

Occorre innanzitutto fermarsi a riflettere sul concetto di energia. La nostra civiltà è caratterizzata da una voracità senza precedenti nella storia dell'umanità per quanto riguarda i consumi energetici. Il consumo energetico mondiale è cresciuto costantemente dagli anni '60 ed i miglioramenti introdotti dalla maggiore efficienza della tecnologia sono stati ampiamente compensati dall'aumento di beni e servizi "energivori". Il nostro pianeta non è un sistema aperto in grado di sostenere un consumo infinito ma un sistema chiuso in cui l'aumento sconsiderato del consumo di energia ha ripercussioni su ogni parte del sistema, in modo spesso impredicibile. Valutiamo quindi se davvero vogliamo avere accesso ad una sorgente di energia potenzialmente illimitata ed a basso costo e, soprattutto, se siamo maturi per gestirla in modo tale che si risolva in un beneficio e non in un danno per l'umanità. La caratteristica principale della tecnologia basata sulle LENR è la piccola taglia dei potenziali apparecchi, il che costituisce già di per sé una rivoluzione nella politica energetica perché permette di abbandonare i grandi impianti e le conseguenti perdite di distribuzione, migliorando l'efficienza e combattendo i monopoli. Ma queste sono argomentazioni di natura politica e non scientifica e quindi fermiamoci qui.

Come potrebbe essere prodotta direttamente energia elettrica senza passare per il vapore?

Per rispondere a questa domanda occorre conoscere a che temperatura viene prodotto il calore. Ad esempio si può pensare di utilizzare un motore di Stirling per ottenere lavoro meccanico da due sorgenti a temperatura diversa (una è la temperatura ambiente) e far girare un alternatore, oppure sfruttare l'emissione ad alta temperatura di radiazione infrarossa per eccitare un pannello fotovoltaico di nuovissima generazione. Tutti questi sistemi sono però caratterizzati da una bassissima efficienza di trasformazione, quindi c'è dell'ottimo lavoro da fare per gli ingegneri.
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