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domenica 26 ottobre 2008

Meglio un agire caotico

Meglio un agire caotico che un non agire ordinato.
Karl E. Weick (1936, vivente)
A questa frase che mi piace molto m'è venuto spontaneo accostare l'ordine nel caos di Escher (1898-1972). Weick la pensò relativamente al funzionamento delle organizzazioni, ma può essere ben applicata anche al comportamento individuale.
Per Weick il mondo esterno non ha un senso intrinseco: siamo noi, attraverso i nostri processi cognitivi ad attribuire a esso dei significati che vanno a costituire le nostre mappe cognitive e causali, che a loro volta diventano le “lenti” attraverso cui guardiamo il mondo. Pertanto ogni interpretazione che diamo, nel presente, all’ambiente che ci circonda è sempre retrospettiva, si basa cioè essenzialmente sull’esperienza che ne abbiamo fatto in passato. È l’esperienza a permetterci di interagire con l’ambiente, a permetterci di produrre azioni coerenti ai nostri obiettivi, a farci prefigurare gli effetti di tali azioni nel futuro (Cfr. Weick, 1993). Per Simon la nostra razionalità non può essere che una razionalità limitata, dato che la complessità dell’ambiente non è gestibile dalla nostra capacità di analisi: non è possibile prevedere tutte le conseguenze delle nostre azioni, considerare tutte le variabili in gioco, non avere pregiudizi che condizionino l’oggettività delle nostre scelte. Quindi non si decide mai secondo un criterio astratto di massima efficienza bensì secondo un criterio concreto di soddisfazione minimale (Cfr. Simon, 1979). Il modello del garbage can di March e Olsen nega del tutto che i decisori facciano affidamento sulla razionalità, sia pure limitata, per operare le loro scelte, a maggior ragione quelli che operano nella Pubblica Amministrazione, dove le variabili da prendere in considerazione per definire una qualsiasi politica sociale sono troppo complesse e numerose e gli effetti di ogni mossa sono difficilmente prevedibili. Un cittadino si attende che i sistemi di Governo, nazionali e locali, assumano delle decisioni utili alla collettività e penalizza in sede elettorale i politici che si dimostrano poco propensi ad assumere decisioni piuttosto che quelli che, assumendone spesso, talvolta possono sbagliare. Di fatto per March e Olsen l’immagine che rappresenta meglio come un’organizzazione compie le proprie scelte, decidendo quali azioni intraprendere, è l’estrazione casuale da un cassonetto dei rifiuti di uno dei tanti problemi “buttati” lì dentro dall’ambiente, con “appiccicate” alcune soluzioni per affrontarlo: anche se siamo guidati dal caso, la probabilità ci dice che la nostra azione non sarà la migliore possibile ma nemmeno la peggiore (Cfr. March e Olsen, 1992). Weick, ispirandosi al modello del garbage can, dà ai manager un consiglio apparentemente paradossale: meglio un agire caotico che un non agire ordinato. Se un’organizzazione vuole accrescere la propria efficienza avrà tanti più elementi di riflessione a cui attingere quanto più in passato ha agito, viceversa astenersi dall’azione non produce alcun elemento utile alle nostre decisioni future. In altre parole qualsiasi agire, sia pure caotico, intuitivo, improvvisato o casuale che dir si voglia, genera comunque nuovi significati ed elementi concreti su cui confrontarsi. Naturalmente esistono dei limiti di buon senso che vanno comunque rispettati, specialmente quando le nostre azioni coinvolgono altri esseri umani, tuttavia la provocazione di Weick coglie perfettamente la realtà dell’agire di molte organizzazioni, al pari dell’immagine del cassonetto della spazzatura (Cfr. Weick, 1993). MARCH, J.G. e OLSEN, J.P. – 1992 – Riscoprire le istituzioni. Le basi organizzative della politica, Bologna, Il Mulino. SIMON, H.A. – 1979 – Il comportamento amministrativo, Bologna, Il Mulino. WEICK, K. – 1993 – Organizzare. La psicologia sociale dei processi organizzativi, Torino, ISEDI. E questo era un punto della mia tesi di laurea in scienze politiche (2003) dove spiegavo, accademicamente, perché un agire caotico sia preferibile a un non agire ordinato. Con la saggezza popolare basterebbe dire "cosa fatta capo ha"! :-)

6 : commenti:

Caterpillar 1 ha detto...

sono ammirata!

Maria Chiara ha detto...

Grazie per aver postato questo argomento, inoltre grazie per l'opera di Escher di cui ignoravo l'esistenza. Tutto questo è meraviglioso!!! Weick ha ragione. Uh...questo ordine e questo caos...che cosa affascinante!!:)

Daniele Passerini ha detto...

Grazie Simo, Karl Weick è poco conosciuto, fuori dalla cerchia degli addetti ai lavori, ma è davvero un grande!

Wow MKB, son contento di averti fatto conoscere Escher! Molte sue opere sono state fonte di ispirazione per tutti i grafici del XX secolo e sono certo che tu stessa le hai incontrate spesso senza sapere chi ne fosse l'autore. Cito per tutte la Metamorphose di Escher! ;-)
Da quasi 20 anni ho a casa un catalogo della Taschen (lo hanno di certo ristampato) fantastico che si intitola semplicemente M.C. Escher - grafica e disegni. Te lo consiglio, è fantastico.

Maria Chiara ha detto...

A no. Escher lo conoscevo (come non avrei potuto,anche volendo.XD) non conoscevo l'opera in questione.^^ grazie per il consiglio!!!:)

Daniele Passerini ha detto...

Ah ok, scusa.
Se vai sul sito ufficiale http://www.mcescher.com/ nella Picture Gallery tutta la sua produzione e pure salvabile, in bassa risoluzione chiaro ma per la visualizzazione sul web va benissimo.
Ciao alla prossima.

Daniele Passerini ha detto...

P.S. L'opera in questione si intitola Order and Caos ed è una litografia del 1950

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