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giovedì 2 ottobre 2008

Nosocomi kafkiani dei nostri tempi

Oggi ho effettuato la visita specialistica (insomma!) alla colonna, prenotata da quasi un mese. Parto alle 16 da casa, destinazione il nuovo polo unico ospedaliero di Perugia, il S. Maria della Misericordia (ex Silvestrini). Un bell'esempio dei nosocomi kafkiani dei nostri tempi: chilometri di corridoi da podista, anziani smarriti che arrancano da un info-point all'altro, riscaldamento a tutto vapore manco fuori nevicasse e di conseguenza finestre aperte... Il CUP dove pagare il ticket è stato trasferito rispetto all'ultima volta, e ti pareva! In compenso vedo disseminati in ridondanza decine e decine di cartelli per guidare fino alla nuova sede del CUP: un'autentica caccia al tesoro attraverso corsie e reparti. Solo alla fine scoprirò che avrei fatto molto prima a uscire da capo fuori dall'ospedale ed entrare dal nuovo ingresso poco distante: peccato che nessuna indicazione lo segnalasse! Va be', la nuova struttura è in fase di rodaggio, logistica zero ma public relation 10: innumerevoli info-point e molta cortesia (e comprensione) da parte degli addetti alle informazioni. I corridoi che collegano le "stecche" tra loro, date le dimensioni e le lunghe prospettive alla "deserto dei Tartari", sono stati battezzati con nomi di Vie e Viali e contraddistinti da diversi colori, così dovrebbe essere meno facile perdersi in questa profusione di metri-quadri. Se si tralasciasse il fatto di essere al chiuso, la sensazione sarebbe quella di passeggiare a La Defense di Parigi! Pagato il ticket, in 5, 10 minuti arrivo alla grande sala-aspetto di ortopedia. Conto almeno una quarantina di persone in attesa. Ogni tanto si affaccia un'infermiera e chiama per cognome le persone prenotate; sorridente, gentile, anche quando qualcuno si spazientisce e protesta per l'attesa. Alla fine va molto meglio di quel che pensassi: aspetto solo una cinquantina di minuti per sentirmi chiamare. L'infermiera cocca mi accoglie col suo fantastico sorriso e mi fa accomodare in un minuscolo ambulatorio. Arriva subito il medico specialista, simpatico e buontempone pure lui. La visita dura appena 5 minuti, stile mutua del tempo che fu: ci credo, con tutta quella fila là fuori! Mi chiede perché sono lì, mi fa stendere sul lettino e mi muove le gambe per vedere se ho ancora dolori alla schiena. Visto che al momento sto bene una lastra gli sembra superflua e all'occorrenza potrò farmela sempre prescrivere dal medico di base. Mi dà una fotocopia con alcuni semplici esercizi di stretching, ma mi rendo conto di conoscerli già: devo solo trovare la costanza di farli. Ok ho capito l'antifona: da domani metto la sveglia indietro di 15 minuti e riprendo a fare gli esercizi yoga dei Cinque Tibetani. So benissimo che quando li pratico regolarmente la schiena in pochi giorni torna completamente a posto. Sono le 18. Riguadagno l'uscita con una domanda: ma perché erano tutti così gentili e di buon umore? Nuovi corsi di formazione new age per i lavoratori della ASL? In effetti non mi era mai successo di constatare tanta allegria in un ospedale... e non ho visto nessuno farsi spinelli, e allora? Poi ripenso ai musi lunghi dei visitatori che camminavano e camminavano tra i corridoi delle stecche... vuoi vedere che, sotto sotto, uno si sente un po' "in colpa" a lavorare in una struttura dalle dimensioni così poco umane, e che gli viene naturale essere più comprensivo, provare a sdrammatizzare, accoglierti con più calore. Comunque sia, sì, complimenti a tutto il personale che ho visto sopperire alla grande ai limiti della nuova smisurata struttura. Altro che guerra ai fannulloni: forse il Ministro Brunetta ha in mente i corridoi e le stanze di qualche Ministero della capitale, ma se scendesse al livello delle ASL e dei Comuni - dove i cittadini sono in fila e sacrosantamente pretendono di ricevere il servizio che pagano, col ticket o con le tasse - constaterebbe che lì i fannulloni hanno ben poche occasioni di concretizzarsi. P.S. Nella cartina: in giallo la struttura del "vecchio" Ospedale Silvestrini, in rosso l'ampliamento recentemente inaugurato, in azzurro i padiglioni in fase di completamento... fa pensare ad una proliferazione tumorale!

3 : commenti:

Maria Chiara ha detto...

Una mia amica ha vissuto una situazione kafkiana all'università. E' stata sballottata da una sede all'altra senza ricevere alcuna spiegazione razionale...inoltre questo sballottamento era causa di un documento inesistente che avrebbe dovuto firmare...ma di cui nessuno sapeva l'esistenza...(e in effetti semplicemente non esisteva). Anche con la Telecom accadono cose strane...:)

Caterpillar 1 ha detto...

ah, i cinque tibetani! Dovrei riprendere anch'io. Fra qualche mese chissà.

Daniele Passerini ha detto...

Cara m.k.b.
il punto è che tutta questa nostra società s'è tinta di kafkiano ormai! E qualcuno vorrebbe vedere noialtri cittadini solo come mucche da latte... mungi e mungi e mungi... io sono per la resistenza nonviolenta e quotidiana, a partire dalla mia TV che è l'elettrodomestico meno acceso di tutta la casa! :)
Mi parli di Telecom... ho dovuto lottare 6 mesi per liberarmene!!! Non c'era verso, m'è toccato ricorrere all'avvocato della Federconsumatori.

Oh Cate, pigrona! :)
Stamattina come m'ero ripromesso ho puntato la sveglia 15 minuti prima e - ripartendo da 9 sequenze - ho mantenuto la promessa di fare i 5T. Perché non mi fai compagna da domattina?

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