Ha voglia la destra a urlare dagli dagli al finto moralismo della sinistra! Ma la faccia finita!
Non ce ne frega niente di quel che Berlusconi combina tra le sue lenzuola, buon per lui se alla sua età bunga-bunga ancora; del resto di donnine compiacenti ne troverà sempre quante ne vuole con tutti i soldi che ha. Però magari controllasse loro i documenti, non succedesse ancora che qualche minorenne si spacci per una parente maggiorenne di qualche capo di stato estero!
Vergognoso è che un primo ministro telefoni a una Questura nel cuore della notte per ottenere un favore personale: questo è abuso di potere bello e buono, roba da monarchia assoluta, punto. Qualunque altro leader di qualunque nazione (democratica) al mondo si sarebbe dimesso per molto meno.
Non ce ne frega niente di quel che Berlusconi combina tra le sue lenzuola, buon per lui se alla sua età bunga-bunga ancora; del resto di donnine compiacenti ne troverà sempre quante ne vuole con tutti i soldi che ha. Però magari controllasse loro i documenti, non succedesse ancora che qualche minorenne si spacci per una parente maggiorenne di qualche capo di stato estero!
Vergognoso è che un primo ministro telefoni a una Questura nel cuore della notte per ottenere un favore personale: questo è abuso di potere bello e buono, roba da monarchia assoluta, punto. Qualunque altro leader di qualunque nazione (democratica) al mondo si sarebbe dimesso per molto meno.
Ma pure alla sinistra dico: basta soffiare sul fuoco ché Berlusconi è già cotto quanto basta. Lasci che i magistrati compiano il loro dovere e pensi piuttosto a fare politica e fare opposizione, scendere in piazza per denunciare lo sfascio a cui questo governo ci ha condannato. Ad esempio smascherando l'eutanasia del Welfare State, uno scandalo mille volte più grave del bunga bunga! Un esperto di politiche sociali come me, per esempio, tra qualche anno si ritroverà di certo a lavorare all'anagrafe o all'urbanistica, perché i tagli ai finanziamenti previsti determineranno la chiusura della maggioranza dei servizi, in primis quelli rivolti alle fasce deboli della popolazioni, portatori di handicap, famiglie non abbienti, affittuari ecc.
Illuminante al riguardo il seguente documento sulla spesa sociale 2008-2013. Leggetelo con attenzione e ricordatevene la prossima volta che dovrete scegliere chi mandare in Parlamento.
Finanziaria 2011: fine delle politiche sociali?
Per Legautonomie, Antonio Misani, membro della Commissione bilancio della Camera, ha redatto lo scritto che proponiamo ai nostri lettori perché spiega con chiarezza e in termini aggiornatissimi lo svuotamento dei dieci fondi a carattere sociale che, in due riprese, 1997-1998 e 2006-2007, i governi di centrosinistra avevano istituito e finanziato. Allora anche noi criticammo l'eccessiva frammentazione di quelle risorse, che riduceva l'autonomia di Regioni e Comuni, predeterminandone l'utilizzo dal centro. Una pagliuzza a confronto con la trave che, dal 2009, anno dopo anno, taglia questi fondi quasi dell'8o%, riducendoli a poche briciole. Il fatto è preoccupante anche perché si tenderà ad assumere come riferimento per l'attuazione del federalismo fiscale e il futuro finanziamento dei servizi comunali un'entità finanziaria depurata appunto di tutto quello che è stato cancellato, proiettando così le riduzioni effettuate sui prossimi anni.
Il drastico ridimensionamento deciso con la manovra finanziaria per il 2011 dei fondi statali di carattere sociale potrebbe segnare la fine di importanti politiche socio-assistenziali. È uno dei dati più eclatanti che emerge dai numeri del Disegno di legge di stabilità 2011 (A.S. 2464) e del Bilancio di previsione 2011 dello Stato (A.S. 2465), così come approvati definitivamente dal Senato.
Il taglio più significativo riguarda il Fondo nazionale per le politiche sociali (FNPS), istituito dall'art. 59, comma 44, della legge 449 del 1997. La configurazione del fondo è stata ridefinita dall'art. 80, comma 17, della legge finanziaria 2001 e dall'art. 20, comma 8, della legge 328 del 2000 ("Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali"). Da ultimo, l'art. 2, comma 103, della legge finanziaria 2010 ha stabilito che gli oneri relativi ai diritti soggettivi (agevolazioni a genitori di handicappati, assegni di maternità, assegno ai nuclei familiari, indennità per i lavoratori affetti da talassemia major), in precedenza finanziati dal riparto del FNPS, sono finanziati tramite appositi capitoli di spese obbligatorie iscritti nello stato di previsione del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.
Le risorse del fnps, che rappresenta la principale fonte di finanziamento statale degli interventi di assistenza alle persone e alle famiglie, contribuiscono in misura decisiva al finanziamento della rete integrata dei servizi sociali territoriali attraverso la quota del fondo ripartita tra le Regioni (che a loro volta attribuiscono le risorse ai Comuni, che erogano i servizi ai cittadini in conformità ai Piani sociali di zona).
Al netto delle spese obbligatorie dedicate ai diritti soggettivi, gli stanziamenti del Bilancio di previsione dello Stato relativi al FNPS erano pari a 929,3 milioni nel 2008. Nel biennio successivo il Governo Berlusconi ha messo in atto una prima, drastica riduzione, fino ai 435,3 milioni previsti per il 2010. Per il 2011, il Fondo viene ulteriormente ridimensionato: lo stanziamento iniziale è stato incrementato di 200 milioni dal maxiemendamento del Governo approvato dalla Commissione bilancio della Camera, ma il taglio rispetto al 2010 è comunque pesante: -37,1%. Nel 2012-2013 la prospettiva è quella di un quasi completo definanziamento del Fondo, con stanziamenti ridotti a 70 milioni nel 2012 e 44,6 milioni nel 2013.
Particolarmente colpite saranno le risorse destinate alle Regioni (progressivamente diminuite, come evidenzia un recente dossier della Conferenza delle Regioni, dai 670,8 milioni del 2008 ai 518,2 milioni del 2009, fino ai 380,2 milioni del 2010): di molto ridotte nel 2011 (275,3 milioni da suddividere tra le Regioni e il Ministero del Welfare) e di fatto annullate dal 2012 (poiché i fondi disponibili basterebbero a malapena per il Ministero del Welfare), compromettendo un decennio di costruzione della rete territoriale dei servizi sociali
La manovra di bilancio per il 2011 cancella ogni stanziamento per il Fondo per la non autosufficienza, istituito dall'art. 1, comma 1264 della legge finanziaria 2007 e finalizzato a garantire su tutto il territorio nazionale l'attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali in favore delle persone non autosufficienti. Le risorse destinate al Fondo, pari nel 2007 a 100 milioni (di cui 99 attribuiti alle Regioni), erano salite a 300 milioni nel 2008 (di cui 380 alle Regioni) e a 400 milioni nel 2009 (di cui 399 alle Regioni) e nel 2010 (di cui 380 alle Regioni). La cancellazione del fondo è un passo indietro molto negativo, in un Paese dove, come ricordato da una recente ricerca promossa dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, a fronte di almeno 2,6 milioni di persone non autonome nello svolgere le normali funzioni quotidiane, le risorse pubbliche destinate a sostenere le disabilità e la non autosufficienza sono assolutamente esigue in rapporto a quanto accade nel resto d'Europa.
La manovra di bilancio per il 2011 cancella ogni stanziamento per il Fondo per la non autosufficienza, istituito dall'art. 1, comma 1264 della legge finanziaria 2007 e finalizzato a garantire su tutto il territorio nazionale l'attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali in favore delle persone non autosufficienti. Le risorse destinate al Fondo, pari nel 2007 a 100 milioni (di cui 99 attribuiti alle Regioni), erano salite a 300 milioni nel 2008 (di cui 380 alle Regioni) e a 400 milioni nel 2009 (di cui 399 alle Regioni) e nel 2010 (di cui 380 alle Regioni). La cancellazione del fondo è un passo indietro molto negativo, in un Paese dove, come ricordato da una recente ricerca promossa dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, a fronte di almeno 2,6 milioni di persone non autonome nello svolgere le normali funzioni quotidiane, le risorse pubbliche destinate a sostenere le disabilità e la non autosufficienza sono assolutamente esigue in rapporto a quanto accade nel resto d'Europa.
Il Fondo per le politiche della famiglia, istituito dall'art. 19, comma 1, del decreto legge 223 del 2006, era destinato a finanziare il funzionamento dell'Osservatorio nazionale sulla famiglia, l'elaborazione del Piano nazionale per la famiglia, il sostegno delle adozioni internazionali, le iniziative di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, il fondo di credito per i nuovi nati e alcuni interventi relativi ad attività di competenza regionale. Se nel 2008 il Fondo poteva contare su 346,5 milioni, nel biennio successivo gli stanziamenti sono stati dimezzati (186,5 milioni nel 2009 e 185,3 milioni nel 2010). Nel 2011 le risorse destinate al Fondo verranno ridotte del 72,2% scendendo a 51,5 milioni. Con buona pace di tanta retorica sulla necessità di un welfare più orientato verso le famiglie.
Il Decreto legge 223 del 2006 aveva anche istituito (art. 19, comma 2) un Fondo per le politiche giovanili, finalizzato al finanziamento di progetti per la promozione del diritto dei giovani alla formazione culturale, professionale e all'inserimento nella vita sociale (attraverso interventi riguardanti il diritto all'abitazione e l'accesso al credito). Nel 2008 il Fondo era stato finanziato con 137,4 milioni, poi scesi a 79,8 milioni nel 2009 e 94,1 milioni nel 2010. Nel 2011 gli stanziamenti sono stati ridotti in prima battuta a 32,9 milioni, e poi ulteriormente tagliati a 12,8 milioni con il maxiemendamento del Governo (-86,4% rispetto all'anno precedente).
Molto significativo è il pesante ridimensionamento del Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, previsto dall'art. 11, comma 1, della legge 431 del 1998. Obiettivi del Fondo sono la concessione, ai conduttori aventi i requisiti minimi richiesti, di contributi integrativi per il pagamento dei canoni di locazione, nonché il sostegno delle iniziative intraprese dai Comuni tese a favorire la mobilità nel settore della locazione attraverso il reperimento di alloggi da concedere in locazione per periodi determinati. Nel 2008, il Fondo aveva ricevuto risorse per 205,6 milioni. Nel biennio successivo gli stanziamenti erano stati ridotti a 161,8 milioni nel 2009 e 143,8 milioni nel 2010. Nel 2011 il Fondo sarà quasi del tutto smantellato, con la riduzione delle risorse disponibili a 32,9 milioni (-77,1% rispetto al 2010). Nello stesso anno dovrebbe essere introdotta, nelle intenzioni del Governo (art. 2 dello schema di decreto legislativo sul "federalismo municipale"), la cosiddetta "cedolare secca sugli affitti", con la previsione di un'aliquota unica del 20% per la tassazione dei canoni di locazione relativi agli immobili a uso abitativo. La cedolare secca comporterebbe, secondo il Servizio studi della Camera dei Deputati, un risparmio per i proprietari immobiliari pari a ben 845 milioni nel 2011.
Sono stati azzerati negli anni scorsi il Fondo per l'inclusione sociale degli immigrati, istituito dall'art. 1, comma 1267, della legge finanziaria 2007 (i 100 milioni stanziati nel bilancio di previsione 2008 sono stati cancellati dal decreto legge 93 del 2008, nessun finanziamento è stato previsto negli anni successivi) e i fondi destinati al Piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia previsto dall'art. 1, commi 1259 e 1260, della legge finanziaria 2007 (finanziato con 446 milioni nel triennio 2007-2009, di cui 100 milioni nel 2009, dal 2010 non è stato più rifinanziato). Quasi del tutto smantellato è anche il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, istituito dall'art. 19, comma 3, del decreto legge 223 del 2006: dai 64,4 milioni stanziati nel 2008 si è passati ai 30 del 20090 ai 3,3 del 2010. Per il 2011 lo stanziamento iniziale di 2,2 milioni è stato successivamente portato a 17,2 milioni con il maxiemendamento del Governo.
II Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza introdotto dall'art. 1 della legge 285 del 1997 e destinato alla realizzazione di interventi a livello nazionale, regionale e locale a favore dell'infanzia e dell'adolescenza, è invece rimasto sostanzialmente invariato: 43,9 milioni nel 2008 e 2009, 40 nel 2010 e 39,2 nel 2011. Tali risorge, peraltro, si riferiscono solo alle 15 città "riservatarie" (cioè beneficiario della quota riservata del 30% prevista dall'art. 1, comma 2, della l. 285/97), poiché con la l. 382/00 i finanziamenti destinati alle Regioni (pari al70% del Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza) sono confluiti nel FNPS. Con il progressivo smantellamento del FNPS, anche questi finanziamenti saranno destinati a sparire. Di conseguenza, le rimanenti risorse dei Fondo ex l. 285/97 non rappresenteranno più un'aggiunta al sistema dei servizi territoriali, ma diventeranno uno strumento per finanziare i servizi essenziali rivolti all'infanzia e all'adolescenza solo in 15 città in tutta Italia.
Sono stati drasticamente tagliati, infine, gli stanziamenti destinati al Fondo nazionale per il servizio civile degli obiettori di coscienza, istituito dall'art. 19 della legge 230 del 1998. Dai 299,6 milioni del 2008 si è scesi a 171,4 milioni (2009) e 170,3 milioni (2010). Nel 2011 le risorse per il Servizio civile nazionale (SCN) verranno abbattute a 110,9 milioni (-34,9% rispetto al 2010).
Dopo il picco toccato nel 2006 (4.100 progetti finanziati e 45.890 volontari avviati), il SCN ha registrato negli ultimi anni un progressivo ridimensionamento. Nel 2009 sono stati finanziati 2.154 progetti, con l'avviamento di 30.377 volontari. Dei 29.878 volontari avviati in Italia, 18.238 (il 61% del totale) sono stati impiegati nel settore dell'assistenza. Il taglio dei finanziamenti è destinato a produrre un ulteriore, forte calo delle attività di valenza sociale promosse dal SCN.
Conclusioni
I dieci fondi a carattere sociale presi in esame (quattro dei quali istituiti nel 1997-1998 e sei nel 2006-2007) potevano contare, nel 2008, su stanziamenti complessivamente pari a 2 miliardi e 527 milioni nel Bilancio di previsione dello Stato. La diversa scala di priorità del nuovo Governo di centrodestra, insieme alla crisi dei conti pubblici, ha dato luogo a un netto calo delle risorse statali destinate alle politiche sociali, scese a i miliardo e 757 milioni nel 2009 (-30,4%) e i miliardo e 472 milioni nel 2010 (-16,2%). La manovra di bilancio per il 2011 ha segnato un ulteriore, drastico taglio, abbassando gli stanziamenti di bilancio a poco più di 538 milioni. Una riduzione di tali proporzioni (-78,7% tra il 2008 e il 2011) avrà come inevitabile conseguenza la cancellazione o il ridimensionamento di una moltitudine di iniziative e servizi, molti dei quali gestiti da enti territoriali a loro volta colpiti duramente dalla manovra di finanza pubblica. È una prospettiva decisamente negativa per un Paese colpito dalla crisi occupazionale e sociale peggiore del dopoguerra.
7 : commenti:
Ciao Daniele e se alle prossime elezioni facessimo lo sciopero del voto?
Claudio
Be', sarebbe come se uno che viene lasciato morire di fame per protestare facesse... lo sciopero della fame! ;)
Però ti capisco benissimo, è davvero lunga 'sta nuttata... ma ha da passa'!
@Daniele
Ciao, vista la tua competenza in politiche sociali vorrei chiederti un commento all'articolo a questo link (http://www.beppegrillo.it/2011/02/due_precari_e_una_capanna.html).
In particolare i conti sono giusti (matematicamente sono capace, ma poi non so se intervengano meccanismi più o meno astrusi)
Nei commenti c'è chi riporta una fantomatica "leva finanziaria 1 a 16"...sono abbastanza scettico, ma anche in questo caso hai qualche chiarimento?
grazie come sempre
Hum avevo lasciato un commento ma è sparito...
@AlexFe
Abbia pazienza! :)
I link di Beppe Grillo evidentemente non piacciono all'antispam, appena mi accorgo che un commento è stato intercettato a torto provvedo a sbloccarlo. Ma non è che posso mica stare sempre sul blog.
Allora, ti rispondo. Intanto grazie per aver segnalato quel link.
Luca ha perfettamente ragione quando scrive "sono 50 milioni di fondo di garanzia, non 50 milioni di prestiti". Ma anche così il discorso non cambia: 10.000 mutui concessi corrispondo a una famiglia (e un quarto!) in ogni Comune d'Italia... una cosa del tutto insignificante, senza alcuna incidenza sul "problema casa", una presa per i fondelli in pratica, venduta come fosse una grande politica sociale. È la tecnica che questo governo mette in campo con qualunque cosa faccia, vende fumo e in evidente malafede, contando sul fatto che la maggior parte dei suoi elettori non si mette a fare conti, usando il metodo del "più la sparo grossa e più mi credono". È così!!!
Lavoro nel pubblico impiego, vedo quel che succede "da dentro" e ogni volta che Brunetta (davvero più un mini stro' che un ministro) dà fiato ai suoi proclami vuoti e demagogici mi si torcono le budella: bugie, menzogne, mistificazioni e chi più ne ha più ne metta. Se questo governo è uno scandalo non è certo per il bunga-bunga ma per come ha sfasciato lo Stato e la Società. Anche questa sinistra è uno scandalo, perché glielo ha lasciato fare. Bisogna urlarle queste cose: perché c'è tanta gente che crede davvero a Berlusconi e non s'avvede che ci ha fatto mettere a 90° e ci ha fatto il bunga-bunga a tutti, è una cosa vergognosa.
P.S. Ti consiglio di vincerle le tue ritrosie per la matematica, se no, come vedi, ci sarà sempre qualche furbo che proverà a fregarti sorridendoti e dicendoti che ti sta pure facendo un favore.
Grazie per la risposta da addetto ai lavori, per il futuro se spariranno altri messaggi adesso ne so il motivo e attenderò pazientemente.
Il problema non è tanto non volere fare un paio di conti, ma sapere che sono corretti.
Mi spiego meglio, a livello aritmetico non ci sono problemi (e mancherebbe) però la matematica e l'economia sono 2 cose ben diverse...quindi prima di urlare alle streghe meglio chiedere...
Ancora complimenti per i tuoi post e per l'intervista....merda merda merda.
OK!
Merda merda merda! :)
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