C'era una volta una pittrice, amante del viaggiare. Appena poteva se ne andava in giro per il mondo a fare bellissimi ritratti. Ahimè, nessuno si accorgeva della sua bravura.
Finché una primavera tornò da Oriente con un figlio, nato da pochi mesi, che aveva chiamato Didivù. Conobbe per caso un poeta, amico di un'amica comune. Parve fidarsi di lui e gli propose di prendersi cura del neonato, perché di lì a pochi giorni sarebbe dovuta ripartire, ma non poteva portarlo con sé.
Al poeta bastò guardare Didivù negli occhi per dire subito sì. Da quel giorno lo prese con sé, lo amò e trattò come fosse stato anche figlio suo, gli insegnò a camminare, a sentire d'essere speciale, gli dette soprattutto la parola. Riuscì pure a trovare maestri e mecenati che lo aiutarono a crescerlo come il figlio di un principe. Infine la pittrice ritornò, proprio quando la gente cominciava ad accorgersi di quel bellissimo bambino: piovevano complimenti per colei che aveva partorito Didivù e per colui che l'aveva accudito.
Ma con grande disappunto del poeta, a questo punto divenne sempre più evidente che la pittrice non condivideva i suoi metodi educativi, anzi ne era perfino irritata.
Successe una, due, tre, quattro, cinque volte che lei ebbe a trattare di malo modo il poeta per questo: lo coprì di improperi, anche in presenza di altre persone, facendogli pesare che quel figlio apparteneva solo a lei e che lui, in fondo, avevo fatto molto poco: gli aveva giusto insegnato a parlare. Anche se quasi sempre la pittrice dopo i suoi scatti d'ira si era scusata, alla fine il poeta decise con amarezza che la cosa migliore da fare era eclissarsi, per il bene stesso di Didivù, per non vederlo trascinato in un conflitto non confacente alla sua bellezza fisica e interiore.
Ora la pittrice va in giro con Didivù, ormai adolescente. Lo porta dove vuole, sceglie lei quale destino offrirgli. Il poeta lo sentiva un figlio anche suo, ma ha accettato di lasciarlo andare per la sua strada.
Di questo padre putativo resta solo qualche menzione. Il poeta non ha nulla da recriminare, gli premeva soprattutto il destino di Dividù ed è contento che la pittrice, grazie a quel figlio che lui stesso tirò su, sia finalmente considerata.
(illustrazione di Lauraballa)
9 : commenti:
E' una triste storia d'amore ed è bellissima l'immagine che hai scelto per questo racconto.
Cara Surrelaina, non è una "storia" d'amore.
Lo è solo nel senso dell'affetto provato dal poeta per Didivù.
Si tratta soprattutto di una "storia" sul valore della fiducia e della correttezza...
Un abbraccio e buona giornata.
Ciao Daniele, è vero è molto bella l'immagine, e anche l storia è una bella metafora...tu dici della "fiducia" e della "correttezza", ci si può vedere anche molto di più volendo,perchè io potrei vederci l'ingratitudine per esempio...ma quello di analizzare uno scritto, o un film l'ho fatto più volte, anche con mia figlia per esempio o nei gruppi a cui ho sempre partecipato, ed è sempre molto vasta la gamma di quello che ognuno vede in una favola o leggenda, anche se di base c'è un certo numero di persone che leggono prevalentemente le stesse cose...
Un caro saluto Daniele
e una buona serata...arriva,arriva!!
La tua sorpresa, ho trovato quello che volevo io finalmente..ora devo solo ritrovare l'indirizzo nel mio disordine e fare la busta!
Notte
Franca
???
Praticamente il primo regalo di Natale pasquale della storia!!! ;0)
Grazie sin da ora!
Grazie Daniele della spiegazione (un po' superflua a dire il vero). Ti pare che ormai non capisco neanche più quello che leggo? E' vero che sono stanca ma non a tal punto. Cià. ;)
Cara Surrealina, la mia non era una "spiegazione"... poiché tu avevi usato l'espressione "storia d'amore" era solo un precisare che non c'era nessuna "storia d'amore" dietro questa storia. Un abbraccio e buona giornata.
Daniele per favore mandami l'indirizzo...se no passano altri 4 mesi!!
Ciao
Franca
Ciao Daniele..mi fa piacere tu abbia scelto una mia immagine per la tua storia!^__^lauraballa
Ciao! E io sono contento di averne incontrato l'autrice: complimenti, è veramente un'immagine magica.
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