Ma prima, due foto del deserto a occidente del Nilo, prese dal pullman durante il trasferimento da Abu Simbel ad Assuan. Ho tentato qualche inquadratura "artistica" con i tralicci della luce, unico elemento umano presente ad di la della striscia d'asfalto, ma i risultati non mi hanno convinto. Meglio questo semplice immagine (che pare raffigurare la superficie di Marte) o i cavi tesi tra un traliccio e l'altro nella seconda foto, come lunghissime aspettative sospese nel vuoto.
Il deserto mi sembra il tema giusto per introdurre questo post, poiché quello egiziano è la terra promessa dell'archeologia del III millennio. Mi pare sia stato lo stesso Zaki Hawass - il direttore degli scavi della piana di Giza e della necropoli di Saqqara - a valutare ad oggi scoperto nemmeno il 30% delle vestigia della civiltà dei faraoni (e forse pure di altre più antiche, aggiungo io). La maggior parte dei templi che ho visitato in Alto Egitto sono stati disseppelliti dalla sabbia nel corso del XIX e XX secolo, ugualmente tantissimi altri nonché interi complessi urbani aspettano di essere riportati alla luce, col bonus dato dalla perfetta conservazione dei reperti in un clima talmente secco. Deserto allora come metafora di ciò che copre e custodisce un segreto. Come promessa di ricchezze e tesori nascosti sottoterra quanto nelle profondità dell'inconscio.
Andare in Egitto insieme a mia figlia è stato fantastico: spero diverrà un ricordo indimenticabile per lei quanto lo è già per me. Far venire pure mia madre è stata una sfida, di cui vado fiero. In definitiva sono orgoglioso di essere riuscito a portare entrambe in vacanza laggiù, di avere offerto ad Arianna il suo primo vero grande viaggio e a mia madre l'esaudimento di un sogno antico... sostenendone la spesa! Quest'ultimo particolare è rilevante: infatti sono partito con ragionevoli aspettative di qualche buon insight, una sorta di auto-analisi a cui era bene attribuire un valore anche economico quale stimolo a non perdere l'occasione.
Da dove comincio? Da qui per esempio: l'ultimo giorno di permanenza in Egitto, ho teso a mia madre una "domanda trabocchetto"... avrei dovuto fargliela molti anni fa.
"Tu come te lo spieghi che verso i 14 anni, mi sono spaventato a scoprire che mi capitava di stare decine di secondi senza pensare a nulla?"
"..."
"Voglio dire... c'è stato un momento in cui mi sono chiesto se stavo diventando pazzo: credevo che trovarsi a non pensare a nulla, far vuoto mentale dentro di sé, fosse il segno di qualcosa che non funzionava nel mio cervello. Secondo te perché avevo ipotizzato questo? Chi poteva avermi messo in testa una simile idea?"
"Be', potrebbero essere stati dei mini-aneurismi... delle brevi assenze... anche a me succedeva..."
"No aspetta, non ci siamo, stiamo parlando di due cose diverse. Le patologie qui non c'entrano. Riuscire a stare per un po' senza pensare non è pericoloso, solo allora lo credevo. Crescendo ho scoperto che esisteva la meditazione, che i mistici si svuotano del loro ego per fare spazio a Dio, che le emozioni che proviamo sono più vere dei pensieri che costruiamo..."
"E chi te le ha dette queste cose? Un medico...?"
"I medici non c'entrano niente! Ho letto libri di filosofia orientale, di psicologia... ho calmato la mente col training autogeno... ho conosciuto persone che mi hanno tranquillizzato... infine ho iniziato a praticare la meditazione, altre tecniche, yoga, qi-gong... Ma tu, spiegami, riesci mai a stare qualche minuto o almeno qualche secondo senza pensare, senza avere la vocina interiore che parla, parla, parla? Sei tu che mi avevi messo in testa che non si può stare senza pensare, perché tu lo credi: 'cogito ergo sum', sempre e comunque!"
"Forse dovresti farti vedere da uno specialista... fare qualche analisi... non devi sottovalu..."
"È inutile, non riesco a farmi capire. Sono anni che ci provo... che provo a farti leggere libri per aiutarti a capire..."
"Come quello che mi hai regalato con i pensieri del Dalai Lama, certo. Leggo spesso quelle massime, alcune sono molto belle altre proprio non le capisco... ma io ci penso spesso a cosa significhino..."
"Devi capirle col cuore... con la mente non ci puoi arrivare..."
Questo più o meno il senso del dialogo. Mi serve ad anticipare quanto abbia cercato, da quando ero adolescente, una strada di vita diversa da quella percorsa e proposta da mia madre (della Vergine). Scrivere sul blog mi aiuterà a collegare tra loro i vari insight su chi sono, dove sono, dove vado e perché, riportati indietro dall'Egitto. Accenno che mio padre (della Bilancia) possiede una funzione mentale ancora più pervasiva e razionale di quella di mia madre, con la differenza che almeno lei continua a coltivare degli interessi (e ha continuato a votare per la sinistra), lui s'è appiattito a trascorrere le giornate sempre più risucchiato dalla demenzialità delle trasmissioni televisive (e infatti è diventato il classico elettore "medio" di Forza Italia!).
Cogito ergo sum? No grazie.
Come motto preferisco vivo et amo ergo sum.
(segue)
P.S. Auguro buon sabato a tutti. Se il tempo regge oggi pomeriggio accompagno un'amica alle terme di Rapolano: la schiena è quasi tornata a posto e un po' d'acqua sulfurea mi farà star meglio prima. A domani.
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