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lunedì 7 novembre 2011

A favore dell'E-Cat e a favore della scienza

Qualcuno ieri ha scritto: "...Banche Dati BNL, IAEA ecc… Vi è una ostilità ed una denigrazione di queste banche in rete, derivante da una ostilità nei tuoi confronti [l'autore si rivolgeva al chimico nucleare  Camillo Franchini], che, ormai, vengono considerate non più autorevoli di Novella 2000".

Ovviamente non si riferiva a me, sfido infatti chiunque a trovare su questo blog una sola parola contro quelle banche dati. Quello che invece non mi stancherò mai di criticare è l'uso strumentale che se ne fa, ovvero sostenere che ogni fenomeno, non ancora catalogato in esse, tout court non esiste. In altre parole, non sono contro il coltello che permette di affettare il pane, ma ovviamente contro gli aguzzini che lo usano come arma impropria.

Allo stesso modo, non mi sono mai espresso contro la peer review, bensì contro la sua "divinizzazione" a infallibile e unico strumento per fare progredire la scienza. Ahimè, anche se ancora non si è trovato un sistema di "selezione scientifica" migliore, la peer review è soggetta a gravi limiti, come spiega molto bene Elisabetta Curzel in un suo interessante articolo sui limiti della peer review scientifica, uscito oggi sul Corriere della sera, dove a un certo punto sottolinea che "un gruppo di revisori (reviewers) esperti dell'argomento valuta la scientificità o meno dell'articolo. La scientificità, non la «verità» di quanto affermato".

  
Purtroppo tra gli scienziati ce ne sono alcuni, che evidentemente guardano ancora con simpatia al Positivismo ingenuo del XIX secolo, e ritengono vero solo ciò che la peer review ha già validato essere "scientifico" e, di conseguenza, ritengono a priori non vero tutto ciò che non è arrivato a superare la peer review (cosa che può avvenire per motivi tutt'altro che scientifici).

E a proposito di articoli recenti e interessanti, vi invito a leggere la traduzione, a cura di Alex Passi, di uno uscito ieri su Wired (titolo originale What to make of Andrea Rossi's apparent cold fusion success), che riesce a esaminare la questione E-Cat con un buon livello di oggettività:

Come valutare il possibile successo della fusione fredda di A.R.
di David Hambling, 06 novembre 2011

Il fatto che la dimostrazione di fusione fredda dell’E-Cat di Andrea Rossi, tenutasi il 28 ottobre, sia stata a quanto pare coronata di successo sta incominciando a entrare in risonanza anche con le grandi agenzie di stampa. A questo punto, quali nuovi indizi abbiamo per decidere se si tratti della scoperta del secolo o della bufala del decennio?

Nella prova, che si è tenuta sotto la supervisione di ingegneri e tecnici del misterioso cliente statunitense di Rossi, il dispositivo ha, a quanto pare, prodotto più di 470 kW di calore per diverse ore. Di certo, il cliente è rimasto soddisfatto e ha pagato, anche se altri scienziati e giornalisti presenti non hanno potuto accedere da vicino alla strumentazione di misura. 

Ora, in seguito alla prima vendita, Rossi afferma di avere ordini per altri tredici centrali E-Cat da 1 MW. Le offre a chiunque le voglia a 2000 dollari (1250 sterline) al chilowatt — il che equivale a 2 milioni di dollari (1,25 milioni di sterline) per unità — e di avere clienti negli Stati Uniti e in Europa. Secondo Rossi, una versione domestica da pochi chilowatt non sarà disponibile prima di un anno. Sta anche adoperandosi per convertire la resa termica dell’E-Cat in elettricità, ma per questo saranno necessarie delle temperature di funzionamento più alte e ci vorranno almeno due anni.

Ma questo non è precisamente quello che vi aspettereste da un truffatore.

In primo luogo, la demo avrebbe dovuto essere molto più convincente. Il container in cui era alloggiato il setup dell’E-Cat avrebbe dovuto essere tenuto sollevato da una gru, ed essere visibilmente scollegato da ogni fonte di energia esterna. Come in ogni buon gioco di prestigio, si sarebbe dovuto permettere al pubblico di esaminare il dispositivo. E perché mai limitarsi a dichiarare una resa da 470 kW quando se ne dovrebbe produrre il doppio? Tutto questo, se si fosse trattato di una messinscena, con un finto compratore misterioso, non sarebbe bastato a convincere nessun altro.

In secondo luogo, a questo punto del gioco, capita di solito che l'artefice della truffa incominci a emettere azioni societarie e a richiedere capitale o a ricevere “depositi” da clienti creduloni. Farebbe qualunque cosa pur di intascare contanti da chiunque sia disposto a offrirne. Rossi invece, a quanto se ne sa, accetta ordini solo da grandi clienti che controlleranno il funzionamento degli apparecchi prima di farseli consegnare. Si tratta di gente che ha degli ottimi avvocati in grado di stilare contratti e di affrontare ogni complicazione. Non sono dei bersagli facili. Qualunque cosa Rossi stia facendo, sta giocando sui tempi lunghi.
Nel frattempo, la copertura mediatica si sta allontanando dal sospetto di frode, e alcuni commentatori dei grandi media stanno giocando con l’idea che si potrebbe trattare proprio di quella grande scoperta che Rossi rivendica.
La prima a uscire è stata la Fox News, anche se ci ha messo qualche giorno ad ingranare: il 2 novembre ha pubblicato un articolo incentrato sull’identità dell’anonimo cliente. Partendo da un suggerimento di Rossi, la Fox è arrivata alla conclusione che il cliente esiste davvero, e che si tratti dell’US Navy's Space and Naval Warfare Systems Command (SPAWAR). 

È un azzardo abbastanza ragionevole. La Marina degli Stati Uniti è una delle poche istituzioni dove si è continuato apertamente a fare ricerca sulla fusione fredda, ma le prove sono poche. Anche se un osservatore della SPAWAR di nome Paul Swanson è stato presente a uno dei test, potrebbe essere solo una riprova del fatto che l’interesse in questo  campo continua; peraltro, l’organizzazione ha declinato ogni commento.

Poi, il 3 novembre, esce su MSNBC un articolo, intitolato “La macchina italiana per la fusione fredda passa un ulteriore test”, in cui si esprime un cauto ottimismo, sottolineando che, pur nello scetticismo generale sulla fusione fredda, “vengono ad accumularsi prove” sul fatto che la tecnologia funzioni.

Più strano è il mancato articolo da parte dell’Associated Press. Peter Svensson, giornalista scientifico dell’AP, è arrivato in volo da New York per essere presente alla demo, al punto che la trasmissione in diretta dell’evento è stata tagliata per consentire all’AP di avere l’esclusiva. Ma finora Svensson non ha scritto nemmeno una riga. Alcuni commentatori on line hanno ipotizzato che sia stato costretto al silenzio da una “Censura mediatica alla cinese”. Di fronte a richieste di chiarimenti, pare che sulle prime l’AP abbia cercato di negare la presenza di Svensson, benché le fotografie indichino il contrario.

Il che ha portato a una campagna volta a incoraggiare la gente a contattare Svensson sul suo Twitter; Swansson sulle prime ha risposto con variazioni sul tema “Sorry, al momento non ho nulla da raccontarvi”, ma alla fine si è espresso con un “Posso solo dirvi: ‘rimanete in ascolto’”.

La nostra ipotesi è che l’AP non voglia pubblicare nulla finché non riesce a verificare che il cliente esiste davvero e magari anche conoscere la sua identità. Il che implica già una una certa dose di ottimismo: AP sta scommettendo che alla fine la storia importante ci sarà, e ha accettato che la Fox e MSNBC si portino a casa lo scoop minore pur di accaparrarsela.

Nel frattempo, stiamo aspettando che, in capo a qualche mese, Rossi consegni il prossimo E-Cat, destinato a un altro cliente. Ci si augura che siano meno riservati. Anzi, se l’interesse continua a crescere, potrebbero mettere la macchina in mostra e usare il vapore in uscita per montare la schiuma sul cappuccino degli spettatori che hanno acquistato il biglietto, per ricuperare in poco tempo un investimento di 1,25 milioni di sterline.

206 : commenti:

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Anonimo ha detto...

... possibile che ogni volta che posto mi accorgo subito dopo degli osceni errori di battitura!

gian ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
gian ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
ant0p. ha detto...

@gian

grazie per il link, ho trovato questa interessante tabellina:

---Solar System Object Distance (AU) Albedo Ave. Temperature Atmosphere
Venus 0.723 0.76 425 oC 95 Atm, 96% CO2
Earth 1.000 0.32 15 oC 1 Atm, N2, O2, Trace H2O, CO2
Mars 1.524 0.16 -50 oC 0.02 Atm, 95% CO2----

in pratica 3 situazioni diverse:

- su marte una pressione bassa ma una quantità di co2 più alta che sulla terra (anche se l'atmosfera è 50 volte più rarefatta c'è più co2 su marte che sulla terra), però qui l'effetto serra è molto più basso che sulla terra, un po' sarà anche perché manca il vapore acqueo, ma l'effetto 'serra' della co2 non dovrebbe dipendere dalla pressione atomsferica.

- sulla terra c'è una pressione di 1 bar e un'atmosfera più complessa che interagisce con la radiazione solare (anche con le nuvole ecc.), con molti feedback che è pure difficile stabilire se alla lunga sono instabilizzanti o stabilizzanti.

- mentre su venere c'è un'atmosfera di co2 densissima e a altissima pressione, che mantiene la superficie del pianeta in una forte oscurità riducendo al lumicino la radiazione solare entrante, e in questo caso mi viene quasi da pensare che l'effetto principale per riscaldare la superficie è la compressione molto forte dei gas atmosferici, che a pressioni alte aumentano la loro temperatura, magari basta la legge PV=nRT per calcolare con buona approssimazione la T su venere:))

altra considerazione: se dici che 0.1°C di differenza nei calcoli sono importanti allora non sto a preoccuparmi..perchè se l'effetto della co2 al massimo è nell'ordine dei decimi di °C è inutile stare qui a preoccuparsi:)) mi basta che le medie non aumentino oltre a 1-2°C fino all'incubo algoriano/grilliano dei 6° in più entro il 2100..lo so, dirai che al gore e grillo sono degli ignoranti sparacazzate, e hai pienamente ragione, solo che anche molti 'divulgatori televisivi' come mercalli o maracchi (altri due che non me la contano giusta:)) appartenenti a istituzioni scientifiche molto in vista riprendono gli stessi discorsi un po' forzati secondo me..

inoltre è ovvio che la climatologia è molto diversa dalla meteorologia, in quello ne so un po' anch'io (dopotutto sono sempre ing.aerospaziale, ho anche un po' smanettato su codici numerici per le LES:)), ma nella climatologia ho bisogno di ripartire dai concetti base, se no rischio di farmi prendere per il naso. e quindi tendo prima a guardare le cose più semplici, anche i dati reali dei vari orticelli climatici mondiali: purtroppo negli ultimi anni nel mio orticello nord-italia abbiamo assistito solo a record di caldo (estate 2003 e non-inverno 2006/2007, se poi andiamo in russia c'è stata l'estate 2010 che è stata allucinante..), mentre veri e propri record di freddo non ce ne sono stati, anche se i buoni inverni non sono mancati (2005/6 2008/9 e 2009/10 ultimamente, che anche negli anni passati avrebbero fatto la complessivamente la loro figura:))..lo so che guardando l'orticello si perde di vista la globalità del clima, però allo stesso tempo mi sento dire che le zone climatiche intermedie come le nostre tendono a essere molto influenzate dai cambiamenti climatici..e in effetti qualche influenza si è vista, però non la considero ancora abbastanza sconvolgente..vedo più che altro un esagerato sensazionalismo mediatico nell'ingigantire ogni mezza deviazione dalla media etichettandola subito come gelo-record-siberiano o caldo-torrido-tropicale, quando in realtà le anomalie vere pur essendoci state sono rimaste per adesso relativamente limitate..

Anonimo ha detto...

Per chi non lo ricordasse quei tizi scrivono sul giornale la cui proprietà ha distrutto l'Olivetti , la migliore fabbrica di computer sulla faccia della terra appena un'attimo prima dell'esplosione del PC .Il fatto che il proprietario del giornale sia di una specifica "appartenenza" è solo una casualità .
Per il fatto quotidiano basta leggere cosa scrivono degli Ogm e altre amenità assortite , pensano che godendo della fiducia di una parte di chi li legge possano davvero scrivere qualsiasi puttanata , che il lettore poco avvezzo alla classica disinformazione di regime internazionale , non riconosce e si lascia abbindolare dallo scetticismo (che fà rima con ?) a prescindere .Poveri idioti sono destinati anch'essi a scomparire nel breve volgere di qualche anno .

gian ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
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