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domenica 6 novembre 2011

Happy Birthday American Girl, by Italy


American Girl in Italy è il titolo di questa foto scattata a Firenze il 22 (!) agosto 1951 dalla fotografa statunitense Ruth Orkin (1921-1985) davanti allo storico Caffè Gilli

Al centro dell'inquadratura -- e del cerchio di sguardi maschili -- cammina col suo album da disegno in mano Ninalee Craig, allora in viaggio in Italia col nome d'arte sbarazzino di Jinx Allen, sicura di sé quanto inconsapevole di stare per entrare nella storia.

Quel giorno la Orkin fece altre foto alla sua amica Ninalee-Jinx (potete vederle qui), ma fu con American Girl in Italy che catturò magicamente lo "scatto perfetto" diventato -- si dice -- la seconda foto più famosa al mondo, per copie vendute, dopo il bacio di Doisneau

Dedico con molto piacere questo post proprio a Ninalee Craig, letteralmente una icona vivente, e mi unisco idealmente alla sua grande famiglia riunita oggi a Toronto per festeggiarne il compleanno: infatti la nostra American Girl in Italy è nata sotto il segno dello Scorpione il 6 novembre di 84 anni fa. Complimenti, sono portati benissimo (si veda questa foto recente)!

Per conoscere meglio questa bella storia, consiglio di leggere un articolo tratto dalla Nazione del 21/08/2011: Caffè Gilli 60 anni fa La ragazza con gli occhi addosso... il professore dell'Università di Bologna di cui si parla al penultimo capoverso è un caro amico di questo blog. Ciao Alex.

21 : commenti:

Carlo Ombello ha detto...

Daniele,

Intendi il 6 di novembre!!!

Occhio che poi tocca a me. :)

Arianna Marangonzin ha detto...

Veramente eloquente questa foto..sembra quasi una regia cinematografica..invece non lo è...

Anto ha detto...

Per me resta un'icona della donna-oggetto italian style. Quei 15 uomini (..uh, "sulla cassa del morto") mi disgustano alquanto, rappresentano uno dei motivi per i quali, da ragazzina, mi vergognavo di essere italiana. Ed è il motivo per cui la TV italiana, con o senza berlusconi, mostra solo "tette e culi". Come disse Grillo qualche anno fa,"Berlusconi non è la causa, è il sintomo".

Daniele Passerini ha detto...

@Carlo Ombello
Cavolo, mo' come ti festeggio a te??
Che so... eri il bambino bello di qualche famosa pubblicità? :)
P.S. grazie per la correzione, io e i refusi siamo sempre in guerra.

@Arianna
Sì, sembra la scena di un film neorealista... e quel bianco è impareggiabile.

Daniele Passerini ha detto...

@Anto
Chiaro quello che dici, ma a volte le cose sono soprattutto come vogliamo pensare che siano. Hai letto l'articolo della Nazione che ho linkato?
Per anni si è sentita chiedere - «soprattutto le donne» - se era stata infastidita, imbarazzata, spaventata addirittura da quegli sguardi. «Not at all. Mi stavo divertendo», dice rivendicando la sua spontaneità e il diritto di passare indisturbata in mezzo a un gruppo di uomini con la sicurezza dei suoi 23 anni, un album da disegno sotto braccio e uno scialle arancione, che conserva ancora, appoggiato su una spalla («Era caldissimo, ma lo usavo per coprirmi quando dovevo entrare in una chiesa»). «Mi sentivo Beatrice. Studiavo la Divina Commedia ed era come se a ogni passo, ogni momento, Dante dovesse vedermi e dedicarmi una poesia.

Daniele Passerini ha detto...

@ant0p
P.S. onde evitare equivoci, ritengo che gli uomini che fanno i galletti "alla Benigni" possono risultare anche simpatici, ma se lo fanno prendendosi sul serio allora hanno seri problemi psicologici e possono conquistare giusto qualche donna che ha la sfortuna di avere a sua volta qualche colludente problema psicologico. La seduzione si esercita in primis con la mente.
Mi sento agli antipodi dell'uomo che si tocca l'inguine o di quello sullo scooter, potrei al limite riconoscermi in quello di fronte a Ninalee in camicia con la giacca in mano.

Kylie ha detto...

Mi piace sia questa che il bacio di Doisneau.

Sarebbe un bel poster da aggiungere in casa.

Un bacione

Anto ha detto...

sì sì, ho letto l'articolo e le dichiarazioni della modella. Più o meno l'idea che hanno le veline LOL

ant0p. ha detto...

daniele:---@ant0p---

sarà anto, che c'entro io?:)) nella foto mi identifico di più nel vecchio pelato a sinistra colla giacca sulle spalle.

Vettore ha detto...

A quei tempi gli otturatori delle macchine fotografiche erano molto più lenti degli attuali, gli obiettivi meno luminosi e le pellicole meno sensibili, quindi quella foto ha richiesto una posa di almeno 1 secondo, ossia non è spontanea, è stata composta ad arte: è una bufala! Io vorrei taanto che fosse vera, ma finchè non ci saranno parere indipendenti e autorevoli (chessò, l'agenzia Magnum) di gente che ne è raffigurata (e non è la protagonista, che è troppo egocentrica per essere credibile), non viene riportato il mdoello della macchina fotografica e della pellicola, io rimango scettico... :-)

[Dedicato agli "scettici"...]

Daniele Passerini ha detto...

@Kylie
Ciao cara, ci riesci tu a spiegare ad Anto che si può apprezzare questa foto per la bellezza della composizione formale, senza proiettarci sopra lotte femministe e allo stresso tempo non scadere nel velinismo? :)

@Anto
C'è chi dice che sinistra e destra siano la stessa cosa, dimenticando tutta la storia almeno dalla rivoluzione francese in poi che - a conoscerla - spiega benissimo perché non sono la stessa cosa.
Analogamente ora tu GIUDICHI "velina" (un concetto figlio dei nostri tempi) una donna nata alla fine degli anni '20 del XX secolo.
Anche in questo caso la variabile "storica" va a farsi benedire.
Ninalee e Ruth si conobbero in Italia, entrambe venivano dagli USA, da sole, emancipate e libere dagli stereotipi maschili del tempo... è probabile che tua nonna ai tempi stava a far la casalinga a casa a stirare le camice ai maschi. La parità tra donna e uomo è sacrosanta, ma credo che tu debba ringraziare che ci siano state tante donne, anche come Ninalee e Ruth, che si sono liberate dai condizionamenti maschilisti e hanno dimostrato ai loro uomini che erano persino meglio di loro.
Leggi anche questa testimonianza (presa da qui), ti pare descriva due "veline"?
When [Ruth Orkin] was 17, my mother took a cross-country trip by herself, bicycling and hitchhiking from her home in Los Angeles to New York, snapping pictures along the way. She later moved to New York, where this spirit of adventure continued. She photographed Tanglewood’s summer music festivals, honed her craft in nightclubs, joined the Photo League, and with her first published story in Look magazine, became “a full-fledged photojournalist.” In 1951, Life sent her on assignment to Israel. From there she went to Italy, and it was in Florence that she met Jinx Allen (now known as Ninalee Craig), a painter and fellow American.
The two were talking about their shared experiences traveling alone as young single women, when my mother had an idea. “Come on,” she said, “lets go out and shoot pictures of what it’s really like.” In the morning, while the Italian women were inside preparing lunch, Jinx gawked at statues, asked Military officials for directions, fumbled with lire and flirted in cafes while my mother photographed her. They had a lot of fun, as the photograph, “Staring at the Statue”, demonstrates. My mother’s best known image, “American Girl in Italy” was also created as part of this series.


@ant0p
Sì, ho confuso i nick... ma mi fa piacere averti evocato qui dentro. :))

@Vettore
Non ritrovo il link, ma ricordo di avere letto che Ruth fece la foto due volte, e quello che conosciamo è appunto il secondo scatto.
Quindi Ninalee passando due volte di fila davanti a quelli uomini con la fotografa in bella vista che scattava, chiaramente "aizzo" l'attenzione di quelli uomini.
Dunque la foto non è del tutto spontanea ma nemmeno in posa.
Francamente non saprei dire quale fosse nel 1951 lo stato dell'arte delle macchine fotografiche. Ma ho presente tutte le foto di soldati in combattimento fatte nella seconda guerra mondiale... qualcuno forse era in posa, ma la maggior parte no, e non erano mosse... dove sbaglio?

Vettore ha detto...

@Daniele
Ovviamente scherzavo... Il primo e maggiore sostenitore del "momendo decisivo" nlla fotografia fu Henri Cartier-Bresson, che lavorò ben prima della seconda guerra mondiale, ed evidentemente aveva già strumenti capaci di "fermare il tempo"... :-)
Anche il gruppo F/64 (Ansel Adams & Co.) risale agli anni 30, e anche loro se chiudevano così tanto il diaframma dovevano avere pellicole abbastanza veloci (anche se a dire il vero loro si dedicavano soprattutto ai paesaggi)

@Anto
Rilassati! :-) Guarda le cose un pò più a tutto tondo...
Io guardando quella foto non vedo una donna oggetto "vittima" della villania degli uomini che la circondano, al contrario ho una grandissima simpatia per quella ragazzina che viene da sola in Italia, ed è quasi lei a prendersi gioco di quegli atteggiamenti!

Daniele Passerini ha detto...

@Vettore
M'era sfuggita la tua nota finale! :))
A furia di sorbettarmi le ecattate degli scettici non colgo più l'ironia delle persone normali (rivolta agli stessi scettici per di più). Buona giornata da me e dal mio smartphone

Anto ha detto...

uh...vediamo se riesco a spiegarmi. Sia inteso che avevo iniziato con un "Per me", esprimendo ciò che la foto trasmetteva "a me".
La foto è una gran foto, mica lo nego.
Mi rendo benissimo conto, e ho dato per scontato che tutti se ne rendessero altrettanto conto, che fotografa e modella fossero donne emancipate. Quello che forse tu e altri non vedete è che ciò che gli americani pensa(va)no dell'atteggiamento dei maschi italiani, non corrisponde a verità. Per un americano, un fischio a una donna che passa è un complimento, che loro non sanno fare: nel mio lbro di SF preferito, "La luna è una severa maestra" di Heinlein, gli uomini lunari fischiano e fanno complimnti alle donne per strada, e le donne ne sono contente. Il contesto però è molto diverso: le donne di Luna sono rispettate sopra ogni cosa, mentre in Italia, negli anni 50, non lo erano per niente. Una donna americana ama essere ammirata, e qui c'è il collegamento con la velina. Ma i 15 uomini non stanno ammirando la ragazza, stanno pensando che "queste americane che se ne vanno in giro da sole a testa alta sono tutte puttane". Le americane l'hanno presa come "queste americane sono proprio in gamba per andare in giro a testa alta da sole". Mi vengono in mente alcuni film americani "antichi" ambientati in Italia...tipo "La ragazza del Palio".

Appunto perché mia nonna (ma anche mia madre, e anche io, cosa credi :D, da ragazzina) erano sottomesse al maschio, so abbastanza di cosa parlo. In quella foto, i 15 stanno mancando di rispetto alla ragazza, che non se ne accorge perché...non lo sa! .

Non credo che si debba chiedere a una modella che cosa il fotografo volesse rappresentare. E neppure al fotografo, a dire il vero LOL
Da un'opera d'arte ognuno riceve un'impressione diversa, basata sulle proprie esperienze.

@Vettore: sono rilassatissima :D
E, come spero di aver spiegato, anch'io ho simpatia per la ragazzina, ci mancherebbe, proprio perché una donna italiana, a quei tempi, mai avrebbe osato girare per Firenze con quell'atteggiamento fiero, se non era una "donna di facili costumi".

Anto ha detto...

Ps: Provate tutti ad immaginare la vostra mamma (o nonna, o bisnonna, dipende dall'età che avete) al posto di quella ragazza. Poi immaginateci la vostra figlia (o nipote, o figlia del vicino di casa). Mia figlia quindicenne alla quale ho chiesto di commentare, ha reagito con "ma cosa guardano quelli? la tipa si tira su lo scialle per proteggersi dagli sguardi". Vero che mia figlia, nata e cresciuta in paese, è un filino bacchettona, ma come tutte le ragazze e i ragazzi di adesso, non ha nessun problema di...femminismo (e neanch'io, eh, ora, non fraintendetemi).

E un'altra cosa: quando Ricci "inventò" le veline, e le ragazze del drive in, a me l'idea era piaciuta, era lo sdoganamento di quello che la ragazza della foto sta provando. Ora lì'idea è degenerata, come si poteva prevedere visto che appunto siamo in Italia, ed è per questo che non ammiro più il lavoro delle veline.

Tal dei tali ha detto...

Il tipo che soffre di eiaculazione precoce è fantastico!

ant0p. ha detto...

l'interpretazione della foto è abbastanza semplice: c'è questa americana che se ne sbatte altamente dei costumi italioti e passa per strada senza cagare nessuno, mentre intorno a lei i vitelloni ignorantotti fanno la figura degli ingrifati disperati:))

poi tutti i discorsi ideologizzati che ci si possono fare intorno per me lasciano il tempo che trovano: per quanto mi riguarda non rispetto nessuno a priori solo perchè è un 'essere umano' (e nemmeno lo disprezzo ovviamente), figuriamoci se mi metto a parlare di rispetto o disprezzo riguardo a un'entità astratta in quanto italiana o americana o appartenente a un genere sessuale come femmina/maschio/gaylesbico:))

guardo la situazione singola e mi baso su un certo tipo di comportamenti stereotipati noti e stranoti che hanno la la gran parte delle persone che hanno bisogno di identità fittizie (nazionalità, appartenenza a qualche categoria umana o planetaria:)) e in questo caso gli stereotipi viventi sono gli ingrifati, non certo lei, che nella foto non lascia trasparire niente, ha un atteggiamento del tutto neutro, guarda nel vuoto e passa come se niente fosse.

Daniele Passerini ha detto...

@Anto
Prendo atto di tutto, ma continuo a vedere quella foto come artistica e... come documento storico di un'Italia "da cartolina" che non c'è più, non nel senso del rimpianto, ma nel senso della conservazione della memoria.
Voglio dire che io sono d'accordo col tuo modo di pensare (pure se non sono d'accordo nel prendere la foto in questione a esempio negativo di qualcosa), per esempio penso di essere stato tra i primi blog a linkare "Il corpo delle donne", un documentario sul "velinismo" che avrai già visto senz'altro.

Vettore ha detto...

@Anto
Quello che dici mi fa venire in mente un paragone simpatico. Immagina quella foto ai nostri giorni, ma in un altro luogo: una ragazza italiana va in giro in quel modo sbarazzino in un paese arabo relativamente integralista. Immagina gli osservatori: alcuni indignati, altri curiosi, altri che esclamano qualcosa e magari gesticolano. Cosa penseresti?
A me farebbe ridere! :-) Nonostante so benissimo che certe realtà sono tutt'altro che divertenti... Ma forse è proprio la rottura della consuetudine (soprattutto se negativa) ed il superamento di certe barriere che mi ispira una certa simpatia...

piero41 ha detto...

Mi sembra chiaro come questa immagine di quasi 3 generazioni fa illustri bene l'erosione del significato e dei valori originari rispetto all'oggi,. Vediamo però di definirla meglio: Quel caffè in piazza della Repubblica, in pieno centro era, specialmente a quei tempi, uno/il luogo di ritrovo dei giovani ricchi o nobili e che magari sfogavano con atteggiamenti molto idioti e sguaiati assieme agli amici il perbenismo e la repressione che probabilmente poi respiravano nelle famiglie , teppaglia ma ragazzotti di famiglia bene, da liceo privato per intendersi.. Ad esser maligni si fa male ma probabilmente la signorina non era lì per disegnare in quell'anonima piazza del 900, ci sono i Lungarni, Ponte Vecchio ecc.... probabilmente anche lei passava di là per "l'imbrocco" magari con uno di quelli più"seri" dietro sull'ingresso caffè magari con Porshe...In S.Frediano non ci andava di certo con quella sicurezza... Per i normali ragazzi fiorentini la caccia alla straniera, credo era un gioco a metà fra l'esercitazione di lingua straniera ed l'avventura in qualche bel locale Ed anche tutte quelle Svedesi, Tedesche, Americane eran le prime a richieder questo gioco: l'arte o il mare di Riccione e poi l'avventura non solo fisica ma anche sentimentale che poi forse per molte restava fra i ricordi cari. Oh, intendiamoci con le italiane era tutto diverso mi sembra che nel '50 vi era ancora il delitto d'onore, il padre padrone o il fratello tutelavano i loro amati beni con molto impegno. Altro che fischi sguaiati...Solo dopo il fidanzamento e le nozze si concedevano, non certo come oggi che in un gruppetto di amiche di 3° media le ho sentite dire "Senti nella A l'ho da.. a tutti ma a XXXX e YYYYY neanche una pi...a l'hanno da abbassar la cresta ". Ed eran ragazzine brave e di ottima famiglia e che si sarebbero fatte torturare prima di sconfessare il loro candore.. A proposito di valori, attenti madri e padri a metter le mani sul fuoco !!
Cartier Bresson in quegli anni a Parigi faceva la storia della fotografia con la Leica con il favoloso l'Elmar 1/3.5, altrimenti una normale professionista probabilmente usava la Rolleiflex a pozzetto. Uno scatto ogni 2/3 secondi quindi due foto in sequenza.

Anto ha detto...

@ tutti: ho letto :)

@Vettore, "una ragazza italiana va in giro in quel modo sbarazzino in un paese arabo relativamente integralista."

yeah, esatto. Da ragazza non sono stata in nessun paese arabo, ma mentre ero in vacanza in sud Italia la situazione, allora, era più o meno la stessa, quindi so bene com'è.

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