Qualche settimana fa, mentre tornavo a casa nottetempo, ho acceso l'autoradio e sono stato colpito da una canzone trasmessa in quel mentre su RAI Radio Tre; ne sono stato rapito e una volta parcheggiato in cortile ho aspettato che si concludesse. Per fortuna i conduttori della trasmissione ne hanno citato titolo e autore: Cycling Trivialities di Josè Gonzàlez. Qualche ora dopo, gironzolando su YouTube, sul sito personale dell'artista e in giro per la rete, sapevo parecchio di questo ottimo chitarrista classe 1978, figlio di genitori argentini, nato e cresciuto in Svezia, che canta rigorosamente in inglese, con due album all'attivo: Veneer (2003) e In Our Natur (2007) da cui è tratto Cycling Trivialities. Le sue canzoni sono malinconiche ma altrettanto suggestive e ipnotiche. In quanto appassionato di chitarra, sono particolarmente conquistato dalla sua tecnica e dall'eleganza del tocco. Per quel che posso capire, suona col fingerpicking americano (soprattutto), qualche accenno di flamenco spagnolo e un'impostazione di scuola classica. Sembra inoltre avvalersi di "accordature aperte" (in particolare RE SOL RE SOL SI RE) e alla fine ribatte su giri simili (variando di qualche semitono la tonalità col capotasto); ma nonostante un po' di ripetitività, trovo che sappia creare delle atmosfere magiche, pure se spesso un po' cupe. Si aiuta bene anche con la voce, forse non eccezionale ma molto espressiva e avvolgente. Gli manca appena un po' più di solarità a Josè Gonzàlez per diventare un mito... ma è solo al suo secondo disco e ha solo 30 anni, perciò chissà! Questo è il video di Cycling Trivialities, la canzone che ho ascoltato per prima alla radio (peccato che è tagliato il bel finale ad libidum). Inserisco anche il testo e la mia traduzione: come sempre non garantisco della sua bontà, stavolta in particolare (se avete suggerimenti... prego!).
Too blind to know your best.
Hurrying through the forks without regrets.
Different now, every step feels like a mile.
All the lights seem to flash and pass you by.
So how’s it gonna be.
When it all comes down you’re cycling trivialities.
Don’t know which way to turn.
Every trifle becoming big concerns.
All this time you were chasing dreams,
without knowing what you wanted them to mean.
So how’s it gonna be.
When it all comes down you’re cycling trivialities.
Who cares in a hundred years from now.
All the small steps, all your shitty clouds.
Who cares in a hundred years from now.
Who’ll remember all the players.
Who’ll remember all the clowns.
So how’s it gonna be.
When it all comes down you’re cycling trivialities.
Troppo cieco per conoscere il tuo meglio.
Superando di corsa i bivi senza rimpianti.
Ora è diverso, ogni passo pesa come un miglio.
Ogni luce pare lampeggiare e attraversarti.
E allora, come andrà a finire.
Quando tutto va in rovina sei solo un ricorrente danno collaterale.
Non sai quale strada prendere.
Ogni sciocchezza diventa una grossa questione.
Sei stato tutto questo tempo a inseguire sogni,
senza sapere cosa volevi che significassero.
E allora, come andrà a finire.
Quando tutto va in rovina sei solo un ricorrente danno collaterale.
Chi si preoccuperà tra cent'anni.
Tutti i piccoli passi. Le tue nuvole di merda.
Chi si preoccuperà tra cent'anni.
Chi ricorderà tutti i giocatori.
Chi ricorderà tutti i clown.
E allora, come andrà a finire.
Quando tutto va in rovina sei solo un ricorrente danno collaterale.
Su YouTube si trova praticamente tutta la discografia di Josè Gonzàlez, tra cui queste cover: la famosissima Teardrop dei Massive Attack, Hand On Your Heart di Kilye Minogue, Heartbeats dei meno noti The Knife (gruppo svedese). Questo e il link alla pagina su Wikipedia. Questi infine i link al sito ufficiale di Josè Gonzàlez e alla pagina su MySpace (su entrambi è possibile ascoltare molte canzoni). P.S. del 10/08/08. Mi piace molto la traduzione di When it all comes down you’re cycling trivialities che mi propone Chiara sul suo blog al posto della mia Quando tutto va giù stai macinando banalità, che ho quindi trasformato in Quando tutto va in rovina sei solo un ricorrente danno collaterale.
3 : commenti:
Molto bella questa canzone. Ho un dubbio sulla tua traduzione, "So how's it gonna be" mi sembra più una domanda, io avrei tradotto "E allora, come andrà a finire?", ma non sono sicura al 100%.
Proprio su quel punto infatti avevo il dubbio più grosso. Grazie, versione approvata, sostituisco subito.
Anche io ero incerta sulla traduzione del ritornello. All'inizio pensavo addirittura dicesse "when it all comes down to", con significato totalmente diverso. "Macinare banalità" mi sembra un bel tentativo traduttivo, alla fine cycle trivialities dà quell'idea lì. È molto difficile da tradurre, anche "to come down". Bisognerebbe chiedere all'autore cosa intende per tradurre correttamente. Ho cercato online ma non sono riuscita a trovare molto...
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