Raramente parlo di politica su questo blog, ma oggi un piccolo "editoriale" è d'obbligo.
Ho votato per Veltroni, riconoscendomi nel suo progetto politico e non in quello del suo antagonista. Valter ha perso, e con lui hanno perso tutti gli italiano che - come me - dubitano (e reputano di averne avuto varie dimostrazioni) che un grande imprenditore possa trasformarsi in un grande statista politico. Non per difetto personale dell'uomo in questione, non perché gli manchino caratura e carisma, semplicemente perché l'interesse ed il successo di un qualsivoglia gruppo di aziende soggiaciono a una dimensione valoriale ben differente da quella che deve sostenere e indirizzare l'amministrazione della res publica. La conciliazione di interessi in conflitto espressi da differenti parti della società civile, la tutela dei più deboli, la garanzia dei diritti fondamentali di libertà ed eguaglianza, infatti presuppongono scelte diverse da quelle operate da chi vede la nazione come una grande azienda da governare con principi economicisti. È il classico errore "metodologico" che commette chi crede che il salto tra due organismi, da una certa complessità a un'altra superiore, sia esclusivamente quantitativo: è invece proprio il salto qualitativo a rendere velleitaria (se non meramente autoritaria) la trasposizione automatica al secondo organismo degli stessi principi che funzionano (tra l'altro entro diversi ambiti) per il primo.
Tuttavia credo fortemente che sia meglio agire rischiando di sbagliare che restare fermi per prudenza o titubanza; e chi ha ricevuto la legittimazione per governare deve farlo sul serio perché così com'è l'Italia non cammina più. Dunque mi associo a Veltroni nell'augurare al prossimo esecutivo, che potrà governare con la pienezza di poteri data dalla maggioranza in entrambe le Camere, buon lavoro e auspicare che soddisfi coloro che lo hanno votato ma nemmeno manchi di rispetto a tutti coloro che hanno espresso il proprio diritto di opinione schierandosi con la coalizione sconfitta, cittadini che rappresentano una grande parte dell'Italia e della sua storia. Non provo simpatia per i demonizzatori che vogliono tutto il bene da una parte e tutto il male dall'altra, sia che urlino da destra verso sinistra sia nel verso opposto; anche per questo ho puntato la matita sul simbolo del PD mentre in passato ho votato più a sinistra. Da 15 anni viene agitato lo spauracchio dei comunisti di qua e dei fascisti di là: in questo Parlamento mi sembra evidente che nessuno potrà più ricorrere a tali argomenti... almeno lo spero! Ora tocca pensare in primis al bene del Paese.
Non nascondo però una certa preoccupazione perché - abbiate pazienza - per noi che non siamo nati, né abitiamo, né lavoriamo nella piana dove scorre il Po o sui monti da cui si alimenta, cosa dovrebbe rappresentare la Lega Nord? Francamente penso che una forza politica che ha come obiettivo la disgregazione della nazione (inutile girarci attorno, le cose stanno così) e la difesa di chi sta meglio a scapito di chi sta peggio, debba fare molta più paura del puro ricordo delle dittature fasciste e comuniste in Europa. Proprio su quanto ruolo avrà la Lega nella formulazione degli obiettivi del nuovo governo, Berlusconi si gioca la possibilità di consolidare (per mezza Italia) o ricostruirsi (per l'altra mezza Italia e gran parte del mondo) la sua credibilità, in due parole dimostrare se ha "le palle" per essere un vero statista: più super partes che pro domo sua o pro Lega. E per il bene dell'Italia non posso che pregare che nei prossimi 5 anni Silvio faccia bene il premier.
Perciò, visto che voglio che mia figlia cresca in una nazione di cui essere fieri... in bocca al lupo al nuovo premier, in bocca al lupo all'Italia che verrà.
E che Dio ci aiuti.
4 : commenti:
"in bocca al lupo all'Italia che verrà"!
Sì, Daniele, l'Italia ha bisogno di questo augurio!
Mi trovo d'accordissimo con quanto hai scritto, hai espresso ciò che io certamente non sarei riuscita con tale sintesi incisiva e completa.
Anch'io ho votato Veltroni seppure sono sempre stata ben più a sinistra, ma l'importante era raccogliere voti questa volta, e non è bastato.
A differenza di te, e pur convenendo che la cosa migliore è augurarci che ora questo governo comunque faccia del bene all'Italia, mi resta qualcosa che non va giù in gola, e la fronte corrugata da una certa ansia...
..e la preghiera a Dio non è il mio forte, ma ciò che vale è veramente che l'Italia evolva.
Ce la farà???
bel post!
Il nodo in gola ce l'ho pure io, Danda! Ma l'ansia serve a poco... meglio rimboccarsi le maniche e costruire ognuno un pezzetto del nostro miglior mondo possibile attorno a noi.
Noialtri "sconfitti" preoccupiamoci di ritrovare un volto simpatico per la sinistra! E una volta per tutte sinistra e destra la facciano finita di "demonizzarsi" a vicenda!
Al di là di tutto ciò, spero tanto di vedere il giorno in cui emergeranno con forza, trasversalmente, le istanze di chi tiene a cuore l'ecologia, lo sviluppo sostenibile, la spiritualità, la consapevolezza, la fratellanza universale: destra e sinistra andranno allora entrambe in soffitta e ci si ritroverà uniti a perseguire il bene comune non solo dell'Italia ma del pianeta intero.
io non ho fiducia, e non credo di potermi ricredere purtroppo. Per poter avere un Paese di cui essere fieri e degno dei nostri figli, ci sarà da rimboccarsi le maniche e fare di più... molto di più! Mi rammarico di non aver fatto sufficiente opera di convincimento tra le mie conoscenza, ma ci sono troppe questi nella vita che mi prendono. Devo riconoscere che ora è il momento di concentrarsi, di rimboccarsi le maniche e di fare politica attiva per quello che è possibile. Anche solo parlarne on line secondo è un passo.
a presto
La fiducia è un sentimento costruttivo. E penso che mai come ora sia necessario essere fiduciosi, costruttivi, positivi e propositivi.
Di sicuro toccherà assolutamente muoversi per riavere una legge elettorale degna di una democrazia che voglia dirsi tale: a votare quei simboli vuoti di significato senza poter esprimere nessuna preferenza mi sono sentito teletrasportato nella Bulgaria di qualche decennio fa!
Su questo ha perfettamente ragione Beppe Grillo, anche se non mi piace la sua distruttività allo stato puro. E' più forte di me: chi urla, alza la voce, sollecita sentimenti viscerali per esprimere le proprie ragioni lo sento peccare di demagogia quanto i politici che attacca; all'estremo opposto ok, però gli estremi si toccano!
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