Christopher Lloyd interpreta lo scienziato Emmet "Doc" Brown in Ritorno al futuro. |
Una storia vera: un regalo di Jack a tutti i lettori del blog.
La storia che voglio raccontarvi non c’entra niente con le LENR, altrimenti non sarebbe un racconto estivo off-topic, però il suo clima, vissuto in prima persona, richiama in alcuni tratti la vicenda dell’Ecat. Mi è tornata in mente leggendo il mega pdf scaricato dal sito della NASA grazie all’articolo di Daniele. In quel pdf infatti si parla anche di Onde Gravitazionali ad Alta Frequenza (HFGW), cosa molto vicina al tema di questo racconto.
La storia inizia con un ricercatore russo che viveva e lavorava all’iniversità di Tampere in Finlandia una ventina d'anni fa. Il suo nome era Eugene Podkletov. Nel 1992 ebbe una strana esperienza mentre testava un disco superconduttore tipo 2 che ruotava immerso in azoto liquido. Per una fortuita coincidenza, il fumo sprigionato da una pipa nel laboratorio si avvicinò al setup sperimentale e, mentre si trovava sulla verticale del disco rotante, iniziò a comportarsi e muoversi in modo “anomalo”. Non c’erano moti d’aria esterni; l’effetto terminava se il disco non ruotava o usciva dallo stato superconduttivo. Non sembrava inoltre un movimento caotico. Podkletnov incuriosito avvio una piccola ricerca.
Dopo qualche tempo, partendo da questa piccola osservazione casuale, venne presentato da Podkletnov un articolo dal titolo estremamente interessante: Weak gravitation shielding properties of composite bulk YBa_2Cu_3O_{7-x} superconductor below 70 K under e.m. field. In pratica, secondo Podkletnov, il superconduttore di tipo 2 posto in rotazione (mentre si trova in stato di superconduttività) era in grado di schermare leggermente il campo gravitazionale terrestre. Come le LERN sono un rivoluzione nel panorama energetico, questa scoperta lo era nel mondo delle ricerca sulla gravità.
Per la prima volta, violando ogni teoria esistente, si dichiarava che l’uomo era in grado di attenuare il campo gravitazionale terrestre.
Nel 1992 questa notizia non mi sfiorò, avevo solo 15 anni. Ma ebbe un grosso impatto mediatico e ovviamente si portò dietro molti tentativi di replica. Le repliche furono un fallimento. Anche il rilevatore gravitazionale più sensibile non monitorava effetti misurabili nelle vicinanze di un disco superconduttore rotante. Un fisico teorico italiano, Giovanni Modanese, laureato a Pisa con post-doc al MIT, esperto in gravità e gravità quantistica, scrisse però un articolo in cui si poteva giustificare teoricamente un effetto simile a quello descritto e testimoniato da Podkletnov.
Modanese e Podkletnov entrarono in contatto e cominciarono a lavorare insieme. Nonostante gli esiti impietosi delle repliche, la storia dello “scudo gravitazionale” fece il giro del mondo. Venne persino finanziato, da alcune venture capital e un centro di ricerca in California, il “California Institute for Physics and Astrophysics" di Palo Alto, per formare un gruppo di lavoro con l’obiettivo di verificare la scoperta di Podkletnov e trasformarla in una rivoluzione tecnologica. Il controllo della gravità, con le sue implicazioni fantascientifiche, sembrava a portata di mano. Alla luce dei suoi studi, Modanese fu assunto e si trasferì in California per lavorare proprio a questo progetto. Fra le altre cose si occupavano anche di onde gravitazionali ad alta frequenza. Ricerca poi passata alla NASA come riportato nel pdf di Daniele.
Ma le cose non fiorirono. Con il passare del tempo aumentavano le repliche negative e diminuiva l’entusiasmo. Podkletnov e Modanese però non si davano per vinti e continuarono a studiare il fenomeno. Nel 1996 fu terminato il contratto di ricerca che legava il primo all’università di Tampere. L’ateneo non fece carte false per tenersi l’ingegnere russo: la notorietà iniziale si stava trasformando in un formidabile boomerang in arrivo sui denti del consiglio di amministrazione del centro di ricerca Finlandese.
Podkletnov tornò a Mosca, dove iniziò a lavorare come consulente e ingegnere di superconduttori. Poco dopo anche il centro di ricerca californiano chiuse questo filone di studi e tutto sembrò sopirsi.
Finché nel 2001 arrivò sui tavoli delle riviste scientifiche un nuovo paper: Impulse Gravity Generator Based on Charged YBa_2Cu_3O_{7-y} Superconductor with Composite Crystal Structure, firmato da Podkletnov e Modanese
Il fenomeno era diverso, ma non meno incredibile. Colpendo un superconduttore tipo 2 (non rotante) con una scarica ad alta tensione, si generava una specie di onda d’urto gravitazionale in grado di colpire e imprimere un moto a un oggetto che si fosse trovato sulla sua traiettoria. Anche in questo caso la scoperta, se confermata, sarebbe stata epocale. Stavolta non si trattava di uno schermo gravitazionale, bensì di una specie di pistola gravitazionale.
C’era dunque una macchina (impulse gravity generator), c’erano risultati sperimentali, c’era la parola di due personaggi importanti e in buona fede. Quando usci questo articolo lo notai anche io. Qualche anno dopo, grazie all’autonomia concessa dalla mia ditta, mi presi la briga di voler capire che fine aveva fatto questa scoperta e mi misi in contatto con Modanese.
Modanese nel frattempo era diventato professore all’università di Bolzano. Rispose molto gentilmente alle mie mail e mi raccontò la storia di questa scoperta. La sua convinzione era ancora forte, disse che in alcune parti del mondo, non note, si stava lavorando segretamente alla replica dell’esperimento di Podkletmov sulla generazione di impulsi gravitazionali. Inoltre in quello stesso periodo, nel 2006, un altro ricercatore Martin Tajmar pubblicò una ricerca su effetti gravitazionali anomali riscontrati su superconduttori rotanti. Il filone sopito riprese vita, come se qualcuno si fosse ricordato d'innaffiare una pianta dimenticata in un angolo del salotto.
Mi feci coinvolgere e con l’aiuto di Modanese decidemmo di provare a replicare l’esperimento di Tajmar. La mia ditta non ha grandi disponibilità, ma serviva poco materiale. Inoltre eravamo già in contatto con officine e fornitori di tecnologia che ci avrebbero reso meno oneroso la realizzazione dei pezzi e l’acquisto della strumentazione. Modanese mi mise in contatto con il capo ricercatore dei Pirelli Labs, tale Flavio Fontana, che in passato aveva dimostrato interesse per questo tipo di esperimenti. Forse si sarebbe potuto creare un gruppo di studio comune su questo fronte.
Venni invitato a Milano nel laboratorio di Fontana, che si rivelò un personaggio molto aperto a idee e novità, forse persino troppo per i gusti della nuova gestione Pirelli. In un angolo del laboratorio aveva uno strano apparato. Gli chiesi a cosa servisse quel setup e mi disse che era un esperimento di fusione fredda seguito da lui e dal personale dell’ENEA. Al tempo ne sapevo poco e commentai con un generico e truzzissimo “che figata !” bypassando l’argomento. Scoprì dopo che conosceva e collaborava anche con Emilio Del Giudice e Giuliano Preparata. Arrivammo in una sala riunioni per parlare su come concretizzare un setup sperimentale simile a quello di Tajmar, ma purtroppo il discorso si bloccò sullo scottante tema dei finanziamenti: stavano svanendo e difficilmente i Pirelli Labs avrebbero mai collaborato a qualsivoglia titolo a questa nuovo tentativo di replica. Da lì a qualche anno inoltre Fontana sarebbe andato in pensione. Non c’era proprio grande entusiasmo, per non dir di peggio, a parlare di quanto la direzione Pirelli avrebbe potuto investire in questo tipo di ricerche avanzate… lo stesso laboratorio era a rischio chiusura.
In sintesi tornammo a casa con pochi fatti e tante parole su tecnologie sperimentali iper-innovative lasciate sotto uno strato di polvere in trend crescente.
La mia ditta non aveva le forze di sostenere da sola questo tipo di ricerche, per cui ci concentrammo sulle cose concrete che fanno portare a casa la pagnotta. Di mail in mail il tentativo di replica di Tajmar diventava sempre più lontano. Fontana mi fece anche pervenire un campione esagonale di superconduttore tipo 2. Lo tengo ancora qui sulla scrivania. Rimediai un po’ di azoto liquido e con un magnete sperimentammo il mitico effetto di levitazione a causa della repulsione al flusso magnetico (o effetto Meissner nei superconduttori). Io mi commuovo con queste cose.
Ma la pistola a impulsi gravitazionali? E già, c’era quella pistola! Se pure non potevamo essere noi a occuparcene, entro qualche anno il mondo si sarebbe senz'altro accorto di questa strepitosa invenzione.
Qui la storia degenerò. Podkletnov divenne sempre più misterioso. Non si capiva dov’era questa macchina né chi la stesse usando. Si parlava di misteriosi enti russi, di militari... ma alla fine uscivano solo parole, nessuna foto, nessun altro report. Chiesi a Modanese se avesse mai visto questo apparato… e lui mi rispose di no: “Come no ?! E l’articolo firmato a due mani?”
Fiducia nei risultati ottenuti dal russo. Modanese era un fisico teorico, l’altro uno sperimentale. In fondo perché mai avrebbe dovuto dubitare della parola di Podkletnov… cosa ci avrebbe guadagnato con una balla?
Ne parlai con un mio amico, fisico teorico molto in gamba, ma estremamente scettico su tutto questo settore di scoperte. Oggi lavora in un centro di ricerca in Germania, uno dei tanti cervelli emigrati e mai più visti in Italia. In un caldo pomeriggio bolognese mi disse:
“Tu non consideri Jan Hendrik Schön” – “Scusa, chi?!” – “Schön è stato un direttore e ricercatore capo dei Bell Labs, uno dei maggiori laboratori del mondo. Era un personaggio influente, aveva pubblicato articoli fondamentali nella scienza della materia allo stato solido. Aveva vinto premi, meritati, con scoperte che lo avevano reso una superstar del settore. Un giorno arrivò ad affermare che poteva rendere superconduttivo un materiale plastico… sarebbe stata una rivoluzione tecnologica enorme” – “Bello, ma cosa centra?!” – “Purtoppo si scoprì che questi ultimi lavori erano dei falsi… aveva palesemente taroccato i dati. Schön aveva tutto. Aveva un buon posto, aveva delle ricerche fantastiche alle spalle, avrebbe potuto vivere senza problemi solo con il lavoro già fatto. Eppure voleva stupire e rendersi ancora più grande di quello che era e finì per perdere tutto.”
Schön non aveva un motivo valido per taroccare, eppure lo fece. Non solo, venne licenziato, ma non ritrattò mai le proprie affermazioni palesemente false. È uno dei casi emblematici finito nella letteratura dalla “scienza patologica”. La scienza patologica è la prigione di Azkaban dei fisici. La differenza è che non ti vengono tolti i ricordi come nel romando di Enry Potter, ma ti vengono infilate idee in testa che non riesci più a rimuovere. Queste idee, anche se sbagliate, non muoiono mai.
Sono convinto che segretamente ognuno di noi ha sperimentato questa sensazione. Piccole frasi o certezze contro l’evidenza, contro tutto e contro tutti. Certezze che possono spingere in una direzione quasi sempre controproducente per noi stessi.
Forse Podkletnov era in questo stato mentale. Ad oggi nessuno ha visto questa macchina, nessuno ha replicato gli esperimenti dell’impulse gravity generator, Martin Tajmar ha ritrattato molte delle sue conclusioni e Modanese insegna la solita noiosissima fisica “standard” ai suoi studenti. Ogni tanto, raramente, capita ancora qualche mail, ma niente di più. Nessuno di loro è mai stato in malafede. Nessuno di loro ci ha guadagnato qualcosa. È questa dunque una malattia?
Dopo aver visto il filmato LENRevolution un mio socio ha esclamato: “Bello, ma se anche questa cosa finisce nel nulla, non è colpa loro: sei tu che porti sfiga!”
La domanda a questo punti ti esce dal lobo frontale e scende nel cuore: sono patologico? Vale la pena inseguire quelli che per molti sono solo sogni?
Io penso di si! Ma così facendo confermo a me stesso che sono probabilmente malato.
Ho raccontato la storia dell’Ecat a un mio amico super-scettico-pragmatico-a-manetta. Mi aspettavo ovviamente un commento sarcastico e micidiale, invece se n'è uscito fuori con questa frase: “Tu stai cadendo nel tranello del mostro di fine livello!” – “Scusa!?!” – “Il tranello del mostro di fine livello, ovvero il credere che da ogni situazione ci sia sempre una facile via di uscita e che questa via di uscita sia sempre alla nostra portata” – “Scusa, ma non capisco ancora” – “Qualsiasi gioco o videogioco del mondo è strutturato in modo che, pur difficile che sia, ci sia sempre un modo di uscirne vincitori. Altrimenti il gioco non avrebbe senso. Cercare una soluzione facile ai problemi energetici del mondo è frutto di questa concezione: da qualche parte deve pur stare un modo facile, senza costi, pulito e inesauribile di produrre energia. Tu ti muovi e lotti con la certezza subconscia che questa cosa sia da qualche parte, nascosta ma pronta all’uso. Il problema è che la soluzione facile non esiste, non è stata nascosta dai militari, il mostro di fine livello non può essere sconfitto. È dunque meglio smettere di inseguire i sogni e fare i conti con una realtà impietosa che non è stata disegnata per nostro uso e consumo. Se non ti togli da questa ottica, oggi è Rossi, domani sarà un altro, ma il risultato non cambia.”
Gelato da queste frasi, fortunatamente il mio stato "patologico" mi aiuta comunque a vedere con ottimismo la realtà. Vale sempre la pena di lottare per un ideale anche se statisticamente controproducente. Se non fosse così saremmo ancora dentro una caverna a battere due sassi per fare una scintilla.
La storia inizia con un ricercatore russo che viveva e lavorava all’iniversità di Tampere in Finlandia una ventina d'anni fa. Il suo nome era Eugene Podkletov. Nel 1992 ebbe una strana esperienza mentre testava un disco superconduttore tipo 2 che ruotava immerso in azoto liquido. Per una fortuita coincidenza, il fumo sprigionato da una pipa nel laboratorio si avvicinò al setup sperimentale e, mentre si trovava sulla verticale del disco rotante, iniziò a comportarsi e muoversi in modo “anomalo”. Non c’erano moti d’aria esterni; l’effetto terminava se il disco non ruotava o usciva dallo stato superconduttivo. Non sembrava inoltre un movimento caotico. Podkletnov incuriosito avvio una piccola ricerca.
Dopo qualche tempo, partendo da questa piccola osservazione casuale, venne presentato da Podkletnov un articolo dal titolo estremamente interessante: Weak gravitation shielding properties of composite bulk YBa_2Cu_3O_{7-x} superconductor below 70 K under e.m. field. In pratica, secondo Podkletnov, il superconduttore di tipo 2 posto in rotazione (mentre si trova in stato di superconduttività) era in grado di schermare leggermente il campo gravitazionale terrestre. Come le LERN sono un rivoluzione nel panorama energetico, questa scoperta lo era nel mondo delle ricerca sulla gravità.
Per la prima volta, violando ogni teoria esistente, si dichiarava che l’uomo era in grado di attenuare il campo gravitazionale terrestre.
Nel 1992 questa notizia non mi sfiorò, avevo solo 15 anni. Ma ebbe un grosso impatto mediatico e ovviamente si portò dietro molti tentativi di replica. Le repliche furono un fallimento. Anche il rilevatore gravitazionale più sensibile non monitorava effetti misurabili nelle vicinanze di un disco superconduttore rotante. Un fisico teorico italiano, Giovanni Modanese, laureato a Pisa con post-doc al MIT, esperto in gravità e gravità quantistica, scrisse però un articolo in cui si poteva giustificare teoricamente un effetto simile a quello descritto e testimoniato da Podkletnov.
Modanese e Podkletnov entrarono in contatto e cominciarono a lavorare insieme. Nonostante gli esiti impietosi delle repliche, la storia dello “scudo gravitazionale” fece il giro del mondo. Venne persino finanziato, da alcune venture capital e un centro di ricerca in California, il “California Institute for Physics and Astrophysics" di Palo Alto, per formare un gruppo di lavoro con l’obiettivo di verificare la scoperta di Podkletnov e trasformarla in una rivoluzione tecnologica. Il controllo della gravità, con le sue implicazioni fantascientifiche, sembrava a portata di mano. Alla luce dei suoi studi, Modanese fu assunto e si trasferì in California per lavorare proprio a questo progetto. Fra le altre cose si occupavano anche di onde gravitazionali ad alta frequenza. Ricerca poi passata alla NASA come riportato nel pdf di Daniele.
Ma le cose non fiorirono. Con il passare del tempo aumentavano le repliche negative e diminuiva l’entusiasmo. Podkletnov e Modanese però non si davano per vinti e continuarono a studiare il fenomeno. Nel 1996 fu terminato il contratto di ricerca che legava il primo all’università di Tampere. L’ateneo non fece carte false per tenersi l’ingegnere russo: la notorietà iniziale si stava trasformando in un formidabile boomerang in arrivo sui denti del consiglio di amministrazione del centro di ricerca Finlandese.
Podkletnov tornò a Mosca, dove iniziò a lavorare come consulente e ingegnere di superconduttori. Poco dopo anche il centro di ricerca californiano chiuse questo filone di studi e tutto sembrò sopirsi.
Finché nel 2001 arrivò sui tavoli delle riviste scientifiche un nuovo paper: Impulse Gravity Generator Based on Charged YBa_2Cu_3O_{7-y} Superconductor with Composite Crystal Structure, firmato da Podkletnov e Modanese
Il fenomeno era diverso, ma non meno incredibile. Colpendo un superconduttore tipo 2 (non rotante) con una scarica ad alta tensione, si generava una specie di onda d’urto gravitazionale in grado di colpire e imprimere un moto a un oggetto che si fosse trovato sulla sua traiettoria. Anche in questo caso la scoperta, se confermata, sarebbe stata epocale. Stavolta non si trattava di uno schermo gravitazionale, bensì di una specie di pistola gravitazionale.
C’era dunque una macchina (impulse gravity generator), c’erano risultati sperimentali, c’era la parola di due personaggi importanti e in buona fede. Quando usci questo articolo lo notai anche io. Qualche anno dopo, grazie all’autonomia concessa dalla mia ditta, mi presi la briga di voler capire che fine aveva fatto questa scoperta e mi misi in contatto con Modanese.
Modanese nel frattempo era diventato professore all’università di Bolzano. Rispose molto gentilmente alle mie mail e mi raccontò la storia di questa scoperta. La sua convinzione era ancora forte, disse che in alcune parti del mondo, non note, si stava lavorando segretamente alla replica dell’esperimento di Podkletmov sulla generazione di impulsi gravitazionali. Inoltre in quello stesso periodo, nel 2006, un altro ricercatore Martin Tajmar pubblicò una ricerca su effetti gravitazionali anomali riscontrati su superconduttori rotanti. Il filone sopito riprese vita, come se qualcuno si fosse ricordato d'innaffiare una pianta dimenticata in un angolo del salotto.
Mi feci coinvolgere e con l’aiuto di Modanese decidemmo di provare a replicare l’esperimento di Tajmar. La mia ditta non ha grandi disponibilità, ma serviva poco materiale. Inoltre eravamo già in contatto con officine e fornitori di tecnologia che ci avrebbero reso meno oneroso la realizzazione dei pezzi e l’acquisto della strumentazione. Modanese mi mise in contatto con il capo ricercatore dei Pirelli Labs, tale Flavio Fontana, che in passato aveva dimostrato interesse per questo tipo di esperimenti. Forse si sarebbe potuto creare un gruppo di studio comune su questo fronte.
Venni invitato a Milano nel laboratorio di Fontana, che si rivelò un personaggio molto aperto a idee e novità, forse persino troppo per i gusti della nuova gestione Pirelli. In un angolo del laboratorio aveva uno strano apparato. Gli chiesi a cosa servisse quel setup e mi disse che era un esperimento di fusione fredda seguito da lui e dal personale dell’ENEA. Al tempo ne sapevo poco e commentai con un generico e truzzissimo “che figata !” bypassando l’argomento. Scoprì dopo che conosceva e collaborava anche con Emilio Del Giudice e Giuliano Preparata. Arrivammo in una sala riunioni per parlare su come concretizzare un setup sperimentale simile a quello di Tajmar, ma purtroppo il discorso si bloccò sullo scottante tema dei finanziamenti: stavano svanendo e difficilmente i Pirelli Labs avrebbero mai collaborato a qualsivoglia titolo a questa nuovo tentativo di replica. Da lì a qualche anno inoltre Fontana sarebbe andato in pensione. Non c’era proprio grande entusiasmo, per non dir di peggio, a parlare di quanto la direzione Pirelli avrebbe potuto investire in questo tipo di ricerche avanzate… lo stesso laboratorio era a rischio chiusura.
In sintesi tornammo a casa con pochi fatti e tante parole su tecnologie sperimentali iper-innovative lasciate sotto uno strato di polvere in trend crescente.
La mia ditta non aveva le forze di sostenere da sola questo tipo di ricerche, per cui ci concentrammo sulle cose concrete che fanno portare a casa la pagnotta. Di mail in mail il tentativo di replica di Tajmar diventava sempre più lontano. Fontana mi fece anche pervenire un campione esagonale di superconduttore tipo 2. Lo tengo ancora qui sulla scrivania. Rimediai un po’ di azoto liquido e con un magnete sperimentammo il mitico effetto di levitazione a causa della repulsione al flusso magnetico (o effetto Meissner nei superconduttori). Io mi commuovo con queste cose.
Ma la pistola a impulsi gravitazionali? E già, c’era quella pistola! Se pure non potevamo essere noi a occuparcene, entro qualche anno il mondo si sarebbe senz'altro accorto di questa strepitosa invenzione.
Qui la storia degenerò. Podkletnov divenne sempre più misterioso. Non si capiva dov’era questa macchina né chi la stesse usando. Si parlava di misteriosi enti russi, di militari... ma alla fine uscivano solo parole, nessuna foto, nessun altro report. Chiesi a Modanese se avesse mai visto questo apparato… e lui mi rispose di no: “Come no ?! E l’articolo firmato a due mani?”
Fiducia nei risultati ottenuti dal russo. Modanese era un fisico teorico, l’altro uno sperimentale. In fondo perché mai avrebbe dovuto dubitare della parola di Podkletnov… cosa ci avrebbe guadagnato con una balla?
Ne parlai con un mio amico, fisico teorico molto in gamba, ma estremamente scettico su tutto questo settore di scoperte. Oggi lavora in un centro di ricerca in Germania, uno dei tanti cervelli emigrati e mai più visti in Italia. In un caldo pomeriggio bolognese mi disse:
“Tu non consideri Jan Hendrik Schön” – “Scusa, chi?!” – “Schön è stato un direttore e ricercatore capo dei Bell Labs, uno dei maggiori laboratori del mondo. Era un personaggio influente, aveva pubblicato articoli fondamentali nella scienza della materia allo stato solido. Aveva vinto premi, meritati, con scoperte che lo avevano reso una superstar del settore. Un giorno arrivò ad affermare che poteva rendere superconduttivo un materiale plastico… sarebbe stata una rivoluzione tecnologica enorme” – “Bello, ma cosa centra?!” – “Purtoppo si scoprì che questi ultimi lavori erano dei falsi… aveva palesemente taroccato i dati. Schön aveva tutto. Aveva un buon posto, aveva delle ricerche fantastiche alle spalle, avrebbe potuto vivere senza problemi solo con il lavoro già fatto. Eppure voleva stupire e rendersi ancora più grande di quello che era e finì per perdere tutto.”
Schön non aveva un motivo valido per taroccare, eppure lo fece. Non solo, venne licenziato, ma non ritrattò mai le proprie affermazioni palesemente false. È uno dei casi emblematici finito nella letteratura dalla “scienza patologica”. La scienza patologica è la prigione di Azkaban dei fisici. La differenza è che non ti vengono tolti i ricordi come nel romando di Enry Potter, ma ti vengono infilate idee in testa che non riesci più a rimuovere. Queste idee, anche se sbagliate, non muoiono mai.
Sono convinto che segretamente ognuno di noi ha sperimentato questa sensazione. Piccole frasi o certezze contro l’evidenza, contro tutto e contro tutti. Certezze che possono spingere in una direzione quasi sempre controproducente per noi stessi.
Forse Podkletnov era in questo stato mentale. Ad oggi nessuno ha visto questa macchina, nessuno ha replicato gli esperimenti dell’impulse gravity generator, Martin Tajmar ha ritrattato molte delle sue conclusioni e Modanese insegna la solita noiosissima fisica “standard” ai suoi studenti. Ogni tanto, raramente, capita ancora qualche mail, ma niente di più. Nessuno di loro è mai stato in malafede. Nessuno di loro ci ha guadagnato qualcosa. È questa dunque una malattia?
Dopo aver visto il filmato LENRevolution un mio socio ha esclamato: “Bello, ma se anche questa cosa finisce nel nulla, non è colpa loro: sei tu che porti sfiga!”
La domanda a questo punti ti esce dal lobo frontale e scende nel cuore: sono patologico? Vale la pena inseguire quelli che per molti sono solo sogni?
Io penso di si! Ma così facendo confermo a me stesso che sono probabilmente malato.
Ho raccontato la storia dell’Ecat a un mio amico super-scettico-pragmatico-a-manetta. Mi aspettavo ovviamente un commento sarcastico e micidiale, invece se n'è uscito fuori con questa frase: “Tu stai cadendo nel tranello del mostro di fine livello!” – “Scusa!?!” – “Il tranello del mostro di fine livello, ovvero il credere che da ogni situazione ci sia sempre una facile via di uscita e che questa via di uscita sia sempre alla nostra portata” – “Scusa, ma non capisco ancora” – “Qualsiasi gioco o videogioco del mondo è strutturato in modo che, pur difficile che sia, ci sia sempre un modo di uscirne vincitori. Altrimenti il gioco non avrebbe senso. Cercare una soluzione facile ai problemi energetici del mondo è frutto di questa concezione: da qualche parte deve pur stare un modo facile, senza costi, pulito e inesauribile di produrre energia. Tu ti muovi e lotti con la certezza subconscia che questa cosa sia da qualche parte, nascosta ma pronta all’uso. Il problema è che la soluzione facile non esiste, non è stata nascosta dai militari, il mostro di fine livello non può essere sconfitto. È dunque meglio smettere di inseguire i sogni e fare i conti con una realtà impietosa che non è stata disegnata per nostro uso e consumo. Se non ti togli da questa ottica, oggi è Rossi, domani sarà un altro, ma il risultato non cambia.”
Gelato da queste frasi, fortunatamente il mio stato "patologico" mi aiuta comunque a vedere con ottimismo la realtà. Vale sempre la pena di lottare per un ideale anche se statisticamente controproducente. Se non fosse così saremmo ancora dentro una caverna a battere due sassi per fare una scintilla.
Jack, 14/08/2011
28 : commenti:
Questa cosa del mostro di fine livello mi piace come concetto :)
Jack, noi dobbiamo parlare!... :-)
Ti contatterò quando torno in un posto antropizzato...
Jack, ben scritto!! Con passione e precisione. Notevole. :)))
Mi piace assai.
Cmnq l'amico è assai pessimista, una via d'uscita ci deve essere!
Congratz ;-)
complimenti a Jack e complimenti a Daniele per aver pubblicato questa storia.
Io sono convinto da un bel po' che Rossi sia il mostro di fine livello di se stesso...
Mi sembra strano che possano ancora esistere persone, come le definisci tu, 'super-scettiche'. La scienza deve presumere che ci sia una via d'uscita. Sempre. Altrimenti non esisterebbe la ricerca. Questo tipo di approccio continua ad esistere, nonostante tutti i boicottaggi delle religioni e della difesa dello status quo, solo perché, evidentemente, ha sempre portato risultati (positivi e negativi, per come vengono trasformati in applicazioni). Sono i videogiochi che hanno copiato dalla realtà! Una via di uscita si deve sempre cercare e, quasi sempre, magari con un compromesso, si trova.
Complimenti per la storia Jack, interessante. Per quanto riguarda il mostro di fine livello però non concordo. Non è detto che esista una soluzione facile al problema, anzi tipicamente la soluzione facile non mi sembra ci sia neppure per i videogiochi. Il problema energetico, non è comunque tecnologico ma economico. Le risorse "infinite" e gratuite già esistono è il loro sfruttamento che è complesso e costoso. Più i fossili diventeranno costosi e difficili da estrarre più queste tecnologie si svilupperanno e diventeranno economiche. Se a un certo punto salterà fuori una nuova tecnologia pulita ed economica, ben venga. Altrimenti si sfrutterà quello che si ha a disposizione, senza scorciatoie.
segnalo questo link http://www.esa.int/SPECIALS/GSP/SEM0L6OVGJE_0.html per tentare di ferire il mostro di fine livello... ho cancellato il post precedente perché il copia e incolla non aveva funzionato..
Mi fa rabbrividire la frase: "Ricerca poi passata alla NASA come riportato nel pdf di Daniele"
L' effetto di publicare cose false è che comunque alla fine qualcuno che ci crede c'è sempre...
@Daniele comunque non ho capito una cosa...la Nasa è quel paradiso incommensurabile dove si studiano le bobine di tesla, la zero point energy e la propulsione senza reazione, come lasciavi credere con lo scoop, oppure è l' ente che ha lasciato che Fleishmann & Pons andassero all' inferno, nascondendo l' esperimento che li avrebbe salvati, come diceva Celani?
:)
Per affermare che si tratta di un imbroglio, la cosa deve essere falsificata. E' alla base del metodo scientifico. Non basta un esperimento non riuscito, bisogna dimostrare che è vietato dalle leggi della natura.
E' per questo che si discute se la scoperta di Rossi è una truffa oppure una rivoluzione.
E' stata dimostrata la falsità dell'esperimento oppure è presunta?
@nemo
l'esperimento per essere falsificato deve essere riprodotto in modo indipendente, ma ciò non è possibile perchè rossi non svela (giustamente!) l'ingrediente segreto.
Ergo, l'onere della prova è a SUO carico.
l'eCat è come la teoria delle stringhe: indimostrabile, non falsificabile e "not even wrong". Però almeno la teoria delle stringhe ha dalla sua una matematica di una eleganza mozzafiato.
qui abbiamo solo un sacco di chiacchere, una sfiatella e raggi gamma che non farebbero scaldare manco una tazza d'acqua per fare il The.
che si può fare oltre ad un atto di fede?
@jack
molto bello il racconto, molto interessante il tema gravitazionale, e molto interessante il fatto che la Pirelli Labs avesse un setup per un esperimento di fusione fredda. Ma io ho più paura degli imbecilli di primo livello, quelli che dicono che una cosa non funziona perchè nessuno l'ha mai fatta prima. Se così fosse saremmo ancora nelle caverne. Rimando sempre al veccho metodo scientifico antidogmatico per eccellenza, quello galileiano, una cosa funziona se è ripetibile da persone diverse in luoghi diversi ed in tempi diversi. Cioè se è ripetibile sempre! Solo ad ottobre dopo un test pubblico e ripetibile potremo dire se l'e-cat funziona o no, ora possiamo solo giocare a fare i pessimisti o gli ottimisti, ma entrambe le categorie senza niente di concreto in mano!
Alla teoria del mostro di fine livello, preferisco credere alla scommessa di Pascal o allo storicismo di Ernesto de Martino.
Infondo, se crediamo in qualcosa che offre delle possibilità di riscatto per l'umanità potremmo guadagnarci qualcosa ....
@Tutti
grazie per i commenti, questa esperienza era ormai rilegata ad anni fa è stato divertente riesumarla e collegarla al presente. Il ruolo della NASA al tempo fu molto importante perchè tentò una delle principali repliche dell'esperimento. Il gruppo che se ne occupò si chiamava Gravity Research for Advanced Space Propulsion (GRASP). Molte volte la NASA ha scommesso su tecnologie d'avanguardia, spendendo soldi e tempo, e questo le fa solo che onore. Ovviamente quando sono state tirate le somme in quel caso si decise di non proseguire, perchè la replica fallì.
Le persone implicate nelle LENR sono cresciute durante gli ultimi 20 anni diventando un gruppo di ricercatori internazionalmente riconosciuto. Il fenomeno non è ancora accettato e riconosciuto, ma i report positivi crescono ogni giorno ed è innegabile che anche una parte della NASA, magari minoritaria, attualmente ci crede. Poi tutti sbagliano e sicuramente nessuno è infallibile... la referenza NASA non dertermina automaticamente una verità, ma a me pare un buon segno !
Saluti
JacK
@Vettore: mi farebbe molto piacere scambiare due o tre commenti su queste ed altre "avventure" tecnologiche. Sentiamoci appena rientri !
i ragazzi svedesi hanno fatto un video-canzone su Rossi http://www.youtube.com/watch?v=MNwOpSHNIQ4&hd=1
Se avessi trascritto male si trova su JoNP nell articolo "come può il 30x100 di nichel trasformarsi in rame.
@Enzo
Si la Nasa è quello stesso ente che nel 1989 ha replicato F&P accertando eccesso di calore e ha lasciato il documento secretato (o se preferisci "nel cassetto ") fino al 2003.
@tutti
Quando Kekulè sognò la forma della molecola del benzene sconfisse il mostro di primo livello senza colpo ferire. Nella vita nulla arriva in regalo, ma da che mondo è mondo le scorciatoie ESISTONO sempre... basta essere sufficientemente scaltri/fortunati per vederle.
Concordo con Daniele. La questione sulla gravità non può esser bollata come bufala così facilmente. Non abbiamo nemmeno una teoria sula gravità quantistica.
Einstain ci ha insegnato molto... Qualcuno però riesce a spiegarmi come è possibile che lo spazio-tempo sia curvo? Eppure é un fatto geometrico reale con cui gli astrofisici devono confrontarsi ogni giorno.
Nulla ancora sapiamo sullo spazio... è continuo o discontinuo? Quante dimensioni ha ? e la gravità è realmente attrattiva oppure la natura ci sta ingannando?
Ed infine, perché durante il processo di fusione si ha di perdita di massa? é come dire che 2 + 2 < 4...
L'energia di fusione è così grande proprio perché il difetto di massa deve essere moltiplicato per c^2 (E = mc^2)
@nemo
un piccolo estratto da :
Teoria dello Spazio Quantizzato
(o meglio quantizzabile)
e da
“Concezione Elettronica dello Spazio dell'Energia e della Materia”
Premessa
... La Scoperta/Processo Focardi-Rossi partendo da evidenze sperimentali “anomale” è stata una intelligente e tenace ricerca applicata per produrre questa Epocale Invenzione.
Si ritiene che quanto ottenuto nell'E-CAT di Focardi e Rossi consiste nell'aver individuato e ottenuto condizioni di risonanza e sintonizzazione del protone (Idrogeno) con il nucleo di Nickel.
Una concezione elettromagnetica di elettroni, protoni, nuclei come oscillatori/onde stazionarie giustifica l'apparente staticità della carica e della materia; il blocco columbiano è una mancanza di sincronismo (non coerenza tra due oscillatori separati formanti i nuclei); ma non esclude anzi prevede una sintonizzazione/sincronizzazione a bassa energia dei nuclei rendendo quindi concepibile il superamento del blocco columbiano stesso permettendo una fusione nucleare L.E.N.R. esempio : da Ni58 x H1 → Cu59. ...
...Lo spazio viene visto come substrato base della totalità dell'Universo. Lo spazio è sostanzialmente un superconduttore dell'energia elettromagnetica ad esso inviata e può assumere forma traslante (onda) o stazionante (carica, materia).
L'elettrone (carica) e il protone (massa) possono essere concepiti come risonanze in equilibrio dinamico con lo spazio, onde elettromagnetiche stazionarie, in perfetto accordo con la costante di Planck, con le equazioni di Maxwell e con la forza di Lorentz.
La risonanza dello spazio
Accanto a questa prima evidenza è stato individuato nella risonanza il meccanismo di azione possibile nello spazio che da vita alla carica e alla materia, brevemente:
1. L'elemento base costituente carica e materia è lo spazio.
2. Il meccanismo d’azione (dinamica) che permette l’esistenza della carica e della materia è la risonanza dello spazio.
3. L'elettrone risulta essere un'onda stazionaria alla frequenza naturale di oscillazione dello spazio (frequenza Compton per l'elettrone).
4. Il meccanismo di risonanza dello spazio, conseguenza delle sue proprietà μ0 e ε0 è ridondante, ne consegue che il protone (primo nucleone, atomo di idrogeno) è la risonanza dell'elettrone nello spazio.
5. Le successive risonanze dell'elettrone nella frequenza fondamentale e successive armoniche doppia, tripla, quadrupla ecc. sono i nuclei ed isotopi successivi della tavola degli elementi chimici: Deuterio, Trizio, Elio, ecc..
La particellarità conseguenza delle proprietà caratteristiche dello spazio
Possiamo dire che ci troviamo di fronte alla nuclearizzazione dello spazio e in questa ottica la carica e la materia vengono viste come spazio condensato o compresso in stato di risonanza.
Sia chiaro che lo spazio non è materia, ma la sua risposta all’eccitazione dinamica assieme al meccanismo di risonanza genera carica e materia, questo comporta una descrizione della realtà fisica della carica e della materia senza dualismi (unificata) ed al tempo stesso molto elegante.
Con queste osservazioni si rompono gli schemi e si può uscire dal “pantano delle particelle effimere”, semplicemente non ci si è accorti che sarebbe stato più utile e generalizzante concettualizzare e definire il fenomeno “particella”; ciò è semplicemente quello che è stato fatto.
continua ...
continua ...
La particellarità conseguenza delle proprietà caratteristiche dello spazio
La “particellarità” è stata spostata dalle particelle stesse alle caratteristiche / proprietà dello spazio che ne permette e regola l'esistenza.
Il dualismo onda-materia può essere risolto dalle evidenze Maxwelliane; le proprietà elettriche e magnetiche dello Spazio si manifestano mutuamente collegate dinamicamente; il collegamento dinamico tra campo elettrico e campo magnetico dello spazio quindi permette una frequenza di risonanza o più propriamente un volume o luogo dello Spazio, ove campo magnetico derivato da un campo elettrico nascente incurva lo spazio e ne autosostiene (intrappola) in risonanza la perturbazione elettrica nascente generando l'elettrone (prima risonanza).
Le diverse modalità di esistenza del fotone, dell’elettrone e del protone (onda, carica, materia), possono essere così messe in relazione molto semplicemente constatando che di fatto la forza di Lorentz incurva lo spazio, quindi elettrone e protone possono essere concepiti come risonanze elettromagnetiche in equilibrio locale.
In altre parole la “Curvatura di Lorentz” implica la possibilità che una perturbazione elettromagnetica nascente può trovarsi “intrappolata” e trasformarsi in onda stazionante carica / materia attestandosi in questa nuova veste come nucleo attraverso il meccanismo della risonanza.
ecc. ecc.
Non concordo con l'amico di JacK "super-scettico-pragmatico-a-manetta".
A mio parere la vita (e la scienza che ne fa parte a pieno titolo) è piena di mostri di fine livello che attendono solo di essere raggiunti e sconfitti.
Solo che non è facile trovarli, ed ancora meno sconfiggerli.
Ritenere che esistono non è romantico, è solo guardare in faccia la realtà... essa è si impietosa in quanto non è stata disegnata per nostro uso e consumo, ma non per questo è impossibile trovare dei modi per smussarne gli angoli a nostro vantaggio, (le "scorciatoie" di cui parla Daniele nel suo commento poco sopra...).
Non si può battere l'intera realtà (tutto il gioco, che è infinito) ma solo una parte (il livello) e se si riesce si migliora un aspetto della nostra vita e poi via a combattere nel livello successivo.
Se non fossimo animati da questo spirito saremmo come scimmie: abbastanza simili a noi ma senza quel qualcosa in più che ci ha permesso l'evoluzione che ci ha caratterizzato, nel bene e nel male.... neanche le due pietre insieme saremmo in grado di battere!
Non sono in grado di dire se Rossi abbia individuato un nuovo "Mostro", né tanto meno se abbia capito come sconfiggerlo... ma a mio parere sognare di farlo e sforzarsi di raggiungere tale risultato dovrebbe essere la mèta di ogni scenziato con i talenti giusti, ciascuno nel proprio campo di competenza.
@tutti
Abbiate fiducia! :-)
Ribadisco Fleischmann e Pons avevano ragione!
>Abbiate fiducia! :-)
Lo diceva pure il capitano del Titanic.
@Tia
Lo diceva pure Temistocle.
Lo diceva pure Quinto Fabio Massimo.
Lo diceva pure Cristoforo Colombo.
Lo diceva pure l'Ammiraglio Nelson.
Lo diceva pure Garibaldi.
Lo diceva pure Guglielmo Marconi.
Lo diceva pure Churchill.
ecc. ecc. ecc.
Piu` che altro io direi: aspettiamo fine Ottobre, magari con qualche settimana in piu` di margine di tolleranza.
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