Il maestro di Zen Hakuin era decantato dai vicini per la purezza della sua vita. Accanto a lui abitava una bella ragazza giapponese, i cui genitori avevano un negozio di alimentari. Un giorno, come un fulmine a ciel sereno, i genitori scoprirono che era incinta. La cosa mandò i genitori su tutte le furie. La ragazza non voleva confessare chi fosse l'uomo, ma quando non ne poté più di tutte quelle insistenze, finì col dire che era stato Hakuin. I genitori furibondi andarono dal maestro. "Ah sì?" disse lui come tutta risposta. Quando il bambino nacque, lo portarono da Hakuin. Ormai lui aveva perso la reputazione, cosa che lo lasciava indifferente, ma si occupò del bambino con grande sollecitudine. Si procurava dai vicini il latte e tutto quello che occorreva al piccolo. Dopo un anno la ragazza madre non resistette più. Disse ai genitori la verità: il vero padre del bambino era un giovanotto che lavorava al mercato del pesce. La madre e il padre della ragazza andarono subito da Hakuin a chiedergli perdono, a fargli tutte le loro scuse e a riprendersi il bambino. Hakuin non fece obiezioni. Nel cedere il bambino, tutto quello che disse fu: "Ah sì?".
Cito questa storia zen spesso: mi serve a spiegare che ho imparato a non curarmi di quel che gli altri pensano di me. Ed è vero, ma ora so di riuscirci solo entro certi limiti. Perché quando ti viene attribuito qualcosa che non appartiene alla tua vita, alla tua coscienza, ai tuoi valori, allora vedi bene che il "saggio zen" e le persona comuni come me hanno diversi limiti di sopportazione: questa lezione m'è arrivata addosso violentemente tra ieri ed oggi. Tanto più che se sono "rimproverato" di qualcosa che ho effettivamente commesso, seppure la situazione possa essere spiacevole riesco a gestirla e ad esserne responsabile, e se devo pagare giustamente pago. Ma se vengo "accusato" di qualcosa di cui sono innocente, quanto più ne sono del tutto estraneo, quanto più l'accusa è grossa e infondata, tanto più "vado nel pallone". Mutatis mutandis, non ero mai stato diffamato in modo paragonabile a quanto accaduto al saggio della storia zen e la mia prima reazione è stata quella di reagire con sdegno e cercare di far venire subito la verità a galla. E questo non sempre è bene. Vorrei avere l'imperturbabilità del saggio zen, ma non ce l'ho.
Funzionasse davvero la bocca della verità (nella foto) di Santa Maria in Cosmedin a Roma... altro che "Ah sì!" del saggio zen.
2 : commenti:
Direi che, per quanto mi riguarda, la strada per pronunciare la placida espressione del maestro zen è ancora lunga. Mi ci vorrebbero 80 camomille filtrate in 4 minuti esatti (ché si sa che oltre i 4 minuti la camomilla diventa eccitante)per pronunciare di cuore un "Ah, sì". Ciao Daniele :)
Ah ah ah! ;o)
No non è facile.
Su una cosa però ho vinto totalmente sai: è da almeno 10 anni che non so cosa significhi "incazzarsi per il traffico"... non so nemmeno io come ho fatto, però è così.
A presto carissima
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