Questo post è dedicato a Daniela Benaglia, poetessa comasca, autrice per i tipi di OTMA Edizioni (Milano) di Maturando (2005) e di Amaro e Amaro (2006).
Più di un anno fa avevamo scambiato a distanza i nostri libri d'esordio e scoperto richiami e rispecchiamenti tra diverse nostre poesie. Così anche se è capitato raramente di contattarci, da allora si è andato tessendo un filo sottile che si è teso nello scorso mese di giugno quando ci siamo prima spediti i nostri secondi libri e dopo sentiti spesso per telefono. Infine, giusto dieci giorni fa, approfittando di una vacanza di qualche giorno in Valchiavenna - a poco più di un'ora di auto da Como - ho avuto finalmente occasione di conoscere Daniela (e suo marito e la dolcissima figlia) e subito la conferma di essere anime molto vicine per sensibilità, passioni ed esperienze di vita.
Era da tanto tempo che mi ripromettevo di pubblicare qui alcune sue poesie e ora che posso ben considerarla amica, e che lei ha pure accettato la mia proposta di entrare nello staff del blog, non posso aspettare oltre! Ho scelte quattro composizioni (le prime due sono tratte da Maturando le altre da Amaro e Amore) scegliendo piuttosto che quelle che mi piacciono di più quelle in cui Daniela parla delle onde del mare... un tema che è eterna fonte d'immagini e metafore davvero per tanti poeti e in cui anch'io amo tuffarmi.
Come onda di mare Fammi bere dell'acqua, così tanta, ch'io possa confondermi, onda di mare. Sciolta poi, cospargimi di sale dammi sapore. Mi cullerò nell'oceano, divenutomi amico. Mi scalderò con raggi di sole su distese di bianca sabbia. Rotolerò via, scivolando su conchiglie per unirmi all'infinito scorrere dell'alta marea. Dentro e fuori di me L'onda ti travolge e poi si rifugia nell'infinito mare e di ritorno porta con sé altro mare, altre onde, altro infinito, e si abbandona e si culla in te ed è ancora nuovamente infinito. Aspetto l'onda Aspetto l'onda alta per sommergere la quiete falsa e illusoria del tempo che, inesorabile, si prende la mia vita. Aspetto che mi riporti a riva sui granelli a cui resto legata di sabbia tiepida e incolore. Aspetto che TU sia quell'onda e con foga mi getto sullo scoglio nuovo, cercandoti impavida tra le punte aguzze, non ancora lisciate dall'usura del sale, ancora vergine del bagno di sole che rende opachi, quell'onda ancora fresca d'amore, pronta a infrangersi sul mio essere donna d'amare. Non sono più La mia vita di sbalzi, d'amore forte e debole, dal troppo al nulla amare a al non capire più... Sento, come in una conchiglia, il mare, ma come sposto l'orecchio muore e cerco altrove. ...e tu che guardi presente e a volte assente... e io - che non sento più - ho rotto la conchiglia? Non so! Seduta in spiaggia scruto l'onda che viene e va nella bassa marea.Cito il critico Roberto Bramani Araldi che nella prefazione a Amaro e Amore così scrive di Daniela: "La sua poesia, si può ormai intuire, è poliedrica, quale riflesso di più anime emergenti improvvise nel racconto, che, nel momento nel quale si pensa ormai prevedibile, cambia improvvisamente direzione, come fiume che, giunto in prossimità della foce, si sbizzarrisce in continui meandri, e allora appaiono, come fiori appena sbocciati nella notte, quindi affascinanti per la loro giovane bellezza, i versi di squisita sensibilità poetica che vanno a nobilitare l'intera raccolta. E le onde di Daniela mi evocano altre onde - del mare e allo stesso tempo sonore:(Daniela Benaglia)
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