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domenica 8 maggio 2011

Brevetto italiano concesso il 6 aprile 2011

Tutti attenti - giustamente - a seguire l'iter del brevetto europeo, è passato pressoché inosservato il rilascio del brevetto italiano riconosciuto all'E-Catalyzer, in data 6 aprile 2011. 


È chiaro che tra i primissimi a saperlo ci sia stato lo stesso Rossi, che però ha voluto evidentemente evitare di darne particolare rilievo alla notizia: la vera partita si gioca sul patent europeo.

Riporto tre commenti lasciati dal nostro Jack a proposito della patent cold war in atto tra Rossi e Piantelli... speriamo che finisca bene per tutti!


P.S. Dopo avere letto questo post vai anche al successivo aggiornamento.


I COMMENTO

La storia dei brevetti è effettivamente molto complessa. Per quello che mi pare di intuire sembra che sia un punto di forte scontro fra Piantelli e Rossi. Non mi sembrerebbe strano se il caro Bruce Banner si rivelasse un sostenitore del gruppo di Siena. 

Piantelli e Rossi sono già 3 anni che si rincorrono. 

Rossi fa una [domanda di] brevetto italiano nell'Aprile 2008 specificatamente sul Ni-H con polveri e Piantelli nel Novembre 2008 (per cui anteriorità di Rossi) produce un documento analogo. Rossi ottiene il patent italiano (ma ancora non quello europeo su cui si sta lottando) giusto questo 9 Aprile 2011 (vedi qui). Piantelli NON ha ancora ricevuto il patent italiano sul brevetto del 2008. 

Il brevetto [di Piantelli] del 1995, non rinnovato per cui inutile (motivo per cui Piantelli ne fa uno [nuovo] nel 2008), aleggia su entrambi e secondo me rende "libera" la tecnologia a base Ni-H.

I due gruppi di lavoro giocano duro: Rossi cerca di vincolare tutto il Nickel+Idrogeno escludendo di fatto Piantelli, ma non si espone sul catalizzatore che invece sarebbe la vera innovazione. Probabilmente c'è un brevetto ad hoc ancora segreto (possono rimanere segreti 1 anno e mezzo). 

Piantelli manda un avvocato a parlare nell'intervista di Saso. Secondo me c'e' un rancore profondo, Piantelli è il padre del Ni-H, ma Rossi è l'unico al mondo ad aver dimostrato un'output energetico degno di questo nome. Chi è più degno di poter dire "il Ni-H è mio"? 

Sono due persone opposte: Piantelli è iper schivo ed estremamente attento ad evitare i media per portare a termine una ricerca scientifica molto complessa; Rossi è un imprenditore che vuole rivoluzionare il mercato nel minor tempo possibile. Non possono stare evidentemente insieme. La figura di Focardi che passa fra questi due estremi è bellissima, sarebbe interessante sapere cosa è successo negli anni passati per innescare una situazione così contrastata. 

Ritengo comunque che senza Rossi oggi non sapremmo (almeno io) niente di Ni-H. Forse era necessario uno spavaldo imprenditore geniale per ottenere dei risultati che, spero di cuore, faranno ritornare quel liquido osceno chiamato petrolio dove madre natura l'aveva lasciato... sotto terra !

II COMMENTO - alcuni approfondimenti a quanto detto

Per quello che ho letto, nel brevetto del 1995 (vedi qui) c'e' un claim fra i tanti (troppi!) che cita espressamente la polvere [33. Generator according to claim 25 wherein said core is a metallic powder present in said generation chamber] Il problema è che questo brevetto è troppo ampio, quasi il nickel non viene citato. È talmente vasto che in pratica non protegge l'innovazione di Piantelli. Sembra quasi fatto per evitare che un "terzo" possa in qualche modo arrogarsi il diritto di brevettare qualcosa su questo tema. 

La proprietà è inoltre dell'università di Siena, non di Piantelli. L'università non lo rinnova e lo lascia decadere. Un brevetto decaduto lascia libero il campo a qualsiasi competitor. A quel punto chiunque può riprodurre la tecnologia, ma non può vantare un copyright. Il Ni-H sembra dunque una questione aperta.


Nel 2008 però Rossi crea un brevetto ristretto al Ni-H in polvere, brevetto sicuramente applicabile, tanto che l'ente italiano gli riconosce la patent questo Aprile 2011. A livello europeo sono più attenti e formali, il brevetto del '95 ed alcune pubblicazioni sul Ni-H non possono passare inosservate. 


Sempre nel 2008 Piantelli fa un secondo brevetto che questa volta è suo e del gruppo industriale che lo finanzia. Questo gruppo industriale da quello che ho intuito era la Lumenergia, una municipalizzata di Brescia. Uno degli amministratori di questa società è infatti uno dei proprietari del brevetto 2008. Lumenergia inoltre finanzia in passato alcuni laboratori a Siena (vedi qui).

Si tratta quindi di scienziati e imprenditori contro altri scienziati ed imprenditori. Il che rende tutto sfortunatamente più segreto ed oscuro. Se il brevetto europeo non verrà concesso a Rossi, sicuramente non dirà mai cos'è il catalizzatore fino a quando qualcuno non apre a sua insaputa un E-Cat. Essendo venduti in comodato, saranno legalmente ben protetti da manomissioni. Forse proprio il fatto che il brevetto è intrinsecamente incerto frena Rossi dal inserirci dentro i dati del catalizzatore, in modo che, anche in caso di sconfitta brevettuale, questo rimanga un suo vantaggio.

Più che Rossi, il colpo basso a Piantelli l'ha sferrato il CERN, dove si è cercato, in vano, di replicare il suo dispositivo (vedi wikypedia: [Nel 1996 un gruppo del CERN di Ginevra diretto da Antonino Zichichi ha tentato una replica dell'esperimento di Piantelli-Focardi; l'attività di studio è durata quasi un anno, ma alla fine non ha dato un risultato favorevole all'ipotesi di una spiegazione di natura nucleare del fenomeno]). 

A causa di questa batosta (va detto che il CERN ci ha provato per 1 anno intero, per cui non penso sia stato troppo superficiale) il brevetto di Piantelli non viene rinnovato e l'università di Siena smorza gli entusiasmi. Piantelli si rinchiude nel suo laboratorio alla ricerca di una maggiore ripetibilità lontano dai media.

Nel 2008 forse Rossi spiazza Piantelli che non si aspetta questo "outsider" della fusione fredda. Corre ai ripari, ma troppo tardi (Aprile contro Novembre). Rossi deve però combattere il fantasma del 1995 e secondo me il nostro amato Bruce Banner ha ragione: senza il catalizzatore il brevetto è troppo spuntato.

Senza un brevetto sul Ni-H il gioco potrebbe diventare a chi ha il "gatto" più grosso. Rossi parte comunque in vantaggio, ma la pioggia di soldi che inonderà questo settore probabilmente produrra qualche altro risultato eclatante.

Sarà comunque una bella gara tutta da vedere !

III COMMENTO - la vera battaglia è sul brevetto europeo e quello del catalizzatore


Per cui si può dire che in italia il Ni-H oggi è di Rossi. Poi il mondo dei brevetti è terribile. Se quello europeo non passa, credo (qui ci vuole veramente l'espertone del campo per dirlo) che vada ad inficiare anche quello italiano riconosciuto. In pratica appellandosi a quello europeo un competitor può quasi bypassare quello italiano... credo sia il motivo per cui Rossi non può cantare ancora vittoria.

Con questo stesso sistema si verifica che Piantelli non ha ancora ottenuto il brevetto sul quello italiano del 2008.

Se ci sono dei brevetti segreti, a livello italiano il titolo appare comunque nel database, ma non si può ottenere il documento. Dato che nel database c'e' solo il titolo, molti cercano di restare molto criptici sul titolo per evitare che si sappia su cosa stanno lavorando. Se uno poi è veramente paranoico lo fa brevettare ad un prestanome che poi lo vende al vero inventore una volta concesso. Sul catalizzatore di Rossi non sembra esserci nulla... ma potrebbe benissimo essere avviata una pratica come brevetto americano, europeo o altri stati senza che noi ne sappiamo nulla :)

Saluti

34 : commenti:

Riccardo ha detto...

Ma quanto è realmente sfruttabile commercialmente l'invenzione?
E' da un po' che seguo le vicende dell 'E-CAT' e pare proprio sia una scoperta rivoluzionaria. Tuttavia dalle varie interviste del dott. Rossi sono emersi alcuni dettagli che forse non ho ben inteso, ma che mi hanno lasciato perplesso e voglio qui condividere.
La questione più spinosa mi pare il costo dell'impianto: posto che si parla di generatori di calore (e non di elettricità) i moduli che verrebbero commercializzati (produzione in USA), entro fine anno, avranno un costo di circa 2.000$ per kw installato, mentre la produzione per kw/h costerebbe circa 1 cent. Ora i dettagli non sono ancora ben noti, se ho capito bene questo significa che per un impianto casalingo di 10kw ci vogliono solo per la macchina circa 20.000$ ovvero circa 14.000€. Se poi volessimo produrre elettricità, è plausibile un rendimento ottimistico di 0,5, ovvero si sale ad un costo di circa 3.000€ per Kw elettrico installato. Volendo esercitarsi in un esercizio teorico si puo' stimare, partendo dalle dichiarazioni di cui sopra, che se ci volessimo far marciare una bella automobile per comprare il solo motore e-cat da 100kw all'asse (efficienza 0,3) sono necessari diciamo circa 500.000€... ma il pieno sarebbe senz'altro conveniente ;-)
Ovvio che le mie sono elucubrazione sono forse sbagliate e che si basano su interviste... non ci sono ancora le specifiche del prodotto che verrà commercializzato e comunque immagino che il costo dell'apparecchio possa calare grazie allo sviluppo industriale, alla produzione di massa... e quando il dott. Rossi A. sarà mooolto ricco e abbasserà forse i prezzi.
Le informazioni sui costi e i tempi di commercializzazione li potete vedere direttamente da http://www.youtube.com/watch?v=ZGI12A3SWJ4

Carlo Ombello ha detto...

Avevo letto tempo fa il rapporto del CERN sul "Nuovo Cimento".

Perchè mai dovremmo stupirci che ricercatori finanziati per la ricerca sulla fusione calda fatichino a riprodurre i risultati dei "ricercatori freddi"? Io credo piuttosto che per loro sia "da contratto" non riuscirci... come pure abbiamo letto in lungo e in largo, c'è una lotta fra la ricerca miliardaria sulla fusione calda, e pure all'interno delle diverse "dottrine" sulla fusione fredda.

Insomma, non definirei quella del CERN una batosta, quanto un'ovvietà.

Daniele Passerini ha detto...

@Riccardo
Nella intervista a Rainews i rappresentanti Defkalion hanno ribadito che al momento non venderanno gli impianti ma li daranno in comodato d'uso, ovviamente il prezzo d'affitto sarà tale da rendere comunque lo sfruttamento di questa fonte di calore vantaggioso (si spera in modo consistente, se no ci rimarrei non malissimo, di più!) rispetto ad altre tecnologie sul mercato.
Immagino che sarà così, se no tutto avrebbe ben poco senso.

@Carlo Ombello
Concordo al 100%: la solita ovvietà degli ultimi 22 anni. ;)

Tizzie ha detto...

@Daniele
A dire il vero da quello che avevo letto sul blog di Rossi ed altrove, loro li affitteranno con precise garanzie sull'energia erogata. Il problema pero` e` che la cosa e` molto influenzata dal modo in cui la si calcola. Se il rapporto fra quella in ingresso e quella di uscita non e` elevatissimo, c'e` il rischio che calcoli "ottimistici" (un po' come i consumi delle automobili dichiarati dalle case costruttrici) rendano poco conveniente l'uso di tali apparati pur rispettando, sulla carta, le caratteristiche dichiarate.

E` il caso peggiore che mi viene in mente, dando per scontato che gli apparecchi di principio funzionino. Per questo spero che o l'amplificazione sia notevole o abbiano bisogno di molta poca corrente per funzionare (nell'ordine di qualche decina di watt in media, non centinaia). In tal caso la convenienza sarebbe certa.

Anonimo ha detto...

"Se il rapporto fra quella in ingresso e quella di uscita non e` elevatissimo, c'e` il rischio che calcoli "ottimistici" (un po' come i consumi delle automobili dichiarati dalle case costruttrici) rendano poco conveniente l'uso di tali apparati pur rispettando, sulla carta, le caratteristiche dichiarate."

Forse basano il tutto non solo sulla convenienza economica ma su quella ecologica e puntano sulla rinnovabilità e quindi acquisire il titolo di energia rinnovabile con ecoincentivi annessi equalizzerebbe il tutto ... Comunque è ovvio che il costo sarà alto per rifarsi degli investimenti e altro , prima che i cinesi o altri lo copino, cambiando una virgola, a basso prezzo .

rodrigo ha detto...

A mio parere un ragionamento riguardo al vantaggio del E-Cat va fatto.
Con i moduli da 2.5kW il guadagno è circa 8 (2500/300), ma il problema è che per ottenere la potenza (termica) che attualmente ha una caldaia "casalinga", ossia 20kW-30kW, occorrono dieci moduli con una potenza (elettrica) necessaria in ingresso di 300x10 = 3kW che, da tenere acceso giorno e notte, al costo attuale della energia elettrica, non mi sembra particolarmente vantaggioso. Se per ipotesi la resitenza da 300W dovrebbe stare sempre accesa (e questo non l'ho ancora pienamente compreso), si starebbe presto ad arrivare ad una spesa mensile di 300/400 Euro in corrente elettrica, soldi questi da pagare all'Enel, ai suoi (salatissimi) prezzi. Senza contare che un normale contratto di fornitura da 3,3kW non sarebbe più sufficiente e anche uno da 5kW non sarebbe poi così abbondante.

Diverso sarebbe il discorso di moduli da 10kW (2-3 moduli) ma comunque il consumo di corrente elettrica sarebbe tutt'altro che trascurabile.

Quello che c'è da sperare è per un utilizzo su larga scala e non per il settore "casalingo" e che comunque questo non sia che l'inizio dello sviluppo di una nuova tecnologia. Speriamo che, anche grazie al contributo di uno studio approfondito del fenomeno, possibile solo a livello universitario, la "Ford T" dei catalizzatori possa diventare presto una "Formula 1".

Silvio (non Caggia) ha detto...

Ho letto la pagina ma causa la mia ignoranza in materia di brevetti, non sono riuscito a capire dove si dice che il brevetto è stato rilasciato e poi dove sta il riferimento al brevetto stesso.

Daniele Passerini ha detto...

@Tizzie
Se dessero in uso delle macchine non palesemente convenienti rispetto alle tecnologie esistenti, su cosa si baserebbe il business? Comunque vedo che ha risposto in parte Bertoldo: ma non credo che la convenienza possa poggiarsi solo su contributi statali o EU. Dovranno trovare un punto di equilibrio tra il recupero dell'investimento (le fabbriche ok, ma poi il prezzo nudo per produrre un E-Cat dovrebbe essere basso, acciaio, rame e un po' di elettronica) e una reale convenienza per gli utenti, anche a prescindere da eventuali ecoincentivi.
Io sono perplesso semmai rispetto alle discrepanze tra quanto ci ha finora detto Rossi e quello che, nel servizio di Rainews, hanno detto i rappresentanti di Defkalion e siccome domani intervisterò, via internet, Stremmenos chiederò chiarimenti al riguardo.

@Rodrigo
Sono d'accordo con le tue valutazioni. Vale sempre quello che ho detto a Tizzie: Rossi aveva sempre parlato di fornire energia solo d impianti industriali, per ora, fino a un nuovo step della tecnologia: chiederò un chiarimento a Stremmenos.

@Andrea
Parliamo del brevetto italiano: ho messo il link nella side-bar.

Daniele Passerini ha detto...

P.S.

Mi sono ricordato ora, rispondendo ai commenti di un altro posto, che qualcuno aveva commentato, tempo fa, che era molto probabile che, per accontentare tutti e non ammazzare di colpo le altre tecnologie in campo energetico, all'inizio avrebbero tenuto prezzi solo un pochino inferiori, per favorire una conversione graduale piuttosto che il fallimento di un numero sconfinato di aziende del settore. Qua ci vuole un esperto di scenari... ma se non sbaglio ce ne abbiamo uno che lascia spesso commenti nel blog! ;)

Andrea ha detto...

Ma come si fa a farvi capire che è kWh e non kW/h????

Daniele Passerini ha detto...

@TUTTI
Mi è chiaro adesso il motivo per cui Rossi ha lasciato passare in sordina la concessione del brevetto italiano. Se lo avesse annunciato, i suoi avversari avrebbero avuto buon gioco a spiegare che contava poco e che sarà quello europeo a essere determinante. Uscendo fuori così dal basso la notizia acquista tutto un altro valore mediatico (nella sostanza invece non cambia nulla). Riporto l'ultimo scambio di commenti al riguardo col solito Franchini su Query on line ovviamente.

Camillo F. Ma quale ufficio rilascia un brevetto ff al giorno d’oggi?

Daniele P. L’Ufficio Brevetti Italiano per esempio, lo scorso 6 aprile…certo non conta tanto, è il brevetto europeo quello che conta. Ma intanto un Ufficio Brevetti che crede nelle LENR (caro Franchini, perché insiste a parlare di ff?) lo abbiamo trovato!

Camillo F. Sono sgradevolmente sorpreso. Speriamo che l’Ufficio di Ginevra mantenga la sua posizione.
ff è un’espressione storica, ben indovinata; LENR è un acronimo più impegnativo; gli acronimi vanno riservati a fenomeni riconosciuti da tutta la comunità scientifica. LENR non è mainstream science.
Per lei può sembrare un dettaglio, per me non lo è. Anche la precisione del linguaggio ha la sua importanza per chi fa il nostro mestiere.
Colgo l’occasione per invitare tutti a usare l’espressione ff. LENR è un acronimo che impegna una percentuale insignificante di chimici e fisici. Per la maggioranza di noi, le Low Energy Nuclear Reactions non esistono, quindi imporne l’acronimo mi sa di prevaricazione o, alla buona, di carro davanti ai buoi.
Per esempio non figura sul mio Lieser, seconda edizione del 2002. E’ un acronimo usato solo nel pittoresco mondo fusore freddo. Abbandoniamolo, visto che dietro non c’è niente, cioè i fusori freddi.


Daniele P. OhiBO! Percepisco un’incrinatura nelle sue certezze su destino brevettuale del dispositivo LENR di Rossi-Focardi. Fusione fredda è ormai sinonimo di fusione D-D, in questo caso parliamo di tutt’altro, quindi l’acronimo LENR è molto più corretto.

Camillo F. Percepisce giusto, più di un’incrinatura nelle mie certezze. Ora non scommetterei che l’Ufficio Brevetti di Ginevra mantiene la sua posizione.
ff significa interazioni di nuclei a bassa energia, quindi è un termine generale.
Nel mondo scientifico si introduce un acronimo solo quando il fenomeno che rappresenta è universalmente riconosciuto. Altrimenti si fa solo ridere. E’ come proporre l’acronimo DAG (Dispositivo Anti Gravità). In attesa che le LENR vengano riconosciute e trovino posto nei trattati di chimica meglio lasciar perdere, le pare?
Mi pare che Lei voglia dare dignità scientifica a quell’acronimo. E’ presto, porti pazienza.


Daniele P. Ok, ha ragione, porterò pazienza… anche perché credo che non ci sarà da aspettare anni. Buona domenica

C'è un "leggero" cambiamento di tono da parte di Franchini, non trovate?

Silvio (non Caggia) ha detto...

@Daniele
Mi riferivo proprio al brevetto italiano.
Per mia cultura personale, Mi aiuti a capire dove si legge che è stato rilasciato ? Mi aspettavo un campo dal nome "stato" con il valore "concesso" o "rilasciato".
Poi, oltre al titolo "processo ed apparecchiatura ... " dove si accede al corpo del brevetto stesso ?

P.S. Quall'andrea del post precedente che vi bacchetta sui KWH e KW/H non sono io :)

Lorenzo ha detto...

Sinceramente io spero che la vicenda non finisca come per Meucci...

Perlomeno sono comunque due italiani :-)

Daniele Passerini ha detto...

@Andrea
Per quel che riguarda lo stato, torna al link in questione e vai su "stampa la domanda" e leggerai RILASCIATO.
Per l'accesso al corpo del brevetto chiedo soccorso a chi ne capisce più di me e te! :)
P.S. Ma perché non vi se scegliete dei nick non equivocabili??? Mica so' Nostradamus da riconoscere un Andrea dall'altro! :)

@Lorenzo
E speriamo bene sì :)

Daniele Passerini ha detto...

@Andrea(kWh)
Io l'ho capito come si scrive! ;)
Se trovi qualche post in cui c'è scritto diversamente segnalamelo e correggo. In generale, magari non te ne sei accorto, invito tutti a segnalarmi refusi. E sono molto grato perché ormai non riesco a tenere le fila di tutto e ogni aiuto è benvenuto.
Quello che viene scritto sui commenti è un'altra parrocchia: il contenuto dei commenti non è modificabile.

Andrea kWh ha detto...

Scusate se ho fatto il bacchettone, ma era solo per puntualizzare che kW/h non vuol dire niente!:D

Vettore ha detto...

Daniele, sono piuttosto stupito del fatto che il brevetto italiano sia stato già concesso! Non per i contenuti ovviamente (che non sono considerati minimamente), ma per il tempo. In genere passa più tempo... Io ho depositato un brevetto all'inizio del 2008 ed un'altro a metà 2008 e nessuno dei due è stato ancora concesso dall'ufficio brevetti italiano!!! Come mai quello di Rossi ha avuto un iter così veloce, pur essendo così "discusso"????
Aggiungo che è vero che il brevetto italiano conta relativamente poco, ma intanto assicura i diritti nel nostro paese, che non è pochissimo...
Riguardo alla tua domanda su dove trovare il testo, purtroppo il database italiano non li mette a disposizione per via telematica, bisogna andare in un ufficio della Camera di Commercio e chiederne una copia.

checco ha detto...

Salve,
chiedo in anticipo scusa se le mie domande risulteranno un po' scontate e già più volte riproposte da più persone, ma ci sono cose di questa faccenda che non capisco e spero che qualcuno di voi mi sappia dare una spiegazione che regga, visto che, ad ora, di spiegazioni che reggano non se ne sono viste molte.

Ieri sera passeggiavo per il lungomare della mia città con gli amici e osservavo la bellezza del panorama.
Poi mi sono girato verso la strada e vedevo una fiumana di migliaia di auto ferme nel traffco del centro, ed ho pensato alla quantità incalcolabile di co2 e di polveri che stavano producendo e che noi stavamo respirando.
Ho pensato a quanto sarebbe bello vivere in quel mondo utopistico che ho tante volte sognato, nel quale le auto non inquinano e dei ragazzi possono godersi la propria città senza neanche sapere cosa sia l'inquinamento.
Mi sono poi ricordato di questa nuova tecnologia, perchè da quando ho letto la prima volta di questi esperimenti ci penso molto spesso; mi sono quindi chiesto: cosa stiamo dunque aspettando?

Perchè questa tecnologia non è stata immediatamente resa pubblica e con tutto il dettaglio necessario per riprodurla?

Rossi e questa società greca hanno intenzione di commercializzare (o fittare) questi dispositivi e di avere se ho capito bene l'esclusiva. Almeno per un tempo, credo.
Secondo le parole dello stesso Rossi (conferenza stampa del 14/01), con questo dispositivo siamo tecnologicamente alla "Ford T" (una delle prime auto della storia), mentre l'obiettivo sarebbe quello di raggiungere livelli da "formula 1".
Se questa tecnologia fosse stata divulgata sin dal 2008 (o comunque quando ha raggiunto una maturità paragonabile grosso modo a quella attuale), migliaia di scienziati nel mondo l'avrebbero studiata, riprodotta, migliorata, potenziata, avrebbero scoperto nuovi segreti e nuove applicazioni, che, senza offesa per nessuno, nè Rossi nè l'università di Bologna nè la Grecia potrebbero mai raggiungere.
Se fosse di dominio pubblico già da tempo, chissà, avrebbero avuto in breve tempo finanziamenti governativi, efficienze elevate, centrali per l'energia elettrica di grandi dimensioni (non in pezzi) in costruzione un po' ovunque, forse i primi velivoli e navi a propusione da fusione.
E qualche conflitto in meno.
Immaginate cosa significherebbe avere a disposizione i budget del progetto iter.
Il tutto non avrebbe sottratto a Rossi molto del prestigio e del ritorno economico che gli spetta.

Invece no.

Forse l'orgoglio, forse il desiderio di riscatto, o forse semplice amore per il denaro, hanno portato questa persona a seguire un piano che definire "non ottimale" è dire poco. Queste persone rallenteranno il tutto per commercializzare, eventualmente, forse, a partire da fine anno, delle scatole da 4~10kw (credo?), costano una cifra assurda, pesano almeno 40kg ed alla fine neanche ti appartengono?
Ma poi, non so voi che ne pensate, ma le persone viste nel servizio della rai, quelli della società greca, le loro facce, non mi danno molta fiducia... mi è parso a tratti di vedere certi personaggi che abbiamo anche noi in Italia... non so se qualcuno ha avuto la stessa sensazione.

"L'amore per il denaro è la radice di tutti i mali"

MassimoL ha detto...

@Rodrigo
Scusami ma non sono d'accordo.
E' una tecnologia diversa e va usata in maniera diversa. Chi usa uno scaldabagno elettrico al posto della caldaia, non credo abbia un impianto da 30kw.
Stesso ragionamento per chi ha un impianto solare termico.

Ovviamente prima che questa tecnologia possa essere usata in maniera distribuita (io penso ad impianti condominiali o di quartiere più che a quelli domestici) deve essere sviluppata ed affinata. Oggi siamo ancora in una fase rudimentale.

Sperando che funzioni sul serio!

Mahler ha detto...

@checco
In parte sono d'accordo con te. In parte devo metterti in guardia sul fatto che se il funzionamento da "Ford T" fosse stato reso di dominio pubblico, non è detto che le migliorie necessarie per farlo diventare "da Formula 1" non sarebbero state brevettate e blindate da terzi. E conoscendo il capitalismo immagino che i brevetti non li avrebbe registrati esattamente la casalinga di Voghera. Se c'è qualcosa di marcio è il sistema, non il comportamento di Rossi. In un certo senso potremmo dire che Rossi con la sua mossa sta tutelando non solo un'invenzione, ma anche eventuali appropriazioni di innovazioni da parte delle grandi industrie mondiali.
Se non si è ancora capito non amo il capitalismo. Ma mi fa meno paura un Rossi monopolista dell'E-Cat, piuttosto che una British Petroleum monopolista delle nostre vite. Anche se preferirei un mondo dove non esistessero i brevetti.

Daniele Passerini ha detto...

@Andrea kWh
Nessun problema, e c'è scappato pure un bel nick univoco per te! ;)

@Vettore
Grazie per la risposta... ma con tutta la decantata digitalizzazione della P.A. (che Brunetta ogni tanto si risveglia e ci decanta) tocca avere ancora un Ufficio Brevetti italiano cartaceo non digitalizzato?
Tanto bene mi ha telefonato Celani poco fa e gli ho detto del tuo stupore sulla tempistica: lui dice che due anni è il tempo standard necessario... a chi devo dare retta?

@Checco
Vedo che ti hanno già dato delle risposte. Anche io sono convinto che se Rossi due anni fa avesse intrapreso la strada che suggerisci, oggi non sapremmo nemmeno che esiste l'E-Cat... è triste ma temo sia così.
Ci voleva un "folle" come Rossi per portare alla luce del sole tutto questo. Lo stesso Piantelli ora che sta "rincorrendo" Rossi fa sapere di essere indietro SOLO di 1 anno... ma allora se non fosse spuntato fuori il reattore bolognese quando sarebbe stato commercializzato quello senese? tra 10 anni?

JacK ha detto...

@Vettore

Noi come ditta contiamo di solito due o massimo tre anni (italiano). Se sta a "marcire" di più probabilmente non te lo passano. Poi di solito dopo 1 anno e mezzo, quando ancora sei in "patent pending" con quello italiano, fai partire il PCT che più che un brevetto è una specie di copertura per poter garantire l'anteriorità in tutti gli stati in cui il brevetto andrà a ricadere. Devi fare un brevetto in pratica per tutti gli stati in cui l'invenzione sarà venduta... immaginate i soldi che si fumano in carta.

Lo stato italiano è talmente avanti che per accedere a un brevetto come quello di Rossi, non solo al titolo, devi inviare un messo a prelevarlo A MANO nell'ufficio apposito. Il nostro consulente ha una persona a Roma che paga per fare questa trafila ogni santo giorno.... mitica informatizzazione della pubblica amministrazione !

Saluti a tutti

Pietro F. ha detto...

Rossi aveva inizialmente parlato di 200 ecat per la produzione di 1 megawatt, poi era passato a 300 e oggi sono 330. E' plausibile pensare che esista un serio problema legato alla sicurezza degli Ecat? un problema che ha portato Rossi a ridurne la potenza fino a renderli quasi antieconomici? che ne pensate?

checco ha detto...

@Daniele/Mahler
E' vero, il rischio di boicottaggio da parte di vari individui ed organizzazioni è sempre in agguato.
Secondo me, però, se ad esempio, in una dimostrazione sul tipo di quella di gennaio, fatta però tempo prima, avessero divulgato i dettagli di una tecnologia funzionante, efficiente, economica, incontestabile, ad un vasto pubblico di scienziati e non, nessuno avrebbe potuto più fermarla.
Mostrando inoltre da subito, nella dimostrazione, uno stadio così avanzato dello sviluppo "applicativo", quindi pronto alla commercializzazione, gli investimenti per lo sviluppo e l'utilizzo sarebbero prontamente arrivati. Non come accade con varie cosiddette scoperte "vaporware" ad esempio di materiali con notevoli proprietà in campo informatico (il mio) che dovrebbero aumentare le potenze di calcolo di ordini di grandezza "si, ma tra 30 anni..."
Che ne pensate? Avrebbe retto?

Tizzie ha detto...

@Pietro F.: pensa che nel 2010 parlava di 50 E-Cat da 20 kW l'uno.
Ingegneristicamente parlando sarebbe stato un impianto assai meno complesso.

Silvio (non Caggia) ha detto...

@Tizzie

Estrapolando, per Agosto si parlerà di 500 eCat da 2KW e per Ottobre saremo tranquillamente su 1000 da 1KW.
certo che la costanza dei numeri dichiarati non è proprio il suo forte ... :)

francescog ha detto...

cito "Se corre come un gatto e ronfa come un gatto, allora è un gatto!" ma siamo comunque sicuri che sia un gatto???? e se fosse un CUCCIOLO DI TIGRE O DI LEONE???;:-D

per quanto riguarda la riduzione della potenza del modulo (che sarà da circa 4kW come quello del 29 marzo, altrimenti a un 1MW non ci si arriva...) che rende l'apparato più o meno complesso,tale complessità dipende anche da quanti moduli sono in serie(la soluzione più semplice è un unico tubo e tanti cilindretti) l'unica complicazione è il condotto dell'idrogeno, bisogna vedere se ogni cilindretto avra la sua valvola, per questioni di cotrollo e sicurezza forse è meglio così.

Alberto ha detto...

Ritengo comunque che senza Rossi oggi non sapremmo (almeno io) niente di Ni-H. Forse era necessario uno spavaldo imprenditore geniale per ottenere dei risultati che, spero di cuore, faranno ritornare quel liquido osceno chiamato petrolio dove madre natura l'aveva lasciato... sotto terra

QUesto Daniele devi metterlo fra le parole che ti son piaciute!!!!!

Vettore ha detto...

@Daniele e Jack
Io per i brevetti italiani ho sempre sentito parlare di 3 o 4 anni, e fino ad ora ho in effetti riscontrato questi tempi (indipendentemente da PCT o estensioni all'estero). Quindi o c'è uno spread notevole (non so determinato da cosa), o forse di recente hanno velocizzato il processo. Se è come dite voi spero di potervi dire una conferma tra non molto... :-)

Tizzie ha detto...

Riguardo il brevetto italiano, segnalo quest'articolo di NyTeknik in inglese.

Roy ha detto...

Ciao a tutti,
solo una precisazione. La Lumenergia segnalata nel testo NON c'entra nulla con la Lumenergia del Prof. Piantelli. E' solo un caso di omonimia. Quel sito non c'entra nulla.

Buona prosecuzione di discussione.
Roy

Daniele Passerini ha detto...

@Checco
Ammetto di non avere le idee chiare su questi scenari alternativi open-source per una tecnologia di svolta totale, Nel caso della tua ipotesi, se poi il brevetto (UE e USA) non fosse arrivato, Rossi si sarebbe trovato con un pugno di mosche in mano e qualcun altro a far soldi con la sua invenzione.

@Alberto
Sì, poi l'ho fatto ma mi sono dimenticato di dirtelo :)

@Roy
Grazie della segnalazione... ma ci sono due diverse Lumenergia a Brescia?! Ho tolto quel link e ne ho messo un altro. Questo va bene?

Lq63PD ha detto...

Penso che (per quanto ammirato dalla possibile scoperta) questa sarà di gran lunga meno impattante di quanto ci potremme aspettare sulla vita quotidiana e futura per i seguenti motivi:

1)Non interesserà mai a nessuno fare dono all'umanità di qualcosa di gratuito e forse non è utile(leggi dopo)
2)Il prof. Rossi è in cerca di una rivincita "morale e materiale" di suoi insuccessi passati e questa potrà avvenire solo dopo che si sarà arricchito e sarà stato considerato per il nobel(passeranno almeno 15 anni)
3)Qualunque impresa che collabori con Rossi cercherà di vendere o dare in comodato d'uso il prodotto ad un prezzo che massimizzando il profitto potrà al massimo arrivare al 15-20% di risparmio rispetto ai costi attuali.E' una legge di economia.
4)Qualunque spinta iniziale di dare un contributo all'umanità sarà presto cooptata da importanti soggetti economici per portare l'iteresse ad affermarsi sui nobili principi.Ci sono infiniti modi per convincere (con solide motivazioni e neppure tutte sbagliate) che le cose è meglio venderle al giusto prezzo che regalarle
5)L'impatto di un'energia a costo 0 sarebbe per il mondo di granlunga più devastante di un'energia a costo "controllato" e possibilmente in grado di non far saltare gli equilibri con il Medio Oriente e le 7 sorelle.

Il Prof. Rossi ha fatto bene a brevettare la sua invenzione ma se dovesse ricevere il brevetto internazionale potrebbe considerare di dare il 95% dei proventi del suo prodotto ad una Fondazione internazionale per lo sviluppo dei paesi sottosviluppati e lo studio delle malattie (vedi Gates,Buffett &co) e avrebbe così il palcoscenico più importante cui potrebbe mai aspirare nella storia oltre a un cospicuo conto in banca.

Anonimo ha detto...

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