Post di Daniele Passerini
Come regalo di Natale, 22 passi vi regala una piccola recensione de L'Errore di Linux, ebook di Angelo Maci che, come si può intuire dall'immagine di copertina, trascende lo stretto ambito informatico che il lettore potrebbe dedurre dal titolo.
Esattamente nove mesi fa, l'autore mi segnalò la sua opera con questa breve sintesi:
"L'errore di Linux" parla di gentrification, eco-sostenibilità, open-source, tecnologia, mobilità, sharing-economy, e tanto altro, visto dal punto di vista di Linux (c'è persino un breve accenno alle L.E.N.R.). Partendo da tematiche concernenti Linux (il sistema operativo open-source gratuito e libero) e la relativa esperienza utente, vengono messi in luce alcuni importanti aspetti psicologici e viene mostrato come sia possibile assecondare le legittime esigenze di soddisfazione delle persone mediante modalità alternative a quelle consumistiche, anche attraverso la consapevolezza circa i valori e le sensazioni che l'uso di Linux può trasmettere, a patto però di non negare o trascurare quegli elementi che in Linux non si trovano ma che sono altrettanto importanti e di cui si esamina l'origine e il rapporto con dispositivi tecnologici, media e opere dell'ingegno. Quanto emerge nel libro alla fine si rivela utile anche più in generale per quel che riguarda le sfide che l'umanità si troverà ad affrontare quando le modalità odierne di produzione e consumo non saranno più sostenute dall'ecosistema e dalle risorse del pianeta.
Poi, per impedimenti personali del tutto casuali, L’errore di Linux è rimasto parcheggiato nel mio smartphone 8 lunghissimi mesi. E l'ironia della sorte me lo ha fatto iniziare proprio quando l’unico tempo che potevo dedicare a letture extra-lavoro o extra-studio - la notte, prima di addormentarmi - era particolarmente limitato. Solo per questo ho impiegato un intero mese, un paio di capitoli per volta, a concluderlo, ma già ora, per tutti gli stimoli e le suggestioni che mi ha lasciato, ho voglia di rileggerlo da capo tutto d’un fiato in un paio di giorni.
Il libro è costruito sulla chiave (apparentemente semplice e “innocua”) della dualità “feriale/festivo”, che l‘autore - lungi dal farne una dicotomia riduttiva della complessità del reale - riesce ad elevare a vera e propria "euristica" con cui traguardare e passare al setaccio il modello di sviluppo e consumo della nostra società, catturandone contraddizioni, parossismi, insostenibilità. Il continuo ribaltamento di prospettiva tra feriale e festivo (e vi invito a leggere il libro per verificare voi stessi quanto quest’ottica sia potente e acuta) parte dall’antitesi tra software open e software proprietari, a cominciare dai sistemi operativi e dunque dalla storia di Linux, parallela a quella dei sistemi Microsoft ed Apple. Dalla informatica il discorso si allarga all’ambito giuridico del diritto d’autore, ai mass media in generale, all’economia, agli stili di vita e alla psicologia dei consumatori, allo sviluppo urbanistico, alla gentrificazione, alla trasformazione del mercato del lavoro e del lavoro stesso, alla produzione dell’energia, alla mobilità sostenibile ecc.
Non vi “spoilero” il motivo del titolo: scopritelo! Ribadisco solo che i temi affrontati vanno ben oltre le considerazioni su un sistema operativo: L’errore di Linux è nel complesso un testo di sociologia, un'analisi dei vicoli ciechi in cui l’umanità si dibatte, ahimè, spesso con ben poca consapevolezza.
L'ebook è scaricabile sia da Amazon in formato Kindle sia da Kobo in formato omonimo al costo di 8,90€. Qualunque sito tra i due scegliate, una volta aperto il link cliccate sull'immagine della copertina: nella finestra che si aprirà potrete leggere la parte introduttiva e decidere se vi interessa acquistare il testo completo. Sono pronto a scommettere che vi interesserà!
P.S. Su Kobo ho attribuito al libro 4 stelle su 5 anche se, in verità, sarebbe stato onesto dargli il voto massimo. Ho trattenuto una stella solo per stimolare l’autore a non fermarsi qui: L’errore di Linux è un saggio talmente geniale, che sarebbe davvero un peccato se tra qualche anno Angelo Maci non regalasse ai suoi lettori una nuova edizione, riveduta e ampliata.
11 : commenti:
Uso Linux dai tempi del kernel 1.2 su distribuzione slackware (1995 o giù di li), prima per hobby e da molti anni per lavoro. Ricordo molto bene tutti i passaggi della "rivoluzione lenta" che ha portato un software inizialmente deriso, snobbato ed attaccato dai big del settore ad essere il più diffuso sistema operativo sul pianeta (basti pensare che ad esempio le infrastrutture cloud di FB e Google sono Linux based, e che nel mondo consumer Android è anche esso Linux based). Una storia incredibile, che ha rivoluzionato il settore informatico.
Buon Natale a tutti !
@daniele
grazie della segnalazione; un tema davvero interessante;
auguri a tutti!
Uso quasi esclusivamente Linux da vari anni, un ottimo sistema operativo.
Auguri di Buone Feste a tutti!
@Hermano
@Tobia
Se/quando lo leggete, fatemi sapere anche la vostra opinione sul libro.
@GuidoGG
Uso quasi esclusivamente Linux da vari anni, un ottimo sistema operativo.
Allora ti consiglio assolutamente la lettura del libro, perché potrai scoprire come, oltre a usare Linux, potrai - per così dire - "linuxizzare" anche il tuo modo di analizzare il contesto in cui viviamo. Angelo Maci spiega molto bene, caso per caso, perché una una società con una forma mentis un po' più "open source" sarebbe decisamente migliore di quella "proprietaria" in cui viviamo.
P.S. Quale distribuzione Linux usi in particolare?
"...Quale distribuzione Linux usi in particolare? ..."
Eccolo lì l'errore di Linux! ;-)
Il problema è che anche i linuxari 'tengono famiglia' e quindi ognuno vuole uscire con una propria distro per la quale risultare il 'più accreditato riferimento' e fornire così servizi a pagamento, anche se l'OS è gratuito. In pratica spendi nulla all'inizio, ma rischi di spendere più dopo, anche perchè su Windows, ad esempio, ci sanno mettere le mani un sacco di persone ed è comunque molto user friendly, oltre a essere supportatissimo. Il mio commercialista ha un cliente che si occupa di informatica e ai suoi clienti installa linux e tutto il software open source, se esiste, per ciò che devono fare, e loro lì per lì sono contenti come pasque e si fregano le mani per il risparmio. Sembra quasi che quel tipo sia lì a lavorare gratis, o quasi! Poi li aspetta al varco, appena c'è qualche configurazione un po' meno banale da eseguire, o qualche driver strano da installare! :-D
Non è questione tecnica legata al 'core', infatti, come dice giustamente Hermano, anche Android è Linux based, ma come dietro a Windows c'è Microsoft, dietro ad Android c'è Google e per questo è diventato uno dei sistemi più diffusi e anche con sempre maggiore facilità di reperire suggerimenti e istruzioni su forum tecnici e comunque in internet.
Il modello open source può funzionare se non si struttura frammentandosi come capitato a Linux....anzi ai vari Linux.
Finora Microsoft non ha dovuto nemmeno sporcarsi le mani più di tanto, il 'dividi et impera' lo hanno messo in pratica da soli, a loro sfavore, i vari gruppi di sviluppatori.
Diversi anni fa dissi che forse Android avrebbe davvero potuto fare concorrenza a Windows, proprio perchè non soffriva del difetto di presentarsi in svariate distro. Al momento si è posizionato su dispositivi non di primaria importanza per Microsoft e quindi con Windows ci convive bene, ma nella sua zona di competenza ha avuto un enorme successo.
@Daniele (ma soprattutto @Angelo)
sto leggendo, sono a un po' più di metà. quindi per il momento il giudizio è sospeso. l'impressione è quella della... banana verde.
ps: personalmente uso una debian 8.10 (jessie: detesto 'sti nomignoli!), e non per hobby.
@SSUMT
l'impressione è quella della... banana verde.
Capisco cosa intendi, ma molto meglio verde che troppo matura... anche perche è implicito che nella banana verde ci sia, in fieri, quella perfettamente matura! ;)
Angelo ha bisogno di feedback: il mio naturalmente è quello di un NON esperto di Linux interessato soprattutto alla “social vision” del libro, il tuo sarà quello in primis di un esperto informatico (ugualmente però interessato alla “social vision”).
@Daniele
Uso Ubuntu 17.10, che ne è l'ultima versione, e per sicurezza mantengo Windows 10 in dual boot.
@sono solo un misero test
Come ho scritto all'inizio del libro, le cose possono essere vissute in maniera effettivamente diversa dai protagonisti o dagli esperti.
Un punto di vista esterno (comunque ritengo di essere abbastanza esperto anche io come utente) è quindi un modo per spostare gli appassionati Linux dalla loro prospettiva, spesso controproducente e non sempre lucida e coerente.
OT (andrebbe nell'altra discussione, quella sui vaccini, ma poi quelle vecchie tendono a non essere più seguite....)
Una povera bimba di 3 anni è morta di meningite, purtroppo. Forse lo avete già letto. Già stamani avevo visto i primi lanci di agenzia con gli immancabili appelli alla vaccinazione, pare addirittura provenienti dagli sfortunati genitori della piccola. Ora...ohibò....scopro che a quanto pare la bimba era stata vaccinata, ma ci si affretta a precisare che anche della stessa meningite C esistono diverse varianti. Mi piacerebbe sapere, a questo punto, quando è stata vaccinata. Comunque seguiranno ulteriori esami e vedremo che viene fuori.
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