Le foto del presente post sono di Daniele Passerini, tranne la penultima di Giuseppe Levi
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Bologna 14/06/11 - Krivit ha appena concluso l'intervista con Levi |
Continuo a raccontare la giornata del 14 giugno (segue da
qui).
Era da più di un mese che avevo programmato di andare a Bologna. Tutto era nato dall'invito di Steven a incontrarci in occasione del suo viaggio in Italia: avevamo appuntamento alle 19, in centro, insieme a uno dei traduttori ufficiali del blog, Alex Passi, e saremmo restati tutti insieme a cena.
Saputo che anche Rossi sarebbe tornato a Bologna dagli USA, qualche giorno prima gli avevo scritto chiedendogli se il 14 giugno potevo passare a salutarlo. Mi ha risposto che pensava di sì, nel pomeriggio, dovevo però dargli un colpo di telefono dopo pranzo per la conferma. Così mi ero organizzato per andare la mattina del 14 al Dipartimento di Fisica a salutare Levi e conoscere Loris Ferrari, curioso di conoscere un altro membro del gruppo di ricerca sull'E-Cat, colui che più di tutti, dopo Levi, si era esposto con una
lettera pubblica e un
buon articolo.
Ahimè, sono partito con due ore di ritardo da Perugia e ho calcolato che non sarei riuscito ad arrivare a Bologna prima delle 12:30. Strada facendo ho telefonato a Ferrari: appurato che ormai la "finestra" per vederci era troppo stretto abbiamo rimandato l'incontro alla prossima occasione. Ho telefonato a Levi: mi ha detto che alle 12 aveva appuntamento da Rossi per farsi intervistare da Krivit. Mi sono allora messo d'accordo con Alex per passare al suo studio e andare a pranzo insieme.
Mentre ero quasi alle porte di Bologna, ho avuto un lampo: potevo forzare un po' la situazione? Sapevo dove si trovavano Rossi, Levi e Krivit... perché non non cambiare i piani e provare ad andare subito da Rossi? Gli ho telefonato e con un po' di faccia tosta gli ho chiesto se, già che ero lì vicino... ci ha pensato un attimo: "Ma sì, vieni pure... Levi e Krivit sono già qui". Al settimo cielo ho mandato un sms ad Alex spiegandogli il cambio di programma e rinviando a più tardi il nostro incontro.
Verso le 12.30 del 14 giugno ho parcheggiato davanti allo stesso capannone industriale dove 5 mesi prima si era tenuto il primo test pubblico dell'Energy Catalyzer. Rossi era nel piazzale che passeggiava e parlava al cellulare... ci siamo visti e salutati. Ma era evidente che era molto preso dalla conversazione e non poteva interromperla. Dopo una stretta di mano e un suo
cenno di assenso sono entrato nel capannone: non mi pareva bello
restare fuori ad ascoltare una telefonata privata.
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Bologna, 14/06/11 - l'ultima versione compatta dell'E-Cat "small" |
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Bologna, 29/03/11 - la prima versione dell'E-Cat "small" |
Mi sono ritrovato nel salone che tutti hanno osservato nelle foto e nei video del 14 gennaio. Davanti a me, in fondo, Steven Krivit, stava intervistando Giuseppe Levi; erano seduti l'uno di fronte all'altro allo spigolo di uno dei tavoli. Accanto a Krivit, sul cavalletto, una videocamera era in funzione. Non si sono accorti del mio ingresso, mi sono avvicinato al centro della stanza e seduto su una delle tante sedie.
Dopo uno, due minuti, Giuseppe si è accorto di me e mi ha salutato presentandomi a Steve. Quest'ultimo è sembrato molto sorpreso del fatto che fossi già lì e mi ha fatto segno di uscire immediatamente. Ho sorriso per sdrammatizzare e fatto intendere a gesti intendere che non c'era nessun problema. Mentre mi allontanavo mi chiedevo perché Steve si fosse così agitato, non volevo certo interferire con la sua intervista.
Sono uscito ho ritrovato Rossi nel piazzale sempre al telefono che parlava, questa volta però stava concludendo... "C'è qui Passerini... sì, te lo saluto". Ho così scoperto che all'altro capo c'era Christos Stremmenos e l'ho salutato a mia volta.
Finita la telefonata Rossi e io siamo rientrati zitti zitti nel capannone, facendo attenzione a non disturbare l'intervista in corso, e ci siamo infilati nella stanza dove anche le altre volte era stato messo in funzione l'E-Cat.
C'erano 4 E-Cat l'uno accanto all'altro, montati con dei supporti su una tavola di legno. Solo uno era in funzione. La temperatura di quel locale era più calda che nel salone in cui si trovavano Levi e Krivit. Ho dato un'occhiata al data log sul computer: temperatura ambiente quasi 31°C, acqua in ingresso nell'E-Cat sui 25-26°, acqua in uscita poco sopra i 100° (vd la foto
qui).
Era la prima volta che osservavo dal vero la versione "small" dell'E-Cat. Sia a gennaio che a febbraio ero stato a tu per tu con quella "large" tutta avvolta di stagnola. Ho chiesto se era la stessa versione che avevano testato gli svedesi e Rossi mi ha fatto notare che questa era ancora più compatta, per meglio inserirla nell'unità da 1 MW: in effetti, guardando bene ho notato che la parte "a pipa" alla cui sommità c'è l'uscita dell'acqua era stato notevolmente ribassata (confronta le due foto precedenti). Ora l'E-Cat, sia per la forma, sia per il rivestimento termico nero opaco, assomiglia veramente a un gattino accovacciato che tira su la testa: quasi una piccola Sfinge!
Ho chiesto se i 4 "gattini" lì presenti fossero stati costruiti in USA o in Italia (come la versione "large" che avevo già conosciuto). "In USA" ha risposto.
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Bologna 14/06/11 - il rilevatore di radiazioni accanto all'E-Cat in funzione |
Ho toccato la "testa" morbida di quello in funzione: era tiepida. Dunque nonostante il materiale coibentante, una certa dispersione termica resta. Ho provato con molta cautela a toccare il tubo nero che usciva dall'E-Cat. Era bollente, non ci si poteva lasciare sopra il dito. Il tubo non
stava fermo era immobile, il vapore che gli correva dentro lo animava
un po' appena*; scendeva verso terra poi disegnava una ampia "S" sul pavimento fino a inarcarsi per entrare (per un bel tratto, minimo una trentina di centimetri) dentro uno scarico nel muro (a una trentina di centimetri dal pavimento). Il tubo poteva misurare ad occhio tra i 4 e i 5 metri e anche allo scarico sul muso era impossibile tenerci sopra un dito per quanto scottava.
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Ho corretto il testo, appena ho letto un commento in cui il solito Mario Massa, sempre alla ricerca di conferme alle sue ipotesi paranoiche, ha trasformato un tubo che si muoveva appena in una sorta di serpente imbizzarrito. Ora il testo non dovrebbe essere più equivocabile.
Il rilevatore di radiazioni vicino all'E-Cat rilevava 0,11-0,12 microsievert/h.
Mi sono avvicinato con l'orecchio al core del reattore e ho ascoltato: che emozione! Se provate a immaginare una via di mezzo tra il ribollio di una moka e le fusa di un gatto potete farvi un'idea del suono che faceva.
Per oggi, mi fermo qui.
Adesso domando a tutti! Rossi mi ha permesso di scattare tutte le foto che volevo e mi ha invitato a raccontare sul blog tutto quello che vedevo: secondo voi ha qualcosa da nascondere come insinua qualche persona che scrive commenti qui dentro?