(post di Bert Abbing)
Fin dalla lettura delle prime righe del “pezzo” ed anzi fin dal titolo, appare chiaro, quasi fossimo alla scuola elementare, il tema che si è dato l’autore: quello di screditare Rossi e gli autori del TPR2.
In realtà ci troviamo di fronte, a un collage, una riscrittura mal fatta, di vecchie critiche e temi già noti alcuni dei quali non hanno nulla a che vedere con il report stesso ma servono solo all’autore per fomentare un clima di sospetto e odio contro Andrea Rossi.
Molte sono le affermazioni o marcatamente false o abilmente manipolate.
Continuando col dire che Rossi avrebbe annunciato l’apertura di fabbriche in America, ma dimenticando di dire che gli annunci non stati fatti soltanto da lui ma anche dalla Industrial Heat che ha acquistato i diritti di sfruttamento per USA, RUSSIA e CINA ed ha svolto lei stessa test indipendenti, ora resi pubblici, prima di acquistare la tecnologia.
Il linguaggio con cui ci si riferisce agli ultimi test svolti è alquanto becero, poco professionale, pieno di ripetizioni e persino errori grammaticali nell’uso dei pronomi.
Si accusa Rossi di organizzare lui i test, che sarebbero condotti sempre dalla stessa “cerchia” di persone, dimenticando di dire che i nuovi test, svolti per un lungo periodo, erano già stati annunciati dal gruppo di ricercatori nel primo report pubblicato più di un anno fa e sono quindi il proseguimento di un lavoro di ricerca già avviato da anni.
Si trascura anche di dire a questi test hanno partecipato enti esterni, quali l’azienda Elforsk (l’ENEL Svedese) e l’Accademia di Svezia (nota per assegnare ogni anno i premi Nobel), che vengono ringraziati nel report.
Per cercare di distruggere il contenuto del report, ed attaccare quella testate ben più diffuse e storiche rispetto a quella ove scrive (“Panorama”), l’autore afferma di aver consultato due esperti.
Il primo, un consulente privato, critica il report in generale, anche qui usando un linguaggio inadatto a un professionista. Affermare infatti che nel report i grafici sarebbero stati “messi ad arte” è un vero e proprio insulto e dimostra forse da parte di chi compie questa affermazione una mancanza di preparazione e probabilmente di comprensione dei grafici stessi.
Se non si comprende il contenuto di un report è ovvio che questo ci appaia poco chiaro.
Anche nella parte ove critica la tecnica usata per misurare l’energia, chi è stato consultato dimostra la sua impreparazione. Progettare un calorimetro preciso non è banale come alcuni vogliono far credere e anche un calorimetro ad acqua, così come qualunque altro sistema di misura, potrebbe “essere influenzabile e manipolabile”.
La scelta delle termocamere appare anche giustificata per due motivi fondamentali:
- non perturbare il sistema dall’esterno con raffreddamento forzato che a quel punto avrebbe fatto parte integrante del sistema di controllo del reattore determinandone il punto di lavoro, ovvero fare in modo che il sistema di misura fosse completamente esterno e indipendente dal reattore stesso,
- avere una documentazione filmata continuativa per tutta la durata del test del sistema.
Le altre critiche poste sono anch’esse prive di fondamento. Non è possibile infatti giudicare la temperatura da una foto pubblicata come lui fa! Una foto sì che è manipolabile! Per misurare una temperatura in base al colore ci vuole un pirometro tarato e preciso!
Inoltre se avesse guardato con attenzione le foto avrebbe visto che il telaio in ferro (non lamierino) su cui è appoggiato il reattore ha solo un minimo punto di contatto con esso e anche quel punto è stato isolato (presumibilmente con pasta di allumina). Senza conoscere inoltre il punto esatto di inserzione della sonda k e il tipo esatto di lega usata per i cavi non è possibile affermare che questi si sarebbero dovuti fondere.
Questi punti tra l’altro appaiono una copiatura mal fatta da critiche già apparse su altri blog, così come il fatto di non aver “staccato la corrente”, punto che è già apparso nella rete e che non ha fondamento perché per un reattore raffreddato solo con convezione naturale e irraggiamento, il “regime di autosostentamento” è un punto di lavoro estremamente critico e, come specificato nello stesso report, agli autori interessava fare una prova di durata che non avesse potenziali esiti distruttivi, come una delle prime prove documentate nel TPR1, e hanno quindi scelto deliberatamente di porsi in un regime subcritico ben al di sotto delle potenzialità massime del sistema.
Le dichiarazioni riguardanti il fatto che le trasmutazioni isotopiche misurate, non solo con lo spettrometro di massa citato ma anche col metodo SIMS, che NON viene citato nell'articolo, siano frutto di una “frode deliberata” appaiono sorprendenti, eventualmente al limite della diffamazione, e contrastano con quanto scritto nel report ove gli autori, tra i quali spicca un esperto di analisi scientifica forense, affermano di aver controllato ogni operazione fatta da Rossi, fatto questo accuratamente omesso dall’articolo.
Noto che la mancata citazione delle analisi SIMS non appare casuale. Se è vero che esistono isotopi puri in commercio (ed ovviamente lo sanno anche gli autori del TPR2) appare molto complesso costruire in modo artefatto polveri ove negli strati esterni (SIMS) lo spostamennto Li7->Li6 è più marcato rispetto al totale (spettrometro di massa). Questo fatto fa pensare che sia il Litio e non il Nickel la vera sorgente di energia e quindi verrebbe a mancare di fondamento anche l'obiezione riguardante la totale trasmutazione del Nichel in NI62, che è il nuclide con energia di legame più alta conosciuto.
Nel frattempo, ed anche questo fatto è omesso dalla cronaca, progressi sono stati fatti indipendente a Uppsala su un possibile modello teorico, che avverrebbe non certo per fusione (ipotesi per altro scartata dagli stessi autori del TPR2) ma per tunneling di nucleoni. Quello Stato e quella Università sostengono questa ricerca.
Per concludere, a mio modesto parere, ci troviamo di fronte ad un’articolo ove numerosi fatti vengono deliberatamente omessi e si cerca in modo solo di dimostrare una tesi preconcetta.
Il contesto ove l’articolo è pubblicato mette in chiara evidenza gli interessi economici in gioco. La vicinanza temporale di un Forum sulle “nuove energie” organizzato tra gli altri dalla stessa testata ove l’articolo è pubblicato mette ancor più in evidenza la cosa.
Bert Abbing