Quando ho ascoltato per la prima volta l'omonima canzone e guardato il videoclip costruitovi intorno, i
l 31 ottobre scorso, è stato
amore a prima vista! Vedevo una campagna di promozione della salute
fatta come si deve, non
per lavarsi le mani fingendo di fare chissà che (valgano da esempio
le
inutili scritte "terroristiche" sui pacchetti di sigarette, che lasciano perplessi i non fumatori come me, indifferenti quelli che fumano e perfino intrigano quanti si avvicinano alla sigaretta, di solito in età adolescenziale) bensì un messaggio intelligente, calibrato sul target dei giovani che si mettono al volante con ragguardevoli tassi alcolici nel sangue, ovvero la categoria di automobilisti più coinvolta nelle
stragi del sabato sera. Una proposta di
altissimo livello nata però
dal basso, perché - ahimè - non arriva da un Ministero della Salute, ma dall'iniziativa - tanto di cappello - dell'
Associazione Medikanto e dei
"Doctor Life", seppure sostenuti da alcuni lodevoli sponsor -
Fondazione del Monte,
GL events - Promotor International,
9.2 by Carlo Chionna - e Patrocinati dal nuovo
Ministero della Gioventù, dalla
Regione Emilia-Romagna (
Osservatorio Regionale per l’educazione e la sicurezza stradale) e dal
Comune di Bologna. Va infatti sottolineato che i
"Doctor Life",
nonché il cuore stesso di
Medikanto, sono Vincenzo
Cennamo, Carlo Fabbri, Elio
Jovine, Giovanni
Landolfo, cioè quattro (bravi e stimati) medici
gastroenterologi con la passione della musica oltre a quella per il proprio lavoro... Enzo
Jannacci ha fatto scuola! Persone professionalmente ed economicamente "arrivate", che non sono in cerca di notorietà, piuttosto vogliono investire i loro talenti e il loro tempo libero in attività di promozione della salute, col valore aggiunto di potere contare sull'aiuto di Lucio Dalla e relativo entourage per registrare i loro brani.
MedioBevo è la loro seconda realizzazione e non sarà certo l'ultima: un anno fa è stata preceduta da
Let's screen (campagna di prevenzione contro il tumore del colon retto, che ha dato buonissimi risultati), altro video a cui hanno partecipato
Sabrina Ferilli, Enzo Iachetti, Neri Marcoré, Fiorello e tanti altri testimonial.
Concludo con alcune riflessioni, che prendono spunto dalla tavola rotonda di ieri pomeriggio, introdotta da Elio
Jovine, coordinata dalla sociologa Pina
Lalli, imbandita dai ricchi stimoli e dai gustosi aneddoti di
Bergonzoni e Dalla, dagli interventi di Alberto
Contri e Roberto
Franchini.
Anche di fronte all'alcol la nostra società è schizofrenica: da una parte piange in greco la diffusione dell'alcolismo tra i giovanissimi e i "bollettini di guerra" che ascoltiamo ogni domenica, dall'altra permette che i mass-media trabocchino di messaggi pubblicitari in cui solo l'uomo che beve appare macho, forte e affascinante e solo la donna che beve appare decisa, emancipata e sexy; da un lato chi, come
MedioBevo, invita a bere meno, con moderazione, responsabilità, intelligenza e buon senso, dall'altro chi equipara l'alcol a una droga e pertanto ritiene non bisogna bere per niente, punto. Ovviamente avete capito da che parte sto: un coltello può servire ad uccidere quanto a tagliare il pane, un'automobile a viaggiare quanto a morire, il sesso a mercificare il corpo quanto a dare gioia, salute e vita, l'alcol a celebrare un rito sociale nel limite di un paio di bicchieri quanto a cercare nello "sballo" un surrogato di
senso del proprio esistere. Bisogna scegliere tra consumo responsabile e abuso irresponsabile.
Uno dei limiti principali della cultura attuale è avere dimenticato a insegnare ai giovani ad avere un sano "sballo endogeno". Si parla tanto di crollo e scomparsa dei valori, ma ci si dimentica troppo facilmente che i valori astratti si radicano nelle persone solo se ancorati a concrete esperienze di vita. Se un giovane non sa nemmeno immaginare di potere trovare dentro di sé gioia, forza, soddisfazione, senso di auto-efficacia, speranza, è inevitabile che vada a cercare conforto in elementi esterni, endogeni, da incorporare in sé come un lattante succhia dal capezzolo. Sin da piccolissimi, ai bambini andrebbero insegnate tecniche di meditazione, e di rilassamento, esercizi yoga e quant'altro aiuti a crescere in armonia. Andrebbe realmente insegnata la religione e la spiritualità nelle scuole, mentre tuttora si continua a fare per lo più catechesi cattolica. Sarebbe da diffondere nel territorio gruppi stile
boy-scout,
ma non in chiave esclusivamente cattolica; insistere ancora di più sull'educazione ambientale, sulla coscienza ecologica, sull'interconnessione di tutte le persone tra loro e con l'universo stesso. All'affacciarsi della pubertà i ragazzi dovrebbero poter contare su percorsi di sostegno psicologico e ricevere una educazione sessuale efficace (che non si riduca alle conoscenze biologiche e anatomiche dei propri organi riproduttivi) e soprattutto alla sessualità di coppia come incontro e dialogo con l'altro sesso: si parla tanto di tagliare i fondi alle scuole ma nessuno si scandalizzi che tuttora manchi istituzionalmente in esse la figura dello psicologo;
e gioverebbe qualche ora in più di educazione alla pratica sportiva... e l'educazione all'arte... e la
peer education... sono soltanto le prime cose che mi sono venute in mente: questo elenco potrebbe senz'altro essere allungato considerevolmente.
Mi resta da aggiungere in un altro post tante belle foto del percorso
multi-sensoriale di
MedioBevo allestito al
Motor Show.
Lo farò quanto prima.