(Post di Franco Sarbia)
Caro Cybernauta, se vorrai arricchirti con internet, prima di tutto dovrai scegliere una buona causa: Il giornalismo scientifico, ad esempio. Se saprai offrirti con la dovuta deferenza anche gli accademici di grido accetteranno con entusiasmo la tua disponibilità a divulgare i risultati del loro lavoro. In caso tu non sia laureato non ti devi preoccupare. Anche lo fossi in una disciplina non potresti avere competenza in tutte le altre delle quali sarà richiesto di occuparti. Ti spiegheranno loro cosa dire o non dire per pubblicizzare i loro saggi o sostenere i loro programmi di finanziamento alla ricerca. La crisi e la competizione per spartire gli scarsi contributi pubblici in costante riduzione ti saranno d’aiuto. All’inizio lo farai gratis, ma il tuo nome inizierà a circolare in rete associato a prestigiose personalità della scienza e presto ti frutterà articoli sulle più diffuse pubblicazioni on line e di carta. Con la legittimazione che avrai ottenuto non faticherai a trovare chi ti accoglierà sotto grandi ali protettrici e ti offrirà di condurre un blog. Questo favore in sé non ti servirà a lucrare. La scienza occupa un insieme di piccole nicchie di appassionati e su ciascun argomento non attira masse di lettori. Tu guadagnerai ad ogni contatto. Ma i click su temi specialistici sono scarsi e valgono quasi nulla. Quando t'occuperai di investimenti in ricerca il loro valore aumenterà anche di dieci volte, ma saranno sempre pochi. Con tutta la gente che s’è fatta prendere dalla mania di scrivere in internet il valore di mercato di un articolo è una miseria ormai. Lo constaterai quando qualche grande azienda comprerà un tuo pezzo per promuovere i suoi interessi. Se sarai proprio bravo ti ricompenserà candidandoti a qualche premio. Ma nell’insieme tanto impegno non sarebbe mai ripagato.
Però avrai conquistato la benevolenza dei principi dell’accademia e con questa una posizione “oggettivamente” inattaccabile. Chi se la prendesse con te parrebbe mettere in discussione la scienza stessa: a cominciare da Copernico, Galileo, Darwin. Il lucroso mestiere che ti propongo, come vedrai, ti obbligherà a nasconderti dietro ai luminari che avrai servito e all’editore che ti avrà ospitato. Perché ora potrai cominciare a vivere di rendita, finalmente. Hai capito bene: vivere di rendita, facendo lavorare per te i nemici che avrai saputo procurarti. Questi saranno i bersagli privilegiati di un benemerito servizio anti bufale del quale la popolazione della rete ti sarà eternamente grata: giacché per chiunque la frequenti è una priorità strategica discriminare le informazioni attendibili dalle panzane, qualunque sia il suo interesse. Una tale santa missione estenderà il tuo pubblico al di fuori dalla ristretta nicchia dell’interesse scientifico e renderà insospettabile la vera ragion d’essere del tuo lavoro.
Poiché i tuoi nemici saranno la tua principale fonte di guadagno dovrai sceglierli con cura. Innanzitutto non ti dovrai impicciare di portatori di bufale miliardarie: grandi stangate o tangenti per dirottare su interessi privati leciti o illeciti i fondi della ricerca. Ancor peggio se associati alla mafia. Ti sventrerebbero. Oltretutto sputeresti nel piatto in cui mangi. E addio guadagno. Neppure devi intrigarti di politica: saresti costretto a svelare da che parte stai e perderesti l’insindacabilità dei tuoi giudizi. Per il posizionamento che ti propongo sarebbe una débâcle definitiva. No, no.
La vigliaccheria (cyber cowardice) è l’utensile base, la bussola, per non sbagliare bersaglio e andare a colpo sicuro nella scelta dei nemici che ti nutriranno. Tu devi puntare persone di interessi culturali evoluti ed eclettici, particolarmente attive nel mondo virtuale e in quello reale, impegnate contro ogni forma d’ingiustizia, con una reputazione da difendere, che mai e poi mai potrebbero nuocere o usare violenza a qualcuno. Non me ne volere se ti propongo di adoperare scientemente la vigliaccheria come principale strumento di lavoro. Per guadagnare molto avrai bisogno di molti nemici tuoi, che tu trasformerai in nemici della scienza. In molti ti attaccheranno pubblicamente e tu apparirai all’onor del mondo un fantastico supereroe: un cavaliere senza macchia e senza paura capace di combattere per difendere conoscenza e verità, solo contro tutti. Nessuno scoprirà il trucco della selezione dei più indifesi: che anzi, poiché intellettualmente dotati, in internet appariranno straordinariamente agguerriti.
Nel crogiolo della rete esistono circoli di sognatori raccolti attorno a blogger un po’ artisti, un po’ poeti, curiosi, aperti alle novità in ogni campo, anticonformisti. Sostanzialmente inermi. Se sei fortunato ed attento in un colpo solo puoi fare un’infornata di una ventina di gonzi in possesso di questi requisiti. Ciascuno dei loro nomi deve corrispondere a una media di un migliaio di pagine in Google. Se riuscirai ad attrarre i lettori che consultino almeno una volta al mese una su venti di quelle voci, ogni mese ti assicurerai un reddito minimo iniziale di sopravvivenza. Senza fare null’altro che ridere e scherzare. Sarà una facile magia. Devi dileggiare, sfottere, sputtanare (cyber mockery) gli interventi dei tuoi futuri finanziatori su temi innovativi che ancora non godono della legittimazione delle lobby della ricerca scientifica. D’acchito sembrerà che tu li prenda sul serio, perché applicherai lo standard di valutazione dei documenti scientifici - dimostrazioni, bibliografia, revisione paritaria - ai brevi testi informativi dei loro post e alla scrittura veloce delle opinioni in libertà nei commenti. In quella luce tutti i loro scritti appariranno buffe strampelerie. Questo ti eviterà di approfondire la critica di merito: non ne saresti capace di fronte a esperti e ricercatori di professione, tu che non sei specializzato in nulla. Ridotto in fuffa l’oggetto della tua critica, farai godere moltissimo i tuoi lettori con la tecnica della caricatura. Estremizzerai e assolutizzerai ogni opinione fino a farla apparire ridicola, folle, paradossale, contraddittoria. E infine ne rovescerai il significato. Tutto sarà leggero, divertente come le Cosmicomiche di Italo Calvino. Ogni volta sceglierai gli argomenti pesando attentamente gli interessi ideali e professionali del tuo bersaglio. Se coprirai di sghignazzi la sua reputazione in ciò che ha di più caro raggiungerai il tuo scopo. Lo farai imbufalire e nel contempo gli farai credere che facilmente potrà aver ragione di tanta disonestà intellettuale.
Risponderà sul suo blog, su quelli specialistici che frequenta, citandoti, rilanciando il tuo post, procurandoti i contatti dei suoi amici. Tenterà di risponderti direttamente sulla tua pagina attirandosi altri sberleffi. Finché si accorgerà che all’irrisione non c’è seria possibilità di sottrarsi. Lo sanno anche i bambini vittime di bullismo (cyber bullying, shame and humiliation): rispondendo con rabbia allo sfottimento si appare colti nel vivo e si alimenta la persecuzione, la vergogna e l’umiliazione. Non gli rimarrà che adottare il tuo stesso tono offensivo, mandando definitamente in vacca il confronto. E tu potrai esibire una reazione animosa, estesa e spropositata a una scherzosa difesa della vera scienza, della quale sei sacerdote consacrato.
Altri ti attaccheranno per difenderlo, ti provocheranno e ti daranno spunto per sottoporli con ragione allo stesso trattamento, innescando una vera e propria catena di sant’Antonio a tuo beneficio. Non avrai cominciato tu. Grazie a loro i tuoi post conquisteranno posizioni dominanti sui motori di ricerca per diversi argomenti topici, non di nicchia, perché saranno imbuto di contatti da origini svariate. Ma non sarà questo guadagno temporaneo la vera fonte di rendita. Quando i tuoi polli si accorgeranno di non avere vie d’uscita sarà troppo tardi. Pochi di loro avranno notato la semplicità e l’eleganza della trappola che hai confezionato. I tuoi post satirici sono corredati da tre semplici contrassegni (tag) di facile riconoscibilità: la parola bufala, l’argomento e il nome del tuo nemico.
Ora puoi divertirti a scrivere articoli divulgativi, che non ti daranno alcun reddito ma consolideranno la tua buona reputazione. E aspettare. Se avrai scelto bene i tuoi finanziatori la loro attività in internet aumenterà: tenteranno di accedere a finanziamenti per ricerche di confine, pubblicare i loro lavori, promuovere progetti d’inclusione sociale. Ogni volta che i partner interpellati cercheranno di ottenere in Google notizie sulla loro attendibilità, troveranno informazioni sulla loro produzione più recente. E nella prima pagina dei risultati scopriranno il loro nome e l’oggetto del loro interesse associati alla parola “bufala”. Se anche quella voce diffamante (cyber defamation) risulterà l’unica negativa sarà infallibilmente la prima ad essere cliccata. Come aveva ben compreso Marshall McLuhan: «una vera notizia deve essere una cattiva notizia». In pochi giorni il tuo post conquisterà la seconda posizione nella ricerca dei nomi dei tuoi finanziatori e vi resterà per sempre negli anni a venire. I motori di ricerca non sono abbastanza intelligenti da distinguere le false notizie deliberatamente ostili da quelle autenticamente positive. L’unica correzione operata dal loro algoritmo consiste nel porre al primo posto il sito con maggiori ricorrenze del nome ricercato e al secondo posto la notizia con più contatti: la tua, continuamente richiesta, appunto. La principale preoccupazione di chi cerca referenze in rete è difendersi dalle bufale. Così ogni volta che qualcuno interrogherà Google ti regalerà un primo click a colpo sicuro. Tu avrai organizzato l'archivio in modo che il collegamento invii ad una pagina con la copertina di quella notizia assieme a quelle di diversi argomenti affini. Un altro click servirà a scoprire il contenuto del post di discredito e altri ancora per conoscere gli argomenti correlati.
Quelle banali etichette in calce al tuo post sono uno stigma indelebile del quale il tuo nemico non si potrà liberare mai, e ti assicureranno tanta maggiore rendita quanto più grande sarà il suo successo e la sua visibilità in rete. Sono, quelle parole chiave, autentiche chiavi di chiusura dei ceppi della gogna (cyber pillory) che gli stringeranno polsi, collo e caviglie con il corpo piegato a novanta gradi. Quanto più tenterà di sottrarsi al pubblico ludibrio tanto più gli riuscirà solamente di agitare il culo in aria. Quando il flusso dei click rallenterà dovrai appena rintuzzare la polemica. L’astio delle tue vittime non mancherà di fornirtene l’occasione, nessuno potrà seriamente accusarti di persecuzione (cyber mobbing, stalking). Se lavorerai con scrupolo sistematico in pochi anni, a un euro e mezzo a click, succhierai diverse centinaia di migliaia di euro di maltolto dalla linfa dei tuoi nemici in rigoglio.
«È la rete, bellezza! La rete! e tu non ci puoi far niente! Niente!». E tu non avrai fatto niente. Non avrai commesso alcuna azione penalmente rilevante, avrai solo manifestato in modo colorito e divertente le tue opinioni, chiosandole con corrispondenti contrassegni. Certo i possibili interlocutori e i finanziatori delle ricerche, delle pubblicazioni o dei progetti delle tue vittime risaliranno, attraverso il tuo blog, allo sputtanamento nel quale le hai invischiate, diverranno diffidenti e si spaventeranno. Con difficoltà si libereranno dal sospetto di trovarsi davvero di fronte a una bufala, tanto autorevolmente denunciata da uno tra i più accreditati blogger di divulgazione scientifica. Conosco persone professionalmente distrutte da simili trattamenti. Se centrerai questo obbiettivo chiuderai il cerchio e avrai adempiuto alla missione che ti fu originariamente affidata dai protettori ai quali devi la tua posizione di prestigio. Avrai impedito che in Italia anche le briciole dei miserrimi finanziamenti alla ricerca siano destinate a temi emergenti di frontiera e sottratte ai lucrosi programmi main stream. E avrai costretto i portatori di nuove idee a cercare fortuna altrove.
Nessuno potrà arginare il tuo successo. Negli ecosistemi naturali i parassiti che uccidono le piante nutrici muoiono assai prima che le loro vittime si estinguano. Ma nell’ecosistema del mondo virtuale prima che la comunità degli organismi sfruttati evolva, impari a smascherare il letale mimetismo antagonistico parassitario (cyber antagonistic parasitic mimicry), e a difendersi, passerà molto tempo. E tu nel frattempo sarai ricco, premiato e onorato campione della vera scienza.
Ti basteranno le mie istruzioni a prendere il volo per il tuo destino di sfinge dell'oleandro. Saranno l'unica pratica che dovrai applicare con autentico rigore scientifico. Buona fortuna cybernauta caro. Sappi che in questa missione potresti anche incontrare sulla tua strada la micidiale concorrenza di signore rampanti. Non ci sono nel campo preclusioni alle pari opportunità. Eppure non riesco a immaginare donne capaci di tanta infamia. Perché con il poeta: «femmina penso se penso l’umano». E non sarebbe questo il caso.
Franco Sarbia
Immagini dall’alto:
- The Pillory by Dhampirr: Deviant art
- Immagine dal manifesto della Campagna «Stop cybermobbing» dei sito svizzero Pro Juventute
- Daniel Defoe in the Pillory, Eyre Crowe (1824–1910), Salford Museum & Art Gallery
- Daphnis nerii, micidiale parassita mimetico"Sfinge dell'oleandro", JuzaPhoto