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giovedì 19 aprile 2018

Se per un giorno potessi scrivere l'Amaca al posto di Michele Serra

125 : commenti
di Alessandro Pepe

Sapete perché sorvolo sulla mancanza di democrazia dei 5Stelle? Sapete perché sopporto le battute sui taxi del mare di Di Maio? Sapete perché non mi interessa molto la questione Casaleggio Spectre? Sapete perché non faccio caso alle balle elettorali? E perché non mi interessano gli ammiccamenti ambigui a destra o la loro fluidità di idee spesso opportunista? Ed infine perchè non mi indigno troppo per la mancanza di democrazia interna, le epurazioni, i piccoli e grandi scandali, le parolacce, la questione Pizzarotti, le buche a Roma, la laurea di Di Maio, il padre fascista di Di Battista, le orecchie a sventola della Raggi, la democrazia digitale, partecipata, ecologica e trasversale?

Perché per me la priorità è Berlusconi e tutto ciò che ha comportato e comporta. Dal punto di vista culturale, politico, sociale ed antropologico. Sì, sono rimasto all'indignazione del 1993. Lo so che molti di voi si sono abituati. Hanno imparato giustamente a conviverci, accettando questo lato di sé, un po’ qualunquista, un pò maschilista, un pò criminale, simpaticamente truffladino diciamo. Oppure l'altra metà si è abituata all'aventino culturale, quello dell'indignazione inerte, dell'elzeviro graffiante ma pronta a ricevere gli inviti delle feste del Faubourg con Confalonieri, Valeria Marini e Bertinotti, tutti sulla stessa terrazza (per motivi di lavoro ne sono stato testimone). Insomma io non mi sono abituato, sempre lì a chiedermi interdetto come sia potuto succedere, con lo stesso sguardo e lo stesso tono di Scalfari, Montanelli e Serra di 25 anni fa. E di conseguenza ingoio i rospi più indigesti pur di sostenere l'unico partito e movimento che parrebbe questa situazione, quest'aborto d'idea di Italia, questa soggezione subculturale, non accettare. Semplicemente così, voto 5Stelle perchè sono un nostalgico.

giovedì 12 aprile 2018

Femminicidio: perché nessuno ferma la morte

82 : commenti



Post di Franco Sarbia

Ieri un’altra donna è stata massacrata da un vigliacco. 20 donne uccise dall’inizio dell’anno: in media una ogni 60 ore. Per capire perché nessuno ferma la morte riporto, da un paese di provincia, una storia di ordinaria violenza contro le donne.

In una casa di campagna abita un ragazzo solo. Da giorni  il suo cane abbaia in continuazione anche di notte e l’auto che egli parcheggiava nel cortile non c’è più. Il cortile appartiene a una cascina contigua dove vivono una signora, il suo compagno e altre due donne. Una mattina i vicini, preoccupati per la sorte del ragazzo e del cane fanno avvertire suo padre, che da lì a poco arriva con due carabinieri. Chiamano il ragazzo, ma non dà segni di vita. Allora il padre autorizza i militari a rompere un vetro per entrare in casa. Il figlio esce come una furia e tenta di aggredire il padre. I carabinieri lo immobilizzano. Poi lo lasciano rientrare in casa e se ne vanno.

Il ragazzo aspetta che sia uscita l’auto dell’unico uomo della famiglia dei vicini e bussa violentemente alla loro porta, urlando. La donna, spaventata gli apre. Lui la insulta, l’accusa di avergli mandato i carabinieri. Le grida che è per colpa sua se gli hanno spaccato il vetro. La minaccia. Se la prende anche con la ragazza che stava lavorando al computer. Poi solleva da un trespolo il grande vaso di una pianta grassa e lo scaglia contro la vetrata della loro veranda. Il vaso si rompe e sparge a terra pianta, cocci e terriccio. Il vetro resiste. La donna gli dice di non aver chiamato lei i carabinieri e lo invita a uscire. Il ragazzo esce, scaglia due grossi massi morenici contro l’auto della donna e sfonda il parabrezza. 

Quando l’uomo rientra lo cerca. Il ragazzo s’affaccia immediatamente dal suo balcone brandendo una bottiglia e lo minaccia: «Vogliamo giocare da qui?». Poi rincasa con un gesto osceno. A questo punto la donna e il suo compagno chiedono l’intervento dei carabinieri. Quelli rispondono che i danneggiamenti non sono un reato punibile con l’arresto e li invitano a fare denuncia in caserma. Poiché i coniugi insistono che vengano almeno a constatare i danni rispondono: «se proprio lo volete, vi mando una macchina». Dopo mezz’ora arrivano altri due gendarmi da un paese vicino. Fotografano tutto e se ne vanno.

Nel primo pomeriggio l’uomo è in giardino. Il ragazzo esce alterato e gli urla: «non si può far tacere il campanello?» L’uomo ora ode uno squillo continuo ma vede che nessuno sta premendo il pulsante e lo avverte che probabilmente il campanello è guasto. Il ragazzo entra in casa armeggia con la suoneria e dopo qualche secondo riesce a spegnerla. Subito dopo esce in giardino con un coltellaccio da cucina. L’uomo gli parla come ci si rivolgerebbe a un figlio: «ma che fai, vieni con il coltello? Perché?». Arrivato alla cancellata che li separa, il ragazzo salta sul muretto di confine, ghermisce l’uomo dall’alto per il colletto, ma egli si sottrae e il ragazzo desiste. Prima di andarsene agita in alto il coltello e minaccia: «Io te lo pianto in mezzo agli occhi questo!». Dal suo comportamento si capisce che al ragazzo piace aggredire le donne indifese ma è terrorizzato dalle reazioni degli uomini e per vigliaccheria li affronta solo armato e a tradimento.

La coppia va alla caserma dei carabinieri ed espone i fatti a un brigadiere. Questo li informa che al ragazzo è vietato avvicinare la madre perché l'aveva picchiata brutalmente più volte. Nessuno li aveva avvertiti prima della sua pericolosità. «Comunque noi non possiamo occuparcene se non lo denunciate», precisa lui. «Ma che accade dopo averlo denunciato?», chiedono. «Succede che noi inoltriamo la denuncia al magistrato, il quale lo avviserà perché si possa difendere», risponde. Loro replicano «Ma se quello riceve un avviso, per tentato accoltellamento e aggressione a due donne, attraversa il cortile e stermina tutta la famiglia. Noi non vogliamo fare del male a lui, ma nemmeno subirne. Chiediamo protezione». «Noi non possiamo fare nulla», conclude il brigadiere.

Allora i coniugi indirizzano una lettera confidenziale al direttore del centro di salute mentale, e gli descrivono la situazione. Si rivolgono a lui perché ritengono che il comportamento del ragazzo testimoni di uno stato di malessere e paura, di sé stesso innanzitutto. E i suoi passaggi all’atto siano da ritenersi una richiesta d’aiuto in questi termini: «fermatemi prima che compia gesti irreparabili». Il medico risponde dopo due giorni, osservando che dal racconto emergono comportamenti di natura criminosa non di sua pertinenza. I coniugi obiettano che gli atti criminosi sono messi in atto da un paziente già sottoposto a Trattamento Sanitario Obbligatorio. L’aggressività recidiva del ragazzo verso le donne è esasperata dallo stato d’incuria e solitudine in cui vive da molti mesi: sommerso dai rifiuti e alimentato con cibo lasciato fuori dal cancello come a una belva feroce. Il problema è sociale – dicono – trascende la loro contingente richiesta di sicurezza: comprende responsabilità pubbliche e private di abbandono d’incapace, che non spetta loro denunciare.

Il direttore questa volta risponde segnalando l’invio per conoscenza della lettera al suo avvocato. In modo perentorio dichiara di non essere autorizzato a discutere aspetti sanitari con loro e che i problemi sociali non sono di competenza del suo servizio ma dell’autorità di pubblica sicurezza, alla quale devono rivolgere la denuncia. Lo scaricabarile si conclude ribaltando sulle vittime di violenza la responsabilità di ogni iniziativa, e abbandonandole ai loro carnefici. Questa esperienza testimonia che nessuno protegge le donne aggredite. Quando infine sono costrette a denunciare le brutalità degli uomini, magari per farsi curare le ferite in ospedale, continuano a rimanere sole e per difendersi devono esporsi ancor di più alla violenza, mettendo a rischio la loro vita. 

I problemi mentali del ragazzo non devono far ritenere che ci si trovi di fronte a una eccezione. Anzi, in questo caso potrebbero esserci strumenti di prevenzione sanitaria non disponibili per i “normali” atti di violenza sulle donne. Non viene dai pazzi il principale rischio di femminicidio. Gli assassini capaci d'intendere e di volere sono assai più numerosi dei folli e detengono il monopolio quasi assoluto degli stermini di massa. La pazzia è come il vino: rivela di ognuno la verità profonda, di un buono l'amore, di uno stronzo l'odio e la vigliaccheria di cui sono impastati tutti gli uomini che ammazzano le donne.

Nell'immagine: Dettagli della colluttazione tra Plutone e Proserpina, particolare dal ratto di Proserpina (1621-1622) di Gian Lorenzo Bernini. Roma, Galleria Borghese 

mercoledì 4 aprile 2018

Peccato che Maria Elisabetta Alberti Casellati...

115 : commenti
Post di G. Pepe

Rispondo a un amico, ammiratore del Renzi pensiero, che si dice indignato per l’elezione alla presidenza del Senato di Maria Elisabetta Alberti Casellati (non gli ho inviato questa risposta, ritenendola cosa inutile).

Peccato che Maria Elisabetta Alberti Casellati è stata nominata membro del consiglio superiore della magistratura (carica per nulla irrilevante) nel settembre del 2014 in pieno governo Renzi e senza alcuna apparente ragione di necessità, ma nessuno, allora, ebbe nulla da obiettare.

Per l’elezione del presidente del Senato, sarebbe stato sufficiente che il PD avesse proposto Zanda, invece di Valeria Fedeli, una renziana DOC, per dare, non al M5S ma al paese, un presidente del Senato almeno passabile. I 5 Stelle sarebbero stati costretti ad appoggiarlo o a screditarsi. Penso che avrebbero preferito Zanda a condizione di essere garantiti, come ha fatto Salvini, nell’elezione di Roberto Fico alla camera. Non lo sapremo mai perché non sono nella testa dei politici: a fatica, riesco a stare nella mia. 

Il PD ha deciso di stare all’opposizione di un governo che ancora non esiste (si dimenticano che al momento sono proprio loro al governo) sostenendo che governare è compito di chi ha vinto. Verissimo: ma, purtroppo per molti e per fortuna per pochi, nessuno ha vinto perché sia il CDX sia i 5 Stelle, sono stati ben lontani dall’avere i numeri per governare da soli a causa di una pasticciata e ben studiata legge elettorale che, prima volta nella storia della nostra Repubblica, è passata con ben 8 decreti legge, con l’appoggio di tutte le forze politiche ad esclusione dei 5 Stelle (anche se tu sostieni che non è vero, negando ogni evidenza). Per fortuna, oggi, Internet ci permette di verificare immediatamente ogni cosa. Le fake news, quelle grossolane che circolano in rete, durano al massimo 24/48 ore.

Prova a immaginare di tornare indietro di 40/50 anni; ricorderesti che la DC prendeva sistematicamente circa il 40% dei voti, il PCI circa il 30% e il rimanente 30% era diviso tra PSI e una moltitudine di liste minori. Il PSI non si è mai sognato di dire ai due partiti di opposizione che, avendo vinto loro, si arrangiassero a governare. Infatti sapevano che la vittoria dell’una o dell’altra forza dipendeva dalle decisioni delle forze minori. Ma i capricciosi bambini della politica si offendono facilmente rifugiandosi dietro un: adesso non gioco più. Oggi, cosa ancora più grave, la forza che si tira fuori non è affatto un partito minore: è il secondo partito che ha la possibilità, la responsabilità e il dovere di combattere per l’ideale politico che ritiene più giusto per il Paese. Io non so se sei ancora un convinto sostenitore di quel Renzi politico che avrebbe fatto il meglio che si poteva fare per la Nazione e per il suo Partito, ma le azioni politiche si giudicano sulla base dei risultati e non in base al loro racconto. Oggi l’Italia, al di là delle statistiche, delle chiacchiere e dei distintivi, vive una realtà nella quale la forbice tra ricchezza e povertà è andata progressivamente aumentando ed è questa la ragione che ha fatto perdere al PD oltre 6 milioni di voti nel giro di soli tre anni, superando ogni record negativo della sua storia passata. Renzi ha buttato dalla finestra oltre 50 miliardi di euro senza investire in quasi nulla di strutturale. Nessuna politica seria sul lavoro, nessun investimento sulla ricerca, nessuna politica energetica (che invece ha frenato), nessuna visione di grande respiro. Ho letto in questi giorni che l’Arabia Saudita ha varato un investimento di 300 miliardi di euro per costruire nel deserto, entro il 2030, un impianto fotovoltaico della potenza di 200 GW (gigawatt). Si tratta di una potenza enorme se pensiamo che l’energia solare attualmente prodotta in tutto il pianeta è di 400 GW. Ma, con tutto il petrolio che hanno, sono forse impazziti? La Cina due anni fa ha varato un progetto da 180 miliardi di dollari per produrre 150 GW di potenza tra solare ed eolico entro il 2020. Noi che facciamo? Appoggiamo il progetto TAP (Il 19 settembre 2013 EnelHeraShellE.ONGas Natural FenosaGdf SuezAxpo, Bulgargaz e Depa hanno firmato a Baku con il Consorzio Shah Deniz II i contratti di fornitura per la più importante vendita nella storia del gas (stima: 130 miliardi di euro) per rifornirci di energia da paesi sui quali non abbiamo alcun controllo. Tutto questo si conclude in pieno governo Letta, ma è presumibile che le trattative siano iniziate con il governo Monti. Forse in conflitto con gli accordi fatti da Berlusconi con Putin? Sono gli arabi quelli scemi e noi i furbi? In realtà si, perché su una grande opera solo pochissimi fanno grandi guadagni e, gli stessi o altri pochissimi, possono fare altri guadagni sui contratti di fornitura. Il fatto che il gas inquini meno del petrolio è solo un positivo, ma non risolutivo, effetto secondario. Tu mi insegni che se si hanno due fornitori, al posto di uno, il potere contrattuale del cliente è maggiore, Peccato che il cliente non è la Nazione, ma chi firma il contratto. L’abbiamo capito quando Berlusconi, nel lettone di Putin, firmò il contratto per la fornitura di gas. Non sapremo mai quanto gli rese, lo possiamo intuire da quel poco che ha speso per mettere a tacere l’esercito che poteva ricattalo e per mettere al suo servizio altri servitori.

Si potrebbe obiettare, per ritornare alla TAP, che i 130 miliardi di euro non sono soldi dello Stato, ma di società private, ma le società private investono per avere dei guadagni e quei guadagni gli arrivano sempre dalle nostre tasche. Non vorrei sbagliarmi ma con una spesa di 130 miliardi di euro potremmo produrre energia pulita e renderci totalmente liberi da ogni possibile ricatto esterno e la bolletta energetica si azzererebbe. Ma anche se dovessimo spendere il doppio, ne avremmo comunque un maggior vantaggio sia per l’ambiente che per l’economia, che poi sono la stessa cosa.


Per quale motivo dobbiamo lasciare agli altri di decidere il nostro destino quando abbiamo tutte le risorse per poterlo decidere noi?

Il governo Renzi, ancora più dei precedenti governi, ha prodotto una innumerevole serie di piccoli balzelli che non cambiano nulla a me, ma, per chi non ha nulla o quasi nulla, rappresentano una tragedia. Il governo Renzi ha continuato sulla politica di Berlusconi favorendo, piuttosto che frenare, l’ingresso del privato nel pubblico (acqua, scuola, sanità…) al punto che, per la prima volta, in alcuni casi, un’analisi clinica, presso una struttura privata, costa meno del ticket. Ti rendi conto della gravità di questo fatto?

So bene, perché me lo hai detto più volte, sia direttamente che indirettamente, che tu pensi che questa mia analisi sia il frutto di una mente annebbiata e faziosa, ma gli italiani, quelli che vivono sulla propria pelle i disagi di queste contro riforme, la pensano come me, non perché io o qualcun altro li abbia convinti, ma perché vivono in modo diretto il disagio provocato da queste politiche. Se ricevo una martellata, non serve che uno mi spieghi che quella martellata mi provoca dolore. Noi, che siamo privilegiati, perché non riceviamo quella martellata, abbiamo invece il dovere di capirlo. Io sono disposto a cedere una parte di miei privilegi se questo può portare beneficio a chi soffre, ma non sono disposto a mollare un centesimo per favorire chi sta molto meglio di me e sono assolutamente certo che la maggioranza dei cittadini la pensi come me, altrimenti non avremmo eserciti di volontari che dedicano il loro tempo ad aiutare il prossimo; ma costoro non fanno lo stesso rumore del rumore che fa quell’infima minoranza di veri criminali. Ma se chi ci governa inizia a dare il buon esempio la gente sarà aiutata a capire che il bene del prossimo è soprattutto il proprio bene così da far rinascere un entusiasmo come quello che nasce al termine di una guerra. Naturalmente non avremo lo stesso tasso d’entusiasmo che si genera quando si esce da una vera guerra ma sarà di gran lunga più salutare che essere governati dalla disperazione.

È vero che un governo, che fa cose importanti, scontenterà sempre qualcuno e questo potrebbe fare perdere qualche consenso, ma neppure il governo Monti perse così tanti consensi quando usò la mannaia della legge Fornero. Chiediti il perché di questa differenza e cerca di darti una risposta. Non basta dire che si è fatta la buona scuola perché la scuola sia buona. Se quella riforma fosse stata veramente buona il numero di coloro che ne hanno tratto vantaggio sarebbe stato superiore a quelli che inevitabilmente ne sono stati svantaggiati e il governo, nel bilancio tra la perdita e il guadagno, avrebbe ricevuto più consensi e le parole di Salvini o dei diversi Di Maio sarebbero cadute nel vuoto. Naturalmente potresti eccepire che il vantaggio, a volte, non è immediato e quindi non compreso da tutti, ma quando la perdita è così catastrofica, significa che quel vantaggio non esiste. A Roma infatti Raggi ha perso una parte dei consensi, ma evidentemente i Romani che vivono quella realtà, hanno verificato che il bombardamento informatico scagliato contro la giunta che li governa non corrisponde alla realtà del loro vissuto, altrimenti i 5 Stelle, a Roma, sarebbero letteralmente spariti e a Ostia, mai avrebbero vinto. Come dice Feltri: è fattuale.

Ma sai, gli sconfitti dicono che la colpa sia delle fake news. Le bugie dei politici hanno le gambe corte, ma le fake news hanno le gambe cortissime.

Cerco quindi di rispondermi a questa domanda: come mai un politico tronfio, ma sicuramente non demente, ha messo in fila una tale serie di sconfitte e persiste nel cantare sempre lo stesso fallimentare ritornello? Forse sta seguendo il detto che è meglio essere padroni all’Inferno che camerieri in Paradiso? Nel frattempo si è trovato un bel posto proprio in quel Senato che lui voleva abolicchiare e persiste nel dimettersi senza dimettersi, continuando a dettare, da padrone, la sua linea politica. Lo stanno pure a sentire! Come il problema non era Berlusconi quanto i berlusconiani, il problema, oggi, non è Renzi ma i renziani.

Il PD, mi par di capire, spera nella politica del tanto peggio tanto meglio, la tipica politica di chi è disperato e non ha idee e quindi continua a sperare in una possibile alleanza tra 5 Stelle e PDL che vedo difficilmente realizzabile perché sarebbe un reciproco suicidio politico e né Salvini né Di Maio mi sembrano così sprovveduti; ma tutto è sempre possibile. L’unica ipotesi probabile sarebbe un accordo, su tre o quattro punti precisi da realizzare in tempi rapidissimi per poi ritornare velocemente alle elezioni che si tradurrebbero in una specie di ballottaggio indiretto, con risultati per me più che scontati.

Posso immaginare questo altro scenario: dopo il fallimento dell’incarico a Salvini e poi a Di Maio, la formazione di un vero governo tra ciò che rimane del PD, Forza Italia e Maroniani e Salviniani, purché possano salvare la faccia. D’altra parte Salvini ha votato l’attuale legge elettorale e ha comunque fatto alleanza con Berlusconi. A questo punto il governo potrebbe durare per l’intera legislatura perché avrebbe tutto il tempo di attingere, visto che la carne è sempre debole, dalla moltitudine dei nuovi eletti sia nel prato dei grillini che in quello di tutti i partiti minori. Se così fosse tra 5 anni troveremmo un Italia ancora più spaccata e non so se i 5 Stelle avranno ancora la forza di canalizzare tutta la rabbia lungo un percorso ancora fondamentalmente democratico. 

Il PD, in realtà, sperava di ottenere il 23/24% e FI si augurava di superare la Lega. Per mia fortuna, o per tua disgrazia, non è successo, e non avevo alcun dubbio su come sarebbero andate le cose.

Esiste anche un’ipotesi fantapolitica che riguarda Mattarella, perché se fossi in lui starei attento a chi mi porta il caffè al mattino. Ma fortunatamente siamo in Italia e non negli USA dove sappiamo come Johnson ottenne, senza essere eletto, la nomina a presidente.

Se questa mia analisi ti porta a credere che io pensi che il M5S sia la soluzione dei gravissimi problemi in cui versa l’Italia, ti sbagli di grosso, penso solo che possano rappresentare una possibilità e una speranza perché, se la speranza muore, allora veramente dovremmo preoccuparci, anche noi che siamo dei privilegiati.

Vorrei ricordarti che due giorni prima delle elezioni ti scrissi che la politica italiana si trovava a dover affrontare un profondo cambiamento culturale e tu mi hai segnalato un articolo di Repubblica che derideva questa analisi. Può darsi che l’analisi di Repubblica fosse giusta e io continui a pensare in modo errato, tuttavia non solo quello stesso giornale, ma tutti gli organi di informazioni ora dicono che il risultato elettorale ha dato inizio ad una nuova stagione politica, definendola addirittura una rivoluzione. Come sono volubili questi nostri giornalisti e questi nostri politici!
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