Riprendiamoci lo Stato a colpi di monetine addosso a questi esseri indegni di rappresentarci e governarci. E chi li ha votati si metta una mano sulla coscienza e ci pensi bene la prossima volta che si reca al seggio.
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Siamo appassionati d’Amore onestà spiritualità arte poesia politica democrazia sostenibilità tecnologia green-energy cold-fusion LENR medicina alternativa cambi di paradigma rivoluzioni scientifiche criptoarcheologia e “tante cose infinite, ancor non nominate”. Siamo uno specchio capovolto della realtà, fuori c’è il patriarcato qui una "società gilanica", fuori c’è ancora la società del petrolio qui dentro siamo pro E-Cat (funzionanti), mobilità elettrica, fotovoltaico, sistemi d'accumulo ecc.
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giovedì 31 marzo 2011
Finalmente davvero di nuovo FORZA ITALIA!
Sì, questa è l'Italia che mi piace!
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Daniele Passerini
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10:18
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Svegliati Italia
mercoledì 30 marzo 2011
Una domanda fredda fredda ad Assange
Oggi il settimanale l'Espresso ha dato la possibilità ai lettori di rivolgere via internet domande a Julian Assange, ed io ho ho chiesto se tra i documenti confidenziali intercettati da WikiLeaks ci fosse qualcosa che dimostrasse l'insabbiamento della fusione fredda da parte di governi, industria o militari.
Dear Julian,
I really admire everything you have done for us all. Thank you very much.
My question is: between the confidential documents that you’ve caught is there something that proves the coverup of cold fusion by governments, industry or military?
Thanks
Posted by daniele passerini @ marzo 30, 2011 13:26
A dire il vero sono arrivate ad Assange talmente tante domande che io non riuscivo più a trovare la mia, fortuna che ci a pensato Mattia a trovarmela, grazie... devo dormire più di quello che sto facendo ultimamente. Chiedo umilmente scusa alla redazione de l'Espresso di avere quasi pensato male.
Questo è il link alla chat con Assange su l'Espresso:
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Daniele Passerini
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22:23
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energie pulite,
LENR,
segnalato da 22passi
martedì 29 marzo 2011
Accarezzami il volto, amore
Scuola di Hakab, olio di Annamaria Germani |
e guardami.
Io non ho seduzione
nei miei occhi
e nemmeno quel mare di dinieghi
che mi hai fatto attraversare
per incontrarti.
Nei miei capelli,
non trovi lenzuola di teorie,
non trovi sorrisi leggiadri
sul mio viso
ma una promessa di paradiso
che vuole farti vedere la vita.
Alda Merini (1931-2010)
Di fronte alla bellezza nuda di una poesia, si resta muti.
E pieni d'amore.
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Daniele Passerini
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03:02
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poesia per dissetare
AAA cercasi Bugs... Banner!
Visto le tante perle di lettori che capitano spesso su queste pagine, cerco tra loro un/a grafico/a o un/a appassionato/a che abbia tempo e voglia di regalarmi un banner di buon livello per il blog. In cambio posso offrire promozione alla sua azienda o attività con un post, uno spazio banner ecc.
Non avrei mai osato chiedere un favore del genere se il lavoro collettivo di sbobinamento del video di Luigi Sertorio non avesse avuto il successo che ha avuto. A proposito, ho quasi finito d'aggregare e rendere omogenei per stile e forma tutti i contributi arrivati; entro la settimana manderò il testo finale dell'intervista alla giornalista Monia Benini che lo inoltrerà allo stesso Sertorio qualora voglia lui stesso correggere qualche punto. Avremo così un documento autorizzato da far circolare il più possibile prima del referendum.
Tornando al bunner, lo sfondo che ho utilizzato in cima alla home (dietro il titolo Ventidue passi d'amore e dintorni)
è scaricabile (la risoluzione è buona) da questo vecchio post:
leggendo capirete perché mi piacerebbe
conservarlo come portafortuna. Ma se avete idee migliori
proponetele pure.
lunedì 28 marzo 2011
Semplicemente vergognoso
Alla trasmissione Forum (Rete 4 Mediaset) di Rita Dalla Chiesa (il padre si rivolterà nella tomba) una partecipante racconta di essere una terremotata abruzzese che ha vissuto quel dramma e constatato di persona l'efficienza della ricostruzione, tutto merito - Deo gratias - di Berlusconi. No, tutto falso: dopo si scopre che è una persona che non avuto nulla a che fare col terremoto, è solo stata pagata per imparare e ripetere un copione.
Semplicemente vergognoso... ma ancora più che l'atto in sé, lo è il fatto che chi lo pianifica, lo permette o collabora a permetterlo, consideri ciò un fare normale, come dire: "Un imbroglio questo? Ma no, che male c'è, tanto ormai in Italia imbrogliano tutti."
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Daniele Passerini
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23:27
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Svegliati Italia,
terremoto in Abruzzo
sabato 26 marzo 2011
"Per me conta solo ed esclusivamente
il risultato del lavoro"
Rinnovo l'invito a tutti i lettori del blog a non smettere di inviarmi segnalazioni e stimoli a cui dare risalto. Ieri ad esempio Tiz ha segnalato il link a una nuova intervista rilasciata pochi giorni fa dall'ingegner Andrea Rossi a Radio Città del Capo, un'emittente bolognese che, sin dalla presentazione del 14 gennaio 2011 ha dato un buona copertura mediatica all'Energy Catalyzer. Eccone qui la trascrizione del clip audio disponibile (qui) sul sito di Radio Città del Capo.
(l'audio si apre subito con le parole dell'ingegner Rossi)
Dopo il test di Bologna - che è stato l'ultimo test su un modulo da laboratorio - abbiamo iniziato la produzione dell'impianto industriale, che è un impianto da 1 megawatt termico di produzione di energia, che verrà inaugurato ad Atene verso fine ottobre del 2011, quindi adesso siamo completamente focalizzati su questo. Pertanto il nostro prossimo passo sarà la presentazione di un impianto industriale da 1 MW funzionante presso un cliente.
Il prototipo che avete presentato qui a Bologna sembrava poter essere - come dire - adibito anche a usi privati. Come mai avete deciso invece di partire con un impianto di più grandi dimensioni?
Bene, è un problema autorizzativo. Per servire una clientela di tipo industriale il modulo presentato a Bologna è troppo piccolo, cioè ha una produzione di energia troppo piccola, però siccome l'impianto da 1 MW non è altro che un insieme di tanti moduli da 10 [kW, ndr] è abbastanza semplice il fatto di passare a un consumo di tipo industriale. Ora, avere le autorizzazioni per istallare e far funzionare un impianto di tipo industriale è molto più semplice che non avere le autorizzazioni per la produzione di un impianto di tipo domestico, perché in un'industria un impianto viene gestito e controllato da professionisti - quindi le normative prevedono che ci sia una persona capace ed esperta come responsabile di impianto, questo vale per qualsiasi impianto di tipo industriale - mentre a livello domestico il processo autorizzativo/di certificazione è molto più lungo e complesso, perché quando si vende un impianto di tipo domestico si vende un impianto a persone non esperte, che pertanto non sono assolutamente tenute a conoscere tutta una serie di istruzioni tecniche eccetera, ecco il motivo.
Molto chiaro. Tra l'altro abbiamo letto in un'intervista che lei ha rilasciato recentemente a una rivista svedese - un'intervista in chat [prima parte e seconda parte, ndr] - che lei è disponibile anche a collaborare con la Svezia, con imprenditori svedesi eventualmente.
Si
Ecco, ci chiedevamo come mai non in Italia. Perché non a Bologna magari, la città dove avete peraltro presentato la vostra invenzione.
Si guardi - tra l'altro con l'Università di Bologna abbiamo anche fatto un contratto di ricerca e sviluppo - in Italia noi non abbiamo assolutamente nessuna preclusione di nessun genere - io sono italiano tra l'altro - però è evidente che io devo andare dove c'è dell'interesse specifico.
Ecco, proprio a questo proposito, vista la natura oggettivamente rivoluzionaria del prototipo che avete presentato, ci venivano in mente due cose. Da un lato se ne parla molto poco nonostante lo abbiate presentato pubblicamente, cioè se ne parla abbastanza - un po' on line - ma non più di tanto, in termini giornalistici diciamo che il dibattito attualmente è relegato a un ambito piuttosto specialistico...
Vero.
...lei che idea s'è fatto di questo? Non le credono? Pensano che lei - metto fra virgolette la parola - sia un "ciarlatano"? È questa la ragione per cui se ne parla così poco?
No, non credo. L'opinione che mi sono fatto io è che questa è una tecnologia estremamente nuova e quindi una volta fatta una presentazione di tipo strettamente sperimentale in ambito universitario, quando ci si trova di fronte a una tecnologia che è estremamente innovativa, è necessaria una applicazione industriale prima che effettivamente possano nascere interessi di tipo specifico a livello più diffuso. Quindi ecco perché noi adesso siamo esclusivamente focalizzati sulla realizzazione del nostro primo impianto industriale.
Lei ha detto praticamente che la strada vostra è quella dell'impianto perché si può avere un controllo maggiore. I rischi legati alla vostra tecnologia? L'attualità ci parla dei rischi dovuti alle centrali [nucleari a fissione, ndr] classiche, dal Giappone arrivano notizie allarmanti, idem in Germania (la Merkel ha detto "stop" a due impianti)... insomma, oltre all'uscita dal petrolio si inizia a parlare anche di uscita dal nucleare "vecchio stile". La sua tecnologia che problemi potrebbe presentare?
La cosa fondamentale è che noi non utilizziamo materiali radioattivi e non abbiamo come risultato della nostra operazione residui radioattivi in uscita dal reattore. Non ci sono emissioni di nessun genere e quindi da un punto di vista ambientale questa tecnologia non crea assolutamente problemi.
Ingegnere, lei si sente un po' il Marconi del XXI secolo in questo momento?
No, guardi, in questo momento io mi sento solo uno che sta lavorando come un matto - 16 ore al giorno - per arrivare in tempo alla consegna a ottobre dell'impianto ad Atene e questa è l'unica cosa che io mi sento. Per me conta solo ed esclusivamente il risultato del lavoro, il resto sono solo...
Quali possono essere in uno sviluppo futuro - che lei vede magari tra diversi anni con lo sviluppo di queste tecnologie - i cambiamenti epocali nella produzione dell'energia?
È una domanda a cui è molto difficile rispondere, perché se il nostro impianto a ottobre funziona bene le possibilità di espansione sono di tipo esponenziale. È chiaro che se stiamo lavorando con l'impegno - allo spasimo - con cui ci stiamo lavorando è perché ci rendiamo conto che è qualcosa che potrebbe anche essere molto utile.
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Daniele Passerini
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10:00
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E-CAT,
energie pulite,
LENR
giovedì 24 marzo 2011
Scienza descrittiva
versus scienza concettualizzatrice
Giuliano Preparata, in primo piano, con il suo amico e collega Emilio del Giudice. |
Di consuetudine inserisco nel blog brani che ritengo utile segnalare a tutti. La prefazione che segue, scritta da Emilio del Giudice, apre l'ultimo libro di Giuliano Preparata (1942-2000), uscito postumo nel 2001 per i tipi di Bibliopolis: ARCHITETTURA DELL'UNIVERSO - lezioni popolari di fine secolo su ciò che la scienza è riuscita a capire sulla struttura dell'Universo. Libro che richiede un minimo di cultura scientifica di base e che dedico a chi sa che per scoprire qualcosa di nuovo è necessario mettere continuamente in discussione ciò che si sa già. Ma lo dedico ancora di più a chi finge di non saperlo.
PREFAZIONE
Questo libro è la raccolta di sei lezioni tenute dal fisico teorico italiano Giuliano Preparata nell'inverno 1999-2000, qualche mese prima della sua morte, ad un gruppo di ascoltatori, i cui interessi culturali erano di tipo generale, con una preferenza per l'indirizzo psicologico umanistico. Come Giuliano scrive nella premessa, queste lezioni esprimono una attitudine culturale simile a quella che animò i fondatori della scienza moderna nel Rinascimento, da Nicola di Cusa a Giordano Bruno a Johannes Kepler a Galileo Galilei: coinvolgere nel processo di conoscenza scientifica il pubblico delle persone colte, i cittadini della Repubblica delle lettere.
Questo tentativo di allargare il dibattito scientifico al pubblico colto ha caratterizzato i sostenitori di ogni nuova visione generale! Nell'epoca moderna Charles Darwin, Sigmund Freud e Karl Marx, anch'essi autori nei loro rispettivi campi — lo studio dell'evoluzione delle specie, la psicodinamica del profondo, l'economia politica — di tentativi di costruzione di nuove visioni scientifiche, non si rivolsero principalmente agli «esperti», per lo più scettici verso le nuove proposte, ma si rivolsero agli esterni, non vincolati dagli «idola tribus», fecero «l'appello al popolo».
Come già accadde a Giordano Bruno e a Galileo Galilei, proprio l'aver lanciato questo appello al popolo è diventato spesso per lo scienziato rivoluzionario un capo di imputazione aggiuntivo nel processo che la società degli esperti, la «comunità scientifica», si è affrettata a intentargli. Come si permette costui — tuonano gli «esperti» — di aggirare il filtro che noi frapponiamo tra la scienza e il popolo, a cui egli chiede di ragionare e argomentare e non di credere, stupito e attonito?
Il desiderio di conoscere la natura è una delle spinte spontanee fondamentali dell'animo umano; è altrettanto fondamentale che il desiderio di amare o il desiderio di commuoversi attraverso l'arte. È la continuazione in età adulta della curiosità instancabile del bambino, non ancora reso ottuso dalla soppressione o dalla corruzione dei suoi istinti fondamentali ad opera della società contemporanea. Scoprire il segreto della formazione di un cristallo, della condensazione di una goccia di liquido, dello sviluppo di una pianta dal suo seme produce nell'essere umano emotivamente non bloccato una gioia paragonabile ad un amore corrisposto. L'essere umano scopre allora che la sua mente, ben sorretta dalla sua psiche e dal suo corpo, si muove all'unisono con il movimento della natura, può addirittura precederla, come accade quando un fenomeno naturale viene previsto prima del suo accadimento concreto.
Questa esperienza gioiosa dell'incontro risonante con il movimento della natura è però oggi una esperienza molto rara. La scienza si trova oggi in condizione diversa dall'arte e dalla musica. È vero infatti che pochi esseri umani possono comporre come Mozart, ma è anche vero che molti possono intendere la sua musica e commuoversi. Anche la scienza del passato è stata talvolta capace di parlare alla persona colta media, almeno in certi periodi. Mentre l'astronomo tolemaico poteva spiegare la sua visione del cielo solo a pochi interlocutori, ben ferrati in matematica, Galileo poteva portare i concetti della nuova fisica alla comprensione delle persone colte del suo tempo e, un secolo dopo, l'abate di Fontenelle poteva scrivere «le newtonisme pour dames».
Oggi invece lo scienziato non può più dialogare con la società colta; può soltanto presentare in forma autoritaria le sue conclusioni senza l'argomentazione che le ha prodotte, prendere o lasciare. La realtà naturale è rappresentata come troppo difficile da comprendere da un laico in modo diretto; occorre la mediazione obbligatoria del chierico, dell'esperto che può solo dettare conclusioni, che possono essere al più illustrate con metafore, ma non spiegate con un ragionamento esplicito, sostenuto da sensate esperienze, che l'essere umano razionale possa valutare. Perciò la «comunità scientifica» assume l'aspetto fenomenico di una chiesa che si rivolge ai fedeli, ovvero di un produttore che si rivolge ai consumatori, ai quali deve fornire un «Know how», ma mai un «Know why».
In effetti, nel ventesimo secolo la scienza è diventata un elemento sempre più integrato nella società economica, ma questo non ha significato che la razionalità scientifica abbia preso la direzione dei processi economici. Al contrario; l'investimento massiccio di capitali in particolari settori segnalati dall'iniziativa scientifica (il nucleare, la farmacologia, le biotecnologie, l'informatica) ha creato una poderosa rete di interessi che vincola le ulteriori scelte scientifiche a procedere non verso la scoperta di ulteriore verità, ma verso la tutela del capitale già investito e la ricerca di un profitto sempre più grande. I computer sono certamente un grande ausilio per la ricerca, ma l'acquisto da parte degli istituti di ricerca di costose attrezzature di calcolo da luogo alla nascita di un ceto di tecnocrati, il cui «vested interest» spinge i ricercatori a modificare il proprio stile di lavoro e a vedere se stessi come gli infaticabili fornitori di cibo per gli insaziabili computer, che vanno sfruttati a tempo pieno se si vuole ammortizzare il costo di questa struttura. Perciò lo scienziato è spinto sempre più a «calcolare» e sempre meno a concettualizzare, cosa che implicherebbe un taglio drastico della richiesta di calcolo.
Giuliano vide acutamente questo aspetto della scienza moderna e pubblicò sul Nuovo Saggiatore (organo della Società Italiana di Fisica) un brillante articolo: «Se Simplicio avesse avuto un Cray» (II Nuovo Saggiatore, 10 (1994), n. 1, pag. 59) in cui immaginava come sarebbe cambiato il dialogo tra l'innovatore Salviati e il tolemaico tradizionale Simplicio nella famosa opera di Galileo se al soccombente Simplicio fosse stato dato un supercomputer. Giuliano allora prevedeva che tutti i complessi calcoli richiesti dalla teoria tolemaica degli epicicli per descrivere le orbite dei pianeti sarebbero stati compiuti in un tempo brevissimo e Simplicio avrebbe potuto contrapporre «in tempo reale» alle eleganti concettualizzazioni di Salviati-Galileo impressionanti tabelle di numeri e avrebbe potuto dire che non aveva bisogno di una nuova teoria, poiché padroneggiava i moti dei pianeti così bene da poter dare la loro posizione in ogni istante. Continuando nell'ipotesi di Giuliano noi potremmo suggerire allo stregone scherzoso che aveva regalato a Simplicio il supercomputer Cray di dare all'umanità di allora anche un missile e un satellite da lanciare nello spazio extraterrestre. Allora Simplicio non avrebbe potuto rispondere alla richiesta di prevedere l'orbita assunta dal satellite in conseguenza di una data velocità iniziale del missile. Il poveretto avrebbe soltanto potuto offrirsi di osservare l'orbita assunta dal satellite, una volta raggiunte condizioni stazionarie, e di estrapolarla all'infinito; avrebbe potuto solo inseguire il fenomeno, ma non progettarlo, come possono fare, grazie alla scienza galileiana fondata su una più elevata concettualizzazione, i moderni ingegneri spaziali.
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Daniele Passerini
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20:06
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libri e autori consigliati,
Scienza del XXI secolo,
segnalato da 22passi
mercoledì 23 marzo 2011
Happy Birthday!
Oggi è giorno di compleanni.
Quarantacinque anni fa
nasceva l'amico di più vecchia data che ho, ci frequentiamo infatti
dalla prima media, dunque da trentaquattro anni. Perciò mi viene spontaneo pensare proprio adesso a quanto
sia misericordioso l'aggiustamento percettivo che ci lascia continuare a
vedere “uguali” le persone che conosciamo – e noi stessi – al di là del
tempo che segna e trasforma. Forse diventiamo vecchi – ci sentiamo
tali – proprio quando questo “trucco” smette di funzionare.
Fatto sta che, pure con qualche ruga in più (molte) e la barba che imbianca, mi vedo sempre lo stesso, e così pure l'amico di cui ricorre
il compleanno, nonostante noi due siamo cambiati davvero tanto, sia dentro sia
fuori.
Gli voglio bene e lo stimo, perché in questa brutta Italia contemporanea – che purtroppo ci rappresenta
tutti nel mondo – onestà, integrità, pazienza, pacatezza, intelligenza,
sensibilità, sono valori e atteggiamenti quasi considerati “fuori
moda”. Per fortuna ci sono persone fuori dal coro che
sanno ancora testimoniarli nella vita di tutti i giorni, il amico è
tra loro.
Auguri di cuore, caro
Giuseppe. Te li faranno in famiglia, all'Università di Bologna, i
tuoi studenti al polo didattico di Cesena, gli amici... intanto sono il primo!
Ma un blog
contraddistinto dal numero 22 non poteva perdere l'occasione di
celebrare anche un altro compleanno. Proprio ventidue anni fa, il 23 marzo
1989, Fleischmann e Pons fecero quella famosa conferenza stampa che
portò sulla bocca di tutti due paroline, cold fusion (fusione fredda), semplici quanto rivoluzionarie, che da allora sono state
oggetto di rosee speranze quanto di severe critiche, di alte aspettative
quanto di insabbiamenti, un patrimonio da difendere e sviluppare per i
loro sostenitori, un errore da smascherare ed epurare dalla Scienza per i
loro detrattori, prodromo di una inarrestabile rivoluzione scientifica (nell'accezione di Kuhn) per i primi, esempio da manuale di scienza patologica (nell'accezione di Langmuir) per i secondi.
Tutto ciò dura da 22 anni. Il buon senso dice: non c'è fumo senza arrosto.
Il punto è che la prima
cella elettrolitica alla F&P (con deuterio, catodo in palladio e
anodo in platino) ha aperto giusto una pagina di quello che pare, ogni
giorno di più, un intero nuovo libro di Scienze fisiche e chimiche – le
LENRs (Low Energy Nuclear Reactions) cioè reazioni nucleari a bassa
energia – destinato a gettare ponti verso altre discipline, per esempio
geologia, biologia, medicina, probabilmente persino psicologia. Infatti i
ricercatori, dopo essersi soffermati nel XIX e XX sui modi maschili, yang, hard con cui la Natura opera, hanno cominciato a prestare più attenzione anche ai modi femminili, yin, soft
della Natura. La stessa distinzione tra materia animata/inanimata,
vivente/non vivente, un giorno sarà senz'altro diversa da quella ora
accreditata. C'è alle porte un epocale cambio di paradigma scientifico
che annetterà ai territori della Scienza tante – proprio tante – materie
oggi escluse e che alla lunga porterà a riunire e riconciliare
l'emisfero destro dello scibile (umanistico/emotivo) con quello sinistro
(scientifico/razionale).
Nel frattempo, salvo
lodevolissimi eccezioni – cito per tutti Peter L. Hagelstein e il Nobel
Brian Josephson – la maggior parte dell'establishment accademico, negli
ultimi 22 anni ha dato ben poco credito alle LENRs. Anzi, ha alzato i
ponti levatoi, trasformando il buon vecchio e sano scetticismo
scientifico in chiusura aprioristica a tutto ciò che contraddice i
“dogmi” della scienza ufficiale: “se il fenomeno non è riproducibile al
100% allora non c'è fenomeno”. Eppure un fenomeno si può dominare e spiegare
solo se vengono identificate le variabili più importanti in gioco, cosa
cui si arriva a volte per via teorica, a volte per via empirica, spesso
usando entrambe le vie. Invece il fronte “ortodosso” della scienza da
un lato ha declassato l'evidenza sperimentale ad aspetto secondario,
dall'altro ha innalzato l'importanza della teoria al sommo grado,
facendone una “norma di diritto” superiore a ogni anomalia che –
irrispettosa – vorrebbe rimettere in discussione la teoria stessa. E se
teoria e dato sperimentale confliggono, non può che essere sbagliato
quest'ultimo, o meglio, il ricercatore avrà per forza sbagliato le
misure. Ogni azione provoca la reazione uguale e contraria, così
l'accoglienza freddissima ricevuta dalla comunità scientifica, ha
provocato a sua volta irrigidimenti nelle compagini dei fautori delle
LENRs, dando adito a ulteriori diffidenze dei detrattori e così via.
Da questo empasse non se ne stava uscendo più.
La novità di questi
ultimi mesi è l'entrata in scena dell'E-Cat messo a punto dall'ingegner
Rossi con la collaborazione del professor Focardi. Stavolta l'inventore
non si è dato come principale obiettivo quello di convincere gli
scienziati della bontà del suo E-Cat, ha scelto invece di puntare a
metterlo sul mercato il prima possibile e affidare il verdetto
direttamente ai clienti: pagheranno a patto che il prodotto funziona.
C'è di più, ha offerto all'Università di Bologna di finanziare egli
stesso la ricerca scientifica sull'E-Cat. Insomma,
nell'intera operazione Rossi ha investito tutti i propri capitali e soltanto questi, perciò finirebbe sul lastrico se entro l'anno non
presentasse e mettesse in vendita l'annunciato impianto da 1 MW
(composto da 125 E-Cat). Se tutti i suoi programmi verranno rispettati a
ottobre, ad Atene, s'inaugurerà la prima vera svolta del mercato
dell'energia da un secolo a questa parte. E io faccio il tifo e brindo al successo dell'E-Cat!
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E-CAT,
energie pulite,
LENR,
preghiere o auguri
martedì 22 marzo 2011
Appuntamento a Milano con Roy Virgilio...
ma non è un pesce d'aprile!
La fusione fredda è una realtà
scientifica o una semplice bufala? Ci
sono scienziati che studiano il fenomeno? A che punto sono? Potremo
realmente alimentare i nostri veicoli e riscaldare le nostre case con la
fusione fredda? E quanto tempo ci vorrà? A tutte queste domande
risponde Roy Virgilio in "Fusione
fredda: cos'è e come funziona - la storia, i principi, lo stato
dell'arte e il futuro del controverso fenomeno in un breve saggio
divulgativo", uscito a ottobre 2010.
Nella prefazione al libro, Roberto Germano (*) scrive: "Con eccellenti doti di sintesi, Roy Virgilio, fa il punto della situazione sulla cosiddetta fusione fredda, dalla sua nascita ai giorni nostri, Roy Virgilio da ormai ben 12 anni, con l'entusiasmo della sua attività volontaristica, si occupa di questa ed altre tematiche connesse alle energie pulite e all'ambiente, coinvolgendo migliaia e migliaia di persone, con un'attività che potremmo definire di Open Innovation".
(*) Ricordo che Roberto Germano è autore di "Fusione fredda - moderna storia di alchimia e inquisizione" e di "Aqua - le mirabolanti avventure dell'acqua elettromagnetica".
Se volete conoscere Roy Virgilio e saperne di più sul suo libro, appuntamento a:
Milano
venerdì 1 aprile
presso Enoteca “Bacco”
via Pirano n. 4 (MM Gorla)
dalle 19.00 alle 20.00
A seguire, per chi vuole restare, Cena e dibattito libero su fusione fredda e sue implicazioni socio-economiche.
N.B. Per la cena (dal semplice piatto d'affettati al pasto completo) i posti sono limitati: è necessario prenotare telefonando allo 02.25712349 o compilando il modulo on-line: Enoteca Bacco Milano - trovarsi con gusto
Ho già deciso che andrò a Milano a questo incontro, anche se probabilmente avrò già conosciuto Roy a Firenze pochi giorni prima, in occasione di un altro appuntamento che ho pubblicizzato sul blog: una conferenza sulle fonti di energia tra i cui relatori c'è Emilio del Giudice (qui).
Tornando al libro di Roy Virgilio, confesso che la prima volta che l'ho preso in mano, un po' condizionato dalla grafica e dall'impaginazione stile "fatto in casa", lì per lì sono rimasto perplesso. Poi leggendolo mi sono subito ricreduto: l'abito non fa il monaco e l'autore è riuscito nell'impresa di condensare davvero tante interessanti e chiare informazioni in sole 70 pagine. Insomma, contenuto e sostanza vincono e convincono. Come ben sottolinea Roberto Germano, Roy sa comunicare in maniera semplice e divulgativa, allo stesso tempo riesce a soddisfare il lettore più esigente con numerosi rimandi a una documentazione ufficiale e più tecnica.
La pubblicazione in economia - mi ha spiegato in seguito lo stesso autore - ha lo scopo di massimizzare gli utili, che sono destinati al forum EnergeticAmbiente. Anche per questo motivo il libro può essere acquistato (come ho fatto anch'io) soltanto via internet a questi link:
P.S. Il panorama della fusione fredda è in rapida evoluzione e immagino Roy stia già lavorando a una seconda edizione aggiornata del libro. Forse sarebbe ormai il caso di chiamare così solo il fenomeno di produzione di calore che si verifica in certe condizioni tramite elettrolisi (osservato da Fleischmann e Pons per primi) e considerarlo solo una delle tante possibili LENRs (Low Energy Nuclear Reactions): reazioni nucleari a bassa energia. Per esempio, il primo dispositivo LERN ad altissima efficienza che arriverò sul mercato, l'Energy Catalyzer Ni-H dell'ingegner Andrea Rossi e del professor Sergio Focardi, non ha nulla a che spartire con la cold fusion alla Fleischmann e Pons.
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Daniele Passerini
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E-CAT,
energie pulite,
LENR,
segnalato da 22passi
lunedì 21 marzo 2011
Altre 36 risposte di Rossi ai lettori di Ny Teknik
Direttamente da Ny Teknik - rivista di scienze e tecnologia svedese che vanta 300.000 lettori - ecco qui la mia traduzione dell'ultimo pezzo di Mats Lewan sull'ingegner Andrea Rossi: la seconda parte della domande-risposta scambiate in chat tra l'inventore dell'E-Cat e i lettori della rivista (la prima parte la trovate qui).
Ed ecco altre 36 domande - con le risposte di Rossi
Non c'era abbastanza tempo quando l'ingegnere italiano Andrea Rossi ha incontrato, la settimana scorsa, i lettori di Ny Teknik in una chat dal vivo sul suo 'energy catalyzer'. Perciò gli abbiamo spedito altre 36 domande dei lettori - ed ecco qui le risposte.
L'interesse mostrato dai lettori di Ny Teknik nel porre domande all'ingegner Rossi è stato enorme. Venerdì scorso abbiamo pubblicato tutte le domande a cui Rossi ha risposto immediatamente durante lachat dal vivo , insieme a un video con ulteriori domande.
Ora abbiamo riletto tutte le domande fatte prima e durante la chat, e con queste 36 nuove domande che abbiamo selezionato, crediamo di aver coperto quasi tutte le questioni.
Se mancasse ancora alcuna risposta, si prega di inviare una email a Mats Lewan.
Ecco qui le risposte di Rossi alle 36 domande:
Ora abbiamo riletto tutte le domande fatte prima e durante la chat, e con queste 36 nuove domande che abbiamo selezionato, crediamo di aver coperto quasi tutte le questioni.
Se mancasse ancora alcuna risposta, si prega di inviare una email a Mats Lewan.
Ecco qui le risposte di Rossi alle 36 domande:
1) Mats Johnson. Quando e come il funzionamento della macchina sarà reso di dominio pubblico perun esame scientifico?
Consegneremo il nostro impianto da 1 MW entro ottobre. Il cliente pagherà se i patti saranno stati rispettati. Inoltre, continueremo il test dei moduli con l'Università di Bologna, come ricerca e sviluppo. Ma a questo punto l'esame verrà fatto dai Clienti.
Consegneremo il nostro impianto da 1 MW entro ottobre. Il cliente pagherà se i patti saranno stati rispettati. Inoltre, continueremo il test dei moduli con l'Università di Bologna, come ricerca e sviluppo. Ma a questo punto l'esame verrà fatto dai Clienti.
2) Carl-Axel. È possibile eseguire una dimostrazione al KTH [ndr. il Royal Institute of Technologies svedese]?
Ci stiamo pensando.
Ci stiamo pensando.
3) Göran Ericsson. Accetterebbe di sottoporre il Suo reattore a un controllo realmente indipendente - per esempio presentando una unità sigillata (per proteggere la Sua invenzione per quel che riguarda l'interno) salvo le connessioni per ingresso e uscita di acqua e idrogeno - a un team di fisici e ingegneriper misurare liberamente tutti parametri fisici in gioco per un lungo periodo di tempo?
Lo stiamo già facendo con l'Università di Bologna.
4) Anonimo. Chi è il Prof. George Kelly (Università del New Hampshire, USA) che è sulla vostra board of advisors? (l'università sembra non conoscerlo).
Non lo conosco bene. L'ho incontrato dieci anni fa quando ho fatto un test con un apparato a effetto Seebeck alla UNH. Chiunque può entrare nel board of advisors del Journal Of Nuclear Physics, basta che sia disposto a fare gratis (il Journal non paga nessuno, si basa solo su lavoro volontario e gratuito) una peer review. Ognuno è libero di entrare e uscire quando vuole. È necessario essere un docente universitario in materie scientifiche. Il prof. Kelly è specializzato in Ingegneria Ambientale, se ricordo bene.
Non lo conosco bene. L'ho incontrato dieci anni fa quando ho fatto un test con un apparato a effetto Seebeck alla UNH. Chiunque può entrare nel board of advisors del Journal Of Nuclear Physics, basta che sia disposto a fare gratis (il Journal non paga nessuno, si basa solo su lavoro volontario e gratuito) una peer review. Ognuno è libero di entrare e uscire quando vuole. È necessario essere un docente universitario in materie scientifiche. Il prof. Kelly è specializzato in Ingegneria Ambientale, se ricordo bene.
5) Peter Ekström. Nella fusione protone + Ni-58 si crea parecchia radiazione dal Cu-59. Infatti il Cu-59 decade con una emivita di 82 secondi (decadimento beta+). Nell'articolo di Focardi e Rossi si afferma che: "Nessuna radioattività è stata trovata nemmeno nel nichel che resta inutilizzato nel processo". Considerando la l'altissima instabilità del Cu-59 che si produce, è sorprendente che non rilevate radiazioni. Anche dieci emivite dopo la fine di una reazione la radiazione dovrebbeessere dell'ordine di 1013 Bq, che non solo sarebbe facilmente misurabile (con un rilevatore abbastanza distante dalla sorgente) ma anche mortale per tutti i presenti in sala! (Come lo spiega?)
Nessuna radioattività è stata trovata nei metalli residui, è vero, ma il giorno dopo lo spegnimento della macchina. In ogni caso Lei ha ragione, se dal Ni-58 si formasse Cu-59 dovremmo avere le coppie di 511 keV a 180 ° e invece non le abbiamo mai trovate, mentre abbiamo trovato keV da 100 a 300 keV. Penso che non venga prodotto Cu-59, ma soltanto Cu stabile - suppongo - dalla trasmutazione degli isotopi Ni-62 e Ni-64. Lo desumo da ciò che troviamo dopo le reazioni. La Sua osservazione è corretta.
Nessuna radioattività è stata trovata nei metalli residui, è vero, ma il giorno dopo lo spegnimento della macchina. In ogni caso Lei ha ragione, se dal Ni-58 si formasse Cu-59 dovremmo avere le coppie di 511 keV a 180 ° e invece non le abbiamo mai trovate, mentre abbiamo trovato keV da 100 a 300 keV. Penso che non venga prodotto Cu-59, ma soltanto Cu stabile - suppongo - dalla trasmutazione degli isotopi Ni-62 e Ni-64. Lo desumo da ciò che troviamo dopo le reazioni. La Sua osservazione è corretta.
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domenica 20 marzo 2011
Dibattito su Fukushima a Rainews24
(19/03/11)
È stato mandato in onda ieri, 19 marzo 2011, da Rainews24, uno speciale dedicato al grave incidente di Fukushima: Sicurezza nucleare: cosa è successo alla sicurezza dell'energia nucleare e quale sarà il suo
futuro?
Ne hanno discusso con il giornalista Maurizio Torrealta, Giuseppe Onufrio di Greepeace, Emilio Del Giudice - fisico teorico dell'Infn di Milano, i professori Francesco
D'Auria dell'Università di Pisa e Massimo Scalia dell'Università La
Sapienza di Roma, Carlo Lombardi - docente impianti nucleari al
Politecnico di Milano. In collegamento da Berlino, l'inviato RAI Rino
Pellino.
Credo sia la disamina più completa uscita ad oggi in Italia sull'emergenza atomica in corso in Giappone e sulle probabili conseguenze sulle politiche energetiche della comunità mondiale: il link per aprire il video è questo (lo speciale dura in totale 30 minuti).
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11/3/11,
mai più nucleare da fissione,
segnalato da 22passi
sabato 19 marzo 2011
AAA cercansi volontari
per trascrizione video di Sertorio
Ieri, su segnalazione di Roberto, ho pubblicato sul blog l'intervista - un video di circa 66 minuti - fatta al fisico Luigi Sertorio dalla giornalista Monia Benini. Vale la pena di ascoltarsi tutta l'intervista perché parla del nucleare con una chiarezza e una ricchezza di dati ed esempi tali da spazzar via tutti i miraggi del nucleare sicuro e/o conveniente propagandati dal Forum Nucleare Italiano.
Roberto stesso oggi mi ha fatto sapere che sta preparando una sintesi dei punti salienti dell'intervista, ottima idea: sarò felice di collaborare al suo lavoro - come lui mi ha chiesto - e pubblicarlo sul blog non appena sarà terminato.
Ma questo mi ha suggerito una ulteriore idea. Trascrivere tutta l'intervista in modo da renderla disponibile integralmente: come pdf da diffondere in internet (scaricandolo da vari siti e inoltrandolo via mail). Ho così contattato Monia Benini sul suo blog (http://ilpuntotv.blogspot.com/) scambiando i seguenti messaggio nel post col video in questione:
- Daniele ha detto...
- Cara Monia, questa intervista che hai realizzato è eccezionale! Deve avere la più ampia diffusione possibile, da parte mia ho già provveduto. Mi chiedevo se hai anche la trascrizione dell'intervista, nel qual caso chiaramente mi interesserebbe averla per diffondere anche quella. Nel caso non ce l'avessi, sto lanciando sul mio blog (1000 visite al giorno in media) la proposta di suddividere il lavoro di trascrizione: 7 persone a 15 minuti a testa sarebbero già sufficienti. Ovvio che il tutto sarebbe sottoposto alla tua approvazione e riporterebbe tutti i credits. Fammi sapere.
- 19 marzo 2011, 11:10
- Monia ha detto...
- Caro Daniele, non esiste una versione trascritta, ma è davvero un'ottima idea! Io posso dare volentieri una mano nella correzione finale e posso sottoporre il testo a Sertorio per la rilettura definitiva.
- 19 marzo, 2011 13:18
- Daniele ha detto...
- Cara Monia, PERFETTO, l'unione fa la forza. Metto in moto l'operazione allora e ti tengo aggiornata: abbiamo circa 2 mesi di tempo per completarla. Grazie e a presto
- 19 marzo 2011 14:31
L'idea dunque è questa. Ho diviso il video (66 minuti) in 13 blocchi di 5 minuti, io mi sono già prenotato il primo e l'ultimo. Chi vuole partecipare allo "sbobinamento" deve segnalarmi su un commento quale blocco si impegna a trascrivere, io inserirò la sua "prenotazione" qui sotto. Quando i volontari avranno pronto il loro pezzo me lo invieranno come allegato in formato .doc (Word) o .odt (OpenOffice) a mailto:daniele.passerini@22.passi.it. La trascrizione che alla fine verrà diffusa conterrà anche i "ringraziamenti" a chi avrà partecipato all'impresa: nome e cognome (o nick se volete restare anonimi), città e (se volete) sito o email.
P.S. del 21/01/11. Grazie a tutti i volenterosi volontari che hanno permesso in poco più di 24 ore di mettere insieme la trascrizione completa di tutto il video. Nei prossimi giorni ricontrollo il tutto, dopodiché invio il file finale a Monia Benini che farà da tramite con Luigi Sertorio. Vi terrò aggiornati e alla fine sarete i primi a ricevere il pdf "ufficiale". :-)
- [00-05] Daniele Passerini, Perugia (PG)
- [06-10] Dusty - ilporticodipinto.it
- [11-15] Fabrizio Monti, S. Pietro in Casale (BO)
- [16-20] Alberto Medici, Padova (PD)
- [21-25] Vannozzi Lorenzo, San Miniato (PI)
- [26-30] Ruben Francioli, Pavia (PV)
- [31-35] Ruben Francioli, Pavia (PV)
- [36-40] Alfredo Knecht, Palo Alto (USA) / Alba (CN)
- [41-45] Alfredo Knecht, Palo Alto (USA) / Alba (CN)
- [46-50] Fay, Perugia (PG)
- [51-55] Fay, Perugia (PG)
- [56-60] Ruben Francioli, Pavia (PV)
- [61-66] Ruben Francioli, Pavia (PV)
P.S. del 21/01/11. Grazie a tutti i volenterosi volontari che hanno permesso in poco più di 24 ore di mettere insieme la trascrizione completa di tutto il video. Nei prossimi giorni ricontrollo il tutto, dopodiché invio il file finale a Monia Benini che farà da tramite con Luigi Sertorio. Vi terrò aggiornati e alla fine sarete i primi a ricevere il pdf "ufficiale". :-)
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