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domenica 31 maggio 2009

Metafora esistenziale

1 : commenti
Per molti vivere è correre lungo una via.
Per qualcuno ha quattro corsie, 
per altri è uno stretto sentiero. 
Sia come sia, ciò ch'è percorso 
resta segnato alle spalle, 
ciò che viene si scorge innanzi. 


Per altri vivere è come andare per mare. 
A poppa la scia si cancella
diluita dalle correnti. 
Nemmeno a prora si vede 
una strada da percorrere: 
la rotta e in cuore a chi la traccia.

(vedi anche qui)

"Live" in Santa Maria degli Angeli - PHOTOBOOK

0 : commenti
In attesa che mi decido a comprare un flash per la mia Nikon D80, et voilà una selezione veloce degli scatti fatti stanotte - diaframma spalancato e tempi di posa più alti che potevo - al concerto in Piazza Garibaldi.

I gruppi che appaiono nelle foto sono nell'ordine: Delta Quarti, Iron Bonghi, Pissings, Nomorehate, In Fabula. Tutti di ottimo livello, ma se dovessi sceglierne uno dico Nomorehate: un muro di suono e una presenza sul palco da professionisti navigati.




















sabato 30 maggio 2009

"Live" in Santa Maria degli Angeli - SOUNDCHECK

2 : commenti
Torno ora da Santa Maria degli Angeli di Assisi, dal sound check in vista del concerto che si terrà stasera in Piazza Garibaldi con la collaborazione di Newsic Lab, SPS Audio, Servizio InfoJò dell'Ambito Territoriale 3 (Comuni di Assisi, Bastia Umbra, Bettona, Cannara, Valfabbrica), Cooperative sociali ASAD e La Goccia.

Si esibiranno 5 band locali:
  • Iron Bonghi
  • Delta Quarti
  • Nomorehate
  • Pissings
  • In Fabula
Non si potrà cominciare a suonare prima delle 10.40, per rispettare lo svolgimento della processione religiosa nei pressi della basilica... anche fare il sound check è stato molto problematico causa vespri!
In attesa di ritornare in loco per vedere le cinque band esibirsi, pubblico alcune foto che ho scattato poco fa.
P.S. del giorno dopo: qualche foto del concerto.

The Police - Bring on the nignt

0 : commenti
Bring on the night è una delle mie canzoni preferite di sempre, ha già una trentina di annetti ma se li porta bene... ovviamente degli indimenticabili Police.





Ed ecco una mia traduzione del testo, molto "libera" ma aderente alla metrica originale. 


Il pomeriggio piano piano 
se ne va 
la sera spiega la sua vela 
nel cielo 
ancora un altro giorno 
divide dal domani 
Dio ci dice già 
"Goodbye" 


Notte sei qua 
non ho più voglia di restare al sole 
Notte sei qua 
mi sveglio adesso che tramonta il sole

Soltanto domande 
nel futuro
salgono dal buio 
dentro me
sono state accecate
non vedono più
Dio ci dice già 
"Goodbye"

Notte sei qua 
non ho più voglia di restare al sole 
Notte sei qua 
mi sveglio adesso che tramonta il sole


The afternoon has gently 
passed me by 
The evening spreads its sail against 
the sky 
Waiting for tomorrow 
Just another day 
God bid yesterday 
Goodbye 


Bring on the night 
I couldn't spend another hour of daylight 
Bring on the night 
I couldn't stand another hour of daylight 


The future is but a 
Question mark 
Hangs above my head there 
In the dark 
Can't see for the brightness 
Is staring me blind 
God bid yesterday 
Goodbye 


Bring on the night 
I couldn't spend another hour of daylight 
Bring on the night 
I couldn't stand another hour of daylight

venerdì 29 maggio 2009

Le veline di Mussolini

8 : commenti
"Come tutti i regimi totalitari, anche quello fascista si fondava e affermava grazie al controllo dei flussi di informazione rivolti alla popolazione. La radio divenne il suo megafono, mentre i giornali vennero messi sotto il giogo delle "veline": suggerimenti, se non piuttosto imposizioni su cosa dovevano scrivere e non scrivere."
(Giancarlo Ottaviani)

Oggi si parla di velinismo a proposito degli ideali superficiali proposti dai nostri mass media come inevitabili conseguenze della modernità. Come ci ricorda Giancarlo Ottaviani nel suo Le veline di Mussolini, ai tempi dal fascismo le "veline" non erano le ballerine di Striscia la notizia ma i fogli su cui il Miniculpop (Ministero della Cultura Popolare, già Ministero per la Stampa e la Propaganda) passava ai giornali le indicazioni su ciò che si poteva e ciò che non si poteva dire .
In tal senso l'immagine utilizzata l'altro ieri dal Finacial Time - "Berlusconi non è evidentemente Mussolini: ha squadroni di veline al seguito, non di camicie nere" - offre corrispondenze e chiavi d'analisi tutt'altro che improvvide e campate per aria. Non voglio addentrarmi in questo post nei motivi per cui mezza Italia sia diventata favorevole a Berlusconi. Mi limito a parlare da una prospettiva del tutto personale. Al liceo i miei amici mi davano spesso dell'idealista... e mi sento tutt'ora tale: un idealista non può identificarsi nella linea di pensiero oggi personificata da Berlusconi. Mi spiego. Checché egli ne dica, nessuno più di lui, in questa fase storica della nostra nazione, rappresenta un voto ideologico. Quando gli ideali non trovano più terreno fertile per crescere e trovano piuttosto una lacuna da riempire, degenerano in ideologie. La sinistra stessa era da tempo degenerata in ideologia. Berlusconi un po' come la falce saturnina o l'arcano senza nome (La Morte), ha fatto piazza pulita di tutte le fronde secche, però a sua volta non ha proposto ideali, bensì una vuota ideologia, di quelle capaci di far presa in una società confusa e smarrita. Una nazione ha bisogno di leader capaci di unirla, Silvio Berlusconi, ha invece ampiamente dimostrato di essere capace soprattutto di dividerla, alimentando la polarizzazione e l'estremizzazione del conflitto destra-sinistra. Sono convinto che se la destra fosse guidata da un leader come Gianfranco Fini - il cui buon senso super partes è oggigiorno riconosciuto da ambo i fronti politici - sarebbe veramente possibile una nuova epoca di grandi riforme, concordate tra maggioranza e opposizione, e un bipolarismo sano, basato sull'alternanza costruttiva di schieramenti che una volta al governo non disfino tutto quel che trovano. In altre parole, se vedessi Berlusconi guidare l'Italia verso progresso e coesione sociale, non sarei contrario alla sua presenza nella scena politica. Purtroppo vedo avvenire esattamente il contrario. Ecco perché, pur essendo idealista, la mia è un'opposizione pragmatica non ideologica.


ALTRI LINK
la scheda dell'interessante libro di Giancarlo Ottaviani

mercoledì 27 maggio 2009

Milano, 29 maggio-31 luglio: CHINA MITO

0 : commenti
Pubblico molto volentieri l'evento segnalatomi da Paolo Cacciato, direttore di www.corriereasia.com:







CHINA MITO
dal 29 Maggio 2009 al 31 Luglio 2009


Asian Studies Group
Via Bartolomeo Eustachi, 9 - Milano
__________________________
COMUNICATO STAMPA:
ASGAsian Studies Group – Associazione di promozione sociale specializzata nella formazione linguistica e culturale per l’Asia Orientale è lieta di presentareCHINA MITO un progetto fotografico a cura del Dott. Giulio Chini, con il contributo scientifico della Dott.ssa Sara Beretta, dell’Università degli Studi Milano - Bicocca. La rassegna è valorizzata dall’assessorato al Commercio, Fiere e Mercati della Regione Lombardia. L’artista in un percorso conoscitivo intrapreso lungo l’Asia Orientale ha cercato di immergersi a contatto diretto con diverse popolazioni ed etnie, cercando di capirne i pensieri e le impressioni a caldo senza filtri, interpretando frammenti di idee spesso umorali, intrise di sogni, speranze e rancori. Il fotografo si è imposto come unica regola quella di trascrivere, attraverso le sue foto, questa spontaneità e immediatezza, senza nulla aggiungere o togliere. Unico filo conduttore il MITO CRESCENTE che il gigante asiatico sta generando attorno a sé, come conseguenza naturale dell’irrefrenabile crescita economica. Attrazione per molti e oggetto di critica feroce per molti altri. Asian Studies Group vuole introdurre una riflessione sensibile sul tema in occasione della prossima Expo di Shanghai che avrà luogo nel 2010. La mostra sarà aperta al pubblico da venerdì 29 maggio al 31 luglio e sarà possibile visitarla dal lunedì al venerdì solo su prenotazione (E-mail: asg@asianstudiesgroup.net Telefono: + 39 346 1295715) . L’inaugurazione il 29 maggio si terrà dalle 17.30 alle 22.30.

Riporto anche l'introduzione della brochure, integralmente scaricabile da qui (pdf - 11 pagine - 2,7MB):

Lo scopo della mia ricerca non è quella di fornire una descrizione compiuta ed oggettiva di ciò che è oggi il fenomeno Cina. Tutt’altro. Studi scientifici ed accademici provvedono sufficientemente a questa necessità. No. Il lavoro è stato quello di immergermi tra la gente dell’Asia. Di carpirne i pensieri e di registrarne le impressioni. A caldo, senza filtri. Ciò che se ne ricava sono frammenti di idee, forse semplicistiche, spesso umorali e così intrise di sogni, speranze o rancori. Ma tutto questo è puramente ciò che le persone provano. Unica ferrea regola in questo progetto è stata infatti proprio quella di trascrivere questa spontaneità, questa immediatezza, senza nulla aggiungervi o togliervi, cercando di far vedere la Cina attraverso gli occhi di coloro che con essa convivono strettamente. Filo conduttore il mito crescente che il gigante asiatico sta generando attorno a sé. Conseguenza naturale dell’irrefrenabile crescita economica e attenta operazione di propaganda costruita a tavolino. Punto di riferimento e attrazione per molti e oggetto di critica feroce per altrettanti. Stretta un po' tra la sindrome della “prima della classe” e una certa propensione a non soffermarsi eccessivamente su tale ruolo in certi spinosi frangenti.
Giulio Chini Milano, 11 Maggio 2009
Per ulteriori informazioni visitate il sito internet
http://www.blogger.com/www.asianstudiesgroup.net info@asianstudiesgroup.net

lunedì 25 maggio 2009

Immigrazione: guardiamo avanti non indietro

2 : commenti
IMMIGRAZIONE Ma quale nuova retorica?? Roba decisamente antica: manifesti populisti, intolleranti e xenofobi come quello qui a lato, una settantina d'anni fa erano la norma in Italia!

La querelle che mette contro la parola dell'operaio Gino Flamiamo contro il presidente operaio Silvio Berlusconi, non deve certo fare passare in secondo piano il problema di diritti civili fatto esplodere dagli ultimi giri di vite del governo sull'immigrazione.
Sintomatiche le prese di posizione che stanno giungendo dal fronte cattolico, ad esempio quella dei missionari Comboniani di Castelvolturno che invitano alla mobilitazione in occasione della Giornata mondiale del rifugiato il 20 giugno.

Sicurezza, la protesta dei padri comboniani 
"Permessi di soggiorno in nome di Dio" 


ROMA - Contro la politica sulla sicurezza del governo scendono in campo anche i padri Comboniani di Castelvolturno. I missionari invitano le associazioni a partecipare alla Giornata mondiale del rifugiato il 20 giugno distribuendo "permessi di soggiorno in nome di Dio". ma perché in nome di Dio? "Riteniamo - dicono i padri - che in una società come la nostra frazionata, divisa in molti modi, in cui il nome di Dio viene usato in mille modi, spesso per interessi politici ed economici, che Dio stia dalla parte dei più deboli e indifesi". I religiosi si sono fatti promotori, contattando numerose organizzazioni, di un manifestazione contro il pacchetto sicurezza (e attendono altre adesioni). "Una giornata, quella del 20 giugno - dicono i Comboniani - in cui ogni associazione potrà organizzarsi secondo le situazioni e gli interessi locali. Attraverso questa iniziativa invitiamo tutte le associazioni, movimenti, singoli che operano attivamente nei propri territori a distribuire Permessi di Soggiorno in Nome di Dio". "Con questa azione - continuano i missionari - vogliamo dire il nostro no alle attuali politiche sull'immigrazione. È questa un'azione che parte dal diritto di ogni persona ad esistere, ad essere rispettata nella sua umanità, nella sua ricerca di vita democratica e libertà. Il diritto a costruire un futuro per sé e per i propri figli. E noi che ci consideriamo colti e civilizzati siamo chiamati a rispondere, di rispettare quei valori che da anni proclamiamo".
(qui il link alla fonte)

Restando in tema, proprio in questi giorni mi è capitato tra le mani l'appello che l'Associazione Cidis onlus ha rivolto ai Questori di Perugia e Terni, per una durata "flessibile" del Permesso di soggiorno per attesa occupazione. Eccone il testo:

La crisi economica si è velocemente generalizzata. Licenziamenti, cassa integrazione, contratti di lavoro di brevissima durata, estrema difficoltà a collocarsi o ricollocarsi sul mercato del lavoro, stanno colpendo lavoratori italiani ed immigrati. Per questi ultimi, tuttavia, le conseguenze risultano particolarmente gravi, perché la instabilità della posizione lavorativa non coincide solo con un peggioramento delle condizioni economiche, ma è anche connessa alla possibilità o meno di restare in possesso di un documento di permanenza legale nel paese. Senza un lavoro infatti è pressoché impossibile per l’immigrato ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno. E qualora decidesse di restare in ogni caso sul territorio italiano senza un adeguato titolo di soggiorno, si vedrebbe comunque preclusa ogni possibilità di regolare la sua posizione lavorativa anche se riuscisse a trovare un nuovo lavoro. In relazione a questa grave situazione, i firmatari del presente Appello denunciano con preoccupazione:
  • le conseguenze particolarmente gravi dell’estendersi della crisi occupazionale per un numero crescente di immigrati;
  • la già avvenuta perdita della titolarità di un regolare permesso di soggiorno per moltissimi di loro;
  • un aumento significativo del numero degli sfratti per morosità, in conseguenza della riduzione del reddito da lavoro e più in generale l’acutizzarsi del disagio abitativo di singoli e nuclei familiari;
  • l’incremento dell’accesso degli immigrati disoccupati al mercato del lavoro nero;
  • l’affacciarsi in esso di donne che, in ragione della perdita di reddito familiare, si vedono costrette ad un primo inserimento lavorativo che si rivela particolarmente difficoltoso sia per l’età di ingresso sia per la totale assenza di formazione e qualifiche;
  • il sempre più frequente ricorso al rimpatrio di familiari a carico che comporta lo sradicamento in particolare di minori nati e cresciuti nel nostro paese.
Allo stato attuale, l’unica possibilità concessa dalla normativa all’extracomunitario che perde il posto di lavoro, è il Permesso di soggiorno per attesa occupazione. Questa tipologia di permesso, anche in ragione dei lunghi tempi di attesa per il suo rilascio, risulta del tutto inadeguata al fine di concedere il tempo necessario per la ricerca di una occupazione e la stipula di un nuovo contratto di lavoro, anche per i tanti immigrati che vivono da anni in Italia ed hanno lavorato “in regola”. Ora, se è pur vero che nel breve periodo tanti immigrati sono considerati superflui dal mercato del lavoro umbro, in una prospettiva di ripresa dell’economia -che si spera non troppo lontana- essi torneranno ad essere una risorsa irrinunciabile per il territorio. Alla luce di quanto esposto, Cidis Onlus, insieme ai firmatari del presente documento, fanno appello affinché possa essere prospettata un’interpretazione estensiva dell’articolo 22, comma 11 del Testo Unico sull’Immigrazione che consenta di mantenere l’iscrizione nelle liste di collocamento (e di conseguenza il Permesso di soggiorno) per un periodo superiore all’attuale limite.
Perugia, maggio 2009

Chi volesse sottoscrivere l'appello può comunicare la sua adesione a perugia@cidisonlus.org, specificando nome, cognome, città e organismo di appartenenza.

domenica 24 maggio 2009

Solidarietà a La Repubblica

1 : commenti
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

(Costituzione della Repubblica, 1° e 2° comma Art. 21)

Oggi La Repubblica ha pubblicato la prima verosimile ricostruzione di come Berlusconi abbia conosciuto Noemi Letizia (qui il testo completo), testimone tal Gino Flaminio, fidanzato di Letizia dal 2007 fino all'inizio del 2009.
Benedetto Elio Letizia, padre di Noemi, ha annunciato all'agenzia Ansa la decisione di querelare Repubblica e Gino Flaminio: «Il racconto reso dal signor Flaminio, apparso oggi sul quotidiano la Repubblica e relativo a mia figlia Noemi, è gravemente diffamatorio, perché le attribuisce cose mai fatte dette pensate. [...] Ovvio che il signor Flaminio, nonché il quotidiano la Repubblica, dovranno rispondere di tutto in tribunale. Abbiamo già chiesto, infatti, ai nostri legali di redigere e sporgere querela. Naturalmente saranno chiamati a rispondere anche tutti coloro che dovessero riprendere in tutto o in parte questa incredibile narrazione». (qui il testo completo)

Esprimo la mia solidarietà a un quotidiano che chiede con coerenza che le regole che valgono per tutti i cittadini valgano anche per il nostro Presidente del Consiglio nonché uomo più ricco d'Italia. Inoltre avendo linkato l'articolo incriminato dal Sig. Letizia, sono pronto a rispondere alla querela assieme a La Repubblica. Non ravvedo tracce di calunnie e offese nell'articolo oggetto della querela dal Sig. Letizia. Invito ogni blogger d'accordo nel difendere il diritto alla libertà d'informazione, a linkare o pubblicare l'articolo sul suo blog.

Solo l'immaginazione...

4 : commenti
Solo l'immaginazione regge l'infelicità.
.(anonimo)

No! Non mi sento così. Però stamane, mi hanno molto colpito queste parole, arrivate via email. Scava, scava è vero, ma allora...

solo l'immaginazione regge la felicità?

Questa è la domanda! :-)

Buona domenica.


P.S. Noto solo ora la presenza di un "doppio 22" nella foto che ho scelto con Google... diavolo d'un inconscio!!!

Berlusconi ha imparato da Pasolini?

6 : commenti
«Chi è malato di invidia personale e di odio politico vota per la sinistra.»

(Silvio Berlusconi)


L'ultima esternazione del nostro Presidente del Consiglio suona francamente sciocca e figlia di uno smisurato narcisismo. Ho sempre votato a sinistra, ma non riuscirei a invidiare Silvio Berlusconi nemmeno se volessi, nemmeno se da ciò dipendesse la mia stessa vita, perché egli non incarna nessuno dei valori in cui credo: rappresenta solo un tristissimo monumento al potere del denaro sulle persone. Ritengo che nessuno meglio di lui abbia seminato odio politico in Italia, scientemente, e che di ciò sia moralmente responsabile, di fronte a noi e alle generazioni future. Come è possibile che molti trovino ragionevole e normale che l'uomo più ricco d'Italia ne sia pure capo di governo? Perché altri, come me, lo ritengono al contrario aberrante è pericoloso? Forse Berlusconi non può "ipnotizzarmi" né affascinarmi né circuirmi - come ha fatto e fa con la sua base elettorale - semplicemente perché non guardo quasi mai la TV, e quelle rare volte è solo per capire a che punto siamo arrivati. Il Corriere della Sera pubblicò nel 1973 l'articolo di Pierpaolo Pasolini che segue, oggi ancora più attuale di allora. È verosimile che Silvio Berlusconi, allora rampante imprenditore 37enne, lo abbia letto facendone sin da quei giorni una feconda fonte d'ispirazione. Povero Pasolini... che amaro scherzo della sorte sarebbe! 


Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi. Il fascismo proponeva un modello, reazionario e monumentale, che però restava lettera morta. Le varie culture particolari (contadine, sottoproletarie, operaie) continuavano imperturbabili a uniformarsi ai loro antichi modelli: la repressione si limitava ad ottenere la loro adesione a parole. Oggi, al contrario, l’adesione ai modelli imposti dal Centro, è tale e incondizionata. I modelli culturali reali sono rinnegati.
L’abiura è compiuta. Si può dunque affermare che la “tolleranza” della ideologia edonistica voluta dal nuovo potere, è la peggiore delle repressioni della storia umana. Come si è potuta esercitare tale repressione? Attraverso due rivoluzioni, interne all’organizzazione borghese: la rivoluzione delle infrastrutture e la rivoluzione del sistema d’informazioni. Le strade, la motorizzazione ecc. hanno oramai strettamente unito la periferia al Centro, abolendo ogni distanza materiale. Ma la rivoluzione del sistema d’informazioni è stata ancora più radicale e decisiva. Per mezzo della televisione, il Centro ha assimilato a sé l’intero paese che era così storicamente differenziato e ricco di culture originali. Ha cominciato un’opera di omologazione distruttrice di ogni autenticità e concretezza. Ha imposto cioè - come dicevo - i suoi modelli: che sono i modelli voluti dalla nuova industrializzazione, la quale non si accontenta più di un “uomo che consuma”, ma pretende che non siano concepibili altre ideologie che quella del consumo. Un edonismo neo-laico, ciecamente dimentico di ogni valore umanistico e ciecamente estraneo alle scienze umane. L’antecedente ideologia voluta e imposta dal potere era, come si sa, la religione: e il cattolicesimo, infatti, era formalmente l’unico fenomeno culturale che “omologava” gli italiani. Ora esso è diventato concorrente di quel nuovo fenomeno culturale “omologatore” che è l’edonismo di massa: e, come concorrente, il nuovo potere già da qualche anno ha cominciato a liquidarlo. Non c’è infatti niente di religioso nel modello del Giovane Uomo e della Giovane Donna proposti e imposti dalla televisione. Essi sono due persone che avvalorano la vita solo attraverso i suoi Beni di consumo (e, s’intende, vanno ancora a messa la domenica: in macchina). Gli italiani hanno accettato con entusiasmo questo nuovo modello che la televisione impone loro secondo le norme della Produzione creatrice di benessere (o, meglio, di salvezza dalla miseria). Lo hanno accettato: ma sono davvero in grado di realizzarlo?
No. O lo realizzano materialmente solo in parte, diventandone la caricatura, o non riescono a realizzarlo che in misura così minima da diventarne vittime. Frustrazione o addirittura ansia nevrotica sono ormai stati d’animo collettivi. Per esempio, i sottoproletari, fino a pochi anni fa, rispettavano la cultura e non si vergognavano della propria ignoranza. Anzi, erano fieri del proprio modello popolare di analfabeti in possesso però del mistero della realtà. Guardavano con un certo disprezzo spavaldo i “figli di papà”, i piccoli borghesi, da cui si dissociavano, anche quando erano costretti a servirli. Adesso, al contrario, essi cominciano a vergognarsi della propria ignoranza: hanno abiurato dal proprio modello culturale (i giovanissimi non lo ricordano neanche più, l’hanno completamente perduto), e il nuovo modello che cercano di imitare non prevede l’analfabetismo e la rozzezza. I ragazzi sottoproletari - umiliati - cancellano nella loro carta d’identità il termine del loro mestiere, per sostituirlo con la qualifica di “studente”. Naturalmente, da quando hanno cominciato a vergognarsi della loro ignoranza, hanno cominciato anche a disprezzare la cultura (caratteristica piccolo borghese, che essi hanno subito acquisito per mimesi). Nel tempo stesso, il ragazzo piccolo borghese, nell’adeguarsi al modello “televisivo” - che, essendo la sua stessa classe a creare e a volere, gli è sostanzialmente naturale - diviene stranamente rozzo e infelice. Se i sottoproletari si sono imborghesiti, i borghesi si sono sottoproletarizzati. La cultura che essi producono, essendo di carattere tecnologico e strettamente pragmatico, impedisce al vecchio “uomo” che è ancora in loro di svilupparsi. Da ciò deriva in essi una specie di rattrappimento delle facoltà intellettuali e morali. La responsabilità della televisione, in tutto questo, è enorme. Non certo in quanto "mezzo tecnico", ma in quanto strumento del potere e potere essa stessa. Essa non è soltanto un luogo attraverso cui passano i messaggi, ma è un centro elaboratore di messaggi. È il luogo dove si concreta una mentalità che altrimenti non si saprebbe dove collocare. È attraverso lo spirito della televisione che si manifesta in concreto lo spirito del nuovo potere. Non c’è dubbio (lo si vede dai risultati) che la televisione sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo. Il giornale fascista e le scritte sui cascinali di slogans mussoliniani fanno ridere: come (con dolore) l’aratro rispetto a un trattore. Il fascismo, voglio ripeterlo, non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l’anima del popolo italiano: il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto, la televisione), non solo l’ha scalfita, ma l’ha lacerata, violata, bruttata per sempre.


Pier Paolo Pasolini

sabato 23 maggio 2009

Immagini di noi, immaginare il mondo. (II)

4 : commenti
(segue)

Alcune foto che ho scattato stamattina all'inaugurazione della mostra, nella splendida location della piazza principale di Assisi.

"IMMAGINI DI NOI, IMMAGINARE IL MONDO” .


Mostra Fotografica
dei ragazzi del progetto Peer Education . 


ASSISI
Piazza del Comune
Galleria Le Logge
23 - 29 maggio 2009
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