La vita di Bach [...]: una vita simile a quella dei santi, in cui tutto è avvenuto al momento giusto, che si pone in contrasto con lo sfaldamento della sua, fatta a pezzi dal proprio egoismo. Di qui, l'intenzione di "provare a fingere di vivere côté Bach. Vale a dire: dalla sua parte". (Dalla quarta di copertina di Côté Bach, di Lucia Tancredi: il protagonista confronta la vita "perfetta" di Bach alla propria...)
Poco fa ero in auto, di ritorno a casa. Tra uno scroscio di pioggia e una pausa di tergicristallo, ascoltavo alla radio un servizio dal salone del libro di Torino. Un amo tra i ricordi di tre e quattro anni fa: le due volte che partecipai anch'io a quel salone del libro, scrittore invisibile in una fitta foresta di tremila case editrici. Cirri e Solibello hanno intervistato Lucia Tancredi, autrice di Côté Bach. Libro che da quel poco che ho ascoltato dovrei già tenere sul comodino. Ma a colpirmi è soprattutto lei, l'autrice, prontissima a cogliere al volo l'occasione della vita, il collegamento in diretta nazionale a Caterpillar. Emozionata ma lucida, non perde un colpo. Spiega di avere venduto 1000 copie in 3 mesi. Penso alle mie 1000 copie vendute in 3 anni. Ma non sono i numeri a rendere il confronto impietoso. Al posto suo mi si farebbe il vuoto in testa. Lei invece va parlando della sua opera in modo preciso, risponde alle domande pertinentemente, si esprime con proprietà e intelligenza. L'ho compreso tre anni fa. Non potrò mai avere successo come scrittore, a prescindere da cosa, perché e come creo. Pubblicare un titolo è alla portata di tanti, saperlo promuovere, rendere visibile, vendere, è tutt'altro discorso. È il valore aggiunto che fa la differenza. No, impersonare il ruolo dell'autore non è proprio nelle mie corde. Perciò, lasciata cadere ogni velleità di poter diventare un "eroe" della carta stampata, mi restano un paio di consolazioni. Ritenermi un poeta artisticamente apprezzabile, a confronto di certa poesia che viene pubblicata spacciandola tale. La soddisfazione di essere entrato nel cuore di un po' di lettori affezionati. La sicurezza che conta più scrivere per appagare il proprio daimon che per colmare il portafoglio. Anche se va tutta la mia ammirazione a chi raggiunge ambo i traguardi. Sarò ancora per poco l'eroe di mia figlia: ha solo 12 anni e presto di questi errori di valutazione non ne commetterà più. Sono stato l'eroe di quelle due, tre donne che per qualche inesplicabile cortocircuito dell'anima si sono innamorate di me. Cose da folli.
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