Ora Posso dire che ogni cosa può iniziare, perché soltanto a noi sta la prima mossa: concepire un'idea sorretta dall'emozione.
Qualche sera fa, in 4 ore e mezza, ho divorato l'autobiografia di Giovanni Allevi, La musica in testa pubblicato da Rizzoli (2008). Un libro un po' magico, testimonianza scorrevole di una vita fuori dalla norma e dentro la musica, sin dai giorni vissuti da bambino.
Questo folletto marchigiano ha sconvolto le gerarchie della musica classica. Certo non è l'unico personaggio del genere. Mi viene in mente ad esempio Nigel Kennedy, il "violinista punk", un grande esecutore capace di passare dalla classica al rock senza alcun imbarazzo. Ma Giovanni non solo è un ottimo pianista, è soprattutto un grande compositore, la cui musica sa suscitare forti emozioni in un pubblico quanto mai vasto. Qualcuno potrà storcere il naso su come Allevi si sia trasformato in un fenomeno di massa, fatto sta che tantissimi giovani abituati ad ascoltare musica rock, pop, tecno, improvvisamente hanno aperto le orecchie a una musica contemporanea che parla il linguaggio della tradizione classica. E questo non può che essere un bene. Anche io, come ho già scritto negli altri post che gli ho dedicato e che intendo ancora dedicargli (per questo ho aggiunto al blog un'etichetta Giovanni Allevi con cui visualizzarli tutti insieme direttamente) sono stato conquistato dalle sue note, dalla sua semplicità, dal suo spirito che cammina sul filo tra genialità e follia, col cuore aperto alla vita del Matto dei Tarocchi.
Consiglio senz'altro la lettura de La musica in testa. A chi ha il dubbio: ma Allevi "c'è o ci fa"!? A chi vuole scoprire con quanta determinazione, coraggio, sacra incoscienza (e la fortuna degli audaci) sia diventato il pianista e il compositore contemporaneo più famoso al mondo. A chi semplicemente ama le storie vere che hanno il gusto delle favole.
P.S. Nell'immagine l'autografo che Giovanni ha dedicato a mia figlia Arianna, sei giorni fa ad Assisi, sul suo ultimo CD (il primo sinfonico) Evolution.
(G. Allevi)
Qualche sera fa, in 4 ore e mezza, ho divorato l'autobiografia di Giovanni Allevi, La musica in testa pubblicato da Rizzoli (2008). Un libro un po' magico, testimonianza scorrevole di una vita fuori dalla norma e dentro la musica, sin dai giorni vissuti da bambino.
Questo folletto marchigiano ha sconvolto le gerarchie della musica classica. Certo non è l'unico personaggio del genere. Mi viene in mente ad esempio Nigel Kennedy, il "violinista punk", un grande esecutore capace di passare dalla classica al rock senza alcun imbarazzo. Ma Giovanni non solo è un ottimo pianista, è soprattutto un grande compositore, la cui musica sa suscitare forti emozioni in un pubblico quanto mai vasto. Qualcuno potrà storcere il naso su come Allevi si sia trasformato in un fenomeno di massa, fatto sta che tantissimi giovani abituati ad ascoltare musica rock, pop, tecno, improvvisamente hanno aperto le orecchie a una musica contemporanea che parla il linguaggio della tradizione classica. E questo non può che essere un bene. Anche io, come ho già scritto negli altri post che gli ho dedicato e che intendo ancora dedicargli (per questo ho aggiunto al blog un'etichetta Giovanni Allevi con cui visualizzarli tutti insieme direttamente) sono stato conquistato dalle sue note, dalla sua semplicità, dal suo spirito che cammina sul filo tra genialità e follia, col cuore aperto alla vita del Matto dei Tarocchi.
Consiglio senz'altro la lettura de La musica in testa. A chi ha il dubbio: ma Allevi "c'è o ci fa"!? A chi vuole scoprire con quanta determinazione, coraggio, sacra incoscienza (e la fortuna degli audaci) sia diventato il pianista e il compositore contemporaneo più famoso al mondo. A chi semplicemente ama le storie vere che hanno il gusto delle favole.
P.S. Nell'immagine l'autografo che Giovanni ha dedicato a mia figlia Arianna, sei giorni fa ad Assisi, sul suo ultimo CD (il primo sinfonico) Evolution.
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