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domenica 11 marzo 2007

Il poeta è un fingitore...

Ringrazio Betty per avermi mandato questa citazione, che avevo già orecchiato, ma non avrei saputo ricondurre al suo autore.


Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente 
che arriva a fingere che è dolore 
il dolore che davvero sente.
Fernando Pessoa,
da "Autopsicografia" (1931)
 

8 : commenti:

Anonimo ha detto...

Forse inserisco questo mio commento nell'etichetta sbagliata,ma seppur fuori dalla metrica della poesia, esiste per me una prosa poetica che può attraversare ogni animo umano come velluto e spada... sentendo il richiamo della mia passione per Fernando Pessoa non posso che aggiungere ancora un piccolo frammento che spero accarezzi con veemente delicatezza (chiedo venia per l'ossimoro azzardato) chi avrà la fortuna di visitare le rive di questo blog che Daniele sta curando e alimentando con dedita costanza, piccoli semi che gli auguro vengano presto investiti di tepore e fermento primaverile.
E' stato difficile decidere qale petalo strappare alle pagine del mio libro preferito,alla fine ho scelto quello meno ovvio,forse, ma questo brano penso sia significante e in tema, lungo i 22 passi di Daniele...
da "Il libro dell'Inquietudine" - Fernando Pessoa:
27.07.1930
La maggior parte delle persone si ammala per non saper esprimere quello che vede e quello che pensa. Dicono che non c'è niente di più difficile che definire con parole una spirale: è necessario, dicono, fare nell'aria, con una mano prova di letteratura, il gesto ascendente, ordinato e arrotolato con cui si manifesta agli occhi quella figura astratta delle molle o di alcune scale. Ma, se ci ricordiamo che dire è rinnovare, noi definiremo senza difficoltà una spirale: è un cerchio che sale senza mai riuscire a chiudersi. La maggior parte delle persone, lo so bene, non oserebbe definirla così perchè suppone che definire è dire ciò che gli altri vogliono che si dica, che non è ciò che è necessario dire per definire. Dirò meglio: una spirale è un cerchio virtuale che si spiega nel salire senza mai realizzarsi. Ma no, la definizione è ancora astratta. Cercherò il concreto e tutto sarà visto: una spirale è un serpente senza serpente arrotolata verticalmente su nessuna cosa.
Tutta la letteratura consiste in uno sforzo per rendere la vita reale. Come tutti sanno, anche quando agiscono senza sapere, la vita è assolutamente irreale nella sua realtà diretta;i campi le città, le idee sono cose assolutamente fittizie, figlie della nostra complessa sensazione di noi stessi. Ogni impressione è intrasmissibile, se non la rendiamo letteraria. I bambini sono molto letterari perchè dicono in che modo sentono e non in che modo deve sentire colui che sente secondo un'altra persona. Un bambino che ho sentito una volta, volendo dire che era sul punto di piangere, non ha detto "Ho voglia di piangere", come direbbe un adulto, cioè uno stupido, ma "Ho voglia di lacrime". E questa frase assolutamente letteraria, al punto che sembrerebbe manierata se la dicesse un poeta celebre, riferisce risolutamente la presenze calda delle lacrime che cadono dalle palpebre coscienti dell'amarezza liquida. "Ho voglia di lacrime!" Quel bambino piccolo ha definito bene la sua spirale. Dire! Saper dire! Saper esistere attraverso la voce scritta e l'immagine intellettuale! Tutto questo è quanto vale la vita: il resto sono uomini e donne, amori immaginari e vanità fittizie. sotterfugi della digestione e dell'oblio, persone che si dimenano come animaletti quandi si alza una pietra, sotto il grande pietrone astratto del cielo azzurro senza senso"
ps. grazie Daniele per le spiegazioni,avevo fatto così,ma ieri non funzionava!!

Daniele Passerini ha detto...

Grazie Betty, sei la prima persona ad aver lasciato una traccia su questo blog... e che traccia!

"Dire! Saper dire! Saper esistere attraverso la voce scritta e l'immagine intellettuale! Tutto questo è quanto vale la vita: il resto sono uomini e donne, amori immaginari e vanità fittizie. sotterfugi della digestione e dell'oblio, persone che si dimenano come animaletti quando si alza una pietra, sotto il grande pietrone astratto del cielo azzurro senza senso" (F. Pessoa)

Molto saturnino questo brano, spietatamente disincantato, crudelmente poetico.

Anonimo ha detto...

già,Saturno... sarà un bene o sarà un male ? Bellissima e acuta interpretazione la tua.
Da parte mia, chiedendo venia per la mia limitata conoscenza delle discipline astrologiche (ma astrologia e psicologia in fondo si fanno l'occhietto) pensavoc he forse sarebbe opportuno provvedere a bilanciare gli ingredienti della ricetta con un pizzico di Giove/Mercurio ? Ricordo che un grande mistico,il cui nome è attualmente sospeso nel cosmo della mia memoria, diceva che pochissimi uomini riescono a santificarsi nell'isolamento e che solo vivendo con gli altri e perdendosi nella comprensione delle loro debolezze si può trovare l'aiuto per diventare veri contemplativi.Un volo pindarico per allacciarmi all'impulso che muove l'uomo, attraverso l'abilità della parola, ad esprimere le proprie percezioni e stabilire relazioni con gli altri e non rimanere isolato nella propria struttura mentale e spirituale. Nella mia personalissima interpretazione questa riflessione mi sembra un buon mix di Giove e Mercurio..

Anonimo ha detto...

Non leggiamo e scriviamo poesie perché è divertente: leggiamo e scriviamo poesie perché apparteniamo alla razza umana; e la razza umana è piena di passione.
La medicina, il diritto, l'economia e l'ingegneria sono nobili occupazioni, necessarie alla sopravvivenza;
ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l'amore, queste sono le cose per cui vale davvero la pena vivere...

Anonimo ha detto...

Il senso della vita

E' sempre meglio l'impreciso che culla che il certo che basta,
perchè quando basta finisce dove basta e dove finisce non basta ...
E nulla che a ciò assomigli dovrebbe essere il senso della vita ...

Fernando Pessoa

Betty ha detto...

Lei canta, povera mietitrice,
credendosi forse felice;
canta e miete, e la sua voce piena
di allegra e anonima vedovanza

Ondeggia come un canto di uccello
nell'aria pulita come una soglia;
e ci sono curve nel soave ordito
del suono con cui va cantando

Udirla rallegra e rattrista;
nella sua voce c'è il campo e la fatica,
e canta quasi che avesse
più ragioni di canto della vita.

Ah, canta, canta senza motivo !
Ciò che in me sente sta pensando.
Spargi dentro il mio cuore
l'incerta tua voce ondeggiante !

Ah, poter essere te essendo io !
Avera la tua lieta incoscienza
ed essere cosciente ! Oh cielo !
Oh campi ! Oh canzone ! La scienza

Pesa tanto e la vita è tanto breve !
Entrate in me ! Rendete la mia anima
la vostra lieve ombra !
E portandomi via, passate !

Alvaro De Campos (alias F. Pessoa)

P.S. Ma quante vite ci sono in una sola vita ?

Anonimo ha detto...

Tranquilla la mente

È chiaro che esisti

Senza necessita' di compiacere.

L' identita' e' il mondo.


Hayat

Daniele Passerini ha detto...

Ideavagante ha aggiunto questo commento:
"Non leggiamo e scriviamo poesie perché è divertente: leggiamo e scriviamo poesie perché apparteniamo alla razza umana; e la razza umana è piena di passione.
La medicina, il diritto, l'economia e l'ingegneria sono nobili occupazioni, necessarie alla sopravvivenza;
ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l'amore, queste sono le cose per cui vale davvero la pena vivere..."


Mi suonava familiare... ora so perchè: è una delle frasi che il Prof. Keating (Robin Williams) pronuncia ne L'attimo fuggente (1989) diretto da Peter Weir.

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