Siamo appassionati d’Amore onestà spiritualità arte poesia politica democrazia sostenibilità tecnologia green-energy cold-fusion LENR medicina alternativa cambi di paradigma rivoluzioni scientifiche criptoarcheologia e “tante cose infinite, ancor non nominate”. Siamo uno specchio capovolto della realtà, fuori c’è il patriarcato qui una "società gilanica", fuori c’è ancora la società del petrolio qui dentro siamo pro E-Cat (funzionanti), mobilità elettrica, fotovoltaico, sistemi d'accumulo ecc.

>>>> CERCHI LIBRI SUL BENESSERE DEL CORPO, DELLA MENTE E DELLO SPIRITO?

BACHECA DEL BLOG

22passi è un blog non una rivista on line, pertanto la responsabilità di quanto scritto in post e commenti dovrebbe appartenere solo ai rispettivi autori. In ogni caso (cfr. Sentenza Corte di Cassazione n. 54946 del 27 dicembre 2016), le persone fisiche o giuridiche che si reputassero diffamate da determinati contenuti, possono chiederne la rimozione contattando via email l'amministratore del blog (vd. sezione "Contatti") e indicandone le "coordinate" (per es. link, autore, data e ora della messa on line).

mercoledì 23 agosto 2017

Ischia: il terremoto e l'abusivismo dei polli.

Post di Franco Sarbia

Si dice: «a Ischia 28.000 richieste di condono, una ogni due abitanti». Ma questa è la media dei polli! C'è chi si abbuffa, mentre l'affamato va a raccogliere nei cassonetti dei rifiuti le ossa da ripulire. Le seconde case non sono degli Ischitani. Quante di queste di proprietà dei notabili provenienti da ogni parte d'Italia e del mondo sono in tutto o in parte abusive? Negli anni scorsi chi aveva tanti soldi s'è dato da fare a costruire o acquistare per pochi Euro interi edifici "da reddito", abusivi o no, per poi chiedere il condono. Scommettiamo che i redditieri sono titolari di più di metà delle richieste di condono? Certo anche la povera gente deve aver provato a costruirsi la camera in più per arrotondare il salario nei mesi estivi, magari ha pure edificato al risparmio la superfetazione di un piano su un edificio storico per alloggiare la figlia che mette su famiglia. E la struttura inadeguata non ha retto le scosse pur lievi. Questa gente ha seguito il cattivo esempio dei grandi proprietari di case, locali commerciali e alberghi e nel 2010 è scesa in piazza per difendere i loro interessi prevalenti, oltre i propri miseri. Però non diciamo che si tratta di abusivi di necessità, per favore. Se gli amministratori hanno chiuso tutt'e due gli occhi e lasciato costruire ovunque non è stato per difendere gli interessi della povera gente che ha trovato spianata la strada dell'abusivismo - perché «'cca nisciuno è fesso» - ma per favorire quelli, ben ricompensati, degli speculatori. E allora chi ha permesso che lo scempio avvenisse, e lo ha incoraggiato, sta ben più in alto dei sindaci dei comuni di Ischia.

Franco Sarbia

45 : commenti:

vincenzo da torino ha detto...

Molti anni fa, credo nel 1985, mi capitò di andare a vedere case nuove in vendita in Puglia sul mare. Allora avevo disponibilità finanziaria ed ero tentato a comperare una casetta come investimento e per vacanze estive. Chiesi informazioni sui permessi. L'impresario mi sorrise e disse chiaro di non preoccuparmi, tanto al primo condono tutto si sarebbe messo a posto. Il prezzo era favoloso e quindi...Mi arrabbiai e lasciai perdere. Anche perchè in quel periodo vi era la caccia all'abusivo dalle mie parti. Come qualcuno apriva un cantiere subito il messo comunale veniva a controllare i permessi subissato dalle richieste dei vicini. Cappi allora come risolvere la questione. Se vi è un abuso edilizio come nuova costruzione è impossibile, anche nelle grandi città, che il Comune non lo sappia. Quindi basta condannare il comune , anche a distanza di anni, che non ha sorvegliato , perchè non ha voluto vedere . Senza alcuna pietà. Basta fare la legge ad hoc. Negli anni precedenti andando in Calabria ero colpito dalle numerose case non finite. Mi fu detto che era un sistema per non pagare le tasse...Parlare di abusivismo in stato di necessità lo ritengo una cavolata. E' vero che al Sud in particolare tanti si fanno la casa in pezzo per volta. Ed è comprensibile vanno aiutati, ma poi si vede che è tutto senza permessi e su terreno non edificabile. Questo è inaccettabile. Ripeto: bastoniamo i comuni responsabili senza pietà e tutto si risolve in fretta, credo.

Franco Sarbia ha detto...

@ Vincenzo.
Ottima idea perseguire d'ufficio gli amministratori che non controllano gli abusi. Si volesse por fine al fenomeno, almeno nei suoi effetti più devastanti basterebbe sviluppare un software che controlli da satellite le nuove costruzioni, rilevi la regolarità degli atti incrociando i dati con quelli dei comuni, e faccia partire la denuncia automatica all'autorità inquirente in caso di difetto, con l'obbligo accertamento immediato dei fatti sia da parte del comune sia da parte della polizia giudiziaria. Le tecnologie ci sono se il parlamento non si muove significa che il conflitto d'interessi è condiviso da tutte le forze politiche.

Daniele Passerini ha detto...

@Franco
Innanzitutto: bentornato... anche se avrei preferito per argomenti meno tragici.
Certo, controlli da satellite sarebbero possibili, ma ho un dubbio...
Lavorando alle politiche sociali è anni che ho modo di osservare come le ore-lavoro dei finanzieri siano utilizzate soprattutto per stanare i pesci piccoli o persino il plancton! È del tutto insensato fare controlli a tappeto sui beneficiari di contributi economici per indigenza. Certo, ogni cento persone è inevitabile trovarne un paio che hanno omesso qualcosa nella loro dichiarazione ISEE... magari un lavoro occasionale di poche centinaia di euro, ma quanto basta per beccarti multa e sanzioni varie. E intanto i pesci grossi sguazzano.
Con i controlli a tappeto, pardon "a satellite", degli abusi edilizi, temo proprio che mutatis mutandis succederebbe la stessa cosa.
Si sanzionerà la grande industria che ha costruito qualche corpo abusivo, oppure i piccoli proprietari privati che hanno messo una tettoietta qui, un box per gli attrezzi là, delle tegole fisse sopra un porticato ecc.?
Recentemente ho messo una Velux sul mio tetto e a breve metterò un impianto fv da 3kW. Ovviamente per beneficiare delle detrazioni fiscali al 50% per efficientemente energetici sia per il fv che per la Velux ho fatto tutto assolutamente in regola, dall'autorizzazione paesaggistica fino alla SCIA... e sono rimasto allucinato: tra un po' pesa più la documentazione cartacea necessaria all'installazione di una Velux 50x70cm che la Velux stessa!
E la Velux è visibile solo da aereo o satellite!!!
Per il fv ho in corso l'approvazione di una variante poiché, contro la normativa stessa che equipara impianti totalmente o parzialmente integrati nella copertura (sopra le tegole o al posto delle tegole), mi è stata autorizzata in prima battuta l'installazione di un impianto fv totalmente integrato... non sto a dilungarmi sui pochissimi pro e tantissimi contro della soluzione totalmente integrata, proponibile al limite in fase di progetto a un tetto da costruire, ma controproducente a tutti gli effetti (costi istallazione, rendimento energetico casa, rendimento energetico pannello fv...) quando si tratta di intervenire su una casa già abitata! Va be' - qualcuno dice - chi lo controllerà mai, potremmo farlo parzialmente integrato anche se l'autorizzazione dice totalmente integrato... e no, ho risposto! Ho pensato che con la fame di soldi che hanno i Comuni un controllo prima o poi me lo avrebbero di certo fatto!
Quindi via a documentare perché è preferibile (anche ai sensi di legge!!!) il fv parzialmente integrato e a richiedere la variante (e altri 40 giorni di attesa... almeno fossero evase in pochi giorni queste pratiche!).
Ovvio che le case vanno costruite con materiali "come da progetto" e a regola d'arte e a norma di legge. Confidando però che le norme di legge siano anche... conformi al buon senso, ché una buona terapia salva le vite ma l'accanimento terapeutico è tutto un altro discorso!
Mi preoccupa l'idea che grandissimi abusi da una parte e abusi minimi o persino veniali dall'altra siano equiparati. Mettere per es. una Velux su un tetto in legno non dovrebbe necessitare di alcuna autorizzazione: non comporta opere strutturali, non è visibile dal piano stradale, non necessita di cantiere ecc.
Ma la legge impone l'autorizzazione.
Quindi, prima ancora della necessità dei controlli a posteriori (fatti ad opere compiute, quando i buoi sono già scappati... e magari ci sono scappati i morti) penso che:
1. Si devono fare più controlli PREVENTIVI.
2. Si deve puntare a semplificare le leggi e a renderle più coerenti... e condite di buon senso!

Daniele Passerini ha detto...

ERRATA CORRIGE
efficientemente energetico = efficientamento energetico

Alessandro Pagnini ha detto...

Stamani ho potuto seguire un po' di dibattito politico su LA7, dove qualcuno, non ricordo chi, ha detto una frase illuminante, che più o meno raccontava questo (parlavano proprio di edilizia e ricostruzione dal teremoto): ci sono talmente tante norme, talmente intricate ed esasperanti, che talvolta l'unico modo per arrivare in fondo è di ignorarle. Purtroppo in alcuni casi, come stai sperimentando anche tu, Daniele, è davvero così e solo una ferrea volontà e tanto tempo a disposizione, possono farti rimanere nell'alveo della legalità

Daniele Passerini ha detto...

@Alessandro
Purtroppo in alcuni casi, come stai sperimentando anche tu, Daniele, è davvero così e solo una ferrea volontà e tanto tempo a disposizione, possono farti rimanere nell'alveo della legalità
E anche risorse economiche!
Per l'autorizzazione paesaggistica sono riuscito a presentare una domanda unica per fv e Velux: l'ingegnere che ha progettato il fv mi ha inserito nella pratica, a costo zero, anche il progetto della Velux (me la son trovato ricompreso nel "pacchetto" dell'autorizzazione paesaggistica per il fv). E fin qui tutto ok. Ma mentre per far istallare il fv (cosa che richiede una settimana di lavoro) non serve la SCIA, la SCIA serve irragionevolmente per far istallare la Velux (che richiede una giornata scarsa di lavoro!), e per fare la SCIA ho dovuto incaricare pure un DIRETTORE DEI LAVORI, renditi conto!!!
Me lo ha fatto a prezzo di strafavore sempre l'ingegnere del fotovoltaico, ma veramente c'è una sproporzione abnorme tra un lavoro che si fa in una sola giornata e mesi di burocrazia, domande e marche da ballo per farselo autorizzare.
Su certe cose le leggi sono eccessivamente permissive, su altre sono eccessivamente restrittive, manca troppo spesso un equilibrio.
Ripeto, ho fatto tutto a norma di legge, ma obiettivamente mi sono imbattuto in leggi INSENSATE.

Alessandro Pagnini ha detto...

"...Ripeto, ho fatto tutto a norma di legge, ma obiettivamente mi sono imbattuto in leggi INSENSATE. ..."

Benvenuto nel club! ;-)

Daniele Passerini ha detto...

@Alessandro
Per quel che riguarda il mio lavoro, è un club a cui appartengo già da parecchi anni...!
Sottostare a norme insensate è certamente frustrante, ma doverle applicare ed eseguire è deprimente!!! :(

CLaudio Rossi ha detto...

Una norma, mi pare, tedesca, consente di costruire immediatamente qualsiasi cosa purchè il progetto depositato sia firmato da un professionista iscritto all'Albo che ne dichiari la conformità alla legge e ai regolamenti. L'autorità si riserva di verificare l'opera realizzata e, se ci sono difformità o irregolarità ne rispondono in solido il proprietario, il professionista e, in casi gravi, anche l'impresa costruttrice. In una ventina di giorni dalla presentazione del progetto si possono avviare i lavori. Un particolare: le sanzioni (fino alla demolizione e alla cancellazione dall'Albo del professionista) sono rigorosamente applicate.

Alessandro Pagnini ha detto...

@ Claudio
Senza approvazione delle varie commissioni? Mi pare che quel 'qualsiasi cosa' debba essere un po' rimodulato.
Da noi puoi fare una cosa simile per modifiche che non richiedano autorizzazioni particolari, come quelle paesaggistiche, con l'uso di una SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività) e i lavori possono iniziare contestualmente al deposito della stessa SCIA. Però ci sono appunto dei limiti, che mi pare strano non esistano pure in Germania. Magari saranno meno cervellotici e incomprensibili, quando non anche inutili o dannosi, di quelli italiani.

pegupe@gmail.com ha detto...

Ciao a tutti
L’ennesimo terremoto riempie, come è giusto che sia, le pagine dei giornali e i dibattiti televisivi. Per quanto ho potuto seguire e capire che ci sono due distinte posizioni: una che afferma il giusto principio che chi commette un reato deve essere comunque punito, perché il rispetto delle leggi è la base su cui si regge un sistema democratico; l’altra che afferma che occorre distinguere i reati fatti per speculazione da quelli fatti per necessità. Ascoltando queste due opposte posizioni mi trovo in seria difficoltà a dare completamente torto a una parte e ragione all’altra.
Quando mi provo a risolvere un dilemma e non ci riesco, significa che il quesito di fondo, almeno per me, non è quello corretto e mi provo, se è possibile, a osservare le cose da una diversa prospettiva.
Faccio questa semplice riflessione: quando una legge o un sistema di regole è disatteso da un numero di cittadini che superi di molto un fisiologico tasso di delinquenza, significa quelle regole o non sono giuste oppure permettono di essere eluse in mille modi. Facciamo un passo indietro.
Ricordo la durissima battaglia del referendum (1981) sul tema dell’aborto. Per chi non lo sapesse o non lo ricordasse, in Italia, prima della riforma, vigeva una legge che rendeva colpevoli non solo chi praticava o subiva un aborto, ma anche chiunque fosse a conoscenza di un simile reato. Attenzione, si parlava di reati penali, quindi di carcere. Questa legge rendeva, in pratica, ogni cittadino un criminale. Ora, se tutti sono criminali, il potere, se ne ha voglia, è in grado di ricattare tutti e lo fa solo e quando gli fa comodo, soprattutto se ha le giuste informazioni su un avversario politico. Solo occasionalmente qualche povero diavolo cade nelle maglie di questa rete, anche perché se tutti la facessero franca non sarebbe possibile esercitare alcun ricatto. Per questo motivo, oltre che per ragioni di etica e di religione, in Italia fu così difficile cambiare quella legge.
Naturalmente il confronto tra il reato dell’aborto con quello degli abusi edilizi o quello della ancor più diffusa evasione fiscale sono esempi che vanno comparati preso solo per l’estensione del fenomeno e non certo per la natura dei crimini. Quando il potere fu costretto a causa del referendum del 1981 a cambiare quella legge, coloro che in precedenza erano dei criminali, per legge non lo furono più. Si trattò in pratica della più grande sanatoria della storia del nostro paese.
Ora, fatte le dovute differenze, che sono moltissime e profondissime, ne ricavo un principio guida fondamentale: una sanatoria è un compromesso salutare quando è susseguente ad un cambio radicale delle regole e quando la sanatoria coinvolge un gran numero di soggetti. Se il condono non segue questo principio, allora non si fa altro che alimentare un senso di illegalità e impunità.
Come ho detto il reato dell’aborto non è paragonabile a quello degli abusi edilizi o a quelli delle evasioni fiscali perché non ha nulla a che fare con le speculazioni e questo ne ha reso più semplice l’attuazione della sanatoria. In quel caso ricchi e poveri, ignoranti e colti erano esecutori o complici di reati in egual misura e quindi praticamente tutti uguali. Un ricco non poteva essere coinvolto in mille aborti e un povero solo in uno o due casi. Se mai abortivano con più frequenza i poveri dei ricchi. Nel caso invece dei reati edilizi e quelli fiscali il tasso di criminalità tra ricchi e poveri è incomparabilmente più alto. Quindi se si vuole proporre una giusta sanatoria, sempre dopo aver cambiato le regole, occorre fare un distinguo, altrimenti si commetterebbe una gravissima ingiustizia tra chi è sempre stato in regola, chi ha costruito un piccolo capanno per attrezzi e chi ha costruito mille appartamenti dove non doveva. Non mi sembra poi così difficile modificare una legge seguendo questo principio, occorre solo volerlo.

pegupe@gmail.com ha detto...

Ciao a tutti
L’ennesimo terremoto riempie, come è giusto che sia, le pagine dei giornali e i dibattiti televisivi. Per quanto ho potuto seguire e capire che ci sono due distinte posizioni: una che afferma il giusto principio che chi commette un reato deve essere comunque punito, perché il rispetto delle leggi è la base su cui si regge un sistema democratico; l’altra che afferma che occorre distinguere i reati fatti per speculazione da quelli fatti per necessità. Ascoltando queste due opposte posizioni mi trovo in seria difficoltà a dare completamente torto a una parte e ragione all’altra.
Quando mi provo a risolvere un dilemma e non ci riesco, significa che il quesito di fondo, almeno per me, non è quello corretto e mi provo, se è possibile, a osservare le cose da una diversa prospettiva.
Faccio questa semplice riflessione: quando una legge o un sistema di regole è disatteso da un numero di cittadini che superi di molto un fisiologico tasso di delinquenza, significa quelle regole o non sono giuste oppure permettono di essere eluse in mille modi. Facciamo un passo indietro.
Ricordo la durissima battaglia del referendum (1981) sul tema dell’aborto. Per chi non lo sapesse o non lo ricordasse, in Italia, prima della riforma, vigeva una legge che rendeva colpevoli non solo chi praticava o subiva un aborto, ma anche chiunque fosse a conoscenza di un simile reato. Attenzione, si parlava di reati penali, quindi di carcere. Questa legge rendeva, in pratica, ogni cittadino un criminale. Ora, se tutti sono criminali, il potere, se ne ha voglia, è in grado di ricattare tutti e lo fa solo e quando gli fa comodo, soprattutto se ha le giuste informazioni su un avversario politico. Solo occasionalmente qualche povero diavolo cade nelle maglie di questa rete, anche perché se tutti la facessero franca non sarebbe possibile esercitare alcun ricatto. Per questo motivo, oltre che per ragioni di etica e di religione, in Italia fu così difficile cambiare quella legge.
Naturalmente il confronto tra il reato dell’aborto con quello degli abusi edilizi o quello della ancor più diffusa evasione fiscale sono esempi che vanno comparati preso solo per l’estensione del fenomeno e non certo per la natura dei crimini. Quando il potere fu costretto a causa del referendum del 1981 a cambiare quella legge, coloro che in precedenza erano dei criminali, per legge non lo furono più. Si trattò in pratica della più grande sanatoria della storia del nostro paese.
Ora, fatte le dovute differenze, che sono moltissime e profondissime, ne ricavo un principio guida fondamentale: una sanatoria è un compromesso salutare quando è susseguente ad un cambio radicale delle regole e quando la sanatoria coinvolge un gran numero di soggetti. Se il condono non segue questo principio, allora non si fa altro che alimentare un senso di illegalità e impunità.
Come ho detto il reato dell’aborto non è paragonabile a quello degli abusi edilizi o a quelli delle evasioni fiscali perché non ha nulla a che fare con le speculazioni e questo ne ha reso più semplice l’attuazione della sanatoria. In quel caso ricchi e poveri, ignoranti e colti erano esecutori o complici di reati in egual misura e quindi praticamente tutti uguali. Un ricco non poteva essere coinvolto in mille aborti e un povero solo in uno o due casi. Se mai abortivano con più frequenza i poveri dei ricchi. Nel caso invece dei reati edilizi e quelli fiscali il tasso di criminalità tra ricchi e poveri è incomparabilmente più alto. Quindi se si vuole proporre una giusta sanatoria, sempre dopo aver cambiato le regole, occorre fare un distinguo, altrimenti si commetterebbe una gravissima ingiustizia tra chi è sempre stato in regola, chi ha costruito un piccolo capanno per attrezzi e chi ha costruito mille appartamenti dove non doveva. Non mi sembra poi così difficile modificare una legge seguendo questo principio, occorre solo volerlo.

pegupe@gmail.com ha detto...

Come al solito ho fatto casino.

Continua
Mi preme affrontare una secondo tema. Ho sentito e letto da ogni parte che il terremoto di Ischia è stato di grado 4 sulla scala Ricther e quello di Amatrice di grado 6. Ma i giornalisti, non dico gli ascoltatori, sanno che il grado 6 è mille volte superiore al grado 4: la stessa differenza che c’è tra l’esplosione di 15 tonnellate di tritolo e 15000, cioè tra un camion carico di esplosivo e la bomba di Hiroshima e sanno che un terremoto di grado 8 sviluppa energia pari a 1000 bombe come quella di Hiroshima? Vi sembra che una notizia data in questo modo avrebbe lo stesso impatto?
Vedo una grave mescolanza tra incompetenza e malafede, questa si che è una miscela altamente esplosiva.

Alessandro Pagnini ha detto...

@ pegupe
Io credo che la scala Richter, al contrario della Mercalli, che in buona sostanza giudicava gli effetti, valuti l'energia sprigionata. Tuttavia non sono certo se l'energia valutata sia quella in superficie o all'origine. Se fosse la seconda ipotesi, un terremoto violentissimo a 500km di profondità potrebbe far meno danni di uno leggerino qualche km sotto alle case. Quindi non andrebbe valutata solo la 'potenza dell'esplosione', ma anche quanto lontana è scoppiata la bomba, per rimanere nel tuo esempio. Da quello che so, il sisma ad Ischia è stato originato abbastanza superficialmente, quindi vicino a dove poteva far danni. Però qui ci vorrebbe la consulenza di chi sa come realmente funzionano queste misure, o la pazienza di cercare la risposta su internet ;-)

Franco Sarbia ha detto...

A quanto riferiscono i notiziari questa sera pare che l'epicentro non fosse in mare ma proprio a 5000 metri sotto Casamicciola. Inoltre l'ultimo sisma del 1883 che causò 2.313 vittime di cui 1.784 a Casamicciola evidenzia che gli effetti locali devastanti sembrano attribuibili alla risposta sismica di quella particolare porzione del terreno dell'isola.

Franco Sarbia ha detto...

Ps: senza nulla sapere avevo ipotizzato che il crollo della palazzina storica che ha causato due morti fosse dovuto alla soprelevazione abusiva di un piano. In realtà la superfetazione degli anni 80 era di ben due piani senza alcuna opera di adeguamento strutturale. Perché nessuno ha mai risposto alle due richieste di condono? La mia modestissima opinione è che dopo tangentopoli i pubblici dipendenti preferiscano lasciare inevase le richieste piuttosto che sottoscrivere autorizzazioni implicanti l'assunzione diretta di responsabilità.

CLaudio Rossi ha detto...

@ Alessandro
"Senza approvazione delle varie commissioni?"
Il lavoro delle Commissioni viene prima: si chiamano piani regolatori e definiscono la tipologia, le dimensioni e altri parametri costruttivi che debbono essere rispettati. In quell'ambito e con quei limiti chiunque può progettare e realizzare ciò che vuole sul proprio terreno. Credo se ne sia occupato un servizio di Report di qualche anno fa.

Daniele Passerini ha detto...

@Franco
...dopo tangentopoli i pubblici dipendenti preferiscano lasciare inevase le richieste piuttosto che sottoscrivere autorizzazioni implicanti l'assunzione diretta di responsabilità.
Da dipendente comunale ti dico che mi sembra abbastanza impossibile questo. Lasciare una pratica inevasa è comunque un illecito amministrativo sanzionabilisdimo. A meno che in certi Comuni - quelli di cui parli - esista un tacito accordo "a non fare" tra chi presenta una domanda di condono e chi deve istruirla... ma a che pro presentare una domanda di condono senza avere il reale obiettivo di ottenerlo?

An passant. Lavoro in Comune da ormai più di 22 anni (non lo faccio apposta: sono stato assunto a marzo 1995) e sono ormai convinto di una cosa: se riuscissimo - per pura ipotesi - a rendere gli uffici comunali non più sottoposti alla politica (sindaco e giunta) ma a una struttura dirigenziale tipo azienda privata, tutte le magagne di cui parliamo non ci sarebbero più e saremmo persino messi meglio della Germania perché comunque i Comuni sono pieni di professionalità coi fiocchi che fanno coscienziosamente il loro dovere.
Secondo te un'azienda funzionerebbe bene se ogni 5 anni arrivassero persone con idee diverse (spesso diametralmente opposte) su come debbano funzionare gli uffici, la produzione, il marketing? Nei Comuni succede esattamente questo... :(

Alessandro Pagnini ha detto...

@ Claudio
"...Il lavoro delle Commissioni viene prima: si chiamano piani regolatori e definiscono la tipologia, le dimensioni e altri parametri costruttivi che debbono essere rispettati..."

Interessante, se ovviamente le maglie non sono strettissime. Andrebbe capito cosa realmente ti lasciano fare. Da noi anche l'apertura di una finestrina necessita del nulla osta paesaggistico, che, se il Comune invia la pratica con un parere ampiamente positivo, in genere si risolve nell'attesa del silenzio assenso, perchè rispondere è fatica e tanto il tempo che aspetti riguarda te.

Franco Sarbia ha detto...

L'epicentro era a soli 2000 metri sotto Casamicciola ed in corrispondenza della sua verticale il terreno s'è abbassato di 4 centimetri. Sicuri che non si tratti di avvisaglie di sommovimenti ben più gravi associati alla ripresa dell'attività del Vesuvio?

Barney ha detto...

@D22.
EN passant...

L'idea di privatizzare i comuni e' perfetta. Io aggiungo l'abolizione totale dei concorsi: ti sembra logico che un'azienda non possa stipendiare chi vuole?
Ovvio che ci vorrebbe una responsabilita' civile e penale assoluta da parte dei dirigenti e dei manager, che se vogliono assumere l'amante sono liberissimi di farlo, a patto che poi lavorino meglio degli altri.

Daniele Passerini ha detto...

@Barney
Sulla diagnosi malattia siamo d'accordo.
Vediamo ora se troviamo un accordo sulla cura.
I Comuni non sono organismi che devono generare profitto, devono erogare servizi pubblici ai cittadini, pareggiando entrate ed uscite. Le entrate non derivano da un surplus tra vendita del prodotto e spese di produzione, ma, in primis, dallo Stato, dalla Regione (che a loro volta attingono alle tasse pagate da tutti noialtri) e dalla UE. Cosa intendi dunque per privatizzazione?
Pur sottratti ai Partiti, i Comuni dovrebbero sempre essere enti pubblici, ma con una sorta di autogoverno diretto dei cittadini NON MEDIATO dai partiti politici (qualche idea di come farlo ce l'ho, ma non credo che oggi sia ancora realizzabile e andrebbe comunque scritto un altro post per discuterne). Purtroppo direi che 70 anni hanno ampiamente dimostrato che la politica così come è stata intesa fino ad oggi tende a non mettere sempre l'interesse dei cittadini al primo posto, anzi...
Quanto ai concorsi.
Ti ricordo che idealmente servirebbero proprio per selezionare - senza favoritismi e senza scambi di favori - le persone più capaci e competenti. Se ciò non sempre accade non è perché sia sbagliato il principio, ma perché chi attua i concorsi BARA. Sono convinto che nella MAGGIORANZA DEI CASI la selezione sia fatta in modo appropriato.

Prendi il mio caso.
Anche se sono sempre stato di sinistra, non ho mai avuto la tessera di un partito (ho quella di un sindacato, però mi sono iscritto anni dopo essere stato assunto e solo per motivi ideali).
Non ho mai cercato raccomandazioni.
Appena laureato, a luglio del '92, ho fatto un colloquio in una cooperativa sociale e mi hanno preso in prova. Ho fatto qualche mese di gavetta poi mi hanno inserito a tempo pieno (con contratto a tempo indeterminato... erano decisamente altri tempi!) come operatore psichiatrico in una struttura per giovani psicotici.

(Segue)

Daniele Passerini ha detto...

@Barney

(Prosegue)
Nel frattempo ho fatto un concorso al Comune di Terni (devi sapere che tra Perugini e Ternani è come tra Pisani e Livornesi!). Era un concorso per due posti di assistente sociale, e sono arrivato terzo. Speravo che potessero allargare la graduatoria, ma quando - dopo un anno e mezzo - lo hanno fatto davvero, ti assicuro che non ci pensavo proprio più: mi è sembrato di aver vinto la lotteria (anche se sapevo che avrei dovuto fare il pendolare tra Perugia e Assisi (un'oretta in auto, un'ora e mezza in treno).
Mi licenziai dalla cooperativa e divenni un dipendente pubblico: mi ero guadagnato CON LE MIE SOLE FORZE il "mitico posto fisso". Era l'inizio del 1995.
Fu un concorso davvero fortunato, perché da due posti banditi, arrivarono ad assumere fino all'ottavo... in seguito mi giunse voce che i primi avevano goduto di "raccomandazioni", così come pure l'ottavo... sarà vero?! Possibile. Ma posso darti la mia parola d'onore che io sono arrivato terzo senza dover dire grazie a NESSUNO, solo a me stesso.
Un anno e mezzo dopo, venni a sapere per caso da una collega di Perugia, che il Comune di Assisi stava cercando un assistente sociale con la mobilità. Presi contatto con il suo ufficio personale e andai a parlare col sindaco e col dirigente e formalizzai la domanda; ebbi l'impressione di essergli piaciuto... ma il dirigente a quattr'occhi mi disse che c'era un'altra domanda e mi fece capire che era di uno spinto "dal Partito"! E infatti scelsero l'altro e non me.
La mia fortuna fu che rinunciò perché nel frattempo, lo aveva chiamato un altro Comune che gli stava più comodo.
Così entrai io, ANCHE QUESTA VOLTA SENZA DOVER DIRE GRAZIE A NESSUNO se non a me stesso. Era la fine del 1996.

In 22 anni ho lavorato sotto 7 Amministrazioni (2 di sinistra e 5 di destra) guadagnandomi la stima e la fiducia di tutti gli assessori e sindaci che ho avuto. N.B. Personalmente non ho mai avuto problemi con nessuno, perché sono preparato, lavoro bene, sono veloce ed efficiente.
Se dico che i Comuni funzionerebbero meglio senza politica è solo perché - da un punto di vista del tutto logico-razionale - la mia esperienza mi dice che senza la parte politica potrebbero rispondere meglio ai bisogni dei cittadini. Non è una provocazione: sono serissimo.

(Fine)

Daniele Passerini ha detto...

@Franco
Sicuri che non si tratti di avvisaglie di sommovimenti ben più gravi associati alla ripresa dell'attività del Vesuvio?
Immagino che siamo in molti ad averlo pensato...
Speriamo di no.

pegupe@gmail.com ha detto...

Daniele Passerini
“a rendere gli uffici comunali non più sottoposti alla politica (sindaco e giunta) ma a una struttura dirigenziale tipo azienda privata”.

Pensando di conoscere il tuo pensiero e il tuo profondo senso dell’etica, avevo ben compreso che non ti auguravi che i comuni fossero gestiti da aziende private: ci mancherebbe altro! A parte che la corruzione e l’inefficienza dipendono più dalla dimensione delle strutture piuttosto che dall’essere pubbliche o private, c’è il problema che lo scopo unico di un’azienda privata è quella di produrre profitto e non quello di salvaguardare l’interesse dei cittadini. Purtroppo l’efficienza imprenditorial/politica di Berlusconi non è bastata a farci comprendere questo semplice concetto. Quindi, come dici tu, l’efficienza di una struttura pubblica è quella di renderla veramente pubblica è non privatizzata dai politici o dagli imprenditori, oltretutto oggi queste due funzioni si sono tragicamente mescolate.

Daniele Passerini ha detto...

@pegupe
Quindi, come dici tu, l’efficienza di una struttura pubblica è quella di renderla veramente pubblica è non privatizzata dai politici o dagli imprenditori, oltretutto oggi queste due funzioni si sono tragicamente mescolate.
Esatto! :-)
Ma chi mettiamo al posto della Giunta?
Ma serve davvero una giunta "apicale" per rendere una struttura tecnica, con persone COMPETENTI (questo è chiaramente un prerequisito), in grado di governare un territorio?
Il punto è questo.
Cosa potremmo mettere al posto della Giunta?
Un sistema di "democrazia diretta" filtrato però, per ciascuna materia/area, dal possesso oggettivo delle conoscenze e competenze necessarie.
Concepito e formato come?
Bella domanda!
Sicuramente un sistema collegiale e non monocratico...
Tu hai qualche idea...?

pegupe@gmail.com ha detto...

Daniele Passerini
Purtroppo non ho alcuna idea pratica da suggerirti, soprattutto a una persona come te che vive questa realtà sulla propria pelle, inoltre anche il miglior sistema è inefficace se non si ricostruisce una coscienza civica ed è per questo che al centro di ogni problema politico metto la questione morale. Cosa rimane della democrazia se una giunta è eletta da cittadini che sono soggetti a pressioni clientelari più o meno mafiose e, oltretutto, sono bombardati da una potente, scientifica e sistematica disinformazione? Per questo motivo le urne diventano sempre più vuote e sono proprio coloro che abbandonano le urne, secondo me, i maggiori responsabili di ciò che accade. Riprendo la seguente citazione di Einstein, che, forse, ho già citato in questo blog:
“Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l'inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare.”

Mauro elia ha detto...

OT per Mario Massa

http://aip.scitation.org/doi/full/10.1063/1.4989845

Magari lo legge sotto l'ombrellone

Franco Sarbia ha detto...

@Pegupe, @Daniele
Penso con Emanuele Severino che i partiti vecchi o finti nuovi abbiano esaurito la loro funzione storica nella forma a noi nota. E anch’io ritengo che stiano maturando le condizioni perché dalla tecnica, dall’innovazione tecnologica scaturiscano nuove modalità di partecipazione popolare permanente al processo di formazione e di valutazione delle decisioni di governo. Avverto però il rischio che forme di “democrazia diretta” non inquadrate in un programma di sviluppo strategico della democrazia e della difesa dei diritti dei più deboli e delle minoranze, e di riorganizzazione degli apparati e dei servizi pubblici amministrativi siano ancor più appiattiti sul presente del già corto orizzonte temporale dei politici che, ossessionati dal consenso entro le ravvicinate scadenze elettorali, per ottenerlo pur senza disporre degli strumenti per un rinnovamento profondo raccontano una valanga di balle. Alcuni interessi anche degli ultimi della terra, perfino quelli degli homeless o dei disoccupati italiani e rifugiati, appaiono inconciliabili nell’immediato, ma trovano l’incontro oggettivo e possibilità di essere soddisfatti in un programma permanente di lotta all’ingiustizia sociale, di medio e lungo periodo, che ottenga il sostegno unitario di tutti gli oppressi. Né è sperabile che le riforme ricevano il consenso entusiastico dei diretti interessati per il solo fatto di essere giuste. Ci spiega Macchiavelli che il principe non deve cercare il consenso a sostegno delle sue innovazioni, perché chi ha anche solo il lontano sospetto che le innovazioni mettano in discussione i suoi privilegi farà tutto il possibile per farle fallire, mentre che chi pensa di essere favorito si mette in una posizione di attesa diffidente, e non si muove e non le sostiene, perché spetta al principe attuare l’impegno. I movimenti scomposti dei sindacati della Pubblica amministrazione ad ogni proposta di riorganizzazione ed il proliferare di sigle autonome per la difesa di questo o quel privilegio ci dicono che così è.
Io credo che la malattia della democrazia non sia risolvibile con la messa in atto di tutte le opinioni, anche le più contraddittorie. Ritengo invece che si abbia necessità di un pensiero lungo e lento che trascenda gli interessi di questo o quel partito, o i ricatti di questa o quella categoria nel limitato orizzonte temporale di un ciclo amministrativo e di una interminabile contesa elettorale.
L’amministrazione deve essere affidata a figure simili a quella dell’amministratore delegato di cui parla Pegupe. Gli elettori “azionisti” devono però poterlo valutare in modo trasparente, non per l’andamento delle azioni in borsa, ma sulla base della valutazione quantitativa del programma per il quale è stato eletto, con decadenza automatica in caso non riesca a conseguire i risultati del suo mandato.

Alessandro Pagnini ha detto...

OT, più o meno:
La scienza non si decide per alzata di mano? Mi piacerebbe sapere come la si decide se in certi campi, indebitamente associati a un certo tipo di verifiche scientifiche che invece non gli appartengono, non si fa che contraddirsi. Ecco l'ultima che forse metterà in crisi qualche appassionato di diete a forte base di carboidrati, che comunque segue di qualche settimana lo studio che contraddiceva l'indicazione di terminare sempre la terapia antibiotica prescritta (effettuato solo basandosi sul riesame di studi già fatti, reinterpretati):

http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/alimentazione/2017/08/29/il-rischio-per-cuore-arriva-dai-carboidrati-e-non-dai-grassi_edd13167-f0c7-4743-9ac6-5ef440591d3d.html

Tutte le volte che vedo queste notizie, mi si materializza davanti l'immagine del prof. Sassaroli che spiega a Paolo Stoppa (l'usuraio) che 'studi più recenti' avrebbero completamente ribaltato le linee guida sui trapianti. Un mito, ma la realtà è persino più folgorante della fantasia! :-D
Ci ridiamo sopra? Ma sì dai, che il riso fa buon sangue? O no.....? (doveroso dubbio a questo punto) ;-)

Anonimo ha detto...

Salve a tutti

Doppio OT. Primo: Ma un post sullo Stellarator? Secondo: ho finalmente aperto il locale quindi pronto a riproporre il pranzo domenicale. Ad Aprile abbiamo avuto un anteprima di Franco Sarbia sulla sua ricerca egizia: straordinaria. Fatemi sapere

Anonimo ha detto...

E che diamine. Il mio commento è uscito senza nome. Sono Alessandro Pepe

Alessandro Pagnini ha detto...

@ Tasting Spot / Unknown / Alessandro Pepe
"...E che diamine. Il mio commento è uscito senza nome. Sono Alessandro Pepe... "

L'avevo capito, ma stai facendo il collaudatore di nick, per caso? :-D

Daniele Passerini ha detto...

@Alessandro Pepe
Sono Alessandro Pepe
S'era capito! :)
Quoto Alessandro Pagnini: che diavolo combini coi nick oggi?!? :D

pegupe@gmail.com ha detto...

Alessandro Pepe
Che poi è mio padre. Ma che diavolo è lo stellarator?

RED TURTLE ha detto...


http://it.wikipedia.org/wiki/Adeguamento_sismico

Franco Sarbia ha detto...

@Alessandro.
La ricerca è ancora in corso di sviluppo. Sembra incredibile ma quello che a me pareva un "gioco da bambini" perciò invisibile agli esperti sta mettendo a dura prova il sistema Adams di simulazione e ottimizzazione di macchine multi-body e robots. La prossima settimana avrò un incontro con lo sviluppatore e spero di riuscire a definire una scadenza entro la quale pubblicare il lavoro. Nel frattempo dovrei coinvolgere alcuni esperti archeologi e di valorizzazione dei beni culturali da invitare alla presentazione. Grazie per ora. Appena capiterò a Roma verrò ad ammirare il risultato dei lavori e ad "assaggiarne" i frutti.

Salvatore Boi ha detto...

OT



tradotto con:



Un nuovo dispositivo potrebbe trasformare l' energia termica in una fonte di combustibile efficiente

Un nuovo dispositivo sviluppato dal fisico della Washington State University, Yi Gu, potrebbe un giorno trasformare il calore generato da una vasta gamma di elettronica in una fonte di combustibile utilizzabile.

Il dispositivo è un materiale composito multistrato multicomponente chiamato diodo van der Waals Schottky. Converte il calore in elettricità fino a tre volte più efficiente del silicio - un materiale semiconduttore ampiamente utilizzato nell'industria elettronica. Mentre è ancora in una fase iniziale di sviluppo, il nuovo diodo potrebbe alla fine fornire una fonte di alimentazione supplementare per tutto, dagli smartphone alle automobili.

La capacità del nostro diodo di convertire il calore in elettricità è molto grande rispetto ad altri materiali di massa attualmente utilizzati nell' elettronica ", ha dichiarato Gu, professore associato del Dipartimento di Fisica e Astronomia della WSU. In futuro, uno strato potrebbe essere collegato a qualcosa di caldo come uno scarico dell' auto o un motore del computer e un altro a una superficie a temperatura ambiente. Il diodo utilizzerebbe quindi il differenziale termico tra le due superfici per creare una corrente elettrica che potrebbe essere immagazzinata in una batteria e utilizzata quando necessario.

segue...

Salvatore Boi ha detto...

Seguito:

Gu ha recentemente pubblicato un articolo sul diodo Schottky in The Journal of Physical Chemistry Letters.

Un nuovo tipo di diodo

Nel mondo dell' elettronica, i diodi Schottky sono utilizzati per guidare l' elettricità in una direzione specifica, simile a come una valvola in una conduttura idrica dirige il flusso di liquido che la attraversa. Sono realizzati collegando un conduttore metallico come l' alluminio ad un semiconduttore come il silicio.

Invece di combinare un metallo comune come l' alluminio o il rame con un materiale semiconduttore convenzionale come il silicio, il diodo di Gu è costituito da un multistrato di seleniuro di indio cristallino microscopico. Lui e un team di studenti laureati hanno usato un semplice processo di riscaldamento per modificare uno strato dell' seleniuro di indio per agire come un metallo e un altro strato per agire come un semiconduttore. I ricercatori hanno poi utilizzato un nuovo tipo di microscopio confocale sviluppato da Klar Scientific, una società start-up fondata in parte dal fisico della WSU Matthew McCluskey, per studiare le proprietà elettroniche dei loro materiali.

A differenza delle sue controparti convenzionali, il diodo Gu's non ha impurità o difetti nell' interfaccia in cui il metallo e i materiali semiconduttori sono uniti insieme. Il collegamento fluido tra metallo e semiconduttore permette all' elettricità di viaggiare attraverso il dispositivo multistrato con un' efficienza di quasi il 100%.

Quando si collega un metallo a un materiale semiconduttore come il silicio per formare un diodo Schottky, ci sono sempre alcuni difetti che si formano all' interfaccia ", ha detto McCluskey, co-autore dello studio. Queste imperfezioni intrappolano gli elettroni, impedendo il flusso di elettricità. Il diodo di Gu è unico nel suo genere in quanto la sua superficie non sembra avere nessuno di questi difetti. Questo abbassa la resistenza al flusso di elettricità, rendendo il dispositivo molto più efficiente dal punto di vista energetico ".

Prossimi passi

Gu e i suoi collaboratori stanno attualmente studiando nuovi metodi per aumentare l' efficienza dei loro cristalli di seleniuro di indio. Essi stanno anche esplorando modi per sintetizzare grandi quantità di materiale in modo che possa essere sviluppato in dispositivi utili.

Mentre siamo ancora nelle fasi preliminari, il nostro lavoro rappresenta un grande balzo in avanti nel settore termoelettrico ", ha detto Gu. Potrebbe svolgere un ruolo importante nella realizzazione di una società più efficiente dal punto di vista energetico in futuro ".

Salvatore Boi ha detto...

Ecco il sito:

http://electroiq.com/blog/2017/08/new-device-could-turn-heat-energy-into-a-viable-fuel-source/

tradotto con DeepL:

www.deepl.com/translator

RED TURTLE ha detto...


Ottimo prodotto da "maritare" con l'E-Cat!
Ma anche con le cellule fotovoltaiche nei paesi tropicali (che devono essere raffreddate con acqua, altrimenti "si bruciano" oppure durano di meno).

Alla fine avresti: 1) corrente elettrica da fotovoltaico (di giorno); 2) corrente elettrica dal diodo (mentre la fotocellula rimane calda, ossia per qualche minuto verso il tramonto); 3) Acqua calda che puoi immagazzinare e usare in qualsiasi momento.

(Utilizzare l'energia nucleare o il petrolio per riscaldare l'acqua con l'elettricità è semplicemente un VANDALISMO AMBIENTALE).

Giancarlo Rossi ha detto...

Anzi, l'elettricità dal diodo si ha anche per tutto il corso della giornata... dipendendo dal gradiente caldo freddo (speso) tra il pannello solare e l'acqua (ma non so fino a quanto potrà essere fredda, per poter funzionare).

Alessandro Pagnini ha detto...

Ma...in soldoni, se il ciclo di Carnot, come ripete sempre Rossi che se ne è innamorato, ha un rendimento intorno al 40%, quello di questo diodo quanto sarebbe? Non trovo cifre.

Salvatore Boi ha detto...

Non conosco altro oltre a quanto ho riportato riguardo al nuovo diodo sperimentale, ma per come la vedo io mi sembrerebbe una sorta di effetto Peltier al contrario ed ottimizzato.

it.wikipedia.org/wiki/Jean_Charles_Athanase_Peltier

it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Peltier

it.wikipedia.org/wiki/Cella_di_Peltier

Daniele Passerini ha detto...

@tutti
Tornando abbastanza in TOPIC, 6 vittime e due dispersi stanotte in Toscana (5 solo a Livorno) e il temporale che ora sta piombando proprio su Roma, con un grande allerta meteo......................

Posta un commento

N.B.PER LASCIARE COMMENTI È NECESSARIO REGISTRARSI CON LA PROPRIA GMAIL
22passi è un blog non una rivista on line, pertanto la responsabilità di quanto scritto in post e commenti dovrebbe appartenere solo ai rispettivi autori. In ogni caso (cfr. Sentenza Corte di Cassazione n. 54946 del 27 dicembre 2016), le persone fisiche o giuridiche che si reputassero diffamate da determinati contenuti, possono chiederne la rimozione contattando via email l'amministratore del blog (vd. sezione "Contatti") e indicandone le "coordinate" (per es. link, autore, data e ora della messa on line).

Related Posts with Thumbnails