Mentre monta la solita polemica sterile sulla previsione più o meno possibile e più o meno puntuale dei terremoti vorrei illustrare cosa è stato il terremoto in Italia e quanti danni abbia fatto nella sola storia recente. Ecco da Wikipedia un semplice elenco: http://it.wikipedia.org/wiki/Terremoti_in_Italia.
È inutile aggiungere che non c'è bisogno di tirare in ballo cause artificiali o teorie paranoiche per spiegare questi fenomeni che sono tutt'altro che nuovi e tutt'altro che "inaspettati".
Convivere con i terremoti, mettere in sicurezza il nostro patrimonio storico-culturale, sembra la sola soluzione possibile anche perché le variabili dell'equazione terremoto sono delle più disparate ed impensabili (per i curiosi http://daltonsminima.altervista.org/?p=21093).
I fenomeni meteorologici sono prevedibili con larga puntualità ma non mi sembra che per questo ci siano meno vittime o si faccia molto per evitare le sciagure idrogeologiche. Le soluzioni dell'ultimo momento servono a poco. La prevenzione è l'unica carta giocabile in questi contesti.
I fenomeni meteorologici sono prevedibili con larga puntualità ma non mi sembra che per questo ci siano meno vittime o si faccia molto per evitare le sciagure idrogeologiche. Le soluzioni dell'ultimo momento servono a poco. La prevenzione è l'unica carta giocabile in questi contesti.
Ma ve la immaginate una previsione che sostenga, ad esempio, un forte terremoto in Lombardia fra l'estate e l'autunno del 2013? Provocherebbe danni economici, sociali e psicologici superiori al terremoto stesso!
Nel 1908 il famoso terremoto di Messina rappresentò probabilmente la più grossa sciagura da questo punto di vista per la nostra Nazione. Ben 100.000 morti. Se penso alla ciclicità degli eventi in quei luoghi (125 anni prima, nel 1787, il precedente dello stesso livello) e che qualcuno sostiene di poterci costruire un ponte che agganci la Sicilia alla Penisola ho i brividi...
Sono già passati 104 anni da quella terribile data, qualche brutto pensiero comincerei a farlo, purtroppo!
Dal link http://diamante.uniroma3.it/hipparcos/TerremotoSiciliaCalabria1908.htm la narrazione degli eventi, per non dimenticare e per non ripetere gli stessi errori...
Sandro
Il 28 dicembre 1908, lunedì, alle ore 5,21 del mattino, nella piena oscurità e con gli abitanti in parte immersi nel sonno, un terremoto, che raggiunse il 10° grado della scala Mercalli, accompagnato da un maremoto, mise a soqquadro le coste calabro-sicule con numerose scosse devastanti. La città di Messina, con il crollo di circa il 90% dei suoi edifici, fu sostanzialmente rasa al suolo. Gravissimi i danni riportati da Reggio Calabria e da molteplici altri centri abitati del circondario. Sconvolte le vie di comunicazione stradali e ferroviarie nonché le linee telegrafiche e telefoniche. L’illuminazione stradale e cittadina venne di colpo a mancare a Messina, Reggio, Villa San Giovanni e Palmi, a causa dei guasti che si produssero nei cavi dell’energia elettrica e della rottura dei tubi del gas.
A Reggio Calabria andarono distrutte fra le altre, la villa Genoese-Zerbi e i palazzi Mantica, Ramirez e Rettano, nonché diversi edifici pubblici. Caserme ed ospedali subirono gravi danni, 600 le vittime del 22° fanteria dislocate nella caserma Mezzacapo, all'Ospedale civile, su 230 malati ricoverati se ne salvarono solo 29.
A Bagnara di Calabria crollarono numerose case. A Palmi andò distrutta la chiesa di San Rocco. A Trifase nei pressi di Catanzaro si ebbero molti danni ma fortunatamente pochi gli scomparsi data la modesta dimensione delle abitazioni. In Sicilia si ebbero crolli a Maletto, Belpasso, Mineo, S. Giovanni di Giarre, Riposto e Noto. A Caltagirone crollò per metà il quartiere militare.
A Messina, maggiormente sinistrata, rimasero sotto le macerie ricchi e poveri, autorità civili e militari. Nella nuvola di polvere che oscurò il cielo, sotto una pioggia torrenziale ed al buio, i sopravvissuti inebetiti dalla sventura e semivestiti non riuscirono a realizzare immediatamente l’accaduto. Alcuni si diressero verso il mare, altri rimasero nei pressi delle loro abitazioni nel generoso tentativo di portare soccorso a familiari ed amici. Qui furono colti dalle esplosioni e dagli incendi causati dal gas che si sprigionò dalle tubature interrotte. Tra voragini e montagne di macerie gli incendi si estesero, andarono in fiamme case, edifici e palazzi ubicati nella zona di via Cavour, via Cardines, via della Riviera, corso dei Mille, via Monastero Sant'Agostino.
Ai danni provocati dalle scosse sismiche ed a quello degli incendi si aggiunsero quelli cagionati dal mare. Improvvisamente le acque si ritirarono e dopo pochi minuti almeno tre grandi ondate aggiunsero al già tragico bilancio altra distruzione e morte. Onde gigantesche, alte oltre 10 metri, raggiunsero il litorale spazzando e schiantando quanto esistente. Nel suo ritirarsi la marea risucchiò barche, cadaveri e feriti. Molte persone, uscite incolumi da crolli ed incendi, trascinate al largo affogarono miseramente. Alcune navi alla fonda furono danneggiate, altre riuscirono a mantenere gli ormeggi entrando in collisione l’una con l’altra ma subendo danni limitati. Il villaggio del Faro a pochi chilometri da Messina andò quasi integralmente distrutto. La furia delle onde, spazzò via le case situate nelle vicinanze della spiaggia anche in altre zone. Le località più duramente colpite furono Pellaro, Lazzaro e Gallico sulle coste calabresi; Riposto, S.Alessio, Briga e Paradiso su quelle siciliane.
Gravissimo il bilancio delle vittime. Messina che all’epoca contava circa 140.000 abitanti ne perse circa 80.000 e Reggio Calabria registrò circa 15.000 morti su una popolazione di 45.000 abitanti. Altissimo fu il numero dei feriti e catastrofici furono i danni materiali. Numerosissime scosse di assestamento si ripeterono nelle giornate successive e fin quasi alla fine del mese di marzo 1909.
A Reggio Calabria andarono distrutte fra le altre, la villa Genoese-Zerbi e i palazzi Mantica, Ramirez e Rettano, nonché diversi edifici pubblici. Caserme ed ospedali subirono gravi danni, 600 le vittime del 22° fanteria dislocate nella caserma Mezzacapo, all'Ospedale civile, su 230 malati ricoverati se ne salvarono solo 29.
A Bagnara di Calabria crollarono numerose case. A Palmi andò distrutta la chiesa di San Rocco. A Trifase nei pressi di Catanzaro si ebbero molti danni ma fortunatamente pochi gli scomparsi data la modesta dimensione delle abitazioni. In Sicilia si ebbero crolli a Maletto, Belpasso, Mineo, S. Giovanni di Giarre, Riposto e Noto. A Caltagirone crollò per metà il quartiere militare.
A Messina, maggiormente sinistrata, rimasero sotto le macerie ricchi e poveri, autorità civili e militari. Nella nuvola di polvere che oscurò il cielo, sotto una pioggia torrenziale ed al buio, i sopravvissuti inebetiti dalla sventura e semivestiti non riuscirono a realizzare immediatamente l’accaduto. Alcuni si diressero verso il mare, altri rimasero nei pressi delle loro abitazioni nel generoso tentativo di portare soccorso a familiari ed amici. Qui furono colti dalle esplosioni e dagli incendi causati dal gas che si sprigionò dalle tubature interrotte. Tra voragini e montagne di macerie gli incendi si estesero, andarono in fiamme case, edifici e palazzi ubicati nella zona di via Cavour, via Cardines, via della Riviera, corso dei Mille, via Monastero Sant'Agostino.
Ai danni provocati dalle scosse sismiche ed a quello degli incendi si aggiunsero quelli cagionati dal mare. Improvvisamente le acque si ritirarono e dopo pochi minuti almeno tre grandi ondate aggiunsero al già tragico bilancio altra distruzione e morte. Onde gigantesche, alte oltre 10 metri, raggiunsero il litorale spazzando e schiantando quanto esistente. Nel suo ritirarsi la marea risucchiò barche, cadaveri e feriti. Molte persone, uscite incolumi da crolli ed incendi, trascinate al largo affogarono miseramente. Alcune navi alla fonda furono danneggiate, altre riuscirono a mantenere gli ormeggi entrando in collisione l’una con l’altra ma subendo danni limitati. Il villaggio del Faro a pochi chilometri da Messina andò quasi integralmente distrutto. La furia delle onde, spazzò via le case situate nelle vicinanze della spiaggia anche in altre zone. Le località più duramente colpite furono Pellaro, Lazzaro e Gallico sulle coste calabresi; Riposto, S.Alessio, Briga e Paradiso su quelle siciliane.
Gravissimo il bilancio delle vittime. Messina che all’epoca contava circa 140.000 abitanti ne perse circa 80.000 e Reggio Calabria registrò circa 15.000 morti su una popolazione di 45.000 abitanti. Altissimo fu il numero dei feriti e catastrofici furono i danni materiali. Numerosissime scosse di assestamento si ripeterono nelle giornate successive e fin quasi alla fine del mese di marzo 1909.
- A. Gori - Il Popolo Italiano nella storia della Libertà e della grandezza della patria dal 1800 ai giorni d’oggi. Vallardi Editore 1928.
- L. Cappelletti – Storia d’Italia Dalla caduta dell’Impero romano d’occidente fino ai giorni Nostri (476-1900) Vallardi Editore – 1932.
- Denis Mack Smith – Storia d’Italia 1861-1969 – Milano 1984.
- Rivista Militare, Annata 1909.
- Le navi di linea italiane- Ufficio Storico della Marina – Roma 1966.
- Le Torpediniere Italiane - Ufficio Storico della Marina – Roma 1964.
- Navi e Marinai – Uomini ed avventure dell’Italia sul mare – C.G.E. – Milano.
- Collezionismo Italiano - C.G.E. – Milano 1979.
- Italia del XX secolo – Rizzoli - Milano 1977.
- E.Cataldi – Storia dei Granatieri di Sardegna – Ass. Naz. dei Granatieri di Sardegna, 1990.
- R. Sermonti – I Carabinieri nella storia d’Italiana – Centro Editoriale Nazionale , Roma – 1980.
- P. Sezanne – Le Decorazioni del Regno di Sardegna e del Regno d’Italia – Uffici Storici Esercito-Marina Aeronautica. Roma 1992.
- C. Scarpa-P. Sezanne – Le Decorazioni del Regno di Sardegna e del Regno d’Italia – Uffici Storici -Esercito-Marina Aeronautica. Roma 1985.
- Domenica del Corriere, anni 1908, 1909.
- Cronache, manifesti, e documenti vari.
Prime notizie e soccorsi
A Messina, sede della 1° squadriglia torpediniere della Regia Marina, si trovarono ancorate nel porto la torpediniere “Saffo”, “Serpente”, “Scorpione”, “Spica” e l'incrociatore “Piemonte”; a bordo di quest’ultimo un equipaggio di 263 uomini tra ufficiali, sottufficiali e marinai. Alle otto del mattino della stessa giornata del 28, la torpediniera “Saffo”, riuscì ad aprirsi un varco fra i rottami del porto. I suoi uomini e quelli della R.N. “Piemonte” sbarcarono dando così inizio alle prime opere di soccorso. Raccolte immediatamente oltre 400 persone, tra feriti e profughi, le stesse furono successivamente trasportate via mare a Milazzo.
Non fu possibile ritrovare vivo il comandante della “Piemonte”, Francesco Passino, sceso a terra nella serata precedente per raggiungere la famiglia e deceduto unitamente alla stessa a causa dei crolli.
A bordo dell’incrociatore, raggiunto da alcuni ufficiali dell’esercito sopravvissuti al disastro ed in accordo con le autorità civili, furono assunti i primi provvedimenti per raccogliere ed inquadrare il personale disponibile, informare dell’accaduto il Governo e chiedere rinforzi.
Allo scopo l’incarico fu attribuito al tenente di vascello A. Belleni che con la sua torpediniera, la “Spica” ed altre unità lasciò il porto di Messina, malgrado le cattive condizioni del mare, raggiungendo alcune ore dopo Marina di Nicotera da dove riuscì a trasmettere un dispaccio telegrafico. Dello stesso fu poi data comunicazione anche al ministro delle marina: "Oggi la nave torpediniera Spica, da Marina di Nicotera, ha trasmesso alle ore 17,25 un telegramma in cui si dice che buona parte della città di Messina è distrutta. Vi sono molti morti e parecchie centinaia di case crollate. È spaventevole dover provvedere allo sgombero delle macerie, poiché i mezzi locali sono insufficienti. Urgono soccorsi, vettovagliamenti, assistenza ai feriti. Ogni aiuto è inadeguato alla gravità del disastro. Il comandante Passino è morto sotto le macerie".
A bordo dell’incrociatore, raggiunto da alcuni ufficiali dell’esercito sopravvissuti al disastro ed in accordo con le autorità civili, furono assunti i primi provvedimenti per raccogliere ed inquadrare il personale disponibile, informare dell’accaduto il Governo e chiedere rinforzi.
Allo scopo l’incarico fu attribuito al tenente di vascello A. Belleni che con la sua torpediniera, la “Spica” ed altre unità lasciò il porto di Messina, malgrado le cattive condizioni del mare, raggiungendo alcune ore dopo Marina di Nicotera da dove riuscì a trasmettere un dispaccio telegrafico. Dello stesso fu poi data comunicazione anche al ministro delle marina: "Oggi la nave torpediniera Spica, da Marina di Nicotera, ha trasmesso alle ore 17,25 un telegramma in cui si dice che buona parte della città di Messina è distrutta. Vi sono molti morti e parecchie centinaia di case crollate. È spaventevole dover provvedere allo sgombero delle macerie, poiché i mezzi locali sono insufficienti. Urgono soccorsi, vettovagliamenti, assistenza ai feriti. Ogni aiuto è inadeguato alla gravità del disastro. Il comandante Passino è morto sotto le macerie".
Azione del Governo e della Marina italiana e straniera
La prima notizia ufficiale del disastro giunse quindi col telegramma trasmesso da Marina di Nicotera dal comandante della torpediniera Spica. Altre ne seguirono da diverse località e strutture dando un’idea approssimativa della catastrofe. Nella stessa serata del 28, riunito d’urgenza il Consiglio dei Ministri, il Presidente del Consiglio On. Giolitti esaminò la situazione emanando di concerto le prime direttive del Governo.
Il Comando di Stato Maggiore dell’esercito diffuse ordini operativi mobilitando gran parte delle unità presenti sul territorio nazionale. Il Ministro della marina fece comunicare alla divisione navale in navigazione nelle acque della Sardegna, composta dalle corazzate "Regina Margherita", "Regina Elena", "Vittorio Emanuele" e dall’incrociatore "Napoli", di cambiare rotta e dirigersi verso la zona disastrata. Il Ministro dei Lavori Pubblici l’On. Piero Bertolini partì subito per Napoli da dove, imbarcatosi sull’incrociatore "Coatit", raggiunse Messina. Anche il Re e la Regina partirono il 29 per Napoli; saliti poi sulla "Vittorio Emanuele", in sosta per caricare a bordo anche materiale sanitario e generi di conforto, raggiunsero la Sicilia nelle prime ore della giornata successiva.
Ma già nella mattinata del 29, la rada di Messina cominciò ad affollarsi. Una squadra navale russa alla fonda ad Augusta si diresse a tutta forza verso la città con le navi “Makaroff”, “Guilak”, “Korietz”, “Bogatir”, “Slava”, “Cesarevitc”. Subito dopo fecero la loro comparsa le navi da guerra inglesi “Sutley”, “Minerva”, “Lancaster”, “Exmouth”, “Duncan”,” Euryalus”.
Alcuni equipaggi scesi a terra furono immediatamente impiegati nelle operazioni di soccorso caricando a bordo sfollati e feriti e concorrendo generosamente ad azioni di salvataggio e di polizia. Subito dopo arrivarono le navi italiane che si ancorarono ormai in terza fila. Malgrado la sorpresa, nessuno…se la prese più di tanto anche se, qualche tempo dopo, la stampa intervenne polemicamente.
Messe in mare le scialuppe anche gli equipaggi italiani furono sbarcati ed impiegati secondo le esigenze del caso. Il Re e la regina arrivarono all’alba del 30. Con una lancia a motore, accompagnati dai ministri Bertolini e Orlando, percorsero la costa per poi fare ritorno a bordo della loro nave. Data la gravità e le difficoltà della situazione, la regina rimasta sulla corazzata contribuì con grande impegno alla cura degli infermi mentre il Re raggiunse la terraferma per portare alle truppe italiane e straniere, impegnate nelle difficili operazioni di prima assistenza, le proprie espressioni di elogio e riconoscenza.
Le navi da guerra, trasformate ormai in ospedali e trasporti, caricati i feriti fecero poi la spola con Napoli ed altre città costiere occupandosi anche di trasferire le truppe già concentrate nei porti ed in attesa di destinazione. Cominciò l’afflusso di uomini tra cui i Carabinieri delle legioni di Palermo e di Bari e molteplici reparti dell’esercito. A chi arrivò di notte la città di Messina apparve illuminata dagli incendi che continuarono ad ardere per parecchi giorni.
La R.N. “Napoli” da Messina si trasferì a Reggio Calabria. Il suo comandante U.Cagni, assunto provvisoriamente il comando della “piazza” e delle operazioni di soccorso, sbarcò i marinai della nave per organizzare l’assistenza ed impiantare un primo ospedale da campo destinato alla medicazione dei feriti leggeri. Quelli più gravi furono trasportati a bordo. Il Cagni divise poi la città in varie zone assegnandole agli uomini della “Napoli” ed alle truppe dell’esercito già disponibili in loco tra cui i superstiti del 22° fanteria ed alcuni distaccamenti del 2° bersaglieri sopraggiunti nel frattempo. I marinai assieme ad alcuni nuclei di carabinieri organizzarono anche pattuglie di ronda con lo scopo di provvedere anche alle esigenze di Pubblica Sicurezza.
La stampa uscì con le prime edizioni dei giornali riportando dapprima dati sintetici e poi informazioni dettagliate con il sopraggiungere di notizie più certe e particolareggiate. L'Italia, sbalordita, seppe così che a Reggio, a Messina, interi quartieri erano crollati, che sotto le macerie di case, ospedali e caserme erano scomparsi interi nuclei familiari, malati, funzionari, guardie e soldati. Venne inoltre a conoscenza della meravigliosa gara di solidarietà internazionale apertasi tra navi straniere ed italiane per portare aiuto ai superstiti e trasportare sui luoghi colpiti dal sisma i materiali e gli uomini necessari.
Il mondo intero si commosse capi di Stato, di Governo e il Papa Pio X, espressero il loro cordoglio ed inviarono notevoli aiuti anche finanziari. Unità da guerra francesi, tedesche, spagnole, greche, e di altre nazionalità lasciarono i loro ormeggi e, raggiunte le due sponde dello stretto, misero a disposizione anche i propri equipaggi per provvedere a quanto necessario distinguendosi peraltro nel corso delle azioni cui presero parte. In tutta Italia, oltre agli interventi organizzati dalla Croce Rossa e dall'Ordine dei Cavalieri di Malta, si formarono comitati di soccorso per la raccolta di denaro, viveri ed indumenti. Da molte province, partirono squadre di volontari composte da medici, ingegneri, tecnici, operai, sacerdoti ed insegnanti per portare, malgrado le difficoltà di trasferimento esistenti, il loro fattivo sostegno alle zone terremotate. Anche le Ferrovie, ormai dello Stato, inviarono proprio personale tra questi Gaetano Quasimodo che raggiunse Messina portando al seguito la famiglia ed il figlioletto Salvatore di soli 7 anni futuro premio Nobel per la letteratura.
Il Comando di Stato Maggiore dell’esercito diffuse ordini operativi mobilitando gran parte delle unità presenti sul territorio nazionale. Il Ministro della marina fece comunicare alla divisione navale in navigazione nelle acque della Sardegna, composta dalle corazzate "Regina Margherita", "Regina Elena", "Vittorio Emanuele" e dall’incrociatore "Napoli", di cambiare rotta e dirigersi verso la zona disastrata. Il Ministro dei Lavori Pubblici l’On. Piero Bertolini partì subito per Napoli da dove, imbarcatosi sull’incrociatore "Coatit", raggiunse Messina. Anche il Re e la Regina partirono il 29 per Napoli; saliti poi sulla "Vittorio Emanuele", in sosta per caricare a bordo anche materiale sanitario e generi di conforto, raggiunsero la Sicilia nelle prime ore della giornata successiva.
Ma già nella mattinata del 29, la rada di Messina cominciò ad affollarsi. Una squadra navale russa alla fonda ad Augusta si diresse a tutta forza verso la città con le navi “Makaroff”, “Guilak”, “Korietz”, “Bogatir”, “Slava”, “Cesarevitc”. Subito dopo fecero la loro comparsa le navi da guerra inglesi “Sutley”, “Minerva”, “Lancaster”, “Exmouth”, “Duncan”,” Euryalus”.
Alcuni equipaggi scesi a terra furono immediatamente impiegati nelle operazioni di soccorso caricando a bordo sfollati e feriti e concorrendo generosamente ad azioni di salvataggio e di polizia. Subito dopo arrivarono le navi italiane che si ancorarono ormai in terza fila. Malgrado la sorpresa, nessuno…se la prese più di tanto anche se, qualche tempo dopo, la stampa intervenne polemicamente.
Messe in mare le scialuppe anche gli equipaggi italiani furono sbarcati ed impiegati secondo le esigenze del caso. Il Re e la regina arrivarono all’alba del 30. Con una lancia a motore, accompagnati dai ministri Bertolini e Orlando, percorsero la costa per poi fare ritorno a bordo della loro nave. Data la gravità e le difficoltà della situazione, la regina rimasta sulla corazzata contribuì con grande impegno alla cura degli infermi mentre il Re raggiunse la terraferma per portare alle truppe italiane e straniere, impegnate nelle difficili operazioni di prima assistenza, le proprie espressioni di elogio e riconoscenza.
Le navi da guerra, trasformate ormai in ospedali e trasporti, caricati i feriti fecero poi la spola con Napoli ed altre città costiere occupandosi anche di trasferire le truppe già concentrate nei porti ed in attesa di destinazione. Cominciò l’afflusso di uomini tra cui i Carabinieri delle legioni di Palermo e di Bari e molteplici reparti dell’esercito. A chi arrivò di notte la città di Messina apparve illuminata dagli incendi che continuarono ad ardere per parecchi giorni.
La R.N. “Napoli” da Messina si trasferì a Reggio Calabria. Il suo comandante U.Cagni, assunto provvisoriamente il comando della “piazza” e delle operazioni di soccorso, sbarcò i marinai della nave per organizzare l’assistenza ed impiantare un primo ospedale da campo destinato alla medicazione dei feriti leggeri. Quelli più gravi furono trasportati a bordo. Il Cagni divise poi la città in varie zone assegnandole agli uomini della “Napoli” ed alle truppe dell’esercito già disponibili in loco tra cui i superstiti del 22° fanteria ed alcuni distaccamenti del 2° bersaglieri sopraggiunti nel frattempo. I marinai assieme ad alcuni nuclei di carabinieri organizzarono anche pattuglie di ronda con lo scopo di provvedere anche alle esigenze di Pubblica Sicurezza.
La stampa uscì con le prime edizioni dei giornali riportando dapprima dati sintetici e poi informazioni dettagliate con il sopraggiungere di notizie più certe e particolareggiate. L'Italia, sbalordita, seppe così che a Reggio, a Messina, interi quartieri erano crollati, che sotto le macerie di case, ospedali e caserme erano scomparsi interi nuclei familiari, malati, funzionari, guardie e soldati. Venne inoltre a conoscenza della meravigliosa gara di solidarietà internazionale apertasi tra navi straniere ed italiane per portare aiuto ai superstiti e trasportare sui luoghi colpiti dal sisma i materiali e gli uomini necessari.
Il mondo intero si commosse capi di Stato, di Governo e il Papa Pio X, espressero il loro cordoglio ed inviarono notevoli aiuti anche finanziari. Unità da guerra francesi, tedesche, spagnole, greche, e di altre nazionalità lasciarono i loro ormeggi e, raggiunte le due sponde dello stretto, misero a disposizione anche i propri equipaggi per provvedere a quanto necessario distinguendosi peraltro nel corso delle azioni cui presero parte. In tutta Italia, oltre agli interventi organizzati dalla Croce Rossa e dall'Ordine dei Cavalieri di Malta, si formarono comitati di soccorso per la raccolta di denaro, viveri ed indumenti. Da molte province, partirono squadre di volontari composte da medici, ingegneri, tecnici, operai, sacerdoti ed insegnanti per portare, malgrado le difficoltà di trasferimento esistenti, il loro fattivo sostegno alle zone terremotate. Anche le Ferrovie, ormai dello Stato, inviarono proprio personale tra questi Gaetano Quasimodo che raggiunse Messina portando al seguito la famiglia ed il figlioletto Salvatore di soli 7 anni futuro premio Nobel per la letteratura.
Uomini, mezzi, materiali - Attività di Protezione Civile e di Pubblica Sicurezza
Gli ordini emanati raggiunsero immediatamente le Grandi Unità dipendenti. Ufficiali, sottufficiali e soldati inquadrati nei loro reggimenti raggiunsero quindi da tutte le città d’Italia le zone di adunata per trasferirsi senza indugio e senza interruzione nei settori assegnati nei pressi di Reggio e di Messina. Per il trasporto delle truppe, dei viveri e di tutti gli altri generi di soccorso, unità ospedaliere, attrezzature da lavoro, materiali da campo, cucine, ecc. si provvide con le navi della Marina Militare che contribuì all’azione di soccorso con 69 unità di varia tipologia e tonnellaggio nonché con i molti piroscafi civili requisiti o resi disponibili per la specifica necessità. Diverse colonne di soccorso, ripristinate le linee ferroviarie, raggiunsero con treni speciali le zone disastrate mentre altri contingenti, più vicini, si trasferirono “per via ordinaria” con i mezzi a propria disposizione. Al personale della Sanità militare che si premurò di predisporre gli ospedali da campo fornendo personale medico e paramedico specialistico, si unirono contingenti di volontari della Croce Verde, della Croce Bianca, di organizzazioni umanitarie e degli ospedali civili. La Croce Rossa e l’Ordine dei Cavalieri di Malta misero in funzione anche dei “Treni Ospedale” occupandosi della cura dei feriti e del loro trasferimento in altre città al fine di non intasare le strutture sanitarie locali.
A Messina ed a Reggio Calabria, entrati in funzione i Comandi, ed individuati con certezza i grandi settori di intervento si provvide a rivedere e ripianificare lo schema operativo iniziale. Uomini e materiali furono dislocati nelle località maggiormente colpite dal disastro e quindi smistati nelle zone di Messina, Reggio, Villa S. Giovanni, Pellaro, Palmi, Monteleone e Catanzaro. Da questi centri di raccolta i soccorsi si irradiarono anche nei comuni più piccoli e nelle frazioni minori. Alle truppe giunte nei primi giorni del gennaio 1909, se ne aggiunsero poi numerose altre. Complessivamente furono impiegati 55 reggimenti di fanteria, il 1° reggimento granatieri, 4 reggimenti di bersaglieri, 7 reggimenti di alpini, 3 di artiglieria, 5 del genio oltre all’intera brigata ferrovieri. Le brigate Brescia, Livorno, Napoli, Torino, Venezia, Verona, Salerno, Regina, Cremona, Pisa, Pistoia, Bologna, Ferrara, Parma, Sicilia, Ancona, Roma, Basilicata, Messina, Granatieri di Sardegna, Bergamo, Aosta e i reggimenti del genio, degli artiglieri e degli alpini raccolsero nuovi allori ed altre onorificenze oltre quelle già numerose assegnate alle rispettive bandiere. Parteciparono quindi alle operazioni oltre 20.000 uomini dell’esercito di cui circa 12.000 operarono a Messina mentre gli altri furono impiegati a Reggio Calabria e nel suo circondario. A questi raggruppamenti si unirono consistenti reparti dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza che oltre a collaborare nell’azione di soccorso si distinsero anche nell’assolvimento dei loro compiti istituzionali.
Il personale già presente e quello sopraggiunto, anche seguendo il principio della rotazione, fu impiegato nel difficile compito di spegnere incendi, ricercare feriti, soccorrere quanti seppelliti da detriti e macerie, distribuire viveri, recuperare valori e documenti da case, edifici pubblici e banche, trasportare materiali da costruzione, erigere baracche, tendopoli ed ospedali da campo, riadattare strade, acquedotti ed illuminazione pubblica, proteggere linee e stazioni ferroviarie dall’assalto della popolazione in fuga. Molti contingenti del genio ebbero tra l’altro l’ingrato compito di provvedere all’individuazione di aree sufficientemente capienti per la predisposizione di fosse comuni provvedendo alla raccolta ed alla successiva inumazione dei cadaveri.
Moltissimi i piccoli centri abitati raggiunti dalle squadre di soccorso sia in Sicilia che in Calabria. Tra questi quelli di Gazzi, Tremestieri, Galati, Ponte Schiavo, Scaletta, Roccalumera, S. Teresa di Riva, Salice, Villa S. Giuseppe, Rosalì, S.Alessio, S. Stefano d’Aspromonte, Melito, Condofuri, San Lorenzo, Roccaforte del Greco, Bagaladi, Bova, Africo, Scilla, Bagnara, Favazzina, La Guardia, Cannitello, Scaletta Zanclea, S. Lucia del Mela, Castroreale, Milazzo, Venatici, Spadafora, Bauso. Dappertutto furono raccolte vittime, distribuiti viveri ed assicurata l’assistenza necessaria.
Oltre ai servizi più specificatamente attinenti alla protezione civile, soldati, carabinieri e marinai furono inoltre impegnati nella predisposizione di pattuglie di ronda notturna per impedire il saccheggio di quanto abbandonato e disperso da parte di bande di sciacalli. Questo fenomeno fu posto in evidenza sin dai primi giorni a Messina dagli uomini della “Saffo”, in perlustrazione con marinai russi, che sorpresero alcuni malviventi intenti alla spoliazione dei cadaveri ed alla raccolta di oggetti abbandonati. Nuove significative segnalazioni pervennero poi da Reggio Calabria e da altre zone sinistrate.
Visto l’intensificarsi del fenomeno e l’esigenza di porvi freno il Tenente Generale Francesco Mazza, comandante del XII° Corpo d’Armata di Palermo e nominato Commissario Straordinario per i circondari di Messina e Reggio Calabria, richiese ed ottenne provvedimenti durissimi. Con decreti del 4 e del 7 gennaio 1909 fu proclamato lo stato d'assedio, nei comuni e nei circondari di Messina e di Reggio Calabria, ed istituiti appositi tribunali militari. Tra le pene previste: quella di morte mediante fucilazione. Furono aumentati i controlli e le ronde. Qualcuno, preso con le mani nel sacco, pagò con la vita il suo squallido gesto. Il provvedimento fu poi ritirato nel febbraio 1909.
A Messina ed a Reggio Calabria, entrati in funzione i Comandi, ed individuati con certezza i grandi settori di intervento si provvide a rivedere e ripianificare lo schema operativo iniziale. Uomini e materiali furono dislocati nelle località maggiormente colpite dal disastro e quindi smistati nelle zone di Messina, Reggio, Villa S. Giovanni, Pellaro, Palmi, Monteleone e Catanzaro. Da questi centri di raccolta i soccorsi si irradiarono anche nei comuni più piccoli e nelle frazioni minori. Alle truppe giunte nei primi giorni del gennaio 1909, se ne aggiunsero poi numerose altre. Complessivamente furono impiegati 55 reggimenti di fanteria, il 1° reggimento granatieri, 4 reggimenti di bersaglieri, 7 reggimenti di alpini, 3 di artiglieria, 5 del genio oltre all’intera brigata ferrovieri. Le brigate Brescia, Livorno, Napoli, Torino, Venezia, Verona, Salerno, Regina, Cremona, Pisa, Pistoia, Bologna, Ferrara, Parma, Sicilia, Ancona, Roma, Basilicata, Messina, Granatieri di Sardegna, Bergamo, Aosta e i reggimenti del genio, degli artiglieri e degli alpini raccolsero nuovi allori ed altre onorificenze oltre quelle già numerose assegnate alle rispettive bandiere. Parteciparono quindi alle operazioni oltre 20.000 uomini dell’esercito di cui circa 12.000 operarono a Messina mentre gli altri furono impiegati a Reggio Calabria e nel suo circondario. A questi raggruppamenti si unirono consistenti reparti dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza che oltre a collaborare nell’azione di soccorso si distinsero anche nell’assolvimento dei loro compiti istituzionali.
Il personale già presente e quello sopraggiunto, anche seguendo il principio della rotazione, fu impiegato nel difficile compito di spegnere incendi, ricercare feriti, soccorrere quanti seppelliti da detriti e macerie, distribuire viveri, recuperare valori e documenti da case, edifici pubblici e banche, trasportare materiali da costruzione, erigere baracche, tendopoli ed ospedali da campo, riadattare strade, acquedotti ed illuminazione pubblica, proteggere linee e stazioni ferroviarie dall’assalto della popolazione in fuga. Molti contingenti del genio ebbero tra l’altro l’ingrato compito di provvedere all’individuazione di aree sufficientemente capienti per la predisposizione di fosse comuni provvedendo alla raccolta ed alla successiva inumazione dei cadaveri.
Moltissimi i piccoli centri abitati raggiunti dalle squadre di soccorso sia in Sicilia che in Calabria. Tra questi quelli di Gazzi, Tremestieri, Galati, Ponte Schiavo, Scaletta, Roccalumera, S. Teresa di Riva, Salice, Villa S. Giuseppe, Rosalì, S.Alessio, S. Stefano d’Aspromonte, Melito, Condofuri, San Lorenzo, Roccaforte del Greco, Bagaladi, Bova, Africo, Scilla, Bagnara, Favazzina, La Guardia, Cannitello, Scaletta Zanclea, S. Lucia del Mela, Castroreale, Milazzo, Venatici, Spadafora, Bauso. Dappertutto furono raccolte vittime, distribuiti viveri ed assicurata l’assistenza necessaria.
Oltre ai servizi più specificatamente attinenti alla protezione civile, soldati, carabinieri e marinai furono inoltre impegnati nella predisposizione di pattuglie di ronda notturna per impedire il saccheggio di quanto abbandonato e disperso da parte di bande di sciacalli. Questo fenomeno fu posto in evidenza sin dai primi giorni a Messina dagli uomini della “Saffo”, in perlustrazione con marinai russi, che sorpresero alcuni malviventi intenti alla spoliazione dei cadaveri ed alla raccolta di oggetti abbandonati. Nuove significative segnalazioni pervennero poi da Reggio Calabria e da altre zone sinistrate.
Visto l’intensificarsi del fenomeno e l’esigenza di porvi freno il Tenente Generale Francesco Mazza, comandante del XII° Corpo d’Armata di Palermo e nominato Commissario Straordinario per i circondari di Messina e Reggio Calabria, richiese ed ottenne provvedimenti durissimi. Con decreti del 4 e del 7 gennaio 1909 fu proclamato lo stato d'assedio, nei comuni e nei circondari di Messina e di Reggio Calabria, ed istituiti appositi tribunali militari. Tra le pene previste: quella di morte mediante fucilazione. Furono aumentati i controlli e le ronde. Qualcuno, preso con le mani nel sacco, pagò con la vita il suo squallido gesto. Il provvedimento fu poi ritirato nel febbraio 1909.
Elogi del Re alle truppe - Accuse della stampa al Governo
Il Re rientrato a Roma dopo aver visitato i luoghi sinistrati della Sicilia e della Calabria, ritenne opportuno indirizzare in data 5 gennaio 1909 un proprio ordine del giorno di elogio al personale italiano e straniero, sempre impegnato con grave sacrificio nell’adempimento dei compiti assegnati:
“All'Esercito ed all'Armata,
Nella terribile sciagura che ha colpito una vasta plaga della nostra Italia, distruggendo due grandi città e numerosi paesi della Calabria e della Sicilia, una volta di più ho potuto personalmente constatare il nobile slancio dell'esercito e dell'armata, che accomunando i loro sforzi a quelli dei valorosi ufficiali ed equipaggi delle navi estere, compirono opera di sublime pietà strappando dalle rovinanti macerie, anche con atti di vero eroismo, gli infelici sepolti, curando i feriti, ricoverando e provvedendo all'assistenza ai superstiti.
Al recente ricordo del miserando spettacolo, che mi ha profondamente commosso, erompe dall'animo mio e vi perdura vivissimo il sentimento di ammirazione che rivolgo all'esercito ed all'armata.
Il mio pensiero riconoscente corre pure spontaneamente agli ammiragli, agli ufficiali ed agli equipaggi delle navi russe, inglesi, germaniche e francesi che, mirabile esempio di solidarietà umana, recarono tanto generoso contributo di mente e di opera".
Nella terribile sciagura che ha colpito una vasta plaga della nostra Italia, distruggendo due grandi città e numerosi paesi della Calabria e della Sicilia, una volta di più ho potuto personalmente constatare il nobile slancio dell'esercito e dell'armata, che accomunando i loro sforzi a quelli dei valorosi ufficiali ed equipaggi delle navi estere, compirono opera di sublime pietà strappando dalle rovinanti macerie, anche con atti di vero eroismo, gli infelici sepolti, curando i feriti, ricoverando e provvedendo all'assistenza ai superstiti.
Al recente ricordo del miserando spettacolo, che mi ha profondamente commosso, erompe dall'animo mio e vi perdura vivissimo il sentimento di ammirazione che rivolgo all'esercito ed all'armata.
Il mio pensiero riconoscente corre pure spontaneamente agli ammiragli, agli ufficiali ed agli equipaggi delle navi russe, inglesi, germaniche e francesi che, mirabile esempio di solidarietà umana, recarono tanto generoso contributo di mente e di opera".
In data 8 gennaio 1909 si riunì la Camera dei Deputati per esaminare alcuni provvedimenti urgenti di natura giuridica e finanziaria a favore delle località danneggiate. Accolte le misure proposte tra cui quelle inerenti nuove imposte e stanziamenti importanti da destinare alla ricostruzione, il 12 gennaio il Senato approvò a sua volta all’unanimità il progetto di legge a favore di Messina e di Reggio. Associandosi poi alle parole del Re emanò a sua volta un proprio ordine del giorno:
“Il Senato nell’intraprendere, col pensiero alla patria, l’esame dei provvedimenti intesi a risollevare le sorti delle province di Messina e di Reggio Calabria, rende omaggio e riverente plauso alle LL.MM. il Re e la Regina, a S. Maestà la Regina Madre ed ai Principi Reali, primi a portar sollievo al luogo del disastro; al Governo, all’esercito, alla nostra marina, alle Nazioni ed alle marine straniere, che con generosa abnegazione si adoprarono a riparare l’immensa sciagura che commosse tutte le genti civili”.
Non mancarono comunque polemiche. Alcune testate giornalistiche, criticando i provvedimenti finanziari adottati ed in particolare l’inasprimento delle tasse, accusarono il governo di aver speso molto e destinato male i fondi raccolti in occasione dei terremoti degli anni precedenti senza peraltro portare benefici alle popolazioni danneggiate.
Altri giornali, tra cui il “Tempo”, attribuirono poi ai Comandi militari gravi colpe: parziale incapacità nella gestione degli interventi di soccorso, confusione burocratica e ritardi nella distribuzione locale delle risorse, inefficienza e ritardi anche nelle azioni di recupero e riconoscimento delle salme. Ulteriori attacchi furono portati contro la Marina italiana in quanto giudicata meno sollecita e pronta ad affrontare gli eventi rispetto alla capacità ed alla funzionalità dimostrata dalle squadre navali straniere, facendo in ciò esplicito riferimento a quelle russa, inglese, francese e tedesca. Il “Giornale di Sicilia” lamentò anche manchevolezze nella distribuzione di viveri e di generi di conforto nonché difficoltà procedurali nell’erogazione degli aiuti.
Il Presidente del Consiglio Giolitti, pur non negando eventuali e possibili disfunzioni nella catena di comando e nella organizzazione dei soccorsi, difese le strutture e portò a propria e a loro scusante l’immensità del sinistro, peraltro imprevedibile anche nei suoi effetti collaterali. Il ministro Mirabello, nel tutelare l’operato della Marina, dichiarò calunnioso e strumentale ogni paragone con gli interventi anche di natura umanitaria che distinsero l’azione ampiamente riconosciuta come meritoria da parte di ufficiali e marinai del naviglio straniero.
Nel contempo al ministro della guerra, Casana, fu richiesto di recarsi a Reggio, a Messina, a Palmi e nel circondario per verificare di persona le accuse mosse dalle agenzie di stampa contro l’operato dell’esercito. Al suo rientro il 16 gennaio 1909, al fine di cancellare il discredito portato alle risorse umane ancora duramente impegnate per far fronte alle varie necessità dei luoghi disastrati, aggiunse il suo elogio a quello già precedentemente espresso dal Re e dal Parlamento:
Altri giornali, tra cui il “Tempo”, attribuirono poi ai Comandi militari gravi colpe: parziale incapacità nella gestione degli interventi di soccorso, confusione burocratica e ritardi nella distribuzione locale delle risorse, inefficienza e ritardi anche nelle azioni di recupero e riconoscimento delle salme. Ulteriori attacchi furono portati contro la Marina italiana in quanto giudicata meno sollecita e pronta ad affrontare gli eventi rispetto alla capacità ed alla funzionalità dimostrata dalle squadre navali straniere, facendo in ciò esplicito riferimento a quelle russa, inglese, francese e tedesca. Il “Giornale di Sicilia” lamentò anche manchevolezze nella distribuzione di viveri e di generi di conforto nonché difficoltà procedurali nell’erogazione degli aiuti.
Il Presidente del Consiglio Giolitti, pur non negando eventuali e possibili disfunzioni nella catena di comando e nella organizzazione dei soccorsi, difese le strutture e portò a propria e a loro scusante l’immensità del sinistro, peraltro imprevedibile anche nei suoi effetti collaterali. Il ministro Mirabello, nel tutelare l’operato della Marina, dichiarò calunnioso e strumentale ogni paragone con gli interventi anche di natura umanitaria che distinsero l’azione ampiamente riconosciuta come meritoria da parte di ufficiali e marinai del naviglio straniero.
Nel contempo al ministro della guerra, Casana, fu richiesto di recarsi a Reggio, a Messina, a Palmi e nel circondario per verificare di persona le accuse mosse dalle agenzie di stampa contro l’operato dell’esercito. Al suo rientro il 16 gennaio 1909, al fine di cancellare il discredito portato alle risorse umane ancora duramente impegnate per far fronte alle varie necessità dei luoghi disastrati, aggiunse il suo elogio a quello già precedentemente espresso dal Re e dal Parlamento:
“Al momento di lasciare questi luoghi terribilmente provati dalla sventura, invio a tutti gli appartenenti all'esercito, che hanno qui dato il generoso concorso dell'opera loro, il mio generoso saluto.
A quanti, superstiti al disastro, hanno concorso fino dal primo momento e con sereno eroismo alla grave e pietosa opera di soccorso, dimostrando all'evidenza che le più terribili prove non abbattono l'animo del soldato italiano, non ne diminuiscono l'energia e non gli tolgono la fede nell'avvenire, giunga il tributo della mia viva ammirazione.
“Ad essi e a coloro che, inviati qui da ogni parte d'Italia, hanno fatto a gara, col più generoso entusiasmo, per rispondere all'appello della patria, siano di giusto premio la lode di S.M. il Re ed il plauso della Nazione, di cui fu autorevole interprete il Parlamento. Un esercito nel quale sono così profondamente radicati il sentimento della fratellanza nazionale ed una illimitata abnegazione nell'adempimento del dovere, dà giusta ragione di una piena fiducia nei destini avvenire d'Italia".
A quanti, superstiti al disastro, hanno concorso fino dal primo momento e con sereno eroismo alla grave e pietosa opera di soccorso, dimostrando all'evidenza che le più terribili prove non abbattono l'animo del soldato italiano, non ne diminuiscono l'energia e non gli tolgono la fede nell'avvenire, giunga il tributo della mia viva ammirazione.
“Ad essi e a coloro che, inviati qui da ogni parte d'Italia, hanno fatto a gara, col più generoso entusiasmo, per rispondere all'appello della patria, siano di giusto premio la lode di S.M. il Re ed il plauso della Nazione, di cui fu autorevole interprete il Parlamento. Un esercito nel quale sono così profondamente radicati il sentimento della fratellanza nazionale ed una illimitata abnegazione nell'adempimento del dovere, dà giusta ragione di una piena fiducia nei destini avvenire d'Italia".
Successivamente furono forniti, in maniera più o meno ufficiale, dati e statistiche sulle persone ritrovate vive sotto le macerie per un totale di circa 17.000 persone di cui: 13.000 circa salvate dai militari italiani, 1.300 dai russi, 1.100 dagli inglesi e 900 dai tedeschi. Con riguardo alle operazioni di trasporto della Marina militare le informazioni trasmesse diedero per certo, alla data del 2 gennaio 1909, il trasferimento nei vari ospedali di circa 10.300 feriti mentre altri 1.200 furono movimentati dalla marina inglese e circa 1.000 da quella russa. Altre informazioni riguardarono le numerose perdite subite dal personale dell’esercito, della Marina e di altre armi alcune delle quali avvenute nel corso delle operazioni di soccorso: complessivamente circa 1.000 uomini di cui un centinaio della Marina.
Ampio risalto fu poi dato anche all’impegno profuso da Re, dalla famiglia reale, ed in particolare a quello assistenziale reso nell’occasione dalla Regina Elena. Le cronache scandalistiche e le accuse in esse riportate, per lo più legate alla evidenziazione di fatti probabilmente veri ma legati ad avvenimenti temporalmente limitati, si ridussero in poco tempo a poche righe marginali per poi esaurirsi del tutto in mancanza di ulteriori elementi su cui fondare la critica. Forse…anche perché nello stesso periodo di tempo circolarono notizie ricavate dal Danzer’s Armée Zeitung, giornale viennese vicino agli orientamenti dei vertici militari imperiali, che in un articolo sostenne che l’Austria avrebbe dovuto trarre occasione dalla difficile situazione, causata dal terremoto di Reggio e Messina, per scatenare una guerra preventiva contro l’Italia. L’incidente si risolse diplomaticamente in breve tempo ma alcuni circoli austriaci, oltre a non dimostrare alcun sentimento umano, si rivelarono peggiori di molti degli sciacalli fucilati sul campo. Tempo al tempo…pensò qualcuno!
Ampio risalto fu poi dato anche all’impegno profuso da Re, dalla famiglia reale, ed in particolare a quello assistenziale reso nell’occasione dalla Regina Elena. Le cronache scandalistiche e le accuse in esse riportate, per lo più legate alla evidenziazione di fatti probabilmente veri ma legati ad avvenimenti temporalmente limitati, si ridussero in poco tempo a poche righe marginali per poi esaurirsi del tutto in mancanza di ulteriori elementi su cui fondare la critica. Forse…anche perché nello stesso periodo di tempo circolarono notizie ricavate dal Danzer’s Armée Zeitung, giornale viennese vicino agli orientamenti dei vertici militari imperiali, che in un articolo sostenne che l’Austria avrebbe dovuto trarre occasione dalla difficile situazione, causata dal terremoto di Reggio e Messina, per scatenare una guerra preventiva contro l’Italia. L’incidente si risolse diplomaticamente in breve tempo ma alcuni circoli austriaci, oltre a non dimostrare alcun sentimento umano, si rivelarono peggiori di molti degli sciacalli fucilati sul campo. Tempo al tempo…pensò qualcuno!
Interventi per la ricostruzione, premi e decorazioni
Assicurate attraverso i dispositivi di legge le risorse finanziarie e giunti importanti aiuti da varie parti del mondo furono analizzate le ipotesi di intervento per una riedificazione. Ad una primo suggerimento di demolire completamente quanto rimasto di Messina e costruirla in altra zona si ribellarono gli abitanti. Abbandonato il progetto fu iniziato lo sgombero delle macerie, la demolizione degli edifici inagibili, il ripristino dei servizi essenziali e delle case ancora in parte od in tutto abitabili. Istituite apposite commissioni fu rivisto il piano di urbanizzazione identificando criteri più idonei per le nuove edificazioni e richiedendo tra l’altro l’adozione di metodologie costruttive antisismiche. Per Messina non furono provvedimenti del tutto nuovi….il governo di Ferdinando IV di Borbone si era comportato analogamente a seguito del grande terremoto del 1783.
Per far fronte ai più immediati fabbisogni della popolazione si diede avvio alla costruzione di baracche di legno che sostituirono o si aggiunsero alle tendopoli. Sorsero quindi quartieri del tutto provvisori denominati americano, lombardo, svizzero, tedesco, ecc. in segno di riconoscenza verso i paesi che con i loro tangibili aiuti ne agevolarono la realizzazione; un quartiere fu intestato anche alla Regina Elena. I lavori non andarono avanti speditamente dando origine a nuove polemiche contro il Governo ed a nuovi corsivi dei giornali tra cui anche quelli pubblicati dalla “Domenica del Corriere” che uscì nel febbraio 1909, lamentando lentezze burocratiche ed illustrando come sempre la sua edizione con una delle prestigiose tavole di A. Beltrame.
Le baracche però fecero bella mostra di se per lungo tempo prima che il processo di vera e propria ricostruzione fosse completato. Quasi trenta anni! A cancellare quasi del tutto quanto salvato dal cataclisma del 1908 e quanto rimasto dopo la fase di ricostruzione pensò poi la seconda guerra mondiale.
Come in altre occasioni, nel maggio 1909 il Governo decise di ricompensare con specifica attestazione, civili, militari, enti ed organizzazioni umanitarie impegnate nelle operazioni di soccorso testimoniando così le particolari benemerenze acquisite dalle stesse nell’opera assistenziale svolta a favore dei terremotati. Vittorio Emanuele III, emanò quindi in data 6 maggio 1909, con il numero 338, un decreto con il quale furono fissate le modalità di concessione di una speciale medaglia di benemerenza, in due formati diversi ed in tre gradi, da attribuire ad enti, nel formato grande, ed alle persone nel formato piccolo, in quanto segnalate e riconosciute meritevoli della concessione da una speciale commissione all’uopo nominata. L’art. 3 del R.D. fu poi varato con quello del decreto del 21 ottobre 1909 n. 719, che modificò i colori del nastro di sospensione precedentemente stabiliti nella nuova tonalità verde orlata di bianco.
Venne poi approvata la legge 21 luglio 1910, n. 579, che converte in legge i decreti reali relativi al terremoto del 28 dicembre 1908, pubblicata nella Gazzetta ufficiale n.196 del 23 agosto 1910.
Per far fronte ai più immediati fabbisogni della popolazione si diede avvio alla costruzione di baracche di legno che sostituirono o si aggiunsero alle tendopoli. Sorsero quindi quartieri del tutto provvisori denominati americano, lombardo, svizzero, tedesco, ecc. in segno di riconoscenza verso i paesi che con i loro tangibili aiuti ne agevolarono la realizzazione; un quartiere fu intestato anche alla Regina Elena. I lavori non andarono avanti speditamente dando origine a nuove polemiche contro il Governo ed a nuovi corsivi dei giornali tra cui anche quelli pubblicati dalla “Domenica del Corriere” che uscì nel febbraio 1909, lamentando lentezze burocratiche ed illustrando come sempre la sua edizione con una delle prestigiose tavole di A. Beltrame.
Le baracche però fecero bella mostra di se per lungo tempo prima che il processo di vera e propria ricostruzione fosse completato. Quasi trenta anni! A cancellare quasi del tutto quanto salvato dal cataclisma del 1908 e quanto rimasto dopo la fase di ricostruzione pensò poi la seconda guerra mondiale.
Come in altre occasioni, nel maggio 1909 il Governo decise di ricompensare con specifica attestazione, civili, militari, enti ed organizzazioni umanitarie impegnate nelle operazioni di soccorso testimoniando così le particolari benemerenze acquisite dalle stesse nell’opera assistenziale svolta a favore dei terremotati. Vittorio Emanuele III, emanò quindi in data 6 maggio 1909, con il numero 338, un decreto con il quale furono fissate le modalità di concessione di una speciale medaglia di benemerenza, in due formati diversi ed in tre gradi, da attribuire ad enti, nel formato grande, ed alle persone nel formato piccolo, in quanto segnalate e riconosciute meritevoli della concessione da una speciale commissione all’uopo nominata. L’art. 3 del R.D. fu poi varato con quello del decreto del 21 ottobre 1909 n. 719, che modificò i colori del nastro di sospensione precedentemente stabiliti nella nuova tonalità verde orlata di bianco.
Venne poi approvata la legge 21 luglio 1910, n. 579, che converte in legge i decreti reali relativi al terremoto del 28 dicembre 1908, pubblicata nella Gazzetta ufficiale n.196 del 23 agosto 1910.
Bibliografia:
59 : commenti:
"I fenomeni meteorologici sono prevedibili con larga puntualità ma non mi sembra che per questo ci siano meno vittime o si faccia molto per evitare le sciagure idrogeologiche."
Occorrerebbe precisare che i fenomeni metereologici sono prevedibili E la gente si regola di conseguenza (freddo, caldo, piogge). Il degrado ambientale è un fenomeno diverso e l'ambiente non fa altro che reagire all'incuria umana.
Questo però non c'entra niente con i terremoti, e in Italia è impossibile preservare il patrimonio artistico dai terremoti. Semplicemente occorrerebbe rifare tutto da zero, in modo antisismico. Occorre accettare che un edificio datato è per sua natura labile e quasi sempre non permette interventi incisivi di ristrutturazione (le belle arti non permettono neanche di levare una crosta anonima, figuriamoci una revisione strutturale con gli inevitabili impatti estetici)
Giampaolo Giuliani afferma di avere le tecnologie riguardanti i precursori sismici per la previsione dei terremoti (alcune ore) come avvenne all'Aquila alcuni anni fa, ora mi domando perché si preferisce far finta di nulla sostenendo che questo non è possibile, quali interessi/baronìe ostano la ricerca di soluzioni innovative?
in Italia mica ci sono solo le chiese ...i terremoti possono essere previsti o si puo dire che l'energia accumulata stà incrementando o decrementando .La situazione prima del secondo sisma era appunto un incremento e Giuliani a detto che quelli dell'Ingv non sanno nemmeno leggere i sismografi oppure ordini superiori impongono di non rivelare nulla alla popolazione per non metter paura ...roba dà manicomio ...trattano la gente come dei bambini cui nascondere le cose gravi .Secondo me si beccano qualche altra querela ...peccato che la class action in Italia sia una farsa altrimenti già dà come hanno trattato gli Aquilani si sarebbero dovuti dimettere in massa , invece tutti al loro posto e forse gli hanno alzato anche lo stipendio ...Bisogna prepare un elenco e alle prossime elezioni politiche consegnarlo ai nuovi politici e fare piazza pulita di questa gente .
>mi domando perché si preferisce far finta di nulla sostenendo che questo non è possibile, quali interessi/baronìe ostano la ricerca di soluzioni innovative?
Io invece mi domando come mai chi non ne sa niente da subito retta al primo che passa, invece di appoggiarsi a gente esperta. Sempre la solita storiella del genio solitario contro il Sistema...
@Vincenzo Bonomo: il problema e` che non c'e` una correlazione diretta e definita fra emissione di gas radioattivi (es. Radon) ed orario/luogo del sisma a partire dalla rilevazione, checche' se ne dica.
Checche se ne dica il radon studiato da giuliani non è lo stesso degli altri classici . Il radon 222 è una linea di decadimento diversa e il tempo di decadimento di questo radon222 è di 3,824 giorni tempo sufficente per analizzare la situazione e trarne le conseguenze .
http://ilblogdimara.over-blog.it/article-giampaolo-giuliani-forti-anomalie-radon-fuori-rete-prestare-massima-attenzione-105723477.html
scritto 6 giorni fà ...
Rispondo sinteticamente
@Endymion
Gli abitanti di Sarno conoscevano il proprio sottosuolo... ed anche le previsioni meteo... Cosa hanno potuto fare? Non sarebbe stato meglio evitare di costruire sotto i depositi vulcanici?
Non so se sia possibile rifare tutto da zero ma di certo stare più attenti è possibile. Trovo spaventoso che in Emilia la morte sia avvenuta sotto dei capannoni industriali seminuovi. Davvero indegno!!!
@Tutti
Giuliani fa delle affermazioni e tanti altri ne fanno delle altre... Se foste voi delle istituzioni a chi credereste? A chi la spara più grossa?
Di sicuro io lo farei provare dato che afferma che i suoi macchinari cosatno poco... e se non funzionasse, una bella penale...
Ripeto però, che io sappia, non è sempre vero che gli indicatori aumentino con la pressione... questo perchè certi strati di roccia porosa in quelle condizioni assorbono ancora di più... La cina utilizza da tempo questi metodi ma con fortune alterne.... (si parla del 20-30% per quelli a medio termine e solo del 10% a breve termine http://italian.cri.cn/781/2009/07/23/122s123678.htm)
ma cmq torniamo sempre al punto di partenza, ammesso e non concesso che si riesca a prevderli, sarebbe così efficace?
Vuoi vedere che in Italia con la scusa che si possono prevedere si farebbe ancora meno dal punto di vista della prevenzione?
poi chissà perchè il "te lo avevo detto" arriva sempre dopo... Pure io da coglione quale sono avevo visto una crisi sismica in atto perchè mi piace fare visite frequenti sul sito dell'INGV... dovevo avvertirvi così avremmo fermato mezza Italia? Ricrodo anche che scosse di questo tipo fanno il solletico al Giappone... ergo, è solo colpa nostra!
...credevo qualcuno aprisse questo Link..
Chissà se lo ha fatto Daniele Passerini, credo che lui ne rimarrebbe molto molto affascinato...
http://daltonsminima.altervista.org/?p=21093
molto bello ... in parole povere spiega in parte il perchè Bendandi Avesse ragione ...
IL campo magnetico di venere dà un "palettata" al nostro e il rinculo genera il terremoto ... haarp gonfia e innalza la ionosfera dall'interno e il rinculo genera il terremoto ...
dicono che il valore massimo si avrà verso il 5 o 6 di giugno.sono curioso...
intanto terremoti 4.4 max anche in grecia
"Preciso che L’intero staff di NIA si dissocia dalle ipotesi di una causa artificiale sui terremoti che hanno colpito la pianura padana."
e subito sotto :
"Concordo con il condizionale usato da Michele… anche se a dire il vero una certa perturbazione magnetica e’ in corso dalle prime ore di questa notte…:
http://www.swpc.noaa.gov/rt_plots/GOEShp.gif
http://www.swpc.noaa.gov/rt_plots/Electron.gif"
Per la serie ve l'avevo detto che questi terremoti sono di origine artificiale e sono creati ad hoc per distruggere l'Italia e altri paesi come il Giappone .Abbiamo a che fare con dei nazisti veri che non usano bombe perchè in Italia e Giappone non si può , ma in Siria in Libia e in altre parti del mondo si e non si limitano ad haarp ...Fuori i nazi Americani dal suolo Italiano Subito ...
https://picasaweb.google.com/103825953000810133293/May302012
A questo link un ragazzo mette on line un libro di Bendandi ...
Ok, i terremoti sono artificiali....
Ma mi faccia il piacere!!!
Quindi la Pangea si è spaccata e le placche tettoniche si muovono artificialmente.
Bertoldo, ti do una bella idea per un nuovo complotto.
La tecnologia è aliena e sono stati loro a dare il via alla tettonica a zolle (in previsione di una successiva introduzione artificiale del genere umano).
So da fonte certa che il terremoto di Messina è stato causato dal primo prototipo di Haarp, era a carbone e non hanno dosato bene le palate, hanno esagerato.
Invece di spendere soldi in allucinogeni vai da uno psichiatra, ne trarrai beneficio.
Che carino il buffetto Haarp dai mille impieghi con paten rilasciata nel 1971 o 1977 ad un certo Brice; Neil M. (McLean, VA) Assignee: Cornell Research Foundation, Inc....
Modifica il clima, la ionosfera, la densità, abbatte missili , aerei , ecc ecc Soltanto mi domando per che cavolo gli USA spendevano allora miliardi di $ per realizzare l'antimissile o il laser contro le multitestate nucleari russe quando già questo signore poteva fornir loro IL RAGGIO DELLA MORTE:.. fino all'86 siamo in piena guerra fredda e come mai questo HAARP è visibile tra le (pseudo) patent USA e codesto signore non è sparito assieme alla sua invenzione nelle capaci mani CIA o US Army, o dell'URSS allora non scherzavano!! MA FATEMI... !!! Io non ho cero capacità mentali adeguate purtroppo.come mi dice Bertoldo..ma
@Teknico
ahahahahahah :))))))
Non viene fornita notizia dello spettrogramma fra le 17,00 del 28 maggio e le 19,00 del 29 maggio:
http://www.haarp.alaska.edu/cgi-bin/scmag/disp-scmag.cgi?date=20120529&Bx=on
@Sandro75K
"ammesso e non concesso che si riesca a prevderli, sarebbe così efficace?"
Non mettiamo le cose tanto semplici, stavolta in fondo è andata molto bene col sisma in piena notte.. se fosse avvenuto a metà mattina che sarebbe accaduto nelle scuole, negli uffici, nei negozi , nelle fabbriche e laboratori... ho paura a immaginarlo, i numeri dei feriti e deceduti forse si sarebbero contati a molte centinaia (900 in friuli), e in una grande città?.... allora delle previsioni magari un po' più precise per bloccare la vita sociale sarebbero probabilmente molto opportune. Tutti in vacanza ai giardini o in campeggio per una settimana almeno, per legge, i centri quasi bloccati, la vita prima di tutto.. nohh?
La prevenzione, sui fabbricati penso..ma cosa puoi rispondere a Endymion ". Semplicemente occorrerebbe rifare (quasi ) tutto da zero, in modo antisismico". L'antisismico sicuro per veri terremoti sono le piastre alla fondazione sospese su una serie di pendoli appoggiati sul terreno e che tagliano via le spinte sismiche come in Japan. 400.000 capannoni in padania costruiti probabilmente tutti con norme di legge che non prevedevano sismi...altro che costruttori banditi, una bella class action dei propietari delle fabbriche contro gli scienziati e tecnici che hanno imposto quelle norme a capocchia e che hanno prodotto danni enormi per primi a loro propietari che farebbero bene ad andar tutti in Cina!! con questa organizzazione...
Maggio è finito, cosi come il tempo concesso a Rossi da parte di UniBO.
@Piero41
se un giorno si riuscisse a prevedere anche l'ora ed il minuto sarei assolutamente d'accordo con te... ma perchè non cominciare dalle cose possibili? Cominciamo da quelle... no????
verso la fine della seconda guerra mondiale si diceva che la Germania avrebbe vinto la guerra perchè era in possesso di un bomba terrificante.
Adesso si dice che gli usa hanno una tecnologia da provocare terremoti e uragani(il bel tempo stabile per alcuni giorni e le correnti d aria si possono realizzare), io questo non lo so ma potrebbe esser uno studio per ora teorico e potremmo dire molto "fantasioso" ma...
ricordiamoci della "bomba"..
mi sembra giusto che ci sia gente che la pensi come Bertoldo almeno un piccolissimo senso critico in tutto ciò che accade sarà sempre presente in tutti
teknico dei mie stivali...
Invece di sparare boiate potresti fare un'attimo mente locale e pensare che i terremoti si generano con allineamenti planetari particolari che modificano il campo magnetico in maniera del tutto simile a come fà haarp .Quindi i terremoti planetari sono naturali , quelil generati da haarp sono artificiali ...è abbastanza semplice anche dei pirlopodi come voi lo possono capire .
Ma veniamo al dettaglio che forse è sfuggito :
"Ok, i terremoti sono artificiali....
Ma mi faccia il piacere!!!"
Chiedi al gestore del sito perchè ha voluto mettere quella frase sibillina ? ""Preciso che L’intero staff di NIA si dissocia dalle ipotesi di una causa artificiale sui terremoti che hanno colpito la pianura padana."
lo deve precisare ...psicologicamente che significa ? che forse pensa il contrario di quello che afferma e non può dirlo ?
"Quindi la Pangea si è spaccata e le placche tettoniche si muovono artificialmente."
Very very compliments ma perchè le due cose insieme non possono coesistere , nel tuo mondo in bianco e nero con i paraocchi di un cavallo da tiro ? Comme ?
"Bertoldo, ti do una bella idea per un nuovo complotto.
La tecnologia è aliena e sono stati loro a dare il via alla tettonica a zolle (in previsione di una successiva introduzione artificiale del genere umano)."
queste frasi con complotti e roba del genere vanno bene per i disinformati e queeli che guardano la tv , se miri a quei pirla probabilmente il tuo tentativo di disinformare è forse raggiunto , ma le cose cambiano in fretta in Italia e per gente come voi ci sarà poco spazio ...
I complotti ci sono sempre stati :
Tu quoque, Brute, fili mi!
E si parla di 2000 anni fà ...oggi si sono adeguati alle tecnologie odierne , mentre i tuoi pensieri sono nel 2000 a.c. se non nel cretaceo ...
"Invece di spendere soldi in allucinogeni vai da uno psichiatra, ne trarrai beneficio."
Ti suggerisco di cambiare lavoro ...quello di disinformatore non ti riesce bene ...
E comunque gli allucinoggeni servono a te visto che la realtà la guardi dal buco della serratura ...
Ti rammento una cosa poi ...gli allucinoggeni sono serviti a parecchi artisti di una precisa zona temporale per creare della musica e delle opere che rimarranno nella storia ...Il piattume che si vede oggi è frutto della psicoanalisi omologante ...rechhia mozzata doveva avere un cervello allucinato per creare quei paesaggi ...
@Mario Massa
se ci sei batti un colpo... tutto bene?
... vero! ma, anche una sensibilità fuori del comune:)
Altrimenti sai quanti Artisti ci sarebbero in giro?
Bertoldo bello di zio.
La differenza tra me e te è che io uso la mia testa, tu usi quella degli altri.
Non è che sti complotti li hai scoperti tu con il tuo ingegno, li hai letti su internet e ci sei abboccato come un "boccalone"
Non avendo tu una mente critica, non analizzi minimamente cosa scrivono.
Per il solo fatto che in 100.000 dicono una stronzata non è che diventa verità.
I complotti certo che esistono, ne ho appena scoperto IO uno.
Nel mio Comune c'è chi si è beccato 20.000 euro per un progetto sulla raccolta differenziata spacciandolo per proprio quando invece è stato interamente copiato, in più è stato copiato e modificato a svantaggio dei cittadini e a vantaggio della ditta vincitrice il bando di gara (ovviamente a prezzo maggiore del bando copiato), creando quindi una turbativa d'asta.
A giorni parte la denuncia.
E tutti questi dati li ho scaricati da internet, io lo uso per prendere informazioni, confrontarle, analizzarle e trarre le MIE conclusioni, non lo uso per farmi plagiare.
Se fossi in te farei causa all'inventore di internet, ti ha fatto scoprire tante di quelle brutte cose che non ci dormi più la notte.
P.S.
Invece di tagliarti l'orecchio, tagliati il "coso" cosi ci fai il regalo di togliere il tuo genoma dal pool genetico dell'umanità.
Non è un problema mio se odi chi non è come te e mi dispiace se stai allevando il figlio di qualcun'altro ... potevi dirlo prima ...
Pensa se l'avesse fatto tuo padre ...a quest'ora non avremmo un teknico qualsiasi dà dover sopportare e che non ha nulla da dire di tecnico ...
Comunque non hai scritto una parola in merito al perchè io non abbia ragione ha riportare quei link e i ragionamenti conseguenti ...
Mi dispiace ma quando non sai rispondere non puoi cavartela con attacchi personali pensando di poter aver ragione dimostrando che sono un pirla . Va beh te lo dico io sono un pirla , ora che abbiamo appurato questo fatto rispondi a quanto riportato oppure muto e pi@@a che è l'unica cosa chesai fare .the capì pirletto ?
www.itacomm.net/EQL/2011_Fidani.pdf
ho rimesso il link ,perchè ,magari, a qualcuno potrebbe interessare
sulla previsione dei terremoti
la previsione ce l'abbiamo, per un paio di anni va così... che si fa?
come dici tu Sandro: Prevenzione.
"L' intervista che segue al Generale Mini e' stata realizzata in tempi non sospetti, in essa si parla di cambiamenti climatici, di tsunami e di terremoti ed il Gen. Mini non ha nessuna difficoltao ad ammettere nella maniera piu' chiara che tali eventi possono essere creati artificialmente e che rappresentano ormai l' ultima frontiera degli armamenti delle superpotenze ed in special modo degli Stati Uniti...."
http://informare.over-blog.it/article-terremoti-artificiali-sentite-cosa-dice-il-generale-mini-106144793.html
Allora commentami questi di grafici:
http://www.ismea.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/242#IsmeaAnchPMO15
http://www.ismea.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/242#IsmeaAnchPMO13
I veri autori del terremoto artificiale sono i macellai, il prezzo all'acquisto era salito troppo e distruggendo molte vaccherie obbligano gli allevatori a portare al macello le bestie perché non riescono più a nutrire.
I miei grafici sono validi quanto i tuoi.
Ma dimmi un pò, dove sarebbe scritto che l'attività magnetica produce i terremoti?
L'hai letto sulla gazzetta dello sport?
Comunque hai ragione, sono un pirla che perdo il mio tempo a parlare con te.
"IL campo magnetico di venere dà un "palettata" al nostro e il rinculo genera il terremoto ... haarp gonfia e innalza la ionosfera dall'interno e il rinculo genera il terremoto ..."
Come dicevo prima, non usi il cervello, abbocchi a tutto quello che ti dicono.
Campo magnetico Sole 10 alla -4 Tesla
Campo magnetico Terra = 10 alla -9 Tesla (un decimillesimo di quello del Sole)
Se il campo magnetico di Venere esiste è minore un decimillesimo di quello terrestre.
http://www.br3nn0s.org/scienza/orb.htm
Quindi Venere con un campo magnetico (se esiste) che definire una cagata è un complimento, influenza la Terra più del Sole?
E guarda questo?
http://www.sciencedaily.com/releases/2012/03/120323094033.htm
Hanno prodotto un campo magnetico 2 MILIONI di volte più intenso di quello terrestre!
Minchia! secondo te allora la Terra si dovrebbe essere spaccata in due.
Quello che mi dispiace è che lo stato italiano a speso tanti soldi per farti ripetere 4 volte la quinta elementare.
"Ma dimmi un pò, dove sarebbe scritto che l'attività magnetica produce i terremoti?"
Da che cosa sarebbe prodotto se non dà variazioni del campo magnetico che fanno accumulare energia nel sottosuolo che arrivando al punto di rottura provocano un terremoto ? Dalle scuregge dei tuoi grafici ?
Nel caso non te ne fossi accorto nel sito ingv c'è una sezione dedicata alla ionosfera e le sue variazioni con tentativi di correlazione e se non basta sul sito di daltonminima l'unica ipotesi scatenante i terremoti è il magnetismo o megli ol'induzione magnetica e qui non vuoi proprio leggere e quindi continui a fare figure barbine ...secondo me non sei arrivato neanche in prima elementare ...il nucleo terrestre si suppone sia di ferro-nickel ... considera poi il campo magnetico della luna e la sua posizione rispetto alla terra e dove sono accaduti gli eventi .
Haarp genera un riscaldamento elettromagnetico di una determina zona della ionosfera che è conduttiva e questa si espande per poi ricadere generando onde di pressione atmosferica e elettromagnetiche tali dà generare terremoti uragani- deviarli se è il caso , il tutto dipende dalla potenza impiegata e dalle frequenze utilizzate .Se utilizzassero delle frequenze comprese tra 0 e 13 herzt potrebbero annientare un'esercito ...proprio come scriveva Tesla e Marconi il tuo cervello già di perse bollito andrebbe in tilt in un istante .Nella prossima guerra in cui ci stiamo avviando , dovrebbero dare dimostrazione di questo , sempre che le contromisure dei Russi e dei Cinesi siano tali dà soverchiarli e finalmente distruggerli e cancellarli dalla storia terrestre .
"Minchia! secondo te allora la Terra si dovrebbe essere spaccata in due."
Los Alamos National Laboratory's ...staranno preparando una nuova arma magnetica distruttiva come la prima atomica , che mascherano come se fossero esperimenti per il progresso dell'industria... ma chi ci crede ...solo i polli come te possono ancora pensare che questi sviluppano queste tecnologie per il bene umano.
Lo scopo di questi nazisti di merda psicopatici è sempre lo stesso ...
"L'hai letto sulla gazzetta dello sport?"
Oltre alle pugnette sai anche di sport adesso ?
ti risottolineo la frase precedente : "Ma dimmi un pò, dove sarebbe scritto che l'attività magnetica produce i terremoti?"
Basta questa per squalificarti a vita sull'argomento e se continui ad insistere non puoi che seppellirti con le tue mani ...auguri la tua carriera dà disinformatore è già finita prima di iniziare .
The capì pirletto ?
Bertoldo, che me la costruisci una antenna per 0 hertz?
Si, nel sito INGV c'è lo studio della ionosfera ma nessuna correlazione con i terremoti, se per questo ci sono anche studi sugli oceani e sul clima.
Ripeto, dove hai visto che i campi magnetici provocano i terremoti?
Io sapevo che il movimento delle placche terrestri (dovuti alle forze convettive del magma terrestre) causa delle pressioni tra le faglie che sono la causa della formazione delle montagne e delle forze accumulate che poi si rilasciano sotto forma di terremoti.
Vuoi dire che sono tutte minchiate?
Hei, ti do una dritta per fare i miliardi.
Visto che hai detto che:
"Haarp genera un riscaldamento elettromagnetico di una determina zona della ionosfera che è conduttiva e questa si espande per poi ricadere generando onde di pressione atmosferica e elettromagnetiche tali dà generare terremoti uragani- deviarli se è il caso"
annuncia al mondo intero che hai inventato dei mezzi potentissimi per prevedere terremoti e uragani.
Termometro per misurare la temperatura della ionosfera, magnetometro per individuare le onde elettromagnetiche e barometro per rilevare le onde di pressione.
Sinceramente, non per offenderti (anche perchè non lo ritengo assolutamente un'offesa) parla con qualcuno, hai bisogno di capire da dove ti viene questa insensata paranoia complottista delirante.
Tanto per dire..Da Santoro a servizio Pubblico ha parlato Giuliani dei suoi rivelatori... prevedono in anticipo di 18- 36 ore, ne ha tre all'Aquila posizionati a 40- 60 Km di distanza per triangolare, per questo pur prevedendo il sisma in Emilia non lo hanno potuto triangolare, occorrerebbe una rete... Il quarto rivelatore è in California in un'università per seguire la faglia, perchè là ci credono naturalmente e farebbero carte false per.. Lui si è sempre autofinanziato; ha detto che nel 2004 gli hanno fatto capire che è inutile preveder i sismi quando, dietro di essi, con pochi morti si muovon enormi cifre di affari... Quello è il punto Che novità!! Comunque c'è la Fondazione Giuliani per maggiori informaioni..
prevederli o meno non cambierebbe il giro d'affari... le case crollerebbero tali e quali senza prevenzione...
Ma quelle costruzioni che hanno resistito senza lesioni evidenti? forse il discorso bacato a cui alludeva Giuliani è che quelle relativamente poche morti avrebbe reso più impellente i lavori di adeguamento su TUTTI gli edifici fuori dalla normativa.Esser sicuri di poterli sgombrar per tempo in futuro avrebbe potuto render accettabile non intervenire a fondo su quelli non lesionati rimasti in piedi. Per esempio sulle centinaia di migliaia di capannoni ora tutti non antisismici ma rimasti in piedi senza lesioni che faranno in futuro? Se potranno esser sgombrati per tempo prima del sisma forse molti saranno tentati di lasciarli cosi, altrimenti per forza di cose la nuova normativa dovrà costringere TUTTI alla ricostruzione . Probabilmente si parla di alte percentuali di essi e che ora, visti dall'alto, sembrano aver resistito... Un affare enorme, Non so se mi sono spiegato.
P.S. dovunque tutti parlano di iniziar subito la ricostruzione delle fabbriche per non perder commesse.... Finchè i tecnici ed i legislatori non inizieranno a definire la nuova normativa e le tecniche più adatte per la zona le fabbriche non potranno memmeno iniziare la costruzione di travi e pilastri per costruire, figurarsi!!.. poveri disgraziati in mano alla burocrazia..
Ho ascoltato in diretta, a Rai news 24, l'enunciazione del piano del Ministro Clini; mi è parso ottimo dal punto di vista tecnico ed occupazionale; il problema sarà il solito: quale Governo lo realizzerà?
"Piano nazionale per la sicurezza. “L’ho detto spesso in questi mesi, ho cominciato a parlare di una Piano nazionale per la sicurezza del territorio a novembre, appena insediato e contestualmente ai disastri avuti alle Cinque Terre, nella Lunigiana e in Sicilia”. Il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, pensa all’Emilia e non solo. “Certo dobbiamo avere un Piano nazionale che duri il tempo che serve, quindi 15 anni, che sia sostenuto da investimenti privati agevolati, da finanziamenti pubblici. E’ una priorità per il nostro Paese. L’evento sismico degli ultimi giorni richiama la necessità di questi interventi”.
paolo
@Tutti
avete letto questo? http://www.ilquotidianocalabria.it/news/il-quotidiano-della-calabria/350861/Sale-la-preoccupazione-per-un-sisma-devastante--E-intanto-gli-edifici-non-sarebbero-sicuri.html#.T8i_YC5-1Bk.facebook
"Si, nel sito INGV c'è lo studio della ionosfera ma nessuna correlazione con i terremoti, se per questo ci sono anche studi sugli oceani e sul clima.
Ripeto, dove hai visto che i campi magnetici provocano i terremoti?Io sapevo che il movimento delle placche terrestri (dovuti alle forze convettive del magma terrestre) causa delle pressioni tra le faglie che sono la causa della formazione delle montagne e delle forze accumulate che poi si rilasciano sotto forma di terremoti."
Da che cosa sarebbe prodotto se non dà variazioni del campo magnetico che fanno accumulare energia nel sottosuolo che arrivando al punto di rottura provocano un terremoto ?
"Vuoi dire che sono tutte minchiate?"
se non hai capito perchè si muovono ...
"annuncia al mondo intero che hai inventato dei mezzi potentissimi per prevedere terremoti e uragani."
basta andare sul sito haarp e controllare dove mancano i dati ...in corrispondenza di questo ci sono dei terremoti artificiali .
"Sinceramente, non per offenderti (anche perchè non lo ritengo assolutamente un'offesa) parla con qualcuno, hai bisogno di capire da dove ti viene questa insensata paranoia complottista delirante. "
Ecco bravo visto che te ne intendi (devi esserci andato quando hai capito che stavi allevando un figlio non tuo ?) fatti fare una bella prescrizione e magari un tso ...
scusate, ma di terremoti con magitudo>6 ce ne sono diversi nel mondo, minimo uno alla settimana. perché voi che sostenete che sono prevedibili non ce ne prevedete qualcuno in futuro invece che polemizzare su quelli passati? oppure haarp serve solo per elucubrare a posteriori che certi terremoti sono stati provocati? scusate la banalità delle richieste, ma non sono esperto nel campo:))
"TERREMOTI IN CALABRIA: Sale la preoccupazione per un sisma devastante"
Sono i cittadini che dovrebbero in genere richiedere direttamente ai propi sindaci e presidenti di provincie, informazioni sulle iniziative di prevenzione e di sicurezza assunte e definite dagli stessi per i propi territori insistendo per farle attuare .Se poi alcune di queste autorità, tenendo un po' i piedi su due staffe, per una maggior sicurezza richiedesse a livello meno ufficiale qualche lettura e previsioni a Giuliani con i propi sensori , forse potrebbero acquisire qualche dato diverso non "ufficiale" sulla situazione generale della zona. Non è certo Giuliani a creare i sismi ma se ne prevedesse di gravi e vicini forse tutti allora potrebbero incominciare ad agitarsi con maggior convinzione, anche per vie più normali ed ufficiali.
Se gli chiedessero ufficialmente di installare tre o più postazioni in quella zona sarebbe un successo ... il problema è che il sistema ha bisogna di una sorta di apprendimento del territorio , che come faceva notare qualcuno , ogni zona è diversa e quindi và tarato sulla zona in questione .L'attendibilità è poi solo dell'80% (almeno io so cosi) il restante potrebbero essere falsi allarmi .C'è dà chiedersi se la gente e l'autorità siano coscienti dei rischi che corrono e se vogliono "salvarsi" al costo anche di rimanere fuori casa a dormire , anche se poi non succede nulla .Io penso che sia meglio essere informati e poter scegliere , invece di essere rassicurati che tutto và bene e vivere una tranquillità artificiale fatta di ignoranza .
Se gli chiedessero ufficialmente di installare tre o più postazioni in quella zona sarebbe un successo ... il problema è che il sistema ha bisogna di una sorta di apprendimento del territorio , che come faceva notare qualcuno , ogni zona è diversa e quindi và tarato sulla zona in questione .L'attendibilità è poi solo dell'80% (almeno io so cosi) il restante potrebbero essere falsi allarmi .C'è dà chiedersi se la gente e l'autorità siano coscienti dei rischi che corrono e se vogliono "salvarsi" al costo anche di rimanere fuori casa a dormire , anche se poi non succede nulla .Io penso che sia meglio essere informati e poter scegliere , invece di essere rassicurati che tutto và bene e vivere una tranquillità artificiale fatta di ignoranza .
Cosa dire riguardo quanto denunciato in queste pagine?
http://vittoriodascanio.altervista.org/index.php?idCor=13&idArt=65
@Bertoldo
" se vogliono salvarsi al costo anche di rimanere fuori casa a dormire , anche se poi non succede nulla" Il tragico, l'inaccettabile invece sarebbe se dopo 4 o 5 giorni fuori casa l'allarme venisse ritirato e solo allora avvenisse il finimondo con decine o centinaia di vittime.. Come si potrebbe tollerarlo!!. Nelle previsioni Il sisma deve "sempre" avvenire entro un periodo definito, altrimenti meglio niente... Ritirar l'allarme magari per qualche successiva lettura errata?? Scherziamo!!!
@nino23
STOCCAGGIO artificiale di GAS METANO NEL SOTTOSUOLO e sismi..
Partendo dal vecchio e classico principio che un sisma ha luogo quando le due forze di scorrimento contrastnti rompono l'equilibrio dovuto all'attrito interno dei terreni e delle rocce nelle due zolle continentali a contrasto e si scatenano una serie di sismi per recuperare una nuova disposizione mi sembra che un deposito di metano non possa di per se creare spostamenti delle zolle dai quali si possano origenare i sismi. Una forte pressione sotterranea dovuta al metano lungo la faglia di scorrimento può invece ridurre l'angolo di attrito interno dei terreni, almeno penso, portando la rottura ad avvenire prima con minor sollecitazioni non più a 5.9 ma magari a 3.0 gradi. In fondo intuitivamente potrebbe esser un bel sistema per ridurre l'intensità dei sismi facendoli scaricar più spesso a intensità minore e sicuramente con molti minor danni..Magari iniettando aria o.... Chissà, saranno cavolate queste però se restano solo alle statistiche del passato.. bohh!!...
"qualcuno sostiene di poterci costruire un ponte che agganci la Sicilia alla Penisola ho i brividi..."
Non so se sia il non sapere di cosa si parla a dare i brividi, a me si. In Giappone ci sono ponti del genere in aree anche più sismiche e nessuno si fa menate simili. Al solito, l'Italia è piena di gente che pensa di essere più furba degli altri, il problema è che bloccano qualsiasi cosa senza saperne niente.
E intanto Shikoku è collegata a Honshu alla faccia dei terremoti con ben tre ponti sospesi (che ho percorso tutti, che rischio che ho corso...), e uno (Akashi Kaikyo, credo sia ancora il più lungo al mondo) è stato colpito da un terremoto (era vicino all'epicentro, e ci sono stati 5000 morti nei dintorni) durante la costruzione, e hanno dovuto modificarlo perché era cambiata la lunghezza di un metro.
Ma non ci sono stati danni rilevanti.
http://www.slac.stanford.edu/econf/C951114/papers/032.PDF
On January 17, 1995, a huge earthquake hit Kobe city and its neighboring cities as well as Awaji island in Hyogo prefecture. This earthquake which was officially named “Southern Hyogo Earthquake” caused a devastating damage including over 5,000 death and collapse of infrastructure.
The epicenter was at the northern tip of Awaji island, close to the Akashi- Kaikyo Bridge. However, the bridge survived without any sever structural damage.
Ma nessuno ha detto "allora non lo facciamo più". Perché tanta gente parla di cose che non sa? Il fatto è che ho sentito professori universitari dire fesserie del genere... Oggi con internet ci vuole poco a documentarsi.
"prevederli o meno non cambierebbe il giro d'affari... le case crollerebbero tali e quali senza prevenzione..."
Sono d'accordo con te Sandro, la prevenzione è importantissima, intesa come opere antisimiche, esercitazioni, etc.
Riuscire a prevederli potrebbe ad esempio evitare un dramma del 9°; qualcuno potrebbe puntare in borsa scommettendo su quanti danni verranno prodotti dal terremoto previsto.
Vedo multinazionali del cemento che fremono per i maggiori danni possibili e si giocano in borsa le quote dei cementifici.
Come del resto, i produttori di almeno 10.000 altre cose.
Pensa quante cose cambierebbero se i terremoti fossero prevedibili.
Anche solo 36 ore.
Fly101
mi fa piacere che a differenza di me che parlo senza sapere esistono quelli come te che sanno tutto... Ti chiedo scusa!
Oltre alla sismicità della zona bisognerebbe sapere su cosa poggia esattamente ciascun pilone... Ti riporto questa intervista di Tozzi anche se è scontato che tu non abbia nessun bisogno di leggerla! Saluti
“Una follia senza senso resa ancora più vergognosa dalla morte di 30 persone nel fango di Messina proprio lì dove andrebbero i piloni del ponte“. Così il geologo Mario Tozzi, primo ricercatore del Cnr, commenta a caldo la notizia dell’inizio dei lavori del Ponte sullo Stretto. “Rischioso dal punto di vista sismico e idrogeologico. E quando non è dannoso è inutile. E poi tutti quei soldi dovrebbero essere impiegati per risanare quelle zone, non per coprirle di cemento…”
Tozzi, se domani lei andasse in onda con una tua nuova trasmissione di approfondimento dedicata al Ponte sullo Stretto da dove partirebbe?
Comincerei ricordando che per andare da Villa San Giovanni a Messina in condizioni normali non si fa nessuna fila e si impiegano i 25 minuti canonici di piacevole traversata.
D’estate qualche coda in più ci sarà…
Certo, in particolare nei weekend ma con il Ponte ci sarebbero comunque delle code per il pedaggio.
Lei è un affermato geologo. Dal suo punto di vista di studioso della terra quali rischi vede nel Ponte?
Geologicamente è un azzardo, ci sono frane a rotta di collo sul versante messinese e peggiori ancora sul fronte calabrese; le famose frane “a scivolamento profondo”, quelle che potrebbero addrittura interessare il pilone di sostegno di Cannitello (una frazione nel Comune di San Giovanni, ndr).
C’è un rischio sismico?
C’è ed è elevatissimo; e non sanato, dal momento che nessuno di quei paesi non ha più del 25% di costruzioni antisismiche.
Ci saranno altri ponti nel mondo nelle stesse condizioni…
L’unico così lungo e sospeso è l’Akashi, in Giappone. Lungo la metà di quello che dovrebbe sorgere in Italia. Nel ’95, in occasione del terremoto di Kobe fu spostato dal luogo in cui doveva essere costruito e la ferrovia che ci doveva passare non ci passa più… Se è stato un problema per i giapponesi non voglio dire cosa potrebbe succedere per noi…
Una delle giustificazioni a sostegno del Ponte riguarda i benefici economici
Niente di più falso. Si prevede che questa impresa potrebbe essere remunerativa con 100mila passaggi auto al giorno. Si dimentica forse che oggi, quando va bene, passano 12mila auto, con un calo del 30% delle vetture, del 10% dei mezzi pesanti pesanti e del 20% dei passeggeri. Questo il dato degli ultimi 8 anni. Il numero di centomila auto non sarà mai raggiunto.
Oltre al Giappone di ponti nel mondo ce ne sono numerosi anche in altri Paesi. Non sono “remunerativi”?
No, le grandi strutture di questo tipo sono tutte in perdita. Il Golden Gate Bridge perde 31 miloni di dollari l’anno nonostante il pedaggio. Il Canale sotto la Manica è in perdita perchè la gente preferisce risparmiare negli spostamenti e quindi utilizza i mezzi di superficie. Il ponte tra Svezia e Danimarca ha avuto già un intervento pari a un terzo del suo impegno finanziario da parte dello stato, perchè nessun privato riesce a reggere quella concorrenza.
Allora a chi conviene fare un ponte con queste caratteristiche?
Solo a chi lo costruisce. Il resto è una spesa per la comunità che se la dovrà gravare attraverso un pedaggio altissimo o l’aumento delle tasse.
Torniamo per chiudere al punto di partenza. Le preoccupazioni idrogeologiche. Quando si realizza un’opera faraonica come questa, in un’area così delicata, non si fa per prima cosa uno studio preliminare?
Nella relazione di progetto c’è scritto che quella è una delle zone a maggior rischio idrogeologico d’Italia ma che non è previsto alcuno studio. Incredibile. Un’opera rischiosa, rischiosissima. E inutile. Quei soldi dovrebbero essere impiegati per risanare quelle zone, non per coprirle di cemento.
@Mistero
Non avevo pensato alle tue considerazioni. Le trovo condivisibii al 100%. Bisogna essere pronti a rivedere le proprie posizioni, è sinonimo di intelligenza..;) Credo, tuttavia, che sia prioritario cercare di fare il possbile e non ricercare l'impossibile. Prevenire è già possibile, prevedere forse no! Brinderei se scoprissi il contrario. Buona Domenica!
@ Sandro75k. Non so tutto, mi informo, e non a senso unico, prendendo a esempio Tozzi che mi risulta essere uno dei pochi a tenere posizioni del genere, e come mostro di seguito, piuttosto male informate se non in malafede. E credo di più a tutti questi:
Analisi statiche, le ricerche teoriche e sperimentali, le progettazioni generali e di dettaglio, Prof. Leo Finzi del Politecnico di Milano, prof. Fabio Brancaleoni dell'Università di Roma, prof. Stefano Caramelli dell'Università di Pisa e Prof. Piero D'Asdia dell'Università di Trieste. Dinamica della struttura per quanto riguarda le azioni del vento fu investigata dal Prof. Giorgio Diana del Politecnico di Milano. Verifiche a fatica prof. Luca Sanpaolesi dell'Università di Pisa. Studio del tipo di calcestruzzo da impiegare prof. Mario Collepardi dell'Università di Ancona. Fondazioni del ponte prof. Michele Jamiolkowski del Politecnico di Torino e prof. Ezio Faccioli del Politecnico di Milano. Studi geologici prof. Enzo Boschi dell'Università di Bologna e prof. Icilio Finetti dell'Università di Trieste. Analisi sismiche prof. Alberto Castellani e prof. Giuseppe Grandori, Politecnico di Milano. Studio sulle probabilità di rischio e sull'affidabilità del progetto prof. Daniele Veneziano del Massachusetts Institute of Technology.
tutti coglioni ignoranti, vero?
Invece Tozzi ci dice:
"Quando si realizza un’opera faraonica come questa, in un’area così delicata, non si fa per prima cosa uno studio preliminare?"
Ma di cosa parla? Decine di anni di studi e vuole uno studio preliminare? Ma l'hai letto prima di postarlo?
"resa ancora più vergognosa dalla morte di 30 persone nel fango di Messina proprio lì dove andrebbero i piloni del ponte“"
E che c'entra con i piloni, non poggerebbero certo sul fango. Dimenticavo, è progettato da coglioni.
E il rischi sismico? "C’è ed è elevatissimo; e non sanato, dal momento che nessuno di quei paesi non ha più del 25% di costruzioni antisismiche."
Ancora, che c'entra col ponte il fatto che le abitazioni non siano antisismiche? L'analisi del paper che ho postato mostra come si tiene conto del rischio sismico DI UN PONTE. E mi risulta che ciò sia stato fatto al Politecnico di Milano, per resistere senza danni al terremoto del 1908 (il che vuol dire che, con qualche danno riparabile, potrebbe resistere a terremoti ancora più forti).
"Nel ’95, in occasione del terremoto di Kobe fu spostato dal luogo in cui doveva essere costruito"
Se questo è un esperto allora che non racconti palle... non è è stato spostato per niente, è stato completato esattamente dove era (dato che era ormai completo al 90%) semplicemente tenendo conto dell'effetto del terremoto, uno spostamento di un pilone di circa un metro.
"e la ferrovia che ci doveva passare non ci passa più…"
Altra palla colossale, il cambiamento era stato deciso prima di iniziare la costruzione, sette anni prima del terremoto.
The original plan called for a mixed railway-road bridge, but when construction on the bridge began in April 1988, the construction was restricted to road only, with six lanes.
Che persona di m.... E' questo che mi fa schifo, e paura. Che si sfrutti l'ignoranza (e la paura dovuta all'ignoranza) della gente raccontandogli delle balle o facendo considerazioni che non c'entrano niente. E la maggior parte se le beve, e applaude senza capire o controllare. E il bello è che così considerano le centinaia di persone di fama internazionale (la COWI, che doveva fare la progettazione strutturale, ha fatto lo Storaebaelt, il ponte attualmente più lungo in Europa) che hanno lavorato a tutti gli aspetti siano tutti coglioni o venduti, perché il vate li ha smascherati tutti.
Altri dettagli che evidentemente sfuggono a Tozzi e ai sui seguaci: un ponte simile è stato costruito in pochi anni a Patrasso (zona altamente sismica) anche in questo caso con fondi europei in quanto parte di uno dei corridoi strategici. Anche li, tutti coglioni, immagino.
http://it.wikipedia.org/wiki/Ponte_Rion_Antirion
Il bello è che i fondi a cui noi graziosamente rinunciamo, li abbiamo pagati anche noi: quello che la maggior parte della gente non sa è che l'Europa non crea soldi, ridistribuisce quelli che gli stati membri, noi inclusi, pagano. Per cui se non facciamo il ponte, o la TAV, regaliamo ad altri i soldi che noi abbiamo pagato.
E a Istanbul? é la seconda tra le 10 città più a rischio di terremoto,
http://notizie.virgilio.it/gallery/citta_rischio_terremoti.html,zoom=314326.html
eppure ne hanno fatti due, e adesso la Astaldi italiana ne farà un altro. E hanno pure fatto una galleria sotto, per non sbagliare.
E a San Francisco? Terremoti di magnitudo 8.3 e ci fanno un ponte?
Insomma, il mondo è pieno di coglioni scervellati, il solo manipolo di scienziati sani è qui in Italia. O no? Immagino che tu (e tutti quelli che si sciacquano la bocca di rischio sismico per il ponte) sapessi e abbia tenuto conto di questi fatti, incluse le balle di Tozzi. E del seguente: il modo più sicuro di non prendere rischi è non fare niente.
in quelle zone
sarebbe meglio che finissero la Salerno-ReggioC. prima di affrontare nuove imprese
Giusto per far vedere che le grandi opere al sud non sono un pozzo a fondo perduto
Cosa serve un ponte quando quest anno mia figlia e molte altre persone hanno preferito prender il traghetto fino a Salerno piuttosto che rifare l autostrada
@Fly101
le persone sicure come te mi mettono una certa ansia...
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