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mercoledì 9 maggio 2012

Il dogma della peer review:
funziona male, ma è insostituibile.



"Quando si tratta di valutazione della ricerca scientifica il giudizio dei pari è acclamato come il metodo per eccellenza. Nella realtà però il funzionamento della peer review è lontano dall'esser perfetto. Secondo Chubin e Hackett, che nel 1990 hanno condotto un'indagine per conto della Scientific Research Society, solo l'8 per cento dei ricercatori intervistati considerano la peer review un sistema di valutazione che funziona bene. Per qualcuno, anzi, il meccanismo della revisione tra pari ha lo svantaggio di ostacolare le tesi e i lavori più innovativi. Altri studi hanno dimostrato la grande discrezionalità dei pareri formulati dalla comunità dei peers (Rothwell e Martyn, 2000).

Sta di fatto però che finora nessuno ha escogitato un metodo migliore. La peer review resta il pilastro centrale dell'organizzazione della scienza moderna. Quindi non si scappa: è un processo di valutazione sul quale si deve intervenire per renderlo più efficace, ma ad oggi non c'è modo di sostituirlo."
 
Gianluca Salvatori (Il Sole 24 Ore)
 
***
 
D'accordo, però sarà il caso di cominciare a guardare seriamente al domani, visto che la filosofia del "continuare ad accontentarsi dell'oggi" ha condotto il mondo a essere quel che è. 

Specialmente chi considera la teoria delle rivoluzioni scientifiche di Thomas Kuhn (1922-1996) una valida chiave euristica della storia della scienza, enfatizza il lato oscuro della peer review: d'essere spesso meno una prassi valida per selezionare le ricerche più utili all'umanità, che un "rito" al servizio degli interessi dei "baroni" accademici e delle lobbies industriali internazionali. In altre parole, quanto la peer review favorisce il progresso della scienza in ambiti di ricerca "privilegiati", tanto lo rallenta in quelli meno "à la page", ma che, ahimè, forse ora sarebbero proprio i più urgenti per tutti.
 
Su quel che funziona e non funziona nella peer review consiglio un saggio molto equilibrato, "La peer review nella teoria e nella pratica" dei sopra citati D.E. Chubin ed E.J Hackett, che potete leggere a questo link di Google-libri, da pag. 355 a pag. 390 del libro Valutare la scienza, a cura di R. Viale, Rubettino Editore, 2003.

37 : commenti:

ulixes ha detto...

"...Ricordo che la libertà accademica è il bene più prezioso del ricercatore, che, soprattutto se è bravo, vuole decidere in proprio cosa ricercare. Ricordo anche che nelle università non esiste una direzione scientifica, cioè una cupola che stabilisce cosa ricercare. La ricerca dell’università emerge come fenomeno collettivo dalle singole curiosità dei ricercatori..."

http://www.namir.it/denirorobert/scano.htm

http://www.ateneonline-aol.it/010911gica.html

http://rosarioverde.files.wordpress.com/2011/05/scimmia.gif

Daniele Passerini ha detto...

@ulixes
Il contrasto tra la citazione che riporti e i due link che seguono è a dir poco drammatico! Mi ricorda il Berlusconi dei tempi peggiori, quello che faceva il maestrino fuori dal mondo a spiegarci che in Italia si viveva benissimo e non c'era nessuna crisi (vd qui).
Chi ha scritto una tale baggianata probabilmente crede ancora a Babbo Natale... ma chi è che l'ha scritta? Ho provato a cercare quel passo con Google, ma non esce da nessuna parte!

ulixes ha detto...

"...(dico queste cose perché so che ci leggono)"

Daniele Passerini ha detto...

@ulixes
No! Non mi dire che è... più tardi vado a controllare, ma scommetto che l'autore è proprio lui... il suo stile da "mo', io che appartengo all'elite della scienza, spiego a te, comune mortale, come funziona il mondo" è inconfondibile.
Secondo me se si dedicasse di più alla matematica e meno ai blog farebbe del bene a se stesso e a tutti.

ulixes ha detto...

"...se si dedicasse di più alla matematica..."

Non oltre un certo livello però!

http://www.paolocardoni.com/Lavorincorso/Tonino/images/classe_gif.gif

AC/DC ha detto...

@Daniele
@Mistero
Ripeto qui visto che non mi hai risposto in uno dei post precedenti.

Mistero qualche giorno fa aveva accennato al fato di avere alcune nuove informazioni su Rossi e che avrebbe chiesto il tuo permesso per pubblicarle.

Volevo sapere se darai il tuo consenso alla pubblicazione oppure no.

Visto che è passato già un pò di tempo presumo per il no, però volevo chiedertelo comunque.

E se possibile sarebbe gradita anche una motivazione, grazie.

Daniele Passerini ha detto...

@AC/DC
@MISTERO
...avrebbe chiesto il tuo permesso per pubblicarle
MISTERO non mi ha più chiesto nulla e francamente io mi sono dimenticato di tutto ciò. Ovviamente chiunque abbia informazioni su Rossi può portarle qui dentro, specialmente se si tratta di Andrea Rampado. Figuriamoci se non do il permesso! :)

AC/DC ha detto...

@Daniele
ok allora la palla passa a Mistero

gio ha detto...

@AC\DC

miiiiiii troppe domande fai!! :):):)

ant0p. ha detto...

più che la peer review ci vuole la review e basta, soprattutto di chi è più adatto a analizzare un problema: nel caso di rossi ci voleva un tecnico delle caldaie, visto che la questione è stata posta in modo concreto per la produzione abbondante di energia. e invece no, chi ha avuto la possibilità di analizzare da vicino le prove calorimetriche erano soprattutto esperti teorici o nucleari, che avrebbero dovuto entrare in gioco solo dopo la serva-review, che era la cosa più logica e facile da fare. non è stata fatta e adesso rossi dice di volersi sottoporre alla market-review, mi sta bene, basta che lo faccia prima o poi.
la peer review può essere accettabile in campi ancora del tutto teorici e privi di campi applicativi immediati: in questi casi non ci sono modi indiretti da serva per verificare che la cosa funziona, e allora è ragionevole affidarsi agli esperti del campo, anche se nemmeno loro possono dare le massime garanzie, ma senza i 'peer' si sceglierebbe a caso/simpatia e basta.

non so, mi sembrano cose talmente ovvie che non sarebbero nemmeno da dire eppure nel caso di rossi è stata molto dura far capire che non ci si doveva concentrare sull'aspetto nucleare o su focardi contro franchini, che sono fisici/chimici, serviva qualcosa di molto più semplice ma non è stato fatto, soprattutto per colpa di rossi (questo va detto e nessuno se ne deve dimenticare).

RED TURTLE ha detto...

Andrea Rossi presenterà i suoi partner commerciali soltanto a ottobre del 2012...

http://www.greenstyle.it/e-cat-ad-ottobre-svelati-i-partner-commerciali-di-rossi-9336.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=Newsletter:+GreenStyle&utm_content=2012-05-09+E-Cat%3A+ad+ottobre+svelati+i+partner+commerciali+di+Rossi

RED TURTLE ha detto...

Spesso si formano delle vere e proprie lobby di ricercatori a livello internazionale, collegate dai congressi che permettono la reciproca conoscenza...
oppure un odio mortale!

Molto spesso pochissime persone al mondo sono in grado di giudicare la correttezza del metodo seguito in un lavoro ultrasettoriale... il giudizio dei Peer Review in parte è il frutto di vera competenza, in parte è reciproca fiducia e a volte ammirazione da persone che condividono l'interesse per un determinato argomento, in parte è proprio la difesa di una cerchia d'interessi consolidati... e questo si va accentuando quando questi ricercatori diventano vecchie glorie, cariatidi scafate che si pongono al di sopra del giudizio e del perfetto metodo scientifico.

Giancarlo

PS-> Molto spesso i nomi dei "professoroni" appaiono in lavori che loro non hanno neanche letto nella loro stesura finale, e che hanno seguito davvero molto distrattamente... ma certi nomi danno prestigio, e aiutano a pubblicare!

Barney ha detto...

Su un altro problema che affligge il mondo delle pubblicazioni scientifiche:
http://science.slashdot.org/story/12/05/11/1232236/positive-bias-could-erode-public-trust-in-science

Spero che venga colta l'implicita segnalazione della pratica del cherrypicking, che se colpisce (e colpisce, sicuramente) parte del mondo della ricerca "ortodossa", mi pare di poter dire che permea molto pure quello dei fusionisti. Anzi, direi proprio "di piu'" :-P


Barney

Daniele Passerini ha detto...

@RED TURTLE
Spesso si formano delle vere e proprie lobby di ricercatori...
Molto spesso pochissime persone al mondo sono in grado di giudicare la correttezza del metodo seguito in un lavoro ultrasettoriale... il giudizio dei Peer Review in parte è il frutto di vera competenza, in parte è reciproca fiducia e a volte ammirazione da persone che condividono l'interesse per un determinato argomento, in parte è proprio la difesa di una cerchia d'interessi consolidati..

Shhh, non diciamo troppo forte queste cose, che disturbano tanti INTERESSI CONSOLIDATI... copriamole parlando del cherrypicking dei ricercatori che è più politicaly correct.

@Barney
Il cherrypicking era il fulcro delle critiche fatte a Celani a Ginevra infatti.
Curioso che mentre in certe discipline il cherrypicking viene considerato una cosa a dir poco disdicevole e antiscientifico, in altre non ci si pongono tanti problemi, mah!
Pensa alle ricerche mediche e alle ricadute sull'industria farmaceutica: ti sembra esagerato dire che i farmaci vengono approvati esattamente a valle di una operazione di cherrypicking?
Tutto quello che non funziona può benissimo essere relegato agli "improbabili" effetti collaterali no? :)))

Daniele Passerini ha detto...

P.S.
Sbaglierò, Barney, e mi assumo la responsabilità del mio errore e me ne scuso in anticipo. Ma tu mi sembri uno molto fiero di appartenere all'élite intellettuale. Se tale fierezza nasce dal sentirsi utile agli altri non è una cosa negativa, anzi, magari ce ne fosse tanta tanta di più di gente fiera a ragione per tale motivo... però ho il dubbio che tu appartenga invece a quel tipo di persone che si sentono fiere di essere migliori delle altre e non perde occasione per dimostrare la propria "superiorità".

Barney ha detto...

Sbaglieresti, D22, se tu pensassi questo. Te lo assicuro.

Barney

Barney ha detto...

Ah, scusa. Discorso sulla scelta dei dati "buoni" a discapito dei cattivi.
Certamente e' vero (e l'ho pure scritto nel commento sopra) che tale pratica e' comunissima ANCHE nel mondo "ortodosso". E te lo dice uno che per quattro anni ha bazzicato un laboratorio universitario in cui solo ricerca si faceva.

Quel che volevo dire e' che la stessa pratica, "pumped up", la si applica alla ff. Tu non credi?

Barney

Daniele Passerini ha detto...

@Barney
Sbaglieresti, D22, se tu pensassi questo. Te lo assicuro.
In casi come questo sono felicissimo di sbagliare ed ammetterlo. :)
Chiusa la parentesi e tornando al cherrypicking:
...la stessa pratica, "pumped up", la si applica alla ff. Tu non credi?
Ok, ma non penso che si applichi nell'ambiente della fusione fredda più che in tante altre aree di ricerca, per esempio quello della fusione calda, giusto per fare un esempio per opposti, riguarda veramente tutta la scienza in generale.
Ovviamente se una teoria funziona e funziona nell'ambito delle ciliege (a questo punto sfrutto l'immagine del cherrypicking), non c'è niente di male ad evidenziarlo mostrando le ciliege più belle. Chiaramente se uno ha invece in mano una teoria che funziona bene solo con le ciliege, pretende che si applichi anche a mele e banane (ma così non è) e per dimostrarlo mostra solo i bellissimi risultati ottenuti con le ciliege... allora non va bene! :))
Scusa se la butto così sullo scherzo, ma mi convinco sempre di più che come la Storia la scrivono i vincitori, così anche la Scienza viene scritta per lo più dai propugnatori delle teorie vincenti, epoca per epoca... ogni epoca ha le sue teorie vincenti, poi ne arriva una nuova che, oltre a spiegare tutto quello che spiegava la teoria precedente, riesce finalmente a spiegare le "anomalie" prima INSPIEGABILI. È sempre stato così e sempre sarà.
Spero di esserci a Pisa... purtroppo (per me) il taglio del seminario è troppo "alto" (non sono né un fisico né un ingegnere né un tecnico) e non sarò in grado di seguirlo con profitto... più che altro verrei per salutare degli amici che non vedo da un po'. E magari incontrandoci di persona noi due possiamo modificare entrambi le idee che ci siamo fatti l'uno sull'altro scambiandoci commenti su internet. :)
Un abbraccio

MISTERO ha detto...

Qualcuno ha visto MATRIX ieri sera?

Carlo Cignozzi con dei professori di Firenze e Pisa ha presentato l'utilizzo delle frequenze sonore per migliorare la crescita dei vegetali, produrre uva e vino migliori, favorire la crescita dei microorganismi buoni e ridurre la proliferazione dei patogeni.
Questa tecnologia veniva presentata in un articolo di NEXUS, che a memoria mi sembra nel 1996, farò una verifica.
18 mesi fa, facevo tradurre e pubblicare due articoli di Allan Sterling presi da Penswiki:

http://www.nexusedizioni.it/apri/Argomenti/Attualita/Altre-conferme-che-il-generatore-di-frequenze-Hutchison--Lazaryan-funziona---di-D-Allan-Sterling/

http://www.nexusedizioni.it/apri/Argomenti/Attualita/La-Guardia-Costiera-caccia-via-Hutchison---di-Sterling-D-Allan/

Negli anni 50 un certo Royal Rife veniva perseguitato negli USA ed infine ucciso perché le sue scoperte (frequenze che uccidono i patogeni) erano troppo scomode?

Daniele e mi scrivi Dogma della Peer Review?

I miracoli di Preparata ritornano....
E gli imbecilli presto spariranno...

Daniele lo scrivi tu a Giancarlo che abbiamo già aperto le bottiglie di spumante per il successo ottenuto con la petizione?

sandro75k ha detto...

@Mistero
mi è venuta in mente una cazzata...
se i birilli del bowling fossero troppo distanti tra loro, non riuscriremmo certamente a fare strike con un tiro, giusto???
Se delle frequenze determinassero una oscillazione di tali birilli e conseguentemente un periodo di massimo avvicinamento ed uno di massimo allontanamento...avremmo delle possibilità di centrare lo stike non più così rare (nel periodo di avvicinamento)... non trovi?

sandro75k ha detto...

diciamo che si verificherebbero posizioni possibili di strike...
..ne devo parlare con Nemo... :D

ant0p. ha detto...

@daniele
----non penso che si applichi nell'ambiente della fusione fredda più che in tante altre aree di ricerca, per esempio quello della fusione calda, giusto per fare un esempio per opposti, riguarda veramente tutta la scienza in generale------

non è molto inerente alla citazione, ma mi viene in mente una cosa detta da sertorio quando avevamo trascritto la sua intervista: quando diceva che in natura la fusione calda in natura avviene in modo spontaneo e con guadagno energetico solo con bassissime densità di energia nello spazio e quindi in spazi immensi inimmaginabili sulla terra. poi penso a franchini&c che affermano che il problema della fusione calda è solo ingegneristico. a questo punto mi chiedo se nei database BNL siano anche riportate le densità di energia nello spazio delle varie reazioni, probabilmente non si riuscirà ancora a trovare una reazione calda con una densità sufficiente per essere fatta partire spontaneamente in uno spazio ragionevole per la terra..quindi se anche per la fusione fredda non si trovano reazioni adatte nei database di quelle sperimentate mi verrebbe da dire che il problema è sempre 'ingegneristico':)) non entro nel merito del fatto che franchini trova sempre il modo di dire che le reazioni fredde sono già analizzate dai database con risultati completamente diversi da quelli proposti dai fusori freddi, però anche le reazioni calde spontanee in spazi molto ristretti non dovrebbero esistere in natura (sempre ricordando sertorio), tanto meno dei database, e quindi uno che le propone in spazi limitati potrebbe essere contestato da un franchini qualsiasi come i fusori freddi.
insomma, se si parla di database riguardanti esperimenti pratici e non di teoremi dimostrati in modo totalmente logico si ricade sempre nel problema 'ingegneristico', difficile quanto si vuole ma che vale la pena di affrontare in ogni caso: il problema per i fusori freddi è la temperatura, mentre per quelli caldi è lo spazio..ma non mi sento di stroncare i tentativi per superare in modo artificiale questi due problemi.

Dafne Visconti ha detto...

@Ant0p. Molto brevemente: nelle stelle la fusione avviene in ogni istante. Ricreare l'ambiente fisico di una stella e' un ENORME problema ingegneristico, con pressioni e temperature probabilmente oltre le capacita' tecnologiche attuali. Ma SE tu risolvessi il problema tecnologico, tu avresti la possibilita' di energia sostanzialmente gratis.

La fusione "fredda", invece, dove avviene in natura? C'e' un fenomeno paragonabile, che si puo' osservare e tramutare in specifiche tecniche, seguite poi le quali sarebbe possibile replicare tali fenomeni a piacimento?
Esiste una difficolta' tecnica quasi insormontabile come l'abbiamo per ITER?
Chiedo per sapere, perche' proprio non mi viene in mente nulla. Mi piacerebbe una risposta che NON coinvolge GALLINE e UOVA, grazie :-P


Barney

Daniele Passerini ha detto...

@Dafne Bisconti
Barney???
Hai trasmutato sesso? :)))))
Ciao buongiorno

Barney ha detto...

@D22: sono io che per errore ho postato con l'account google di mia moglie, che non s'e' sloggata dal PC di casa.

Chiedo venia.

Barney

Diogene ha detto...

@Ant0p.

Quella che provano a realizzare con ITER non è la stessa reazione che avviene nel sole.
Nel primo caso e la deuterio-trizio, nel secondo caso è il ciclo P-P.

Quello che riporta il Sor Franchini con le banche dati è un semplice dato sperimentale: particelle con una certa energia incidente----> bersaglio----> misurazione del numero di trasmutazioni che hanno avuto luogo--->sezione d'urto, cioè probabilità d'accadimento della reazione che si vuole testare a data energia.

Ora con la P-P esce fuori che per energie bestiali avvengono pochi accadenti, nella D-T stiamo combinati meglio. Quindi se con Iter riusciranno a confinare plasma a milioni di gradi, dove le particelle si scontreranno ad un'energia consona, avremo la fusione calda. Con la P-P dovrebbero arrivare a temperature inimmaginabili per avere una produzione di energia decente, quindi neanche ci provano.

Con le LENR il Sor Franchini dice semplicemente che al BNL hanno fatto scontrare, ad esempio, il Ni con i P, è uscito fuori che, a bassa energia quelle di Rossi per intenderci, non accade nulla; quindi afferma, con sicurezza, che è una reazione impossibile.
È un ragionamento molto terra terra, non è che passa per principi di simmetria violati o robe così, però fino ad adesso è molto efficace, sta a Rossi dimostrare il contrario, ma non mi sembra molto intenzionato a farlo.

nemo ha detto...

Buon giorno a tutti,
sul mio blog ho pubblicato questa cosa che è nata dall'idea di un paradosso che coinvolge la descrizione fisica dei buchi neri.. avrei giust'appunto bisogna dia una piccola peer review da chi ne sa più di me...

Consideriamo l’equazione

massa del buco nero = 1/2 d(p) R(s) l(p)^2

ed immaginiamo un asta rigida ideale di dimensioni l(p) x l(p) x r(s) con densità pari ad 1/2 di Planck d(p).

La nostra asta avrà quindi le stesse caratteristiche di un buco nero.

Infatti se sviluppiamo il calcolo si vede che, se ad esempio assegniamo ad R(s) il valore di 1 mt, la massa 'dell'asta buco nero' sarà:

1/2 x 1 x 2,61E-70 x 5,15E96 = 6,73E26 kg

verifichiamo quindi il risultato con la nota l'equazione R(s) = 2GM/c^2 e otterremo:

R(s)= 2 x 6,67E-11 x 6,73E26 / 299.792.458^2 = 1 metro

Immaginiamo ora di accelerare la nostra asta all’80% della velocità della luce nella direzione dell’asse maggiore R(s).

Un osservatore inerziale vedrà quindi la lunghezza R(s) contrarsi di un fattore pari √[1-(0,8)^2)]= 0,60.

Allo stesso modo però un asta che si muovesse a tale velocità aumenterebbe di massa di un fattore pari 1/√[1-(0,8)^2)] che è uguale ad 1,66.

Ora dalla relazione R(s) = 2GM/c^2 sappiamo che all’aumento di massa debba corrispondere inevitabilmente un aumento di R(s).

Evidentemente non possono essere vere entrambe le cose. Siamo di fronte ad un paradosso.

Se un buco nero aumenta di massa, necessariamente anche il raggio di Schwarzschild deve aumentare.

L'ipotesi seconda la quale il raggio di un buco nero debba essere

2GM/c^2 < R(buco nero) < 3GM/c^2

pare quindi confermata dal paradosso.

Questo perchè per poter ammettere che in un sistema binario di buchi neri orbitanti gli effetti relativistici possano manifestarsi (come del resto avviene per qualsiasi altro sistema), il raggio del buco nero deve essere maggiore del raggio di Schwarzschild.

Albert Einstein nell’ottobre del 1938 scrisse su Annals of Mathematics:

<>

Albert Einstein forse ha concluso la sua analisi troppo precipitosamente, ma non è possibile affermare che si fosse sbagliato ed il paradosso di cui sopra sembra proprio dargli ragione.

Vorrei far notare che il paradosso della velocità non implica che le equazioni della relatività speciale siano inadatte a descrivere la fisica dei buchi neri, ma bensì che l'orizzonte degli eventi non può crearsi perché vietato dalle leggi della fisica. Differenza forse sottile ma essenziale.

nemo ha detto...

Consideriamo quindi l’equazione relativistica che lega energia, quantità di moto e massa della materia fermionica:

E^2 = (pc)^2 + (mc^2)^2 da cui

E = +/- √ [(pc)^2 + (mc^2)^2]

Dalla lettura di questa equazione si capisce che non solo l’energia può assumere un valore negativo (e quindi anche la massa) ma che nel computo dell’energia totale del sistema deve essere inclusa la velocità.

Infatti data una certa energia ad una particella e conoscendo la sua massa a riposo è possibile calcolare la sua velocità utilizzando l’equazione:

v = pc/E

Possiamo veramente accelerare un oggetto ad una velocità arbitrariamente vicina al limite di c avendo a disposizione una quantità infinita di energia?

Il raggio di Schwarzschild dipende unicamente da due costanti universali G e c e dalla massa (2GM/c^2).

Immaginiamo quindi un astronave di lunghezza L di sezione pari a l(p) x l(p) e massa X.

Se continuiamo ad accelerare la nostra nave spaziale, ad un certo punto il suo volume inizierà a collassare ( L x l(p)^2 ==> R(s) x l(p)^2 ) e raggiungendo infine la densità pari ad 1/2 della densità di Planck. La nostra astronave a quel punto sarà collassata in un buco nero.

Supponendo che gli astronauti siano ancora vivi ed abbiano a disposizione una quantità di energia illimitata, accelerando ulteriormente la loro nave potranno solo farla aumentare di massa e di lunghezza, ma non potranno aumentare la loro velocità di nemmeno 1 mm/secondo.

Qui di seguito ho provato a scrivere un equazione per caratterizzare il fenomeno:

Poniamo il volume della astronave a 'riposo' = V
Il volume dell’astronave buco nero invece sarà = 1/2 R(s) L(p)^2 = V(rs)

Avremo quindi il rapporto V/V(rs) = k
m = massa a riposo astronave

L'energia massima del sistema sarà quindi pari a

[(mkc^2]^2 = (pc)^2 + (mc^2)^2

da qui:

pc = √ [(mkc^2)^2 - (mc^2)^2]

Vmax/c = pc/Emax ; Vmax = c pc / Emax

Vmax/c = ⎨√ [(mkc^2)^2 - (mc^2)^2]⎬ / [(mkc^2)^2]

Sviluppando quindi una verifica numerica si nota che se si pone k = 1 cioè si ipotizza che il volume dell’astronave sia collassato al prodotto del R(s) x l(p)^2 la velocità max è = 0.

Ponendo invece un rapporto pari ad 1,5 (cioè immaginando il volume collassato ad 1,5 raggi di Schwarzschild x l(p)^2) la velocità massima raggiungibile è pari al 74,54% di c.

Vorrei però sottolineare che l’equazione non è rigorosa. Infatti non ho preso in considerazione ne la rotazione del buco nero ne la sua carica.

Ora la questione è: ha senso porsi queste domande e possono essere verificate?

In effetti sono già stati rilevati sistemi binari di buchi neri e vorrei evidenziare una delle conseguenze che questo modello genera.

Due massi gravitanti sono mutualmente soggette alle maree gravitazionali.

Le maree gravitazionali tendono a dissipare il momento angolare, similmente a quello che è accaduto alla nostra luna orbitando intorno alla terra (la luna ci mostra sempre la stessa faccia).

Dato che il modello di buco nero da me proposto (che di fatto non è più un buco nero) preveda che la stella sia in equilibrio tra le forze repulsive della massa e la forza centrifuga che tende a stritolarla, ne consegue che se uno 'buco nero' della coppia perde momento angolare, è destinato prima ad espandersi (forse anche in modo esplosivo) a causa della diminuzione della forza centrifuga e quindi ad essere smembrato/assorbito dal compagno.

nemo ha detto...

.

ant0p. ha detto...

barney
---Mi piacerebbe una risposta che NON coinvolge GALLINE e UOVA, grazie :-P----

niente galline e uova, quello che si tenta di fare con le LENR è ottenere delle reazioni di fusione a temperature che non si ottengono in natura, mentre con quella calda di cercano di ottenere le fusioni a una densità spaziale mai vista in natura..ci vedo un'analogia, sono 2 tentativi artificiali di fare delle fusioni nucleari. anche franchini ammette che statisticamente si verificano anche fusioni a bassa temperatura, solo che sono talmente improbabili che rimarranno per sempre delle fluttuazioni inutili ai fini della produzione di energia. come uno potrebbe dire che con la fusione calda è impossibile concentrare in modo utile le reazioni in uno spazio sulla terra.

mentre io non ci vedo niente di male a forzare le cose con tentativi artificiali. freddi o caldi è lo stesso, basta che qualcuno dimostri che funzionano, non è ancora successo ma non è detto che non possa succedere.

Barney ha detto...

@ant0p: rimango sempre in attesa di un esempio di fenomeno naturale di fusione fredda che possa rappresentare quello che una stella rappresenta per la fusione calda "a' la' ITER".

:-P


Barney

sandro75k ha detto...

@Barney
L'elio negli idrocarburi....

Daniele Passerini ha detto...

@Sandro75k
@AC/DC
@nemo
@ant0p
Ho deciso di aumentare il numero di "autori" del blog, in questo giro ho pensato a voi (e a Hermano Tobia, paolo, mimmocanino). Questo vi permetterebbe di commentare senza passare per il filtro della moderazione.
Se vi va mandatemi una email e io vi risponderò con l'invito per completare la procedura di autorizzazione.

nemo ha detto...

Errata corrige:
Il volume dell’astronave buco nero invece sarà = R(s) L(p)^2 = V(rs)

nemo ha detto...

Grazie, Daniele! Ora sono registrato. MF

nemo ha detto...

Abiuro quanto scritto.
Ho commesso un grave errore interpretativo... :-(

ant0p. ha detto...

@barney
scusa non ero tornato a leggere: in realtà la fusione calda c'è nella bomba h, solo che non è controllabile nei piccoli spazi e si espande sempre in spazi troppo ampi per essere utile, se non a devastare tutto:)) di esempi di fusione fredda conclamata ancora non ce ne sono, lo sappiamo tutti, ma la probabilità di fusione a temperature basse non è zero. si spera che con l'espansione delle nanotecnologie si riuscirà a combinare qualcosa, vedremo, non è detto che siano più difficili gli ostacoli per la fusione calda controllata rispetto a quelli per la fusione a bassa temperatura.

@daniele
grazie per l'invito, ma preferisco rimanere 'normale commentatore', così se sparo cazzate non ho aggravanti:))

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