"Lo so... respiriamo la stessa aria e ne siamo felici."
Improvvisamente con la coda dell'occhio ti vedo. Sei passata a cinque, sei metri da me. Non mi hai visto perché sono appoggiato alla parete del palazzo, tra chi guarda la gente, ascolta l'orchestra o aspetta qualcuno, il cellulare in mano. Tu invece assecondavi il movimento della folla, una melodia dentro il flusso dello spartito, lo sguardo e i passi dritti verso il palco.
D'istinto stacco la schiena dal muro e cerco la tua scia. Cammino qualche secondo senza trovarti, poi eccoti, coi tuoi amici, ferma a parlare. Ti arriverei vicino, ti metterei la mano sulla spalla, oh che sorpresa, ciao, i tuoi amici certo, piacere. Ma ripenso a quello che mi hai detto ieri, di non avere fretta, di non correre troppo avanti. E mi arresto, anzi mi sposto di lato e frappongo tra noi un paio di sipari di persone che ondeggiano al rithm&blues, affinché non succeda che mi vedi.
Alla fine vi spostate verso i suonatori e io torno dov'ero ad aspettare le mie amiche. Scrivo "Ti ho visto... ero certo che ti avrei visto... va bene così..." e te lo invio. Dopo pochi minuti rispondi "Non so se mi guardi... ma credo di averti rincorso a un certo punto... emozionante...". Già, anche tu potresti avermi intravisto, ci sta suonando la stessa musica in testa, andiamo all'unisono. "Ora no... ti ho perso in mezzo alla gente... e il cuore batte forte...".
Arrivano le mie amiche con altri amici e mi prendono in giro, con chi smessaggio? perché sorrido tanto? Si chiacchiera, ma sono distratto. Voglio rivederti ancora. "Ragazzi," propongo, "che ne dite di avvicinarci un po' al palco?". Avanziamo di una decina di metri e balliamo un po'. Guardo avanti ma non ti trovo. Mi scuso col mio gruppo, "torno subito," dico e parto. Ripenso alla direzione che avevi preso prima di perderti di vista, m'infilo in mezzo alla gente, venti metri dal palco, quindici, dieci, finché inquadro nuovamente la familiarità dei tuoi capelli, le spalle nude e un bicchiere in mano.
Sono felice. Sono stato capace di ritrovarti per due volte in mezzo a una massa di persone, io che spesso non ricordo nemmeno qualcuno che mi saluta chiamandomi per nome. Sono sintonizzato con te, come una bussola punto la mia stella polare e te lo scrivo così: "Ti ho rivisto... ho appurato che basta seguire il cuore per ritrovarti, anche qui in mezzo... ora sono tornato tra i miei amici e ti lascio coi tuoi. Sono felice di averti visto".
L'orchestra cambia repertorio, si butta nel funky e sciorina una hit dopo l'altra. Passo il resto della serata a ballare sapendoti e sentendoti vicina, fino a poco dopo l'una, quando dopo l'ultimo bis la piazza inizia a svuotarsi, accompagno le mie amiche al mini-metrò e percorro Corso Vannucci a ritroso fino a dove ho parcheggiato il vespone. Arriva il tuo ultimo sms della serata: "...è stato bellissimo saperti con me..."
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domenica 18 luglio 2010
Umbria Jazz 2010
Il post precedente è stato pubblicato da
Daniele Passerini
alle
10:21
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2 : commenti:
Ancora qui...
Talmente vera che qualche anonima lettrice L. potrebbe perfino pensare che possa essere tuo quel "cuore che batte forte"...
PS:Hai mantenuto la tacita promessa della foto ai nuovi colori della tua camera...
so che era un percorso descrittivo che avresti portato a termine comunque perchè, da quello che ho capito leggendoti durante questi pochi giorni, quando inizi l'incipit di un argomento poi lo sviluppi portandolo al suo fatidico ending ma avendo postato un ps in cui ti consigliavo di esagerare un pò con le tinte per rispettare l'enfasi della tua anima così come traspare da questo luogo, mi sento un pò complice di aver accelerato i tempi di quelle foto :)
PPS:cosa scende dal soffitto come piume dal capo di un inarrivabile deus ex machina? è un allontana diavoletti o più un attira angioletti?Insomma, si scaccia il male o si attira il bene? o si fa entrambe le cose?
(e poi, demoni, creature alate, troppa religione cattocristiana forse per parlarne con chi segue la filosofia zen :)
Non ringraziare mai i miei commenti, ne sei tu la fonte, il principio e la fine.
Buona Storia Daniele.
Nel percorso di vita che Robert Frost vedeva come un bivio a partire dal quale la strada non battuta era migliore di quella scorrevole e invitante, tu fai sempre le tue scelte senza cristallizzare ciò che provi ma fino in fondo, e fondamentalmente, non cambiare troppo la tua essenza, mi raccomando.
Io devo andare..
Troppi potenziali legami di anima creano insicurezze che spaventano, chi le vive e chi le subisce.
Il mio cuore ha scelto già la sua strada e allora torno senza indugi dal mio infinito amore per sempre.
Grazie di tutto ciò che ho letto e che porto con me.
L.
Alias
Loredana
È un peccato perdere lettori come te, ma se la vita (vera) ti chiama altrove sono contento per te!
Anch'io del resto sto riducendo la quantità dei post, cercando di compensare con un aumento della qualità! :-)
In bocca al lupo e tante buone letture del libro della vita.
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