Riporto da www.amma-italia.it questo discorso di Mahatma Amma, donna di fama ormai internazionale. Nata in India a Kerala nel 1953, già bambina (nella foto) dimostrava una saggezza profonda e una fede fortissima, insolite per la sua età.
Qui affronta un tema non dissimile da quello della "caverna di Platone" proponendo un'immagine, quella delle scimmie che perdono la loro libertà, perfetta per sottolineare come noi stessi siamo gli artefici della nostra "prigione".
Qui affronta un tema non dissimile da quello della "caverna di Platone" proponendo un'immagine, quella delle scimmie che perdono la loro libertà, perfetta per sottolineare come noi stessi siamo gli artefici della nostra "prigione".
Non appartenete al buio. Il buio è una prigione creata dalla vostra stessa mente ed ego; è creato e imposto da voi stessi. Non è la vostra vera dimora, perché voi appartenete alla luce. Voi siete la luce di Dio. Per cui abbandonate il buio. Realizzate di essere in una prigione; riconoscete la prigione per quello che è, e comprendete che non è la vostra vera casa. Noi abbiamo creato la nostra stessa prigione e il nostro imprigionamento. Nessun altro è responsabile o ha partecipato a ciò. Osservate che le tenebre sono il buio, e non la luce. Noi siamo nel buio ma sfortunatamente pensiamo di essere nella luce. Pensare è il problema. Siamo completamente identificati con il processo del pensiero.Nello stato attuale della mente, sebbene siamo nel buio e siamo legati dall'ego creato da noi stessi, crediamo di essere liberi e di essere nella luce. Confondiamo il buio con la luce, e il legame con la libertà. È questione di riconoscere il legame per ciò che è. Non comprendiamo di essere incatenati, perché siamo stati incatenati, nel buio, per molto tempo. Le catene che ci legano sono per noi come degli ornamenti, e la prigione è divenuta come se fosse casa nostra. Ciò che consideriamo degli abbellimenti: la fama, il potere, la ricchezza, sono, di fatto, le catene che ci legano. A causa di questo concetto errato, la miseria e la tristezza sono divenuti parte della nostra vita, e questa è la ragione per cui non riusciamo a sorridere di cuore. Ma la verità è l'opposto di ciò. Noi siamo la luce del Divino, e la beatitudine è il nostro diritto di nascita. Noi siamo l'infinito Atman, eternamente libero.C'è un vago ricordo all'interno di noi della nostra vera natura. A volte questo ricordo diviene un po' più chiaro. Ma per la maggior parte del tempo non siamo consapevoli di esso, questa è la ragione per cui continuiamo a rimanere nelle catene. Ogni volta che il ricordo appare, lottiamo per liberarci. Questa catena, però, è tale che, quanto più si lotta tanto più diviene stretta. Smettetela di lottare, acquietatevi e rilassatevi, e scoprirete di essere liberi. Essere consapevoli del legame è sufficiente per farvi liberare dalla sua presa. Vi state aggrappando a tutti gli oggetti illusori creati dalla mente. Vi identificate con i vostri pensieri, mostrando così poca saggezza, creando in questo modo la vostra stessa prigione e rimanendovi imprigionati. Come liberarvi? È molto semplice. Semplicemente lasciate la presa e abbandonate ogni vostra cooperazione - semplicemente lasciate andare.Sapete come le scimmie vengono catturate in alcune parti dell'India? Viene posta sul terreno una pentola con dal collo stretto, colma di noci e di tutto ciò che piace alle scimmie. Allora la scimmia arriva per prendersi le noci. Mette la mano dentro la pentola e afferra le noci. Ora, avendo la mano piena, non riesce a tirarla fuori dalla pentola dal collo stretto. La scimmia folle non apre la mano per lasciar andare le noci, che sarebbe un facile modo per fuggire. Non abbandona le noci che ha afferrato, e così rimane intrappolata. Rimanendo aggrappata a poche noci, la povera scimmia perde l'intera foresta con tutti i magnifici alberi e le vaste aree dove avrebbe potuto correre libera, giocare e godersi la vita pienamente. Proprio a causa di poche noci perde l'abbondanza di noci fresche e deliziose e dei frutti che sono a sua disposizione in ogni parte della foresta. Perde il mondo intero.Gli esseri umani sono molto simili. Una persona grida: "Liberami! Voglio la libertà!" Ma chi l'ha incatenato? Cos'è che lo ha legato? Nessuno, niente. Deve soltanto smettere di fare tutto questo chiasso non necessario, smetterla di lottare, calmarsi e rilassarsi; allora vedrà che è lui, e soltanto lui, che è responsabile del suo incatenamento. Deve soltanto abbandonare le poche noci a cui si sta aggrappando, e allora potrà facilmente tirar via la mano dalla pentola dal collo stretto del corpo, della mente e dell'intelletto. Potrà essere libero per sempre. L'intero universo gli appartiene.
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