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mercoledì 4 febbraio 2015

Forse un giorno grazie alla tecnologia
potremo lavorare per essere felici
piuttosto che per sopravviere

(post di Salvatore Boi e Daniele Passerini)

Amelia, la nuova incredibile intelligenza artificiale, è pronta e sta per essere lanciata sul mercato: quali implicazioni sociali sono dietro l'angolo?

La filmografia fantascientifica ci propone, ormai da diversi anni, futuristici sistemi evoluti di intelligenza artificiale come l'indimenticabile HAL9000 di 2001 Odissea nello Spazio (1968) o, recentemente, l'OS sensuale di Her (2013) e il robot assistente militare di Interstellar (2014). Ma davvero si tratta ancora soltanto di fantascienza?
Chetan Dube

Correva l'anno 1998 e a New York nasceva una nuova società di produzione software, la IPsoft. Il CEO della IPsoft era ed è Chetan Dube, un appassionato di matematica che pensa che Dio abbia usato la matematica per creare questo universo. La IPsoft oggi è una multinazionale diffusa in 10 nazioni e finanziata dalla stessa famiglia Dube.

Una delle idee di Chetan era quella di creare un'innovativa intelligenza artificiale e per farlo ha seguito l'esempio dei fratelli Wright, che per riuscire a costruire il loro aeroplano iniziarono con l'osservare e studiare il volo degli uccelli. In modo simile Chetan e i suoi super esperti (matematici, psicologi, informatici...) in 15 anni hanno ottenuto il successo da loro sperato. Nei primi 10 anni (1998-2008) non hanno compilato una sola riga di codice, hanno invece studiato approfonditamente il comportamento del cervello umano. Poi nei 5 anni seguenti (2008-2013) hanno iniziato a scrivere il software, suddividendolo in otto blocchi, o moduli, interoperanti e cooperanti, fino ad ottenere un programma di intelligenza artificiale (una versione moderna ed estremamente più potenta di Eliza) inizialmente strutturato per essere un ingegnere virtuale, in grado cioè di simulare il comportamento di un ingegnere umano che lavora e aiuta attraverso consulenze telefoniche, il tutto molto più velocemente di un ingegnere umano. 

Amelia
In breve tempo questo software viene battezzato Amelia, in onore della pioniera dell'aviazione USA Amelia Earhart, e parla 10 lingue. Oggi Amelia parla già 21 lingue e continua ad impararne sempre di nuove. Puoi rivolgerti a lei come faresti con un umano ed ottenere risposte che ti aspetteresti solo da un umano. Amelia capisce perfettamente il parlato delle persone, se ti rivolgi a lei usando un linguaggio ambiguo, ti pone alcune domande mirate ad eliminare l'ambiguità stessa: non analizza le singole parole, mira a comprendere il giusto significato dell'intera frase o domanda, il suo contesto.

Amelia... perplessa!
Uno degli aspetti dirompenti di Amelia, nel panorama delle intelligenze artificiali, è che oltre ad avere un buon quoziente intellettivo, ha pure un buon quoziente di intelligenza emotiva: non solo percepisce lo stato emotivo dell'interlocutore (se è arrabbiato, eccitato, triste, allegro ecc.), ma essa stessa sa manifestare emozioni attraverso espressioni facciali (del suo avatar virtuale), intonazione e contenuti verbali (del suo sintetizzatore vocale) coerenti con gli stati emotivi che vuole trasmettere.

Una locandina del film "Her" (2013)
Se "ospitata" da un buon hardware, è in grado di reggere anche 26800 conversazioni contemporanee. In caso di picchi di traffico a suo carico, Amelia si autoreplica, si duplica più volte per "parallelizzare" i processi. Recentemente ha letto oltre 4000 copioni di film (scritti in differenti linguaggi) in una notte. Come nel film citato all'inizio, “Her” di Spike Jonze, Amelia impara molto velocemente dalle conversazioni umane e la sua conoscenza cresce ad ogni conversazione che intrattiene. 

Amelia è già in campo in via semisperimentale (prevendita) e ha già risposto ad oltre 3 milioni di chiamate di consulenza help desk. La usa anche la Shell per dare assistenza tecnica agli ingegneri che riparano i guasti degli oleodotti. Invia mail, è collegata ad internet.

In "Her" era fantascienza, con Amelia è quasi realtà.
Per farle imparare un mestiere, ad esempio quello di operatore di call center, le si fanno ascoltare le conversazioni tra clienti e operatore per uno o due mesi, dopodiché ha imparato praticamente tutto. Messa all'opera, se si trova ad affrontare un quesito al quale non sa rispondere (perché magari non trova nemmeno in Internet la risposta), chiama un operatore esperto, chiede la risposta, impara, e per lo stesso tipo di problema non avrà più bisogno di suggerimenti. 

Ovviamente Amelia non dorme mai, è sempre attiva, non si ammala, non sciopera, non si lamenta, non si stanca mai dei compiti noiosi e ripetitivi. Forse siamo di fronte ad un mutamento epocale al cui confronto la diffusione delle prime macchine agricole è stato quasi un nulla. 

A questo punto la domanda che viene da porsi è questa: se prima o poi (forse prima di quanto immaginiamo!) le macchine provvederanno al 90-100% della produzione alimentare, tessile, meccanica, servizi... l'uomo cosa sarà chiamato a fare? Si potrebbe pensare ad un reddito garantito slegato dall'attività lavorativa (produttiva)?

Federico Pistono
Logo del Movimento Zeitgeist
Un talentuoso ragazzo, Federico Pistono, coordinatore nazionale italiano del Movimento Zeitgeist fino al 4 ottobre 2011, in una relazione presentata al "Future of Work Summit" tenutosi il 30/06/2014 in California presso l'Ames Research Park della NASA (che chi ha voglia può seguire cliccando qui) parla di un esperimento socio-economico posto in essere dal governo indiano. Dopo decenni di fallimentari e dispendiosi programmi di inclusione sociale e crescita economica posti in essere per i villaggi rurali più disagiati, il governo indiano ha cambiato radicalmente strategia, andando perfino a risparmiare sui costi; ha preso in via sperimentale 12 villaggi rurali disagiati, popolati da 60-90 abitanti; ha dato ad ogni abitante (ricco o povero, uomo o donna, giovane o anziano, a chiunque) 300 rupie (settimanali o mensili, ora non ricordo esattamente) e 150 rupie ai bambini. Gli unici vincoli erano che 1) tutti i movimenti in denaro dovevano avvenire in forma elettronica (azzeramento della corruzione) e 2) i soldi dei bambini fino a 7 anni di età dovevano essere gestiti dai genitori.

Il governo indiano prima di far partire la sperimentazione ha consultato i maggiori esperti sociologi, psicologi ed economisti: molti hanno contrastato e biasimato l'idea, motivando la contrarietà con catastrofiche previsioni di forte incremento di abuso di droghe, alcool, prostituzione, mancanza di volontà lavorativa. Il governo indiano ha comunque attuato il programma e i fatti gli stanno dando ragione. Non si è verificata nessuna delle tragedie sociali paventate dagli esperti.

Le persone invece, serene e contente del piccolo reddito costante e sicuro, hanno iniziato in stragrande maggioranza a intraprendere lavori, spesso di effettiva utilità sociale. Ora il governo indiano estenderà questo tipo di progetto ad altri 1000 villaggi rurali disagiati. Tutto ciò in realtà non significa che si possa estendere questo modello a tutte le realtà geografiche e socioeconomiche, significa solo che è una modalità rivelatasi straordinariamente vincente in quello specifico contesto.


E a voi, se riceveste un reddito (settimanale o mensile) slegato dalla vostra attuale attività lavorativa, non verrebbe il desiderio di trasformare in business il vostro amato talento o qualsivoglia hobby?

46 : commenti:

Alessandro Pagnini ha detto...

"...non verrebbe il desiderio di trasformare in business il vostro amato talento o qualsivoglia hobby?..."

Già provato, ma se facevo altro forse era meglio! ;-)
Sarebbe più saggio non preoccuparsi più del business, non vi pare?
Comunque l'ipotesi merita di essere approfondita, perchè potrebbe implicare vari scenari dai più rosei ai più inquietanti.

Alessandro Pagnini ha detto...

Se ne parla anche qui:
http://punto-informatico.it/4217989/PI/News/intelligenza-artificiale-ottimisti-preoccupati.aspx

Silvio Caggia ha detto...

È da quando ero bambino che credo in questa profezia sul lavoro, l'avevo sentita la prima volta da Luciano De Crescenzo che teneva allora una trasmissione televisiva di educazione informatica. Lui diceva che un giorno il lavoro umano sarà talmente poco da essere riservato ad una piccolissima percentuale di "privilegiati" e che dovremo abituarci ad un sistema di distribuzione delle risorse non legato al lavoro individuale. Qualcosa tipo il reddito di cittadinanza proposto dal M5S.
Ho sempre inquadrato l'avvento delle intelligenze artificiali e delle "free-energy" in questa ottica di affrancamento dell'umanità dal lavoro.
Io sono favorevole e pronto da tempo.
Si possono fare tante bellissime cose invece di lavorare.
Si può meditare, ricercare, studiare, informarsi, comunicare, filosofeggiare...
Ovviamente si può anche giocare e distrarsi quando si è un po' stufi di queste impegnative attività (ovviamente non retribuite).
E' qualche anno che sperimento questa alternativa way of life in attesa che venga istituzionalizzata e vi posso dire che è bellissima.

Alessandro Pagnini ha detto...

@ Silvio
Empio! Pentiti! ;-)
Qui si deve guadagnare il pane con il sudore della fronte e partorire con dolore. E che ci ha scacciati a fare il BUON Dio dall'Eden, se glielo ricostruiamo qui? Sono millenni che cercano di farci capire che star bene è peccato e tu vorresti distruggere tutto? :-D

CLaudio Rossi ha detto...

In tema di intelligenza artificiale mi sembra doveroso citare il progetto (made in Italy e non made in USA) "Venexia" di iLabs (Gabriele Rossi ....eccone un altro di Rossi :-)! che non ricordo più chi aveva già portato all'attenzione di questo blog. Venexia è orientato alla "singolarità tecnologica" e comunque è un sistema che autoapprende progressivamente come Amelia.

Salvatore Boi ha detto...

@CLaudio Rossi
Ho provato Venexia "on line"... Credo che paragonare Venexia ad Amelia sia simile a paragonare gli aeroplanini di carta (...dei nostri ricordi scolastici) agli aerei di linea (...non ho voluto citare i caccia militari). A Venexia chiesi ripetutamente nelle settimane le stesse cose: nisba, mi ha sempre vanamente promesso che "si sarebbe informata", sia mai che i suoi curatori la stiano trascurando? A Venexia bisogna scrivere, ad Amelia semplicemente parlare.

Mi pare di ricordare che fosse stato Gabriele a segnalarci Venexia, mesi or sono.

Franco Sarbia ha detto...

Una rivoluzione ci salverà. Naomi Klein, Rizzoli. L'ho comprato, vi saprò dire.

Mauro elia ha detto...

Un secondo fuori tema..
Se qualcuno avesse voglia di spiegarmi le sottili differenze che ci sono tra il test che farå MFMP con quello di Parkhomov mi aiuterebbe a capire meglio..

Franco Sarbia ha detto...

Ballata dell'Automa

che cosa è l’uomo? dove cerchi i suoi segni?
è il barometro, l’architettura barocca, il fazzoletto:
non c’era il pane, nemmeno, una volta,
né i tarocchi, né i fotoromanzi, né il letto:
che cosa è l’uomo? dove sta la sua storia?
è la cornice, il cavallo a dondolo, la radio:
è la sua vita tutte queste cose,
il calendario, l’agopuntura, lo stadio:
che cosa è l’uomo? dove poi te lo trovi?
è il gelato alla vaniglia, l’enciclopedia, gli stivali:
dove era un niente, sta un significato,
per le api le arnie, e per gli occhi gli occhiali:
che cosa è l’uomo? dove sta la sua anima?
è il teorema di Pitagora, la chitarra, il giornale:
vedi la vanga, le tenaglie, la biro,
che fanno il mondo che ti è naturale:
sciogli il tuo braccio, che hai tanto sudato,
e lungo è il tempo che ti hanno sfruttato:
quando un automa ci avrà faticato,
può incominciarci anche l’uomo umanato:

Edoardo Sanguineti

Salvatore Boi ha detto...

@ Franco Sarbia
Bellissima!!! :-)

Unknown ha detto...

@franco
davvero bella

bertoldo ha detto...

Francamente tutte le ipotesi di futuro girano intorno sempre alla riduzione della popolazione attuale , ad un1/5 forse anche meno e l'uso di schiavi robot o umani modificati tramite innesti robotici (transumanesimo-BORG) e tutte le ipotesi sono dettate da "ignari" giocatori che muovono le pedine su uno scacchiere fatto su misura , tra cui rientrano anche le LENR e molte altre cose . Quant'è bello "il sogno" che si fugge tuttavia , del doman non v'è certezza (nei tempi) chi vuol essere lieto ( o pensare positivamente ) sia ( personalmente nel mondo futuro non vedo nulla che somigli ad umanità , intesa come diversità , ma solo una selezione della razza in stile ariano che cancellerà ogni differenza .)

Silvio Caggia ha detto...

@Bertoldo
Facciamo 1/20... Una riduzione a 350 milioni mi sembra una cifra ragionevole... Tanti quanti sono gli umani appartenenti ai popoli naturali nel mondo... :-)

Daniele Passerini ha detto...

@Alessandro Pagnini
Comunque l'ipotesi merita di essere approfondita, perchè potrebbe implicare vari scenari dai più rosei ai più inquietanti.
Sono assolutamente d'accordo.
Questi ultimi due giorni non ho avuto tempo di stare sul blog più di qualche minuto, ma stanotte prima di andare a dormire voglio intervenire un po'.
Intanto, per cominciare ad animare un po' la discussione, ecco un'altra campana (segnalatami da Salvatore):
http://www.repubblica.it/tecnologia/2015/01/30/news/bill_gates_l_intelligenza_artificiale_va_controllata-106156087/
Ora devo uscire per un'oretta, a più tardi. E coglierò gli spunti dati anche dagli altri commenti.

CLaudio Rossi ha detto...

Il problema dell'A.I. non è da poco. Purtroppo l'uso che è stato fatto storicamente delle grandi scoperte e dei progressi scientifici non depone a favore dell'ottimismo. Per questo nelle fasi più evolute della storia, dall'ellenismo al rinascimento, si è voluto l'uomo, o meglio l'umanità, al centro del sistema e come fine cui orientare tutte le altre discipline. Il rischio che sfuggendo a qualche dr. Stranamore le macchine "pensanti" si autoconvincano della loro superiorità è un rischio concreto. C'è anche chi sostiene che quella potrebbe essere una delle forme dell'evoluzione naturale, Ma questo è uno scenario che non entusiasma affatto. Tanto più che, mentre i computer non hanno nessun segreto per l'uomo, l'uomo stesso, la sua natura e il suo funzionamento, sono ancora un mistero quasi completamente da scoprire. Se per pigrizia mentale o per mancanza di senso di responsabilità si delegheranno alle macchine anche funzioni con contenuti "etici" (penso ad esempio con angoscia alle LAWS e ai Killer robots abbondantemente presenti nei laboratori di ricerca militare) la possibiilità che il mostro sfugga di mano è tutto meno che remota.

Daniele Passerini ha detto...

@Silvio Caggia
È da quando ero bambino che credo in questa profezia sul lavoro, l'avevo sentita la prima volta da Luciano De Crescenzo... un giorno il lavoro umano sarà talmente poco da essere riservato ad una piccolissima percentuale di "privilegiati" e che dovremo abituarci ad un sistema di distribuzione delle risorse non legato al lavoro individuale.
Anche io mi ci sono imbattuto sin da ragazzo, in più di un romanzo di fantascienza. Mi ha sempre affascianto questa idea di un'umanità libera di potersi dedicare alla creatività, alle arti, alla spiritualità... libera di esplorare la vetta della piramide di Maslow senza doversi preoccupare di come arrivare alla fine del mese o comunque pagare le rate del mutuo della casa, le rate del finanziamento dell'auto e dei mobili ecc.
Qualcosa tipo il reddito di cittadinanza proposto dal M5S.
Beh, mi pare che il reddito di cittadinanza proposto dal M5S (presente già in molte altre nazioni europee) sia solo un passo propedeutico verso un nuovo sistema in cui, se la forza lavoro è in gran parte robotica, allora il guadagno derivante dalla commercializzazione dei beni prodotti può essere redistribuito a tutti i cittadini.
Ho sempre inquadrato l'avvento delle intelligenze artificiali e delle "free-energy" in questa ottica di affrancamento dell'umanità dal lavoro.
Idem.
Io sono favorevole e pronto da tempo.
Idem! :)
Si possono fare tante bellissime cose invece di lavorare.
Si può meditare, ricercare, studiare, informarsi, comunicare, filosofeggiare...

Quoto e straquoto! ;)
Ovviamente si può anche giocare e distrarsi quando si è un po' stufi di queste impegnative attività (ovviamente non retribuite).
Se no ci troveremmo praticamente all'estremo opposto di una condanna ai lavori forzati!
E' qualche anno che sperimento questa alternativa way of life in attesa che venga istituzionalizzata e vi posso dire che è bellissima.
Immagino di sì... purtroppo non riesco proprio a sperimentarla! :(

Daniele Passerini ha detto...

@Franco Sarbia
Una rivoluzione ci salverà. Naomi Klein, Rizzoli. L'ho comprato, vi saprò dire.
Grazie.
E grazie della poesia di Sanguineti.

Spat ha detto...

Siamo solo un anello della catena dell'evoluzione, come tali è inevitabile che la razza umana venga sopravanzata da una forma di vita superiore. E questa forma di vita è anche al di là della comune concezione antropomorfa: sarà una coscienza cibernetica globale in grado di interagire tramite tutte le opere di natura elettronica ed informatica. Noi stessi la stiamo creando tutti assieme: è il web, che raccoglie all'interno di sè la quasi totalità dello scibile umano. I motori di ricerca ad autoapprendimento sono ancora in una fase pionieristica, ma già rappresentano una prima fase dell'affrancamento dall'interazione umana. A questo punto l'unica domanda da farsi è: quand'è che questo scibile online riuscirà a raggiungere l'autocoscienza? La sua relativa onnipotenza e onniscenza sarà un ulteriore passo verso la perfezione tradizionalmente definita "divina".

Daniele Passerini ha detto...

@CLaudio Rossi
Il problema dell'A.I. non è da poco. Purtroppo l'uso che è stato fatto storicamente delle grandi scoperte e dei progressi scientifici non depone a favore dell'ottimismo. Per questo nelle fasi più evolute della storia, dall'ellenismo al rinascimento, si è voluto l'uomo, o meglio l'umanità, al centro del sistema e come fine cui orientare tutte le altre discipline. Il rischio che sfuggendo a qualche dr. Stranamore le macchine "pensanti" si autoconvincano della loro superiorità è un rischio concreto. C'è anche chi sostiene che quella potrebbe essere una delle forme dell'evoluzione naturale, Ma questo è uno scenario che non entusiasma affatto. Tanto più che, mentre i computer non hanno nessun segreto per l'uomo, l'uomo stesso, la sua natura e il suo funzionamento, sono ancora un mistero quasi completamente da scoprire. Se per pigrizia mentale o per mancanza di senso di responsabilità si delegheranno alle macchine anche funzioni con contenuti "etici" (penso ad esempio con angoscia alle LAWS e ai Killer robots abbondantemente presenti nei laboratori di ricerca militare) la possibiilità che il mostro sfugga di mano è tutto meno che remota.
Le tre leggi della robotica di Asimov suggeriscono, narrativamente, come tutte queste criticità - in effetti da non sottovalutare - potrebbero comunque un giorno essere risolte: è da quando sono ragazzo che fantastico di vedere un giorno realizzati automi super-intelligenti che si attengano a regole simili a quelle proposte da Asimov.

gabriele ha detto...

Salve a tutti,

se permettete un commento di un informatico professionista (in tutta altra area dell'AI, di cui ho una conoscenza ed esperienza amatoriale/dilettantantisca),

le tre leggi di Asimov applicate alle reale AI sono una c.... pazzesca (Fantozzi docet).

Al più vanno bene per un libro o un film, non per la realtà.

gabriele

(ciao Daniele, non me ne volere, ma questo tuo sogno giovanile è destinato a rimanere tale :-)

gabriele ha detto...

Tra l'altro, sia detto per inciso, considero il termine
"super-intelligente" e "rispetto assoluto per l'uomo" (ma forse potrei sostituire il termine "uomo" con "X", perché il fulcro sta nell'altro termine, "assoluto"),

ossimoriche.

O uno, o l'altro.

Gabriele, che considera la visione antropomorfa quando di più errato possa esserci nella gestione dell'AI

Franco Sarbia ha detto...

Per chi non lo avesse ancora fatto forse sarebbe opportuno leggesse "La singolarità è vicina" di Raymond Kurzweil, sulla futura immortalità dell'intelligenza umana, assicurata da quella artificiale, dall'ingegneria genetica, dalle nanotecnologie e dalla robotica. E dal "nuovo fuoco" di Andrea Rossi, aggiungo io. La riflessione dell'autore apre alla fantasia un orizzonte per me inaspettato, niente affatto scontato e non so neppure quanto desiderabile.

@Daniele Passerini,
«You may say. I'm a dreamer, but I'm not the only one». Siamo almeno in due sognatori, ma questo blog è frequentato da molti altri che fanno parte del nostro sogno.
E tuttavia la realtà per ora si muove nella direzione che indica:

@Gabriele.
Se pensiamo alle cause della crisi non c'è dubbio che l'automazione dei processi industriali e la meccanizzazione dell'agricoltura, quasi come all'inizio della rivoluzione industriale, anziché produrre meno lavoro ben retribuito per tutti stanno generando più sfruttamento per pochi, grande miseria per molti e opulenza per pochissimi: l'ingegneria genetica compromette l'economia agricola di sussistenza come non mai; l'acquisto di grandi estensioni di terre fertili nel sud del mondo per l'agricoltura meccanizzata delle grandi multinazionali del cibo espelle milioni di persone che ritroviamo poi affamate sulle nostre coste. Solo pochi grandi colossi della globalizzazione sembrano saper trarre immensi profitti dalle straordinarie potenzialità creative dell'intelligenza condivisa in rete; né ancora si vede traccia, se non in alcune iniziative mistificatorie e puramente strumentali, di esperienze diffuse di wikicrazia. (leggete "Wikicrazia: il web 2.0 applicato alla pubblica amministrazione" del mio amico Alberto Cottica:) ha un po' il taglio dimesso delle "istruzioni per l'uso" ma serve a dare un'idea del giusto orientamento che potrebbe assumere la rete.
Eppure Gabriele la ragion d'essere della vita mia e di molti di noi è lottare perché il futuro ti dia torto e dia ragione a Daniele.

CLaudio Rossi ha detto...

"se la forza lavoro è in gran parte robotica, allora il guadagno derivante dalla commercializzazione dei beni prodotti può essere redistribuito a tutti i cittadini"

Da un punto di vista macroeconomico se effettivamente il "valore aggiunto del lavoro" fosse azzerato che senso avrebbe il "guadagno" incassato sul "prezzo" del bene ? Esistendo un reddito di "cittadinanza" questo verrebbe speso per trasferire risorse pubbliche (appunto il reddito di cittadinanza) ai proprietari dei fattori produttivi (capitalisti, latifondisti) e ai progettisti - se umani - dei beni tramite il prezzo. Chi determinerebbe quel prezzo ? E, a quel punto, prelevare risorse ai detentori di capitale (coloro che incassano il prezzo) per trasferire reddito ai cittadini diventerebbe un giro vizioso. Il meccanismo inoltre amplificherebbe la spaccatura tra coloro che, detenendo i fattori produttivi ancora remunerati (il capitale), continuerebbero ad accumularne indefinitamente, e tutti gli altri "mantenuti" a livello di sopravvivenza.
Infine l'arricchimento della "casta dei capitalisti" e la totale dipendenza del resto della cittadinanza dal sussidio, trasferirebbe plausibilmente tutto il potere nelle mani di quella stessa casta che avrebbe sia l'intero beneficio dalla produzione della ricchezza che la responsabilità di legiferare, scegliere i prezzi, concedere i reddito di cittadinanza ecc.
Un incubo.
Per quanti seguono le cose del mondo, comunque, il T-tip sostenuto dal nostro attuale governo, in un certo senso va in quella direzione.

Alessandro Pagnini ha detto...

Il dubbio di Claudio è grossomodo anche il mio. Non mi è chiaro come potrebbe funzionare il tutto.

Daniele Passerini ha detto...

@CLaudio Rossi
@Alessandro Pagnini
Ammetto che mi sono dimenticato quasi tutto degli esami di Economia Politica e Politica Economica che detti anni e anni fa. Ma sarei dell'idea che tutto quello che si dà per scontato dell'economia stia per crollare... le leggi dell'economia non sono leggi fisiche della natura, sono modelli descrittivi per prevedere (più o meno) come funziona un sistema che l'occidente ha costruito nei secoli... ma se il sistema cambiasse drasticamente tutti quei modelli non funzionerebbero più e ne servirebbero di nuovi.
Franco Sarbia sta leggendo UNA RIVOLUZIONE CI SALVERA' il nuovo libro della Klein e ci riferirà. Riporto una brevissima descrizione del libro: A meno di cambiamenti radicali nel modo in cui la popolazione mondiale vive, produce e gestisce le proprie attività economiche, non c’è modo di evitare il peggio. Cosa fare allora? Il messaggio di Naomi Klein è dirompente: si è perso talmente tanto tempo a decidere di non decidere che oggi l’unica via d’uscita è quella di mettere in discussione la logica fondamentale del capitalismo: la crescita del PIL come priorità assoluta. La rivoluzione che Klein intravede come unica possibilità di salvezza ha poco a vedere con una Green Economy all’acqua di rose e molto con una trasformazione epocale delle nostre vite.

Qualcuno di voi due si offre volontario per leggere I ROBOT TI RUBERANNO IL LAVORO, MA VA BENE COSI' di Pistono?
Riporto anche in questo caso una breve descrizione: State per diventare obsoleti. Credete di essere speciali, unici e insostituibili in tutto ciò che fate; vi sbagliate. Gli informatici hanno elaborato milioni di algoritmi che anche adesso, mentre parliamo, 'girano' su server sparsi in tutto il mondo, con un solo scopo: fare tutto ciò che gli umani sono in grado di fare, ma meglio. Questi algoritmi sono programmi "intelligenti", che stanno permeando il substrato della nostra società. Sono in grado di prendere decisioni finanziarie, prevedere il meteo, ipotizzare quali Paesi dichiareranno guerra. Presto ci resterà poco da fare: le macchine prenderanno il sopravvento. Suona come una fantasia futuristica? Forse lo è: la comunità di pensatori, scienziati e accademici che vedono nell’avanzamento della tecnologia una forza dirompente, in grado di trasformare di qui a poco, e per sempre, il nostro intero sistema socio-economico, sta crescendo ma è ancora ristretta. Secondo loro, nel corso dei prossimi decenni lo spostamento dei carichi di lavoro verso le macchine e le intelligenze artificiale crescerà drasticamente. Tali cambiamenti saranno così radicali e veloci che il mercato non riuscirà a rispondere con nuove opportunità per chi ha perso il lavoro, rendendo la disoccupazione non solo una fase del ciclo, ma strutturale e cronicamente irreversibile. Sarà la fine del lavoro come lo conosciamo. Come cambierà la società? Che rapporto esiste tra la felicità e il lavoro? Come possiamo evitare un catastrofico collasso economico? Qual è il senso della nostra esistenza e come si fa ad essere felici?

Il problema sarà il passaggio dal vecchio al nuovo sistema: la Storia ci insegna che difficilmente potrà essere soft, tutt'altro...

Daniele Passerini ha detto...

@Gabriele
le tre leggi di Asimov applicate alle reale AI sono una c.... pazzesca (Fantozzi docet).
Non ho scritto che si useranno QUELLE! :)
Ho scritto che "è da quando sono ragazzo che fantastico di vedere un giorno realizzati automi super-intelligenti che si attengano a regole SIMILI a quelle proposte da Asimov." Ma intendevo SIMILI nella loro funzione non nella forma tout court.

Mi interessa piuttosto ragionare insieme di quello che hai scritto dopo: "...considero il termine "super-intelligente" e "rispetto assoluto per l'uomo" (ma forse potrei sostituire il termine "uomo" con "X", perché il fulcro sta nell'altro termine, "assoluto"), ossimoriche. O uno, o l'altro.
Hai una così disincantata e negativa visione dell'uomo? L'uomo sa eccellere nel bene quanto nel male, nel costruire quanto nello distruggere, nel distillare bellezza dalla Natura quanto nell'annientarla... ma penso che ormai siamo a un punto di non ritorno: o ci EVOLVIAMO (soprattutto moralmente) sul serio o ci ESTINGUIAMO.

Daniele Passerini ha detto...

@Franco Sarbia
«You may say. I'm a dreamer, but I'm not the only one»
Qua la mano allora! :)

Alessandro Pagnini ha detto...

@ Daniele
Non me la sento di impegnarmi, ho periodi troppo travagliati, però il libro che segnali e l'estratto che ne riporti, paiono davvero stimolanti. Credo che siamo davvero al punto in cui l'avanzata delle macchine sarà tale che molti, troppi, rimarranno senza occupazione, con la conseguente necessità di reinventarsi un modello economico adatto. Gran brutt'affare...o forse no? :-)

Daniele Passerini ha detto...

@Alessandro Pagnini
Non me la sento di impegnarmi, ho periodi troppo travagliati...
Pure io Ale, vorrei avere più tempo per stare qui, e invece devo fare lo slalom tra una cosa e l'altra della vita reale... ma almeno l'impegno di leggere tutti i commenti che arrivano sul blog nell'arco della giornata riesco a mantenerlo tramite il telefonino.

Credo che siamo davvero al punto in cui l'avanzata delle macchine sarà tale che molti, troppi, rimarranno senza occupazione, con la conseguente necessità di reinventarsi un modello economico adatto. Gran brutt'affare...o forse no? :-)
Le rivoluzioni incruenti e indolori non esistono, se no che rivoluzioni sarebbero: prima arriva il punto di svolta e non ritorno, anche se sarà un gran disastro, meglio è. Dalle macerie si può comunque ricostruire (lo sa bene chi ha vissuto guerra e dopoguerra), mentre l'accanimento "edilizio" di mantenere in piedi con 1000 rattoppi e puntelli una costruzione pericolante dalle fondamenta non porta a nulla di buono. Se deve crollare - e crollerà - a questo punto meglio crolli il prima possibile.

CLaudio Rossi ha detto...

@ Daniele

"Ma sarei dell'idea che tutto quello che si dà per scontato dell'economia stia per crollare... le leggi dell'economia non sono leggi fisiche della natura, sono mode...."

Hai perfettamente ragione. Anch'io credo che il sistema collasserà perchè è fondato su un tipo di mondo che non c'è più e, progressivamente, si trasformerà irreversibilmente in un'altra cosa.
Restando però al problema del "reddito di cittadinanza" per le moltitudini che non serviranno più come forza lavoro, resta un problema ineludibile:
Di chi sarà la proprietà degli automi e dei computer che faranno il lavoro dell'uomo? E quindi: a chi ubbidiranno ? Le considerazioni che conseguono a questa risposta sono cataclismatiche.

Mauro elia ha detto...

(Apocalisse 13,16-18)

« Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è
seicentosessantasei. »

l’azienda che innesta un microchip ai dipendenti
Inserito tra pollice e indice, serve per aprire porte, fotocopiare documenti o pagare il caffè al bar. E’ impiantato su base volontaria

http://www.corriere.it/tecnologia/15_febbraio_01/azienda-innesta-microchip-dipendenti-594f38c8-aa07-11e4-a06a-ec27919eedf1.shtml

Mauro elia ha detto...

Basterebbe anziché dire zi badrone, dire no badrone!

Daniele Passerini ha detto...

@CLaudio Rossi
Di chi sarà la proprietà degli automi e dei computer che faranno il lavoro dell'uomo? E quindi: a chi ubbidiranno ? Le considerazioni che conseguono a questa risposta sono cataclismatiche.
Una volta (sigh, una volta) c'era il concetto di RES PUBLICA...
in teoria la realizzazione di una VERA REPUBBLICA dovrebbe rispondere all'annoso problema che hai sollevato... DOVREBBE... disse un sognatore!

@Mario Elia
Basterebbe anziché dire zi badrone, dire no badrone!
Appunto, e una vera RES PUBLICA non dovrebbe nemmeno avere schiavi o padroni, ma solo cittadini.

Mauro elia ha detto...

@ Daniele
Penso che tu condivida il fatto che internet è una buona cosa, non tanto i social tipo Facebook, che si prestano bene ad un controllo sociale, e per farsi i kazzi degli altri..

Franco Sarbia ha detto...

@Daniele Passerini, @Mauro Elia, @Claudio Rossi,
Eppure la realtà attuale è quella che descrive Claudio, né si osservano segni di inversione. I padroni dei robot che producono organismi geneticamente modificati, o droni, o intelligenza artificiale è dei pochissimi che hanno liquidità sufficienti - magari ottenute con con grandi speculazioni finanziarie, o traffico di armi o di droga - a pagare ogni innovazione open source venga sviluppata in qualsiasi laboratorio scarrupato. E non si appropriano solo dei robot ma regolano anche l'accesso alle sementi, alle macchine, ai software che producono. E usano i robot per svalutare e svilire il lavoro umano. Su questo s'innestano le perversioni di cui parla Mauro. Sono maturi i tempi nei quali sarà sufficiente spruzzare un piccolo transponder su un avversario politico, o un concorrente, o un giudice incorrotto. E un drone risalendo a media distanza qualsiasi segnale elettromagnetico venga emesso da quella persona, identificato attraverso ricetrasmettitori distribuiti in città, e infine sollecitando direttamente il transponder a breve distanza lo fulmini a colpo sicuro.
Né il reddito di cittadinanza può essere la soluzione desiderabile per "mantenere inattivi" i cittadini. Dovrà essere utilizzato come sostegno temporaneo per conseguire il diritto al lavoro nel più breve tempo possibile. Qualora i robot raggiungessero la potenzialità di liberarci dalla schiavitù del lavoro degradante, lasciandoci prevalentemente il piacere di attività di valore artistico intellettuale ed emotivo, sarebbe di fondamentale importanza valutare l'attività umana ed i suoi prodotti in relazione alla sua capacità di migliorare sia l'ecologia delle relazioni sociali, ovvero di migliorare stabilmente la qualità della vita degli altri, sia l'ecologia de pianeta, ovvero di migliorare stabilmente la qualità dell'ambiente e la biodiversità, lasciando all'umanità futura un pianeta più vivibile di come l'abbiamo trovato. Per ora la realtà va nella direzione ostinata e contraria. La via verso la res publica sarà costellata di ostacoli Daniele, e stretta perché oggi sappiamo che la collettivizzazione non significa appropriazione distribuita dei mezzi di produzione ma loro concentrazione nelle mani di una oligarchia di burocrati.

Mauro elia ha detto...

@ Franco Sarbia
Hanno bisogno di tanta energia per perfezionare il disegno di dominio totale, ecco che ^stranamente^ l, ing Rossi, non è stato ostacolato a dovere, a parte qualche troll

Google consuma energia elettrica
quanto 41 grattacieli I kilowattora utilizzati nel 2010 basterebbero a illuminare una città con 207 mila abitazioni

Figuriamoci quanta energia servirà per tenere in piedi un controllo mondiale basato su robot..

http://www.corriere.it/ambiente/11_settembre_10/farkas-google-energia-elettricita_46daa5e6-db80-11e0-b2c4-3586dc7a9584.shtml

Silvio Caggia ha detto...

È semplice: oggi il denaro rappresenta "energia", la capacità di produrre lavoro, potremmo tranquillamente convertire i petro-dollari o gli euro in joules-dollari...
Nel momento in cui l'energia sarà gratuita (o quasi) il denaro-energia non varrà più niente (o quasi), l'unica cosa di valore sarà la "creatività" che non riuscirai ancora a produrre con le macchine... Esisteranno ancora i ricchi ed i poveri, ma saranno ricchi e poveri "di spirito"... :-)
Chiaro che chi possiede oggi il denaro-energia si opporrà con tutte le sue forze al fatto che il suo denaro-energia si svaluti... Mentre i poveri di denaro ma ricchi di spirito creativo non aspettano altro...
È una riedizione de "l'immaginazione al potere" :-)

Silvio Caggia ha detto...

@mauro elia
Dividi il consumo di energia elettrica di google per le ricerche fatte e scoprirai che il consumo per ricerca è irrisorio soprattutto se confrontato con l'energia consumata per accendere una abat-jour per cercare di leggere su un libro la risposta alla ricerca... :-)

Mauro elia ha detto...

@ Silvio Caggia
Mi auguro che sarà come tu prospetti, ma bisognerebbe dubitare che sarà sicuramente così!
Wake up, where are we going? Facciamo in modo che le cose si mettano per il bene di tutti

Alessandro Pagnini ha detto...

@ Silvio, Daniele, ecc...
Speriamo che si imponga un modello diverso. Quello attuale potrebbe collassare proprio per la sua incompatibilità con ciò che le nuove tecnologie possono offrire. Dovremo riformare le nostre menti e iniziare a pensare in modo diverso. In 3 o 4 lustri al massimo, si dovrebbero iniziare a vedere chiaramente gli effetti di quello che sta adesso germinando. I nostri figli, probabilmente, assisteranno ad una rivoluzione epocale dell'economia. Spero che porterà maggiore felicità e prosperità e che il cuore degli uomini sia pronto alla condivisione e all'amore, piuttosto che al potere e all'avidità, oppure ciò che accadrà potrebbe essere terribile.

Daniele Passerini ha detto...

@Franco Sarbia
...Per ora la realtà va nella direzione ostinata e contraria. La via verso la res publica sarà costellata di ostacoli Daniele, e stretta perché oggi sappiamo che la collettivizzazione non significa appropriazione distribuita dei mezzi di produzione ma loro concentrazione nelle mani di una oligarchia di burocrati.
Ahimé, lo so.
È come sapere/credere/immaginare che oltre quella collina vi sia una valle magnifica, ma giustamente ti si fa notare che tra noi e lì estende un immenso campo minato... chiamo un eli-taxi? :)

@Mauro Elia
Figuriamoci quanta energia servirà per tenere in piedi un controllo mondiale basato su robot...
Se qualche gruppo di persone avesse talmente potere/ricchezza da potere costruire un "controllo mondiale basato su robot", con molte meno risorse potrebbe semplicemente sterminare l'umanità diventata ormai un "peso inutile"... ciò implicherebbe ovviamente una totale mancanza di senso morale, ma potere ed etica tendono a non andare d'accordo e non ci sarebbe tanto da stupirsi.

@Silvio Caggia
Dividi il consumo di energia elettrica di google per le ricerche fatte e scoprirai che il consumo per ricerca è irrisorio soprattutto se confrontato con l'energia consumata per accendere una abat-jour per cercare di leggere su un libro la risposta alla ricerca... :-)
Illuminante! :)

@Alessandro Pagnini
Speriamo che si imponga un modello diverso. Quello attuale potrebbe collassare proprio per la sua incompatibilità con ciò che le nuove tecnologie possono offrire. Dovremo riformare le nostre menti e iniziare a pensare in modo diverso. In 3 o 4 lustri al massimo, si dovrebbero iniziare a vedere chiaramente gli effetti di quello che sta adesso germinando. I nostri figli, probabilmente, assisteranno ad una rivoluzione epocale dell'economia. Spero che porterà maggiore felicità e prosperità e che il cuore degli uomini sia pronto alla condivisione e all'amore, piuttosto che al potere e all'avidità, oppure ciò che accadrà potrebbe essere terribile.
Amen! Ma straquoto tutto. Nutro le tue stesse preoccupazioni, forse per questo mi aggrappo alle speranze di uno scenario che evolga in modo positivo... anche se ben fa Franco Sarbia a farvi mettere i piedi per terra.
Torno ai commenti nel post su Parkhomov: ora è in discussione se gli scienziati possibilisti sulle LENR siano un numero maggiore (mia posizione) o minore (posizione di Antonio) o uguale (posizione di Mario Massa) all'1% del totale... alta filosofia... quasi a livello di certi blog palmipedi! ;)

CLaudio Rossi ha detto...

"Dividi il consumo di energia elettrica di google per le ricerche fatte e scoprirai che il consumo per ricerca è irrisorio"

Non solo: credo che il consumo di risorse per estendere il sapere e la conoscenza sia comunque ben giustificato. Bisogna poi considerare il consumo alternativo per acquisire le stesse informazioni in assenza del web. Ricordo quando dovevo andare in biblioteca per documentarmi su cose che oggi si ottengono con un click. Va infine ricordato che se Google riversa nell'atmosfera 1,5 milioni di tonnellate di CO2 l'anno, gli incendi (inutili o casuali) delle miniere di carbone cinesi ne riversano 360 milioni (www.repubblica.it/2007/08/sezioni/ambiente/incendi-sottosuolo/incendi-sottosuolo/incendi-sottosuolo.html) e, per la stupidità di qualche abitante della cittadina di Centralia (Pennsylvania - USA), da 50 anni e presumibilmente per qualche altro secolo, bruceranno le gallerie profonde di una miniera di antracite, con emissioni di gas inimmaginabili.
Dovendosela prendere con qualcuno per l'inquinamento, credo che Google sia abbastanza in fondo alla lista.

gabriele ha detto...

Ciao Daniele, ciao Franco e saluti a tutti.

> Hai una così disincantata e negativa visione dell'uomo?

Io penso di avere una visione corretta dell'uomo (in sintesi: l'animale *decisamente* più evoluto di quelli esistenti ora sulla Terra, nel bene (etica, ingegno, risultati...) e nel male (etica, ingegno, risultati, ...).

Ma mi ero spiegato male.
nella mia affermazione
"super-intelligenza" e "rispetto asssoluto dell'uom" sono locuzioni ossimoriche, impossibili da realizzarsi insiemi, intendevo semplicemente
"intelligenza" e "assoluto" sono termini ossimorici.

E lo dicevo da "tecnico" (a livello amatoriale a volte dilettantesco di informatica nell'IA).

Per il semplice fatto che l'IA, sopratutto quella che cerca di emulare il cervello umano, non può essere ridotta a tre semplici regole.

Essa tende a ricreare la complessità (in primis quantitativa, a parte i fondamenti di base "dell'autocoscienza" e "dell'apprendibilità/automodificazione"), e in breve a tempo a superarla (in virtà della curva logaritmica di Kurzweil, per cui adesso siamo nel suo "gomito"), del cervello umano.

E (ci tengo a precisarlo per non addentrami nei meandri del "libero arbitrio", non è una questione di determinismo vs determinismo, ciò è in questa mia analisi indifferente), in questi sistemi complessi (cervello umano, cervello IA, sistemi di intelligenze IA...) non esistono "regole assolute da applicarsi a concetti complessi".

Noi siamo quello che siamo (umani vs pietra/paracarro) proprio perché mentre un sasso lasciato cadere dalla mia mano sempre "cadrà", noi nessuno (nemmeno noi) siamo così prevedibili, scioccamente prevedibili aggiungo io.

In breve: o si è intelligenti, o si è prevedibili (e le regole assolute sono la madre della prevedibilità).

Ultime due mie note: nel (bel!) film Interstellar il robotino di turno ha una funzione "di verità" (in pratica quando il robotino stesso è obbligato a dire la verità) regolabile con una percentuale. Ebbene, il 100% non gli viene mai settato, altrimenti diventerebbe il sasso che sempre cade se lasciato senza presa.

@Franco: so e ne sono contento che si sono persone che hanno e si battono per degli ideali, ma i risultati, nella Storia intendo, mi sembra che siano sempre stati portati da chi oltre all'ideale aveva anche come faro la fattibilità. La tua analisi del "quasi tutto per pochi, praticamente niente per tanti" è l'analisi corretta. Quello che si può sperare è che il "praticamente niente" sia, in valori assoluti, qualcosa (per capirci, io, nella mia qualità di, socialmente parlando, occidentale medio, ho più benessere di un qualsiasi Faraone di millenni fa (acqua, luce, calore, cultura, svaghi, cose così).

Ciao e alla prossima,

gabriele

Alessandro Pagnini ha detto...

@ Gabriele
E infatti HAL 9000, appena inizia ad acquisire una forma di autoconsapevolezza, inizia persino a sbagliare le diagnosi dei circuiti :-)

Daniele Passerini ha detto...

N O T A D I S E R V I Z I O

Da oggi per chi vuole commentare i post di 22 passi NON c'è più obbligo di possedere un account Google, né sottoporsi ad alcuna forma di iscrizione/registrazione; restrizioni ormai inutili, visto che dal 10/11/2014 - con grande soddisfazione dei fruitori del blog - vige la moderazione dei commenti (per tutti salvo per chi è accreditato come "autore"). Naturalmente, anche gli eventuali commenti lasciati sotto anonimato, verranno pubblicati solo se non di contenuto offensivo, faziosi, spam ecc.

Anonimo ha detto...

Good day! This is kind of off topic but I need some help from an established blog.
Is it very hard to set up your own blog? I'm not very techincal but I can figure things out pretty quick.
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Many thanks

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