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martedì 13 agosto 2013

L'elettrocomica di chi nega la compressione elettrochimica! (II)


Pur non essendo un esperto, insisto che in questo (e altri) blog si sta discutendo inutilmente da settimane di una questione acclarata da anni. Mi permetto di dirlo perché ricevo email molto circostanziate da parte di persone coinvolte già 7 anni fa nella stessa identica querelle (a differenza mia, si tratta di fonti assai esperte dell'argomento) che ci tengono a far sapere a tutti che la compressione in un catodo cavo è dovuta alle leggi classiche dell’elettrochimica (dunque non servirebbe scomodare nemmeno le spiegazioni di Malatesta).

Lo sviluppo di idrogeno sul catodo di una cella elettrolitica è il metodo classico per caricare i fili di palladio: il caricamento porta il rapporto H/Pd (atomi di idrogeno diviso atomi di palladio nel metallo) anche vicino a 1; considerando il volume del filo rispetto al volume che occuperebbe l’idrogeno ad una atmosfera, facendo il rapporto si ha la pressione equivalente dentro il metallo. 

Esempio: una mole di H2 a pressione atmosferica occupa 22.4 litri; se di questa mole di idrogeno ne “carichiamo” la metà dentro una mole di palladio (assorbimento fino al rapporto 1/1 di H/Pd), l’equivalente aumento di pressione è dato dal rapporto tra 11.2 l e il volume occupato da una mole di palladio pari a 8.56 cm3 ( volume molare); quindi, considerato che 1 l = 1000 cm3, la pressione diventa 11200/8.56 = 1308 atmosfere. 

Conseguenza di questo è che se il catodo anziché un filo fosse un cilindro cavo con pareti di spessore adeguato, nello spazio cavo al suo interno si libererebbe idrogeno a pressione sempre più alta fino all’equilibrio con la pressione di caricamento elettrolitico di una eventuale cella.

Chi nel 2006 seguì la vicenda ricorda molto bene che Camillo Franchini scommise con Ubaldo Mastromatteo che l'invenzione di Arata non può funzionare tout court. La posizione di Franchini era la stessa che continua a difendere contro tutti e contro tutto ancora oggi (ahimè, continuando a fare proseliti).

Franchini elesse come arbitro della scommessa Michel McKubre, in quanto esperto in elettrochimica e persona leale e influente. Potete leggere, tra poche righe, la risposta che dette McKubre a Franchini: con disappunto del secondo, il primo ammise chiaramente di avere lui stesso fatto “esplodere” (in realtà deformato fino a rottura) alcuni catodi cavi. Possibile che Franchini si sia dimenticato di quel carteggio?

Insomma, a sentire negare ancora la possibilità della compressione elettrochimica, vengono in mente le parole di Heidegger: il nulla nulleggia!
From: Michael McKubre
Sent: Thursday, March 23, 2006 10:38 PM

To: Camillo Franchini

Cc: Ubaldo Mastromatteo, Francesco Celani, Lino Daddi, Luca Gamberale, Sergio Focardi, Vincenzo Nassisi, Francesco Piantelli, Vittorio Violante, Ettore Ruberti, Vincenzo Iorio, Fulvio Frisone, Giancarlo Ruocco, Yasuhiro Iwamura, Yoshiaki Arata e molti altri ancora... 
Subject: Re: cathode drop 
Dear Camillo
You have placed me in a position of great trust, but I don't know the exact nature of either of your claims.  

Before you elect me as moderator you should consider that I am already prejudiced.  I know as an experimental fact that the pressure inside a closed Pd cathode under modest external electrolysis in a 1 Atm. environment can, should, will and does rise to values sufficient to exceed the yield strength of pure Pd*.  I have measured these pressure up to 1000 Atm. (I think Arata has measured to 2000 Atm.) - both the limit of the pressure gauge not the limit of the effect.  I have seen the D2 blisters in Pd (and H2 blisters in steel) caused by this effect.  And I have deformed and exploded Arata DS cathodes in my laboratory at internal pressures that must have exceeded 300-400 M Pa (3000 - 4000 Atm.).  The effect that Arata invented and used a long time ago to supply high purity  H2 and D2 gases at high pressures really does work.  Sometimes it works to well.

As it should work!  The adsorbed intermediate D or H that results from cathodic discharge has an activity governed by the kinetic balance between the rate of creation (cathodic current density) and the rates of consumption in the two competing processes:

a) Molecule formation and bubble evolution; H + H -> H2 (or for D).

b) Atomic absorption; H ads -> H abs (or for D).

When the rate of step "a" is low (e.g. with the use of a recombination poison), and the current density high, the surface activity of H ads (and thus activity of H abs) can be very high indeed.  In Arata's device this activity of H abs communicates directly with the inner wall and the molecular gas inside, so that at equilibrium the inner pressures become huge.   
I don't know about Arata's exact wording below; I suspect some problems with translation.  But I guarantee this.  Arata knows exactly what is going on, what is causing the intense pressure and how to best use it.  Arata is one of the most able men I have ever met. He is not always completely clear, but it is clear to me that he knows what he is talking about. 
Best regards 
Mike McKubre 
* In fact this is the reason that the electrolysis of bulk high purity Pd cannot produce sustained cold fusion effects, as I published in the proceedings of ICCF7. 
** This is a difficult concept for thermodynamicists, but easy for kineticists.  Think of two tall tanks, side-by-side, A open and B closed, connected by a pipe at the bottom.  They start "empty" (i.e. filled with Air at 1 Atm.).  Tank A (the adsorbed surface atoms) is filled with water from a tap at the top (the cathodic current) and emptied by a tap at the bottom (reaction "a").  Reaction "b" (the water that flows in the pipe) goes to fill the absorbed metal sites and (in Arata's DS cathodes) the void space inside.  The gas pressure inside the Arata closed volume is the pressure in Tank B.  As we decrease the flow of the tap pouring water out of Tank A into the air at 1 Atm., the height rises in Tank A.  In the steady state both tanks will have the same pressure.  Both must always and inevitably be greater than 1 Atm., and approach a limit of 1 Atm. from above as the size of the orifice at the bottom exceeds that of the inflow at the top  The chemical potential of adsorbed atoms (height in A) will be equal to the chemical potential (fugacity) of the enclosed gas (pressure in B).
P.S. Per concludere, un attento lettore del blog stamattina ha invitato chi è veramente interessato ai fatti (invece che alle chiacchiere) a prendersi la briga di digitare in Google "palladium hollow cathode hydrogen generator" per capire perché non abbia alcun senso chiedere a Celani di rifare questo "esperimento". Per i più pigri, un link al volo a titolo di esempio: 
http://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/ac60291a014
È parte di un documento del Jet Propulsion Laboratory (Pasadena, CA) dove si parla di un generatore elettrolitico di Idrogeno ultra puro che può raggiungere una pressione di 40 atmosfere. Si tratta di un documento pubblicato in Analytical Chemistry nel 1970... ripeto, 1970!

N.B. Di fronte ai due ordini di grandezza che separano le pressioni calcolate all'inizio del post (1300 atm) e quelle ottenute dal JPL (40 atm), va osservato che nel primo caso si tratta di un calcolo ideale (tutto dipende da come è fatto il catodo e dallo spessore delle sue pareti ecc.), mentre nel secondo caso è probabile che la pressione nel catodo cavo venga limitata a 40 atm per questioni di praticità (pressioni superiori a qualche centinaio di bar sono difficili da gestire per via dei materiali e delle connessioni, come la stessa prova di Celani ha messo in evidenza). 




22passi.blogspot.com: post n. 2173 (-49)

236 : commenti:

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sandro75k ha detto...

Nemo è pure vero quello che dici tu. anche perchè non possiamo dire che nel palladio l'H2 non può fluire molecolarmente e poi dire che si ricombina. Le proprietà catalitiche sono notoriamente proprietà di superficie anche per questo motivo...
Silvio, dobbiamo rivedere qualcosa.. l'accoppiamento deve avvenire sulla superficie interna...

nemo ha detto...

E poi ancora una volta voglia sottolineare che il discriminante in tutta questa storia, non è la cella chiusa o aperta, ma la capacità di produrre un delta p, cioè quell'effetto che comunemente viene identificato con il termine 'compressione'.

Se non ricordo male Franchini parlava di pressioni da pompa di bicicletta. Le 10 atm di Celani le fanno scoppiare le camere d'aria di una bicicletta.

Io pensa che le persone siano oneste e non tutti farabutti.

Sospetto anche che per aumentare il delta p sia necessario variare il ddp. In termini elettrolitici non cambia nulla. E come fare il tiro alla fune. la fune si spezza sempre allo stesso valore. Cambia invece, credo, l'accelerazione dell'H+ all'interno del palladio. Non è che dico queste cose perchè ho fatto dei conti o sono un esperto, ma perchè ragiono su quello che so della gravità, che è incredibilmente affine all'elettromagnetismo.

Silvio Caggia ha detto...

@sandro75k
"Cosa lo facciamo a fare l'esperimento se sappiamo "tutto"?"

Ma infatti io sponsorizzo la replica dell'esperimento di mondaini, non capisco perche' volete replicare questa cosa della pressione che si sa gia' benissimo come va a finire e come funziona...

"se è vero il "nostro modello" sappiamo anche a cosa serve la ddp degli elettrodi, tutto parte dalla superficie del metallo dove c'è H2 sulle cui molecole insistono atomi di H desiderosi di accoppiarsi...questi neo accoppiamenti isolano alcuni H che cominciano a migrare verso l'interno per depressione, si imboscano all'interno fino ad accoppiarsi pure loro con altri esuli. Accoppiandosi migrano verso l'interno e lasciano libera la depressione precedentemente occupata (Pp H=0). Il processo potrebbe essere lentissimo ma inesorabile... vedremo!"

L'h2 sulla superficie bagnata del catodo non ho capito a che ti serve... Ti bastano gli h1 che diffondono per differenza di pressione dentro il reticolo. Dentro il reticolo non c'e' alcun accoppiamento! Si riaccoppiano solo nelle cavita', grandi o piccole che siano, ovvero quando sono fuori dal reticolo. Pensavo di averlo detto fino alla nausea... :-(
Lento ma inesorabile... Esatto... Il che e' buono perche' come dice rossi non e' abbastanza veloce per farci un'arma... :-)

@nemo
"se H si ricombina all'interno del palladio, difficile che funzioni."
Non puo' proprio! Ripeto: ricombina nelle cavita', quando esce dal reticolo. Non confondere "fuori dal reticolo" con "fuori dal catodo", la cavita' e' dentro il catodo ma "fuori dal reticolo", e' chiaro?

"La differenza di pontenziale serve a mantenere i movimento H+. finchè esiste una ddp non riesce a tornare indietro."

No, diffondono per la differenza di pressione. Pensa ad un acido messo sul metallo, produce idrogeno atomico che va dentro il reticolo di suo... Pensa ai problemi di infragilimento da idrogeno non causati da ddp... :-)
E' una questione di differenze di pressioni parziali, fosse una questione di differenza di potenziale elettrico raggiungeresti presto un equilibrio.

@sandro75k
"Nemo è pure vero quello che dici tu. anche perchè non possiamo dire che nel palladio l'H2 non può fluire molecolarmente e poi dire che si ricombina. Le proprietà catalitiche sono notoriamente proprietà di superficie anche per questo motivo...
Silvio, dobbiamo rivedere qualcosa.. l'accoppiamento deve avvenire sulla superficie interna..."
Non ti dico piu' niente, rileggiti tutto quello che ho scritto e riflettici... Stai loopando! :-)
Evidentemente sto dicendo qualcosa che crea grossa dissonanza cognitiva con qualcosa altro che tu hai studiato... Lascia sedimentare i concetti e riprendi a mente fresca... Non credo di non essermi spiegato bene, c'e' proprio un blocco in ricezione... :-) o magari sto dicendo un mare di cazzate... :-D

Briel ha detto...

@Nemo
Secondo il modello di diffusione a salti, il récupero degli e- e la ricombinazione in H2 avverrebbe alla superficie, all'uscita del bulk.
Ma se ci sono delle microcavità, o fessure (quindi "spazio per la ricombinazione") quest'ultima potrebbe avvenire anche nel bulk, o in prossimità della superficie, da cui l'infragilimento possibile.
D'altra parte, oltre un certo valore di x=H/Pd, il reticolo si dilata, e offre quindi più spazio per il caricamento e, teoricamente, anche per delle ricombinazioni.

sandro75k ha detto...

@Silvio

Sono piccoli aggiustamenti alla "teoria", ho detto che ci siamo....

piccolo intervallo musicale:

http://www.youtube.com/watch?v=pmTTP6jsLgQ

Silvio Caggia ha detto...

@go katto
"se in un vaso da cetrioli aperto si possono avere pressioni importanti e dirimenti."

Temo che tu abbia in mente un esperimento di culinaria e non di fisica... :-)
Premessa: Ma l'aggettivo aperto a cosa si riferisce per te? Io l'ho inteso riferito alla cella che contiene l'elettrolita, non alla cavita' del catodo, altrimenti staremmo tutti parlando di un mero gioco di parole... :-D
Sarei curioso di sapere che ne pensi del discorso dalton-pressioni parziali h1 h2 che stiamo portando avanti qui con sandro75k, nemo e mario massa... Ti quadra? Non ti quadra? Perche? Grazie! :-)

Silvio Caggia ha detto...

@sandro75k
Si', ci siamo... Chi? Tu, io... Forse nemo... Forse mario... Ma il resto del mondo? :-)

La sai quella del soldato jonny?
Seconda guerra mondiale: il soldato jonny chiama via radio il generale montgomery:
-sono il soldato jonny, signore, ho appena catturato da solo una squadra di 20 soldati tedeschi, attendo istruzioni su cosa fare...
-bravissimo soldato jonny! Ora portali subito qui al comando...
-c'e' solo un piccolo problema, signore...
-quale soldato jonny?
-non vogliono venire, signore...
:-D

sandro75k ha detto...

@Briel

davvero interessanti le tue considerazioni. Credo che tu mi abbia compreso più di tutti... Il tuo modello a salti, chiuderebbe il cerchio ed eliminerebbe le mie pippe mentali... bello!

sandro75k ha detto...

Silvio, pazienza. L'importante è divertirsi. la guerra la stanno combattendo altri...

Briel ha detto...

@ Sandro
Il modello a salti, beninteso, non è mio :)
Fa parte dei vari approcci teorici che si trovano da tempo in letteratura.
Fra i numerosi esempi, dopo Chudley e Elliot (1961)
Gillan, 1986 : http://iopscience.iop.org/0022-3719/19/31/012
Ward e Dao ,1999 : http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0376738898002567, considerano i seguenti steps :
• dissociative adsorption of H2 on the Pd surface at the retentate
side,
• transition of H atoms from the surface into the Pd bulk,
• diffusion through the bulk,
• transition of H atoms from the bulk to the Pd surface at the permeate
side, and
• recombinative desorption from the metal surface.
O ancora
Züchner et al : http://cat.inist.fr/?aModele=afficheN&cpsidt=13412523

sandro75k ha detto...

@Briel

Neppure la legge di Dalton è mia... e Silvio me la vuole appioppare x forza! :) Gli si è aperto un mondo da quando l'ha scoperta, forse ci cucina pure ... vero Silvio?:D

E' chiaro che per tuo intendevo il modello da te descritto!

Silvio Caggia ha detto...

@briel
Sei fantastico! Penso che qualunque cazzata mi verrebbe in mente, riusciresti a trovare un paper di qualche scienziato che l'ha sperimentata... :-)
Gli step di Ward e Dao mi sembrano proprio quello che cercavo di spiegare...
Gia' che ci siamo ne approfitto: sono stati confutati o ci si puo' scommettere una pizza sopra?
Qualcosa di analogo per il nichel ce l'hai?
Grazie

Briel ha detto...

@ Sandro
Certo, sul «mio» scerzavo 
Comunque le cose non sono cosi’ semplici…
Mi (ci) restano molte domande senza risposte chiare e soddisfacenti.
Ad esempio : qual'è il ruolo esatto dell'intensità di corrente elettrolitica ?
Mi sento meno a disagio con il concetto di potenziale supplementare al catodo, per abbassare il potenziale chimico µ e permettere un caricamento più rapido ed intenso (effetto detto di Preparata).
Ma qui, nella cella aperta semplice, tale potenziale supplementare al catodo non c'è.
Eppure, l'intensità comporta più H al catodo, quindi una maggiore quantità di H disponibile alla superficie del Pd che ne è avido e l'avidità, si sa , porta all'ammasso :)
Per il momento non rimetto in campo il ruolo della fugacità, altro problema spinoso :)

Briel ha detto...

@ Silvio
Confutazioni degli steps di Ward e Dao... non ne ho lette, ma non garantisco nulla! Meglio non scommettere per ora :)
Il nichel...sembra proprio avere un comportamento da cugino germano del Pd, almeno per quanto riguarda l'occupazione mono atomica (H) dei siti del reticolo e l'integrazione dell'e- dell'H nella banda di conduzione

sandro75k ha detto...

Briel

credo di poter immaginare a cosa potrebbe servire l'intensità di corrente (questione di polarizzazione/scissione dell'H2 e a contrastare la ricombinazione da catalisi)...mera questione chimica.. almeno credo..

nemo ha detto...

Ammetto, sto sbirciando da Franchini..!

Questo è il Giancarlo (alias GDMster) che mi piace.

:-D

http://fusionefredda.wordpress.com/2013/08/14/mckubre/#comment-25903

nemo ha detto...

Immaginate di essere in laboratorio e di dover collegare il catodo cavo all’alimentazione.

1 . Il cavo di alimentazione lo collegate sulla faccia interna (secca), sulla faccia esterna (umida) o sullo spessore in una posizione a vostra scelta?

2 . La vostra scelta, può fare una qualche differenza ai fini dell’esperimento?

nemo ha detto...

ARATA
http://www.freepatentsonline.com/5647970.pdf

Briel ha detto...

@ Nemo
A mio avviso :
1) Data la natura di conduttore del Pd, e lo spessore modesto della parete, il punto di contatto è indifferente.
2) No, tranne che se si volesse il contatto sulla superficie interna, sarebbe più complicato garantire la tenuta stagna dell'uscita del catodo (manometro)

Silvio Caggia ha detto...

@paul
Come "Mah..."?
Le "voci" su dfg saranno arrivate anche a rossi... :-)

nemo ha detto...

Briel, però per capire bene cosa stiamo facendo dobbiamo definire una metrica, cioè un sistema di riferimento e fare un'occhiata alle equazioni per il calcolo della d.d.p.

Io farei così...

nemo ha detto...

http://it.wikipedia.org/wiki/Differenza_di_potenziale_elettrico

nemo ha detto...

Anche questo: http://fusionefredda.wordpress.com/2013/08/14/mckubre/#comment-25910

Briel ha detto...

@ Nemo e altri
Vado in montagna, per una settimana.
Ci sentiremo al mio ritorno
Ne vous prenez pas trop la tête :)

nemo ha detto...

Buone vacanze

sandro75k ha detto...

@Briel

ciao, buona vacanza...
Non andare troppo in quota , metti che cominci a farti le pippe mentali sulla pressione dei gas come Silvio Caggia... :)

Silvio Caggia ha detto...

@sandro75k
Tu scherzi, ma io da subacqueo (emerito) sono molto attento alle pressioni dei gas... :-)
E tutto quello che so sui gas l'ho imparato nell'acqua, sulla mia pelle, non all'universita'... Il mio "libro di testo" l'aveva scritto un camallo del porto di genova, mica un professore universitario... :-)
I rapporti tra subacquea e scienziati di non molti anni fa mi ricordano tanto le discussioni sulle lenr dei giorni d'oggi... Sai cosa gli scienziati pensavano accadesse all'uomo che si fosse immerso in profondita', senza uno scafandro, prima che jaques custeau lo facesse? :-D

Silvio Caggia ha detto...

@salvatore boi
@daniele
Calcio, uova, pulcini...
Tanti mesi fa scrissi una bozza di post "le lenr con i fichi secchi" che passai a daniele... Io la disperqui sicuramente in una battaglia navale*... :-D chissa' se lui ce l'ha ancora e riesce a pubblicarla...

*dotta citazione dal terzesimo libro di sani gesualdi

sandro75k ha detto...

@Silvio

Credo che pensassero che non si poteva resistere ... e se non ricordo male non avevano fatto i conti con l'incomprimibilità del sangue...

Silvio Caggia ha detto...

@mario massa
"E' ancora più semplice del test proposto da Silvio."

Intendi la ricetta di mondaini?
Attento, non e' che facendo un altro test ti liberi della mia ossessione per gli esperimenti di mondaini... :-)

"Mi chiedo solo: se è così semplice dimostrare che Kervran aveva ragione, possibile che siamo i primi a voler replicare il test? Siamo i soli intelligenti e gli altri 6 miliardi deficenti?"

Mi chiedo solo: possibile che nessuno falsifichi l'esperimento costringendo l'autore a ritirare il claim? Si farebbe molto prima della somma di discussioni fatte sul web... :-D
A me basta uno solo che documenti che ha fatto le stesse cose (e nello stesso modo) indicate da lui ma che ottenga risultati diversi, a quel punto passiamo la palla a lui per vedere che dice...
Ma metti invece che ottieni gli stessi risultati? :-)
Io sono semplice mario, lo sai, tra uno che ha fatto un esperimento ed uno che non lo ha fatto tendo a dare piu' credito al primo... :-)

Silvio Caggia ha detto...

@sandro75k
Gia', e le pescatrici di perle, dato sperimentale, venivano bellamente ignorate, come tutti i dati che non si adattano alle teorie ufficiali... :-)
La storia e' piena di queste situazioni che, non conoscendole, continuiamo a ripetere... :-(

nemo ha detto...

Quello che ho notato nel blog di Franchini e che mi lascia perplesso e la questione dell'anodo.
Capisco che il Pt sia costoso, tuttavia se una replica deve essere fatta bisognerebbe cercare di mantenere inalterato il set-up sperimentale nei limiti della ragionevolezza. Sostituire un filo in Pt che avvolge con le sue spire il catodo cavo ,con un anodo cilindrico in grafite, snatura l'esperimento sia da un punto di vista geometrico che di qualità. Del resto nello schema di Arata si vede molto bene dalla sezione che l'anodo avvolge il catodo. Questa simmetria non é banale e credo sia determinante per la buona riuscita del test.
Con tutti quello che ho letto, credo che la cosa più imbarazzante sarebbe scoprire non sono riusciti a replicare il test...

nemo ha detto...

Ecco qui molteplici esempi di compressori ad alta pressione con alta rapporto di compressione.

Cella aperta chuisa non fa alcuna differenze se esiste un differenziale in pressione!

http://www.whec2012.com/wp-content/uploads/2012/07/ASR14.5.pdf

Non ne posso più di vedere le arrampicate sugli specchi! :-D

nemo ha detto...

http://en.wikipedia.org/wiki/Electrochemical_hydrogen_compressor

nemo ha detto...

Chiudo le mie note su questo argomento (che ormai è diventato persino noioso) con un.. 'abbraccio' virtuale a Francesco Celani.

bertoldo ha detto...

http://youtu.be/kanYuBptuZ0?t=2m22s in questo video l'uovo al il suo perchè ... ma tanto a vu in c@@o vi entra ma in capo no ...

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