Ogni vita ha uno o più episodi centrali, verso cui le sue trame in divenire convergono e donde di nuovo diramano in inaspettate direzioni. Il punto centrale della sua vita si materializzò intorno ai vent'anni anni, se ricordo bene 22; una data ahimè imprecisata, ché egli non fu lucido da capire che di lì a qualche anno avrebbe rimpianto non averla annotata in memoria. Era uno studente fuoricorso del biennio d'Ingegneria, una media discreta (24,5 trentesimi) incastonata in una costanza mediocre (solo 8 esami registrati sul libretto), amante della razionalità a livello quasi patologico, nonché spirito ateo e scettico, seppure inguaribilmente idealista e romantico.
Quella mattina si trovava solo in casa, a scorrere gli appunti delle lezioni. Ripeteva e camminava in lungo e largo nell'appartamento dove viveva con la madre: 130 metri quadri al settimo piano di uno di quei condomini considerati allora di media borghesia. Quand'ecco, affacciatosi nel salone pavimentato di marmo bianco traslucido, venne come colpito e incuriosito da un riflesso di luce solare, che entrava dalla finestra della veranda e riverberava sul pavimento. Si avvicinò per vedere meglio cosa avesse di speciale quel luccichio. Pochi passi e di colpo si ritrovò sommerso, travolto, da un'onda inconcepibile di... pura liquida felicità! Le gambe cedettero e si trovò per terra inginocchiato senza capacitarsi del perché e del per cosa. Nessuna spiegazione razionale. Per la prima volta viveva uno di quei momenti di totale apertura in cui il cuore istantaneamente si estroflette e protende su tutto l'universo. Fu pure l'unica volta che egli ebbe percezione di una intensità emotiva così incontenibile e immotivata.
Sorrideva e rideva di gioia, il corpo e la mente fusi in un'unica divina sensazione di pienezza, mai sperimentata, che dico, nemmeno vagamente immaginata! Dopo un po' tornò in sé, chiedendosi se fossero trascorsi secondi o minuti. Si rialzò, continuava a sorridere estasiato, più che camminare i piedi scivolavano sul pavimento leggeri leggeri. Cosa diavolo era successo? Non si capacitava. Non era certo stato un sogno, perché continuava a sentire vividissimo il ricordo della felicità illimitata e incondizionata che aveva sentito scorrere in tutto il suo essere. Ma non aveva la più pallida idea di cosa l'avesse causata e liberata.
Passò la giornata, e i giorni successivi, a domandarsi se avesse casualmente ingerito col cibo, la sera prima, qualche sostanza psicotropa... magari un'intossicazione alimentare aveva interferito coi suoi neurotrasmettitori... anche se un effetto così ritardato... e così forte... e così piacevole... no, non era verosimile. Ma allora? Ateo com'era non poteva trovare risposte collocate fuori se stesso, e nessuna ipotesi endogena reggeva. Pertanto, nelle settimane che seguirono, mano a mano che l'eco di quello che aveva provato si affievoliva lentamente, accantonò via dai pensieri quell'episodio inclassificabile e lo archiviò nel cassetto virtuale dei suoi x-files.
Soltanto una decina d'anni dopo comprese che quella Luce, quella mattina, aveva drasticamente modificato la traiettoria della sua vita, spalancando un ventaglio di nuove intuizioni, scelte, ricerche, scoperte. L'estate successiva lasciò la facoltà di ingegneria consapevole che non era la sua strada. Si mise a cercare qualcosa tale da aprirgli velocemente una prospettiva lavorativa e renderlo autonomo e indipendente dai suoi genitori. Inoltre cercava qualcosa che lo facesse sentire utile. Gli venne in mente una zia assistente sociale all'INAIL... A settembre partecipò alla selezione per iscriversi alla laurea breve triennale di servizio sociale della facoltà di Scienze Politiche. La prova consisteva in un tema d'italiano sulle motivazioni che ci spingevano a scegliere la professione di assistente sociale: arrivò primo. Dopo la maturità classica e quattro anni d'Ingegneria il nuovo corso fu una passeggiata. Mentre frequentava e studiava andò a vivere in un gruppo appartamento per disabili cui prestava assistenza come obiettore di coscienza. Lì per caso incontrò la donna che poi avrebbe sposato e ci andò subito a convivere. Dette i 21 esami curriculari e conseguì il titolo di Assistente Sociale in due anni invece che tre, massimo dei voti cum laude.
Di pari passo sentì sempre più forte il richiamo della dimensione spirituale. Finalmente capì che in quel riflesso di Luce sul marmo aveva incontrato il Divino, che era stato un segno non un sogno, e non dubitò mai più che questa vita è solo un tuffo nell'apparenza e che la vera realtà è posta ad altri livelli. Che esiste un luogo dove numeri e parole, mente e cuore, controllo ed emozioni coesistono armoniosamente, lungi dall'essere estremi di opposti. Rilesse i Vangeli, testi di Cristianesimo esoterico, Buddismo, Induismo e Zen, studiò astrologia, si avvicinò a reiki, yoga, qiqong e meditazione. Da questa storia sono nate molte altre storie, che esulano da questa, e molte altre ne nasceranno. Probabilmente le più belle devono ancora essere scritte.
E da tanto tempo che volevo raccontare questa mia esperienza "mistica". Mi bloccavo di fronte alla possibilità di essere preso in giro e soprattutto all'incapacità di trasformarne il ricordo in parole che parlassero a chiunque. Oggi ho sentito che era il momento giusto per provarci (ho preferito usare la terza persona). Ma rispetto all'obiettivo di trasmettere quello che provai mi do una sufficienza scarsa!
Quella mattina si trovava solo in casa, a scorrere gli appunti delle lezioni. Ripeteva e camminava in lungo e largo nell'appartamento dove viveva con la madre: 130 metri quadri al settimo piano di uno di quei condomini considerati allora di media borghesia. Quand'ecco, affacciatosi nel salone pavimentato di marmo bianco traslucido, venne come colpito e incuriosito da un riflesso di luce solare, che entrava dalla finestra della veranda e riverberava sul pavimento. Si avvicinò per vedere meglio cosa avesse di speciale quel luccichio. Pochi passi e di colpo si ritrovò sommerso, travolto, da un'onda inconcepibile di... pura liquida felicità! Le gambe cedettero e si trovò per terra inginocchiato senza capacitarsi del perché e del per cosa. Nessuna spiegazione razionale. Per la prima volta viveva uno di quei momenti di totale apertura in cui il cuore istantaneamente si estroflette e protende su tutto l'universo. Fu pure l'unica volta che egli ebbe percezione di una intensità emotiva così incontenibile e immotivata.
Sorrideva e rideva di gioia, il corpo e la mente fusi in un'unica divina sensazione di pienezza, mai sperimentata, che dico, nemmeno vagamente immaginata! Dopo un po' tornò in sé, chiedendosi se fossero trascorsi secondi o minuti. Si rialzò, continuava a sorridere estasiato, più che camminare i piedi scivolavano sul pavimento leggeri leggeri. Cosa diavolo era successo? Non si capacitava. Non era certo stato un sogno, perché continuava a sentire vividissimo il ricordo della felicità illimitata e incondizionata che aveva sentito scorrere in tutto il suo essere. Ma non aveva la più pallida idea di cosa l'avesse causata e liberata.
Passò la giornata, e i giorni successivi, a domandarsi se avesse casualmente ingerito col cibo, la sera prima, qualche sostanza psicotropa... magari un'intossicazione alimentare aveva interferito coi suoi neurotrasmettitori... anche se un effetto così ritardato... e così forte... e così piacevole... no, non era verosimile. Ma allora? Ateo com'era non poteva trovare risposte collocate fuori se stesso, e nessuna ipotesi endogena reggeva. Pertanto, nelle settimane che seguirono, mano a mano che l'eco di quello che aveva provato si affievoliva lentamente, accantonò via dai pensieri quell'episodio inclassificabile e lo archiviò nel cassetto virtuale dei suoi x-files.
Soltanto una decina d'anni dopo comprese che quella Luce, quella mattina, aveva drasticamente modificato la traiettoria della sua vita, spalancando un ventaglio di nuove intuizioni, scelte, ricerche, scoperte. L'estate successiva lasciò la facoltà di ingegneria consapevole che non era la sua strada. Si mise a cercare qualcosa tale da aprirgli velocemente una prospettiva lavorativa e renderlo autonomo e indipendente dai suoi genitori. Inoltre cercava qualcosa che lo facesse sentire utile. Gli venne in mente una zia assistente sociale all'INAIL... A settembre partecipò alla selezione per iscriversi alla laurea breve triennale di servizio sociale della facoltà di Scienze Politiche. La prova consisteva in un tema d'italiano sulle motivazioni che ci spingevano a scegliere la professione di assistente sociale: arrivò primo. Dopo la maturità classica e quattro anni d'Ingegneria il nuovo corso fu una passeggiata. Mentre frequentava e studiava andò a vivere in un gruppo appartamento per disabili cui prestava assistenza come obiettore di coscienza. Lì per caso incontrò la donna che poi avrebbe sposato e ci andò subito a convivere. Dette i 21 esami curriculari e conseguì il titolo di Assistente Sociale in due anni invece che tre, massimo dei voti cum laude.
Di pari passo sentì sempre più forte il richiamo della dimensione spirituale. Finalmente capì che in quel riflesso di Luce sul marmo aveva incontrato il Divino, che era stato un segno non un sogno, e non dubitò mai più che questa vita è solo un tuffo nell'apparenza e che la vera realtà è posta ad altri livelli. Che esiste un luogo dove numeri e parole, mente e cuore, controllo ed emozioni coesistono armoniosamente, lungi dall'essere estremi di opposti. Rilesse i Vangeli, testi di Cristianesimo esoterico, Buddismo, Induismo e Zen, studiò astrologia, si avvicinò a reiki, yoga, qiqong e meditazione. Da questa storia sono nate molte altre storie, che esulano da questa, e molte altre ne nasceranno. Probabilmente le più belle devono ancora essere scritte.
E da tanto tempo che volevo raccontare questa mia esperienza "mistica". Mi bloccavo di fronte alla possibilità di essere preso in giro e soprattutto all'incapacità di trasformarne il ricordo in parole che parlassero a chiunque. Oggi ho sentito che era il momento giusto per provarci (ho preferito usare la terza persona). Ma rispetto all'obiettivo di trasmettere quello che provai mi do una sufficienza scarsa!
3 : commenti:
Ma è vero? Cioè, non è romanzata?
Complimenti comunque, sei una bella persona (e si capiva fin dalla sera che ti ho visto) e mi piacerebbe frequentarti... se non abitassimo così lontani!
PS sono stato un po' fuori da 22 passi,
- un po' per impegni di lavoro (ogni tanto bisogna),
- un po' per impegni personali (il video dei 10 anni dall'11/9/2001 con la AE911truth, se viene fuori come credo sarà un vero pe proprio bijoux, la stampa "seria" del libro Ingannati e la presentazione che farò a Padova, guarda caso, proprio il giorno successivo al decimo anniversario, aimè l'11 sarà domenica, faremo il 12)
- un po' per vacanza (Puglia con metà famiglia).
Vedo che le polemiche non diminuiscono... ma non capisco perchè andar dietro ai detrattori... tanto vedremo tutto a Settembre, no?
Un abbraccio caro Daniele!
PS dall'8 al 15 agosto dove sei?
@Alberto
Bentornato!
È scritta in modo narrativo, ma non è romanza, assolutamente genuina! :)
Ma francamente credo di essermi perso un po' da allora... eh, mi ci vorrebbe un richiamo.
Sulle polemiche hai visto bene: qui dentro ultimamente è un... IRADIDDIO, giusto per stare in tema! ;)
Dall' 8 al 15 sono sempre qui in zona, non ho preso ferie. Perché?
Mi sono sbagliato... saremo alle terme di Saturnia, che useremo anche come base per un po' di giri nei dintorni, ma Perugia è un po' troppo fuori mano!
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