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sabato 28 febbraio 2009

Edith Södergran

Amore

(Kärlek)

La mia anima era un abito azzurro colore del cielo;

l’ho lasciato su uno scoglio, sul mare

e sono venuta da te, e somigliavo a una donna.

E come una donna mi sono seduta alla tua tavola

e ho bevuto una coppa di vino, e respirato il profumo delle rose.

Hai detto che ero bella, che somigliavo

a qualcosa che avevi visto in sogno.

Ho dimenticato tutto, la mia infanzia e la mia patria,

sapevo solo che le tue lusinghe mi tenevano prigioniera.

E tu, ridendo, hai preso uno specchio e mi hai detto di guardarmi.

Ho visto che le mie spalle erano fatte di stoffa

e si stavano sbriciolando,

ho visto che la mia bellezza era malata,

e che desiderava solo una cosa: sparire.

Oh, tienimi stretta tra le tue braccia,

che io non abbia più bisogno

di niente.

(traduzione di Artemisia)

Sono uno che si commuove facilmente, lo so, ma questa poesia di Edith Södergran (1892-1923) è davvero stupenda: l'eterna giostra delle anime, di vita, amore, morte, attraverso gli occhi di una poetessa che ci ha lasciato a 31 anni, consunta dalla tubercolosi, dopo avere convissuto con la malattia metà del suo ultimo breve passaggio terreno.

P.S. Segnalo anche questo link.

6 : commenti:

Donnachenina blog ha detto...

Bellissima Daniele, l'avevo già scoperta sul blog di Artemisia, grazie anche per postato la breve biografia.
Ciao un saluto e una buona serata
Franca

Surrealina ha detto...

S'intona terribilmente col mio umore di stamattina. Accidenti. Sta tornando la tristezza. Meno male che era un periodo buono!!! Vado a comparare le voci adesso. Apro i link del tuo ultimo.

Daniele Passerini ha detto...

Buona domenica a tutte e due. E una dolce tiratina d'orecchi e un sorriso a Surry che non mi si deve intristire!

Donnachenina blog ha detto...

Ciao Daniele, credo che è arrivato anche il momento di aggiungere il testo, al post dell'immagine della coppia...
Qui si che ci vuole coraggio..come dice M.K.B., perchè ho scritto di getto senza più rivedere nulla..e da sola non riesco a valutare cosa ne sia venuto fuori, anche se quello che ho scritto esprimeva al meglio il significato che ho voluto dare componendo la "figura",accetterò anche correzioni tue se vuoi suggerirmele, perchè come ho detto il risultato che ne è venuto fuori, lo ritengo il frutto datomi anche dai vostri commenti
Un saluto caro come sempre e aspetterò il tuo contributo correttivo se ci sarà
Ciao
Franca

Anonimo ha detto...

Vedo solo ora, Daniele!

Grazie della citazione, e anche del link che mi hai segnalato.

Io amo particolarmente questa poetessa, e ho appena pubblicato un'altra sua poesia. Subito dopo, apro il tuo blog e vedo questa. Un caso?

È vero, l'ultimo verso è struggente. In quasi tutte le sue poesie.

Daniele Passerini ha detto...

Con te Donnachenina è già tutto a posto. E tu Artemisia non ti preoccupare, pure io non riesco ad essere molto presente sul blog questo periodo.
Un abbraccio a entrambe

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