Fusione Fredda - moderna storia d'inquisizione e d'alchimia, del fisico Roberto Germano, è uno dei prossimi libri che leggerò. Ne riporto intanto la prefazione, scritta dal compianto Giuliano Preparata (1942-2000) nel 1999, uno dei più importanti fisici italiani del dopoguerra: dopo dodici anni suona come una profezia che si sta finalmente compiendo.
Sono passati esattamente dieci anni da quella giornata
di primavera (il 23 marzo 1989) in cui due elettrochimici, allora all'Università
dello Utah, M. Fleischmann e S. Pons annunciarono all'umanità che
l'alba di un nuovo mondo si era appena dischiusa. Come Roberto Germano
racconta con passione, precisione e ricchezza di particolari in questo
bel libro, il formidabile apparato scientifico-tecnologico dei nostri tempi
doveva dare a questo annuncio pieno di speranza una ben triste risposta:
lo scherno, la derisione, l'emarginazione di chiunque abbia cercato di
seguire i due scienziati nello sviluppo di un programma di ricerca totalmente
nuovo, che mette in discussione una buona parte delle certezze e dei punti
fermi della organizzazione scientifica planetaria.
Chi abbia una qualche conoscenza della storia della Scienza
si affretterà certamente ad obiettare che tutto ciò è
assolutamente naturale: di che meravigliarsi? Non è forse stato
così per Copernico, Bruno e Galilei alla nascita della scienza moderna?
Certamente, ma gli scienziati (una moltitudine impressionante) e le istituzioni
scientifiche che hanno reso e rendono la vita impossibile allo sparuto
drappello di coloro che hanno preso sul serio il messaggio di Fleischmann
e Pons, sono gli stessi che ci ricordano ad ogni pie' sospinto il grande
debito che l'umanità ha nei confronti di quei coraggiosi e di chi,
sfidando inquisizione, comunità accademica e varie istituzioni politico-economiche
del tempo, li volle seguire. E questo la dice lunga, come ci ricorda Germano,
sulla grande somiglianza che esiste tra la "comunità" scientifica
odierna e quella degli Aristotelici che tanto filo da torcere dettero agli
innovatori, figli del nostro Rinascimento.
Tuttavia, la comparsa di libri come questo e di una serie
di iniziative che vedono, come viene qui ricordato, il nostro Paese finalmente
coinvolto a livello delle sue principali istituzioni scientifiche nel campo
dell'energia (l'ENEA e l'INFN) in un rinnovato interesse per le problematiche
della fusione fredda, è forse il segnale che nel nuovo millennio,
il cui inizio è alle porte, le cose saranno diverse, e che la scienza
nuova, annunciata dai fenomeni sorprendenti della Fusione Fredda, aprirà
alla nostra comprensione domini di realtà fin qui inesplorati e
ci fornirà gli strumenti, non solo energetici, per rendere migliore
l'esistenza di tutti gli esseri viventi di questa nostra Terra.
Come ha sottolineato con acutezza l'autore, è forse
quest'ultimo l'aspetto della vicenda, potremmo ben dire della "saga", della
Fusione Fredda che più ci apre alla speranza. E come i lettori percepiranno
dalla lettura del Cap. VI, è proprio questo l'aspetto che da quel
giorno del marzo del 1989 ormai lontano mi ha convinto ad imbarcarmi in
un'avventura intellettuale ed umana che, sapevo, mi avrebbe procurato non
poche amarezze e delusioni, allontanandomi e alienandomi da quel mondo,
quello accademico voglio dire, che fin dagli anni verdi avevo considerato
come il mio, e che mi aveva riservato non poche soddisfazioni e riconoscimenti.
Ma ciò è stata pur sempre ben poca cosa di fronte alle gioie
che il dipanarsi di questa nuova realtà, che insieme a pochi amici
e colleghi contemplavo per la prima volta, mi arrecava e continua ad arrecarmi.
Infatti sono proprio quegli straordinari eventi che, ad esempio, avvengono
in una matrice metallica di Palladio, percorsa dall'isotopo dell'idrogeno,
il deuterio, che fanno gridare allo scandalo la maggioranza degli uomini
di scienza, che ci stanno convincendo che i meccanismi dinamici che governano
la materia condensata, animata ed inanimata, sono ben più sottili
e potenti di quelli che sono stati fin qui ipotizzati e studiati. Non solo,
ma una serie di deduzioni, basate sull'elettrodinamica quantistica, che
mi avevano convinto ben prima del 1989 che le idee correnti sulla materia
erano gravemente carenti, trovano nella scoperta di Fleischmann e Pons
una drammatica indicazione della loro sostanziale correttezza e rilevanza.
Ai miei occhi, la Fusione Fredda è venuta così ad apparire
come la punta di un iceberg che non solo avrebbe fatto affondare la nave
degli scienziati sciocchi di fine secolo, ma avrebbe fatto emergere una
nuova realtà ben più ricca e sottile di quell'immane meccano
di palline atomico-molecolari la cui inadeguatezza e povertà concettuale,
ahimè, domina oggi fisica, chimica e biologia.
È quindi per me grande il merito di Germano di aver saputo
cogliere appieno questo aspetto della "moderna storia d'inquisizione e
d'alchimia", che ha qui raccontato con tanta sagacia e documentazione.
(Giuliano Preparata, Milano, Marzo 1999)
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