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mercoledì 30 gennaio 2008

Solo tre desideri

Complice un sogno che al risveglio, a dispetto del solito, ho ricordato per un po', stamattina parlerei un secondo di me... o meglio di quel che desidero, che sta a me come il calco in gesso sta al modello in creta!

Incontrare il Genio della Lampada mette di fronte a una grande responsabilità. "Solo tre desideri", ti dice, come un contabile pronto a tagliare voci dal tuo libro mastro. Diavolo, quanto sono pochi tre! E allora cerchi il desiderio nella cui realizzazione stanno i semi di ulteriori desideri, cerchi di costruire una gerarchia di desiderata, con una prima linea di desideri principali e una retrovia di desideri secondari o comunque riconducibili ai primi. E infine l'ultima drastica selezione: tre su tutti.

E commentando il regolamento che devi sottoscrivere, il Genio ti spiega pure che non valgono i desideri che riguardano direttamente il destino di altre persone, né individuale né collettivo. Non posso insomma chiedere che una certa persona faccia una certa azione, né per me né per lei stessa: né far avverare la pace e cancellare la violenza, né la redistribuzione delle ricchezze, né l'amore pieno e senza limiti per tutto il mondo. Mannaggia... e io che già puntavo a esaudire me stesso esaudendo tutto l'umanità! "Eh no", ridacchia lui, "sarebbe troppo facile e io resterei disoccupato".

Niente da fare, non posso fuggire la scelta né prender tempo, devo guardare solo a me. E c'è pure un'ultima condizione: mi restano pochi minuti per pensarci e me lo dice solo dopo che il cronometro ha già cominciato a correre. Quindi sono con l'acqua alla gola. E decido al volo.



1. Voglio innamorarmi nuovamente, e tanto per cambiare della persona giusta, senza "ma" e senza "però". Da poter essere insieme senza fatica quello che adesso, a ciascuno per conto suo, costa tanto affanno. E niente scherzi, amico Genio: se è davvero la donna "giusta" deve corrispondere pari pari il mio sentimento.

2. Voglio che la mostra Donne di Vrindavan abbia successo, che possa essere veramente replicata in tante città d'Italia. Questo è il desiderio. Se fosse soddisfatto, con la vendita del catalogo (trovando sponsor per ristamparlo) potremmo raccogliere molti fondi per aiutare le strutture di aiuto di Mohini Giri a Vrindavan.

3. Voglio semplicemente avere più tempo, per fare tutto quello che mi piacerebbe o dovrei fare. Ché 24 ore son troppo poche.



Coinciso no?

martedì 29 gennaio 2008

Donne di Vrindavan

Inserisco una foto scattata nella scorsa primavera da Tamara Farnetani a Vrindavan, che non è più stata utilizzata per la mostra per motivi tecnici. Il file in alta risoluzione si è infatti danneggiato e resta solo quello qui a lato, in bassa risoluzione.

Breve nota geografica.
Vrindavan si trova nella regione Indiana più popolosa, l'Uttar Pradesh, a una decina di chilometri da Mathura (la tradizione vuole che Krishna sia cresciuto in questi luoghi oltre 5000 anni fa), più o meno tra Nuova Delhi e Agra (la città del celeberrimo Taj Mahal), per la precisione a circa 130 km dalla prima e 50 dalla seconda.


Visualizzazione ingrandita della mappa

domenica 27 gennaio 2008

Ristrutturazione terminata

Ho terminato questa mattina la ristrutturazione dell'indice per argomenti del blog. Ho mantenuto una classificazione in cui le categorie non sono mutuamente esclusive: alcuni post sono riferiti fino a tre argomenti allo stesso tempo. Questo sia perché 22 categorie non sono così tante (e non volevo crearne di più) sia perché non amo i "compartimenti stagni", anzi prediligo collegare e fare dialogare tra loro prospettive differenti.

Visto che adesso i supporti video sono inseriti direttamente nelle pagine del blog (invece di essere "linkati"), ho preferito rimuovere la possibilità (l'iPod virtuale) di avere un sottofondo musicale: poteva infatti verificarsi che andasse in esecuzione contemporanea sia l'audio di un video inserito in un post sia il sottofondo musicale del blog. Ora che ho scoperto come fare, conto di inserire in futuro molti contenuti multimediali. Ho comunque lasciato l'iPod virtuale dentro il post in cui ne parlavo.

Post scriptum di 4 anni dopo: da quando scrissi questo post ad oggi ho modificato innumerevoli volte, e ancora continuo a farlo, la classificazione degli argomenti del blog, ormai molto più numerosi di 22.

Le 22 categorie (in ordine alfabetico) a questo punto sono:
  1. "Donne di Vrindavan" e India - Sulla mostra fotografica "Donne di Vrindavan" con foto di Tamara Farnetani, liriche e ottimizzazione del sottoscritto (Daniele Passerini), approfondimenti di Vasu Dev Das (Rita Cacciaglia) e Ester Gallo. Prima inaugurazione: Perugia, 8 marzo 2008.
  2. "Sospensioni di gravità" - Sul secondo libro che ho pubblicato a gennaio 2006.
  3. "Ventidue passi d'amore"- Sul primo libro che ho pubblicato a ottobre 2005.
  4. astrologicamente - Per parlare di astrologia... dimenticando però gli oroscopi giornalieri delle rubriche che passano su TV, radio, giornali.
  5. collaboratori di Daniele - I post che hanno scritto gli altri collaboratori del blog o quelli dove parlo di loro.
  6. fiabe e filastrocche - Lo dice il titolo... e c'è anche qualche filastrocca mia.
  7. guardiamoci un film - Per adesso ho utilizzato poco questa categoria, ma in futuro conto di aggiungere altre recensioni.
  8. il filo del blog - Riflessioni generali su quello che mi succede e sull'andamento del blog... purché veda la possibilità d'interessare qualcuno!
  9. istruzioni dell'uso - Su come fruire al meglio dei contenuti del blog e di quanto messo a disposizione dalla piattaforma che lo ospita (Blogger di Google).
  10. letteratura o saggistica consigliata - Consigli di lettura e "recensioni" estemporanee.
  11. luoghi e costumi - Realtà d'Italia e del mondo da conoscere.
  12. in corpore sano - Star bene nel corpo per star bene nello spirito (e viceversa).
  13. musica che tocca il cuore - Perché c'è tanto bisogno di musica per stare bene tra i rumori della civiltà.
  14. off topic - La più classica delle categorie residuali.
  15. pax et reflex - Per le belle immagini... da sviluppare in futuro (magari quando mi ricompro una buona reflex!).
  16. per non temere la morte - Testimonianze e riflessioni sul significato della morte e della vita e dell'immortalità del nostro spirito.
  17. poesie indimenticabili - Lo dice il titolo.
  18. positività dal mondo - Di notizie negative e catastrofiste i mass media abbondano; penso sia utile e importante dare altrettanto rilievo a quelle "piccole" e positive.
  19. preghiere o auguri - Lo dice il titolo.
  20. sotto il velo di Maya - L'essenziale è invisibile agli occhi.
  21. storie per l'anima - Storielle commoventi, più o meno semplici e ingenue, che hanno la forza di farci sentire meglio.
  22. vento e idrogeno e sole - Sul nuovo modello di sviluppo economico... quello in cui spero crescerà mia figlia e invecchierò io.

sabato 26 gennaio 2008

Lavori in corso

Superato il giro di boa di 200 post in un anno, vedo giunto il momento di mettere un po' d'ordine in questo blog, nato senza un vero e proprio progetto, imparando ad assemblarlo per prove ed errori, aggiungendo o accorpando via via nuovi argomenti: attualmente sono 20 e presto saranno 22, come mi ero ripromesso.

Inoltre - prova della mia totale incompetenza tecnica! - ho appena scoperto che i video possono essere direttamente inseriti da YouTube dentro le pagine del blog (semplicemente copiandone e incollandone il codice HTML) piuttosto che creare link per andare a vederli. Dovrò aggiornare parecchie pagine!

Scusate soprattutto se per un po' compariranno incongruenze nell'indice degli argomenti: finché non sarò risalito dal primo all'ultimo post conviveranno le "etichette" in dismissione con quelle nuove. Piccoli temporanei disagi per rendere il blog più snello e semplice da navigare. Ci si risente tra qualche giorno.

venerdì 25 gennaio 2008

Ancora sull'Ode alla vita

Il 29 maggio 2007 avevo scritto:
"Custodisco nel cuore una bellissima lettera d'amore che ho ricevuto. Riporta - anzi è un tutt'uno con essa - la poesia Ode alla vita da molti attribuita a Neruda... ma che sia di Neruda o di uno pseudo-Neruda che cambia? È facile incontrarla in internet, persino incorniciata in qualche ufficio o studio: è una poesia indimenticabile, tanto più per me visto che la sento indissolubilmente legata a quella lettera preziosa."

Avevo cercato nella rete ma, oltre ai dubbi circa l'attribuzione, non ero riuscito a trovare riferimenti a nessun autore alternativo a Neruda. Da allora non mi ero più interessato della paternità dell'Ode. Be', ci voleva il clamore mediatico di ieri per chiarire a me e a tanti altri la questione. Stamattina infatti m'è caduto l'occhio su un trafiletto del Corriere della Sera che attribuisce con certezza la poesia declamata da Mastella alla giornalista e scrittrice brasiliana Martha Medeiros. Così come riporta anche il sito de La Repubblica

Bene: Neruda non si rivolterà nella tomba; Martha Medeiros non potrà che essere felice e divertita di tanta pubblicità. Onore a lei di avere scritto un testo così bello da essere ritenuto da tanti opera del grande poeta cileno. Mi scuso di avere contribuito a diffondere tale leggenda metropolitana, ma soltanto in un blog. L'avessi fatto in Senato sarebbe stato certo molto più grave! In altre parole, chi scrive i discorsi a Mastella dovrebbe documentarsi un po' meglio sulle fonti! :-) .

giovedì 24 gennaio 2008

Non mi toccate Neruda!

Pablo Neruda è uno dei miei poeti preferiti, e francamente mi stupisco a scoprire di aver trascritto su questo blog solo tre sue poesie in un anno: Ode al giorno felice, Per salire al cielo e Ode alla vita (*). Sentire poche ore fa, per radio, l'inclemente Mastella preludere la sua dichiarazione di sfiducia a Palazzo Madama proprio con l'Ode alla vita, mi ha fatto attorcigliare le budella! Persino a Neruda, sui prati del paradiso, gli sarà andata di traverso qualche rima. E no! Non sporchiamo la poesia tra le ceneri del politichese di "dicciniana" memoria! Non infanghiamola di maleodorante ipocrisia! Non straziamola tra i denti come una gomma da masticare rendendola insapore! Si scherzi pure coi fanti (e col popolo italiano), ma si lasci stare le sante parole della poesia!
Invito a onorare questa Ode alla vita, cancellando dalla memoria l'accostamento alle motivazioni contingenti di un discorso politico. Leggiamo e rileggiamo questi versi. Ripuliamoli. Mondiamoli dal bieco uso strumentale che ne è stato fatto oggi. Ridiamo loro la vera luce del cuore.

ODE ALLA VITA
 
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, 
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, 
chi non cambia la marca, 
chi non rischia e non cambia il colore dei vestiti, 
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, 
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle i 
piuttosto che un insieme di emozioni, 
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, 
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, 
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, 
chi è infelice sul lavoro, 
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, 
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, 
chi non legge, chi non ascolta musica, 
chi non trova grazia in sé stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, 
chi non si lascia aiutare; 
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo
chi non fa domande su argomenti che non conosce, 
chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, 
ricordando sempre che essere vivo 
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità. 

(*) P.S. del 25/01/08. L'autrice di questa lirica è la brasiliana Martha Medeiros, Neruda non c'entra niente!

lunedì 21 gennaio 2008

AAA cercansi commenti!

Anche se è un anno che ho aperto il blog, ancora non smetto di imparare qualcosa di nuovo della "piattaforma che lo ospita, Blogger di Google. Poco fa ho scoperto, ad esempio, che chi voleva lasciare un commento era costretto a digitare un noiosissimo codice alfanumerico (1) (all'autore del blog non viene richiesto, per questo non me n'ero accorto). 


Ho già eliminato questo inutile appesantimento; se inizieranno ad arrivare spam seriali (2) (ma capita davvero!?) li cancellerò a posteriori. Ho anche disattivato la moderazione dei commenti: l'avevo impostata un anno fa ma in effetti ha poco senso. Infine ho reso più evidente, in calce ai post, il link da cliccare per scrivere/leggere i commenti.



Chissà se queste poche modifiche "tecniche" contribuiranno a fare lievitare un po' i commenti lasciati sul blog. Non capisco infatti perché all'aumento delle visite (da due settimane in media una settantina al giorno) e delle pagine lette, con un trend di crescita costante da questo autunno (da quando ho ripreso a scrivere), non corrisponda un aumento dei commenti.



Continuo sempre a sperare che, prima o poi, questo blog diventi più interattivo e "colorato"... AAA cercansi commenti! (4)


Post scriptum di tre anni dopo

  1. alludevo al CAPTCHA;
  2. in seguito Blogger ha introdotto un buon anti-spam che di fatto ha reso superfluo l'uso del CAPTCHA;
  3. in seguito ho spostato il link in questione sotto il titolo del post;
  4. nel 2011 sono stato accontentato più di quanto avrei mai potuto immaginare!

domenica 20 gennaio 2008

Se volete un sottofondo musicale...

Ci sono cose perfettamente inutili, ma che possono fare tanto piacere! Ecco perché mi sono divertito a dotare il blog di un mini iPod virtuale, che carica fino a 100 brani musicali. Ho escluso la modalità autoplayer: lascio al visitatore decidere se avere o no un sottofondo di note mentre legge.*
*Post scriptum di un anno dopo: all'inizio avevo messo il lettore anche in sidebar, poi lo eliminai perché rallentava troppo il blog.


Aggiungerò mano a mano altri brani che troverò sul sito del lettore virtuale in questione, tra quelli che mi verranno in mente e sempre senza parti cantate, per non interferire con la lettura del blog.

Ecco i primi brani che ho scelto: Le Onde di Ludovico Einaudi e Il nuotatore di Giovanni Allevi. Perché pure se le rotte dei due autori sono abbastanza differenti, qui sembrano essersi tuffati nelle stesse acque.
Come sei veramente di Giovanni Allevi. Perché piace tanto anche a mia figlia. 
La prima delle Six Gnossiennes di Erik Satie. Semplicemente perché l'adoro. 
Il primo brano di Music for Airports di Brian Eno. Perché è stato epocale. 
L'adagio del Concerto per piano n. 21 (K 467) di Wolfang Amadeus Mozart. Perché è uno dei primi pezzi di musica classica che ho amato da bimbo. 
L'adagio del Gayane Ballete Suite di Aran Khachaturian, anche se è un po' triste e malinconico. Perché chi adora 2001:Odissea nello spazio del grande Kubrick non può dimenticare queste note.

sabato 19 gennaio 2008

Due gemelline cadute dal Cielo

C'è una notizia questi giorni che mi ha commosso e riempito di gioia: la storia delle due gemelline inglesi di quattro anni, una malata di leucemia, l'altra no. Proprio il loro essere così uguali e così diverse sta permettendo ai ricercatori britannici di capire come l'organismo si arrende/oppone alla leucemia. Insomma queste due bimbe stanno semplicemente regalando al mondo - così sembrerebbe - la cura della leucemia... e scusate se è poco! E siccome è più forte di me credere che Dio non giochi a dadi, in questo "colpo di fortuna" non vedo la mano del caso bensì un destino intelligente.
Da qualche anno mi piace osservare che quanto più aumentano i fatti negativi, e/o il rilevo che viene dato loro sui mass media, tanto più aumentano di qualità e quantità anche i fatti positivi. Per questo mi sento ottimista, al di là del pessimismo e del catastrofismo imperante. E so che questo vale per tante persone, consapevoli che il mondo è lo specchio dei nostri pensieri, e che fiducia, speranza, solidarietà, rispetto, amore sono le uniche vere medicine contro le piaghe che affliggono il mondo: paura, disperazione, egoismo, violenza, odio. Un mondo apparentemente folle - sì, è vero - in cui quanto più diffondiamo agenti cancerogeni tanto più sviluppiamo "difese" contro di essi, come se la bilancia tra ciò che chiamiamo "bene" e ciò che chiamiamo "male" debba sempre rimanere in equilibrio.
So di essere passibile di "mero fideismo" a ribadire che sono assolutamente convinto che noi tutti abitiamo questo pianeta per costruire qualcosa "di grande", non solo nel piano materiale e visibile, ma anche in quelli più sottili e invisibili, al di là di quanto possiamo comprendere ora.
E ho fede che un giorno il piatto "verde" della bilancia si abbasserà a terra, per il peso di centinaia e centinaia di milioni di persone risvegliate e consapevoli.



P.S. Dopo aver scritto il titolo del post, rileggendolo, mi son reso conto del suo inequivocabile doppio senso... ovviamente volevo alludere solo alle anime di queste due bambine inglesi, ma l'inconscio a quanto pare la sa lunga. Perciò aggiungo che persino la scia di orrore e dolore seminata in tutto il mondo dalle due Gemelle cadute dal cielo, può essere lenita e curata dalla felicità delle tantissime persone che ogni anno potranno - speriamo presto - non morire più di leucemia, così come di altre gravi malattie. .

giovedì 17 gennaio 2008

Un po' di pubblicità al commercio equo-solidale

Riporto da www.monimbo.it.



"Monimbò è un quartiere di Masaya, città del Nicaragua che ebbe un ruolo centrale durante la rivoluzione sandinista, ma anche il nome di un movimento di indigeni che, attraverso l'associazione di Artigiani di Monimbò, coordina la produzione e la commercializzazione dei prodotti di cooperative e gruppi associati.
La Bottega del Mondo Monimbò
è presente a Perugia dal 1992, prima come associazione e, dal 1997, come cooperativa senza fini di lucro. La bottega è allestita all'interno di un antico oratorio del '600. Oltre alle attività di vendita dei prodotti del Commercio Equo e Solidale, la bottega è al centro di numerose attività come cene tematiche, riunioni, incontri nelle scuole, campagne di sensibilizzazione, attività di formazione e culturali, attività di rete fra le varie associazioni del territorio cittadino e regionale. Queste attività aiutano a creare momenti di informazione e di sensibilizzazione sulle problematiche dei rapporti Nord-Sud del mondo, sull’importanza del ruolo che ciascuno di noi può ricoprire, in quanto consumatore in grado di indirizzare con le sue scelte di consumo le scelte politico-imprenditoriali delle aziende."

Oggi ho avuto conferma che Monimbò (presente in Umbria a Perugia, Ponte S. Giovanni e Terni) è nel gruppo degli sponsor della mostra Donne di Vrindavan, vale a dire insieme a Lega delle Cooperative Umbria, Liberia dell'Anima di Perugia, studi fotografici Arc en ciel di Perugia e Terni, agenzia pubblicitaria TI&RREBI e Digitalpoint Stampe Digitali di Perugia, e dulcis in fundo due Istituti bancari umbri che hanno promesso il loro fondamentale appoggio e che a giorni comunicheranno l'entità del loro contributo.

Monimbò darà un prezioso supporto logistico a Donne di Vrindavan, aiutando a promuovere l'iniziativa all'interno del proprio circuito... e curando i coffe break in occasione delle inaugurazioni umbre!

Purtroppo non sono tempi facili per nessuno, nemmeno per Monimbò. Ed è un peccato! Ché di negozi di commercio equo e solidale ce ne sono molti meno di quanto sarebbe auspicabile. Perciò, quando volete gustare cioccolate e cibi e spezie che difficilmente trovereste al supermercato, o fare un regalo particolare ai vostri amici, o comprarvi un oggetto etnico per la vostra casa ecc. e allo stesso tempo dare una mano al "sud" del mondo ed ai paladini del commercio etico, ricordatevi di fare un salto alle botteghe del consumo alternativo: lascio anche il link per trovare quella più vicina a dove abitate, regione per regione e città per città.

martedì 15 gennaio 2008

Un sorriso lungo un anno

Ho scoperto oggi, su un blog che frequento da qualche giorno, l'esistenza di una bella iniziativa intitolata


promossa da Comicomix per sostenere la lotta al neuroblastoma (un tumore dell'infanzia che rappresenta la prima causa di morte in età pediatrica).
Per partecipare i bloggers devono scrivere, nel corso del 2008,
un post dedicato al tema del sorriso: "Il sorriso come forma di relazione, verso gli altri, verso chi si ama, o semplicemente verso il prossimo. Non il sorriso da cartolina, quello falso o di cortesia. Il sorriso che è sostenere senza odio le proprie idee, ma con la disponibilità ad ascoltare e (se possibile) capire le ragioni degli altri. Prendendo spunto da una vostra vicenda personale, un fatto di cronaca, di politica, di quello che volete."
Per ogni blog aderente all'iniziativa, Comicomix dona 2 euro all'Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma ONLUS, inoltre chiunque può sostenere direttamente l'associazione diventandone socio.

Il sorriso... è uno dei più importanti doni fattici da Dio.
E magari sono gli angeli stessi, ancora prima dei nostri genitori, ad insegnarci a sorridere.
Il sorriso autentico e spontaneo è felicità incontenibile che trabocca dalla pelle... è gioia di incontrare il nostro prossimo... è una medaglia donata a chi vogliamo bene...
Un sorriso è una strizzatina d'occhio fatta con la bocca!
Ma
non riesco a rendere giustizia alla magia del sorriso parlandone. Per aderire a Un sorriso lungo un anno forse è meglio sussurrare questa piccola poesia, tratta da Sospensioni di gravità:
Sorriso di Luna

Prendi un filo d'anima: legalo
ad un sorriso di Luna
soffiato e colorato.

Lasciali volare via,
dove ne cadrà il baleno
sorpreso un cuore si volterà.

lunedì 14 gennaio 2008

Lavori da... agenzia transnazionale!

Sono tornato a casa dal lavoro alle 14.50, ho acceso il computer e ho iniziato a leggere e scrivere. Una mezzora di pausa: sono uscito per cambiare una tuta (una taglia da 10 anni che vestiva da 8!) comprata in saldo venerdì per mia figlia. Poi un'altra mezzora trascorsa al telefono. Per il resto sempre davanti al monitor.

Quando ho concluso il lavoro che mi ero prefissato, e spedito l'ultima mail, ho guardato l'orologio e mi è preso un colpo: 10 minuti alle 21! Avevo passato 5 ore a rimettere insieme i contenuti per la mostra sulle Donne di Vrindavan. Ogni tanto mi rilassavo richiamando sul desktop del Mac il widget "orologio" che vi ho collocato: uno con l'ora di New Delhi e l'altro con quello di Mexico City. Adesso che in Italia sono le 21, segnano rispettivamente l' 1.30 di notte e le 14.00. Mi aiutano a immaginarmi Vasu a nanna e Tamara in siesta!

In questi giorni stiamo collaborando in team da tre contenenti diversi: America, Asia, Europa. Per me è un'esperienza inedita, entusiasmante! Ed è l'ultima fase. Consiste nel costruire la parte monografica di approfondimento della mostra, spedendoci circolarmente i nostri contributi e rinviandoceli con le correzioni che a ciascuno sembrano più opportune. Io tiro le fila del tutto, metto insieme i vari apporti e propongo a Vasu e Tamara le sintesi.
Negli ultimi due giorni mi si erano accumulate 6 mail (sic!) mandate da Vasu, da Katmandu, dove aspetta il visto per rientrare in India, e 2 mandate da Tamara. Così oggi dovevo assolutamente rimettermi in pari; e ci sono riuscito. Il grosso è fatto. Adesso manca solo il contributo antropologico di Ester dall'Inghilterra (tra qualche giorno la solleciterò).

Ancora qualche settimana e potrò cominciare a mostrare sul blog, in anteprima, i risultati di questa collaborazione internazionale... o forse sarebbe più corretto dire transnazionale? Tre italiane all'estero per lavoro o vocazione, e un quarto italiano, io, unico rappresentante del sesso cavaliere, "costretto" (ahimè) a starmene qui in Italia... eh già, quanto le invidio queste donne figlie del mondo! Verrà anche per me il momento di ricominciare a viaggiare prima o poi, per adesso mi tocca farlo con la fantasia.

Per concludere, praticamente un aneddoto. Vasu aveva fornito una serie di dati demografici sulla popolazione indiana; le ho chiesto di citarmi fonti e date delle rilevazioni/stime. Mi aspettavo il sito ufficiale del governo indiano (Census of India) a cui ero risalito da Wikipedia, l'equivalente del nostro ISTAT insomma. E invece! Non vi dico qual è per non guastarvi la sorpresa: cliccate sul link seguente e guardate coi vostri occhi la fonte che stiamo utilizzando... se me lo avessero raccontato non ci avrei creduto! Vasu garantisce che questa Agenzia è molto più attendibile e aggiornata delle fonti ufficiali indiane: angosciante, ma logico e verosimile! Notate bene che da quella pagina si può accedere anche ai dati di ogni nazione del mondo, Italia compresa naturalmente.

Be' visto che da ieri sono diventato ufficialmente un thinking blogger, anche per oggi vi ho dato da pensare... che ne dite? :-)

domenica 13 gennaio 2008

THINKING BLOGGER AWARD!

Ho avuto quattro sorprese in un colpo solo stamattina.  

La prima. Ho scoperto grazie all'amica Danda di Roma, che me l'ha attribuito, l'esistenza di un riconoscimento chiamato
 
che distinguerebbe tutti quei i blog che stimolano nuove conoscenze e riflessioni, da quelli... di cui non se ne sente tanto il bisogno.

La seconda. Al pari della mia amica, ho avuto una misura tangibile di quanto frequento e conosco poco il mondo dei blog, anche se sul mio scrivo abbastanza spesso.

La terza. Ho avuto la riprova di quanto sia distratto: infatti non avevo mai fatto caso a questa "onoreficenza", anche se brilla - me ne sono accorto adesso - su quasi tutti i (pochi) blog che frequento.  

La quarta. Ho realizzato che da oggi io stesso faccio parte della comunità del THINKING BLOGGER AWARD: forse è una menzione già un po' troppo inflazionata, ma mi fa piacere che qualcuno abbia pensato pure a me. Per "fregiarmene" devo soddisfare queste condizioni:

  1. dovo essere stato segnalato per la menzione da qualcuno;
  2. va creato un post con un link al post da cui proviene la menzione (e un'altro al primo post da qui è nato l'11 febbraio 2007 il Thinking Blog Award);
  3. inserire nel post il logo Thinking Blog Award;
  4. indicare 5 altri blog che hanno il dono di far pensare.
Soddisfatte le prime tre condizioni, mi accingo pertanto ad attribuire Laurea Magistrale Honoris Causa in Thinking Blogger Award ai seguenti 5 blog:
  1. INDIAN MONSOON - L'ho scoperto cercando informazioni sull'India e sono rimasto colpito dalla intensità degli appunti di viaggio e delle fotografie che l'autrice condivide con tutti noi. L'ho già citato mesi fa in questo post.
  2. DIGITALE PURPUREA - Non mi ricordo quale poesia cercassi quando ci sono capitato, si tratta un vero e proprio archivio poetico che ci dona una poesia al giorno. Grazie.
  3. NUMERO VENTIDUE - Altro blog scoperto per caso, cercando immagini e citazioni. Ovviamente il titolo mi ha subito incuriosito: sarà anche per questo mio inprintig numerologico che mi piace leggerne i post; ancora non mi sono deciso a lasciare qualche commento, ma penso che lo farò presto.
  4. IL CAMMINO DELL'UOMO - È stata la sua autrice a scoprire il mio blog qualche mese fa e ci siamo scambiati un po' di commenti. Il suo è nato da poco con un titolo impegnativo, ma come diceva Lao Tsu "Il cammino lungo mille miglia comincia sempre dal primo passo".
  5. PENSIERI, PAROLE, PUNTINI, PUNTINI, PUNTINI... - Spesso ci trovo belle riflessioni e interessanti citazioni, letterarie o musicali. Ultimamente l'autrice comincia a parlare di sé non solo quando è un po' giù ma anche quando è felice... e questo credo faccia la differenza.

sabato 12 gennaio 2008

Dedicato alla mia amica Tamara

Tamara Farnetani (al centro della foto), 36 anni, lavora come fotografa e risiede a Perugia. Ha vissuto molti anni a Londra, dove si è specializzata in ritrattistica e moda presso il Kingsway College ed il City of Westminster College. È uno spirito nomade e passa più tempo all'estero che in Italia, soprattutto in India, dove è stata davvero tante volte; l'anno scorso in particolare vi ha passato la primavera e l'autunno. Da dicembre invece è in giro per il mondo insieme al suo ragazzo, accompagnata sempre dalla sua fedele macchina fotografica.

Un anno fa conoscevo Tamara solo di vista; c'eravamo incrociati un paio di volte, scambiandoci giusto qualche "ciao". Poi una sera, mentre ero a cena fuori con amici comuni, ci ha visto per caso e si è unita alla nostra tavolata. Era all'incirca il periodo di Pasqua; lei era da poco tornata dall'India, così le facemmo un mucchio di domande. Ci raccontò in particolare della città sacra di Vrindavan, nella regione settentrionale dell'Uttar Pradesh, confinante col Nepal; e di una mostra fotografica sulle vedove di Vrindavan, la cui realizzazione aveva appena proposto al Comitato Internazionale 8 Marzo di Perugia; ora cercava qualcuno che scrivesse dei testi per accompagnare le sue foto. Intanto aveva tirato fuori dallo zainetto il suo portatile e sullo schermo scorrevano i volti di quelle donne indiane. Ne fui colpito intensamente e mi commossi. D'istinto dissi che volevo provare a scrivere quei testi. Nei giorni successivi Tamara mi masterizzò un CD con un po' di foto e cominciai a buttar giù quello che via via mi suscitavano. Dopo qualche settimana le feci leggere le prime liriche che avevo scritto. Le sarebbero piaciute? Avevo già pubblicato due libri, ma non significava niente: non essendo mai stato in India, forse non ero adatto per "commentare" delle foto così particolari. Tamara apprezzò i miei versi ed ebbi via libera per terminare il lavoro.

Forti di questa collaborazione, Tamara e io siamo così divenuti amici. A partire dall'8 marzo la mostra Donne di Vrindavan diventerà realtà e contiamo di replicarla, dopo Perugia, Assisi, Spoleto, in più città d'Italia. E tutto questo è nato dai viaggi, dalle fotografie e dalle belle idee di questa giovane ed eccezionale donna!

Chi capita più o meno regolarmente su questo blog, si sarà accorto che da quest'autunno ho cominciato a dare qualche accenno sulla mostra, però, anche per un pizzico di scaramanzia, ho preferito aspettare. Da oggi, di qui a marzo, ne parlerò sempre più spesso, fornendo ulteriori dettagli e anche qualche anteprima dei testi e delle foto (in bassa risoluzione ovviamente). Alla mostra collaborano anche altre persone, dall'Inghilterra e dall'India; ne parlerò con calma nelle prossime settimane. Per ora aggiungo solo che questo progetto non ha fini di lucro, anzi, speriamo in futuro di raccogliere fondi per le vedove che vivono a Vrindavan in condizioni di estrema indigenza.

venerdì 11 gennaio 2008

L'amore ai tempi del colera

Si può essere innamorati di diverse persone per volta, e di tutte con lo stesso dolore, senza tradirne nessuna, il cuore ha più stanze di un casino.
(da "L'amore ai tempi del colera"
di G. G. Màrquez
)



Queste parole di Marquez mi risuonano tantissimo e ci ritornerò sopra in conclusione del post. Ma ora innanzi tutto una premessa che potrebbe sembrare "fuori tema".

La mia memoria assomiglia molto a un setaccio a maglie troppo larghe. Dimentico i libri che leggo, per questo mi dico sempre che farei meglio a rileggere quelli già letti che continuare a procurarmene di nuovi; fortunatamente non mantengo questo proposito. Faccio fatica a richiamare alla memoria i miei film preferiti; gli rammento se mi trovo a rivederli, ma non so citarli a mente. Dimentico pressoché all'istante le barzellette che mi raccontano, anche quando mi fanno morire dal ridere. Faccio continuamente gaffe non riconoscendo persone che mi salutano. Comunque tra le maglie larghe del setaccio che ho in testa qualcosa, pure se poca cosa, rimane. E mi consolo con queste parole di Gibran (da "Sabbia e schiuma")
L'oblio è una forma di libertà.


che collego a queste di Marquez (da "Vivere per raccontarla"):

La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.


Credo che la mia naturale propensione a dimenticare, porti non solo limitazioni e svantaggi, ma sia anche un dono, che magari un giorno apprezzerò di più, ricordando una vita migliore di quella che ho materialmente vissuto. Di sicuro questo dono è uno dei motivi per cui ho imparato a fidarmi più del mio cuore che della mia mente.



Questa digressione mi serviva a introdurre un mio commento al film L'Amore ai tempi del colera - regia del britannico Mike Newell (il regista di Quattro matrimoni e un funerale) - che sono andato a vedere al cinema qualche giorno fa con la strana consapevolezza di non riuscire in alcun modo a rammentare la trama del famosissimo romanzo da cui è tratto, pur ricordando di averlo letto ed apprezzato non meno di vent'anni fa. A dire il vero mi pare che quasi tutto ciò che ho letto di Gabriel Garcìa Màrquez mi sia piaciuto, pure se - non dipende dall'autore, ma dalla mia memoria - mi resta giusto qualche vaga reminiscenza di Cronaca di una morte annunciata, Cent'anni di solitudine, Nessuno scrive al colonnello. Scorrendo la bibliografia di Marquez traggo la certezza d'aver letto anche Foglie morte, I funerali della Mamà Grande, La mala ora, L'incredibile e triste storia della candida Erendira e della sua nonna snaturata, L'autunno del patriarca, Il generale nel suo labirinto, Dell'amore e altri demoni. Tutti volumi che sono rimasti a casa di mia madre, perché qui da me non avrei spazio dove metterli, e che nei miei ricordi condividono lo stesso destino d'oblio de L'amore ai tempi del colera. Inoltre tra i tanti testi messi da parte per arrivare sul mio comodino, ho anche Vivere per raccontarla, l'autobiografia di Marquez, e - fosse anche solo per la suggestione del titolo - prima o poi leggerò Memoria delle mie puttane tristi.
Però ricordo benissimo le sensazione di quell'atmosfera comune a tutti i romanzi di Marquez, a metà tra la Colombia reale e l'immaginifica Macondo. Un caleidoscopio di jungla, amache, fiumi e battelli, donne d'equatore dai corpi sodi, colori di pappagallo e profumi di fiori giganti, suoni di campane e di violini. Un mondo popolato di personaggi epici e semplici allo stesso tempo, ricco di storie struggenti e magiche.

Tuttavia, proprio perché non ricordavo il libro, ho potuto apprezzarne la trasposizione cinematografica per quello che è, senza confronti che rischiano di essere impietosi e un po' scontati: un film che racconta una bella storia romantica, che a tratti si fa surreale e diventa poesia tragicomica della vita, convincente seppure con qualche caduta nella recitazione e nel ritmo, che non inficia un giudizio complessivamente positivo.
La vicenda ruota attorno a Florentino (l'attore
Javier Bardem) che, poco più che ragazzo, vede la bella Fermina (la nostra Giovanna Mezzogiorno) e viene colpito da fulmine d'amore, all'inizio ricambiato poi negato, sia pure sempre e solo a livello platonico.
Fermina si sposa, ama suo marito, ha figli e vive la sua vita. Intanto Florentino non riesce a dimenticarla e soffre una pena d'amore che sta quasi per annientarlo. Finché il destino Deus ex machina, nella forma di una donna vogliosa incontrata in nave, riesce a fargli, non dico dimenticare la sua donna, ma almeno capire che la vita intanto continua ed ogni incontro col "femminile", e dunque con l'Anima (junghiana), può donare al suo cuore un po' della pace che cerca e dell'amore che aspetta.
Florentino riuscirà a custodire nel petto il sentimento per Fermina per oltre 50 anni, pur di cogliere la possibilità di realizzare il loro amore. Sarà capace di puntare con pazienza e costanza a una ascesa sociale funzionale all'obiettivo del suo cuore. Sarà capace di mantenersi "idealmente" vergine e allo stesso tempo amare carnalmente tante altre donne (622!) annotandole una ad una, con precisione ossessiva, in un piccolo taccuino, quasi scrivesse direttamente sopra la propria anima. Fermina più d'una volta lo definisce un'ombra, ma Florentino è tutt'altro che un uomo irreale, è splendidamente surreale, al punto che sarebbe potuto uscire benissimo anche dalla fantasia di Calvino!



Ho letto qualche critico stigmatizzare l'interpretazione dell'attore (e le scelte della regia, a volte discutibili) finanche a vedere nel suo personaggio, che s'ingobbisce sotto il peso degli anni, l'involontaria parodia di Giulio Andreotti, un rischio che corre però solo il pubblico italiano! Trovo al contrario che Javier Bardem abbia trovato un buon compromesso per rendere il più possibile credibile - e veramente non era impresa facile - un personaggio totalmente sui generis: un po' casto e un po' Casanova, un po' poeta e un po' contabile, un po' fanciullo e un po' uomo, che strappa pure varie risate (ma talvolta diventano amare) con le "gag" delle sue avventure galanti.
Sono rimasto meno convinto da Giovanna Mezzogiorno, e mi permetto di affermarlo perché è un'attrice che stimo molto; mi resta l'impressione che in questo caso non sia riuscita a dare credibilità al suo personaggio per tutta la durata dell'azione: a mano a mano che Fermina invecchiava (la vicenda copre oltre mezzo secolo) la sua recitazione ha perso d'intensità e pathos fino a sembrare stereotipata e - mi si perdoni il giudizio - meno sentita che nella prima parte.
In conclusione, una pellicola senz'altro da vedere, ma non un capolavoro, coi limiti dei film che portano sullo schermo un grande libro. Comunque ho pianto di commozione nella prima e nell'ultima parte del film, è prendo ciò come cartina di tornasole dell'empatia scattata coi personaggi.

Mi ricollego dunque alla frase tratta dal romanzo di Marquez (e recitata pari pari nel film) che ho messo in esergo:
Si può essere innamorati di diverse persone per volta, e di tutte con lo stesso dolore, senza tradirne nessuna, il cuore ha più stanze di un casino.
È vero, si possano amare contemporaneamente più persone, e trarne gioie o dolori, ragione per cui ho dedicato in passato spazio nel blog al concetto di poliamore come definito dal filosofo francese Jacques Attalì.
Quando amiamo più di una persona, stiamo seguendo il desiderio di mettere insieme il puzzle ideale della nostra anima: non riusciamo a farlo tramite un'unica persona che ci reca soltanto una piccola parte delle tessere necessarie. Nel caso - raro ma non impossibile - d'incontrare quella persona che fosse ella stessa gran parte dell'intero puzzle, saremmo appagati da quest'unico grande amore. E che il buon Dio allora voglia ci sia reciprocità, e non si debba aspettare cinquant'anni come Florentino!



Post Scriptum. Mi è venuta voglia di rileggere L'amore ai tempi del colera. Vedendo il film è scattata in me una parziale identificazione con Florentino, cosa che vent'anni fa non poteva accadere. Da allora le vicende della vita mi ha portato ad assaggiare alcuni dei sapori che Marquez ha raccolto in questa sua storia. E mi torna in mente un post che scrissi prima di Natale in cui, prendendo spunto da una storia zen e dalla mia esperienza, paragonavo gli amori vissuti alla luce della Luna a quelli vissuti alla luce del Sole, sentenziando in pratica la superiorità degli ultimi sui primi. Be', proprio vedere questo film ha fatto traballare quella mia conclusione. Gli amori valgono nel loro stesso essere: se un fiore è bello lo si vedrà e se ne potrà godere alla luce del Sole quanto a quella della Luna.