Un anno fa conoscevo Tamara solo di vista; c'eravamo incrociati un paio di volte, scambiandoci giusto qualche "ciao". Poi una sera, mentre ero a cena fuori con amici comuni, ci ha visto per caso e si è unita alla nostra tavolata. Era all'incirca il periodo di Pasqua; lei era da poco tornata dall'India, così le facemmo un mucchio di domande. Ci raccontò in particolare della città sacra di Vrindavan, nella regione settentrionale dell'Uttar Pradesh, confinante col Nepal; e di una mostra fotografica sulle vedove di Vrindavan, la cui realizzazione aveva appena proposto al Comitato Internazionale 8 Marzo di Perugia; ora cercava qualcuno che scrivesse dei testi per accompagnare le sue foto. Intanto aveva tirato fuori dallo zainetto il suo portatile e sullo schermo scorrevano i volti di quelle donne indiane. Ne fui colpito intensamente e mi commossi. D'istinto dissi che volevo provare a scrivere quei testi. Nei giorni successivi Tamara mi masterizzò un CD con un po' di foto e cominciai a buttar giù quello che via via mi suscitavano. Dopo qualche settimana le feci leggere le prime liriche che avevo scritto. Le sarebbero piaciute? Avevo già pubblicato due libri, ma non significava niente: non essendo mai stato in India, forse non ero adatto per "commentare" delle foto così particolari. Tamara apprezzò i miei versi ed ebbi via libera per terminare il lavoro.
Forti di questa collaborazione, Tamara e io siamo così divenuti amici. A partire dall'8 marzo la mostra Donne di Vrindavan diventerà realtà e contiamo di replicarla, dopo Perugia, Assisi, Spoleto, in più città d'Italia. E tutto questo è nato dai viaggi, dalle fotografie e dalle belle idee di questa giovane ed eccezionale donna!
Chi capita più o meno regolarmente su questo blog, si sarà accorto che da quest'autunno ho cominciato a dare qualche accenno sulla mostra, però, anche per un pizzico di scaramanzia, ho preferito aspettare. Da oggi, di qui a marzo, ne parlerò sempre più spesso, fornendo ulteriori dettagli e anche qualche anteprima dei testi e delle foto (in bassa risoluzione ovviamente). Alla mostra collaborano anche altre persone, dall'Inghilterra e dall'India; ne parlerò con calma nelle prossime settimane. Per ora aggiungo solo che questo progetto non ha fini di lucro, anzi, speriamo in futuro di raccogliere fondi per le vedove che vivono a Vrindavan in condizioni di estrema indigenza.
E facile scrivere che ha girato il mondo!!!!
RispondiEliminaPoi voglio proprio vedere se veramente e stata in tanti posti.
Hehehe :D
Strano... non mi sembra di averlo scritto: cioè una cosa è scrivere "è in giro per il mondo", altra è scrivere "ha girato il mondo". Chiara la sfumatura!? :)
RispondiEliminaMa per caso non è che sei Laura?
Ciao