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venerdì 31 ottobre 2008

The fool on the hill (Lo scemo sulla collina)

Stamattina mi sono svegliato con una canzone dei Beatles in testa. Ricordavo benissimo il motivo e le parole della prima strofa: day after day alone on a hill. Questo pomeriggio sono risalito al titolo - The fool on the hill - e ho trovato su YouTube il suo video: è stato un tuffo nella memoria, perché sono passati senza dubbio più di vent'anni da che vidi Magical Mistery Tour (1967), uno dei più famosi film del quartetto di Liverpool, da cui è tratto il filmato in questione. E per la prima volta ho prestato attenzione anche al testo della canzone, e l'ho trovato così suggestivo da tradurlo in italiano.
Buon ascolto e buona visione. LO SCEMO SULLA COLLINA Giorno dopo giorno solo soletto su una collina l'uomo col sorriso da idiota resta perfettamente calmo. Ma nessuno vuole conoscerlo: la gente vede solo uno scemo che manco risponde. Invece lo scemo sulla collina vede il sole volgere al tramonto e con l'immaginazione vede il mondo girargli attorno. È sulla buona strada con la testa tra le nuvole l'uomo di mille voci che parlano forte e chiaro. Ma nessuno sente lui o il suono che sembra emettere né lui pare farci mai caso. Invece lo scemo sulla collina vede il sole volgere al tramonto e con l'immaginazione vede il mondo girargli attorno. E pare non piacere a nessuno. Possono dire quel che vuol fare ma lui non rivela mai i suoi sentimenti. Invece lo scemo sulla collina vede il sole volgere al tramonto e con l'immaginazione vede il mondo girargli attorno. E lui non li ascolta mai sa che gli scemi sono loro. La gente non lo ama. Invece lo scemo sulla collina vede il sole volgere al tramonto e con l'immaginazione vede il mondo girargli attorno.
THE FOOL ON THE HILL Day after day, Alone on a hill, The man with the foolish grin is keeping perfectly still But nobody wants to know him, They can see that he's just a fool, And he never gives an answer, But the fool on the hill, Sees the sun going down, And the eyes in his head, See the world spinning 'round. Well on the way, Head in a cloud, The man of a thousand voices talking perfectly loud But nobody ever hears him, Or the sound he appears to make, And he never seems to notice, But the fool on the hill, Sees the sun going down, And the eyes in his head, See the world spinning 'round. And nobody seems to like him, They can tell what he wants to do, And he never shows his feelings, But the fool on the hill, Sees the sun going down, And the eyes in his head, See the world spinning 'round. Oh, round and round and round. And he never listens to them, He knows that they're the fools They don't like him, The fool on the hill Sees the sun going down, And the eyes in his head, See the world spinning 'round. Oh, round and round and round.

I blogger fanno "rete"!

Il piacere di collaborare... Oggi il blog Pagina 69 pubblica la prima pagina 69 che ho inviato, tratta da L'Arte della gioia di Goliarda Sapienza (Edizione Stampa Alternativa, 2006). In futuro proporrò senz'altro su Pagina 69 nuovi estratti di altre opere. Invito ognuno a fare altrettanto con i suoi libri preferiti. È il bello del web 2.0: l'unione fa la forza, i blogger fanno "rete"! Buona giornata. P.S. Ho già parlato: de l'Arte della gioia qui e di Pagina 69 qui.

giovedì 30 ottobre 2008

Sogni...

Una serie di circostanze davvero insolite mi ha regalato una mattina speciale, ben riassunta nella mail che ho appena scritto e inviato al mio compagno di banco del liceo, perso di vista circa sei anni fa...
Da: daniele.passerini@22passi.it Oggetto: CHI SI RISENTE! :-) Data: 30 ottobre 2008 9:36:12 GMT+01:00 A: [omissis] Caro [omissis], toc, toc! Chi si risente?
Vecchio mio, è da primavera che ho avuto da [omissis] la tua email. Mi sono ripromesso tante volte di scriverti, poi tra una cosa e l'altra me ne sono sempre dimenticato... ma non scordato (consentimi la sottigliezza etimologica). Poi stanotte ti ho sognato. E me lo ricordo! Cosa che non mi capita più da molti anni, salvo pochissime eccezioni. Figurati che c'incontravamo di fronte alla stazione di Fontivegge e ti raccontavo - nel sogno - di un altro sogno che avevo fatto - realmente - subito prima. Ho vissuto insomma uno di quei rari momenti di sogno lucido in cui il sognatore è cosciente di sognare: più precisamente ero ancora consapevole del sogno precedente. Fatto sta che proprio la particolarità di averti raccontato un sogno dentro un altro sogno deve aver fissato nella memoria questo po' po' di roba! Allora, dicevo, c'incontravamo di fronte alla stazione di Fontivegge (c'era anche qualcun altro con noi, ma vattelapesca chi) e ci salutavamo e abbracciavamo proprio come succederebbe nella realtà: "Ciao! Ma che bello rivedersi! Quanto tempo dall'ultima volta! E come stai e che combini adesso?" Ti spiegavo di essere appena tornato - era appunto il tema del sogno precedente - da un viaggio negli USA: on the road, West coast to East coast, passando anche per la mitica Route 66. E avevo incontrato persino uno sciamano di nome Sudhiro che girava su una Mini Cooper rossa, uguale a quella... "Esatto," m'interrompevi, "quella era proprio la mia Mini Cooper!" Eh già, quella che guidavi da neopatentato e con cui spesso s'andava in giro insieme. Che ricordi, amico mio (ne son passati di anni: 25!). E mi raccontavi che stavi cercando in tutti i modi di rintracciare quel bel tipo che non te l'aveva più restituita! C'erano molti altri particolari... ma ormai chi se li ricorda più! :-) Quel che importa è che stamattina mi ritrovo il tempo di dirti tutto questo. Ieri infatti ho chiesto di poter prendere un giorno di ferie, senza alcun motivo particolare, se non che mi sono accorto che giovedì 30 novembre l'agenda di lavoro era insolitamente libera da impegni e appuntamenti, che ho ancora una quindicina di giorni di ferie del 2008 da consumare, che sentivo il bisogno di una giornata di riposo e svago tutta per me. Inoltre oggi è sciopero generale della scuola e pur non facendo parte di quel comparto (e non potendo quindi scioperare) mi piace unirmi idealmente al coro di protesta contro la riforma scolastica testé scodellata dalla maggioranza parlamentare (ti ricordi quando al liceo mi "rimproveravi" di essere troppo idealista, be' non sono poi tanto cambiato). Dunque, considerato che il Ministero degli Interni conteggia come assenteismo del pubblico impiego pure le normalissime ferie, oggi sono orgoglioso di risultare a torto assenteista (assente giustificato o ingiustificato sono sottigliezze da poco conto per chi ci governa ora!) solo per avvalermi di un diritto previsto per legge da ogni contratto di lavoro. Be', per dirlo alla Lucio Dalla, "caro amico ti scrivo così mi distraggo un po' e siccome sei molto lontano..."! Non so se in [omissis] seguite ancora le vicende della politica italiana... avete in programma di ritornare a vivere in Italia tra qualche anno? Un saluto alla tua sposa, e alla prole... uno o due figli? Aggiornami! Un abbraccio a tutti. Daniele Questa giornata la dedico dunque in primis a riallacciare un contatto con una persona cara, e poi a qualche sogno: lavorare all'idea di base del prossimo libro (sta prendendo corpo: stamattina mi sono svegliato anche col titolo giusto in testa!); girare un po' le colline attorno a Perugia alla ricerca della mia prossima casa. Mi sovviene un'ultima cosa. Ho già dedicato un post alla differenza tra dimenticare e scordare, ma avevo tralasciato che la stessa differenza passa tra rammentare (richiamare alla mente) e ricordare (riportare al cuore). Una splendida giornata a tout le monde!

martedì 28 ottobre 2008

Il segreto delle pagine 69

“Per decidere se comprare un libro, aprilo a pagina 69.”
Marshall McLuhan (1911-1980)
Da questa disarmante affermazione del famoso sociologo canadese (nella foto) - a cui si devono espressioni ormai entrate nel linguaggio "quasi comune" quali galassia Gutemberg e villaggio globale - prende vita Pagina 69, un blog intelligente e interessante (che qualche giorno fa ho linkato nella sidebar a sinistra), ai cui archivi ogni giorno si aggiunge la sessantanovesima pagina di un qualche libro, postata su iniziativa dell'autore del sito o perché inviata da qualche visitatore. Ad esempio, ho appena spedito la sessantanovesima pagina dell'Arte della Gioia (dell'edizione Stampa Alternativa del 2006), nella speranza di vederla presto inserita. Che senso ha tutto ciò? Su quali assunti si basa la frase di McLuhan? Riporto la chiara spiegazione data dall'autore di Pagina 69:

Il Metodo - Secondo Marshall Mc Luhan, per decidere se comprare o meno un libro, un metodo infallibile è quello di aprirlo e leggerlo a pagina 69. Se quella pagina piace, molto probabilmente piacerà anche il resto del libro. Questo blog pubblicherà, una al giorno, le pagine 69 dei titoli più disparati: vecchi e nuovi, seri e faceti, belli e brutti.

Perché proprio la pagina 69? - L’inizio di un libro non è significativo del suo contenuto. Nei primi paragrafi l’unica preoccupazione di ogni autore è quella di catturare a tutti i costi l’attenzione dei lettori. Una volta arrivati a pagina 69 i fuochi d’artificio dovrebbero essere ormai terminati, e la narrazione dovrebbe aver cominciato a muoversi con le proprie gambe. Sono queste le situazioni nelle quali l’abilità di uno scrittore si fa evidente… sempre se ci sia! Collocandoci a pagina 69 inoltre, essendo ancora abbastanza vicini al principio, non corriamo il rischio di rovinare eventuali sorprese o colpi di scena.

Aggiungo che non dev'essere un caso che McLuhan abbia scelto tra tanti numeri possibili uno di fronte al quale la maggior parte della gente drizza le antenne! Una mossa da grande esperto di comunicazione qual'era. Ma al di là dei solletichi erotici che evoca, il 69 è davvero un numero particolare: capovolto, al pari del 96, è uguale a se stesso, graficamente è un piccolo mandala che ricorda la forma di una galassia, e dulcis in fundo corrisponde anche al simbolo del Cancer, il mio segno zodiacale. :-)

Non potevo naturalmente esimermi dal fare la "prova del sessantanove" ai miei libri...

La pagina 69 di Ventidue passi d'amore (2005) contiene semplicemente il "totem" qui a lato, formato dai numeri maya dall'uno al 22 dall'alto verso al basso, come una freccia rivolta in su, simmetrico all'altro "totem" a pagina 19, formato dagli stessi numeri però dal basso verso l'alto, a disegnare in questo caso una freccia rivolta in giù (o una biro sul foglio). Questi due simboli "custodiscono" le 22 poesie che danno il titolo al libro, separandole dalle parti in prosa: l'Introduzione e il Prologo all'inizio, l'Epilogo, la Postilla numerologica, la Postilla Maya e i Ringraziamenti alla fine.

Per inciso, ho fatto impazzire il mio editore per dare un senso alla stessa numerazione delle pagine: l'indice si trova a pagina 9 (i nove numeri della numerologia) e i ringraziamenti conclusivi a pagina 90; a pagina 11 c'è il "titolo-disegno", del libro; a pagina 22 (11x2) comincia la prima delle 22 poesia (intitolata il principio):

Questo incontro, che la mia anima incanta, apre ricordi di notti antiche intona un canto dimenticato, posandomi farfalla sul tuo petto schiudendoti bocciolo nel mio cuore.

A pagina 55 (11x5) c'è l'unico disegno nella parte centrale della silloge; a pagina 66 (11x6) comincia l'ultima poesia (intitolata l'azzeramento):

A furia d'abbracciarti in sogno consumerò il firmamento. Allora non farmi spegnere la notte: cadi qui vicino a me, stellina cara. A pagina 77 (11x7) inizia la Postilla numerologica e a pagina 83 (8+3=11) la Postilla Maya. Veniamo a Sospensioni di gravità (2006). La pagina 69 contiene la poesia intitolata Innamoràle: Sorprendi. Spiazza. Spaventa. Innamorami di te. Assesta. Vibra. Colpisci. Al centro della fronte. Rapisci. Lega. Violenta. Percuotimi l'anima. Devasta. Spoglia. E brucia. Accendi in me la luce. Come Ventidue passi d'amore ha una struttura numerologica, Sospensioni di gravità ne ha una astrologica, a cui ho accennato in un post dedicato all'ultima eclissi di Luna. Tornando al tema di questo post, su Pagina 69 si possono trovare persino anticipazioni di opere straniere ancora non tradotte ed edite in Italia, ad esempio Indignazione di Philip Roth! Per concludere mi sembra doveroso menzionare il blog Circerie, dove ho trovato per la prima volta il link a Pagina 69: grazie Sonia! Buonanotte. P.S. del 31/10/2008. È on line il mio primo contributo su Pagina 69.

La città incantata

Come ho già accennato qualche giorno fa parlando di Wall-e, essere papà mi ha fatto riscoprire il cinema per bambini. Ieri pomeriggio per esempio con Arianna e un suo amichetto ci siamo visti (in DVD) una pellicola di grande delicatezza e poesia intitolata La volpe e la bambina... ma di questo magari parlo un'altra volta. Quello che mi ero riproposto oggi è invece far vedere uno spezzone di un film di animazione molto particolare e meritatamente pluri-premiato, La città incantata, di Hayao Miyazaki, di cui io e mia figlia siamo innamorati, io persino più di lei. La trama in breve. La piccola protagonista, Chihiro, si ritrova imprevedibilmente catapultata in una dimensione parallela davvero inconsueta; per liberare i suoi genitori dall'incantesimo della strega Yubaba e tornare insieme a loro nel nostro mondo, Chihiro, ribattezzata da Yubaba semplicemente Sen, dovrà superare una serie di prove; a tal fine le saranno d'aiuto i tanti nuovi amici e l'amore che incontrerà. Quel che più colpisce di questo film sono lo spessore narrativo, la ricchezza visuale, la scommessa - difficile ma riuscita - di far coesistere in equilibrio un grande respiro lirico con una vena grottesca e caricaturale, infatti non mancano le creature mostruose tanto care all'immaginario nipponico, ma senza strafare. Tra le tante scene del film caricate su YouTube ho scelto quella del viaggio a Fondo di Palude, anche perché vi si apprezza la colonna sonora di Joe Hisaishi, che marca con discrezione ed eleganza lo sviluppo di tutta la vicenda.
Se volete maggiori ragguagli sulla trama del film rimando al link su Wikipedia... però penso che conoscerla rovini un po' la sorpresa: il mio consiglio n. 1 è vederlo! Dal suddetto link riporto infine un accenno al titolo originale giapponese - (千と千尋の神隠し) Sen to Chihiro no kamikakushi - pressoché intraducibile. Come spesso accade, la versione italiana non gli rende minimamente giustizia.
"Il titolo originale potrebbe essere tradotto con Il rapimento spirituale di Sen e Chihiro, ma la lingua giapponese si presta a molteplici interpretazioni e molti concetti sono intraducibili, per questo è possibile solo una traduzione che si avvicini all'originale. Kamikakushi è un concetto della tradizione giapponese: quando un bambino si perde si dice che è stato portato via spiritualmente da un dio (spesso uno dei capricciosi dèi minori) e si usa il termine kami-kakushi (nascosto dagli dei). Il bambino rapito o scomparso si risveglia poi lontano da dove è stato rapito e non ricorda nulla del tempo intercorso. Il titolo inglese Spirited Away sembra avvicinarsi maggiormente all'originale."

lunedì 27 ottobre 2008

Adagio for strings (per coro)

L'Adagio for strings di Samuel Barber (1910-1981) è un brano "perfetto", gli si può solo contestare di essere stato inflazionato, ad esempio utilizzandolo come colonna sonora di documentari storici d'ogni sorta. Ed è per questo che ormai associo automaticamente le sue note al pathos dei grandi drammi del XX secolo (e non solo). La sua coralità, limpidezza, forza espressiva, lo rendono un brano già immortale, per quanto contemporaneo. Propongo l'ascolto della versione vocale - eseguita dal Coro del Trinity College di Cambridge, diretto da Richard Marlow - con le parole dell'Agnus Dei: da ascoltare in religioso silenzio.
Se volete ascoltare anche la più nota versione sinfonica, lascio il link al video dell'esecuzione della BBC Orchestra diretta da Leonard Slatkin il 15 settembre 2001 alla Albert Hall di Londra, in commemorazione delle vittime delle torri gemelle.

domenica 26 ottobre 2008

Papà, perchè non trovi una fidanzata?

Ultime parole di mia figlia prima di addormentarsi, pochi minuti fa: "Papà, perché non trovi una fidanzata?" Dove nel lessico familiare fidanzata sta per nuova compagna, sin da quando sua madre, 6 anni fa, le spiegò che il suo nuovo compagno era appunto il nuovo fidanzato. Di storie ne sono arrivate da allora, ok... ma una nuova vera compagna no. Visto che era già tra le braccia di Morfeo, stasera me la sono cavata rispondendole "Lo sai perché, su dormi..." Il fatto è che dopo 11 anni di matrimonio e altri inganni del cuore vari, ho fatto mio il motto "meglio soli che male accompagnati". Al cento per cento. Ma meglio bene accompagnato che solo, anche questo è lapalissiano! Solo che a 43 anni, con una figlia (stupenda, però pur sempre impegnativa) e con una vita un po' stramba sulle spalle, o incontro l'anima gemella o qui la vedo sempre più dura! :-)

Meglio un agire caotico

Meglio un agire caotico che un non agire ordinato.
Karl E. Weick (1936, vivente)
A questa frase che mi piace molto m'è venuto spontaneo accostare l'ordine nel caos di Escher (1898-1972). Weick la pensò relativamente al funzionamento delle organizzazioni, ma può essere ben applicata anche al comportamento individuale.
Per Weick il mondo esterno non ha un senso intrinseco: siamo noi, attraverso i nostri processi cognitivi ad attribuire a esso dei significati che vanno a costituire le nostre mappe cognitive e causali, che a loro volta diventano le “lenti” attraverso cui guardiamo il mondo. Pertanto ogni interpretazione che diamo, nel presente, all’ambiente che ci circonda è sempre retrospettiva, si basa cioè essenzialmente sull’esperienza che ne abbiamo fatto in passato. È l’esperienza a permetterci di interagire con l’ambiente, a permetterci di produrre azioni coerenti ai nostri obiettivi, a farci prefigurare gli effetti di tali azioni nel futuro (Cfr. Weick, 1993). Per Simon la nostra razionalità non può essere che una razionalità limitata, dato che la complessità dell’ambiente non è gestibile dalla nostra capacità di analisi: non è possibile prevedere tutte le conseguenze delle nostre azioni, considerare tutte le variabili in gioco, non avere pregiudizi che condizionino l’oggettività delle nostre scelte. Quindi non si decide mai secondo un criterio astratto di massima efficienza bensì secondo un criterio concreto di soddisfazione minimale (Cfr. Simon, 1979). Il modello del garbage can di March e Olsen nega del tutto che i decisori facciano affidamento sulla razionalità, sia pure limitata, per operare le loro scelte, a maggior ragione quelli che operano nella Pubblica Amministrazione, dove le variabili da prendere in considerazione per definire una qualsiasi politica sociale sono troppo complesse e numerose e gli effetti di ogni mossa sono difficilmente prevedibili. Un cittadino si attende che i sistemi di Governo, nazionali e locali, assumano delle decisioni utili alla collettività e penalizza in sede elettorale i politici che si dimostrano poco propensi ad assumere decisioni piuttosto che quelli che, assumendone spesso, talvolta possono sbagliare. Di fatto per March e Olsen l’immagine che rappresenta meglio come un’organizzazione compie le proprie scelte, decidendo quali azioni intraprendere, è l’estrazione casuale da un cassonetto dei rifiuti di uno dei tanti problemi “buttati” lì dentro dall’ambiente, con “appiccicate” alcune soluzioni per affrontarlo: anche se siamo guidati dal caso, la probabilità ci dice che la nostra azione non sarà la migliore possibile ma nemmeno la peggiore (Cfr. March e Olsen, 1992). Weick, ispirandosi al modello del garbage can, dà ai manager un consiglio apparentemente paradossale: meglio un agire caotico che un non agire ordinato. Se un’organizzazione vuole accrescere la propria efficienza avrà tanti più elementi di riflessione a cui attingere quanto più in passato ha agito, viceversa astenersi dall’azione non produce alcun elemento utile alle nostre decisioni future. In altre parole qualsiasi agire, sia pure caotico, intuitivo, improvvisato o casuale che dir si voglia, genera comunque nuovi significati ed elementi concreti su cui confrontarsi. Naturalmente esistono dei limiti di buon senso che vanno comunque rispettati, specialmente quando le nostre azioni coinvolgono altri esseri umani, tuttavia la provocazione di Weick coglie perfettamente la realtà dell’agire di molte organizzazioni, al pari dell’immagine del cassonetto della spazzatura (Cfr. Weick, 1993). MARCH, J.G. e OLSEN, J.P. – 1992 – Riscoprire le istituzioni. Le basi organizzative della politica, Bologna, Il Mulino. SIMON, H.A. – 1979 – Il comportamento amministrativo, Bologna, Il Mulino. WEICK, K. – 1993 – Organizzare. La psicologia sociale dei processi organizzativi, Torino, ISEDI. E questo era un punto della mia tesi di laurea in scienze politiche (2003) dove spiegavo, accademicamente, perché un agire caotico sia preferibile a un non agire ordinato. Con la saggezza popolare basterebbe dire "cosa fatta capo ha"! :-)

sabato 25 ottobre 2008

Il diavolo di Materga

Un po' di meritata pubblicità per un amico. Se abitate nelle Marche o zone limitrofe, vi segnalo per domani, domenica 26 ottobre alle ore 17, presso la biblioteca di Matelica, la presentazione de Il diavolo di Materga, il libro di Piermassimo Paloni che racconta in forma di romanzo la vicenda del vero Papillon, il personaggio da cui nel 1973 è stato tratto l'omonimo film con Dustin Hoffman e Steve MacQueen. Varie testimonianze ed evidenze documentali indicherebbero infatti che il famoso evaso dal bagno penale della Guyana non sia stato Henri Charrière, ma un suo compagno di prigionia, un emigrato di Matelica, condannato per omicidio in Francia e poi deportato ai lavori forzati. Pubblicato nel 2007 dalla A&B Editrice (come i miei primi due libri), la prima tiratura è già andata esaurita. Ho iniziato a leggerlo (è tra i tanti titoli che ho sul comodino) e sin dalle prime pagine m'è parso un'opera davvero degna di menzione. Excusatio non petita, d'accordo, però mi sarebbe piaciuto poter recarmi domani a Matelica, anche perché la presentazione dell'amico Piermassimo è inserita nel contesto della manifestazione biennale LIBRIamo, che vanta un programma particolarmente ricco, con autori come Andrea de Carlo o il giornalista Marco Travaglio come ospiti.

Le strade del mondo

Un poker di aforismi di diversi autori, tutti legati alle scelte che dobbiamo affrontare ogni giorno.
La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta.
Theodor W. Adorno (1903-1969), da "Minima moralia"
L'unico modo per rafforzare l'intelletto è quello di non decidere niente riguardo a nulla, di lasciare che la mente sia una strada percorribile da tutti i pensieri.
John Keats (1795-1821)
Se qualcuno ti dice che sta per prendere una "decisione realistica", capisci immediatamente che sta per fare qualcosa di brutto.
Mary McCarthy (1912-1989)
Un uomo percorre tutte le strade del mondo per trovare ciò che gli serve, ma deve tornare a casa per scoprirlo.
George Edward Moore (1873-1958)

September Fifteenth

No words... solo dolci nostalgie, di quando ascoltavo spesso September Fifteenth, uno dei brani del monumentale album As falls Wichita, so falls Wichita falls (1981) di Pat Metheny e Lyle Mays.

venerdì 24 ottobre 2008

La testa del poeta e quella del logico

Una citazione per iniziare il dì. Buona giornata.
Il poeta cerca solo di mettere la testa in cielo. È il logico che cerca di mettere il cielo dentro la propria testa. Ed è la sua testa che si spacca.

giovedì 23 ottobre 2008

Quei numeri che non s'ingabbiano

Sta succedendo quello che era inevitabile. Un governo supponente e un po' arrogante ha tentato di imporre una riforma epocale del nostro malconcio sistema scolastico, dall'alto, come farebbe un sovrano coi sudditi, senza dialogo con le parti sociali, senza confronto parlamentare. Cosa ancor più grave, una parte degli italiani è persino felice di farsi trattare da sudditi. I restanti però leggono il testo della riforma (arrivata ormai in Senato) e si avvedono che non solo non risanerà la scuola, ma la peggiorerà ulteriormente. A me, lo ribadisco, quello che più infastidisce è che, invece di dire ai cittadini papale papale che l'unico obiettivo è quello di tagliare le spese dell'istruzione, il Governo tenta di darci a bere che ci sono squisite ragioni pedagogiche, didattiche, organizzative dietro. Ma il re stavolta è proprio nudo! E finalmente qualcosa succede: sui siti, sui blog, sulla stampa ancora libera, nelle scuole, nelle università, nelle piazze, studenti, insegnanti e genitori (trasversalmente all'estrazione politica, è da sottolinearlo) si organizzano per protestare in maniera civile e pacifica, per difendere il loro diritto a contestare una riforma sbagliata e irrecepibile e chiedere a chi dovrebbe rappresentarci di lavorare per cambiarla. E la Gelmini fa dietrofront. E lo stesso Berlusconi, che ieri minacciava da gran paladino delle libertà, di sgomberare scuole università con la polizia, fa dietrofront. Siamo ancora una democrazia allora, vivaddio!
Riporto dal sito di Repubblica un articolo scritto oggi da Angela Melone, che in poche parole fa perfettamente il punto su quanto sta succedendo.
Quei numeri che non s'ingabbiano I numeri tenta di darli il Ministero dell'Interno con un comunicato serale: dall'inizio della protesta "300 manifestazioni, 150 scuole e 20 facoltà occupate". Ma solo le notizie che riempiono le agenzie e intasano sul web le centinaia di siti della protesta mostrano l'inadeguatezza delle cifre ufficiali a descrivere questo movimento degli studenti. Non è questione di buona o cattiva fede, è che tutti - non solo il ministro Gelmini o il presidente del Consiglio alle prese con la solita pantomima - sono spiazzati davanti a una protesta che non vuole essere definita, svicola da qualunque tentativo di abbraccio della politica organizzata e, anzi, tende a organizzarsi da solo, apparentemente con il massimo della semplicità. E così spuntavano fuori occupazioni a raffica, scuola dopo scuola, cortei nei luoghi più disparati delle città e pronti a sciogliersi alla prima richiesta delle forze dell'ordine. Convocati da chi? "Dalla nostra assemblea", risposta semplicissima e completamente spiazzante rispetto alle minacce mediatiche di Berlusconi o alle accuse di oscure strumentalizzazioni rivolte alla sinistra. Tutte interpretazioni lontanissime dalla realtà per una generazione che sembra non volersi far definire, si muove con il massimo della spontaneità e si organizza online rapidamente e- appunto - con il minimo delle tradizionali sovrastrutture. "Vogliamo studiare di più, siamo pacifici e abbiamo speranze: non reprimete il nostro futuro", scrivono in un appello pubblicato anche dal nostro sito. Con una traduzione molto pragmatica che è divenuta lo slogan di mille striscioni: "Non pagheremo noi la vostra crisi". Il balletto di minacce del premier e le manovre del governo sulla riforma suonano lontane. E questo è il vero pericolo: sarà in grado la società - tutta - di rispondergli?
Lascio anche il link ad un "profetico" articolo del sociologo Ilvo Diamanti di tre mesi fa, intitolato Maledetti professori. Mi è ritornato in mente questi giorni, ascoltando tanti discorsi demagogici agitati dai nostri governanti contro la scuola e condivisi, spesso, dal loro elettorato. Ogni popolo ha il governo che merita.

mercoledì 22 ottobre 2008

Liberty of Sound Incoherence

Il mio rapporto con la chitarra è ondivago: va su e giù, a periodi. In alcuni non passa giorno che non la suoni, fosse anche solo per pochi minuti. In altri trascorro mesi e mesi senza nemmeno sfiorarla. Poi magari mi ci diverto ininterrottamente per un intero weekend (piovoso). Non è certo il modo migliore per tenersi allenato e progredire nella tecnica!
Sono pure tremendamente smemorato, tendo perciò a dimenticare diteggiature e arpeggi. Non a caso sono soddisfatto di come suono soltanto quando riesco a non pensare a quel che faccio e le dita si muovono quasi avessero una sorta di pilota automatico, senza bisogno di ricordarmi cosa devono costruire: momenti "di grazia" in cui mi si apre il cuore e suonare equivale a prendere una bella boccata d'ossigeno.
La chitarra comunque è scivolata sempre più all'interno della mia sfera privata. Ormai è parecchio che non mi capita di cimentarmi insieme a qualche (vero) musicista. Ogni tanto strimpello per gli amici che me lo chiedono, ma molto meno che in passato.
Fatto sta che non ho mai parlato prima di questa passione su Ventidue passi d'amore e dintorni. La cover dei Penguin Cafè Orchestra che ho inserito nel blog ieri sera - eseguita da un chitarrista di livello per me inarrivabile - mi ha dato una piccola scossa e il coraggio (o l'impudenza) per il mio primo "web-outing" di musica. Grazie alla cam del videofonino è stato abbastanza facile e veloce registrarmi ieri notte (ad ore molto piccole!) e caricare il file su YouTube. Ed eccovi il mio Liberty of Sound Incoherence, composto (a mente) circa 4 anni fa. Il titolo l'ho rubato a un post che avevo pensato di scrivere iersera (Libertà di sana incoerenza), rimandato sine die. Tradotto in inglese m'è parso assolutamente perfetto per accompagnare questo brano, et voilà.

Suvvia, c’è di peggio su YouTube no? In realtà non riesco a suonarlo due volte nello stesso modo, ché di abbellimenti e variazioni sopra se ne possono fare infiniti, però la struttura fondamentale è grossomodo quella che avete ascoltato. E a parte qualche accordo "sporco" e vari passaggi imprecisi e le corde che raschiano sulla tastiera, la registrazione è passabile. Non infierite e siate clementi...
P.S. Stamattina mi sono accorto che “ovviamente” oggi è un giorno 22: mi capita spesso qualcosa d’insolito al 22 del mese! E giusto ieri mia figlia (10 anni!) mi aveva fatto notare che sono nato il 10 (luglio), lei l’11 (luglio) e la mamma l’1 (marzo) e che 10+11+1=22. Ne avevo trovate già tante di ricorrenze di 22 nella mia vita, ma questa m’era proprio sfuggita!

Cose da 22 ottobre

Da un paio di giorni sono entrato a far parte della ciurma del blog di Sviaggi, in compagna del Commodoro Caterpillar 1, del Capitano Arzach, e della pari grado Ilarialice (che è l'unica che ancora non conosco). Insomma ho il privilegio di poter scrivere anche su un altro bel blog: non so bene quando ci riuscirò (al momento almeno il primo post l'ho scritto), ma di sicuro le collaborazioni mi stimolano molto.
L'ho saputo oggi e finisce proprio oggi, 22 ottobre ovviamente! Mandando un sms (vuoto) al 48587 si può donare 1 euro per la costruzione di un Centro pediatrico che Emergency realizzerà a Nyala, in Darfur (Sudan). Maggiori dettagli qui. Non costa nulla, io l'ho fatto, fatelo anche voi. Ecco il messaggio di risposta che ho ricevuto: 3 Italia ed Emergency ti ringraziano per aver donato 1 € a sostegno del progetto di un centro pediatrico e ambulatorio cardiologico a Nyala (Sud Darfur, Sudan). La Regione Umbria oggi ha annunciato che ricorrerà alla Corte Costituzionale contro la Riforma Gelmini, se non verranno ridiscussi i tagli ai finanziamenti prima dell'approvazione. La stessa cosa ovviamente la faranno diverse altre Regioni. Quello che sta succedendo nelle scuole, università e piazze italiane e sotto gli occhi di tutti, anche se le valutazioni sono diametralmente opposte. Le ultime esternazioni di Berlusconi non meritano alcun commento, se non questo: come spaccare in due la società civile, lezione n°... ho perso il conto!

Music for a Found Harmonium

Sono di poche parole in questo inizio settimana. Lascio parlare le note. Non so cosa darei per suonare la chitarra come questo questo tipo qui!
Vale però la pena di ascoltare il brano originale dei Penguin Cafè Orchestra, caratterizzato dall'insistente DO-SOL (mi pare) a bordone (basso continuo), lo ascoltate qui.

lunedì 20 ottobre 2008

Always Returning

Un breve brano strumentale di Brian Eno del 1983. Quattro minuti da passare in compagna della propria anima, sottovoce. Sogni d'oro!

domenica 19 ottobre 2008

L'amore non conosce confini, l'amore abbatte ogni muro: Wall-e!

Da più di 6 anni accompagno mia figlia al cinema a vedere film a cartoni, ma anche se crescendo sarà normale che ne perda la voglia, di certo non succederà più a me, ora che li ho riscoperti!
Il genere cinematografico "per bambini", sa umiliare spesso, per sceneggiature, trame, e messaggi veicolati, i film "per adulti", in modo persino imbarazzante. Un giudizio che vale senz'altro per Wall-e, l'ultimo film della Disney-Pixar: una pellicola intelligente, avvincente e commovente, per un monito ecologista, ahimè, di grande attualità. A dir poco fantastiche le citazioni kubrickiane di 2001: Odissea nello spazio, di E.T. e A.I di Spielberg e perfino di Brazil di Terry Gilliam; d'umorismo raffinato le innumerevoli gags di cui Wall-e (Waste Allocated Load Lift Earth) è protagonista, come una sorta di geniale Charlot cingolato; una storia d'amore credibile e dolcissima nonostante i personaggi non siano neppure umani; assolutamente liberatorio il lieto fine da prassi. Andate a vederlo coi vostri bambini, col partner (la lacrimuccia ci scappa proprio), con chi vi pare, ma andate a vederlo.
Lascio il link del trailer ufficiale; qui preferisco inserire la canzone che come una ciliegina sulla torta accompagna i titoli di coda del film: Down to Earth, cantata dal grande Peter Gabriel e dal Soweto Gospel Choir.



Did you think that your feet had been bound
By what gravity brings to the ground?
Did you feel you were tricked
By the future you picked?
Well come on down

All these rules don't apply
When you're high in the sky
So come on down
Come on down

We're coming down to the ground
There's no better place to go
We've got snow upon the mountains
We've got rivers down below
We're coming down to the ground
To hear the birds sing in the trees
And the land will be looked after
(Come) send the seeds out in (the deep?)

Did you think you'd escaped from routine
By changing the script and the scene?
Despite all you made of it
you're always afraid of the change

You've got a lot on your chest
Well you can come as my guest
So come on down
Come on down

We're coming down to the ground
There's no better place to go
We've got snow upon the mountains
We've got rivers down below
We're coming down to the ground
We'll hear the birds sing in the trees
And the land will be looked after
(Come?) send the seeds out in (the deep?)

Like the fish in the ocean
We felt at home in the sea
We learned to live off the good land
We learned to climb up a tree
then we got up on two legs
But we wanted to fly
When we messed up our homeland
and set sail for the sky

We're coming down to the ground
There's no better place to go
We've got snow upon the mountains
We got rivers down below
We're coming down to the ground
We'll hear the birds sing in the trees
And the land will be looked after
send the seeds out in th

We're coming down
Comin' down to earth
Like babies at birth
Comin' down to earth

Redefine your priorities
These are extraordinary qualities

We're coming down to the ground
There's no better place to go
We've got snow upon the mountains
We've got rivers down below
We're coming down to the ground
We'll hear the birds sing in the trees
And the land will be looked after
(Come) send the seeds out in (The deep?)

We're coming down to the ground
There's no better place to go
We've got snow upon the mountains
We've got rivers down below
We're coming down to the ground
We'll hear the birds sing in the trees
And the land will be looked after
(Come) send the seeds out in (the deep?)

sabato 18 ottobre 2008

La storia si ripete. E la gente resta a guardare...

Ringrazio Marina per avermi inoltrato questa citazione. Ogni commento è inutile...
"Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito..."
Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dell'Associazione a difesa della scuola nazionale (ADSN), Roma 11 febbraio 1950.

Processo a Dio!

La sapete quella dell'anziano senatore statunitense che avvia un procedimento giudiziario per portare il Signore in tribunale?
"Ha diffuso paura e terrore - accusa con rabbia il senatore - e permette che avvengano catastrofi e sciagure." Il giudice però respinge la richiesta: "È impossibile notificare l'atto all'accusato!" Ma il senatore non demorde: "Se questa Corte reputa impossibile notificare l'atto a Dio, allora ne ammette l'esistenza. Dunque riconosce la Sua onniscienza. Quindi, se è vero che Dio sa tutto, deve anche essere a conoscenza di questa causa! Pertanto mi appellerò." No, non è una barzelletta, è tutto vero e trovate la notizia qui! Questo senatore - che potrebbe verosimilmente avere ispirato a Matt Groening il carattere di Homer Simpsons - forse ha voglia di farsi pubblicità e magari dimostrare che la legge è uguale per tutti, ma proprio per tutti! Mi dà comunque lo spunto per qualche piccola riflessione. Tanto più che ieri andando al lavoro in auto, ho ascoltato una spiritosa intervista dei due conduttori de Il ruggito del coniglio (RAI Radio 2) a un esponente di punta della Comunità di Capodarco (di cui però non ricordo il nome): "Perché - chiedevano all'incirca Antonello Dose e Marco Presta - dopo avere creato il mondo Dio lo ha lasciato a sé stesso? Non potrebbe ogni tanto mandare, che so, una 'squadra di manutenzione' a mettere le cose un po' a posto!". Concordo con la risposta data dall'intervistato: in realtà Dio di manutenzione qui ne fa pure parecchia, solo che proprio non ce ne accorgiamo. Il punto è che siamo abituati a considerare il mondo reale (ovvero "delle cose") così come ci appare: solido e duro, perfettamente contrapposto al mondo delle idee, dei pensieri, della fantasia, dell'immaginazione ecc. I mistici e gli esoteristi da sempre ci dicono che la concretezza della materia è solo illusione e che il pensiero agisce sulla materia (è il significato profondo della frase "la Fede sposta le montagne"). Cerchiamo di vedere cosa questo possa voler dire. I nostri pensieri somigliano più a una piccola fiammella tremolante che ad un sole, e tra questi estremi possiamo paragonarli a lampadine accese, fuochi, incendi, raggi laser ecc. L'effetto sulla materia cambia notevolmente secondo il grado di "purezza" e "forza" dei pensieri stessi. Lo scopo realistico di qualsivoglia conoscenza esoterica non è spostare le montagne ma renderci comunque più "puri", diventare consapevoli di cosa possa esserci dietro il velo di Maya (che già non sarebbe poco), diventare persone equilibrate capaci di vivere le emozioni consapevolmente piuttosto che in modo istintuale, capaci di prendere il timone del proprio "vascello" piuttosto che essere soltanto trascinate dai marosi. L'alchimia ad esempio, al di là della trasmutazione del piombo in oro, mira a in primis a trasformare ed elevare la nostra coscienza. Che il mondo sia energia condensata sotto forma di materia, ce lo conferma anche la moderna fisica particellare. Quello che ancora manca alla scienza (e spero di poter vedere un giorno cadere questo muro) è unificare le leggi del mondo materiale con quelle del mondo psichico. Quando ciò avverrà il pensiero sarà correttamente considerato come una peculiare forma di energia e diventerà perfettamente razionale concepire che possa agire sulla materia e persino trasformarsi in materia. Immaginiamo che un nostro pensiero possa dissolvere un granello di sabbia di una spiaggia: nessuno ovviamente se ne accorgerebbe. Immaginiamo che tutte le persone del mondo, con un loro pensiero, dissolvano un granello di quella spiaggia: vi si aprirebbe una voragine (ovviamente è solo un esempio!). Fuor di metafora, comunque questo è un po' quello che accade: viviamo immersi in un campo psichico (planetario e oltre) di cui percepiamo solo il livello superficiale e constatiamo solo gli effetti ultimi, non vediamo direttamente per esempio lo strato "sottostante" dell'inconscio collettivo. Questo campo psichico è formato dai pensieri di tutti gli esseri (umani, animali, vegetali e non solo) viventi e non più viventi, sia in senso letterale (si pensi a come i pensieri di un Buddha, Socrate, Gesù, Leonardo, Michelangelo, Galileo, Newton, Einstein ecc. abbiano modificato il mondo, fino a contribuire ben oltre la loro morte a erigere templi, chiese, biblioteche, macchine, monumenti ecc.) sia soprattutto in senso più sottile. La rivoluzione dell'elettronica ci offre sempre nuove metafore per comprendere la realtà: l'universo è una sorta di infinita memoria di massa in grado di conservare traccia, registrazione, memoria di ogni evento o pensiero vi abbia avuto luogo. Ecco dunque com'è possibile che l'impalpabile pensiero crei, istante per istante, l'universo, né più né meno di come miliardi e miliardi e miliardi di bit creano realtà virtuali sui monitor dei nostri computer, salvo naturalmente che sto paragonando una sinfonia di Mozart a un singhiozzo! :-) Torniamo alla provocazione iniziale e chiudete un occhio se parlo di temi così complessi con un po' di semplicità. Dio dunque ha pensato/creato l'universo e ce ne ha fatto dono. Si parla di Logos, di Parola di Dio, ma è chiaro che si allude proprio al "pensiero divino". Dopodiché la materia vivente, quando è emersa allo stadio della coscienza e ha trovato nell'essere umano la più alta espressione visibile, ha preso le redini del gioco: siamo sempre stati noi stessi a condizionare il corso degli eventi che ci accadono, a livello individuale e collettivo, e continuiamo a farlo, sempre più potentemente. Credo comunque che Dio sia tutt'altro che assente dal mondo (in un certo senso Lui è il mondo), penso che se non intervenisse ogni momento nelle vite di ognuno di noi l'uomo non si sarebbe nemmeno potuto evolvere fino all'intelligenza, e che il mondo oggi sarebbe un autentico "inferno", piuttosto che un "paradiso" molto imperfetto. La stessa incarnazione sulla terra di uomini illuminati, è un segno di questo intervento, anche se poi (non certo per responsabilità di Dio) ha prodotto differenti religioni su cui le persone - sempre loro! - hanno trovato modo di farsi guerra, invece che comprendersi. Non so se questo excursus risulta sensato: mi rendo conto di dare troppo facilmente per scontate le spiegazioni della realtà che ho messo insieme, in tanti anni, attingendo a tante fonti, fino a intravedere un disegno. Ma la vera comprensione di queste cose non appartiene all'essere umano bensì all'essere illuminato... per me per questa vita non è aria (e penso nemmeno per parecchie altre!) e devo dire che non mi dispiace per niente: come ho detto a qualcuno da poco, trovo sempre più interessante viaggiare ed esplorare che arrivare e sapere! :-) Però almeno ci ho provato a tratteggiarvi la visione del mondo in cui credo. Buon weekend, ci risentiamo la prossima settimana.