Siamo appassionati d’Amore onestà spiritualità arte poesia politica democrazia sostenibilità tecnologia green-energy cold-fusion LENR medicina alternativa cambi di paradigma rivoluzioni scientifiche criptoarcheologia e “tante cose infinite, ancor non nominate”. Siamo uno specchio capovolto della realtà, fuori c’è il patriarcato qui una "società gilanica", fuori c’è ancora la società del petrolio qui dentro siamo pro E-Cat (funzionanti), mobilità elettrica, fotovoltaico, sistemi d'accumulo ecc.
Pagine
sabato 31 luglio 2010
Viaggi e mete dell'amore
venerdì 30 luglio 2010
Il marinaio e la sirena
Coazioni a ripetere
giovedì 29 luglio 2010
Nel centro del lago della luna
domenica 25 luglio 2010
In una parola
sabato 24 luglio 2010
Piena d'amore
Appunti di PNL (1): empatia
venerdì 23 luglio 2010
Diavolo d'una PNL!
martedì 20 luglio 2010
L'incontro con Dio
Quella mattina si trovava solo in casa, a scorrere gli appunti delle lezioni. Ripeteva e camminava in lungo e largo nell'appartamento dove viveva con la madre: 130 metri quadri al settimo piano di uno di quei condomini considerati allora di media borghesia. Quand'ecco, affacciatosi nel salone pavimentato di marmo bianco traslucido, venne come colpito e incuriosito da un riflesso di luce solare, che entrava dalla finestra della veranda e riverberava sul pavimento. Si avvicinò per vedere meglio cosa avesse di speciale quel luccichio. Pochi passi e di colpo si ritrovò sommerso, travolto, da un'onda inconcepibile di... pura liquida felicità! Le gambe cedettero e si trovò per terra inginocchiato senza capacitarsi del perché e del per cosa. Nessuna spiegazione razionale. Per la prima volta viveva uno di quei momenti di totale apertura in cui il cuore istantaneamente si estroflette e protende su tutto l'universo. Fu pure l'unica volta che egli ebbe percezione di una intensità emotiva così incontenibile e immotivata.
Sorrideva e rideva di gioia, il corpo e la mente fusi in un'unica divina sensazione di pienezza, mai sperimentata, che dico, nemmeno vagamente immaginata! Dopo un po' tornò in sé, chiedendosi se fossero trascorsi secondi o minuti. Si rialzò, continuava a sorridere estasiato, più che camminare i piedi scivolavano sul pavimento leggeri leggeri. Cosa diavolo era successo? Non si capacitava. Non era certo stato un sogno, perché continuava a sentire vividissimo il ricordo della felicità illimitata e incondizionata che aveva sentito scorrere in tutto il suo essere. Ma non aveva la più pallida idea di cosa l'avesse causata e liberata.
Passò la giornata, e i giorni successivi, a domandarsi se avesse casualmente ingerito col cibo, la sera prima, qualche sostanza psicotropa... magari un'intossicazione alimentare aveva interferito coi suoi neurotrasmettitori... anche se un effetto così ritardato... e così forte... e così piacevole... no, non era verosimile. Ma allora? Ateo com'era non poteva trovare risposte collocate fuori se stesso, e nessuna ipotesi endogena reggeva. Pertanto, nelle settimane che seguirono, mano a mano che l'eco di quello che aveva provato si affievoliva lentamente, accantonò via dai pensieri quell'episodio inclassificabile e lo archiviò nel cassetto virtuale dei suoi x-files.
Soltanto una decina d'anni dopo comprese che quella Luce, quella mattina, aveva drasticamente modificato la traiettoria della sua vita, spalancando un ventaglio di nuove intuizioni, scelte, ricerche, scoperte. L'estate successiva lasciò la facoltà di ingegneria consapevole che non era la sua strada. Si mise a cercare qualcosa tale da aprirgli velocemente una prospettiva lavorativa e renderlo autonomo e indipendente dai suoi genitori. Inoltre cercava qualcosa che lo facesse sentire utile. Gli venne in mente una zia assistente sociale all'INAIL... A settembre partecipò alla selezione per iscriversi alla laurea breve triennale di servizio sociale della facoltà di Scienze Politiche. La prova consisteva in un tema d'italiano sulle motivazioni che ci spingevano a scegliere la professione di assistente sociale: arrivò primo. Dopo la maturità classica e quattro anni d'Ingegneria il nuovo corso fu una passeggiata. Mentre frequentava e studiava andò a vivere in un gruppo appartamento per disabili cui prestava assistenza come obiettore di coscienza. Lì per caso incontrò la donna che poi avrebbe sposato e ci andò subito a convivere. Dette i 21 esami curriculari e conseguì il titolo di Assistente Sociale in due anni invece che tre, massimo dei voti cum laude.
Di pari passo sentì sempre più forte il richiamo della dimensione spirituale. Finalmente capì che in quel riflesso di Luce sul marmo aveva incontrato il Divino, che era stato un segno non un sogno, e non dubitò mai più che questa vita è solo un tuffo nell'apparenza e che la vera realtà è posta ad altri livelli. Che esiste un luogo dove numeri e parole, mente e cuore, controllo ed emozioni coesistono armoniosamente, lungi dall'essere estremi di opposti. Rilesse i Vangeli, testi di Cristianesimo esoterico, Buddismo, Induismo e Zen, studiò astrologia, si avvicinò a reiki, yoga, qiqong e meditazione. Da questa storia sono nate molte altre storie, che esulano da questa, e molte altre ne nasceranno. Probabilmente le più belle devono ancora essere scritte.
E da tanto tempo che volevo raccontare questa mia esperienza "mistica". Mi bloccavo di fronte alla possibilità di essere preso in giro e soprattutto all'incapacità di trasformarne il ricordo in parole che parlassero a chiunque. Oggi ho sentito che era il momento giusto per provarci (ho preferito usare la terza persona). Ma rispetto all'obiettivo di trasmettere quello che provai mi do una sufficienza scarsa!
La più breve che ho mai scritto
domenica 18 luglio 2010
Umbria Jazz 2010
Riposare, pensare, amare
Qualche commento addietro, qualcuno accennò alla sincronicità tra ristrutturazioni interiori del nostro vivere e ristrutturazioni esteriori del nostro habitat. Osservazione che accolsi e feci mia. A camera finita, posso dire che oltre a sapere che è così, lo sento molto bene, cinestesicamente, con tutto me stesso: sto ridando colore alle pareti di casa insieme a quelle dell'anima. Vivo infatti un periodo di grandi trasformazioni e novità, oserei dire in assonanza con l'ingresso di mia figlia nell'adolescenza. Probabilmente si tratta della cosiddetta "crisi di mezza età", sancita nel mio caso dal 45esimo compleanno, ma crisi nel senso nobile del termine, cioè di abbandono della "vecchia giovinezza" e d'ingresso nella "nuova maturità". Crisi dunque che accentua la rivoluzione piuttosto che la distruzione e che, in tutta franchezza, mi sta portando molte più opportunità e gioie che difficoltà.
Tra tutte le stanze dall'appartamento, la propria camera è quella che ha più a che fare con il nostro intimo, perché è il nido dove ci accoccoliamo a riposare, pensare, amare. Ed è da qui che parte la mia nuova fase di vita.
Ciò premesso, con molta soddisfazione e orgoglio, vi mostro la mia nuova camera (qui com'era qualche settimana fa), il nuovo nido che ho preparato. Ho mantenuto il soffitto bianco, per dare più possibile luce e spazio all'ambiente, ho invece virato le pareti dal precedente crema all'attuale (che del era stato un panna venuto male) verso un... boh, un pesca-melone chiaro, comunque sulla scala del rosso invece che del giallo. L'armadio ora stacca un po' più dallo sfondo, ne risulta una maggiore dinamicità dei suoi volumi. Le immagini appese alle pareti, il legno a vista, soprammobili e abbellimenti (ne ho rubato qualcuno al soggiorno!) persino il rame del portalampade e l'acchiappasogni, si amalgamano meglio con la nuova dominante cromatica. Nel complesso sento la stanza molto più calda di prima, non nel senso dell'afa di questi giorni naturalmente, dico nel senso del cuore!
Buona domenica a tutti.
P.S. del 4 settembre 2010. Ho fatto una piccola aggiunta alla stanza...
giovedì 15 luglio 2010
martedì 13 luglio 2010
Cali ciocche in su
Ho richiesto in sorte lo scompiglio dei tuoi capelli, e colorarti di emozioni se m'arriccio dentro l'idea di pettinarti la pelle. Ma non attorcigliarti lontano da me ora che te lo confido.
lunedì 12 luglio 2010
Le lettere del tuo nome
All'inizio ho messo un compasso, per farti un cerchio attorno che protegga i ricordi più dolci e lasci fuori dal cuore quelli più amari. La seconda lettera è stata una squadra, con l'angolo retto poggiato a sinistra, perché della vita tu non debba temere gli spigoli. In mezzo ho capovolto un segnale di pericolo, affinché la fortuna ti baci. Così come ho preso dall'immaginazione uno spicchio di luna, calante, per darmi modo di entrare quando ti chiudi. E al posto dell'ultima lettera ho messo un pettine, ché possa aiutarci a sciogliere i nodi che ci accompagnano.Ti ho letta e riletta, guardata e anagrammata. Finché mi sono addormentato nel tuo paese delle meraviglie.
giovedì 8 luglio 2010
Il caso non esiste
Nell'inverno a cavallo tra il 1980 e il 1981 avevo 16 anni, per prendere le mie prime e uniche lezioni di chitarra, una volta a settimana cambiavo due autobus e arrivavo dall'altra parte della città, in Via Bramante. Il Maestro Dell'Aira era un simpatico signore coi baffi alla Salvator Dalì, longilineo e dinoccolato, che per introdurmi all'arte delle sei corde mi insegnava brani degli anni '60 come Apache, Pietre, Paese mio, Montagne verdi e così via. Che impresa riuscire a prendere un barrè pulito! Non potevo certo immaginare che di lì a pochi anni avrei spostato senza fatica il La maggiore lungo tutta la tastiera usando solo due dita. E ancora meno potevo sapere che, due piani sopra l'appartamento dove andavo a imparare a suonare viveva, una ragazza quindicenne di nome Daniela...
Nell'inverno del 1991 facevo l'obiettore di coscienza in un gruppo appartamento per disabili: prestavo assistenza e convivevo assieme a loro. Mi ci ero trasferito da poco, ai primi di dicembre, e avevo ancora 9 mesi di servizio da completare. Un giorno verso la fine febbraio, mi trovavo nel soggiorno, l'ora morta tra le pulizie del pomeriggio e la cena, seduto al lungo tavolo da 14-16 coperti, a preparare un esame d'università e nessuno a ronzare intorno. Sentii la serratura della porta d'ingresso girare, voci, mi voltai e salutai Francesco, uno dei volontari che veniva ogni giorno a dare una mano in comunità. Lo accompagnava una ragazza bionda, alta, con gli occhiali sul naso e un'aria un po' svagata sulle spalle. Non la conoscevo, presentazioni, si chiamava Daniela, ciao piacere io Daniele, sorriso, poi feci per rimettermi a leggere e lei per andare con Francesco a riprendere il loro discorso. Ma l'occhio le cadde sul libro aperto davanti a me, Psicologia Generale del Canestrari: cominciò a farmi un mucchio di domande sul perché e percome lo studiassi. Lei era neolaureata in psicologia. Finì che si fermò a cena e che poi restammo a chiacchierare fino all'una come vecchi amici, solo mezz'oretta di pausa poco prima di mezzanotte, quando dovevo coricare ed assistere la persona tetraplegica a cui mi dedicavo in particolare. Il tempo era davvero volato. Quando ci salutammo sulla porta mi invitò alla sua festa di compleanno di lì a pochi giorni, anch'io volevo rivederla. Due settimane dopo stavamo già insieme, innamorati cotti. Al congedo dal servizio civile andai direttamente a convivere con lei nella casa che i suoi genitori le aveva appena regalato. Passati altri tre anni ci sposammo. Passati altri quattro anni nacque Arianna. Passati altri tre anni mi lasciò per un altro uomo. Dolore. Disillusione. Nuova vita, sulle macerie di quella crollata.
lunedì 5 luglio 2010
"Nobili" considerazioni matematiche et spirituali...
domenica 4 luglio 2010
Video dell'Abuela Margarita e traduzione in italiano
Esattamente 20 mesi fa sono stato orgoglioso di inserire nel blog un'intervista all'Abuela Margarita, arrivata fino a me via email, di inoltro in inoltro, e intitolata Quando desidero qualcosa lo chiedo a me. Invito sempre a leggerla perché questa famosa guaritrice messicana parla con semplicità e chiarezza di un rapporto armonioso tra esseri viventi e Madre Terra che un tempo era la norma e che purtroppo la "civiltà" moderna ha relegato a eccezione. Per fortuna oggigiorno sono sempre più, anche se ancora troppo poche, le persone che desiderano tornare a vivere secondo questa "eccezione"!
E ora voglio mostrarvi una di quelle bellissime sinergie, che internet consente, tra tecnologie moderne, contenuti sacri e antichi, collaborazione tra persone. Due settimane fa, Maria Teresa Lanza (Associazione Matre Matutae), mi ha lasciato questo commento, sotto l'intervista di quella splendida nonnina:
Detto fatto, ho inoltrato la richiesta a un'amica traduttrice (di due, tre lingue straniere, tra cui lo spagnolo) e ora grazie al link e alla preghiera di Maria Teresa ho inserito qui il video seguito dalla tradizione in italiano fatta dalla brava, gentile e impagabile Anna Paola. Buona visione e buona lettura.
Intervista ad Abuela Margarita raccolta a Cali, il 10 gennaio 2010.
Traduzione in italiano di Anna Paola Maestrini
Canto:
SONO IL POTERE DENTRO DI ME,
SONO L’AMORE DEL SOLE E LA TERRA,
SONO IL GRANDE SPIRITO E SONO ETERNA,
LA MIA VITA E’ PIENA DI AMORE E GIOIA.
SOY EL PODER DENTRO DE MI,
SOY EL AMOR DEL SOL Y LA TIERRA,
SOY EL GRAN ESPÍRITU Y SOY ETERNA,
MI VIDA ESTÁ LLENA DE AMOR Y ALEGRÍA
… e… guarda che se lo canti molte volte, ci credi! Io, sì, ci credo. Mi piace moltissimo crederci, perché so che non ci voglio credere per sentirmi superiore: non è per questo. È per crederci, e per continuare a vivere felice, per continuare ad amare.
Il risveglio femminino, negli uomini e nelle donne, trasformare le emozioni a partire dall'amore.
Una delle mie attività, da vari anni, è parlare del risveglio del femminino. Pensiamo che il risveglio del femminino riguardi la donna, ma il “femminino” ha un rapporto diretto con il cuore, e quindi con il fatto di trasformare le nostre emozioni in Amore. Pertanto credo che in questi tempi il femminino, che sta sia nell’uomo che nella donna, e che è Amore, sia realizzarsi con Amore. L’Amore non è soltanto la sessualità, l’Amore è la disponibilità ad amare. Il Potere è dentro di noi. Anche la Paura. Infatti, noi nasciamo con queste due possibilità: l’Amore e la Paura. A furia di metterci in testa la svalutazione, eccola, ora c’è, sta accadendo. Io credo che sia meglio non aver paura.
Imparare ad onorare noi stesse. Tutte, siamo il centro. Tutte, siamo la circonferenza.
La donna deve cominciare a credere nel proprio valore, a crederci moltissimo, ad amarsi e onorarsi. Deve cominciare a sapere che vale. Nel ’93, su invito degli indigeni Seminoles, ho camminato per due mesi e mezzo attraverso tutta la Florida, proprio dalla punta fino alla frontiera nord. Camminavamo ogni giorno, e il tema era: il cambiamento attraverso la donna. Riguardo a questo argomento, una delle cose che dicevo è che migliaia e migliaia, se non milioni – e non credo di esagerare! – di anni fa, la donna era considerata uguale all’uomo, con l’unica differenza di essere, rispettivamente, manifestazione femminile e maschile. Fino a quando la donna fu considerata in questo modo, la Terra non fu mai avvelenata. Mai. Il giorno in cui la donna lasciò il suo spazio, fu il giorno in cui la Terra cominciò ad esser avvelenata. Le spiegazioni sono molte, anche se non voglio addentrarmi troppo nell’argomento adesso, comunque dicono che i Maya, e gli Olmechi, conoscessero il simbolo del Cerchio, la forza della ruota, ma non la fecero mai girare, perché era il Cerchio della Vita, perché sapevano che il giorno in cui si fosse fatta girare la ruota, sarebbero sorte le industrie, e tutto quello che sta accadendo in questo momento. Questo è quello che posso dire: il Cerchio della Vita è qualcosa che ha uno stretto rapporto con l’Amore, con il fatto che siamo tutti, un punto sul bordo (la circonferenza) e, al contempo, possiamo entrare facilmente in relazione con il Centro, di modo che, a sua volta, il Centro si occupi del posto dove ci troviamo [A.M. indica con la mano di nuovo la circonferenza].
La mia casa si chiama Hunab Ku. È rotonda. Hunab Ku vuol dire Dio nella lingua Maya. Nella mia casa metto del sahumerio1, del coppale [una resina di origine vegetale], del cedro o qualche altra pianta che serve ad onorare, e onoro la mia casa. I mattoni della mia casa sono vivi – le mura sono di mattone. Il tetto della mia casa è di legno ed è vivo. Io non penso che è morto, credo che possa anche parlare. Poiché la mia casa è viva, onoro anche me stessa, con una foto mia grande così. Quando ricevetti questa foto, avevo un po’ di piantine di orchidee, e ora ci metto sempre dei fiori. Anche se sembra strano, perché si tratta della mia foto… però dentro questa scimmia che cammina, che sono io, [ride] c’è il Grande Spirito. Dunque, onorarci serve, perché dobbiamo esser ben consapevoli, del tutto sicuri che Dio è dentro di noi, sin dal giorno in cui siamo stati concepiti.
1 Si tratta di un bagno di fumo costituito da diverse erbe e radici della tradizione fra cui il Palo Santo; ha la particolarità di allontanare qualsiasi negatività ed aprire le strade a tutte le cose buone della vita. L'incenso ancora oggi usato dagli Sciamani di tutto il Sud America.
Il potere e il lignaggio delle donne anziane
Credo che noi donne anziane, più di chiunque altro, siamo capaci di dire: sono qui, sono qui (cantilenando), sono qui… vero? per condividere l’esperienza. Credo che una delle cose che dobbiamo cominciare a rinforzare è… I Maya e i Nahuatl celebravano le Cerimonie della Vita; nella cerimonia che si fa quando si compiono 52 anni, si chiude il cerchio, che equivale a 4 volte 13 anni, e si ritorna al punto in cui si era bambini. Tornando in quel punto, però, si è già nati, c’è già stato il risveglio ormonale, si hanno già avuto figli e figlie, a 39 anni siamo nel pieno della famiglia, e quindi ora, qui, a 52 anni, si apre la maternità e la paternità universale, sia per le donne che per gli uomini. Però accade che la donna rimane lì, a prendersi cura dei nipoti, a volte anche sforzandosi di controllare, sforzandosi di… c’è un’altra parola che ora non mi viene… con l’ansia di, dicono, di prendersi cura, ma in realtà è di controllare, e poi, in realtà, finiscono col soffrire, no? Perciò, non andiamo oltre. Invece, se trascorriamo i 13 anni successivi assumendoci questa maternità universale, a 65 anni, diremo, beh, già ho portato avanti la maternità/paternità universale, ormai ho tanti figli e figlie sparsi per tutta l’umanità, in molti luoghi, e allora mi chiedo come posso ancora servire, vero? Ed è allora che cominciamo ad essere al loro servizio, ma come? Ebbene, condividendo la nostra esperienza. La verità è che dopo i 65 anni, diventiamo oro in polvere per l’umanità. Oro in polvere (oro molido)! Quando parlo di oro in polvere, mi riferisco agli anziani che hanno superato i 65 anni.
Ho una cerimonia, che chiamo Flor y Canto (fiore e canto), che si fa con la luna piena, e contiene vari canti, e uno fa così:
LUNA PIENA, LUNA PIENA,
RIEMPIMI, RIEMPIMI D’AMORE,
LUNA PIENA, LUNA PIENA,
RIEMPIMI, RIEMPIMI D’AMORE.
NONNA LUNA, NONNA LUNA,
CAMBIA I MIEI SENTIMENTI
IN PURO AMORE,
NONNA LUNA, NONNA LUNA,
CAMBIA I MIEI SENTIMENTI
IN PURO AMORE.
LUNA LLENA, LUNA LLENA,
LLENAME, LLENAME DE AMOR,
LUNA LLENA, LUNA LLENA,
LLENAME, LLENAME DE AMOR.
ABUELA LUNA, ABUELA LUNA,
CAMBIA MIS SENTIMIENTOS
EN PURO AMOR,
ABUELA LUNA, ABUELA LUNA,
CAMBIA MIS SENTIMIENTOS
EN PURO AMOR.