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venerdì 23 luglio 2010

Diavolo d'una PNL!

Ho completato oggi il corso di Programmazione Neuro-Linguistica di 40 ore di cui avevo parlato qualche settimana fa (qui). Purtroppo non ho trovato il tempo di parlarne in itinere come mi ero ripromesso, ma vedrò di farlo un pezzetto alla volta a posteriori. È successo infatti che, oltre ad aver riveduto i (grossi) pregiudizi che avevo sulla PNL, il corso in questione ha abbondantemente superato le mie aspettative.
Apro una parentesi personale. Questo mese di luglio, ex equo con quello in cui nacque mia figlia 12 anni fa, si sta rivelando uno dei migliori della mia vita! Infatti ho vissuto una fantastica sincronicità tra l'incontro fulmineo e folgorante con una persona molto speciale (!); le 5 giornate di formazione in PNL (9, 15, 16, 22, 23 luglio); la vacanza dall'11 al 25 luglio di mia figlia a Capracotta (IS), che mi ha permesso una libertà di movimento utilissima per frequentare il corso di PNL e soprattutto per conoscere, giorno per giorno, la persona molto speciale di cui sopra; infine, ciliegina sulla torta, la cornice a tutto ciò delle note di Umbria Jazz 2010 dal 9 al 18 luglio. Belle coincidenze! Tornando alla PNL, il suo assunto di base è che portare il nostro focus sui meccanismi "genetici" della comunicazione umana (tramite un modello esplicativo semplice ed estremamente efficace) consente ai singoli di migliorare le loro capacità di capire, farsi capire, conseguire obiettivi. Ovviamente se tanti singoli traggono questi benefici, in prospettiva è l'intera società a migliorare. La PNL è saper comunicare, è ecologia della relazione. Siamo educati a credere che in qualsiasi relazione se uno ha ragione l'altro ha torto, se uno è in posizione up l'altro è in posizione down, se uno vince l'altro perde. La forza della PNL sta nel ribaltare questi assunti e dimostrare che è possibile costruire consapevolmente relazioni in cui non c'è bisogno di contendersi la ragione e in cui si può vincere tutti insieme senza che nessuno perda. Detto così sembra magico, ma comprendendo e applicando gli assunti della PNL si scopre che imparare a comunicare in modo sano è più facile di quanto si possa immaginare. È importante capire che la PNL non è un percorso psicoterapeutico. Dato un comportamento che vogliamo modificare o una qualsivoglia performance che vogliamo migliorare, la PNL non si sofferma sul perché dello stato attuale ma sul come possiamo modificarlo. Già Freud aveva ben compreso che al paziente non basta comprendere l'eziologia di una nevrosi per liberarsene (abreazione), mentre soffermarsi sul come invece che sul perché, lungi dall'essere un approccio superficiale, può diventare il migliore grimaldello con cui scardinare le nostre coazioni a ripetere. Naturalmente psicoterapia e PNL non devono essere viste in antitesi, possono benissimo coesistere e supportarsi a vicenda, soprattutto se dal campo del miglioramento delle nostre performance andiamo verso quello della cura delle psicopatologie. Tra i modelli psicologici che conosco, quello che più mi ricorda la PNL è l'Analisi Transazionale di Eric Berne: non perché siano modelli simili come enunciati, ma perché sono accomunati dall'essere semplici da capire quanto potenti da applicare e dal focus dato alle modalità della comunicazione interpersonale. Come l'analisi transazionale ha inquadrato le relazioni nelle 3 categorie bambino-genitore-adulto a seconda dell'atteggiamento in cui si pongono emittente e ricevente, così la PNL ha codificato le 3 categorie visivo-auditivo-cinestetico (V-A-K) a seconda dei filtri che emittente e ricevente usano sia per inviare che decodificare messaggi. Per oggi direi che può bastare, la prossima volta ci soffermeremo su uno dei postulati della psicologia del XX secolo, su cui si fonda anche la PNL: la mappa non è il territorio. Concludo sottolineando che la nostra formatrice, la Dr.ssa Melinda Bianchi di quel di Frosinone, dalla prima all'ultima ora di formazione, ha dimostrato una rara capacità di conduzione dell'aula, tanto anti-cattedratico-accademica quanto stimolante e concreta, frutto di preparazione, esperienza, professionalità, empatia e simpatia non comuni. Ho partecipato a diverse esperienze simili (gruppi di lavoro, gruppi terapeutici, gruppi formativi...) e non avevo mai visto accadere trasformazioni così veloci, sia dei singoli sia del gruppo inteso come entità maggiore della somma delle parti. In particolare mi ha impressionato come Melinda abbia saputo guidare e assecondare la crescita del gruppo, fino quasi a trasformarlo, senza stonature né eccessi, da gruppo in formazione a gruppo di auto-aiuto, a tratti persino terapeutico... vedendo in giro i pasticci che pure fior di terapeuti a volte sanno combinare, tanto di cappello!

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