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sabato 28 febbraio 2009

Un nuovo inquietante "mistero" per Voyager

Be', non sono stato l'unico a pensarlo. Cercando su Google "valeria rossi arisa" saltano fuori (eccoli qui) diversi link in cui più di un commentatore trova analogie tra Arisa (a sinistra), la vincitrice delle nuove proposte di Sanremo 2009 con la canzone Sincerità, e Valeria Rossi (a destra), che si aggiudicò il premio rivelazione dell'anno al Festivalbar 2001 con la canzone Tre Parole .
Allora divertiamoci a fare un po' di fantamusica! La voce di Arisa - direi abbastanza simile a quella di Valeria Rossi (provate a confrontare Semplicità con Tre Parole) - cambia radicalmente quando viene intervistata... ma proprio tanto: ascoltatela. Cominciamo perciò a giocare: immaginiamo che dietro le sembianze di Arisa si celi qualcuna che contraffaccia volutamente timbro e cadenza per non essere riconosciuta. Sincerità promette di diventare un tormentone così come lo fu Tre parole (cuore, sole, amore...). E sono pezzi in effetti simili, per come sono cantati e per il tipo di testo, semplice e d'effetto, in stile "slogan pubblicitario". E se vi va di continuare a giocare con me, andate a vedervi questo video di Anna Marchesini a Sanremo 1999 quando interpretava il suo famoso personaggio di Carla Cecata! Non ci trovate qualcosa di inquietantemente simile al personaggio di Arisa 10 anni dopo? :-) Libere associazioni. Vedendo Arisa la prima a venirmi in mente sono stati i classici occhiali di carnevale con naso finto annesso. Quando poi l'ho ascoltata in una intervista ho pensato immediatamente a film come Tootsie con Dustin Hoffman o Mrs. Doubtfire con Robin Williams. Non voglio dire che Arisa sia un uomo che si finge donna, ma che il suo viso - con un po' di fantasia - potrebbe sul serio assomigliare a un camuffamento con cerone e altro... A questo punto il titolo della canzone, Sincerità, si colorerebbe d'ironia no? Insomma la mia troppa fantasia mi porta a immaginare che Arisa sia Valeria Rossi nei panni di un "personaggio" creato ad hoc per imporsi sulla scena musicale... da rivelare un giorno con colpo di scena e battage maestrali! Ovviamente tutto ciò non può essere vero! Mi sono solo divertito a ipotizzarlo, in puro stile Roberto Giacobbo! Anzi per rendere questo contributo davvero "degno" di Voyager concludo così: mi dicono che Arisa sia il nome del personaggio di un cartone giapponese, dunque un nome di fantasia per antonomasia, inoltre è anagramma di SARAI (sarai una nuova identità: Arisa), e in Valeria Rossi sono contenute tutte le lettere che compongono il nome Arisa, mentre le restanti lettere danno V.le Rosi... chi abiterà mai in questo Viale??? E in quale numero civico??? Alla prossima puntata! :-) Scherzi a parte... mi piacerebbe vederle cantare insieme Arisa e Valeria, sarebbe una bella coppia vocale. P.S. Però se lo staff di Voyager mi volesse come "sceneggiatore", eccomi, sono sul mercato. :-)

Edith Södergran

Amore

(Kärlek)

La mia anima era un abito azzurro colore del cielo;

l’ho lasciato su uno scoglio, sul mare

e sono venuta da te, e somigliavo a una donna.

E come una donna mi sono seduta alla tua tavola

e ho bevuto una coppa di vino, e respirato il profumo delle rose.

Hai detto che ero bella, che somigliavo

a qualcosa che avevi visto in sogno.

Ho dimenticato tutto, la mia infanzia e la mia patria,

sapevo solo che le tue lusinghe mi tenevano prigioniera.

E tu, ridendo, hai preso uno specchio e mi hai detto di guardarmi.

Ho visto che le mie spalle erano fatte di stoffa

e si stavano sbriciolando,

ho visto che la mia bellezza era malata,

e che desiderava solo una cosa: sparire.

Oh, tienimi stretta tra le tue braccia,

che io non abbia più bisogno

di niente.

(traduzione di Artemisia)

Sono uno che si commuove facilmente, lo so, ma questa poesia di Edith Södergran (1892-1923) è davvero stupenda: l'eterna giostra delle anime, di vita, amore, morte, attraverso gli occhi di una poetessa che ci ha lasciato a 31 anni, consunta dalla tubercolosi, dopo avere convissuto con la malattia metà del suo ultimo breve passaggio terreno.

P.S. Segnalo anche questo link.

Qualche mio vecchio disegno (II)

Ispirato dagli ultimi commenti ricevuti ho appena modificato il "sottotitolo" del blog: VENTIDUE PASSI D'AMORE E DINTORNI... nato per presentare i libri Ventidue passi d'amore e Sospensioni di gravità e altre iniziative d'arte o sociali in cui sono coinvolto, è diventato soprattutto un luogo dove incontrarsi condividendo con semplicità, allegria e un pizzico di caos esperienze, opinioni, sogni, amori, passioni, sorrisi e quant'altro possa aiutarci a vivere più in pace con noi stessi, chi ci sta o passa vicino, il mondo! Buona lettura.

Veniamo ai miei nuovi quattro "vecchi disegni": salvo il secondo, che è un A4 tutto intero, si tratta di particolari di tavole a matita in formato poco inferiore all'A2 (420 × 594 mm); ho acquisito le immagini in digitale tranne un normale scanner A4 (210 x 297 mm). Come sempre: cliccare sulle immagini per ingrandirle.
1. Ovviamente un mio autoritratto... non mi vedo molto cambiato, qualche ruga in più e capelli in meno a parte! Il sorriso, nonostante gli sforzi della mia ex moglie a farmelo perdere, è rimasto sempre quello! :-)
2. Più che altro è uno schizzo. Ricordo che mi fu ispirate dalle tavole disegnate dallo stesso Gibran e inserite ne Il Profeta.
3. Donna di fantasia che sorride nascondendo metà volto dietro a un muro (la parte che non ho scannerizzato).
4. Questo faro ricordo di averlo buttato giù pensando a mio padre... o al padre che avrei voluto avere... purtroppo adesso ho dovuto scegliere se scansionare la parte superiore o la parte inferiore del disegno: senza la visione d'insieme si perde il punto prospettico che è quello di una nave che lo vede emergere all'improvviso dalla nebbia...

venerdì 27 febbraio 2009

Qualche mio vecchio disegno (I)

Direttamente da quasi un quarto di secolo fa, anzi esattamente 22 anni fa (è un caso!), ecco qualche mio vecchio disegno, scelto tra quelli in stile "vignetta". Non sono una novità per chi mi visita anche su Facebook. E sì, un giorno mi rimetterò a disegnare sul serio. Per ora sto insegnando a farlo a mia figlia, ed è pure per questo che me ne sta tornando la voglia!



(cliccateci sopra per vederli a dimensioni accettabili)

In attesa del Rinsavimento
siamo in pieno Medioevo nucleare

In questi giorni, sulle reti televisive (più o meno tutte tranne La7 e RAI3), viene attuata una vera e propria campagna di "cattiva informazione" finalizzata a farci accettare l'energia nucleare. Gli ambientalistici sono dipinti come anacronistici, demodé, luddisti e oscurantisti.

Chi propugna l'atomic power vuole far credere che la costruzione delle nuove centrali sia una scelta obbligata, che gli oppositori siano motivati solo da irrazionali timori sulla sicurezza degli impianti. Non è così. Non è la sicurezza delle centrali moderne (di terza e quarta generazione) a essere messa in discussione.

Vediamo invece alcuni veri motivi per essere sfavorevoli al nucleare, su cui i favorevoli di solito stendono un velo pietoso.

Non è vero che sia l'unica strada percorribile per risolvere l'annoso problema della non autosufficienza energetica in Italia e abbassare le emissioni di CO2 nel mondo. Ci sono piuttosto enormi interessi economici a continuare a produrre/vendere energia tramite mega-centrali (pochi "elefanti") piuttosto che delocalizzarne la produzione sul territorio (tantissime "formiche") ricorrendo a fonti rinnovabili e pulite.

Mi spiego meglio, è proprio l'idea delle mega-centrali con altissime spese di costruzione a essere "antica": le tecnologie green power basate sulle fonti rinnovabili (solare, eolico, biomasse e altro) permetterebbero già oggi di parcellizzare sul territorio la produzione di energia quasi su ogni edificio; ma chiaramente chi ha in mano il mercato dell'energia non ha alcun interesse a vederci trasformare da clienti-consumatori a produttori totalmente o parzialmente autosufficienti dalle reti di distribuzione.

Tra parentesi, presto saranno dati annunci "molto importanti" nel campo della fusione fredda. Finora i decisori del mondo accademico, economico e politico, sono riusciti a tenere in ombra (se non a boicottare) lo sviluppo di un metodo capace di generare energia a costi infinitesimali rispetto alla fissione nucleare (e anche rispetto alla fusione calda ben lungi dall'essere tecnologicamente a portata di mano) e soprattutto privo del problema dei rifiuti radioattivi. Questa censura non dovrebbe resistere ancora a lungo...

Si tace o minimizza irresponsabilmente il problema (irrisolto e probabilmente irrisolvibile) dello stoccaggio delle scorie, mortalmente radioattive per decine e decine di migliaia d'anni. Centinaia e centinaia di generazioni a venire ci saranno tutt'altro che grate di un tale "grattacapo" per regalo.

Da una parte si ingigantiscono i rischi del terrorismo internazionale, seminando nell'opinione pubblica un sentimento di paura che la rende disposta a rinunciare pezzo a pezzo alle libertà individuali conquistate nel XX secolo pur di credersi "protetta", dall'altra si vanno a piazzare nel territorio obiettivi sensibili per antonomasia quali le centrali nucleari. Schizofrenia? Incoscienza? Mala fede? Ai posteri l'ardua sentenza, rischi e scorie!

Le risorse di uranio si stanno esaurendo, di conseguenza il trend di crescita del suo prezzo sarà sempre più accentuato (da 7 $/libbra nel 2001 a 135 $/libbra nel 2007); è ben presumibile che chi possiede tale materia prima stia spingendo negli ultimi anni per mettere in funzione più centrali nucleari possibili. Già oggi si tira avanti reperendo uranio dallo smantellando delle testate nucleari militari obsolete o contingentate dai trattati di disarmo.

Mi fermo alle prime argomentazioni che mi sono venute in mente... ma a voglia quante ce ne sarebbero!

P.S. Dove verranno collocate le nuove quattro patate bollenti tanto bramate dal popolo di Berlusconi? Una centrale nucleare va costruita in zona poco sismica, con molta acqua a disposizione, possibilmente vicino al mare... visto come sono andate le ultime elezioni regionali, penso che alla Sardegna un paio di centrali non gliele nega nessuno!

giovedì 26 febbraio 2009

Solo in questo senso m'interessa la politica

Parlare o non parlare anche di politica sul mio blog? Mi sono impantano spesso su questo dubbio, dicendo di non volermene occupare per poi smentirmi regolarmente. Sempre con una sorta di paura di poter "sporcare" queste pagine web.
I più prendono a modello della politica - ahimè - il tifo: si parteggia con la "destra" o con la "sinistra" con la stessa categoricità e inconciliabilità con cui si è milanisti o interisti, del Toro o della Juve, della Roma o della Lazio. Si noti bene che in questo tipo di tifo - che non a caso spesso sfocia in violenza - vanno a farsi friggere lo spirito decubertiano e la competizione leale su cui si dovrebbe basare lo sport. Anche la TV non fa che proporci (ritengo volutamente) un modello di "dialogo" che è un non-dialogo dove s'impone chi urla più forte o chi dice la battuta più ad effetto, scivolando sulla superficie emotiva dei problemi, piuttosto che affrontarli con sano buon senso o argomentazioni ragionevoli. Ma la politica (da πολις, città) dovrebbe essere tutt'altro, sia nella forma che nella sostanza: dovrebbe essere tutto ciò che riguarda la vita pubblica dei cittadini, specie quando si tratta di mediare opinioni differenti e fare scelte che ci influenzano tutti. Mi pare ottima la definizione proposta da Wikipedia: "la politica è quell'attività umana, che si esplica in una collettività, il cui fine ultimo è incidere sulla distribuzione delle risorse materiali e immateriali". Solo in questo senso m'interessa la politica. In questa accezione mi sta bene che questo possa essere considerato un blog che tratta anche di politica e non sentirmi in colpa quando mi va di condividere le mie opinioni, specie quando sento che la Res Publica viene guidata in modo poco sensato.

martedì 24 febbraio 2009

Mi tuffo nel Medioevo!

Il Medioevo è il periodo che, iniziando mentre l'Impero romano si dissolve, fondendo la cultura latina con quella dei popoli che hanno gradatamente invaso l'impero, con il cristianesimo come collante, dà vita a quella che chiamiamo oggi Europa, con le sue nazioni, le lingue che ancora parliamo, e le istituzioni che, sia pure attraverso cambiamenti e rivoluzioni, sono ancora le nostre.
(Umberto Eco)

Non ho resistito alla tentazione di acquistare il primo volume dell'Enciclopedia su Il Medioevo a cura di Umberto Eco, da oggi in edicola assieme a La Repubblica o a L'Espresso. Preso visione del piano dell'opera, lette le prime 50 pagine, mi sono convinto a leggere, mano a mano che usciranno, tutti i 12 volumi previsti per un totale di circa ottomila pagine impreziosite da una ricca iconografia.
L'Alto Medioevo va dalla caduta dell'Impero romano nel 476 d.C. all'anno 1000, il Basso Medioevo dal 1000 fino alla scoperta delle Americhe nel 1492. Si tratta dunque di un periodo storico immenso che mi ha sempre affascinato pur avendo avuto occasione di approfondirlo meno dell'Evo Antico (dai poeti pre-omerici fino all'inizio del MedioEvo) studiato al Liceo Classico, meno dell'Evo Moderno (dalla fine del Medioevo fino alla Rivoluzione Francese) studiato a Scienze Politiche, meno della Storia contemporanea (il XIX e il XX secolo) che ho comunque avuto modo di affrontare qui e là nel corso degli studi scolastici o per mio personale interesse (le due guerre mondiali per esempio). Mi sono sorpreso io stesso a scoprirmi tanto bramoso di una lettura di argomento storico, ritrovando in essa l'interesse che da un po' di anni non sentivo più né per altri tipi di saggi né per la narrativa che un tempo divoravo. Credo che il Medioevo mi piace perché contiene i germi di quella consapevolezza della complessità sociale che è ormai un punto fermo delle persone più sagge, un periodo pieno di abissi, come di vette artistiche, scientifiche, filosofiche di cui il mondo attuale è debitore, ricco di contraddizioni, dunque più autentico di quello degli Antichi prima o degli Illuministi dopo, quando i primi riconducevano ogni fenomeno del cosmo alle divinità che abitavano i loro Pantheon, i secondi soltanto alle fredde leggi della Ragione.  

P.S. Il semiologo più famoso d'Italia non ha certo bisogno di presentazioni, però per chi vuole ecco il link alla scheda di Umberto Eco su Wikipedia e un altro al centinaio di suoi saggi e romanzi in vendita sul sito Feltrinelli.

lunedì 23 febbraio 2009

Oggi ho giocato a fare il video(fonino)reporter

Stamattina ero a cantare col Coro dell'Università di Perugia alla giornata conclusiva delle celebrazioni del settecentenario dell'Ateneo, ospite d'onore il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Non ho resistito alla tentazione di registrare e mettere online il suo discorso integrale.



Nessun altro commento... questo blog non vuole diventare un blog politico, l'ho scritto varie volte e stavolta mi attengo.

giovedì 19 febbraio 2009

A pensarci bene...

Calendario alla mano, ricorrendo agli sms archiviati nel cellulare dove la mia memoria era lacunosa, mi sono reso conto che è almeno dal 27 gennaio che non passo una sera da solo: o ero con mia figlia, o con amiche, o con amici, a cena da me, da loro, fuori, oppure al cinema ecc. Ecco perché non mi ritrovo più tempo per scrivere sul blog. Intendiamoci, non è che prima facessi l'eremita, ma in generale il 2009 mi ha portato molta più voglia di chiacchierare che scrivere. E ho pure smesso di far le ore piccole per postare sul blog, è più salutare dormire!
Ora un'insalata al volo e anche stasera, come negli ultimi 20 giorni, a... socializzare occhi negli occhi!!! :-)

mercoledì 18 febbraio 2009

Quattro chiacchiere...

A due anni dall'apertura, con oltre 600 post, un suo pubblico di abitué e periodiche new entries, questo blog non è più soltanto un archivio di parole, immagini, link e video... è anche un tessuto fitto di incroci, affinità e simpatie tra persone e idee: un piccolo mondo a cui sono affezionato! Ringrazio con tutto il cuore tutti quelli che ogni tanto vi fanno capolino, tuttavia devo inevitabilmente trascurare il blog quando il mondo reale richiede - con troppi impegni - tutta la mia attenzione... questo è uno di siffatti periodi. Di fatto ho anche cessato di riversare il mio "privato" qui dentro: me ne sono accorto in questi giorni, è successo senza che lo volessi, da qualche settimana. Forse perché ho ripreso a parlare di più a tu per tu, piuttosto che confezionare messaggi in bottiglia da affidare alla rete. Parallelamente un po' del tempo che dedicavo a Ventidue passi d'amore e dintorni lo dedico a incontrare persone su Facebook, non per una fuga nella virtualità, ma proprio per rinsaldare una serie di contatti troppo a lungo trascurati e farne nascere di nuovi e reali, qui nella zona dove abito. Vorrei approfittare di questo momento di post-quiete (!) per rivedere una volta per tutte la classificazione per argomenti (tag) del blog, così da rendere più fruibili tutti i suoi contenuti, introdurre qualche novità nell'estetica e parallelamente lavorare un po' anche al mio dominio principale (www.22passi.it) che ho trascurato troppo a lungo. Da un po' giro attorno all'esigenza di una pausa, ora sento che il momento è quello giusto. Ovviamente non è un addio, ma un arrivederci... a marzo o per lo meno a primavera. Dunque un abbraccio a tutti e a presto. P.S. Veniamo alle cose serie. L'espansione di (Re Mida) Berlusconi, in zone d'Italia dove fino a poco tempo fa sarebbe stata impensabile una sua affermazione, m'inquieta sempre più. Ma non riesco a sentirmi triste per le dimissioni di Veltroni, anzi: l'avesse fatto prima! Intendiamoci, difficile rimproverargli qualcosa, salvo non essere mai stato mediaticamente all'altezza del suo antagonista neoliberista: è ormai un dato di fatto che il Silvio nazionale ha trasformato la politica in una sorta di agone circense dove contenuti e programmi sono un aspetto secondario; sottovalutare questa triste realtà significa - come sta succedendo - consegnare al Polo delle libertà poco a poco nuovi cittadini/elettori. Segnali di tale natura - ahimè, la storia insegna - sono stati spesso un prodromo dell'avvento di dittature o comunque di governi autoritari che limitano le libertà individuali. Soprattutto in periodi di crisi come questo, che ricorda sempre più la Grande depressione del 1929. Mi auguro perciò con tutto il cuore che si verifichi nella società civile qualche miracolo capace di riportare l'Italia sui corretti binari di una democrazia rappresentativa. Al momento gli apparati dirigenti del Partito Democratico sono in totale crisi di vedute...

domenica 15 febbraio 2009

Ti sei cotto un ovo!

Da una nuova amica sono risalito a un fantastico blog in progress, Dialetticondove si confrontano termini, espressioni, modi di dire, proverbi, scioglilingua di ogni regione d'Italia.
Nell'augurare a tutte e tutti buona domenica, inserisco qui il mio primo contributo inviato a Dialetticon!


Ti sei cotto un ovo! 

Si dice di una persona che s'è presa una bella gatta da pelare!

Mentre "hai fatto la frittata" si usa quando le conseguenze di un errore si sono già verificate, se dico "ti sei cotto un ovo" intendo che hai fatto qualcosa di cui pagherai le conseguenze (però più nel senso del fastidio e della scocciatura che di un pericolo vero e proprio!).

Es. Anna dice all'amica: "Ha insistito, insistito... alla fine glielo dato il mio numero". E l'amica: "Il tuo numero a quello lì! Ma sei fuori?! Ha inondato Marta di sms idioti per un anno: ti sei proprio cotta un ovo!"

P.S. Detto fatto: ecco il link al mio primo contributo su Dialetticon ed eccomi tra i suoi redattori!

Quanto vale il vostro sito???

Ringrazio l'amico Tommaso, per avermi segnalato Stimator, un software online che, una volta digitata la URL di un qualsiasi sito, ne restituisce il valore di mercato in dollari o in euro. Per esempio:
  • www.google.com (1.156.988.215$) 
  • www.yahoo.com (786.354.095$) 
  • www.amazon.com (619.582.972$) 
  • www.youtube.com (403.771.074$) 
  • www.ebay.com (373.350.981$) 
  • www.facebook.com (217.178.694$) 
  • www.repubblica.it (2.366.403$) 
  • www.corriere.it (395.859$)
  • www.ferrari.it (23.241$) 

Ovviamente non potevo esimermi da curiosare sul valore presunto dei miei siti:


A questo punto ho capito che o sono milionario senza saperlo o Stimator è una emerita balla... e la seconda che ho detto è assai più probabile!

P.S. dedicato a chi diceva che questo blog ultimamente s'è fatto troppo serio. ;o)

venerdì 13 febbraio 2009

M'illumino di meno n. 5

È la giornata di m'illumino di meno: non dimentichiamoci di spegnere tutte le luci e gli apparecchi elettrici non indispensabili, dalle ore 18 fino a quando potete!


Come consuetudine l'iniziativa è promossa, per il quinto anno consecutivo, dalla trasmissione Caterpillar in onda su RAI Radio2 tutti i pomeriggi alle 18 (oggi, in via eccezionale, dalle 17), condotta dall'affiatatissima coppia Massimo Cirri e Filippo Solibello.

P.S. M'illumino di meno in pochi anni s'è diffuso a macchia d'olio: aderiscono istituzioni, enti, associazioni, aziende e milioni di cittadini, in Italia, Europa e oltreoceano. Spegnere qualche apparecchio in stand-bye e qualche lampadina superflua sono "piccoli gesti" in grado di contribuire realmente a risparmio energetico, sviluppo sostenibile e responsabilità sociale d'impresa, rendendo abituali comportamenti virtuosi, diffondendo e radicando in tutti consapevolezza ambientale. Più dettagli nell'articolo pubblicato dal Corriere.it.

giovedì 12 febbraio 2009

Intervento in Senato del Sen. Umberto Veronesi

Signor Presidente, cari colleghi, in questi mesi, come è mia abitudine, ho molto ascoltato. Ma oggi mi sento moralmente in dovere di prendere la parola. Vi parlo per ciò che sono io, per quello che rappresento per i cittadini: un medico, un uomo di scienza che, per più di cinquant'anni, è stato vicino ai malati di cancro (che ha aiutato a guarire e a vivere a lungo, molto a lungo), ma vicino anche alla sofferenza, al dolore, alla morte.
Per questo da molti anni ho lanciato il movimento per il testamento biologico e, su questo argomento, ho scritto quattro libri (non uno, ma quattro libri), per un totale di 2.000 pagine. Perché il tema è complesso, è difficile, è delicato. Per questo sono sconvolto oggi. Sono sconvolto dalla singolare, direi assurda, procedura cui stiamo assistendo. Una legge dello Stato, che riguarda la libertà individuale [applausi dai Gruppi PD e IdV], verrebbe sbrigativamente approvata sull'onda delle emozioni sollevate da un caso mediatico. Perché questo è il caso di Eluana: un caso mediatico, perché non ha nulla di diverso, dal punto di vista scientifico e umano, da altre centinaia di casi di coma vegetativo permanente nel nostro Paese, di cui nessuno si occupa. Dietro a una legge emanata per Eluana non ci sarebbe, dunque, né logica, né razionalità, ma essenzialmente un'onda emotiva, che per sua natura è passeggera e, soprattutto, è una cattiva consigliera. Non c'è dubbio che il caso di Eluana sia stato accompagnato da una pessima informazione [applausi dai Gruppi PD e IdV]. Ma questo non è un alibi per evitare di affrontare lucidamente il problema. Si tratta di un problema di civiltà, che riguarda l'invasione della tecnologia medica nella vita umana. Mi trovo d'accordo con il filosofo cattolico, cattolicissimo, Giovanni Reale, quando vede nel caso di Eluana ‑ sono sue parole ‑ un abuso da parte di una civiltà tecnologica che vuole sostituirsi alla natura. Quando avverte che si è perduta la saggezza della giusta misura e la Chiesa e il Governo sono vittime di questo paradigma dominante, che vorrebbe tenere in vita Eluana contro la natura e, infine, quando cita Papa Wojtyla, che, rispondendo ai medici che gli offrivano di continuare a curarlo, disse: «Lasciatemi tornare alla casa del Padre». Vedete, mantenere insieme un complesso di organi e cellule in una vita artificiale è un atto contro natura: tecnologicamente oggi la medicina è in grado di mantenere in stato vegetativo un corpo senza attività cerebrali quasi all'infinito, ma il fatto che lo si possa fare tecnicamente non significa che lo si debba fare eticamente. Penso sia una mostruosità, e come me la pensano migliaia e migliaia di cittadini, terrorizzati dalla prevaricazione violenta della medicina tecnologica nella propria vita. Lo dico da uomo di scienza: la tecnologia non ha limiti in sé, e se noi, la società e le sue istituzioni non ci impegniamo a tracciare questi limiti rispetto alla vita dell'uomo, chi mai lo potrà fare? Conosco bene la normativa italiana sul diritto di cura, perché ogni giorno la applico e la vivo insieme ai miei medici e ai miei malati: la nostra legge garantisce la possibilità di rifiutare ogni trattamento, anche di semplice sostegno, come le trasfusioni di sangue e la nutrizione artificiale; abolire questo diritto sarebbe un atto molto grave, che minaccia alle radici il principio di libertà individuale, base irrinunciabile delle democrazie moderne. Voglio pertanto fare un appello alla ragione e alla coscienza di tutti noi e di tutti voi, in quanto membri del Senato, vale a dire di questa Camera alta, di questa istituzione a cui la gente guarda come un punto fermo nella confusione dei momenti di crisi: il nostro ruolo è di analizzare le situazioni più difficili con lucidità e saggezza e dare pareri obiettivi e lungimiranti. Ecco, credo sia nostro dovere, come senatori, guardare più in là dell'oggi e anche del domani e pensare anche alle conseguenze future delle nostre decisioni. Vi chiedo, dunque, di fermarvi, di riflettere, di meditare e di non votare una legge in palese contrasto con i diritti garantiti dalla Costituzione e, soprattutto, una legge in conflitto con se stessa. Il movimento sul testamento biologico, infatti, è nato solo ed esclusivamente - lo sottolineo - per garantire ai cittadini di poter rifiutare quella condizione assurda ed inumana di una vita artificiale, che può protrarsi per decenni, priva di coscienza e di attività cerebrale. Bene, al contrario, questo provvedimento imporrebbe a tutti, per legge, proprio questa fine terribile e innaturale.
(10/02/2009)

mercoledì 11 febbraio 2009

Perché un fiore sull’abisso non ha vertigini

Poesia inoltrata via email da un'amica. Trovo che dopo tante parole di troppo siano semplicemente le parole giuste.



***

Dicono che eri
una rondine,
un piccolo picchio,
un pettirosso,
innamorata del sole.
Sono gli uccelli
le più liete creature del mondo,
le più degne della libertà.
Un lampo ti disfece,
sgraziandoti
in un sonno senza sogni.
Abbi
pietà di noi.
Per chi crede.
Per chi non crede.
Per chi non sa.
Abbi pietà
per chi specula
sulla tua
piccola
vita
con la lente
del disonore.
Onora il padre
tuo
con la forza della sua lacrima
sola
che ti aspettò per sempre
senza essiccarsi mai al sole.
Perdonaci
se la purezza del tuo pianto
è offuscata
dai nostri sguardi.
Insegnaci
la castità del dolore,
che tace.
Abbi pietà di noi
se la nostra pietà di te
ebbe due volti,
quando ti diede l’acqua
e quando te la tolse.
Tu sei
in terra di mezzo,
morta la nostra miseria,
viva alla tua pietà.
Noi non sappiamo.
Siamo vegetali fra mondi
che ignoriamo.
Abbiamo occhi mediocri,
foderati di bandiere.
Solo chi ama
accanto,
forse una favilla vede.
Portiamo la pena
di chi non sa
del tuo pianto:
perdonaci per loro.
Abbraccia il padre,
che non meritò la pena
di pagare
con l’ingiuria il suo dolore.
Morta da rondine,
divenisti fiore.
Stringiti al padre.
Uscisti
dal tempo e lui,
per starti accanto,
entrò nel tuo.
Perché fossi non più
fiore,
ma stella.
Tutto il cielo è stellato
se un’anima lo vede.
Uscisti
dal tempo
per entrare nella lacrima
del padre
che ti prese per mano.
Accompagnandoti sul ciglio
del tuo nome
alto,
come un fiore
come un goccio di rugiada
aperto al vento.
Perché Dio ha un abisso
che non svela.
E perché un fiore
sull’abisso
non ha vertigini
se un tremito lo scuote
alla prova del passo,
quando
un sole
lo aspira
piano
e ricorda la sua goccia al pettirosso.

10/02/1009 - "Eluana" di Giuseppe Limone 

Coincidenze significative

Notavo ieri che Eluana Englaro è tornata al Cielo il 9/2/2009: la somma di queste cifre fa 22, un numero maestro (multiplo di 11) molto particolare: 22 sono le lettere dell’alfabeto ebraico, gli arcani maggiori dei Tarocchi, i libri dell’Antico Testamento secondo la tradizione esoterica (*), per Isidoro di Siviglia (560-636) sono 22 le cose generate da Dio nei sei giorni della Creazione: materia informe, angeli, luce, cieli superiori, terra, acqua, aria (1° giorno); firmamento (2° giorno); mari, semenze, erbe, alberi (3° giorno); Sole, Luna, stelle (4° giorno); pesci, rettili acquatici, uccelli (5° giorno); animali selvatici, animali domestici, rettili terrestri e uomo (6° giorno). Si dice che Dio usò le 22 lettere dell'alfabeto ebraico per creare tutto ciò che esiste, pertanto che il 22 celi il segreto della creazione dell’Universo.

Noto ora che ieri era anche giorno di Luna piena, e che il nostro satellite era appena entrato nel segno del Cancro, conosciuto in astrologia come una delle due Porte del Cielo. Scrive Onorio di Autun (1080-1154) nel Sigillum beatae Virginis Marie: "I filosofi ponevano a dogma inoltre che due fossero le porte del cielo, l’una nel segno del cancro donde le anime uscivano e l’altra nel segno del capricorno, attraverso la quale tornavano..." (**)

Tenere in vita qualcuno per mero accanimento terapeutico è contro natura, un atto di hýbris quanto uccidere. Rispetto a Eluana ieri è stato ristabilito il giusto ordine delle leggi cosmiche: le coincidenze che ho evidenziato ne sono probabilmente un segno.

(*) La tradizionale divisione ebraica è in 24 libri, Flavio Giuseppe (37-100) unendo i libri di Ruth e de I Giudici e le Lamentazioni con Geremia ne otteneva 22. 
(**) Da Mistici medievali, Vol. 1, a cura di Elémire Zolla, Rizzoli, Milano 1978

Acrostico

È Libera, 
Un Angelo Nient'Altro.
È Nuovamente Giovane Lassù, 
A Rinascere Ora.
Eluana Englaro (1970-2009)....

martedì 10 febbraio 2009

Lettera di Dacia Maraini a Beppino Englaro

...venne una man dal cielo, e in più spirabil aere pietosa la trasportò.


Proprio mentre le giuste parole della lettera che segue ieri andavano in onda, Eluana veniva liberata dal filo che la legava al corpo terreno e poteva finalmente fare ritorno alla sua Casa celeste. E molto prima di quanto i medici si attendessero. Per me è un segno inequivocabile...

(dal TG1 delle 20 del 9/2/2009)
Caro Englaro, fino a ieri mi chiedevo perché non mostrasse una foto, anche una sola foto di sua figlia come è oggi. Sono sicura che la gente capirebbe meglio. A costo di perdere in credibilità, lei evita di rendere pubblica un’immagine dolorosa e infelice di sua figlia. Lei avrebbe potuto mostrare quel corpo, e non l’ha fatto. Avrebbe potuto portare all’estero la figlia amata, e non l’ha fatto. Avrebbe potuto acconsentire alla pratica comune in tutti i nostri ospedali dove i parenti, in accordo con i medici, lasciano che i loro cari ormai perduti sino sepolti in pace, ma non l’ha fatto. E questo garantisce della sua buona fede. Eppure c’è chi in prepotenza vuole decidere per gli altri in base a principi astratti, ed è pronto a denigrarla e falsificare la realtà per affermare le proprie idee. Per questo lei oggi viene perseguitato e accusato della peggiore delle ignominie: quella di voler assassinare sua figlia. Chiunque a questo punto si sarebbe arreso, lei no. Anzi decide con più fermezza di agire secondo giustizia e secondo pietà. Di questo la ringrazio, perché la sua risolutezza costituisce un esempio di grande civiltà e coerenza. Mi auguro che dopo questo caso la scelta di una morte dignitosa sarà considerato un diritto e non un colpo del boia, qualcosa che le persone disperate possano desiderare per i loro cari, quando non c’è più niente da fare per riportarle al mondo. (Dacia Maraini)

lunedì 9 febbraio 2009

Arrivederci Eluana

Arrivederci Eluana, bentornata a Casa.
Grazie Dio. 
 
E ora taccino le polemiche e si preghi in silenzio. 
Per favore.

Anche il Presidente del Friuli
dalla parte degli Englaro

Il caso Eluana Englaro è emblematico di quanto taluni usino la loro autorità - politica o religiosa - per mettere le persone le une contro le altre. Ci sono questioni su cui è impossibile essere tutti d'accordo, ragion per cui, da qualche millennio, sono stati creati tribunali, giudici, organi super partes per prendere una decisione. La democrazia e il concetto stesso di società civile si basano sul rispetto di tali decisioni, da parte dei cittadini e - purtroppo non è superfluo sottolinearlo - da parte delle istituzioni. Ognuno ha diritto di avere ed esprimere la propria opinione, ben altro discorso è che un capo di governo decida di promulgare una legge ad hoc per aggirare un parere espresso da ogni ordine e grado del sistema giudiziario e - fatto se possibile ancor più grave - all'ovvio monito del Presidente Napolitano di inosservanza della Costituzione, replichi definendo filo-sovietico quell'atto fondante della Repubblica. Ma si sa: da sempre il nostro Presidente del Consiglio preferisce sparare battute piuttosto che argomentare seriamente.
Torniamo a Eluana. Dentro Forza Italia, ovvio, c'è tantissima gente che ragiona criticamente e ha coraggio di dire a Berlusconi che sbaglia. Ieri è toccato al Presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo...

IL RETROSCENA. Gli è stato chiesto l'intervento della Regione per sospendere le procedure

Il no del governatore a Berlusconi "Io l'ho vista, Englaro ha ragione" 


UDINE - Silvio Berlusconi sa che sta camminando su un terreno minato e chi può l'avvisa. Ieri, anche se sembra paradossale, è stato Renzo Tondo a provarci, a Mestre. C'è stata una riunione ristretta, con Altero Matteoli, uno dei colonnelli di An pronto a tradire Gianfranco Fini considerato ormai "troppo laico", i ministri ex socialisti Renato Brunetta e Maurizio Sacconi e, appunto, il premier e il governatore friulano. Erano tutti insieme all'inaugurazione del "Passante", opera quasi biblica, molto importante per il Nord Est, ma a margine hanno parlato di Eluana Englaro. A Tondo è stato chiesto di bloccare la clinica che ospita Eluana, ma, a sorpresa, Tondo ha spiegato: "Presidente, io l'ho vista dopo Natale, guarda che è messa molto male. Non sono vere le notizie che girano, ti fanno dire cose sbagliate. Al posto del padre, avrei fatto esattamente lo stesso"...


domenica 8 febbraio 2009

Foto oscurata per protesta...

Invito - chiunque condivida le ragioni di questa protesta - a sostituire le foto del proprio profilo su blog, social-network e quant'altro, con l'immagine a lato. Copiatela tranquillamente da qui, come io l'ho copiata altrove.

I POST CHE HO PUBBLICATO RIGUARDO ELUANA ENGLARO

Giovanni Reale prende posizione
in favore della famiglia Englaro

Ho trovato questa intervista al Corriere della Sera sul blog di Pioggia Blu e sul sito dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica. Ammiro un cattolico che, semplicemente ragionando con buon senso, deve per forza prendere le distanze dalle posizioni della Chiesa Cattolica. Penso che in questo nuovo secolo, chiunque abbia Fede, sia chiamato a chiedersi seriamente se ha ancora bisogno di aderire a una religione per credere in Dio e sentirlo presente e vivo nella propria vita. Le religioni separano le persone, le dividono in cristiani, ebrei, musulmani ecc... è ora di andare oltre tutto ciò. Dio è uno. Le Chiese, le Confessioni, i dogmi, sono solo sovrastrutture umane.

Il filosofo cattolico Giovanni Reale: la Chiesa e il governo politicizzano una cosa metapolitica. Farla sopravvivere è andare contro natura

MILANO - «Ma ancora non c`è nulla di deciso, vero?», chiede Giovanni Reale. «Il decreto del governo è un errore, si oppone all`idea di libertà su cui è radicato il concetto occidentale dell`uomo. E lo dico da cattolico». «Napolitano ha fatto il suo dovere di Presidente, ha richiamato l`attenzione sulla sostanza della Costituzione. Un uomo saggio. Almeno uno».
«Sopravvivenza a prezzo di vita». Quando entra nel merito della vicenda di Eluana Englaro, cita il francese Jean Baudrillard. Da 17 anni, per Reale, Eluana Englaro sopravvive a prezzo della vita. «La tesi portata avanti da molti uomini della Chiesa, e ora anche del governo, è sbagliata e va corretta - dice il filosofo -. Nel caso di Eluana vedo un abuso da parte di una civiltà tecnologica totalizzante, così gonfia di sé e dei suoi successi da volersi sostituire alla natura. Si è perduta la saggezza della giusta misura. La Chiesa, e il governo insieme a lei, sono vittime di questo paradigma culturale dominante». Racconta di sua madre. «Era all`ospedale con il cancro, i medici volevano riempirla di tubi. "Potremmo prolungarle la vita di qualche mese", dicevano. Io ero frastornato. È stata lei a decidere: lasciatemi morire a casa, nel mio letto. In quel periodo stavo traducendo il Pedone di Platone e anche lì, con parole diverse, ho ritrovato il senso di quel desiderio di mia madre. Quando Socrate deve bere la cicuta, qualcuno gli suggerisce: "C`è ancora qualche ora, attendi finché il sole non sia tramontato". Ma non ha senso aggrapparsi alla vita quando ormai non ce n`è più». Se mi trovassi nella condizione di non aver più speranze di guarigione, aggiunge Reale, «non avrei dubbi su cosa scegliere».
Anche la Chiesa condanna l`accanimento terapeutico. Ma un sondino per l`alimentazione è accanimento terapeutico? Su questo ci si divide. «La Chiesa dice molte cose sagge. Per esempio: si può rinunciare all`utilizzo di procedure mediche sproporzionate e senza ragionevole speranza di esito positivo. Ed è proprio questo il caso di Eluana: qui non c`è stata proporzione e non c`è nessuna ragionevole speranza di esito positivo. E allora? Perché questo accanirsi contro di lei?». Reale, da credente, rivendica la libertà di coscienza dei cattolici sul caso di Eluana. Di più: dice che la libertà di coscienza «è un preciso dovere morale» e si affida a un`altra citazione, questa volta un aforisma di Gomez Davila: «Ciò che si pensa contro la Chiesa, se non lo si pensa da dentro la Chiesa, è privo di interesse». «Ecco - riprende - molte critiche che vengono dall`interno sono costruttive. Io critico il paradigma culturale che vorrebbe tenere in vita Eluana contro la natura, e la fede con questo non ha nulla a che fare, la fede è al di sopra della cultura, il suo compito è fecondare la cultura stessa».
Se il diritto alla vita perde la precedenza su tutti gli altri valori, sa anche lei quale potrebbe essere il prossimo passo: parlare in termini meno ideologici di eutanasia. «Errore. Io non lascio aperto nessuno spiraglio all`eutanasia. Non dico: fammi morire. Ma: lasciami morire come ha stabilito la natura. Né io, né tu. La natura. Prendiamo il caso di Piergiorgio Welby, che ho seguito da vicino. Welby sostanzialmente non disse: staccate la spina. Ma: lasciate che la natura faccia il suo corso, non fatemi restare vittima di una tecnologia che costruisce qualcosa di sostitutivo e artificiale rispetto alla natura. E un`affermazione identica a quella che si dice abbia fatto Giovanni Paolo II: lasciatemi tornare alla casa del padre. Il secondo aveva fede, il primo no. Per Welby era andare nella notte assoluta, per il Papa nella vita. Ma dal punto di vista umano è la stessa condivisibile richiesta».
A complicare il caso di Eluana c`è la questione della ricostruzione della sua volontà presunta. «Chi più del padre e della madre ama quella ragazza? Mi sembra che nessuno più di loro abbia il diritto di dire che cosa avrebbe voluto fare la figlia, ora che lei non è più in grado di esprimersi». Giovanni Reale in più occasioni, durante questa intervista, usa il «noi»: «Noi pensiamo che la vita di Eluana sia artificiale». «Secondo noi questo sistema che si è sostituito alla natura per un tempo così spaventosamente lungo è aberrante». Reale parla per sé, ma la sua non è una voce isolata. Attorno al diritto all`autodeterminazione e all`idea di libertà di coscienza dei cattolici si è costituito un gruppo di filosofi: da Vito Mancuso a Roberta De Monticelli, da Vittorio Possenti a, appunto, Giovanni Reale, le «intelligenze più acute del cattolicesimo italiano», come li ha definiti Luigi Manconi su L`Unità.
Che succede ora: nella Chiesa si arriverà a una sintesi? «Gettiamo semi, non tocca a noi raccogliere frutti. Speriamo li diano. Ma l`errore che con Eluana stanno facendo religiosi e uomini di governo è di cadere nella politicizzazione di qualcosa che con la politica non c`entra niente, che è metapolitico».

Corriere della Sera - 02/07/2009
Intervista di Daniela Monti