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lunedì 31 marzo 2008

Come ordinare il catalogo di Donne di Vrindavan

Da oggi il catalogo della mostra può essere acquistato anche da chi non può venire alle mostre: sulla pagina del sito del Comitato 8 Marzo qui linkata è spiegato per filo e segno come richiederlo (mandando un fax o un'email) e pagarlo, a ricevimento avvenuto, tramite bollettino postale.

Stiamo ricevendo tanti complimenti, oltre che per la mostra, anche per il suo catalogo. Ci son le premesse per trasformarlo ("aggiungendoci" un editore e un codice ISBN) in una vera pubblicazione: già ora supera in qualità e contenuti moltissimi prodotti editoriali.

Una casa per sentirsi a casa

Quando dopo 11 anni di matrimonio mia moglie mi disse "non ti amo più" si concluse la prima parte della mia vita... dolorosamente. Iniziò così la seconda, più faticosa, ma più autentica. E promisi a me stesso di amarmi di più e non ritrovarmi di nuovo ad accettare compromessi.

Ad amarmi di più sono riuscito abbastanza. Sui compromessi il discorso è ostico: son sempre più convinto che la
stessa vita sia un compromesso, tra la necessità di dovere cadere quaggiù e il farsi una ragione che in questa parentesi non abbiamo più le ali... ma se compromesso dev'essere che almeno sia spesso bagnato dalle gocce della felicità.... che sia un vivere nel cuore piuttosto che nella testa: meglio, molto meglio, restare invischiati nei sentimenti che nei pensieri: perché da un sentimento sbagliato si riesce a guarire, mentre un pensiero sbagliato ci può accompagnare anche per tutta la vita.La prima azione dopo la separazione fu trovarmi una nuova casa. Non poteva essere la casa dei miei sogni, fu perciò un saggio compromesso (eddaje coi compromessi!) tra i soldi che avevo e ciò che desideravo. E poi la casa dei sogni non voglio sceglierla da solo (che sogno mediocre sarebbe!), ma insieme alla prossima compagna che condividerà con me il fuoco del grande amore. Sei anni fa avevo bisogno di un "nido" dove curare le ferite, così ristrutturai la casa dove abito a mia immagine e somiglianza, nominandomi suo unico architetto e arredatore: uno spazio centrale più grande possibile, una bella stanza da letto, una stanza-casetta per Arianna, una cucina abitabile, un bagno piccolo, ma con tutto ciò che serve, armadi a muro, soffitte e ripostigli per sfruttare tutto lo spazio possibile. Solo 63 metri quadri, ma nessuno ci crede quando glielo dico: sembra più grande. E piace a tutti, trasmette calore ed è accogliente. Tra lavoro e impegni finisce che ci passo poco tempo, ma ci torno sempre volentieri perché mi ci ricarico. È una casa dove mi sento a casa. Qui ho scritto due libri, anzi, considerando il catalogo di Donne di Vrindavan, diciamo pure tre. Per quanto si possano amare quattro mura, amo questa casa. Ciononostante so già che ci resterò ancora un paio d'anni al massimo... sento chiaramente che è così, ho fede che qualcos'altro, più vicino ai miei sogni, si concretizzerà: con più spazio dentro e un giardino (e un piccolo orto) fuori, con il cane che vuole mia figlia e magari pure un gatto. E pure un camino (quanto mi manca!) e un tavolo da ping-pong! Però non venderò la casa di adesso: Arianna non vuole in alcun modo visto che ha deciso (e non ha nemmeno compiuto 10 anni) che quando sarà grande questa sarà la sua prima casa da viverci per conto suo!

domenica 30 marzo 2008

Tutto questo e molto di più...

"Non so se questo blog è un'estensione di te, oppure se come uno specchio riflette la tua essenza, o se è il prodotto della tua storia, o forse è tutto questo e molto di più e una cosa non esclude l'altra..." così mi ha scritto Naccherina pochi giorni fa.

Sì. questo blog è tutto questo e molto di più... molto di più perché lascio che si trasformi in quello che il destino vuole. Comunque l'immagine accanto, se non fosse che rappresenta una donna piuttosto che un uomo, rispecchierebbe abbastanza quello che è diventato per me il blog... stare "nudo" nella mia casa
protetto dalle persiane... il luogo dove poter essere me stesso... in attesa del momento di vestirmi e uscire fuori, alla luce del giorno. E incontrare qualcuno.

Per inciso, oggi la luce di primavera era talmente invitante che non ho saputo resistere alla tentazione di un bel giro dietro il monte Subasio, con la giusta compagnia.

sabato 29 marzo 2008

Chi non trova i miei libri? E dove?

Mi giungono ricorrenti segnalazioni - spesso per interposta persona - sul fatto che in molte librerie i miei libri risultano irreperibili. Considerato che mi trovo tra l'incudine di un editore che assicura che è impossibile e il martello di queste continue segnalazioni (comunque in effetti spesso male circostanziate), prego chiunque incontri difficoltà ad acquistare Ventidue passi d'amore e Sospensioni di gravità, di darmi gli estremi della libreria in questione e delle motivazioni del diniego addotte dal libraio. 

P.S. A breve il catalogo della mostra Donne di Vrindavan sarà acquistabile contattando on line il Comitato Internazionale 8 Marzo. Ve ne darò notizia appena sarà cosa fatta.

La scuola che insegna a sorridere

Qualche giorno fa mi ha contattato via mail da Livorno Piero Sirianni per parlarmi della sua mostra fotografica "La scuola che insegna a sorridere - Progetto alice INDIA".

Leggo che Piero ha scattato le sue foto in una delle zone più povere dell'India, il Bihar, ritraendo i bambini che frequentano le scuole create da due Italiani di Treviso che portano avanti
il progetto educativo Alice Project.

Entrambe le iniziative, il progetto educativo in India e la mostra fotografica per promuoverlo, mi sembrano lodevolissime. Per questo, pure se in questo momento non ho tempo di approfondirne i contenuti, inserisco il link
al blog di Piero Sirianni e una delle sue foto.

Piero mi ha scritto che spera di riuscire a venire ad Assisi all'inaugurazione di Donne di Vrindavan il prossimo 5 aprile, per vedere la mostra e approfittarne per conoscere Tamara Farnetani e il sottoscritto.

A presto Piero, e intanto in bocca al lupo per la tua mostra.

La modella di Cranach

A febbraio m'ero occupato della Venere scelta come opera-simbolo per una mostra del pittore tedesco rinascimentale Lucas Cranach (1472-1553) alla Royal Academy of Arts di Londra; immagine assurta agli onori della cronaca per il fatto di avere turbato qualche coscienza abnormemente morigerata, che a me colpì invece per la sua grazia e il suo erotismo raffinato.
Eccola, la inserisco nuovamente qui a lato. Le sue curve sono alquanto particolari, sconcertanti, quasi improbabili... eppure risulta così sensuale. Perché? Forse per quel sorriso malizioso e appena appena provocante. Per la finta ingenuità o forse la spudoratezza divertita di coprirsi - si fa per dire - con un tulle praticamente invisibile. Per lo sguardo sicuro di sé che sembra sfidarci a cogliere il frutto delle sue grazie, suggerendo allo stesso tempo che lo desidera anche lei perciò non ce lo impedirà.
Oggi l'occhio mi è caduto su un'altra Venere dipinta da Cranach - Cupido si lamenta con Venere (1530) - e mi è parso evidente che la modella ritratta era la medesima che aveva posato per la Venere precedente. Osservate la seconda immagine. La pancetta morbida contrastante con un torace fin troppo magro (l'effetto degli stretti bustini in uso a quei tempi?)... i seni piccoli ma deliziosamente sagomati... ancora lo stesso sorriso un po' da Gioconda... la forma dei lobi... il mento, il naso, le sopracciglia: senza dubbio si tratta della medesima persona. Mi sono allora divertito a cercare su internet altre donne raffigurate da questo pittore ed a scegliere quelle riconducibili alle forme della medesima fanciulla. Forme particolari, moderne, di una bellezza diversa da quella canonica ai nostri giorni eppure inequivocabile; una bellezza archetipica, al di là delle mode e dei gusti. Ecco allora ancora un'altra Venere con un cappello a tesa larga dipinta nel 1529 nella terza immagine... sì è sempre lei, la nostra donna col velo invisibile che finge di coprire il suo pube. Notate bene il piede destro a 90° rispetto al sinistro: la medesima postura si trova anche nelle tre successive raffigurazioni di Eva sotto l'albero della conoscenza... è sempre la nostra modella. La stessa che ritroviamo più sotto in Apollo e Diana... nelle due diverse versioni di Giuditta vittoriosa su Oloferne (con la spada)... nella figura di nobildonna... nella Salomè che reca la testa di Giovanni... nella Maddalena (la donna con l'abito rosso). Sempre lo stesso sorriso. Ho cercato invano notizie della vita privata di Cranach. Mi chiedo chi fosse questa donna: la moglie, l'amante, una dolce ossessione? Da come ne ha messo su tela le forme percepisco amore, orgoglio e gioia d'aver conosciuto carnalmente quel corpo... o forse è solo la mia fantasia che galoppa. Avranno vissuto insieme? Oppure è bastato averla ritratta solo un paio di volte perché le sue forme si fissassero sugli occhi e forse nel cuore di Lucas?
Non sono un esperto d'arte, non trovando nulla al riguardo in internet non so a quali fonti rivolgermi. Perciò se qualcuno ne sa qualcosa per favore si faccia vivo ad appagare la mia curiosità.

venerdì 28 marzo 2008

Appuntamento ad Assisi dal 5 al 13 aprile

La rosa non fiorisce nella notte
pure toccata da un tocco di luce,
ma l'anima dovunque può sbocciare
giacché nel cuore porta il proprio sole.

Ci siamo, tra una settimana si dà il via alla seconda esposizione di Donne di Vrindavan: dopo il successo raccolto a Perugia puntiamo al bis nella città di San Francesco e Santa Chiara, della marcia della pace e del dialogo tra le religioni... e ce n'è tanto bisogno di questi tempi.


Dunque appuntamento ad ASSISI da SABATO 5 a DOMENICA 13 APRILE in Piazza del Comune, presso la Sala Pinacoteca, tutti i giorni dalle 10 alle 19 (già da sabato 5 mattina).


Inaugurazione ufficiale con le autorità sabato 5 alle ore 17.30; a seguire performance del gruppo di musica indiana Ragini e rinfresco offerto dal commercio equo e solidale (Solidalequo Assisi).

Ricordo che la mostra è promossa dal Comitato Internazionale 8 Marzo di Perugia, con foto della brava Tamara Farnetani, liriche del sottoscritto Daniele Passerini e approfondimenti di Vasu Dev Das (Rita Cacciaglia) ed Ester Gallo che ha aggiunto al tutto il suo imprimatur accademico.

L'ingresso è libero. Chi vuole, acquistando il catalogo della mostra può contribuire alla raccolta fondi in favore dell'associazione umanitaria indiana Guild of Service, per una struttura di accoglienza e aiuto che sorge a Vrindavan.

Menziono doverosamente gli sponsor e i supporter che hanno permesso la realizzazione della mostra:
Un grazie speciale a RADIO SUBASIO, radio ufficiale dell'iniziativa.

E dulcis in fundo un ringraziamento corale agli Enti che hanno dato il loro patrocinio:
Dal 19 al 27 aprile la mostra verrà allestita a Spoleto, presso il Chiostro di San Nicolò.

Una raffinatezza: la favicon personalizzata

"Favicon è un termine inglese, contrazione di favorites icon. In informatica indica un'icona associata ad una particolare pagina web. Solitamente la favicon è una piccola immagine, spesso un logo, pertinente ai contenuti del sito web correlato. La favicon viene visualizzata alla sinistra dell'URL nella barra degli indirizzi di un browser, nel momento in cui si naviga un sito che ne è provvisto. L'icona è inoltre visualizzata nel menu dei preferiti di un browser." [da Wikipedia]

Ho appena creato una favicon personalizzata per questo blog. Da ora in poi il suo URL - nella barra indirizzi o salvato tra i preferiti sul vostro browser - apparirà preceduto da un "22" su fondo arancione invece che dalla solita e anonima "B" di Blogger. Una raffinatezza. Un piccolo segno di distinzione. Un'attenzione in più per chi capita qui.

giovedì 27 marzo 2008

La ventiduesima volta scocca l'amore!?

Sensibile come sono alle suggestioni del numero 22 non poteva sfuggirmi l'ennesimo inutile sondaggio di turno - britannico naturalmente (dona una certa qual aurea di autorevolezza!) - che ci spiega come servirebbero in media 22 appuntamenti per incontrare un partner con cui imbastire una relazione soddisfacente e stabile.

Be' insomma... Certo, sparando nel mucchio alla fine qualcosa si colpisce, sempre... ma ventidue colpi mi sembrano una raffica bella lunga. Considerando poi quanto costa un primo appuntamento, verrebbe fuori di sicuro una bella correlazione tra diminuzione dei redditi e aumento del numero dei single italiani! Suvvia, forse a essere meno frettolosi si sprecherebbero meno munizioni.
Personalmente mi sento più lo spirito del "cecchino": preferisco prendere bene la mira e sparo solo se sono ragionevolmente convinto di fare centro. Riconosco che ho una mira tutt'altro che perfetta, ma una sequenza di 21 bersagli mancati non l'ho mai messa insieme, grazie al cielo... mo' spero di non portarmi sfiga!

Ma questi sommi ricercatori (che non hanno di meglio da fare) precisano pure che al 25% delle persone bastano in media solo 5 appuntamenti per trovare la persona giusta! Be' certo non si può stabilire una regola senza prevedere una valida eccezione.
Vediamo un po': a volte ho fatto parte di questo fortunato 25% altre no... sarà dipeso da quello che avevo mangiato a pranzo o dalla fase lunare?!

A tutte le donne...

...ché Dio donò loro il guizzo del fuoco, la fertilità del bosco, la pazienza del vento, la forza delle maree. Neruda e Modigliani, ciascuno con la sua arte, hanno trovato nel proprio cuore indizi preziosi dell'essenza di ciò che è femminilità. Gli uomini che non temono la donna mai le rivolgeranno violenza, piuttosto un profondo e inestinguibile senso di gratitudine e amore.

Nuda sei semplice


Nuda sei semplice come una delle tue mani,

liscia, terrestre, minima, rotonda, trasparente,
hai linee di luna, cammini di mela,
nuda sei sottile come il grano nudo.
Nuda sei azzurra come la notte a Cuba,
hai rampicanti e stelle nei tuoi capelli,
nuda sei enorme e gialla
come l'estate in una chiesa d'oro.
Nuda sei piccola come una delle tue unghie,
curva, sottile, rosea finché nasce il giorno
e t'addentri nel sotterraneo del mondo
come in una lunga galleria di vestiti e di lavori:
la tua chiarezza si spegne, si veste, si sfoglia
e di nuovo torna a essere una mano nuda.

(Pablo Neruda)

Dopo questa sacrosanta dedica a metà del mondo,
bonnenuit e a domani...

mercoledì 26 marzo 2008

Nel vento della vita

"L'amore uccide ciò che siamo stati perché si possa diventare ciò che non eravamo".

(S. Agostino)

Non c'è inganno più mortale di accontentarci di ciò che crediamo d'essere.
Ma chi dona il cuore non ha più bisogno di abitudini: è spinto innanzi nel vento della vita.

Da sognarci sopra...

martedì 25 marzo 2008

Il samurai curioso

Nell'infinito gioco di specchi del web le fonti di un'informazione spesso svaniscono e si moltiplicano le sue varianti. Come nel caso di questa storia sulla "differenza" tra paradiso e inferno. E devo dire che tra la versione con il contadino e le posate e quella con il samurai e i bastoncini trovo più elegante la seconda che ho appena scoperto, giusto ventiquattro ore dopo la prima.


La differenza

Dopo una lunga ed eroica vita, un valoroso samurai giunse nell'aldilà e fu destinato al paradiso. Era un tipo pieno di curiosità e chiese di poter dare prima un'occhiata anche all'inferno. Un angelo lo accontentò e lo condusse all'inferno. Si trovò in un vastissimo salone che aveva al centro una tavola imbandita con piatti colmi e pietanze succulente e di golosità inimmaginabili. Ma i commensali, che sedevano tutt'intorno, erano smunti, pallidi e scheletriti da far pietà. "Com'è possibile?", chiese il samurai alla sua guida. "Con tutto quel ben di Dio davanti!".
"Vedi: quando arrivano qui, ricevono tutti due bastoncini, quelli che si usano come posate per mangiare, solo che sono lunghi più di un metro e devono essere rigorosamente impugnati all'estremità. Solo così possono portarsi il cibo alla bocca".
Il samurai rabbrividì. Era terribile la punizione di quei poveretti che, per quanti sforzi facessero, non riuscivano a mettersi neppure una briciola sotto i denti. Non volle vedere altro e chiese di andare subito in paradiso.
Qui lo attendeva una sorpresa. Il paradiso era un salone assolutamente identico all'inferno! Dentro l'immenso salone c'era l'infinita tavolata di gente; un'identica sfilata di piatti deliziosi. Non solo: tutti i commensali erano muniti degli stessi bastoncini lunghi più di un metro, da impugnare all'estremità per portarsi il cibo alla bocca. C'era una sola differenza: qui la gente intorno al tavolo era allegra, ben pasciuta, sprizzante di gioia. "Ma com'è possibile?", chiese il samurai.
L'angelo sorrise. "All'inferno ognuno si affanna ad afferrare il cibo e portarlo alla propria bocca, perché si sono sempre comportati così nella vita. Qui al contrario, ciascuno prende il cibo con i bastoncini e poi si preoccupa di imboccare il proprio vicino".
Paradiso ed inferno sono nelle tue mani. Oggi.

(Storia zen)


Post scriptum del 22/01/2010
la stessa storia esiste anche nella versione del sant'uomo coi cucchiai.

Mi limito a riportare da un'agenzia di stampa...

...niente da aggiungere, l'immagine è più che eloquente... 4000 volte eloquente.

New York, 24 marzo (Apcom) - L'immagine, di repertorio, mostra il presidente degli Stati Uniti George W. Bush e il senatore repubblicano dell'Arizona John McCain, in corsa per diventare il suo successore alle presidenziali di novembre. Ma i due volti, sorridenti, sono un mosaico composto dai volti dei 4.000 militari americani caduti sul fronte iracheno. L'immagine si trova sul sito del sito di informazione indipendente Huffington Post, nel giorno in cui la macabra soglia dei 4.000 caduti in Iraq è stata ufficialmente raggiunta. "In memoria dei 4.000 coraggiosi uomini e donne che hanno sacrificato tutto per noi, e dei due uomini che vogliono continuare con questa tragedia".

lunedì 24 marzo 2008

A mia figlia

A curiosare sui blog altrui si scoprono sempre cose belle, come questa poesia di Walter Gioia, tratta dal suo libro Alle sorgenti dell'essere, Ed. Meb (1996). Parole che dedico a mia figlia che si affaccia alle soglie della pubertà.


RISVEGLIO

"Qualunque fiore tu sia,
quando verrà il tuo tempo, sboccerai,
prima di allora
una lunga e fredda notte potrà passare.

Anche dai sogni della notte trarrai forza e nutrimento
Perciò sii paziente verso quanto ti accade
e curati e amati, senza paragonarti
o voler essere un altro fiore,
perché non esiste fiore migliore
di quello che si apre nella pienezza di ciò che è!

E quando ciò accadrà, potrai scoprire
che andavi sognando
di essere un fiore
che aveva da fiorire..."

Il contadino curioso


E' un po' di tempo che non mi capitava di pubblicare di queste storie anonime che circolano su internet... piccole parabole del XXI secolo.


Paradiso e inferno
sono nelle tue mani

Dopo una lunga ed onesta vita, un laborioso contadino giunse nell’aldilà e fu destinato al paradiso. Era un tipo pieno di curiosità e chiese di poter dare prima un’occhiata anche all’inferno. Un angelo lo accontentò. Si trovò in un vastissimo salone che aveva al centro una tavola imbandita con piatti colmi di pietanze succulente e di golosità inimmaginabili. Ma i commensali, che sedevano tutt’intorno, erano smunti, pallidi, lividi e scheletriti da far pietà.  
“Com’è possibile?” chiese il contadino alla sua guida. “Con tutto quel ben di Dio davanti!”  
“Ci sono posate per mangiare, solo che sono lunghe più di un metro e devono essere rigorosamente impugnate all’estremità. Solo così possono portarsi il cibo alla bocca.” 
Il contadino laborioso rabbrividì. Era terribile la punizione di quei poveretti che, per quanti sforzi facessero, non riuscivano a mettersi neppure una briciola sotto ai denti. Non volle vedere altro e chiese di andare subito in paradiso. 
Qui lo attendeva una sorpresa. Il paradiso era un salone assolutamente identico all’inferno! Dentro l’immenso salone c’era un’infinita tavolata di gente seduta davanti ad un’identica sfilata di piatti deliziosi. Non solo: tutti i commensali erano muniti delle stesse posate lunghe più di un metro, da impugnare all’estremità per portarsi il cibo alla bocca. C’era una sola differenza: qui la gente intorno al tavolo era allegra, ben pasciuta, sprizzante di gioia. 
“Ma com’è possibile?”, chiese stupito il contadino.  
L’angelo sorrise: “All’inferno ognuno si affanna ad afferrare il cibo e portarlo alla propria bocca, perché così si sono sempre comportati nella loro vita. Qui al contrario, ciascuno prende il cibo con le posate e poi si preoccupa di imboccare il proprio vicino”. 


E ora la stessa storia... dal filo della zappa a quello della katana!

Il migliori amici dell'uomo

Trovo oggi sul sito del Corriere della Sera questo redazionale:

Conan, il chihuahua zen
che sa pregare


Ha imparato le mosse dal suo padrone, un religioso buddista giapponese. «Ora gli insegno a meditare»

NAHA (Giappone) - Ha un nome che incute rispetto e quasi terrore (Conan, come il «barbaro» del film con Schwarzenegger), ma è un piccolo chihuahua giapponese passato agli onori delle cronache non per epiche battaglie contro altri quadrupedi ma per la sua devozione religiosa. Ebbene sì, il piccolo Conan ha imparato a pregare dal suo padrone, Joei Yoshikuni, un religioso buddista. Si mettono nella stessa identica posizione nel tempio Shuri Kannondo di Naha, in Giappone, ed è un vero spettacolo. Conan è un cagnolino bianco e nero di un anno e mezzo: davanti all'altare del tempio si siede sulle zampe posteriori e congiunge le anteriori. Riesce persino ad avere uno sguardo concentrato e meditabondo, o almeno così sembra. Yoshikuni racconta che sono bastati pochi giorni al quadrupede per imparare le mosse e ora, afferma, «attira molti turisti» essendo diventato l'attrazione del paese. Ma, garantisce, non è stato lui a ideare tutto ciò: Conan avrebbe fatto tutto da solo. Joei, non soddisfatto, chiede di più al suo «discepolo»: vuole che impari la meditazione. «Per il momento mi accontento che si sieda mentre io medito, non pretendo che incroci le zampine come facciamo noi umani». L'episodio fa pensare. E ci si chiede: ma siamo sicuri che Conan si ricordi di essere «solo» un cane?


Al di là del tono sensazionalistico dell'articolo, mi è successo spesso negli ultimi anni - di fronte a resoconti sulla stampa, a servizi in TV, a sensazioni mie personali su animali incontrati veramente - di avere la precisa sensazione di una trasformazione in atto non solo nelle coscienze umane ma anche in quelle animali. Ormai il dubbio sembra non essere più se
gli animali più evoluti abbiano un'anima o meno, ma se posseggano addirittura una sorta di proto-pensiero. Di sicuro manifestano emozioni e sentimenti.
Nel movimento new-age si crede che l'umanità, anzi il pianeta intero con tutte le sue forme di vita, stia compiendo da qualche decennio una sorta di salto quantico (ascensione) verso un livello di coscienza superiore: un po' come quando l'elettrone di una atomo salta da un orbitale a un altro di energia superiore. La scienza si limita a constatare come oggi le persone siano sensibilmente più intelligenti di quanto lo fossero le precedenti generazioni, che i bambini sono in grado di pensare in multi-tasking molto più degli adulti, che il pensiero umano è sempre meno un processo sequenziale e sempre più un processo in parallelo. Questione di stimoli ricevuti si dice. Il bombardamento di informazioni oggi rende le persone potenzialmente capaci di sviluppare un'intelligenza sempre più elevata.
Ma la stessa cosa non può avvenire per gli animali domestici che vivono insieme a noi?
Ricordo di avere visto, da bambino, un documentario che spiegava perché un cane non poteva riconoscere l'immagine bidimensionale statica (foto) o in movimento (filmato) di un proprio simile. Eppure mi è capitato spesso di osservare un cane dare segni inequivocabili di avere riconosciuto un suo simile in TV e in generale cani e gatti seguire con attenzione soprattutto i documentari sugli animali. Per questo la notizia del chihuahua che si mette a pregare non mi sorprende né penso possa essere spiegata semplicemente da un meccanismo di mera imitazione comportamentale.
Ho conosciuto cani che hanno sguardi più umani di tante persone, inequivocabilmente umani. I nostri figli ne vedranno delle belle!

Il mondo a un bivio, il solito bivio...

Proseguendo il filo di pensiero del precedente post...

Sulle motivazioni della conversione di Magdi Allam non ho naturalmente espresso giudizi bensì opinioni, perché sono convinto che un personaggio pubblico dovrebbe attenersi agli stessi principi di comportamento che valgono per le persone comuni e che una conversione debba essere una questione privata e non mediatica.
Ignoravo però i retroscena del "caso Magdi Allam": consiglio questo post su un Haramlik, un blog che ho scoperto questa notte. Anche io come la sua autrice sono rimasto attonito confrontando da l'appello firmato da circa 200 intellettuali italiani per mettere in guardia contro l'estremizzazione del conflitto culturale tra occidentali ed arabi (nella penna di Magdi Allam) con l'articolo partigiano e apolegetico (una risposta nel classico stile del "la migliore difesa è l'attacco") di Pierlugi Battista sul Corriere della Sera. Veramente attonito.

Come riassumere tutto ciò? Così...

C'è chi sa che la pace si può costruire col dialogo, la tolleranza e la giustizia.

C'è chi ritiene
che si possa raccogliere seminando orgoglio, contrapposizione, prevaricazione.

C'è chi nega che la pace possa essere costruita con la guerra.

C'è chi ricorda
che grazie a tale atteggiamento Hitler invase l'Europa... ma sorvola sulle molte simpatie di cui il dittatore godeva tra i conservatori di tutto il mondo occidentale che lo consideravano un utile baluardo contro il comunismo: furono proprio tali "poteri forti" a favorire l'ascesa di Hitler non certo i pacifisti!

C'è chi afferma che l'unica via è quella della non-violenza e che rispondere all'odio con l'odio nega le ragioni della pace e acceca le coscienze.

C'è chi dimentica
che prima d'essere statunitense, l'egemonia mondiale era britannica, e prima ancora spagnola e prima ancora araba... domani sarà indiana o cinese.

C'è chi accetta che nulla sia immutabile e che è tempo di trovare nuovi equilibri e nuove prospettive in cui diverse culture possano andare oltre le rispettive tradizioni e trovare un terreno d'intesa e convivenza comune.

C'è chi ha paura di perdere lo status sociale e i livelli di benessere in cui è cresciuto a scapito di gran parte della popolazione del pianeta e del pianeta stesso.

Personalmente so a quali di queste posizioni dedicare volontà ed energia.

domenica 23 marzo 2008

Conversioni o esibizioni?

Proprio una strana Pasqua...

Resto perplesso di fronte a esibizioni mediatiche di scelte che attengono le coscienze individuali: alludo naturalmente alla conversione dall'islamismo al cattolicesimo del vicedirettore del
Corriere della Sera, Magdi Allam (un volto ben noto in TV), resa pubblica nientepopodimeno che col battesimo impartito da Papa Benedetto XVI durante la Veglia Pasquale.
Ma tanta pubblicità rende quest'atto sostanzialmente "politico" ai limiti del provocatorio, anche ammettendo la
buona fede di Magdi Allan. E "politica" mi sembra pure la scelta del nuovo nome di battesimo, che certo non lascia alcuna concessione alla fantasia: Magdi Cristiano Allam. Sensazioni confermatemi dai contenuti della lettera scritta dal direttore del Corriere dove avverto i ragionamenti di un uomo più che la fede di un cuore toccato da Dio.

Gli attriti tra Cristianità e Islam non si risolveranno certo con la conversione al cattolicesimo di tutti i mussulmani moderati. Anzi ritengo che episodi come questi accentuano per reazione il solco esistente; e che i mussulmani moderati dovrebbero esprimere i loro valori (poco noti tra gli occidentali) per anteporli con orgoglio a quelli dei loro correligionari fanatici e oltranzisti, estremisti che personaggi come Oriana Fallaci assimilavano tout court all'intero Islam. Pregiudizio che, a leggere la lettera sopra linkata, sembra perpetrare lo stesso Magdi Allam. Cosa c'entra il rendere pubblica l'adesione a una o a un'altra religione con il nostro bisogno di trovare Dio? Se tutti capissimo di poterlo incontrare nel nostro cuore e non in una determinata fede, il motivo stesso di ogni conversione verrebbe meno.

Credo in Dio e nell'immortalità dell'anima, ma non credo nelle religioni ("oppio dei popoli") sempre scese a patti con i poteri terreni. L'umanità troverà pace dalle guerre "sante" soltanto quando supererà i Credi che dividono e si riconoscerà in un'unica spiritualità universale.

Il successivo post è un post scriptum a questo...

Amori incompiuti

Se cerco l'amore vero prima devo stancarmi degli amori mediocri.
(P. Coelho)

Equinozio, Primavera e Pasqua tutti insieme... ma pioggia e freddo o addirittura neve e gelo che battono alle finestre e dentro le abitazioni termosifoni nuovamente caldi. L'anno scorso primavera e fioriture anticipate già a gennaio, con i 30 gradi sfiorati a Torino da guinnes dei primati; quest'anno un inverno che - precipitazioni sempre scarse a parte - prova a fare il suo dovere come gli inverni di una volta e reclama ancora qualche settimana per i suoi capricci. Sarà stato questo contesto a mettermi un po' di malinconia nel cuore?


Gli innamorati si pérdono negli occhi del partner per ritrovarsi fiore nella primavera di un nuovo amore, l'uno nell'altro, per l'altro e con l'altro. Nella loro dolce follia
si nutre la passione che non sazia mai la sua fame. Quel che accade a due amanti nella fase aurea dell'innamoramento è fondamentale per il loro destino di coppia: vengono seminati bulbi che potranno aprirsi per molti anni a seguire se avranno humus e acqua. Parlo dei progetti che un uomo e una donna sognano, desiderano, concretizzano mentre brillano uniti nella stella dell'innamoramento. Esperienze che uniscono e appagano quanto il corpo e l'anima della persona amata: una vacanza particolare, l'idea di diventare una coppia stabile, trovare, ristrutturare, arredare una casa, scoprirsi voglie di mamme e papà... È fondamentale per il destino di una coppia tutto ciò che pianta nel suo giardino, sotto il sole caldo e avvolgente dell'amore nascente. Quante più cose avrà intrapreso nella sua alba, tanto più - se la fortuna darà una mano - la coppia riuscirà a protrarre nel tempo il suo tramonto. Sono condizioni necessarie ma non sufficienti... le ragioni per cui certi amori durano e altri no restano un mistero.

Ma ci sono tante e diverse traiettorie del cuore. Amori belli come una danza di farfalle dell'arcobaleno, pieni di passione ed emozioni, ma senza capacità e volontà di proiettarsi fuori dalle pareti e dai giorni e dalle ore che ne segnano i confini. Amori pieni di ebrezza e vertigine del volo, di sequenze di attimi infiniti, di gioia ed eccitazione che arde fino a quando il focolare avrà legna. Non manca loro la condivisione profonda né quella delle piccole cose, ma vanno in scena in un teatro chiuso, perché non possono essere raccontati al mondo a voce alta. E non sono amori mediocri, sono semplicemente amori incompiuti: entrambi i partner finiscono col sentire la mancanza di un terreno su cui poggiare i piedi domani. Sono case che nascono già coi muri crepati, come se invecchiassero prima di essere abitate; piene di sogni ma destinate a svuotarsi pure di loro.

sabato 22 marzo 2008

Equinozio di Pasqua 2008

L'equinozio di primavera di questo 2008 ha un rigore invernale, quasi natalizio considerate le nevicate che si sono viste nel centro Italia donde scrivo. In compenso ci porta una Pasqua insolitamente precoce, poiché la prima domenica a seguire il primo plenilunio (la sera del 21 marzo) dopo l'equinozio (poco prima della fine del 20 marzo) è il 23 marzo... di già!
Come dire che quest'anno il simbolismo cristiano della resurrezione, e quello pre-cristiano del culto del sole, ovvero della vittoria della luce sull'oscurità, del risveglio e rinascita della natura, è quanto mai forte. E ciò accentua ancor più in me il desiderio di Primavera, in ogni sua forma.
L'equinozio è il momento in cui la durata del giorno e della notte si equivalgono, le tenebre dell'inverno sono sconfitte, il disco solare esce dal suo "esilio" a sud, sorge nel punto di vero est e a tramonta nel punto di vero ovest. Di qui al solstizio d'estate sorgerà ogni mattina sempre più a nord fino al giorno del solstizio d'estate, quando tornerà a retrocedere mano a mano che si raccorceranno le giornate, fino sorgere nuovamente al vero est all'equinozio d'autunno.
L'augurio è che questi cicli eterni, scorrendo attorno a noi e dentro noi, ci ricordino sempre il nostro indissolubile legame con l'universo e l'infinito.

BUONA PASQUA EQUINOZIALE!

martedì 18 marzo 2008

Commenti dei visitatori (Perugia)

È veramente dura operare una cernita tra i tanti apprezzamenti lasciati dai visitatori di Donne di Vrindavan a Perugia. Questa è una selezione fatta a gusto mio. Prossimi appuntamenti ad Assisi (5-13 aprile) e Spoleto (19-27 aprile), in particolare alle inaugurazioni del 5 e 19 aprile, ore 17.30. 
Grazie per gli spunti di riflessione che ci avete donato. Che sguardi hanno queste donne... pieni fino all'orlo. C'è molto da imparare da queste donne. Gli occhi di queste donne raccontano storie: grazie per avercele fatte ascoltare. A Daniele che sa con poco toccare il cuore. L'identità delle donne è unica in questo mondo. Grazie. Con profondo rispetto e gratitudine. Bellissimo. Complimenti vivissimi per la bella mostra. La mostra è fantastica, le foto strepitose. Tamara continua così, sei nata per questo. Complimenti per le foto e per le parole che le accompagnano. Fanno veramente riflettere... Complimenti per le foto, per le sensazioni espresse e trasmesse. Complimenti sono splendide! Grande sensibilità e umanità. Molto emozionante. Complimenti per le bellissime foto e per la carica emotiva che esprimono. Ogni momento di una donna merita di essere raccontato. Storie che toccano profondamente l'anima. Grazie per averci fatto conoscere questo angolo del mondo. Bellissime e interessanti. Complimenti. Delle foto stupende, luce ad arte e frasi ad effetto. E' stato un vero piacere vederle, toccano il cuore. Molto forte, soprattutto accettare che la vita passa molte volte da queste storie. Attraverso queste fotografie ho ricevuto molto, grazie per questo. Bravi per l'emozione che c'è. Ho trovato belle sensazioni di luce. Lo sguardo di queste donne è molto comunicativo e intenso. Ho letto nei loro occhi dolore, speranza, dedizione. Tutto ciò è emozionante. In ognuna di loro ho trovato un po' di me stessa. Una mostra emozionante. Una luce vera... Ho cercato e ritrovato in questi volti l'essenza della vita... luce divina e speranza: mostra eccezionale!! Bravò!! Davvero una mostra fotografica. Vai avanti... La strada sarà aperta... Complimenti si guarda e si legge con emozione. Grazie!!! La città aveva bisogno di qualcosa del genere... Veramente commovente... Un lavoro bellissimo, complimenti! La mostra è molto bella così come il connubio tra foto e poesia, due linguaggi molto vicini che vengono accostati non così spesso. La città in cui sono stati fatti gli scatti appare affascinante e crudele allo stesso tempo. Tutto ciò che riguarda la condizione della donna nei diversi luoghi del mondo meriterebbe spazio ed attenzione sempre maggiore... grazie per la bella iniziativa. Veramente bella. Si riesce a cogliere l'essenza di quelle vite e di quei dolori. Complimenti. Tematica estremamente interessante e per me sconosciuta. Colpiscono molto bene e commuovono le immagini visive e quelle evocate dalle parole. Complimenti! Non ho parole per le immagini e le frasi poetiche! Davvero un'opera d'arte toccante, commovente. Grazie. Complimenti per le foto... veramente belle!!! Bellissime le foto e le poesie. Pur essendo distanti le immagini mi apparvero vicine. Complimenti. Queste foto non fanno altro che acuire la mia enorme passione per l'oriente!! Grazie davvero! Semplicemente... grazie! Disarmante come lo sguardo di un bambino... Commovente. Grazie. Foto psicologiche ed eloquentissime! Grazie. Foto e parole ben fuse per comunicare l'umanità sconosciuta di questi angeli. Foto bellissime, in uno scatto c'è una vita diversa che non potevo immaginare. Viaggiare con le immagini è bellissimo, ritrovarsi in nuovi luoghi con un battito di ciglia. Grazie per il meraviglioso viaggio. E' un colpo al cuore! Fotografie impressionanti, parole emozionanti: un pugno nello stomaco di chi dell'India vede solo il “glamour”. Lampi di luce e di colori, armonia di parole. Complimenti. Molto interessante, affascinante. Le foto mi hanno portato un vero desiderio di sapere più della cultura e della spiritualità delle donne di Vrindavan. Che bel lavoro Tamara e Daniele. Vi ringrazio molto. La luce in India prende forme strane. Rivela dolore e dignità, sofferenza e amore, vestiti da donna. La spiritualità dimenticata dall'occidente. ...la tristezza queste donne la superano con una profonda forza spirituale e umana... E' unico il realismo di sguardi animati da una triste ma viva speranza. Veramente complimenti per questa mostra... di fronte a questi ritratti si sta solo in silenzio... è solo il cuore che parla. Molto bello ed interessante! Bellissimo e impressionante! Bello e colpisce l'anima! Tamara e Daniele: un grosso grazie. Grato per l'apertura di una finestra ariosa su uno spazio infinito. Congratulazioni per questo splendido lavoro!!! Grazie, è veramente toccante e profondo.

Tibet e Olimpiadi

(ANSA) LUBIANA, 17 MARZO - "Un boicottaggio delle Olimpiadi, per la repressione in Tibet, sarebbe un grave danno per lo sport". Così la presidenza slovena dell'UE. Il ministro sloveno dello sport Milan Zver - aprendo la riunione informale dei ministri dello sport dell'UE - si è detto "personalmente contrario al boicottaggio di Pechino 2008. Lo sport dev'essere uno strumento di dialogo interculturale". Anche per la Commissione Ue, boicottare le Olimpiadi "non e' la soluzione al problema dei diritti umani in Cina".

(ADNKRONOS/DPA) AMBURGO, 15 MARZO - "Il boicottaggio e' una strada sbagliata". Thomas Bach, vicepresidente del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), risponde cosi' a chi propone il boicottaggio delle Olimpiadi di Pechino 2008 alla luce della situazione in Tibet. Nella capitale Lhasa sono in corso scontri tra l'esercito e la popolazione delle regione. "Il boicottaggio e' una strada sbagliata", dice Bach. Il dirigente, riferendosi alla posizione della Cina, evidenzia che "il ricorso alla violenza e' sempre una battuta d'arresto".

"Io sono contro il boicottaggio perché è il modo più cinico di ottenere con il minimo sacrificio, sulla pelle degli atleti, un grande clamore". "Se uno decide di non andare deve poi essere coerente: e rompere anche economicamente. Cosa che in genere non avviene". (Franco Carraro)- Fonte.

Dicono che boicottare le Olimpiadi in Cina non servirebbe a nulla, che danneggerebbe solo gli atleti. Mah... non sarà piuttosto che gli interessi economici che ruotano attorno Olimpiadi sono altissimi? Altro che preoccuparsi di "danneggiare gli atleti"! Senza togliere nulla ai loro sacrifici, qui c'è una repressione violenta in atto e i Tibetani vengono non solo danneggiati ma uccisi.
Spero innanzitutto che il governo Cinese faccia una rapida inversione di rotta. Ma se così non fosse? Si andrebbe comunque ad "omaggiare" i dirigenti Cinesi partecipando e presenziando ai giochi a Pechino mentre loro si fanno beffa dei diritti umani in Tibet? Allora ad agosto tutti gli atleti dovrebbero avere il "buon gusto" di gareggiare con bandiere tibetane sulle loro maglie o fasce in segno di lutto, intonare sulle piste slogan pro-Tibet libero o quant'altro per costringere la Cina a comportarsi da nazione civile a 360° gradi. E sia ben chiaro, non dalla prospettiva di un occidente che abbia da insegnare qualcosa - che le schifezze, magari in maniera più pulita, si fanno anche da noi - ma da quella di un'umanità di popoli a cui ormai i confini nazionali vanno stretti e che reclamano il diritto alla fratellanza ed alla pace universale.