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lunedì 24 marzo 2008

Il contadino curioso


E' un po' di tempo che non mi capitava di pubblicare di queste storie anonime che circolano su internet... piccole parabole del XXI secolo.


Paradiso e inferno
sono nelle tue mani

Dopo una lunga ed onesta vita, un laborioso contadino giunse nell’aldilà e fu destinato al paradiso. Era un tipo pieno di curiosità e chiese di poter dare prima un’occhiata anche all’inferno. Un angelo lo accontentò. Si trovò in un vastissimo salone che aveva al centro una tavola imbandita con piatti colmi di pietanze succulente e di golosità inimmaginabili. Ma i commensali, che sedevano tutt’intorno, erano smunti, pallidi, lividi e scheletriti da far pietà.  
“Com’è possibile?” chiese il contadino alla sua guida. “Con tutto quel ben di Dio davanti!”  
“Ci sono posate per mangiare, solo che sono lunghe più di un metro e devono essere rigorosamente impugnate all’estremità. Solo così possono portarsi il cibo alla bocca.” 
Il contadino laborioso rabbrividì. Era terribile la punizione di quei poveretti che, per quanti sforzi facessero, non riuscivano a mettersi neppure una briciola sotto ai denti. Non volle vedere altro e chiese di andare subito in paradiso. 
Qui lo attendeva una sorpresa. Il paradiso era un salone assolutamente identico all’inferno! Dentro l’immenso salone c’era un’infinita tavolata di gente seduta davanti ad un’identica sfilata di piatti deliziosi. Non solo: tutti i commensali erano muniti delle stesse posate lunghe più di un metro, da impugnare all’estremità per portarsi il cibo alla bocca. C’era una sola differenza: qui la gente intorno al tavolo era allegra, ben pasciuta, sprizzante di gioia. 
“Ma com’è possibile?”, chiese stupito il contadino.  
L’angelo sorrise: “All’inferno ognuno si affanna ad afferrare il cibo e portarlo alla propria bocca, perché così si sono sempre comportati nella loro vita. Qui al contrario, ciascuno prende il cibo con le posate e poi si preoccupa di imboccare il proprio vicino”. 


E ora la stessa storia... dal filo della zappa a quello della katana!

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