Conan, il chihuahua zen
che sa pregare
Ha imparato le mosse dal suo padrone, un religioso buddista giapponese. «Ora gli insegno a meditare»
NAHA (Giappone) - Ha un nome che incute rispetto e quasi terrore (Conan, come il «barbaro» del film con Schwarzenegger), ma è un piccolo chihuahua giapponese passato agli onori delle cronache non per epiche battaglie contro altri quadrupedi ma per la sua devozione religiosa. Ebbene sì, il piccolo Conan ha imparato a pregare dal suo padrone, Joei Yoshikuni, un religioso buddista. Si mettono nella stessa identica posizione nel tempio Shuri Kannondo di Naha, in Giappone, ed è un vero spettacolo. Conan è un cagnolino bianco e nero di un anno e mezzo: davanti all'altare del tempio si siede sulle zampe posteriori e congiunge le anteriori. Riesce persino ad avere uno sguardo concentrato e meditabondo, o almeno così sembra. Yoshikuni racconta che sono bastati pochi giorni al quadrupede per imparare le mosse e ora, afferma, «attira molti turisti» essendo diventato l'attrazione del paese. Ma, garantisce, non è stato lui a ideare tutto ciò: Conan avrebbe fatto tutto da solo. Joei, non soddisfatto, chiede di più al suo «discepolo»: vuole che impari la meditazione. «Per il momento mi accontento che si sieda mentre io medito, non pretendo che incroci le zampine come facciamo noi umani». L'episodio fa pensare. E ci si chiede: ma siamo sicuri che Conan si ricordi di essere «solo» un cane?
Al di là del tono sensazionalistico dell'articolo, mi è successo spesso negli ultimi anni - di fronte a resoconti sulla stampa, a servizi in TV, a sensazioni mie personali su animali incontrati veramente - di avere la precisa sensazione di una trasformazione in atto non solo nelle coscienze umane ma anche in quelle animali. Ormai il dubbio sembra non essere più se gli animali più evoluti abbiano un'anima o meno, ma se posseggano addirittura una sorta di proto-pensiero. Di sicuro manifestano emozioni e sentimenti.
Nel movimento new-age si crede che l'umanità, anzi il pianeta intero con tutte le sue forme di vita, stia compiendo da qualche decennio una sorta di salto quantico (ascensione) verso un livello di coscienza superiore: un po' come quando l'elettrone di una atomo salta da un orbitale a un altro di energia superiore. La scienza si limita a constatare come oggi le persone siano sensibilmente più intelligenti di quanto lo fossero le precedenti generazioni, che i bambini sono in grado di pensare in multi-tasking molto più degli adulti, che il pensiero umano è sempre meno un processo sequenziale e sempre più un processo in parallelo. Questione di stimoli ricevuti si dice. Il bombardamento di informazioni oggi rende le persone potenzialmente capaci di sviluppare un'intelligenza sempre più elevata.
Ma la stessa cosa non può avvenire per gli animali domestici che vivono insieme a noi? Ricordo di avere visto, da bambino, un documentario che spiegava perché un cane non poteva riconoscere l'immagine bidimensionale statica (foto) o in movimento (filmato) di un proprio simile. Eppure mi è capitato spesso di osservare un cane dare segni inequivocabili di avere riconosciuto un suo simile in TV e in generale cani e gatti seguire con attenzione soprattutto i documentari sugli animali. Per questo la notizia del chihuahua che si mette a pregare non mi sorprende né penso possa essere spiegata semplicemente da un meccanismo di mera imitazione comportamentale.
Ho conosciuto cani che hanno sguardi più umani di tante persone, inequivocabilmente umani. I nostri figli ne vedranno delle belle!
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