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lunedì 24 marzo 2008

Il mondo a un bivio, il solito bivio...

Proseguendo il filo di pensiero del precedente post...

Sulle motivazioni della conversione di Magdi Allam non ho naturalmente espresso giudizi bensì opinioni, perché sono convinto che un personaggio pubblico dovrebbe attenersi agli stessi principi di comportamento che valgono per le persone comuni e che una conversione debba essere una questione privata e non mediatica.
Ignoravo però i retroscena del "caso Magdi Allam": consiglio questo post su un Haramlik, un blog che ho scoperto questa notte. Anche io come la sua autrice sono rimasto attonito confrontando da l'appello firmato da circa 200 intellettuali italiani per mettere in guardia contro l'estremizzazione del conflitto culturale tra occidentali ed arabi (nella penna di Magdi Allam) con l'articolo partigiano e apolegetico (una risposta nel classico stile del "la migliore difesa è l'attacco") di Pierlugi Battista sul Corriere della Sera. Veramente attonito.

Come riassumere tutto ciò? Così...

C'è chi sa che la pace si può costruire col dialogo, la tolleranza e la giustizia.

C'è chi ritiene
che si possa raccogliere seminando orgoglio, contrapposizione, prevaricazione.

C'è chi nega che la pace possa essere costruita con la guerra.

C'è chi ricorda
che grazie a tale atteggiamento Hitler invase l'Europa... ma sorvola sulle molte simpatie di cui il dittatore godeva tra i conservatori di tutto il mondo occidentale che lo consideravano un utile baluardo contro il comunismo: furono proprio tali "poteri forti" a favorire l'ascesa di Hitler non certo i pacifisti!

C'è chi afferma che l'unica via è quella della non-violenza e che rispondere all'odio con l'odio nega le ragioni della pace e acceca le coscienze.

C'è chi dimentica
che prima d'essere statunitense, l'egemonia mondiale era britannica, e prima ancora spagnola e prima ancora araba... domani sarà indiana o cinese.

C'è chi accetta che nulla sia immutabile e che è tempo di trovare nuovi equilibri e nuove prospettive in cui diverse culture possano andare oltre le rispettive tradizioni e trovare un terreno d'intesa e convivenza comune.

C'è chi ha paura di perdere lo status sociale e i livelli di benessere in cui è cresciuto a scapito di gran parte della popolazione del pianeta e del pianeta stesso.

Personalmente so a quali di queste posizioni dedicare volontà ed energia.

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